Non tutti i mostri compiono azioni mostruose

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    Ametrin
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    Erik Foster - Lycan Form
    Studente | Ametrin
    Neanche il tenue soffio del vento pareva ostacolare la pace e la tranquillità di quella notte. Nei corridoi del castello riecheggiavano in lontananza i fiochi passi dei prefetti che svolgevano le ronde notturne, tuttavia nelle profondità della struttura, dove le stanza erano insonorizzate, all'interno delle segrete il silenzio veniva rotto da suoni struggenti e disperati. Secondo Victoria quella era l'unica soluzione per un problema forse più grande di lei. Quando la sua decisione venne comunicata al giovane Ametrino, questo non seppe bene come doversi comportare, ma alla fine fu costretto ad accettare le direttive proposte dalla preside in cambio della più assoluta riservatezza: lei non avrebbe fatto parola con nessuno della sua condizione da lupo mannaro - docenti e familiari inclusi - e lui avrebbe trascorso nelle segrete del castello le notti in cui sarebbe stata presente la luna piena.
    Come poteva quel puntino giallo condizionare così tanto la vita di un ragazzo? Quella situazione lo faceva sentire diverso e non esisteva notte in cui le catene di ferro non riuscissero a riportar alla mente l'orribile incidente di due anni fa. Non è stata colpa mia. Si disse, incidendo i denti sul labbro inferiore, mentre gli effetti della luna modificavano la sua anatomia. Non è stata colpa mia. Ripeté, stringendo con forza i pugni mentre l'addome fece un movimento del tutto innaturale per un essere umano. NON E' STATA COLPA MIA! Avrebbe tanto voluto credere a quelle parole, ma quelle spalle si stavano caricando di un peso troppo grande per una persona sola. Sentì l'adrenalina scorrere nel sangue nel momento stesso in cui il pelo cominciò ad infoltirsi, unendosi alle ciocche more e formando quella pelliccia che indossava nei suoi peggiori incubi. La crescita della coda era certamente una parte dolorosa della metamorfosi, ma non la più dura da sopportare. Il peggio era l'allungamento della mandibola e del muso, la crescita esponenziale e l'aumento improvviso della massa muscolare. Era come se un essere superiore ti stesse aprendo il petto con un pugnale, ostruendolo con fame, inconsapevolezza e follia.
    Quella era la vita di un maledetto, quella era la vita di un lupo mannaro e per quanto Erik avesse voluto, non avrebbe potuto far nulla per cambiare il suo destino.
    Quella sera non sembrava granché diversa da tutte le altre, tuttavia non poteva aver idea di come le cose stessero per cambiare. Non era chiaro se fosse cosa voluta o meno, ma quella notte le catene sembrarono più fragili del solito. Erano le due di notte quando la luna raggiunse la sua massima altezza nel cielo e quello era il momento in cui la forza del lupo raggiungeva il suo apice. Suoni sordi provenivano dalla sua bocca ansimante, la fatica si intravedeva negli occhi stanchi, ma niente fu più soddisfacente del crack che udì in prossimità delle sue zampe.
    Era finalmente libero.
    L'inconscio e l'istinto lo guidarono al piano superiore, dove fuggi dal portone d'ingresso, causando non poco rumore. I prefetti se n'erano sicuramente accorti, mentre gli elfi e coloro che dormivano nei primi piani dell'Accademia avrebbero potuto svegliarsi.
    Raggiunti i giardini poté finalmente riassaporare l'aria aperta. Si sentiva come un prigioniero di guerra riuscito a tornare per miracolo nella sua terra natale. La sensazione di trionfo fu così grande che non riuscì a trattenersi da un lungo e sinistro ululato che riecheggiò negli esterni del castello. Tutto sembrava perfetto, poi però qualcosa ruppe quella sensazione idilliaca: si trattava di una possibile preda. Il labirinto dietro il castello ospitava le creature più disparate. Agli studenti l'accesso era vietato, ma in quel momento la razionalità aveva la stessa forza di un agnello circondato da un branco di lupi.
    Superò l'antico arco in pietra e si addentrò in quella fitta rete di siepi e rovi che si intrecciavano tra loro. Si faceva guidare dall'olfatto, quindi non era conscio di quante volte avesse svoltato a sinistra, quante a destra o se a terra ci fossero piante da non dover toccare per nessuna ragione al mondo. L'odore proveniva da un augurey che alla vista del lupo tentò di volare via mentre dal beccò provò a far uscire quel suo malefico canto. Non fu abbastanza rapido. Con un balzo afferrò il rapace tra le sue fauci e strinse con così tanta violenza da percepire le sue sottili ossa spezzarsi una dopo l'altra. Un secondo ululato sancì la sua vittoria, non restava altro da fare che godersi la preda. La lasciò cadere, mettendosi poi a quattro zampe. Un morso ben assestato fu più che sufficiente per strappare un considerevole boccone di carne dal suo petto.
    Molti si chiedevano come facesse Erik ad essere vegetariano, come biasimarlo se si fosse risvegliato con la carcassa di quella creatura di fronte a lui?




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    Dean Guymoore
    Docente CDCM | 42 anni
    Le prime notti di Dean ad Hidenstone si potevano tradurre solo con una parola: "Insonnia". Se durante il giorno l'uomo viveva con il costante timore che durante una sua chiacchiera, il lavoro o una passeggiata potesse scatenarsi il finimondo, quelle sue sensazioni si amplificavano a dismisura una volta calata l'oscurità. Quale momento migliore per sferrare un attacco di quello in cui tutta la scuola è addormentata, impreparata, spaurita? Non ci vuole uno psicologo per capire che Dean, quelle notti, le passava per un buon settanta per cento a vagare per i territori dell'accademia, accompagnato solo da una torcia e dalla sua bacchetta. Effettivamente, il silenzio della notte gli permetteva di godersi un po' di più quei luoghi normalmente gremiti di ragazzini ed elfi domestici. Durante le sue passeggiate c'erano solo lui, la luna ed ogni tanto.. una Kneazle. Eh, si, a quanto sembrava Hidenstone aveva un infiltrato tra le sue mura. Una futura mamma di non si sa quanti gattini, stanca e nascosta tra le frasche sul retro del castello, probabilmente prossima al parto. La prima volta, qualche notte prima, Dean l'aveva trovata impigliata con una zampa tra dei rovi che le avevano impedito di muoversi adeguatamente per un po' e.. visto che comunque usciva tutte le notti.. aveva preso l'abitudine di andare a visitarla per cambiarle le medicazioni e portarle qualcosa da sgranocchiare.. alla fine già che c'era. Pensi che mi preoccupi troppo..? le chiese come se quella potesse risponderle. Intanto la creatura sgranocchiava la testa di un pesce. Insomma, chi non lo farebbe con la pressione che ho sulle spalle? Un verso che poteva significare qualsiasi cosa. Il docente sospirò, un po' spazientito da quel discorso unidirezionale. Ora mi metto anche a parlare con i gatti.. ma che c- e poi qualcosa.. raggelò le vene dell'uomo. I suoi sensi ferini lo stavano riscuotendo completamente dalle profondità delle sue viscere. Qualcosa quella sera non andava. Qualcosa era diverso. Qualcosa era profondamente sbagliato e NON era una sensazione. I Kneazle sono senza alcun dubbio tra le creature magiche più sensibili al mondo, capaci di percepire il pericolo a centinaia di metri di distanza. E la gatta dal pelo maculato aveva completamente smesso di mangiare.. no, non solo.. stava fissando in una direzione, occhi sbarrati ed ogni pelo del corpo ritto come un ago. Era quasi bello sapere che c'era un'altra "persona" che condivideva le sue paure, quella volta, lo faceva sentire meno strano. Stai qui.. io vado a vedere.

    Nel labirinto, dopo solo qualche passo, iniziarono a divenire evidenti i rumori di ossa rotte e carne strappata. C'era sicuramente qualcosa lì dentro e non era un Nundu come avrebbe fatto piacere a Brian.. no, il suo intuito non gli mentiva, qualunque cosa fosse, doveva essere distorta ed innaturale, ne aveva l'odore caratteristico.. quello di corruzione. E per quanto mortale un Nundu era comunque una creatura magica come tante altre. Il rumore si amplificò e ad esso iniziò ad aggiungersi odore.. odore di sangue fresco. Fa che non sia un ragazzino poté solo pensare Dean, che sperava fortemente di essere l'unico con problemi d'insonnia. Ed effettivamente le sue preghiere furono ascoltate: la vittima era un Augurey. Ma il predatore.. cazzo, il predatore era un Licantropo. Come era entrato? Quando? Perchè nessuno lo aveva avvistato? No, non erano queste le domande da farsi ora. La verità era solo una: che raramente i lupi mannari si avventano su creature diverse dagli esseri umani. Se era arrivato a quel punto, significava che quel mostro era rimasto intrappolato nel labirinto ed aveva cercato di placare la sua fame con quello sfortunato Augurey. Ma la notte era lunga e la luna ben alta in cielo, il simbolo del potere di un Licantropo. Se fosse rimasto solo quella bestia sarebbe prima o poi arrivato ad Hidenstone, ai ragazzi.. non poteva cercare supporto perchè, allo stesso modo, non avrebbe fatto altro che portare il lupo nel mezzo dell'ovile addormentato. Doveva fermarlo lì dentro. Ehi! Tuonò l'uomo per farsi avvistare. Ho ammazzato cose ben più grandi di te, sacco di pulci! Vattene a fare in culo fuori dalla mia scuola! Sembrava star prendendo un po' più seriamente quel lavoro fittizio, dopotutto.
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    Ametrin
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    Erik Foster - Lycan Form
    Studente | Ametrin
    Il fruscio del freddo vento notturno accarezzava il crespo pelo del licantropo e l'aspra vegetazione che cresceva ai piedi del labirinto. Una creatura era stata appena sbranata e nell'aria si era diffuso il tipico odore ferroso del sangue. Affilati denti affondarono nel corpo della vittima e le grosse fauci si nutrirono con grossi bocconi di succulenta carne. Tra tutti gli animali preferiva i più selvatici, quelli con un odore più forte rispetto agli altri. Il loro sapore risvegliava in lui una sensazione di incontrollabile frenesia, dovuta alla consapevolezza di star saziando una primordiale fame e chissà quante altre creature avrebbero dovuto far la sua stessa fine prima che l'appetito venisse soddisfatte, quanti corpi avrebbe reclamato la maledizione quella sera?
    L'udito assai sviluppato gli permise di percepire dei passi avvicinarsi, ma fece finta di niente. Perché far spaventare la preda quando era proprio questa a venir da te? L'odore tradiva la sua razza. Aveva poco di selvatico, non c'era in lui nessuna traccia di fango e di certo non era qualcuno facile da cacciare. Il respiro del lupo mannaro non era affatto silenzioso, anzi. La bava scendeva dalla bocca e precipitava a terra, le parole del docente risuonarono nell'aria, ma non ottennero nessun effetto. La fame aveva una voce più forte, la fame faceva commettere le azioni più insensate. Il suo inconscio riconobbe Dean, tuttavia Erik non era in grado di controllare la sua maledizione. Avrebbe voluto scappare e allontanarsi verso chissà dove, ma il lupo che dimorava in lui non era disposto ad abbandonare il suo territorio di caccia. Alle parole di Dean rispose con un lungo ululato, seguito dalla più logica delle azioni: lasciò perdere la carcassa del volatile e corse nella speranza di avvicinarsi a sufficienza per poter balzare contro il docente. Questo avrebbe potuto rispondere in diversi modi a ciò che stava accadendo, rimanendo però con un dubbio: chi si celava sotto la pelliccia? Poteva indubbiamente trattarsi di un cittadino di Denrise, ma anche di uno studente. Se fosse stato il secondo caso quello corretto, non sarebbe toccato a Dean difendere gli studenti? Alla luce di ciò, tuttavia, sorgeva un secondo quesito: come avrebbe fatto a salvare gli studenti da loro stessi?




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    Dean Guymoore
    Docente CDCM | 42 anni
    Purtroppo per Erik la mentalità semplice di Dean lo aveva portato a non considerare l'opzione che quel Lupo Mannaro potesse essere un ragazzo. Insomma, nessun Licantropo sarebbe potuto entrare ad Hidenstone senza che la preside Burke lo sapesse. E per Merlino era impossibile che la preside tenesse nascosto ai docenti che bisognasse fare particolarmente attenzione ad uno studente poiché poteva iniziare a sbavare con la luna piena.. VERO? Purtroppo spesso la verità è deludente e quello ne era un caso abbastanza eclatante. Dall'altra parte, però, per l'Ametrin non doveva esserci troppo da preoccuparsi. Anche se era convinto che si trattasse di un criminale, Dean non avrebbe certamente combattuto per uccidere, bensì per catturare la creatura, aspettare che tornasse umana per poi interrogarla e torchiarla per bene il giorno dopo, sperando che gli fornisse informazioni sensibili sul suo motivo di permanenza al castello. Cazzo, però.. non sono per niente in forma dopo dieci anni di inattività.. si maledì Dean. Effettivamente la sua preparazione era innegabile, avrebbe potuto rivaleggiare contro dei maghi esperti in un duello anche dopo la prigionia.. ma un Licantropo era tutt'altro paio di maniche. Mentre quello si voltava l'uomo tirò fuori una boccetta contenente un liquido scarlatto, quasi luminoso. Non hai idea di quanto mi roda sprecarla così, palla di pelo.. sussurrò tra sé e sé l'uomo, portandola alle labbra mentre il suo avversario si voltava nella sua direzione.. era grosso, eh? Il docente di Cura piantò per bene i piedi a terra e si preparò all'ovvia carica in arrivo. Forse era riuscito a farlo incazzare con le sue parole.. o forse, molto più probabile, gli aveva solo mostrato altra carne in cui poter affondare gli artigli e le zanne. In ogni caso l'uomo avrebbe atteso fino all'ultimo secondo che il lupo gli fosse addosso, poi avrebbe provato a scansarsi di lato con un balzo e a far passare oltre la creatura. Si sarebbe voltato e, con una mano avrebbe tentato di afferrare il collo del mannaro, scagliandolo verso il suolo in un tentativo di atterrarlo, per poi appoggiarcisi sopra con tutto il suo peso e la sua forza. Forza che, indubbiamente, avrebbe stordito e confuso Erik. "Elisir di manto d'oro", quello il nome ufficiale che il Ministero aveva dato alla pozione assunta prima dello scontro da Dean. Un estratto prodotto da alcune piante e da un ingrediente estremamente raro. Sangue di Re'em. Una creatura magica dalla forza spaventosa, capace di donarla per qualche minuto a chiunque ne ingerisse il sangue. Certo, in teoria non era perfettamente legale produrre una pozione del genere, ma estraendo solo una piccola quantità ogni tre mesi dal corpo della bestia le si potevano evitare danni e, conseguenzialmente, produrre qualche elisir ogni tanto. I vantaggi di lavorare in una riserva piena zeppa di creature magiche provenienti da ogni parte del mondo, probabilmente. Una volta che gli fosse salito in groppa, poi, Dean avrebbe tentato di usare i suoi quattro arti per tenere quelli del lupo. La sua forza sarebbe aumentata ancora mentre Erik avrebbe potuto sentire qualcosa cambiare sulle proprie spalle, il peso sulla schiena e sugli arti farsi più intenso, le caviglie e i polsi venire solleticati da qualcosa di affilato. Dean avrebbe poi avvicinato il volto al collo del mannaro, su cui avrebbe preso a colare della bava mentre che l'animago snudava metaforicamente e letteralmente le sue zanne. Gli avrebbe ruggito a pochi centimetri dall'orecchio, non poteva convincerlo a parole, ma la dominanza animale era un linguaggio universale.

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    ESITO
    Un docente di creature magiche nonché ex terrorista è decisamente un buon candidato nel saper mettere in riga un licantropo adolescente, soprattutto quando assume le anfetamine da guerra made in Ministero della magia.
    Erik corre in avanti dopo il suo ululato e balza, regalando a Dean la suggestiva immagine di una bestia feroce legata alla luna che si staglia su un cielo stellato.
    Il docente può godersi il panorama in base al suo senso artistico, oppure limitarsi ad aspettare il momento propizio per schivare l'assalto del suo discente con successo [DES 24 vs 27+5].
    Dean scarta di lato e tenta di salire sulla schiena del licantropo, afferrandolo per il collo e cercando di atterrarlo, tuttavia la creatura si dimena e per quanto l'uomo sia reso forte dall'elisir resta il fatto che la differenza di stazza, per una volta, non va a suo favore. Erik si dimena dominato dall'istinto e dalla rabbia e alla fine riesce a disarcionare il docente, al quale non resta che compiere un piccolo volo senza conseguenze, iniziando la sua trasformazione durante il volo. L'idea dell'uomo era piuttosto suggestiva, ma purtroppo le tempistiche non sono state dalla sua parte e per quanto la parte umana del licantropo possa essere stupita dal fatto che il suo docente sia diventato un animale, ora a comandare è la sua parte ferina, e quella parte ora urla solo sangue.
    NOTE OFF

    Salve, sono il vostro snaso di fiducia, del resto ci vuole un animale per masterare questo scontro animale!
    L'azione intimidatoria di Dean è stata annullata sia per il cambio di posizione sia per compensazione per non aver ricevuto malus per essere stato sbalzato via.
    L'ordine di post sarà: Erik - Dean - Snaso.
    Avete due azioni a turno, incluse le schivate.
    Sotto trovate uno specchietto riassuntivo con bonus e malus dei vostri PG.
    Divertitevi e divertitemi!
    STATO PG

    Erik: +20 a coraggio, destrezza, intuito e resistenza [trasformazione Lupo]

    Dean: +2 a coraggio per altri due turni [elisir]
    Dean, il bonus è un +2 simbolico in funzione del fatto che 1) non hai comprato la pozione 2) non l'hai dichiarata nel primo post, ma solo successivamente. Siccome sono le prime volte che si esita su questo forum, sono stato uno snaso più clemente che sibillino <3
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    Erik Foster - Lycan Form
    Studente | Ametrin
    Spiegare come Erik si sentisse durante la sua metamorfosi mostruosa non era affatto semplice. Se avesse potuto la sua anima sarebbe uscita volentieri da quel corpo che non riconosceva come proprio, avrebbe viaggiato fino a raggiungere quelle che la maledizione disegnava come vittime per placare il suo appetito e avvertirli del pericolo imminente, tuttavia ciò non era possibile.
    Da lupo mannaro perdeva la capacità di ragionare lucidamente, ma l'istinto di sopravvivenza aiutava in qualche modo a sopperire quella mancanza. Un esempio? Bene, Dean decise di affrontarlo direttamente, non scappò e ciò gli fece intuire come l'umano non avesse paura di lui e nel modo in cui respinse il suo primo attacco notò una certa predisposizione per il combattimento corpo a corpo non proprio tipica dei maghi e delle streghe che, come tali, preferivano un approccio più a distanza.
    Come anticipato in precedenza la prima offesa del licantropo venne respinta e con un'abile mossa il docente pianificò una strategia per immobilizzare il mostro, tuttavia non aveva fatto i conti con la sua forza. Dimenandosi a più non posso Erik riuscì a liberarsi e su due zampe scrutò l'avversario con occhi pieni di rabbia. Il suo respiro era pesante, le fauci semiaperte e il collo compiva mille impercettibili movimenti al limite del tic nervoso. Fremeva perché non vedeva l'ora di affondare le se zanne nella pelle della lince, animale che per quanto forte fosse di certo non reputava alla propria altezza. Studiò la possibile minaccia attentamente, interminabili secondi trascorsero, poi il mannaro scattò nuovamente in avanti. Fame. Sangue. Sangue. Fame. Per acquisire una velocità maggiore piegò non poco il busto per assumere una posizione più aerodinamica e avanzò fino ad avvicinarsi al punto ideale per attuare il piano che aveva in mente. La destrezza dell'avversario era invidiabile, ragion per cui doveva cercar un modo per distrarlo o, quanto meno, rallentarlo. Fu così che la zampa destra non cercò di affondare gli artigli sulla carne del docente, bensì tentò di sollevare dal suolo parte di quella terra non proprio compatta - dopotutto ci cresceva l'erba - e con lo stesso gesto di scagliarla contro il volto della lince, affinché potesse sgretolarsi in pezzi più piccoli ed ostacolare così la sua vista.
    Poi fu tutta una questione di attimi. Se l'azione avesse avuto successo, avrebbe dovuto far in modo di non lasciargli tempo per respirare. L'altro braccio caricò a palmo aperto, intento a graffiare Dean con i suoi artigli affilati dalla spalla fino ad una zampa con l'intenzione di farlo sanguinare.



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    Dean Guymoore
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    L'essere riuscito a sottomettere con non troppa fatica il lupo mannaro durante il suo assalto giovò non poco all'autostima di Dean che, se fino a pochi istanti prima non era completamente convinto di poterlo mandare a dormire, adesso che gli stava sulla schiena sperava di poter chiudere quel combattimento in pochi semplici colpi. Purtroppo, però, l'uomo non aveva fatto i conti con la naturale differenza di stazza che divideva lui ed il licantropo e che sicuramente non andava a suo favore. Grazie solo alla sua forza bruta e ai suoi istinti animaleschi la creatura riuscì dapprima a liberare il braccio che gli teneva fermo e poi a dimenarsi, inarcando completamente la schiena come una molla e sbalzandolo via a diversi metri di distanza. Fortunatamente per l'animago la trasformazione era già iniziata e si completò proprio a mezz'aria, permettendogli di atterrare sicuramente in maniera meno scomposta e disordinata. La lince rotolò appena tra la polvere per poi balzare nuovamente in piedi e puntare i suoi occhi ambrati sulla sua preda.. gigantesca preda... Snudò le zanne vibrando il muso, come se volesse d'istinto ruggire ma fosse troppo concentrata per farlo realmente, mentre un singolo pensiero gli attraversava la mente.. Non ha la forza che mi aspettavo.. che sia già ferito? Allora ci si è ritrovato per sbaglio qui? Effettivamente l'uomo non riusciva a capire. Si sarebbe aspettato di venire completamente travolto dalla forza bruta sprigionata da un licantropo ed anche per questo aveva abbassato un po' la guardia appena era riuscito a contrastare la sua carica, invece.. invece quella creatura sembrava sicuramente imponente, minacciosa e assetata di sangue, ma non era TROPPO più forte di lui. Questo poteva significare solamente due cose: il mannaro era ferito.. o era veramente giovane e inesperto e questa seconda possibilità gelò per un istante il sangue nelle vene di Guymoore. Le sue priorità non erano certamente cambiate, ma forse anziché riempirlo di botte ora si sarebbe diretto più verso la strada dell'infiacchimento. Fatto sta che il suo avversario non si fece sicuramente tutti i suoi problemi e, con un balzo, lo caricò nuovamente, questa volta però attaccando dal basso verso l'alto.. che intenzioni aveva? Appena lo vide puntare la terra sotto i suoi piedi con gli artigli capì e gli venne istintivo balzare via per schivarlo.. avrebbe potuto certamente farlo, ma cosa avrebbe risolto? Si sarebbe allontanato, sarebbe stato nuovamente caricato e così via, fino a che, stanco morto, sarebbe stato divorato. Non poteva permetterselo, doveva riuscire a concludere quella sfida in fretta dato che, in una battaglia di logoramento, avrebbe sicuramente perso su tutta la linea. Per questo, con uno scatto felino, la lince sarebbe andata a premere con forza con tutte e due le zampe anteriori sulla zolla di terra che il mannaro stava per sollevare. Sperava che, sorprendendolo con del peso ulteriore che non aveva calcolato, la sua mano potesse deviare nella traiettoria di qualche grado e che quello potesse essere sufficiente per fargli perdere per un istante l'equilibrio, anche se questo significava letteralmente mettere entrambe le mani in mezzo agli artigli del lupo. Che ci fosse riuscito o meno, poi, questa azione gli avrebbe anche permesso di essere scagliato in alto con la metà superiore del suo corpo. Se fosse riuscito a tenersi ben saldo a terra con le zampe posteriori, infatti, dopo essere stato sbalzato dall'artigliata del licantropo si sarebbe trovato in piedi su due zampe e, da quella posizione sopraelevata, sarebbe poi calato in avanti con tutto il suo peso, sbattendo con le zampe artigliate sul cranio del mannaro, vicino alle sue orecchie, nel tentativo di stordirlo ed ottenere un minimo di vantaggio nei secondi successivi che gli avrebbe potuto permettere di sferrare il colpo decisivo.
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    ESITO
    Poteva essere un incontro come tanti tra un docente e un suo discente, e invece si era trasformato in uno scontro selvaggio senza troppa esclusione di colpi.
    Erik sapeva di avere davanti uno dei suoi docenti, per quanto fosse ora sotto le sembianze di una lince, eppure non poteva reprimere in alcuna maniera la sua sete di sangue o anche solo avvertire l'altro del pericolo, poteva solo impiegare tutte le sue risorse per fare del male, tanto male: il licantropo scattò in avanti e tentò di scagliare della terra negli occhi dell'altro per accecarlo, tuttavia se prima l'uomo aveva sottovalutato la fora di un lycan, ora era lui a sottovalutare la velocità di una lince: l'animago schizzò in avanti e con enorme coraggio atterrò quasi tra le braccia della creatura per poi darsi uno slancio.
    Fu una mossa azzardata, certamente non prima di rischi, ma il felide riuscì quasi completamente nell'impresa [Destrezza 30], subendo un po' di terra negli occhi, non sufficiente a farlo desistere, ma che lo costrinse a socchiudere gli occhi e colpire in pratica alla cieca. Balzò sopra il licantropo e gettò la sua forza peso sulla testa del nemico con meno precisione di quanto fosse necessaria, riuscendo comunque a causare un discreto danno [d12=7], non comunque sufficiente ad impedirgli di completare l'attacco che fin dall'inizio aveva in mente.
    Accecata, la lince non poté opporre alcuna resistenza all'artigliata dell'avversario, che lasciò due lunghe strisce rosse sulla sua zampa anteriore destra [d16=8], scagliando, ancora, via il felino, che si ritrovò a quel punto a terra dolorante, forse un po' azzoppato, ma comunque in una condizione di vantaggio rispetto all'avversario: Erik aveva reagito per istinto, ma il colpo in testa lo aveva lasciato, forse persino alla mercé di una lince azzoppata [-3 a Destrezza ma il prossimo turno attacchi per primo]
    NOTE OFF

    Scusate l'attesa ragazzi!
    L'ordine di post sarà: Dean Erik - Snaso per via dello stordimento di Erik.
    Avete entrambi due azioni a turno, incluse le schivate.
    Divertitevi e divertitemi!
    STATO PG

    Erik: +20 a coraggio, destrezza, intuito e resistenza [trasformazione Lupo]

    Dean: +2 a coraggio per altri un altro turno [elisir]
    +4 Intuito, +3 Coraggio, +3 Destrezza [forma lince]
    -3 Destrezza per 1 turno [danno zampa anteriore destra]

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    Dean Guymoore
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    Il ruggito di sofferenza di Dean riecheggiò nel labirinto incantato, facendolo zoppicare appena lontano dal suo avversario. No, decisamente non ci era più abituato al combattimento come dieci anni prima. Nel suo periodo d'oro aveva subito ferite ben peggiori di quella ed era comunque sempre riuscito a continuare la sua corsa sfrenata, a saltare sulla sua preda, atterrandola e azzannandole la gola. Nulla di tutto quello gli sembrava possibile adesso: il dolore era acuto come un ago e porca miseria se lo sentiva, questa volta. Fortunatamente, però, dall'altro lato della medaglia c'era un'altra certezza. Imparare a lottare corpo a corpo è un po' come andare in bicicletta; una volta imparato non te lo scordi facilmente. Ed infatti il suo colpo mirato ad intaccare l'equilibrio del licantropo era andato perfettamente a segno, donandogli quella finestra d'azione che desiderava. Eppure un errore di calcolo lo aveva fatto eccome, il docente di Cura delle creature magiche. Inizialmente la sua idea sarebbe stata quella di avventarsi sulla testa del licantropo stordito, atterrarlo approfittando del suo equilibrio precario e continuare a colpirlo violentemente alla nuca nel tentativo di farlo svenire, ma con quella brutta ferita che si era fatto non poteva permettersi di lanciarsi in mezzo tra le zampe e le fauci di un mannaro senza rischiare di essere bellamente diviso a metà, nel caso l'altro fosse riuscito a riprendersi prima che il suo attacco fosse andato a buon segno. No, non poteva essere così diretto, doveva.. girarci intorno.

    Letteralmente. Ok, forse in questo modo non sarebbe stato un attacco "decisivo" come sperava prima, ma lo avrebbe messo comunque in una posizione di buon vantaggio se fosse andato a finire come sperava. Ti prego.. non ti chiedo più di due minuti.. Pensò Dean, appoggiando la zampa destra, che fino a quel momento aveva tenuto mezza sollevata da terra. Si, si, era decisamente una brutta sensazione. Ma non poteva permettersi di essere schizzinoso. Gli avrebbe fatto male? Certo. Sarebbe potuta peggiorare continuando ad utilizzarla? Sicuramente. Aveva altra scelta? Assolutamente no. La lince, quasi più per darsi coraggio che per spaventare il mannaro, avrebbe ringhiato un'altra volta, prima di balzare di nuovo. Non verso la creatura, però, ma alla sua sinistra, abbastanza lontano da almeno non essere afferrabile. Poi di nuovo, non appena atterrata, sarebbe schizzata verso le sue spalle, poi a destra, di nuovo di fronte a lui e poi di nuovo a sinistra. Gli stava letteralmente ballando attorno. Per inciso Dean avrebbe effettuato dei balzi abbastanza lunghi e continui, senza mai fermarsi, in modo da non dover sforzare troppo l'arto ferito. Aveva iniziato il suo giro partendo da sinistra perché così sarebbe sempre stata la parte mancina del suo corpo ad atterrare per prima e a sterzare per aiutarlo a ruotare nel suo percorso. Poco dopo l'atterraggio avrebbe messo a terra la zampa posteriore destra e quella anteriore l'avrebbe usata solamente come stabilizzatore durante il balzo, premendo con maggior forza sulle altre tre.. dopotutto c'erano dei vantaggi ad essere diventato un quadrupede, no? Uno di quelli era sicuramente l'appoggio doppio rispetto ad un essere bipede. Quei movimenti servivano all'uomo per impedire ad Erik, non appena si fosse ripreso dalla botta, di avere chiara la situazione che si era formata attorno a sé, complice magari anche una visione un po' traballante nei primi secondi di lucidità, un po' come succede quando si cade e si batte la testa. A quel punto poi Dean avrebbe atteso che il mannaro si fosse distratto nel cercare di seguirlo con lo sguardo e, in un istante, avrebbe finalmente fatto forza nel balzo con tutte e quattro le zampe, diminuendo quindi la finestra di tempo che gli serviva per effettuare il balzo e avrebbe puntato alla schiena del suo avversario. In volo avrebbe estratto istantaneamente i suoi artigli retrattili, nella lince fatti a posta per immobilizzare le prede, e avrebbe cercato di aggrapparsi al ben più imponente Licantropo. Le sue armi ricurve, infatti, erano predisposte in natura per rendere difficile, quasi impossibile, ad un povero coniglio o ad un cervo catturato da una lince di scampare alla presa, in quanto nel caso ci fosse riuscito ne sarebbe comunque uscito lacerato, spesso al collo dato che era lì che il predatore colpiva. La schiena non era esattamente un punto vitale del corpo del mannaro, ma non era a quello che Dean puntava. Gli bastava restare aggrappato lì, a differenza della prima in cui aveva sottovalutato la forza di Erik, stavolta sarebbe stato aiutato dai suoi "ganci integrati". Se fosse riuscito nella sua impresa, poi, da quella posizione per il mannaro sarebbe stato difficile combattere, nel caso fosse stato sbalzato via per la seconda volta, inoltre, avrebbe lasciato degli squarci di tutto rispetto nella pelle e nella carne del nemico. Poteva essere sicuramente fregato una volta. Ma la seconda?
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    Erik Foster - Lycan Form
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    Non aver mai praticato nessuna arte marziale, non essere mai stato coinvolto in grandi risse e non aver mai ideato delle vere strategie finalizzate a far male ad una persona, erano tutte sfumature non finalizzate a valorizzare la sua possibilità di vittoria, anzi se mai il contrario. Le sue azioni erano dettate dall'istinto e con un minimo di attenzione Dean poteva accorgersi di trovarsi di fronte a qualcuno che di certo non possedeva la sua stessa esperienza. Come avrebbe potuto all'alba dei suoi diciassette anni? A conti fatti l'unico errore che un individuo poteva commettere alla vista di un licantropo era sottovalutarlo, errore che di certo non commise Erik di fronte al suo avversario.
    La frenesia che provava in quello stato era così tanto da impedirgli di capire esattamente cos'era successo. La ragione occupava una parte minima delle scelte che prendeva e quasi come se la lucidità stesse vivendo un periodo di sonno profondo, l'unica cosa che l'istinto seppe fargli notare fu un certo dolore alla testa. In quella situazione dovette trasformare la sua offesa in una difesa e la lingua famelica carezzò i propri denti aguzzi quando percepì i propri artigli affondare nella succulenta carne. Vide il rosso fuoriuscire da un arto della lince, ma non poteva prendersi del tempo per gongolare. Non era un gatto, lui non giocava con le prede con cui aveva intenzione di cibarsi.
    Al ringhio della lince rispose con un lungo ululato, in fin dei conti non poteva permettersi di farsi vedere indifeso. Ancora preso dallo stordimenti non riuscì con prontezza ad interrompere ciò che la lince stava attuando. La creatura cominciò a balzargli intorno e laddove un corpo massiccio non poteva arrivare, i sensi avrebbero fatto il resto. Non seguì l'animale con lo sguardo - in fin dei conti la testa già gli faceva male - così si limitò a tenere gli occhi aperti di fronte a sé, ma in realtà senza mettere a fuoco nulla. Non era la vista la sensazione su cui voleva scommettere, bensì l'olfatto. I predatori erano solito far affidamento sui suoni generati dalla loro bersaglio, era così che in montagna i lupi riuscivano a scovare le loro prede nascoste tra cespugli e alberi. In cielo brillava la sua stella fortunata? Chissà, tuttavia sperava che l'odore ferroso del sangue causato dalla precedente artigliata fosse ben distinguibile in quella zona dove solo terra, erba e qualche piccolo fiore sporadico facevano da sfondo.
    Forse quella fantomatica stella nominata sopra non era affatto fortunata, bensì cadente. Non seppe dir per certezza se la colpa fu dello stordimento, degli scarsi riflessi, se si aspettava un diverso tipo di attacco o se semplicemente aveva realizzato troppo tardi il momento in cui Dean decise di colpire e sapendo di non poter essere più veloce, ebbe la bizzarra idea di non tentare di schivare l'attacco. Cosa voleva dimostrare con ciò? Voleva intimidire l'avversario? Dimostrargli di non aver paura di lui o aveva intenzione nuovamente di dar prova della sua forza?
    La lince, proprio come chi aveva bisogno di subdoli trucchetti per arrivare alla vittoria, aveva mirato alle proprie spalle e al di là del danno che ricevuto, Erik avrebbe emesso un ringhio carico di rabbia. Vedeva rosso. La frenesia che faceva da padrona non lo obbligò a far forza affinché potesse scrollarsi la lince di dosso, bensì ad optare per qualcosa di maggiormente doloroso. I due, infatti, si trovavano all'interno del Labirinto Incantato e le mura dello stesso erano composte da affilatissimi rovi dotati di una particolare caratteristica: si rigeneravano nel momento stesso in cui venivano spezzati. L'obiettivo dell'ametrino quindi non fu quello di divincolarsi la lince di dosso, bensì quella raspare con lei dietro contro il muro più vicino. Confidava nella possibilità che la creatura potesse fargli da scudo durante questa azione e nel fatto i rovi delle mura, essendo alte per ben quattro metri, potessero pungere buona parte del corpo del suo rivale e, nelle più rosee delle aspettative, indurlo a sanguinare. Se nonostante ciò non fosse riuscito a liberarsi della presa della lince, allora sì che avrebbe tentato di divincolarsi da lei con tutta la forza che aveva in corpo, tentando di scagliarla contro lo stesso muro di spine.



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    Stordire l'avversario significava guadagnare momentum per poter sferrare l'attacco vincente o porsi in posizione di vantaggio, ma Dean sapeva bene come il suo potenziale fosse più ampio: si poteva costringere l'altro a giocare al proprio gioco.
    La lince iniziò a balzare intorno alla creatura per confonderla ulteriormente ed attaccare al momento propizio, tuttavia non aveva considerato come non stesse affrontando un uomo, o una bestia che si basasse solo sulla vista, bensì davanti ad un lupo, che riponeva enorme affidamento sul proprio olfatto, tanto che il suo piano non riuscì molto: non fu infatti il suo balzare a portarlo in vantaggio, quanto il suo cincischiare, aspetto che un licantropo adolescente proprio non poteva tollerare.
    Dean fece la propria mossa e riuscì ad attaccarsi con successo alla schiena della creatura magica [D14: 11], arpionandosi ad esso con i suoi artigli affilati e ricurvi e rendendosi di fatto quasi inconlpibile.
    Quasi.
    Trovandosi un'enorme zecca attaccata alla schiena, al canide non rimase che agire come un Baloo qualsiasi, gettandosi di schiena contro i rovi che costituivano quel labirinto magico e facendo sì che il povero Dean scoprire la durezza dei suoi arbusti, specialmente delle spine.
    Per tutti il labirinto era un luogo affascinante e misterioso, ma per la lince divenne un inferno di foglie e spine, che iniziarono a lacerargli la pelle, graffiandolo ovunque ed allargando la ferita che si era precedentemente procurato. Fu orribile, ma la forza della determinazione tenne saldo lui sull'altro, tanto che alla fine, ancora preda dell'esasperazione, al licantropo non rimase che agitarsi come un forsennato, impiegando tutta la propria forza per staccarlo da sé, non senza conseguenze: quattro macchie rosse apparvero sul dorso della creatura, segno che andandosene Dean si era portato via dei pezzetti di Erik, letteralmente.
    La lince fu scagliata nuovamente nei rovi, ferita e stanca, ma ancora viva e integra, più o meno.
    NOTE OFF

    Lo scontro bestiale prosegue sempre più feroce e il primo turno torna ad Erik. Posteremo quindi nell'ordine: Erik, Dean e Snaso.
    Avete entrambi due azioni a turno, incluse le schivate.
    A scopo indicativo, vi posto di sotto come stanno procedendo i Punti Vita così come li ho calcolati e man mano sottratti. Preciso che sono, per questa particolare circostanza, soprattutto indicativi: non è necessario per voi raggiungere una certa soglia per vincere lo scontro.
    Divertitevi e divertitemi!

    STATO PG

    Erik: PV attuali 28
    +20 a coraggio, destrezza, intuito e resistenza [trasformazione Lupo]
    -2 PV a turno fino a fine scontro [ferite alla schiena]

    Dean: PV attuali 26
    +4 Intuito, +3 Coraggio, +3 Destrezza [forma lince]
    -3 Destrezza fino a fine scontro [danno zampa anteriore destra]
    ulteriore -2 a Destrezza per le contusioni e l'essere caduto nei rovi, solo per questo turno.

    RevelioGDR
     
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    Erik Foster - Lycan Form
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    Spesso il destino dava il peggio di sé con chi non se lo meritava. Cosa avevano fatto di male Dean ed Erik per giungere sin lì? Il sigillo aritmantico non avrebbe dovuto spezzarsi, proprio come il docente avrebbe dovuto starsene a letto, cullato tra le morbide braccia di Morfeo. Invece no, a causa di una lunga lista di sfortunati eventi ecco uno studente tentar alla vita del proprio docente in uno scontro senza esclusioni di colpi, in una lotta al termine della quale non ci sarebbe stato nessun vincitore, solo due sconfitti.
    La parte razionale di Erik non avrebbe mai cominciato il combattimento e di certo avrebbe fatto di tutto per interromperlo, tuttavia anche la spada più affilata era inutile se non riusciva ad emergere dal fodero.
    Il balzo della lince e i suoi artigli conficcati causarono più male di quanto avesse previsto, ma cedere in quel momento avrebbe portato solo ad una sconfitta certa. L'intuizione che ebbe si rivelò efficacie, mentre raspava contro il muro poteva udire lo spezzarsi di alcuni arbusti e quando si scrollò la lince di dosso, finalmente ebbe un secondo di tregua per poter prendere fiato.
    Il respiro era affannato, sentiva il cuore battere forte e la zona in cui l'animale aveva affondato i suoi artigli pulsava di dolore e questa volta l'adrenalina che scorreva nelle vene non fu abbastanza per ignorarlo. Le due creature si trovavano in uno spazio aperto e il tempo di ponderare una scelta era in procinto di esaurirsi. Provare con la fuga? In fondo il docente non avrebbe potuto soddisfare chissà quanti pasti e forse il gioco non valeva la candela, ma poi Dean era divenuto una succulenta lince. Dall'inizio dell'anno scolastico Erik dovette accontentarsi di animali di piccola taglia, rapaci e di ciò che poteva offrire il fiume, trovarsi di fronte a Dean in quel momento era come sbarcare in America in occasione del ringraziamento. Ecco, proprio durante quel fugace pensiero il lupo sentì l'acquolina ed avvertì un brontolio provenire dal proprio stomaco, in fin dei conti era stato interrotto proprio nel mezzo del suo spuntino.
    Il tempo per pensare era terminato. Non emise nessun verso, oramai era inutile. Piegò leggermente il proprio busto e scattò verso il suo bersaglio. Avrebbe potuto agire in mille modi diversi, ma alla fine agì senza pensare, lasciando che l'istinto prendesse di nuovo il sopravvento. Pugni, calci, graffi erano tutti colpi accidentali, alla fine per far del male le bestie avevano un'arma decisamente più pericolosa, specialmente i lupo mannari: la bocca. Per una volta si sarebbe comportato come la lince: non appena si fosse avvicinato abbastanza, avrebbe compiuto un grosso balzo con l'intenzione di affondare i denti sul suo dorso.
    Quello non era un semplice morso. Se un licantropo arrivava a tanto voleva dire che lo scontro lo stava lentamente spingendo al limite. Se i propri denti fossero riusciti nell'impresa il dolore sarebbe stata l'ultima cosa di cui Dean avrebbe dovuto preoccuparsi. Bastava solo un semplice morso per trasmettere quella tremenda maledizione che aveva radicalmente sconvolto il modo in cui viveva ogni giorno. Doveva sempre informarsi sullo stato della luna e qualora se ne dimenticasse, stava con la costante ansia di non sapere se quella sera si fosse trasformato o meno. Vivere costantemente nel terrore di uccidere i propri cari o, peggio, nella consapevolezza di aver posto fine alla loro vita. Era un fardello enorme da trasportare e ciò che era stato appena descritto era solo il migliore dei casi. Il morso di un mannaro non riusciva sempre a trasformare la vittima. Di preciso non sapeva in base a cosa ciò capitasse o meno, ma nella maggior parte dei casi causava la morte del mal capitato. La carne cominciava a marcire e nel giro di poche ore sarebbe tutto finito. Quello era il motivo principale per cui i lupi mannari erano temuti e giunti a questo punto Erik considerava quel morso la sua unica arma.
    Se non fosse riuscito aveva comunque preparato un piano di riserva: qualora la lince avesse provato ad evitare il suo attacco, Erik avrebbe tentato di bloccarle con la sinistra la coda e con la destra avrebbe tentato l'ennesima artigliata sempre sul dorso, ovvero dove aveva ricevuto le ferite da parte dei rovi del labirinto.

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    Dean Guymoore
    Docente CDCM | 42 anni
    Gli ultimi momenti furono un cieco continuo di dolore per Dean. Dopo essere stato lanciato per la prima volta contro le pareti del labirinto ed essersi portato dietro diversi rovi spezzati ed una quantità indescrivibile di squarci più o meno superficiali sul corpo aveva quasi perso conoscenza a causa della botta, ma era rimasto aggrappato saldamente alla schiena del mannaro, almeno fin quando aveva potuto. All'ultimo istante, prima di riuscire a mettere a segno un altro attacco, era stato sbalzato di nuovo, e per la seconda volta era finito contro il muro di spine alle sue spalle, questa volta emettendo un ruggito di sofferenza ben più lungo e acuto di quelli di prima: stava per raggiungere il suo limite. Ma come avrebbe fatto, in primis, ad ammetterlo a sé stesso e, in secondo luogo.. come poteva permettere a quella cosa di superarlo e avvicinarsi all'accademia addormentata? Forse sarebbe stato più saggio dare un allarme appena avesse percepito il pericolo. Già, la prossima volta avrebbe fatto così...

    Ma ci sarebbe stata una prossima volta? Sarebbe riuscito ad uscire da quel labirinto infernale tutto d'un pezzo? In ogni caso.. mi sembra parecchio spompato.. credo che riusciranno a catturarlo anche se dovesse finirmi. Tutto il corpo gli pulsava di un dolore lacerante che si acuiva ogni volta che l'aria della notte soffiava sulle ferite aperte. E se non fosse questo l'uomo che sto cercando..? Se la mia morte portasse alla cattura non di un criminale, ma di un povero cittadino trasformato a causa della luna piena? Forse era meglio convincersi che quella non fosse la verità, gli sarebbe piaciuto andarsene con la consapevolezza di aver terminato il suo lavoro. Che idea del cazzo che è stata venire qui in missione senza riprendere almeno per un mese l'addestramento.. Ormai, mentre il lupo si riprendeva dal colpo precedente e la lince si rimetteva in piedi a fatica, i pensieri di Dean scorrevano liberi nella sua testa. Però... effettivamente, se avessi ripreso l'addestramento.. lui sarebbe arrivato qui prima di me. Il suono delle gocce del suo sangue che inzaccheravano l'erba ai suoi piedi rimbombava nella sua testa. Si.. si.. ho fatto un'ottima scelta a venire subito. Avrebbe voluto sorridere pacificamente, ma la conformazione del suo viso in quella forma non glielo permetteva. In quel castello.. ci sono tanti maghi che non meritano di assistere ad una scena così cruenta.. se non ci fossi stato io qui, avrebbero dovuto combatterlo loro. No.. no.. sono ancora tutti giovani, anche i professori.. non devono scontare nessuna pena, né rifarsi per le vite che hanno tolto, è giusto che sia io a morire qui anziché loro. Il mannaro iniziò a correre, ma a Dean sembrava muoversi al rallentatore.. che si trattasse di un trauma cranico che gli faceva vedere la situazione a quel modo? Se questo è il modo in cui devo redimermi.. se morire tra le zanne di questa bestia è il mio destino.. Iniziò a respirare più velocemente, mentre le immagini ritornavano alla loro normale velocità. Non voleva lasciarsi ancora andare. Allora.. farò in modo che dopo aver avuto a che fare con me.. non abbia più le forze neanche di strisciare.. in direzione del castello! Il suo sguardo si fece più affilato appena riconobbe che Erik stava caricando forza nelle zampe posteriori per balzare contro di lui. QUELLA era la sua unica possibilità. Ruggì con forza, mentre la struttura del suo corpo si andava modificando. Le orecchie si ritrassero, i peli caddero e le zanne e li artigli tornarono ad essere denti ed unghie. Il corpo martoriato della lince si trasformò nel corpo martoriato di un uomo e la zampa anteriore sinistra, l'unica buona, che era posta in avanti per dargli equilibrio, si trasformò in un braccio sinistro, armato di bacchetta e puntato dritto verso la pancia del lupo mannaro che stava volando verso di lui, con l'unica intenzione di divorarlo.

    Lo sapevi che mentre i tuoi arti non toccano nessuna superficie NON PUOI SCHIVARE? gli urlò l'uomo, cercando di darsi coraggio, nel mentre la punta della sua bacchetta avrebbe preso ad illuminarsi d'oro e, con un movimento del polso, l'avrebbe poi schioccata verso l'alto. "Alarte Ascendare!" Avrebbe pronunciato l'uomo, nel tentativo di colpire il mannaro con la formula capace di sparare l'essere colpito in aria per diversi metri, lasciandolo poi precipitare rovinosamente. Il fatto che Erik si trovasse a mezz'aria quando l'incantesimo era stato lanciato, nel caso quello fosse andato a buon segno, avrebbe sicuramente giovato al docente di Cura, dato che il suo equilibrio era già compromesso dal balzo spiccato di sua sponte. Sicuramente la caduta l'avrebbe sentita non poco, soprattutto se anziché sul prato fosse precipitato in mezzo ai rovi. Nel caso non fosse riuscito a colpire il mannaro, invece, Dean avrebbe provato, con un balzo ben poco aggraziato, a lanciarsi alla sua sinistra per tentare di evadere l'attacco del suo avversario. La verità era che aveva riposto ogni sua speranza in quell'incantesimo, dato che le forze per continuare lo scontro stavano venendo seriamente meno.
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    Bestia contro bestia.
    Dean ed Erik si stavano affrontando nella loro condizione più ferale,più spietata, in quello che di fatto era uno scontro per la vita e la morte: Erik attaccava per istinto, per la maledizione, per la insaziabile fame che lo possedeva; Dean combatteva per la sua vita, e per proteggere le persone che ancora non aveva a cuore, ma che non voleva potessero subire i dolori e i rimpianti che coloravano la sua vita di toni melanconici e gelidi.
    Uno era all'apice della sua forza e delle sue possibilità, mentre il docente aveva modo di scegliere la propria natura, il proprio campo di battaglia, e lo fece. La sua grossa esperienza con le bestie [ZOO 1] gli permisero di cogliere in anticipo l'azione dell'avversario e tentare una trasformazione al volo per riassumere le proprie sembianze umane e tentare una magia cinetica sulla creatura al fine di invalidarne il salto, o meglio, sfruttarlo per far volare la creatura lassù nel cielo blu.
    L'uomo, date le botte prese, non era decisamente in forma per quanto riguardava i riflessi, ma un balzo era un balzo e la trasformazione portava oggettivamente via solo qualche secondo, ma lui ci contava su quella finestra, ci sperava.
    Dean sentiva il suo corpo trasformarsi e assumere le fattezze umane nel mentre i canini di Erik erano sempre più vicini al suo torace, pronti ad affondare nella sua carne.
    Il docente avrà avuto paura che la sua prossima trasformazione fosse quella di un canide? Forse sospinto dal coraggio, forse dalla paura, forse solo dalla disperazione, l'uomo fece notare la condizione di svantaggio in volo della creatura e scagliò una Alarte Ascendare, quando ormai l'uomo stava per essere condannato alla morte, o alla maledizione della luna [d20=12].
    Le fauci di Erik si chiusero nel vuoto, visto che di colpo egli fu sospinto in aria, nonostante lo sbalzo lo continuasse anche a spingere in avanti, verso una siepe contro la quale andò a schiantarsi: i rovi non avevano avuto pietà per Dean e non l'avrebbero avuta neanche con Erik, ma per fortuna la propulsione del volo era piuttosto bassa e il danno per la creatura non fu molto ingente, nulla a confronto del feroce raspare dello studente della volta precedente [d14=9].
    In sintesi: Lycan do it better! (?)
    Sicuramente essere quello che si era beccato meno danni dai rovi era una bella soddisfazione, ma il mannaro forse poteva averne un'altra: fosse stato un po' attento avrebbe sentito il sentore dolciastro del sangue di Dean e, osservando le proprie unghie, avrebbe scoperto come provenisse da esse. Il docente aveva schivato sì, il suo morso fatale, ma la sua frustrata furia non si era arresa e con un'artigliata, sfruttando anche la pulsione ascensionale, aveva affondato le unghie a livello del pettorale destro dell'uomo, squarciandone un po' le carni e dilaniandone la maglia [d16=7].
    Quello scontro stava logorando entrambi, segnando le loro pelli e anche il loro fiato: entrambi erano quasi al limite, il che significava che ogni attacco poteva essere l'ultimo.
    NOTE OFF

    Valutare questa sequenza di azioni è stato davvero difficile e sono dovuto scendere a compromessi tra parametri, strategie e dadi.
    Ho deciso di compensare i malus in destrezza di Dean con il fatto che le sue azioni comunque andassero a solleticare entrambe le sue Skill, quindi ho lanciato un d20 per vedere se l'uomo potesse compiere un'azione e quindi colpire in volo Erik.
    Il risultato è uscito al pelo, quindi ho deciso che il morso veniva effettivamente schivato, ma non l'artigliata.
    Sei davvero andato vicino a prenderti un morso e un'artigliata, Dean, con quel tentare due azioni anticipatorie nonostante tutti quei malus a destrezza. Ti sei salvato col fatto che la trasformazione è rapida e non ti sei dovuto muovere.

    Due note, sempre per Dean.
    1) Non erano propriamente da giocarsi, ma una valutazione sarebbe stata il caso di farla: magizoologia ti offre dei vantaggi se affronti creature, lo stesso magiatleta se schivi o tenti azioni rapide. Sarebbe meglio me lo segnalassi nelle azioni, soprattutto per magizoologia, dove puoi assegnare i bonus ai PP che preferisci.
    2) Alarte Ascendare non è presente nel nostro elenco incanti. Trattandosi di una magia canonica te l'ho comunque contata.

    Prossimo turno: Erik - Dean - Snaso

    STATO PG

    Erik:
    PV attuali 28-2-9 = 17
    +20 a coraggio, destrezza, intuito e resistenza [trasformazione Lupo]
    -2 PV a turno fino a fine scontro [ferite alla schiena]

    Dean:
    PV attuali 26 - 7 = 19
    +4 Intuito, +3 Coraggio, +3 Destrezza [forma lince]
    -3 Destrezza fino a fine scontro [danno zampa anteriore destra]

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    Erik Foster - Lycan Form
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    Quando ti trovavi ad un passo tra la vita e la morte tutto ciò ti circondava svaniva nel giro di pochi istanti. All'interno del campo visivo e mentale di Erik non esistevano più gli aggressivi rovi che si estendevano ad un'altezza tale da rendere impossibile la fuga dal labirinto, era scomparsa il resto della carcassa della preda che stava beatamente divorando prima che il docente arrivasse e il fruscio del vento, i passi di chissà quale creatura, i canti delle cicale e i versi di animali notturni morirono nella penombra di quella crudele luna piena.
    La totalità della propria attenzione era concentrata su Dean e dall'esperienza che stava vivendo negli ultimi minuti. Non poca bava colava lentamente dall'estremità della bocca lasciata aperta e gli occhi a tratti gialli giuravano di veder lo stesso rosso del proprio sangue che in quel momento ribolliva, ma non per colpa del caldo. Da quanto tempo lo scontro andava avanti? Oramai aveva perso anche la cognizione del tempo e dello spazio, ma non l'istinto di sopravvivenza. Fu proprio quello a dargli la forza necessaria per continuare lo scontro fino a quel punto, fu sempre quello a spingerlo a lottare nonostante il sanguinamento improvviso e, manco a dirlo, fu sempre quello il rifugio a cui un comune ragazzino chiedeva aiuto quando la situazione diventava critica. Una mente razionale avrebbe cercato altre vie per evitare lo scontro o interromperlo, ma ormai era tardi e i corpi dei due guerrieri non era pronto per possibili fughe o inseguimenti, poi quale predatore avrebbe rinunciato volontariamente al proprio territorio a causa di un usurpatore mai visto prima? No, il lupo mannaro era più che certo che quella notte la luna avrebbe assistito alla fine di uno dei due.
    Sfruttare ancora una volta i duri e spinosi rovi che costruivano l'ambiente circostante non parve un'ottima idea. Prendersi qualche secondo di tempo per riprendere fiato dopo l'ultimo danno ricevuto sarebbe stato sicuramente funzionale alla salute psicofisica del licantropo, tuttavia si era accorto di come anche Dean fosse passato all'artiglieria pesante e come anche i suoi movimenti non erano più quelli che era in grado di vantare ad inizio scontro. Sono in difficoltà, ma lui non è da meno.
    Erik era stato colpito perché colto di sorpresa, quindi non poté prevedere la sua mossa, ma ora la questione era ben diversa: dopo l'ultima artigliata ben assestata, infatti, la distanza che separava i due avversari era benché minima e ciò offriva ad una bestia assetata di sangue la più succosa tra le opportunità. Non avrebbe dovuto rischiarsela con intrepidi balzi, rotolamenti vari o futili acrobazie. L'unica azione disponibile era quella che bramava maggiormente: darsi alla pazza gioia. Sentì una scarica di adrenalina percorrere l'intera spina dorsale e giurò di essere già in grado di godere del soave suono delle urla di dolore della propria preda.
    Dopo l'ultimo colpo inferto, il lupo mannaro fece per assestarne molti altri in quella che avrebbe dovuto essere una scarica di artigliate senza fine. Avrebbe potuto tentar un secondo morso, verissimo, ma scoprire il proprio muso davanti ad un mago non era di certo la scelta più logica da fare, in questo modo, invece, avrebbe lasciato la zona più delicata del suo corpo al riparo o almeno quella era la sua intenzione al momento. Sì, infatti se la scarica di artigliate avesse avuto successo, colpo dopo colpo l'inesistente lucidità non poté controllare il desiderio di affondare le proprie fauci su un pezzo di carne ad una distanza così ravvicinata. L'olfatto sviluppato rendeva le ferite aperte di Dean esageratamente appetitose per chi fu interrotto proprio nel bel mezzo di un pasto. Per assurdo sarebbe stato addirittura karmico terminare così quello scontro e famelica la bocca fece per avvicinarsi di pochi centimetri, finché le braccia fecero per rallentare appena e lasciar che i denti prendessero il posto degli artigli. Sì, forse il lupo mannaro avrebbe peccato di banalità, ma fu il suo istinto animale a prendere il sopravvento, inducendolo a cambiare strategia proprio nel bel mezzo della sua azione. Il vuoto nello stomaco lo induceva a far pazzie e se questa fosse stata davvero l'ultima di una lunga serie voleva esser certo di aver sfruttato ogni arma a sua disposizione.


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    by Tele
     
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