Straight to Hell

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    Damien Vanderwaal | Acromantula Scarlatta

    Domenica 11 Agosto - 3:00


    Se solo gli uomini si accorgessero di quante cose erano in grado di fare in sole ventiquattro ore, probabilmente il mondo avrebbe potuto assistere all'estinzione degli inetti in favore a individui razionale con uno scopo nella vita. Tutti erano in grado di percorrere la strada che più preferivano, lo stesso Damien nel corso della sua vita ne aveva percorse molto. Cominciò la sua carriera come auror, poi accadde ciò che accadde ed ora, eccolo lì, era a capo della più grande Organizzazione malavitosa che il mondo magico avesse mai visto. Tra le sue schiere vi erano per lo più i reietti della società, ex galeotti, coloro in cerca di vendetta nei confronti di un ordinamento troppo stretto, inadatto per permettere alla catena alimentare di seguire la propria natura. Ebbene, l'Acromantula Scarlatta per i suoi membri più che un vero e proprio impero del male portatore di vizi, era la salvezza.
    Come diceva un uomo saggio, quando sei all'inferno solo il diavolo può aiutarti. Lui si considerava il diavolo? Certo che no, non si trovava all'interno di una serie netflix, Damien era un uomo come un altro che ebbe buone intuizioni e la lungimiranza adatta per realizzare un progetto in cui aveva investito buona parte della sua vita. La risposta che ottenne? Beh, da parte di quelle sudice cimici del ministero ci fu la guerra e in ciò mantenere l'anonimato servì sia per proteggere se stesso sia per mettere al sicuro il proprio covo, lasciando spazio e modo ai membri di potervisi riunire senza dar troppo nell'occhio. D'altra parte era un po' una seccatura ogni qualvolta i suoi sergente trovavano possibili nuove reclute. Molto spesso le persone che accettavano di unirsi all'organizzazione non erano totalmente sicuro di ciò che andavano incontro. L'Acromantula Scarlatta era quel genere di gruppo in cui era molto semplice entrare, ma impossibile da uscire mantenendo salva la vita. Questo perché una nuova recluta poteva esser in grado di scoprire le identità dei suoi colleghi e in caso di tradimento ciò avrebbe comportato la fine dell'organizzazione. Ma gli agganci presso il ministero servono anche a questo.
    Mentre questo flusso di coscienza proseguiva, Damien organizzò il necessario per l'incontro con una certa Vivyan Murphy, volto noto per chi era solito recarsi alla Testa di Porco nei fine settimana. Purtroppo non si trattava del classico locale che Damien era abituato a frequentare, tuttavia la locanda presso cui lavorava poteva rivelarsi non poco importante dal punto di vista di ottenimento di informazioni e, più nello specifico, di nuove reclute. Insomma, c'erano davvero candidati migliori di coloro che si lamentavano in un posto del genere di quanto facesse schifo la loro vita? Dei pettegolezzi sul ministero dietro ad un fatto che sui giornali pareva scritto in maniera impeccabile? Ecco, l'utilità che quella donna poteva mettere a servizio dell'Organizzazione era immensa e proprio per questo motivo decise di volerla incontrare di persona. Più o meno.
    Sì, quella dell'anonimato per lui era una questione su cui non faceva eccezioni, così non appena l'orologio puntò sulle 3:27 il criminale bevve una fiala di Polisucco, assumendo le sembianze di Ryan Wallet, ovvero l'uomo che qualche giorno addietro avvicinò Vivyan e mise Damien a conoscenza della sua intenzione di voler collaborare col gruppo. Diede appuntamento alla donna alle tre e mezza di notte presso un'abitazione ormai abbandonata di Denrise. Sarebbe potuta arrivare dal camino in pietra di fronte alla poltrona su cui era seduto. Accanto a sé c'era un divanetto su cui la donna avrebbe potuto accomodarsi e un tavolino basso in legno - proprio come pareti, soffitto e pavimento - su cui era poggiata sopra una bottiglia di rum locale e un pacco di sigari cubani. L'uomo ne terminò uno proprio ora e lo gettò al centro del camino. Lo sguardo puntò l'orologio e non avrebbe dovuto far altro che aspettare. Aveva inviato due uomini presso l'abitazione della ragazza in maniera tale da esser preparato ad ogni evenienza. Sarebbe stato meglio per le presentarsi a quell'incontro, altrimenti le conseguenze sarebbero potute essere spiacevoli.
    Mi auguro solo che Ryan abbia messo in chiaro come non siamo tipi a cui piace scherzare. Vivyan poi doveva essere particolarmente al corrente di questo dettaglio. Ultimamente sempre più spesso negli giornali locali uscivano articoli che incolpavano l'organizzazione per rapine, sequestri di persone, spaccio e omicidi. Ogni ostacolo finirà sotto ai nostri piedi.


    RevelioGDR


    .murphy, benvenuta al tuo provino!
    Ci troviamo di fronte ad un semplice start, quindi non ti chiedo molto in questo post. Ovviamente prima risponderai tu e di riflesso prima risponderò io <3
     
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    Quando, circa due anni prima, si era proposta per il lavoro alla testa di porco, Vivyan sapeva esattamente ciò che stava facendo.
    Abbandonare i propri gioielli e le proprie pellicce in virtú di un grembiule e un aspetto più umile (cosí come abbandonare locali sfarzosi e lussureggianti per stare più di otto ore in una sudicia bettola) era un sacrificio di cui si fece capace per favorire un piano (se non propriamente una visione) molto più grande.
    I pezzi grossi che riusciva ad ammaliare (se così vogliamo gentilmente appellare il modus operandi della figlia del più viscido e infame piccolo criminale della Londra magica) in posti molto più eleganti e ben disposti di quello le regalavano informazioni utili, sí, ma erano i pesci più piccoli, i disperati e gli ubriachi, quelli che dicevano sempre e solo le verità più succulente. Servirgli da bere stentando sorrisi cordiali (per quanto le linee dure del suo volto potessero permetterle di risultar realmente tale) era solo un piccolo prezzo; aveva già da tempo imparato che infondo nulla è gratuito o fortuito.

    Il volto nuovo che aveva fatto il proprio ingresso alla testa di porco qualche giorno prima, era stato chiaro e non gli ci era voluto molto perché si sentisse a proprio agio a parlarle liberamente, senza giri di parole. Nominata l'Acromantula, quindi, aveva ottenuto l'attenzione di Vivyan, così come lo ebbero le informazioni riguardo l'incontro cui quella notte la bionda si apprestava a raggiungere.
    Aveva tenuto i capelli legati in una coda, cosí come era solita fare in veste di cameriera, ma con il cappotto scarlatto dal taglio elegante risultava senz'altro più simile alla reale sè stessa di quanto non lo fosse dietro al bancone. Uscendo dal proprio albergo Vivyan notò (e fu notata) da due grossi omaccioni appostati poco più in là rispetto la sfarzosa porta illuminata appena varcata, ma rivolse loro solo un mezzo sorriso prima di proseguire verso la direzione opposta, trovare un vicolo buio e desolato e smaterializzarsi.
    Sapevano già dove trovarla, se proprio dovevano. Il fatto che fosse stata messa in dubbio la sua parola (nonostante non conoscesse nessuno dell'organizzazione e nessuno, ancora, conosceva lei) l'aveva offesa enormemente, ma Vivyan sapeva bene come camuffare simili sciocche umane emozioni. Per quella volta non avrebbe serbato rancore.

    Bussò alla porta della casa che le era stata indicata, con un leggero colpo di nocche. Era puntuale e dacchè detestava aspettare (l'impazienza era forse il suo difetto più grande, per quanto spesso l'avesse però anche aiutata) anzichè farlo si infilò entrambe le mani in tasca e dondolando sul posto iniziò ad intonare una melodia a labbra serrate, studiando la casa dall'esterno.
    Probabilmente chiunque si trovasse ad attenderla dentro si sarebbe aspettato vederla sbucare dal camino (come le era stato consigliato fare) ma lei amava prendere l'iniziativa per non farsi dar mai per scontato. Insubordinata mai, originale sempre.
    Non era intimorita, nè pareva esser conscia del reale rischio cui stava andando contro: entrambe le sensazioni, d'altro canto, erano soppiantate dall'entusiasmo covato per esser giunta cosí vicina al proprio obiettivo.
    Si sentí quasi come quando fu ammessa all'accademia auror, solo che in quell'occasione (ne era certa più che mai) una volta dentro, nessuno sarebbe più riuscito a ricacciarla fuori.
    « buonasera, Ryan. »
    Apertole la porta Vivyan avrebbe educatamente salutato l'ospite di casa, sfilandogli poi sotto il naso previo il suo invito ad entrare. Avrebbe cercato una sedia (una poltrona se c'era) e si sarebbe posta alle spalle di quest'ultima, posando entrambe le mani sullo schienale. Era di pessimo gusto sedersi quando il padrone di casa era in piedi e Vivyan ci teneva terribilmente a far in modo di trovarsi sempre alla stessa altezza (letterale e non) del suo interlocutore.


    Edited by .murphy - 10/8/2019, 12:43
     
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    Damien Vanderwaal | Acromantula Scarlatta
    Esser stato rinchiuso ad Azkaban per due anni aveva reso Damien un uomo paziente, ma non flessibile. In quel luogo regnava il silenzio indiscusso, rotto solo sporadicamente dalla feccia umana urlante in piena crisi di nervi, le risate di coloro che stavano abbandonando la ragione e i deliri di chi la ragione l'aveva già persa da un pezzo.
    E' quasi ora. Si disse mentre aprì la bottiglia di rum e l'avvicinò alle carnose labbra per berne avidi ed insaziabili sorsi. Avrebbe ingurgitato qualsiasi cosa per togliersi dalla bocca l'orribile sapore della Polisucco e intanto il suo aspetto cambiava. I nuovi capelli biondastri non erano poi così abbinati ai colori cupi e spenti dell'elegante abito da sera che indossava. Le spalle erano coperte da una costosissima giacca blu notte, la quale lasciava intravedere una camicia più chiara di poche tonalità, mentre gli arti inferiori erano fasciati pantaloni prodotti con un tessuto assai morbido al tatto e delle scarpe del medesimo colore della giacca. Sicuramente Ryan non si sarebbe vestito così.
    L'uomo di cui aveva appena preso le sembianze non era uno che faceva troppo caso allo stile, anzi appariva in pubblico in jeans e maglietta ed era caratterizzato da un modo di far estremamente diretto, assai diverso dalla cortesia con cui Damien era solito presentarsi quando era un semplice proprietario di un casinò.
    Sentì bussate alla porta, probabilmente un qualsiasi mezzosangue o individuo che avesse qualcosa a che fare col mondo babbano si sarebbe alzato per aprire la porta, tuttavia l'uomo rimase seduto sulla sua poltrona, agitò la bacchetta e la porta si aprì da sola, lasciando modo alla ragazza - qualora avesse voluto - di sedersi sul divanetto o di recarsi nella zona adibita alla cucina se avesse voluto una sedia.
    Qualunque cosa Vivyan avesse scelto, pressoché nulla sarebbe stata la differenza. Vanderwaal, infatti, si sarebbe alzato in piedi qualora la donna con addosso il ricercato cappotto rosso avesse scelto di non sedersi. Buonasera signorina Murphy, la aspettavo. Ecco, Ryan non avrebbe mai utilizzato una forma di saluto così formale. Il tono di voce anche era diverso, Damien era decisamente più rauco, cadenzato, solenne. Qualunque cosa stia pensando, non lasci che diventi preoccupazione. Se l'ho invitata è perché devo parlare con lei e il fatto che lei sia qui mi spinge a pensare che ci sia un interesse reciproco, mi corregga se sbaglio. Puri e semplici convenevoli che difficilmente avrebbero accettato una negazione. Vivyan si trovava di fronte al criminale più spietato che il mondo magico avesse visto fino a quel momento. Probabilmente ancora non ne era cosciente, forse pensava di trovarsi davvero di fronte a Ryan o, chissà, magari aveva intuito qualcosa di strano, ma anche in quel caso di possibilità ve n'erano parecchie: poteva star parlando di fronte ad una semplice recluta, un generale, forse il braccio destro a cui affidava i compiti più importanti o, perché no, proprio lui in persona. Ciò che però la negoziante avrebbe potuto intuire era come avesse dovuto soppesare le proprie parole, giocar bene le proprie carte, ben comprendendo come il punto di non ritorno era stato varcato nello stesso momento in cui ricevette l'invito.
    Armeggiava con la bacchetta in mano, evitando con attenzione di puntarla conto la propria ospite. Insomma, non sarebbe stato carino e poi non era intenzionato a farla intimorire, dopotutto quello era uno dei tanti vantaggi di aver assunto un volto a lei noto. Perché non facciamo un giochino? Sicuramente non aveva intenzione di far unire Vivyan alla propria squadra di assalto, era convinto che non ne avesse le competenze, tanto meno nella divisione scientifica, insomma non erano state menzionate chissà quali abilità nell'ambito informatico, scientifico o pozionistico nel verbale redatto da Ryan, quindi il ruolo della donna vacillato tra il comparto diplomatico e quello relativo alla raccolta e diffusione di informazioni. Riguardo a quelle due sfere d'azione richiedeva capacità ben diverse da quelle fisiche, decisamente più adatte al giochino che aveva in mente.
    Facciamo un piccolo test. Sicuramente ti sarai accorta che c'è qualcosa di strano, perché non mi dici cosa fornendomi ben cinque motivazioni? Semplice analisi di ciò che c'è qui intorno e di ciò che hai potuto notare dal tuo arrivo. Ok, forse era stato troppo buono, ma non era lì per scimmiottare il comportamento di Ryan, bensì per capire se Vivyan fosse effettivamente una persona valida o meno.
    Solo dopo aver udito la sua risposta e le dovute ragioni, avrebbe proteso il collo verso di lei, fissandola con quegli occhi che non erano i suoi, ma dai quali poté mostrare il medesimo incendio divampante. Ecco, stava per arrivare la domanda da un milione di dollari o, chissà, quella che le avrebbe permesso di salvare la pellaccia. Quindi, io chi sono e perché sono qui? Ok, erano due domande, ma, si sa, i cattivi non giocano mai pulito.


    RevelioGDR


    Eccoci al nostro secondo post!
    Ciò che ti chiede Damien è piuttosto semplice: rispondere alle sue domande. Per farlo sentiti libera di utilizzare informazioni apprese durante questa risposta spaziando un po' con la fantasia su quelle che potevano essere le abitudini e i modi di fare di Ryan (apprezzerei molto di più) o, in alternativa, giocare su deduzioni logiche riguardo alla particolarità di quell'appuntamento.
    Più sarai specifica nella tua risposta e più sarà alta la tua valutazione, ti chiedo solo di non sfociare nel metagame con informazioni che Vivyan grazie al suo lavoro non avrebbe mai potuto sapere (ad esempio: Ryan porta scarpe numero 42, mentre Damien 44).


    Buon gioco! <3

    Edited by Alexander Olwen - 12/8/2019, 01:17
     
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    Non essendoci una poltroncina o una sedia imbottita per limitare e circoscrivere il proprio spazio vitale all'interno della stanza condivisa con Ryan, Vivyan propese per il divanetto.
    Su di un tavolino lí accanto scorse della tequila e con un colpo di bacchetta fece in modo di versarsene un pò recapitando il bicchiere poi nel proprio palmo. Nel mentre ascoltò accuratamente le parole dell'altro, tant'è che per rispondere tempestivamente al suo appello fece il primo sorso solo a metà.
    « no, non sbaglia »
    Alla testa di porco, solo qualche giorno prima, si era presentato un ragazzo con le identiche fattezze di quello che ora le sedeva dinanzi, ma solo sentendolo parlare le fu chiaro non fosse la stessa persona. Gli aveva dato del lei, dunque, cosí come l'altro aveva iniziato fare e come neppure per un istante ebbe mai fatto invece Ryan.
    In un primo momento Vivyan (e mai si sarebbe data sufficientemente della stupida per questo) non aveva neppure notato che il ragazzo biondo cenere non portasse più l'anello d'argento all'anulare sinistro, ma dovette avvertire l'assenza del suo fastidioso tic di rigirarselo attorno al dito mentre parlava, a far sí che un dettaglio così rilevante potesse catturare la sua attenzione.
    L'assenza di elementi a cui appigliarsi per poter squadrare la situazione in cui era in altri momenti avrebbe potuto addirittura innervosirla, ma quella volta nonostante la svista riparata in netto ritardo, non fu cosí: si sentiva, piuttosto, lusingata d'esser posta sotto analisi da qualcuno che non fosse un rozzo subalterno privo di una padronanza dialettica. L'esatto opposto di ciò che lei invece era stato riconosciuto meritasse, sebbene mandato all'incontro celato da una maschera.
    « solo cinque? farò del mio meglio... » Vivyan sorrise da dietro il proprio bicchiere portato in alto dinanzi al volto in segno di brindisi e poi buttò giú d'un colpo l'intero contenuto.
    « vediamo... è strano, tanto per iniziare, mandare qualcuno ad avvicinarsi ad un'estrenea che per sentito dire vuole entrare in un'organizzazione criminale di cui il suddetto messaggero si riconosce subito come membro, cosí com'è strano mandarla poi a pedinare la notte dell'incontro da voi voluto senza offrirle neppure un passaggio per la destinazione a cui è stata spedita. È strano che lei si presenti come Ryan pur potendo vantare senz'altro uno charme migliore di lui ed è strano che lei mi chieda cosa sia strano in una circostanza che conunemente ha tutto dell'incredibile. Se pensa che trovi strano anche il luogo dove ha deciso di darmi appuntamento o l'orario in cui ha deciso di incontrarmi mi spiace deluderla ma non è il primo uomo stravagante che mi ha chiesto qualcosa di simile. »
    Il tono utilizzato da Vivyan era deciso, ma non duro. Era mellifluo, ma non patetico. Non stava tentando di sedurlo, nè di stupirlo: voleva solo risultare chiara, nel bene o nel male, senza apparire allo stesso tempo però una minaccia, per via dello stesso pregio.
    « credo di essere arrivata a quattro, giusto? bhè, l'ultima stranezza degna di nota qui è che lei non sta bevendo. Devo forse preoccuparmi? » Nel chiederlo la bacchetta di Vivyan si mosse ancora, così come ancora il bicchiere le venne magicamente riempito. Rispose alla propria retorica buttando giù un altro sorso di tequila e poi sorrise. Sí, ancora.
    « Quindi, io chi sono e perché sono qui?»
    Udendo quella domanda Vivyan non riuscí a trattenere una flebile e cristallina risata. Dovette addirittura rimettersi dritta allontanandosi dallo schienale per posare sul tavolino posto a dividerla dall'elegante Ryan farlocco, perché potesse coprirsi la bocca e successivamente ricomporsi da quello sfogo ilare.
    « se io avessi realmente gli improbabili strumenti per sapere lei chi è, penso che anziché farmi assumere dall'Acromantula aprirei un'organizzazione che le faccia competizione, non crede? non perché mi ritenga più brava di chiunque sia attualmente a capo, ma perché sarebbe un rivale così poco temibile lasciando trapelare informazioni sensibili come l'identità dei suoi esponenti meritevoli di provinare nuovi adepti, da diventare una preda anche per chi non è un predatore naturale. Ma queste sono solo mie considerazioni.. » Posò allora i gomiti sulle ginocchia e il mento sul palmo destro dispiegato all'insú. Sporgendosi in avanti, Vivyan affinò poi lo sguardo e dopo aver schioccato la lingua sul palato, ricominciò: « che siamo qui perché entrambi intenzionati a esaminarci vicendevolmente prima di giungere ad un accordo che possa garantire un'alleanza mi pare lo avesse già chiarito lei. Infine, sebbene sia superfluo specificarlo, ciò che posso dirle per certo in merito alla sua identità è che questa non risponde al nome di Ryan e ciò la fa risultare tremendamente sgarbato dato che siamo qui entrambi con l'intento di fare amicizia »
    La bionda sbattè allora le palpebre e riappogiò la schiena, cosí da riuscire ad infilare una mano nella tasca del proprio giaccone alla ricerca del porta sigarette argentato.
    « le dispiace se fumo?»


    Edited by .murphy - 12/8/2019, 21:10
     
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    Damien Vanderwaal | Acromantula Scarlatta
    In un contesto come quello in cui Vivyan si trovava erano fondamentali le competenze che la donna aveva acquisito lavorando in una locanda come la Testa di Porco. Non mostrava nessuna esitazione né nel muoversi, tanto meno nel parlare. Quando mosse la bacchetta col tentativo di riempirsi il bicchiere, Damien la lasciò fare, avanzando una mano come per comunicarle di poter agire nella più completa tranquillità. La tequila offerta era di ottima qualità e ciò lo si poteva comprendere anche solo ammirando il suo colore ambrato anche se sotto quella luca bianco opaco tutto sembrava più pallido di quanto già non fosse. L'edificio veniva curato da un pezzo, solo il salone dove si trovavano pareva esser stato abitato, quasi come se in realtà fosse una stanza che non aveva niente a che vedere col resto dell'abitazione.
    Per rompere il ghiaccio propose alla bionda un giochino ovviamente improvvisato, altrimenti di certo ci avrebbe messo maggiore convinzione e pathos nell'interpretare un ruolo diverso dall'uomo d'affari di cui ricopriva le vesti al momento. Gli occhi erano completamente concentrati su di lei, mentre la mente rifletteva sulle parole che udiva. Mh, non sono stato io a mandar qualcuno da te, Ryan ti ha semplicemente notata e ti ha definita come presunta risorsa preziosa. Pur essendo il miglior mentalista del mondo la donna non aveva modo di poter essere a conoscenza di ciò, tuttavia dovette ammetter di esser rimasto piuttosto compiaciuto dalle successive parole che intervallarono il suo discorso e dalla cordialità con cui riempì un secondo bicchiere. Lo afferrò e ne assaporò un lungo e avido sorso mentre anche l'ultima risposta arrivò forte e chiara alle sue orecchie. La lasciò parlare senza interromperla neanche per un secondo, poi poggiò il bicchiere sul tavolo e un sorriso divertito si dipinse sul volto. Sì, è proprio questa la capacità deduttiva che mi aspetto da un membro dell'Organizzazione. Applaudì tre volte per l'esattezza. Il suono del battito di mani riecheggiò nella stanza e la raffinatezza mostrata finora scomparve nello stesso momento in cui poggiò le gambe sul tavolo, inclinando leggermente la bacchetta che stringeva con la sinistra verso la sua ospite. Complimenti signorina Murphy, devo ammettere che in questo gioco è piuttosto brava, ma tale rimane: un gioco. Esordì, lasciando che il tono di voce si riempisse man mano di durezza. Sono d'accordo sul fatto che il pedinamento e questo aspetto non siano esattamente consoni al nostro incontro, tuttavia immagino che una mente sveglia come la sua conosca il significato di prevenzione. Marcò con particolare durezza l'ultima parola, cominciando a tamburellare i polpastrelli della destra sul bicchiere ancora praticamente pieno. Se non avesse accettato l'invito quegli uomini l'avrebbero ammazzata. Diretto, schietto, sincero. E purtroppo la stessa cosa dovrò far io se questa conversazione andrà avanti ancora per... Spostò lo sguardo verso il proprio polso, il quale custodiva gelosamente un orologio. ventisei minuti e trentotto secondi. Seppur tali informazioni possano apparire come minacciose, non le prenda in questo modo. Ho piacere che la nostra amicizia vada avanti e proprio per darle prova di ciò l'ho messa al corrente di tali informazioni.
    La bacchetta venne poggiata un secondo sulla spalliera del divano e tornò a concentrarsi sul bicchiere di tequila. Bevve altri due sorsi e con la lingua si inumidì le labbra. Fumi pure, non mi da fastidio. In fin dei conti non erano a scuola, tanto meno all'Accademia Auror. Erano lì come adulti e in quanto tali potevano comportarsi come meglio credevano. Ho apprezzato parecchio la verve di poco fa, tuttavia mi vedo costretto a correggerla: nessuno ai piani alti dell'Acromantula ha mai fatto il suo nome, sebbene sia riuscita a far colpo su Ryan. Ecco, dobbiamo questo incontro proprio a ciò. Ovviamente non mettiamo in dubbio la parola dei nostri membri, tuttavia spero che convenga con me se dico che certe questioni debbano essere affrontate con i diretti interessati.
    Un attimo di pausa.
    Scolò il bicchiere.
    La fissò per un lungo e interminabile secondo.
    In che modo crede di poter essere utile alla nostra Organizzazione e, soprattutto, fin dove è disposta a spingersi per la realizzazione di un obiettivo? L'ambizione era una caratteristica che ovviamente non poteva mancare ad un membro di un gruppo come il loro, tuttavia era anche vero che solitamente la mente umana era fragile e non riusciva ad oltrepassare certi limiti. C'era di non uccideva. Ebbene sì, per molti togliere la vita di un uomo era ancora un tabù, un tabù da dover però superare in vista di un'occasione di seria criticità.
    E, d'altra parte, cosa ci chiede in cambio? Insomma, c'era chi metteva a disposizione i propri servizi per soldi, chi perché necessitava protezione per se stesso e i propri cari, chi ambiva ad un posto lavorativo di prestigio e chi lo faceva in maniera del tutto disinteressata, poiché alcune anime si erano smarrite dopo determinate esperienze e proprio allora l'Acromantula Scarlatta riusciva a dar quel senso di identità, quel far parte di un gruppo - o di una famiglia per chi era immischiato in quel circolo vizioso da parecchi anni - e di soddisfazione personale.

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    « Complimenti signorina Murphy, devo ammettere che in questo gioco è piuttosto brava, ma tale rimane: un gioco. »
    Vivyan, esattamente così come avrebbe fatto un gatto, con il sorriso ancora stampato dietro i baffi inclinò il capo d'un lato, scrutando l'uomo come se avesse appena preso a sventolarle davanti al naso un gomitolo.
    Ascoltò ogni parola pronunciata con la dovizia di chi sa bene come dietro queste possano sempre nascondersene di altre e come chi, allo stesso modo, si rendeva perfettamente conto che una disattenzione sarebbe potuta (per orgoglio o pretesto) diventarle addirittura fatale.
    Preferí non discutere quando le venne detto che aveva sbagliato, nonostante venne punta sul vivo. Non lo rimbeccò, dunque, sebbene non avesse mai detto ciò per cui era stata corretta e il proprio ego poteva vantare quattro volte la dimensione della villa in cui si trovavano. Rimase in silenzio e fece ciò per cui oramai era diventata la migliore: diede il potere all'altro. In quel caso solo nei meriti della chiacchierata in corso, ovviamente, ma ad ogni modo sí, Vivyan riconobbe l'uomo come a capo della situazione in atto e si sottomise a lui, tacendo anziché dar voce ai propri pensieri.
    ‌Quando l'esame virò verso l'autocertificazione delle proprie competenze, Vivyan (che aveva iniziato a fumare non appena ricevuto il consenso) cacciò dalle labbra fumo ancora denso dopo aver boccheggiato un lungo e riflessivo tiro dalla propria sottile sigaretta babbana. Nel mentre, cominciò: « mio padre faceva il criminale prima di me e, molto probabilmente, te. Mi ha cresciuta insegnandomi che ad essere onesti si mangia bene, ma è con la disonestà che spesso e volentieri al pasto ci accompagni il vino. » L'espressione sul volto della bionda era compiaciuto, posato e spavaldo, ma dentro in realtà il solo aver menzionato (seppur vagamente) suo padre Graham, l'aveva fatta ribollire. Quello non era proprio un insegnamento che suo padre aveva realmente tenuto a elargirle, ma romanzando il tutto così come l'ultima Murphy della sua genía stava facendo, avrebbe anche potuto.
    « È così che ho sviluppato la mia passione solo per il buon vino, incrementando le mie abilità nell'ambito che più mi permetteva di portarlo a tavola ogni mattina, pomeriggio e sera. So fare ciò che bisogna fare quando è necessario lo si faccia, ma ammetto che prediligo cacciare il non detto e ciò che dovrebbe restare tale, anzichè sporcarmi le mani nel modo più letterale. Non c'è nulla che non farei, comunque, perché io o chi per me abbia un successo garantito. » Se l'altro fosse stato capace di leggere tra le righe del suo curriculum avrebbe senz'altro scovato la voce "spia" tra le sue esperienze più fruttifere. « e cosa mai potrei chiedere in cambio se non strumenti per lavorare al meglio dato che amo ciò che faccio, soldi dato che amo me stessa e libertà decisionale, dato che amo prendermi cura dei miei superiori come credo sia il mio meglio? » Si bagnò le labbra con il distillato ambrato, dopodiché fece un nuovo tiro. Il bruciore che le pervase la gola fu poco più che un piacevole toccasana.
    « gradirei però, semmai dovesse esserci una seconda volta per un incontro del genere, che le presentazioni non siano più unilaterali dato che la fase delle precauzioni potrebbe a quel punto dirsi superata »
    Non le piacevano i giochi che si macchiavano di viltà: lei ci metteva sempre la faccia. Precauzione o meno che fosse non poteva consentire si continuasse a quel modo, doveva sapere verso chi rivolgere il proprio impegno. Se avesse voluto un capo senza volto nè nome si sarebbe data alla religione babbana, piuttosto.
     
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    Damien Vanderwaal | Acromantula Scarlatta
    Da sempre gli essere umani si battevano per superare i loro limiti, ignorando come riuscire in quell'impresa non sempre avrebbe assicurato un risultato positivo. Non parlava di limiti fisici, ma comportamentali in cui riuscir a prevalere su qualcuno era meno importante dello spirito di sopravvivenza. Se ci fosse stato Ryan seduto di fronte a lui con la sua solita arroganza probabilmente già sarebbe stato marchiato dall'incandescente fuoco della magia oscura. Damien non amava scomporsi e quando ciò accadeva c'erano sempre delle conseguenze. Vivyan, invece, parve una donna estremamente sicura di se stessa, ma possedeva l'ormai rara capacità di aver consapevolezza di quale fosse il momento di parlare e quello di tacere. Quando venne avvertita delle precauzioni che prese qualora non si fosse presentata non fece una piega, tanto meno parve intimorita quando la rese partecipe di cosa sarebbe successo se quella conversazione sarebbe durata per altri venticinque minuti. Non ha paura e allo stesso tempo non cerca lo scontro. Forse le impressioni che aveva sulla Murphy erano ancora acerbe, ma per un solo istante vagliò l'ipotesi riguardo alla quale Ryan ci avesse visto giusto, ancora una volta.
    Ad ogni modo era lì per affari e non per cercar un modesto pubblico che potesse assistere ai suoi sproloqui sull'Acromantula, così quando la donna cominciò a fumare il discorso tornò a battere sull'ambito lavorativo.
    Smise di giocare con la bacchetta e si morse appena il labbro inferiore quando sentì parlare della sua filosofia di vita e di ciò per cui lei stessa si mise in mostra: l'ottenimento di informazioni. Avessi saputo prima le avrei fatto trovare un Merlot invecchiato, anziché una bottiglia di tequila. Il popolo di Denrise è famoso per la produzione di alcolici, tuttavia è troppo grezzo per aver il vino come bevanda di loro competenza. Aveva scelto l'isola come luogo per l'incontro solo perché quel pomeriggio Brian doveva parlargli, altrimenti avrebbe vantato sicuramente un luogo più prestigioso rispetto ad un'abitazione comune tutte le altre.
    Divisione scientifica, squadra d'assalto e unità diplomatica sono i tre grandi blocchi che costruiscono la nostra Organizzazione. Lei, col lavoro che attualmente svolge e con la peculiare abilità del cacciare il non detto, può rivelarsi estremamente utile a tutti e tre i gruppi. Ma - ebbene sì, non era così facile. Tutti all'interno dell'organizzazione, chi più e chi meno, si sporcavano le mani - ho intenzione di inserirti all'interno dell'unità diplomatica, ovvero in quel gruppo che si occupa del controllo dell'opinione pubblica, delle negoziazioni con coloro che non fanno parte dell'Acromantula e del monitoraggio di uno specifico luogo pochi giorni prima che la squadra d'assalto... beh, prima che assalti una determinata struttura.
    Non era sfuggita la parola spia all'interno del curriculum della ragazza, inoltre data la sua propensione nella dialettica e l'accurata attenzione nei dettagli era certo che l'unità diplomatica tra tutte fosse la più adatta a lei.
    Le forniremo ogni strumento possa desiderare per svolgere al meglio i compiti che le affideremo e, mi creda, nessuno si è mai lamentato del nostro compenso, anche perché è direttamente proporzionale alla difficoltà della missione. Tutto ciò per dire cosa? I due sembravano sulla stessa linea d'onda, se non per un piccolo ma ostico dettaglio che arrivò nuovamente a far capolino all'interno della discussione. Il nostro prossimo incontro sarà estremamente diverso, questo glielo garantisco e non escludo la possibilità di accontentarla. Anche perché questo vorrà dire che è avanzata di grado. L'Acromantula seguiva una rigidissima gerarchia e solo i piani più alti della piramide conoscevano Damien Vanderwaal. Salendo di grado aumentavano le informazioni in possesso sui suoi progetti a lungo termine, la credibilità di poter svolgere missioni più delicate e anche la possibilità di ottenere la fiducia di Damien. Per quanto buona fosse l'impressione che Vivyan aveva fatto, finché non l'avrebbe vista all'opera le sue sarebbero state solo parole.
    Abbiamo discusso di tutte le formalità, ora, se è pronta, procederei con l'affidarle la sua prima missione. Alcune delle informazioni che sto per darle sono inedite in quanto i giornali devono ancora pubblicare articoli al riguardo e lo stesso Ministero della Magia sta discutendo proprio ora su come organizzarsi per risolvere un problema piuttosto spinoso. Di solito i reclutamenti erano fine a loro stessi e prima di assegnare una missione ad una nuova recluta trascorrevano settimane. Già, non era solito seguire la prassi. Dopotutto sono io il capo e faccio quello che voglio. Ci aveva riflettuto bene e Vivyan era la persona adatta per il compito che le stava per assegnare. Quindi te lo chiederò solo una volta: ti senti pronta per cominciar sin da subito il tuo nuovolavoro?

    RevelioGDR
     
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  8. .murphy
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    vivyan
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    ex house: slyth
    age: thirty
    job: criminal
    blood: half
    Il Ryan fantoccio che le sedeva dinanzi capitolava spesso e volentieri durante i suoi soliloqui dal più formale lei al molto più colloquiale tu, mosso forse da un inconscio già pronto ad accettarla come sua complice o pari. Vivyan non potè non notarlo, cosí come allo stesso tempo non riuscí a non compiacersene, stampando per questo indelebilmente (così come spontaneamente) un sincero ed orgolioso sorriso sul proprio volto tratteggiato in modo ancor più sinistro dalle ombre e dai giochi di luce dei pochi lumi circostanti.
    Nel prendere atto di quello che voleva proporsi come il suo futuro impiego (con correlate già approvate richieste da lei avanzate poco prima) Vivyan si lasciò addirittura andare in un sospiro dal retrogusto che sapeva di sollievo.
    Entrare all'accademia auror era stato estremamente più difficile; certo, non era ancora detta l'ultima parola e quello restava così solo un mero frettoloso giudizio, ma l'Acromantula poteva già sentirlo che le calzasse meglio di quanto forse mai avrebbe fatto invece il distintivo ministeriale.
    « Oh, honey » alzando nuovamente il proprio bicchiere la bionda intonò, quasi fosse il preludio di una melodia, l'appellativo con cui aveva deciso rivolgersi all'altro sopperendo la mancanza del suo vero nome e tornò dunque a sporgersi in avanti sul tavolino che li divideva. « Se non subito allora quando? » Spense la sigaretta nel posacenere di cristallo lí adagiato schiacciandola e girandola su sè stessa più volte del necessario, poi posò il bicchiere ormai vuoto e rimise le spalle diritte premute sullo schienale imbottito della propria seduta. Ricusò allora la bacchetta in grembo, scoccò la lingua sul palato e fece tabula rasa nella propria mente altrimenti affollata di supposizioni, giudizi, osservazioni e analisi che avrebbero potuto contaminare la concentrazione con il quale aveva deciso concedersi al cospetto altrui.
    Era pronta a macchiare di Scarlatto le pagine ancora immacolate dedicate al suo prossimo capitolo.
    Quello decisivo, continuava a ripetersi.


    Edited by .murphy - 21/8/2019, 23:37
     
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    Damien Vanderwaal | Acromantula Scarlatta
    Honey, nessuno lo aveva più apostrofato in questo modo ormai da tempo. Ad ogni modo non si scompose, rimanendo con quell'aria sera tipica di quando discuteva di affare, di quando metteva alla prova le persone che aveva di fronte. Dal loro sguardo si capiva molto più delle loro parole e in Vivyan leggeva l'ambizione e la sicurezza fatta persona, elementi indispensabili per la riuscita di qualunque compito.
    Man mano che continuava a scrutarla si accorse di un ulteriore dettaglio: la donna stava abbracciando la sua causa in maniera incondizionata, aveva detto sì anche prima di sapere cosa avrebbe dovuto fare, prima ancora di sapere in quale divisione sarebbe stata mandata e prima ancora di aver ascoltate le futili misure di sicurezza che avrebbero adottato qualora si fosse tirata indietro. C'era davvero bisogno di ricordarlo? Mah, forse farlo sarebbe stato un insulto all'intelligenza della ragazza, così il momentaneo biondo decise di sorvolare su quei dettagli - di cui gliene avrebbero sicuramente parlato le altre reclute - e andò dritto al sodo con una questione non spinosa, ma che se trattata a dovere avrebbe permesso all'acromantula di intensificare la vendita di un loro prodotto di contrabbando.
    Come avrai avuto modo di leggere sulle varie testate di giornali sono sempre di più i comizi e gli eventi finalizzati a tutelare i diritti dei lupi mannari, battendosi per un unico e grande traguardo: la possibilità di garantire a chiunque la Pozione Antilupo, al momento acquistabile solo legalmente presso il Ministero ad un prezzo esorbitante. Queste informazioni erano all'ordine del giorno, tuttavia c'era dell'altro. Il Ministero, di fronte a tutto questo movimento, sta decidendo proprio ora come comportarsi. Secondo le nostre fonti domani non giungeranno ad un accordo, bensì fisseranno una data in cui ci sarà un'assemblea plenaria per discutere sul da farsi. Il nostro compito è evitare che i licantropi ottengano ciò che vogliono, altrimenti il nostro mercato di Antilupo finirà e con esso una delle attività più redditizie della nostra Organizzazione. Sospirò amaramente. Certo, c'erano comunque lo spaccio di droga e il contrabbando di armi, tuttavia l'antilupo era un guadagno fisso dato che i licantropi erano obbligati a comprarne almeno un tot al mese.
    Ciò che ti chiedo è di sfruttare il tuo lavoro in questi giorni per cercar di convincere chi passa alla Testa di Porco ad essere contrario alla possibilità di rendere gratuita l'antilupo. Se riusciamo ad impedire o a limitare il numero dei partecipanti a queste manifestazioni potremo facilitare enormemente il lavoro dei nostri colleghi ministeriali. Ebbene sì, tra le fila dell'Acromantula c'erano anche dipendenti del ministero.
    Ti sto chiedendo di schierarti in quella che ora come ora è l'opinione impopolare, ma ti svelo che son piuttosto fiducioso, son certo che riuscirai a trovar le argomentazioni giuste per riuscire nel tuo compito. A dir il vero bastava convincere poche persone, poi sarebbe stato un grande passaparola che sarebbe culminato con un forte danno a queste manifestazioni. Un diminuirsi del loro numero poteva essere preso dal ministero come un segno di debolezza o, perché no, anche la prova definitiva a quella convinzione che si stava man mano spargendo: i licantropi erano gente scomoda. Tra le argomentazioni a suo sostegno Vivyan avrebbe potuto trovarne a non finire, compresa la più ovvia: se l'antilupo permetteva ai licantropi di rimanere cosciente, eravamo sicuri che regalarla fosse un bene? Insomma, quante persone avrebbero potuto sfruttarla per fini poco leciti o per portar a termine vendette personali? Poi, c'era anche da dire che un lupo mannaro aveva la forza di cinque maghi, erano davvero sicuri di volerla consegnare a chiunque? E se così non fosse stato ci sarebbero state discriminazioni?
    Sì, tutto sommato era convinto che Vivyan fosse la persona giusta per questo compito.
    Signorina Murphy, la ringrazio per l'attenzione. Se ha qualche domanda la faccia subito, altrimenti credo sia ormai giunto il momento di salutarci. Per ora. Alla fine da quell'incontro era riuscito ad ottenere le informazioni che voleva: se quella ragazza si fosse davvero impegnata nelle missioni che lì in avanti le avrebbe assegnato poteva far carriera all'interno dell'Organizzazione. Non c'erano molti negozianti, tanto meno locandieri in grado di poter reperire informazioni dallo strato più basso della società, tanto meno poter innescare il seme del dubbio nella testa dei più poveri. Vivyan poteva rappresentare quel tassello che finora all'Acromantula era sempre mancato, tuttavia per aver una certezza avrebbe dovuto attendere i prossimi giorni.

    RevelioGDR
     
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8 replies since 10/8/2019, 09:28   201 views
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