Almeno lei, faccia qualcosa!

Eva&Blake

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Black Opal

    Group
    Black Opal
    Posts
    1,584
    Reputation
    +1,206
    Location
    Londra

    Status
    🗲
    Scheda Ex SerpeverdeBlack Opal 17 anni Stat.
    Se devo avere poco scelgo di avere niente
    Blake
    Barnes
    Per quanto Blake Barnes si sforzasse di non pensare a quanto accaduto ad Ayla e Theresa, non ce la faceva. Aveva parlato apertamente con Lilith di quella questione e lei aveva semplicemente storto il naso "nel bosco da solo con ragazze"! Blake ci aveva quasi riso su ed alla fine si erano baciati come due adolescenti quali, effettivamente erano. Erano passati due giorni, si era fatto curare da Skyler, stava ancora seguendo la cura e la spalla andava molto meglio. Il punto era un'altro. Che quello stesso pomeriggio aveva chiesto alla sua ragazza di vedersi nel corridoio delle cucine, semplicemente per distrarsi, per pensare ad altro... e quando vide quella polvere e quell'elfo e tutto il resto, ne rimase completamente pietrificato. Ecco si. Sia letteralmente che in maniera figurata. Ma la cosa veramente più brutta era che aveva visto la sua ragazza andare via con quell'elfo e non tornare più da lui. Non appena aveva visto quegli occhi aveva capito che si trattava quasi di una trappola ed avrebbe voluto essere lui quello al posto di Lilith. E se le stavano facendo del male? Se la stavano torturando? Tutte quante le persone a cui voleva bene erano state semplicemente prese e portate via. Ecco si, anche in quell'occasione Blake era super egocentrico, ma: Lynch era una delle sue migliori amiche, Ayla era diventata in pochissimo tempo una ragazzina dolce a cui badare, Theresa era quella che aveva convinto a tornare con i suoi amici e di conseguenza aveva un legame con Blake, e poi Lilith. L'unica persona che sentiva seriamente che potesse renderlo felice, in qualche dannato modo. Era stato pietrificto e nessuno gli aveva dato la possibilità di combattere per lei, di essere lui al posto suo. Blake aveva tante cose di cui rimproverarsi, ma quella non se la sarebbe mai perdonata. Tutte le persone che gli stavano veramente vicino, che gli volevano bene, prima o poi facevano una brutta fine e questa cosa lo stava dilaniando. Si era ripreso e dopo qualche istante era già in piedi a mandare tutti quanti a quel paese. Doveva parlare con un professore, subito, immediatamente. Dovevano smetterla di far finta di niente, ci voleva un incantesimo, un dannato incantesimo che riportasse Lilith li! Possibilmente anche le altre e tre ragazze. Era necessario sia per la sua incolumità fisica - Blake era famoso per fare cazzate ed usare incantesimi più forti di quanto riuscisse a controllare - che mentale. Quella era molto più a rischio. Non gli interessava che doveva stare attento, doveva riposarsi e stronzate varie. Una volta tornato ad essere carne ed ossa e non pietra... ecco beh, fece una corsa fino alla sala degli insegnanti che spalancò senza bussare. Non c'era assolutamente nessuno. Allora la sbattè e dopo un'imprecazione che sentì anche il Signore Iddio da lassù, andò nell'aula della professoressa Eva Ivanova. Avrebbe fatto di tutto per placare quel senso di colpa che in soli poche ore lo stavano divorando. Questa volta non bussò. Spalancò la porta, la vide li seduta sulla sua sedia. Blake aveva gli occhi iniettati di sangue. Se in genere non ragionava, in quel momento non sapeva neanche cosa fosse la ragione. LEI! Lei deve fare un fottutissimo incantesimo e riportarla qui, ADESSO! Si sbattè la porta dietro le spalle. Non voleva certamente aggredire la sua professoressa di incantesimi, e lei lo sapeva benissimo. Aveva sempre pensato che quella donna fosse fin troppo intelligente per essere solamente bella. Sapeva che lo aveva osservato per un anno intero, sapeva nel dettaglio come era fatto quell'Opale tanto pazzo quanto amato da tutti. Andò più vicino a lei, sempre rimanendo davanti la sua scrivania. Io non lo so che cosa sta succedendo, ma la prego, la riporti da me. Diede un pugno così tanto forte sulla scrivania che sentì la mano farsi umida, era sangue, la spalla destra gli cominciò a fare leggermente male. La sublussazione non era del tutto guarita. Ma in quel momento avrebbe scambiato la sua stessa vita pur di riavere Lilith. Non sapeva esattamente perchè era andato da lei e non da Brian, oppure da Lancelot. Era come se pensasse che Eva fosse l'unica che, in qualche modo che Blake ancora non comprendeva, potesse fare qualcosa per tutta quella situazione. Eva, forse, aveva le stesse fattezze di sua madre: la pelle chiara, la bellezza sconfinata, la severità di cui tanto parlava Aaron, gli occhi verdi come se qualcuno avesse usato un pennarello magico solo per avere quel misto di verde e bellezza. Era andato da lei in quel momento, perchè si sentiva distrutto e avrebbe potuto sfogare tutta la sua rabbia su qualcuno che vagamente somigliava alla donna che gli aveva procurato quel vuoto. Perchè non era mai andato a parlare con lei prima? Beh, semplice gli faceva male. Male da morire. Ma in quel momento stava tirando davvero il peggio di se, avrebbe ribaltato tutto quello stupido studio. Rivoleva Lilith, rivoleva la sua migliore amica, rivoleva quella rompicoglioni isterica di Theresa e quella ragazzina ingenua di Ayla. 3 su 4 era colpa sua se erano sparite nel nulla. Non si sarebbe mai e poi mai dato pace se qualcuna di loro si fosse fatta male, per nessuna delle 4. Infondo Elisabeht Lynch era il suo amicO speciale. Guardava Eva quasi come se ringhiasse.
    ✕ schema role by psiche




     
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar




    Group
    Insegnante
    Posts
    3,463
    Reputation
    +100
    Location
    Mosca, Russia

    Status
    🗲
    Eva Ivanova


    human - 29 years - character sheet

    Il motivo per cui la Burke aveva tanto premuto in tempi di apertura, che lei rimanesse come docente ad Hidenstone erano svariati. Uno di questi era la sua propensione materna verso i suoi studenti. Era quello che la caratterizzava di più, tanto da prendersi anche la nomea della docente più fastidiosa dell'Accademia, nonostante arrivasse prima la notizia di quanto spiccasse la sua bellezza.
    Tuttavia, l'attenzione di Eva verso quegli adolescenti che vivevano tra le mura della Scuola, non era ingiustificata. Avevano a che fare con una vita senza controllo dei genitori, con la possibilità di fare quello che volevano se non gestiti, quindi qualcuno doveva prendersi l'onere di badarli e, a lei, veniva spontaneo.
    Però, negli anni, aveva capito che non sempre questo l'era possibile: non poteva avere occhi e orecchie ovunque e la dimostrazione che questo era vero, l'avrebbe avuta tra le dita di lì a poco.
    Giorni addietro era dovuta intervenire in infermeria con molti studenti feriti, che denunciavano la sparizione di due studentesse del primo anno, già quello aveva allarmato non poco la docente.
    Da quel giorno, aveva iniziato a fare un sonno molto più breve, con ronde molto più frequenti ed era davvero stanca. Avevano preso misure di sicurezza non da poco, ma non era facile.
    Per fortuna con i suoi colleghi era riuscita a coprire quasi l'intero giorno, così da non lasciare scoperta alcuna fascia oraria.

    Quel giorno, quel pomeriggio, per la precisione, Eva era smontata dal suo turno di ronda nelle aree esterne ed era pronta a ficcarsi nella doccia, dopo aver dato il cambio alla collega di Storia. Prima di farlo, aveva la necessità di riprendere un attimo di respiro, quindi si sedette sulla sedia alla sua scrivania e cercò di fare mente locale sulle possibili cause di quei rapimenti, nonché di immaginare dove le ragazzine potessero essere state portate.
    C'era bisogno di allargare la zona di indagine, c'era bisogno di controllare fuori da quelle mura. Lei era convinta che rimanere ad Hidenstone non avrebbe portato frutti e sarebbe stato troppo poco vantaggioso, perdevano solo tempo.
    Inoltre, di lì a poco prima, era stata avvisata della sparizione di un'altra ragazzina, questa volta la Prefetta dei Dioptase.
    Non andava bene.
    Tutti quei pensieri la innervosivano, la rendevano intrattabile, non aveva più quel sorriso armonioso che le illuminava il viso. Adesso aveva una maschera di serietà e consapevolezza, che non le piaceva.
    I capelli le si erano tinti di un nero pece, così come quello che vedeva la notte, nel cielo, quando faceva la guardia ai boschi.
    Chiuse le iridi cristalline, tirando un respiro, cercando di recuperare un minimo da quell'affanno che sentiva perennemente, da quasi una settimana.
    E fu proprio in quell'attimo di ricognizione, che la porta della sua stanza venne quasi distrutta, la donna di scatto afferrò la bacchetta che aveva poggiato sulla scrivania e si voltò, in piedi, puntando il catalizzatore alla porta. Il suo gatto scattò anche, portandosi accanto alla padrona e soffiando.
    Vedendo Blake in piedi, davanti alla porta ora chiusa, Eva quasi ringrazio Merlino per non essere una persona così tanto impulsiva da lanciare incantesimi a caso.
    Non disse una parola e lasciò che il ragazzo cacciasse fuori tutta la rabbia che aveva dentro, osservandolo e poggiando la bacchetta di nuovo sulla scrivania.
    Osservò il ragazzo dare il pugno alla scrivania, guardò la sua mano, quindi e lasciò qualche attimo di silenzio tra loro.
    Era marmorea, lo osservava senza alcun sorriso, con un'espressione seria in viso.
    «Si sieda, Barnes.» e il suo non era un invito, ma un'imposizione. E i suoi occhi, fissi sul volto del ragazzo non ammettevano discussioni.
    «Non è questo il modo di agire, se la rivuole qui.»
    Si voltò andando in un armadietto che aveva poco distante dalla scrivania, prendendo un disinfettante e delle bende che avrebbe poggiato poi sul ripiano, lei sapeva che si riferisse a Lilith, non aveva dubbi sul motivo per cui il Black Opal era arrivato da lei, tutti sapevano tra quelle mura, della loro relazione, al centro dell'attenzione di tutti.
    La donna sospirò e allungò la mano, senza chiedere alcun permesso, verso quella ferita del ragazzo «Ritengo che sia il caso di parlare a cuore aperto, signor Barnes.Ed esigo da lei una serietà ed una maturità superiore a quella che un ragazzino di diciassette anni possa avere, se realmente vuole che la sua ragazza torni indietro sana e salva.»

    Per Blake sarebbe stato facile capire che quel tono non era il solito della Ivanova. A lezione aveva constatato quanto fosse apprensiva e gentile, nonostante non fosse sicuramente debole di polso ed otteneva sempre quello che voleva, dai suoi studenti. Tuttavia, adesso avrebbe potuto notare delle sfumature diverse in quella voce. Era fredda, glaciale come i suoi occhi.
    «E' chiaro che quello con cui abbiamo a che fare è qualcosa che va fuori dall'ordinario, quindi dobbiamo agire come se questa minaccia fosse più grande di noi: serietà e lucidità. Sono chiara? Non mi serve a niente, lei, se non è lucido e consapevole che stiamo andando incontro ad un pericolo. E sono certa che lei non voglia che Lilith Clarke si faccia del male, per un suo stupido errore, giusto? Io so che può essere molto più razionale, Barnes. L'ho visto. E ha le capacità per poter gestire questa situazione, ora voglio che lei le utilizzi. Le insegnerò io come, ma deve giurarmi di prestare molta attenzione a tutto quello che succederà da qui in poi in Accademia.»
    Nel mentre aveva iniziato a disinfettargli la mano, stando attenta alle piccole ferite che si erano create, quindi non lasciò il tempo al ragazzo di rispondere, intercedendo ancora «Ora voglio sapere esattamente cosa ha visto, questa volta. Dov'eravate lei e la Signorina Clarke, cosa stavate facendo. Tutto.» aveva bisogno di sapere quelle dinamiche, voleva capire.

    made by zachary

     
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Black Opal

    Group
    Black Opal
    Posts
    1,584
    Reputation
    +1,206
    Location
    Londra

    Status
    🗲
    Scheda Ex SerpeverdeBlack Opal 17 anni Stat.
    Se devo avere poco scelgo di avere niente
    Blake
    Barnes
    Non sapeva esattamente se era più disperato per quella situazione, più esasperato o non sapeva bene cosa. Lui Voleva solamente essere d'aiuto alla sua fidanzata, voleva poter fare qualcosa per le sue amiche, eppure, ogni volta che cercava di fare del bene, era chiaro che non ci riusciva. Era come se sbagliasse qualcosa, come se davvero ci fosse un maleficio che deviava le sue azioni da buone a catastrofiche. Era successo dall'inizio dell'anno, e comunque da sempre. Ogni volta che cercava di mettere una toppa ai suoi errori finiva di fare peggio di prima. Cominciava a pensare che tutta quella situazione fosse assurda, che lui era il problema ed adesso, anche in quel momento, si rendeva conto che stava sbagliando qualcosa. Forse il tono? Forse i modi? Ma era così arrabbiato da non riuscire a contenere tutto quello che provava. A stento, in realtà, stava capendo cosa provasse davvero. lui sentiva solamente le mani bruciare, come succedeva ogni volta che si ritrovava in quella situazione. Non ci poteva fare niente, reagiva nell'unico modo in cui conosceva, ossia aggiungendo distruzione sopra altra distruzione. Si sentiva in colpa in quel momento più che mai. Voleva solamente che tutto tornasse a prima di quella notte e che Lilith lo strillasse per il fumo e che Elisabeth gli rompesse le palle per le scarpe sul divano della sala comune. Rivoleva Ayla che arrossiva ad ogni passo e Theresa che faceva finta di non essere una strega e si comportava come se stesse vivendo in un sogno! Insomma le rivoleva tutte e quattro. Sapeva che era tutto più grande di lui, che qualcuno lo aveva usato solamente per fare del male, ma cazzo... ma perchè proprio a lui? Infondo anche se poteva vantare una reputazione non troppo buona per le regole, pure se era popolare, pure se tante cose, non era l'unico che combinava guai in quell'accademia. Quindi PERCHè PROPRIO LUI? Perchè dovevano per forza usare lui come mezzo perdistruggere la vita degli altri. Quando la professoressa gli puntò la bacchetta contro appena entrato rimase un pò colpito, lei con loro era sempre molto gentile... Aveva i capelli neri, ancora una volta c'era qualcosa che gli ricordava Lilith. A lei diventavano sempre i capelli neri quando stava con lui... Forse era il suo colore, forse era il colore che più gli si addiceva. Si mise seduto senza dire niente. Anche perchè la sua voce non era di quelle che si potevano contraddire. Non disse altro. Ascoltò le parole della docente lasciandosi curare la mano, sentendola tremare ad ogni tocco della bellissima adulta che aveva davanti. Abbassò un pò lo sguardo per le sue parole. Le insegnerò io come, ma deve giurarmi di prestare molta attenzione a tutto quello che succederà da qui in poi in Accademia. Lei voleva insegnare qualcosa a lui per fare qualcosa di così nobile? C'hanno provato in tanti... e ho sempre fatto del mio meglio... ma a quanto pare riesco a fare solamente danni... Aveva la gamba che gli trabballava, stava veramente facendo del suo meglio per cercare di stare calmo, di controllarsi, di cercare di fare del suo meglio per non urlare ne mancare di rispetto a quella donna. Così bella e simile a sua madre. Si morse il labbro. Se le capitasse qualcosa di brutto... Ucciderò con le mie mani qualsiasi cosa o persona le abbia fatto del male. E io mantengo sempre le cose che dico... quindi vuole sapere cosa è successo nel dettaglio? Io glielo dirò, ma lei mi deve promettere che mi insegnerà un incantesimo che le salverà la vita.Sapeva di non essere nella posizione giusta per ricattare qualcuno, sapeva che farlo con una sua professoressa non era molto corretto e se lo avesse saputo suo fratello... Oddio, suo fratello lo avrebbe saputo sicuramente. Suo fratello, molto probabilmente era stato già avvisato. Se...lei mi insegnerà davvero qualcosa di utile, io le giuro che diventerò uno degli studenti migliori che lei abbia mai visto in circolazione! Lo stava dicendo davvero ed avrebbe fatto in modo di oorare la sua promessa se Eva avesse insegnato a lui qualcosa che avrebbe potuto salvare Lilith e le altre e quattro ragazze. Senza la sua parola, lui non avrebbe raccontato proprio nulla.
    ✕ schema role by psiche
     
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar




    Group
    Insegnante
    Posts
    3,463
    Reputation
    +100
    Location
    Mosca, Russia

    Status
    🗲
    Eva Ivanova


    human - 29 years - character sheet

    Avere tra le mani delle menti in formazione, come quelle degli adoloscenti, era una grande responsabilità.
    In te, adulto, vedevano un modello con cui confrontarsi e un modello da cui prendere ispirazione.
    Se sbagli tu, sbagliano loro e non è un danno riparabile. Imparano a vivere seguendo il tuo esempio, cercando di capire quanto è giusto quello che tu fai, per poi replicarlo a loro modo.
    Insegnare non era semplice, dovevi avere la passione, dovevi armarti di pazienza e sperare che tutto andasse per il meglio, che nemmeno tu cedi alle tentazioni.
    Ed Eva, era una di quelle insegnanti che cercava di dare il massimo ai suoi studenti.
    Mentre proseguiva la medicazione, di tanto in tanto, abbassava lo sguardo sul volto del ragazzo, non diceva niente, lo osservava come aveva fatto per l'intero anno precedente.
    Blake Barnes era l'uragano che si era abbattuto su Hidenstone e cercavano di contenerlo in tante maniere, ma lei era convinta che non andava contenuto, ma incanalato nella giusta direzione.

    Alle sue parole, Eva fermò la medicazione, tenendo per mano quella del ragazzo «Blake, piangerti addosso è una di quelle cose che non devi assolutamente fare.» anche questa volta il suo tono era diverso da quello solito, non c'era dolcezza, ma c'era apprensione e testardaggine, non aveva alcuna nota di calore, ma Blake avrebbe potuto rivedere nei suoi occhi un fulmine di decisione «Non mi interessa chi ci ha provato, chi ci è riuscito e chi no. Sei venuto qui, senza nemmeno bussare, ti sei spaccato una mano, hai chiesto aiuto a me. Se lo hai fatto perché ero l'unica a cui non avevi ancora dato problemi, allora dillo. Altrimenti... perché sei venuto da me, Barnes? C'è Ensor. C'è Olwen. Loro sono e sono stati i tuoi responsabili. Eppure sei entrato da me.» le sue domande incalzavano come il suo tono che pian piano saliva. Riprese a chiudergli la fascia con cui aveva fermato la medicazione, quindi al termine, lasciò la mano e fece un passo indietro. Dritta nella sua posizione, glaciale come un iceberg «Se sei arrivato da me solo per sfogare i tuoi capricci, sai bene dov'è la porta ed esci. In caso contrario, se vorrai essere aiutato, allora inizia smettendo di piangerti addosso.»
    Eva era una docente che tutti sottovalutavano, tutti la vedevano bella e bionda e la credevano stupida, invece nascondeva delle qualità per la quale la Burke la continuava a corteggiare per non farla andar via.

    Prese un respiro e continuò a rimanere in piedi davanti al ragazzo, ascoltando un altro sfogo.
    Accennò col capo un sì, alle sue parole e poi incrociò le braccia al petto «Autocontrollo, Barnes. Autocontrollo. Vuoi salvare Lilith? Bene. Controlla le tue emozioni, incanalale in qualcosa di concreto e falle esplodere verso quell'obiettivo.» scosse poi la testa, ancora una volta, quindi, prima di schiudere di nuovo le labbra «Proteggere qualcuno non è solo distruggere quel che potrebbe far del male. Se vuoi essere utile per lei, devi essere capace anche di risollevarla, di avere la forza per prendere entrambi i vostri pesi e tirarli verso l'alto.»
    Respirava lentamente, la docente, quello che stava dicendo era importante per Blake, non solo verso la sua volontà di salvare la sua ragazza, ma per il resto della vita «Barnes...» sbuffò una risata sarcastica, ritornando a parlare poco dopo «... non è ricattando me, che potrà salvare la sua amata. Vuole imparare qualcosa in più? Vuole essere pronto per lei? Smetta di comportarsi come un bambino.» questa frase venne scandita lentamente, con la freddezza che poteva avere una madre quando cercava di chiudere fuori i sentimenti per insegnare qualcosa di importante al proprio figlio «La magia non è un gioco, Barnes, lei lo sa benissimo. E' un'arma pericolosa, che se non si riesce a gestire, può essere deleteria.» adesso, per la prima volta, lasciò il volto del ragazzo, spostandosi verso la finestra che dava sul lago, qualche attimo, prima di voltarsi e spostarsi dal lato opposto della stanza, dov'era posizionato un pentolino con dell'acqua.
    Fece bollire quest'ultima, quindi, per poi andare verso Blake, con due tazze fumanti «Ora respiri, beva lentamente e mi racconti cosa è accaduto. Mi dimostri che davanti ho un uomo, non un bambino e poi parleremo di cosa le insegnerò.» non aveva escluso che avrebbe insegnato qualcosa al ragazzo, ma lui doveva capire come si sarebbe dovuto comportare. Dirgli che avrebbe insegnato lui qualcosa, sarebbe stato un modo per fargli capire che con le minacce avrebbe ottenuto quello che voleva.
    Lei non si sarebbe seduta, mantenendo la sua posizione di superiorità, non per cattiveria, ma perché con lui doveva mantenere le giuste distanze, prima di sbottonarsi e concedergli fiducia.

    made by zachary

     
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Black Opal

    Group
    Black Opal
    Posts
    1,584
    Reputation
    +1,206
    Location
    Londra

    Status
    🗲
    Scheda Ex SerpeverdeBlack Opal 17 anni Stat.
    Se devo avere poco scelgo di avere niente
    Blake
    Barnes
    Blake aveva detto chiaramente ai suoi compagni in cabina che Eva era solo e soltamente una gran gnocca. Non aveva mai menzionato le sue doti da insiegnante e forse non le aveva neanche mai riconosciute. Non sapeva esattamente perchè aveva sempre visto solamente le sue scollature, ma sembrava essere molto più cazzuta di quello che sembrava. Eva era bella, bella da far perdere il fiato e per uno come Blake che tendeva a voler guardare solo l'apparenza per paura di essere veramente se stesso era il top. Aveva dei modi gentili, era apprensiva con loro e sorrideva sempre. Insommaper Blake non era una professoressa di cui preoccuparsi. Aveva fatto un piccolo ed insignificante errore, aveva sottovalutato quella donna ed adesso, si rendeva conto che effettivamente ogni docente di quel posto poteva essere adorabile e terribile allo stesso tempo. Non mi sto piangendo addosso, le sto dicendo solamente dei fatti. Fece una piccola smorfia. Forse era quello che ci voleva per Blake, qualcuno che lo prendesse a schiaffi esattamente come faceva lui con gli altri. Lui era una di quelle persone fredde, distaccate e che tendevano ad essere indifferenti a tutto e tutti e le parole di Eva suonavano esattamente in quel modo. Ecco, perchè era andato proprio da lei? Effettivamente aveva più confidenza con Ensor, aveva più confidenza con Olwen.. ed invece cosa ci faceva in quella dannata aula? Si morse il labbro e questa volta scostò il capo. Non volevo entrare nel suo ufficio in quel modo, ne spaccarmi la mano! E sono venuto da lei... perchè mi è sembrata l'unica soluzione. Non lo so perchè! Forse perchè somiglia a mia madre o perchè è la professoressa di incantesimi oppure perchè è bella! NON LO SO!Era accecato dalla rabbia, era furioso con tutto quello, era seriamente arrabbiato. Ma era arrabbiato con se stesso e con nessun altro! Il problema era che si amava troppo per uccidersi e si detestava ancora di più per voler rimanere ancora in vita. Ultimamente dormiva poco, e quando dormiva aveva solamente incubi, in più aveva paura che Aaron si sarebbe arrabbiato, che aveva deluso Annie... Non voleva essere di peso a nessuno eppure conitnuava a far euna cazzata dopo l'altra. Voleva essere aiutato? Quella era una richiesta d'aiuto? Beh, si era molto probabile. Rimase li, seduto e a quel punto non ci rimaneva altro che ascoltare, ma questa volta ascoltare seriamente. La professoressa disse che a lui serviva indirizzare il suo potenziale verso l'obiettivo, doveva capire per bene come controllare le sue emozioni. Emozioni. Una parola così devastante per il suo ego e per la sua personalità che quasi gli venne da rabbrividire quando sentì le sue parole. Proteggerla... era tutto quello che aveva desiderato in quel momento e non ci era riuscito, aveva messo mano alla bacchetta ma quel dannato elfo era stato semplicemente più veloce. Chiuse gli occhi e fece un respiro profondo e quando la professoressa si rivolse a Lilith come la sua amata, Blake sbarrò gli occhi. Io non la amo, ma era una stupidaggine e lui lo sapeva benissimo. Il problema era che ancora una volta preferiva rimanere completamente isolato da quella sensiazione. ogni volta che Lilith cercava di fare un passo verso di lui, e ci riusciva eccome, Blake si sentiva completamente disorientato. Cioè... si, ma lei non lo sa... e non voglio che lo sappia e...fanculo! Era ovvio che quel fanculo non era rivolto alla professoressa, ma quello era un altro problema. Rimase in silezio ancora un pò e poi seguì con lo sguardo la docente prima di vederla tornare da lui e passargli un bicchiere con quacosa di caldo dentro. Lo prese tra le mani ed una bella sensazione invase il suo corpo, poi sorrise a quel liquido e fece un altro respiro profondo. Avevo chiesto a Lilith di venire nei corridoi delle cucine semplicemente per stare un pò con lei, sa da quando èPrefetto non fa altro che andare in giro con le matricole e le matricole non fanno altro che voler stare con lei... e niente... ecco, ci stavamo semplicemente baciando... quando abbiamo sentito della confusione dietro di noi, ed era un Elfo, aveva gli occhi assenti, chiedeva aiuto. Lei sa benissimo che gli elfi sono difficili da manipolare e chiedono difficilmente aiuto a noi maghi, ero andato vicino alle cucine proprio perchè nessuno ci avrebbe rotto le pal.. scatole! Aveva chiesto cosa fosse successo? E lui glielo stava raccontando! ho riconosciuto quello sguardo perchè era lo stesso di Mia Freeman quando era stata manipolata dalla Morte, o quello che diavolo era quella cosa, ho detto a Lilith di non avvicinarsi, ma niente, lei è andata da quell'elfo bast..da quell'elfo per aiutarlo e chiedergli che avesse in mano, io ho cercato di allonantarlo con un incantesimo, è riuscito, deve essere fiera di me! Ma lui mi ha pietrificato, e si è portato via Lilith. L'ho vista andare via come se non avesse più coscienza alcuna... ed io non ho potuto fare niente. E quello era il problema principale, il fatto che lui non era stato in grado di proteggerla. Professoressa, mi creda, dopo mio fratello è l'unica cosa che ho. Beh, Blake era una contraddizione vivente. Aveva appena detto di non amare Lilith ma era l'unica cosa che aveva. Bevve un sorso della tisana ed attese semplicemente il verdetto della sua docente.
    ✕ schema role by psiche
     
    .
  6.     +1   -1
     
    .
    Avatar




    Group
    Insegnante
    Posts
    3,463
    Reputation
    +100
    Location
    Mosca, Russia

    Status
    🗲
    Eva Ivanova


    human - 29 years - character sheet

    Ogni adolscente aveva difficoltà a gestire le proprie emozioni e ad ammetterle.
    Blake Barnes era fuori dalla norma, lui odiava completamente tutto quello che provava e per quanto non volesse ammetterlo, aveva anche lui delle emozioni che non sapeva gestire e quindi le buttava nel cestino, nascondendosi dietro quella faccia strafottente e quell'atteggiamento impulsivo.
    Eva aveva imparato a capirlo dal primo anno che era arrivato da loro, lo aveva osservato in silenzio, in ogni suo atteggiamento, anche quando era fuori dalla sua classe.
    «Lei non mi sta dicendo niente, Barnes. Lei mi sta solo dicendo quanto si senta in colpa e quanto la sua vita va male... a me non interessa.» non era vero, Blake lo sapeva che Eva era sempre interessata ai suoi studenti, lo stava cercando di spronare a prendere per le palle quella situazione a fare un passo in più verso la maggiore età, che sarebbe arrivata a breve, d'altronde.
    Quando sbottò fuori le motivazioni per cui era arrivato fin lì, una bozza di sorriso mosse le labbra della donna, era stato impercettibile e breve, quindi annuii austera.
    Una mano in avanti, quasi a indicargli di star calmo, di parlare più tranquillamente, tutto il suo autocontrollo poteva iniziare da lì, ma già il fatto che non stava urlando non era da buttare «L'unica soluzione... » ripetè quasi facendo eco alla sua frase «Lei è l'unica soluzione per se stesso, Barnes. Io posso solo accompagnarla a trovare la strada per raggiungere questa soluzione, ma deve fare da solo. Tuttavia...» tirò un respiro profondo, facendo un passo verso il ragazzo e poggiando sul suo capo la mano «... posso assicurarti che non ti lascerò solo.»

    Eva soffocò una risata quando negò dapprima i suoi sentimenti, per poi mandarli a fanculo letteralmente. Non lo riprese, una parolaccia ogni tanto andava bene, era terapeutica, quindi incrociò le braccia sotto i seni, sollevandoli «La lezione sull'amore la faremo in un secondo momento, non si preoccupi, adesso concentriamoci sulle nostre priorità, Barnes.» lo canzonò e forse, in quell'unico momento, Blake potè riconoscere il tono dolciastro e amorevole della madre che aveva conosciuto a lezione il primo anno, ma fu una sfumatura veloce e quasi impercettibile.
    Osservandolo mentre guardava quella tazza, cercò di rassicurarlo «Melissa, non si preoccupi. Berremo la stessa cosa, tranquillizza l'animo, non avrà alcun effetto collaterale. La beva ora che è calda, almeno può recuperare un po' di calore...» e dicendolo lei fu la prima a portare alle labbra carnose la tazza, sorseggiando il liquido fumante.
    Rimase ad ascoltare l'avvenuto, corrugò la fronte, quindi sentendo che anche l'elfo era stato manipolato. Doveva essere qualcuno di forte, se era stato capace di manipolare anche Tronky.

    Al termine del racconto, quelle parole quasi strapparono il cuore alla donna, che allargò gli occhi, provando la stessa tristezza e disperazione che il ragazzo cercava di nascondere.
    «Stia calmo Barnes... la riportermo a casa. Sarà lei stesso a riportarla qui, e non deve temere. Sono sicuramente fiera di lei, non si preoccupi. Non ho dubbi sul suo potenziale.»
    Nascose ancora il naso dentro la tazza bevendo ancora un sorso «Domani, alle ore 20.00 in arena. Le farò procurare un permesso, quindi non ci saranno problemi con il coprifuoco. La metterò alla prova e se la riterrò in grado di gestire se stesso, probabilmente le insegnerò quello che deve sapere per essere utile alla sua ragazza. Ricordi: autocontrollo, maturità e lucidità.» posò la tazza sulla scrivania, rimanendo ancora in piedi «Se non ha altro da dirmi, vada a riposare e cerchi di non fare tardi, domani. La voglio in forma, quindi niente violazioni del coprifuoco oggi. Pensi a dormire.» fece per lasciarlo andare, ma prima che potesse varcare la soglia, ecco che richiamo l'attenzione del ragazzino «Ah, Barnes. Vi ringraziamo per il vostro aiuto nei boschi a fare le ronde, ma preferirei che lei, a partire da oggi, resti in camera a badare ai suoi concasati. Ci pensiamo noi a perlustrare la zona. La prenda come parte del suo allenamento per ritrovare la sua ragazza.» ancora una volta, quel tono non ammetteva repliche «Se durante la notte avrà bisogno di me, non si preoccupi a chiedere di me agli elfi di turno, sarò disposta a riceverla. A domani, buonanotte.»

    [Role Chiusa]


    made by zachary

     
    .
5 replies since 11/10/2019, 21:22   117 views
  Share  
.
UP