Lilith
Clarke
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| A sedici anni, gli adulti pensano che tutto sia più facile, come se si fossero dimenticati di quanto fosse difficile far fronte a tutte quelle nuove sensazioni che si provano a quell'età. Le amicizie, il sesso, la scuola... tutto ti scombussola la vita. Così come il primo innamoramento. Lilith era sempre stata una che non si era persa in chiacchiere con tutti quei sentimenti, amava la sua famiglia e solo quella. Non aveva mai provato nulla di simile per nessuno, non aveva mai voluto qualcuno attaccato alle costole tanto da condividere attimi importanti della propria vita. Eppure più quel corpo si avvicinava a quello di Blake, più desiderava più di ogni altra cosa di diventare una e sola, per lui. Il cuore seguiva il suo respiro, cercava di essere silenzioso per non disturbare quell'atmosfera che continuava ad avere come sottofondo quel film che nessuno aveva più visto. Sentiva le sue mani attirarla a sé, non si distanziò, lasciò che il suo corpo aderisse perfettamente a quello dell'Opale, in un silenzioso "non vado via" che nessuno avrebbe mai sentito proferire dalle labbra della ragazza. I gesti valevano più di mille altre parole. E lei non lo avrebbe allontanato, non lo avrebbe lasciato solo.
Rise leggermente alle sue parole sull'album dei trofei, ma non specificò che aveva qualche pagina piena di figurine, perchè non importava. Non importava quello che era successo fino al giorno prima, non interessava a nessuno quanti fossero i trofei di ognuno di loro. Adesso era come se non esistessero, se avessero perso valore. Probabilmente in quel momento avrebbe volentieri iniziato un nuovo album, fatto di foto e ricordi che aveva voglia di imprimere su una pellicola babbana, come il sorriso che si curvava sulle labbra di Blake, come il luccichio dei loro occhi quando si guardavano... trattenne il fiato quando il ragazzo cominciò quel suo discorso. Aveva forse sbagliato a dire quello che aveva detto? Non le interessava, voleva essere certa che le cose con lui fossero chiare fin dall'inizio. Spostò un ciuffo di capelli dalla sua guancia, carezzandogli la pelle come una piuma che scivola su un corpo nudo, continuando ad ascoltarlo, senza distanziarsi un attimo dal suo petto. Il battito del suo cuore era il ritmo più rapido che aveva mai sentito, ma era sempre andato così veloce? Lo lasciò terminare e poi si lasciò di nuovo baciare, fino a quando lui non si distanziò «Blake, io non ho mai detto che sia facile. Non lo è nemmeno per me. Ti ho solo detto cosa voglio, e non lascerò che le mie o le tue paure blocchino questo. E se per farlo, dobbiamo imparare insieme ad affrontare questa... strana cosa... allora io sono pronta per farlo. Ne vale la pena, davvero...» e gli sollevò il mento, per portarlo alla sua altezza nuovamente «Io... non ti sto chiedendo niente che tu non possa darmi... ti sto chiedendo questo che già ci stiamo dando... è inutile fingere che non ci interessi o che la presenza dell'uno dia fastidio all'altro. Impareremo ad affrontare questo insieme, è nuovo per entrambi, Blake...» poi arrivarono quelle tre parole. Lilith aggrottò la fronte e scosse la testa in negazione. Sapeva che quella sua richiesta era dovuta a quello che si erano detti poco prima, di non andare oltre. Sentì la sua presa sul suo sedere e continuò a scrollare il capo. Non si sarebbe rimesta i pantaloncini, non lo avrebbe fatto e Blake avrebbe dovuto sapere che non era una cosa che poteva concedergli, non poteva assecondare quella sua richiesta «Farlo significherebbe staccarmi da te, adesso. E non ho la minima intenzione di farlo, Barnes.» quindi tentò di chinarsi verso il suo orecchio «Mi fido di te, Blake...» un soffio caldo prima di posare le labbra morbide sul suo collo per un breve istante «Voglio rimanere così. Fino. Alla. Fine. Del. Film.» e ritornò ad ogni parola, con dei baci, verso le sue labbra, dove provò a perdersi di nuovo dal trasporto di un nuovo bacio. E sarebbe davvero andata così, se glielo avesse concesso, sarebbe rimasta seduta su di lui, a baciarlo, anche per l'intero pomeriggio. Bastava quello.
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