Diversi, eppure simili

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    Ayla Holmes
    Dioptase | 16 anni

    Ayla era migliorata molto negli ultimi giorni: era più sorridente, meno chiusa, e riusciva a parlare tranquillamente con chi conosceva, anche se aveva ancora qualche problema a interagire con i compagni con cui non aveva molto a che fare. Blake era uno dei pochi con cui riusciva a parlare senza balbettare più, un po' come Nikolai, e pochi altri Dioptase. Lilith, invece, non era tra questi.
    Non solo Ayla aveva poca confidenza con lei, ma il loro primo incontro non era stato dei migliori. In più Lilith aveva il suo assoluto rispetto da quando aveva avuto il coraggio di affrontare apertamente Cora Delaine, la leader degli Excalibur, e benché lì per lì Ayla aveva avuto il coraggio di "rimproverare" Lilith per quel gesto, sotto sotto avrebbe voluto avere lo stesso coraggio. Per di più, Lilith era prefetto dei Dioptase, e anche lei sperava di diventarlo un giorno. Insomma, Lilith rappresentava il tipo di ragazza e studentessa che lei avrebbe voluto essere.
    Aveva sperato vivamente di poter passare del tempo con lei ma... senza successo, poiché si ritrovò poco dopo la sua compagna accanto, chiaramente non contenta del fatto che lei fosse da sola con Blake. La piccola dioptase, che fino a quel momento aveva parlato con Blake senza balbettare, con grande soddisfazione, e sorridendo e scherzando, avvampò di colpo abbassando la testa.
    N-non è come pensi! Esclamò imbarazzatissima. Lei non voleva fare nulla di male! Ma forse lo aveva fatto... magari senza accorgersene... non voleva far arrabbiare Lilith, voleva fare bella figura con lei! B-Blake... mi ha... salvata... da dei bulli... Cercò di difendere almeno l'amico, non voleva che Lilith pensasse che lui ci provasse con altre, era chiaramente cotto di lei! Insomma... era chiaro, no? Le aveva anche fatto un regalo. N-non prendertela... con lui... è stata colpa mia... In fondo, era stata lei a non riuscire a difendersi, costringendo Blake ad aiutarla.
    T-ti ha fatto anche un regalo!
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    Scheda Ex SerpeverdeBlack Opal 17 anni Stat.
    Se devo avere poco scelgo di avere niente
    Blake
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    Quando vide entrare Lilith in quella piccola locanda Blake non fece altro che sorridere, si alzò anche in piedi vedendola arrivare, ovviamente incazzatissima vedendo un'altra ragazza di fronte a lui. Se Lilith avesse saputo quanto eccitava il suo ragazo comportandosi in quel modo da pazza, non avrebbe mai spesso, ma comunque non era quello il momento di dimostrarle quanto avrebbe voluto stenderla su quel tavolo e farla stare zitta con tanti, tanti, tanti baci e non solo. Si limità a sogghignare quando lei si ricordò perfettamente il soprannome che aveva dato ad Ayla. Scostò il ciuffo falla fronte per poi scuotere la testa ed avvicinarsi a lei. Oh Clarke non sai che ti farei quando fai le tue scenate di gelosia! Sussurrò tra le sue labbra prima di darle un bacio. Fece un respiro profondo e poi la prese per mano facendola sedere affianco a lui su quella panca. Insomma se l'aveva invitata li, un motivo c'era, no? Eppure Clarke lo sapeva benissimo che Blake era solamente suo, ma il fatto che non lo desse per scontato gli faceva gonfiare ancora più l'ego. Ma quando sentì Ayla parlare sgranò gli occhi. Perchè le aveva detto che le aveva fatto un regalo? Sospirò e proprio in quel momento arrivò la cameriera ammiccante a portare la birra a Blake ed il thè nero alla piccola Dioptase. Tu vuoi qualcosa? Chiese a Lilith portandole automanticamente una mano sulla coscia. Era sua no? Così gli aveva detto la ragazza il primo fine settimana a casa sua. Una volta che Lilith ebbe ordinato Blake tornò a guardare miss maglietta bagnata e non degnare di uno sguardo la cameriera, infondo farla ingelosire si, ma non voleva farla arrabbiare veramente. E poi Ayla stava balbettando? Precisamente, Ayla è stata aggredita da un ragazzo della vostra casata e pensavo, che in quanto prefetto tu volessi saperlo. Ed era esattamente quello il motivo per il quale Blake ed Ayla stavano seduti ad un tavolino a bere qualcosa insieme. E poi, davvero? Insomma Ayla era una bella ragazza, gentile, dolce, simpatica, ma non era veramente il tipo di Blake, perchè a lui servivano persone che gli sapevano tenere testa ed Ayla, seppur con un solo anno di differenza, era veramente ancora troppo ingenua. Tornò a guardare la riccia. E comunque si... ti ho fatto un regalo, ma te lo darò più tardi! Aggiunse sorridendole furbo. Ok, aveva detto ad Ayla che loro non erano una di quelle coppiettere che facevano sentire in imbarazzo gli altri, ma come si faceva a placare quella voglia di saltarle addosso ogni volta che la vedeva? Eh comunque, credo che Ayla sia più innamorata di te che di me, quindi ad essere geloso dovrei essere io...! Aggiunse poi vedendo un pò della sua birra. Sto diventando un rincoglionito per colpa tua Clarke! Pensò mentre gustava quella birra!
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    lilith clarke
    Inutile, quando Blake aveva vicino a respirare un’altra donna, Lilith diventava un mostro, una persona completamente diversa, che questa donna fosse anche un’anziana signora in cerca d’aiuto, lei non voleva sapere ragione e iniziava a sproloquiare, dettata dalla gelosia, come se non avesse dei limiti.
    Tuttavia, per la povera Ayla era probabilmente la terza volta che si trovava coinvolta in una scenata di gelosia in classico stile Clarke, povera matricola.
    Blake sembrava godere di questo suo modo di fare, e Lilith iniziava a pensare che quasi lo facesse a posta a farsi trovare con qualcuno di sesso femminile, per farla scattare e renderla insopportabile agli occhi degli altri.
    Forse sarebbe stato divertente vedere cosa sarebbe successo, se il contrario fosse avvenuto, nevvero, Barnes?
    A conferma di questo, Blake fece quel commento strano, che fece stizzire la ragazzina e incrociare le braccia sotto i seni «Oh, tu non sai cosa ti farei se non la smetti di girare solo con donne. E credimi, non c’è libro di inquisizione che potrebbe dettare torture peggiori, mio caro.» niente da fare, doveva per forza rimanere con quel muso appeso, mentre non si sottraeva al bacio del ragazzo.
    Si sedette, facendosi trascinare, come se non volesse più stare lì, anche solo per mantenere su quel fastidio che le dava vederlo in compagnia di un’altra.
    Le parole di Ayla attirarono l’attenzione di Lilith, che si voltò in sua direzione, con quell’aria da superiore che solo lei sapeva fare, alzando un sopracciglio a quelle parole «Tè nero alla vaniglia.» rispose ancora con gli occhi fissi su Ayla.
    Quando Blake commentò, aggiungendo particolari a quella vicenza, Lilith lo guardò con la coda dell’occhio, prima di tornare sulla matricola «Chi è?» la freddezza e la serietà della sua voce, mentre si rivolgeva ad Ayla, non ammetteva che non le venisse data una risposta.
    Intanto, nel bar, ecco entrare il gruppetto che poco prima era stato partecipe di quello che le veniva raccontato. Ma Lilith così concentrata su Ayla, non fece nemmeno caso alla porta che si stava riaprendo.

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    Ayla Holmes
    Dioptase | 16 anni

    Ecco, Ayla sapeva fin dal principio che non era il caso di restare li tra i due piccioncini, rischiando di rovinare tutto tra di loro. Lilith era chiaramente gelosa, lo aveva capito fin dal primo giorno, sul molo, quando le aveva detto che non aveva neanche il diritto di pronunciare il nome di Blake.
    Questo avrebbe dovuto far irritare Ayla, farle trovare insopportabile Lilith... anche in quel momento Ayla avrebbe dovuto andarsene offesa. Ma no. Ayla adorava Lilith, il suo carattere, la sua forza, la sua sicurezza, la ammirava tanto anche come studentessa e sperava di diventare Prefetto come lei. Era il suo modello di vita. Avrebbe fatto qualunque cosa per piacerle e essere come lei ma... fare la spia? Dirle chi erano i bulletti che l'avevano infastidita?
    Ayla non avrebbe mai fatto la spia, non le piaceva l'idea di puntare il dito contro gli altri, e forse era di questo che i bulli si approfittavano: era troppo buona, semplicemente troppo buona.
    Parlare o non parlare? Questo era il dilemma. Se avesse parlato, avrebbe potuto fare bella figura con Lilith, ma in caso contrario avrebbe fatto quella che lei riteneva la "cosa giusta".
    Rimase in silenzio qualche minuto sorseggiando il suo tè, indecisa su cosa fare, finché non sentì la porta aprirsi e quasi inconsciamente si voltò. Quasi un sorso le andò di traverso quando vide i bulletti di Mielandia. Il suo sguardo diceva più di mille parole, era come se con i soli occhi li stesse additando. Non riusciva a nascondere nulla neanche volendo, il suo sguardo sembrava dire chiaramente "eccoli, sono loro!"
    Se ne accorse forse troppo tardi, quando si decise a tornare a guardare i propri cioccolatini.
    Ecco... io... per favore, non dire loro niente! E' stata tutta colpa mia, sono stata imprudente ad affrontarli, non è neanche colpa loro se sono così, ne sono sicura!
    Quasi pregò Lilith in ginocchio. Ti prometto che la prossima volta non farò di testa mia, chiamerò subito qualcuno, ma non voglio pensino che ho fatto la spia! Non per paura, non perché temeva che si sarebbero vendicati, quello era il minimo, ma aveva già conosciuto ragazzini così che sembravano avere tutto ma in realtà non avevano nulla e sfogavano la loro rabbia, il loro rancore, la loro sofferenza cercando di far soffrire anche gli altri e provava pena per loro, tanta pena.
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    Scheda Ex SerpeverdeBlack Opal 17 anni Stat.
    Se devo avere poco scelgo di avere niente
    Blake
    Barnes
    Aveva quel suo modo di incutere terrore su tutti che lui adorava. Era la ragazza più pazza di gelosia che aveva avuto con se! Anche se ne aveva avute di campionesse in quel settore. Una volta ad Hogwarts si erano anche prese a capelli per lui e lui che aveva fatto? Oh niente, assolutamente niente si era gustato la scena. Blake non aveva mai speso più di due parole per rassicurare una ragazza del suo interesse, forse perchè non c'era? Comunque con Lilith era diverso, la sua mano sulla sua coscia era quasi un gesto per far capire al mondo che comunque quella era sua, era solo roba sua. Un modo per far capire a lei che lui voleva solamente lei, e che Ayla era veramente solamente una sua amica. Non sapeva perchè si stava legando così tanto a quella ragazzina ma era sicuro che avesse semplicemente bisogno di un mentore per diventare leggermente più forte. Non poteva farsi picchiare ogni due per tre e cercare anche scuse plausibili per i suoi bulli e le loro azioni. Lui stesso era stato un bulletto, ma non aveva mai rispettato chi non si difendeva e le prendeva senza fare niente, ed infatti, dopo un pò si rompeva le palle e cambiava semplicemente soggetto. Ayla doveva imparare ad essere forte e se voleva proteggere qualcuno allora doveva cominciare con se stessa. Se non riusciva a fare quello, allora che senso aveva tutto il resto? Insomma, non era veramente logico, non era veramente plausibile e soprattuto Blake non lo concepiva affatto. Sospirò quando sentì le parole della riccia. Si morse il labbro e poi salì con la mano sulla sua coscia. Quella prima volta aveva aperto il vaso di pandora degli ormoni di Blake. Ma non è vero che giro solo con donne...è semplicemente capitato...! Aggiunse prima di tornare a guardare Ayla mentre lei cercava di trovare un modo di non dire chi erano stati i suoi bulli. Alzò un sopracciglio come per dirle: beh allora davvero devo dirglielo io? Ma poi, alla fine il karma, che agisce in maniera strana ed ambigua, portò i bulletti da loro. Eccoli, erano entrati ed il tizio aveva un occhio nero. Beh si, doveva ammettere che il suo destro faceva sempre quell'effetto! E la cosa brutta era che Blak ne era veramente molto orgoglioso. Anni ed anni di Boxe avevano dato i suoi frutti. E l'espressione di Ayla fu fantastica. Quasi rise ma non disse niente. Un'altra cosa che adorava di Lilith era quando passava all'azione e poi se qualcuno le avesse fatto del male... sarebbe morto all'istante. Ayla... quando prenderai tu a cazzotti qualcuno... allora potrai dire: non è colpa mia, sono fatta così! Ma fino a quel momento... beh! Non credo che tu stia facendo la spia, infondo sono stato io a prenderlo a cazzotti e di conseguenza... Fece un fischio per richiamare l'attenzione dei suoi compagni al bancone. Eccoli qui i campioni che se la prendono con una ragazza! disse indicandoli con il capo a Lilith. Oh Barnes...!
    Davvero non era sua intenzione fare una rissa davanti alla sua ragazza, ma erano della sua casata no? Poteva punirli lei secondo legge e lui secondo la sua personalissima morale. Infondo non aspettava altro che sentire qualche commento idiota su Lilith, poteva picchiarli fino a farsi implorare di smettere. Prima o poi Blake avrebbe torvato qualche squadrone che gliele avrebbe date di santa ragione, era solo questione di tempo!
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    lilith clarke
    Tenne il muso a Blake ancora per poco, prima di avvicinarsi all'angolo delle sue labbra e dargli un leggero bacio «La prossima volta che ti vedo con una ragazza, prenderò i vostri scalpi» sorrise, quasi in maniera inquietante.
    Poi passarono alle cose serie. Lei condivideva quello che diceva Blake, non si mise in mezzo, ma riflettete che c'era qualcosa che non andava in quello che era accaduto poco prima.
    C'era una cosa che non sopportava minimamente, Lilith. E questa cosa era il bullismo.
    Poteva sopportare le risse, poteva chiudere un occhio sul disordine... ma il bullismo, no. Soprattutto non nella sua stessa Casa di appartenenza.
    Gli occhi celesti di Lilith guardarono Ayla, mentre la supplicava di non dire niente, incolpandosi di qualcosa che non aveva fatto.
    Sbattè una mano sul tavolo, facendo frastuono «Ayla. Impara una cosa: tu non sbagli, se proteggi qualcuno. Un Dioptase lo fa, un Dioptase è giusto.» la sentiva proseguire quella supplica, Lilith scosse il capo, in negazione a quello che stava dicendo «Smettila. Non devi chiamare nessuno, devi essere tu stessa a metterli in fuga. Spia? Pfff... preferisco che tu mi dica quello che è successo, piuttosto che sapere che nella mia stessa Sala Comune, girano persone di cui non posso fidarmi.» le sorrise appena, seguendo poi lo sguardo di Ayla verso la porta.
    I ragazzi appena entrati stavano indicando il loro tavolo, parlocchiando. Qualcuno scuoteva il capo, indicando Lilith, qualcuno stringeva i pugni. La riccia ancora non aveva ben capito la situazione. Uno di loro mosse il mento in un gesto di saluto, Lilith sollevò una mano, quasi con disinteresse, tornando al suo tavolo. Fu Blake a prendere parola quasi immediatamente, richiamando di nuovo la sua attenzione verso la porta, indicandole chi erano i bulletti di turno.
    Quando Lilith si voltò e non vide altro che i suoi concasati, ritornò su Blake. Il suo sguardo si assottigliò «Se ti muovi di qua, giuro che è finita.» un sibilo acido, viperesco, quasi, che però non ammetteva replice. Mentre nel frattempo il gruppetto si spostò proprio al tavolo accanto a loro.
    «Ayla. Vieni con me. Adesso.» si alzò, allungando una mano alla matricola, per aiutarla ad alzarsi, che poi avrebbe lasciato poco dopo «Se ti vedo aver paura, ti faccio pulire la stanza per tre giorni di fila.» non lo avrebbe fatto, ovvio, ma voleva scuotere quella ragazzina.
    Quindi a grosse falcate, con o senza lei, si sarebbe avvicinata al tavolo dei ragazzi.
    Sbattè le mani sul tavolo, questa volta più forte di quello che aveva fatto al loro.
    «Che caz---» dalle mani risalì al volto di Lilith, trovandolo pacificamente sorridente, quasi in maniera inquietante «Linguaggio, Ryan. Tua madre, sono certa, che non vorrebbe ricevere una lettera dove ti rispediamo a casa per condotta maleducata.»
    Lilith aveva un asso nella manica, che giocava quando ne aveva la necessità: conosceva tutto dei suoi concasati, anche i loro punti deboli. Ryan era uno che aveva un pessimo rapporto con la mamma, austera e severa, che non ammetteva il suo abbigliamento e che quando tornava per le feste, lo vestiva come un damerino «Ho visto qualcosa che non mi è piaciuto, sai, Ryan?» il suo tono era un sibilo di serpente a sonagli, velenoso.
    «Non rompere, Clarke. Non hai visto niente, te lo ha raccontato questa qui e il tuo ragazzo. Tu non c'eri.» cercò il contatto con gli occhi dei suoi compagni, che invece erano diventati paonazzi e volevano solo trovare una via di fuga.
    Lilith sorrise ancora di più, diabolica e felina «Ti sbagli, Ryan. Io sarò il tuo incubo, diventerò la tua visione continua, sarò ovunque tu metta piede. Non potrai respirare, senza che io non lo sappia e te lo permetta.» aveva abbassato il tono, così come aveva calato la testa verso di lui, cercando il suo orecchio, in quel fischio arrogante e minaccioso, in modo che potesse sentirlo solo lui.
    Poi si alzò, raddrizzando la schiena. Un palmo ancora sul tavolo «Lei. Ha un nome. Ayla Holmes. E voglio che tu ti ricorda esattamente il suo viso, perché sarà quello che ti prenderà a schiaffi quando meno te lo aspetti. Due: non. nominare. più. Blake.» il cristallo dei suoi occhi si incendiò.
    Stava per alzarsi, per scattare, il ragazzo «Prova solo a toccarmi, giuro che sarà l'ultima cosa che tu possa fare, Ryan. Per sempre.» il tono freddo e marcato con cui Lilith lo disse, fece sgranare gli occhi a quel suo compagno di casata, che si risistemò e puntò gli occhi verso Ayla «Tutto chiaro, Clarke.»
    Lilith guardò i suoi altri compagni, poi scosse la testa. Se c'era una cosa che poteva distruggere un ragazzo, era togliergli il suo orgoglio davanti ai suoi amici «Chiedile scusa.»
    Ryan sgranò gli occhi e si irrigidì «Non era una domanda.»
    Strinse i pugni, quel ragazzino. La mascella si irrigidì «Scusa Holmes...» lo disse tra i denti. I suoi amici nascosero delle risate di sfottò, Lilith scattò con lo sguardo verso di loro, che si zittirono immeditamente, congelandosi per timore di averne anche loro.
    Fece per girarsi, per tornare al proprio tavolo, a metà tragitto si fermò, quidni tornò indietro.
    «Ah, Ryan... la MacEwen sarà informata. Auguri.»
    E tornò al fianco di Blake «Dicevamo?»

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    Ayla Holmes
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    Ayla Holmes che metteva in fuga qualcuno? Cos'era, una battuta? Ma Ayla non rise, non rise affatto, troppo occupata a guardare Lilith con un misto di paura e ammirazione. Adorava quella ragazza, ma a volte faceva davvero paura! Tant'è vero che quando Lilith le chiese di seguirla, Ayla si alzò di scatto, non osando contrariala, mettendosi quasi sull'attenti, con uno sguardo che quasi diceva: "Sissignora! Ti seguirei fino in capo al mondo!"
    Insomma, se Lilith avesse chiesto ad Ayla di fare i compiti al posto suo e andarle a prendere un cappuccino e una scatola di ciambelle, Ayla lo avrebbe fatto senza pensarci due volte.
    Se ti vedo avere paura, ti faccio pulire la stanza per tre giorni di fila!
    Doveva essere una punizione? Ayla già lo faceva da sola con la propria camera, a casa sua... ma non disse nulla.
    La seguì fino al tavolo dei bulletti ma restò un paio di passi indietro, imbarazzata, senza avere il coraggio di guardare i ragazzi negli occhi. Ma ci pensò Lilith, ovviamente, ad aprire il discorso con il capo di quel gruppetto, un certo Ryan. Ayla alzò leggermente lo sguardo e lo vide effettivamente teso, anche se cercava di non farlo trasparire, con scarso successo per di più.
    Lilith metteva davvero paura in quel momento, Ayla sperava di non trovarsi mai nella situazione di quel tipo, probabilmente non avrebbe retto una tensione del genere, sarebbe certo scoppiata a piangere.
    ...e voglio che tu ti ricorda esattamente il suo viso, perché sarà quello che ti prenderà a schiaffi quando meno te lo aspetti.
    Ayla sgranò gli occhi, avvampando. Non era affatto vero! Insomma, l'idea di Ayla che prendeva a schiaffi qualcuno era ridicola! Nessuno sarebbe mai riuscito neanche ad immaginarsi la scena tanto era surreale! Più surreale dell'idea che ci fossero maghi e streghe in Inghilterra che studiavano in una scuola di magia per i babbani!
    Nessuno ci avrebbe mai creduto!
    Neanche quel tipo sicuramente ci credeva, ma si girò verso di lei per chiederle scusa. Certo, sotto costrizione, ma Ayla gli accennò comunque un sorriso per fargli capire che era perdonato. A dire il vero era stato perdonato già dal primo istante, Ayla non aveva bisogno di scuse. Era fatta così.
    Quando Lilith tornò a posto, la seguì a ruota e tornò al suo té, sperando la discussione si chiudesse lì.
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    Se devo avere poco scelgo di avere niente
    Blake
    Barnes
    Conosceva quel tizio? Davvero lo aveva minacciato che se si fosse mosso da li lo lasciava? Alzò un sopracciglio. Comunque non si sarebbemosso da li a prescindere. Si era... naaaah non lo avrebbe detto neanche nei suoi pensieri. Gli piaceva Lilith perchè era forte, perchè sapeva tenere testa a lui ed agli altri ragazzi dell'accademia. Insomma, sapeva che sapeva difendersi ed infatti si gustò la sua birra mentre guardava la sua ragazza in azione sorridendo poi vedendo Ayla seguirla neanche fosse un sergente che impartisce odirni. Sogghignò quando Lilith disse che sarebbe stata il suo incubo e poi però scattò in piedi quando quel tizio, che a quanto pare Lilith conosceva, fece per fare qualcosa: Davvero? Cioè, veramente scattava in quel modo davanti ad una ragazza? E sopratutto sapendo che lui era li, perchè Blake non era un tizio che passava in osservato ed aveva già un occhio nero per colpa sua... perchè doveva replicare la situazione? Cavolo non gli erano bastate? Solo con il gesto di minacciare Lilith si era bello che guadagnato un altro cazzotto in faccia. Maledetto stronzo pensò poi sedendosi di nuovo vedendo che la Clarke aveva comunque la situazione completamente sotto controllo. Si morse il labbro e bevve la sua birra tutta d'un fiato. maledizione a Lilith Clarke! Che diavolo gli aveva fatto? Guardò quel ragazzo come per promettergli una di quelle scariche di botte che si sarebbe ricordato per tutta la vita e poi sorride alla riccia quando tornò al tavolo con Ayla. Wao... La sfottè un pò prima di portarle un braccio intorno alla vita e facendola avvicinare ancora un pò a lui. Sorrise ad Ayla. Questo è per te, comunque... disse poi mettendole il pacchetto vicino al suo thè e sorridendole. Era semplicemente una piccola coroncina e dei cioccolatini, ma infondo se lui si sentiva il re del mondo, aveva bisogno della sua regina no? Non glielo disse, infondo non era mai stato un sentimentalista. Tornò ad Ayla. Se proprio vuoi essere un prefetto, o caposcuola, dovrai imparare a prendere a schiaffi davvero le persone! le disse sorridendole prima di cambiare del tutto argomento. Effettivamente, alla fine si ritrovava sempre in mezzo a femmine random, forse Jesse aveva ragione!
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