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L'aula Multimediale. Quello era il paradiso per Lilith. Era il solo posto dove poteva dedicarsi completamente alla sua passione per i film e le serie tv. E quel giorno della settimana era quello che lei dedicava alle serie tv. Doveva fare una cosa semplicissima, alzarsi dal letto, vestirsi e andare in Aula, prendere il primo dispositivo e connetterlo così da poter avere uno streaming favoloso di qualche serie che ancora non aveva deciso.
Alzarsi dal letto fu tragica, alla fine non aveva voglia di vestirsi e uscire, l'unica cosa che la spingeva a farlo era l'appagamento che avrebbe sentito dopo aver soddisfatto la sua sete di serie tv.
Non aveva voglia di indossare la divisa, perchè avrebbe dovuto indossarla come Merlino comanda, quindi ci avrebbe messo tempo, quindi mise i primi shorts neri di tuta che trovò, con delle fascette dei colori dell'arcobaleno ai lati e un top a strisce gialle nere e azzurre, corto, con le sneakers bianche ai piedi e scese dal dormitorio. x
Si diresse a grandi falcate, con in tasca il suo lettore musicale babbano, con cui stava studiando la musica babbana.
Lo spense appena dentro la stanza, notando che c'era qualcosa di strano: si sentiva come se qualcuno stesse guardando la televisione, eppure, nonostante lo schermo fosse acceso, non vedeva nessuno nei dintorni.
Si guardò intorno, avanzando cercando di non fare il minimo rumore, poi arrivò alle spalle della poltrona che abbracciava il piccolo, povero Blake.
Lilith si guardò attorno e si accovacciò per non farsi notare. Provò quindi, ad avvicinarsi di più, fino ad arrivare esattamente dietro la sua testa, dove si sarebbe sollevata, messe le mani sui fianchi e «Questa cosa di incontrarci senza un vero motivo dovrebbe finire, Bell'Addormentata. Aspetti il tuo principe azzurro o stai vedendo il film?» se Blake avesse aperto gli occhi, avrebbe trovato l'immagine del suo incubo, sorridergli dall'alto.
A Lilith non stava dispiacendo aver incontrato nuovamente Blake, ma la cosa aveva rovinato i suoi piani. La sua giornata serie tv stava sfumando e sarebbe dovuta tornare in camera a mani vuote e solo con il rimorso di essersi preparata inutilmente.
«Quindi oggi la sala l'hai occupata tu? Oppure hai finito?» poverino, quella ragazzina era un uragano, non gli stava lasciando il respiro nemmeno di risvegliarsi dall'infarto nel vederla.. -
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Se c'era una cosa che aveva capito, la piccola Lilith, era che la gente era sempre più strana e avrebbe continuato a stupirla ogni volta, nella vita, così da non avere mai il tempo di annoiarsi.
E questa, era la volta di Blake. Non si aspettava chissà quale caloroso saluto da parte del ragazzo, anzi, era arrivata di soppiatto e aveva rovinato praticamente il suo sonnellino, quindi si aspettava pop-corn lanciati dietro e un "Esci di qua prima che ti ammazzo" quasi immediato.
Insomma, lei lo avrebbe fatto: avrebbe urlato di non volerlo più vedere, di sparire dalla sua vista e sarebbe rimasta nervosa per tutto il giorno.
Invece, stranamente, Blake fece rimanere Lilith a dir poco contradetta.
Il ragazzo aveva sgranato gli occhi all'improvviso, reazione più che controllata di un grande spavento per chi viene svegliato di soprassalto. Questo per Lilith fu quasi soddisfacente, seppur avrebbe voluto farlo saltare dalla poltrona come nei cartoni animati.
Rimase in silenzio a guardarlo, nel frangente in cui lui fece lo stesso, con un sorriso pacato sul suo volto.
Poi, il biondino, fece qualcosa che la Dioptase non si aspettava e che non ebbe il tempo di assimilare, così da poter contrastare.
Si sentì tirata per un braccio e, prima ancora che potesse sottrarsi a questo, con gli occhi sgranati, venne catapultata affianco a lui, con una coscia che poggiava sulla sua.
Strinse gli occhi, nell'impatto, senza accorgersi che improvvisamente i suoi capelli fossero diventati di strane sfumature nere, in quei capelli color cenere. La metamorfomaga non riuscì a controllare quella strana sensazione che il suo corpo stava provando. Le guance anche le si colorarono, di rosso però.
Sposto lo sguardo dal lato opposto alla faccia del ragazzino, tanto da provare a mantenere un certo contegno, nel non dimostrargli l'imbarazzo e la fibrillazione che stava avendo per quel gesto appena fatto.
«Ma che diavolo gli prende...» tirò un respiro profondo, prima di sentire le parole dell'Opale.
Si voltò piano in sua direzione, senza temere quella distanza ravvicinata dovuta alla posizione strana che era stata costretta ad assumere.
«Ritieniti fortunato: i miei compagni di casata si lamentano dei miei silenzi. Almeno tu potrai ricordare la mia fantastica voce, nei tuoi sogni erotici.» punzecchiarlo era una cosa che non poteva evitare. Era un attimo solo, prima di tirare un respiro profondo e restare in silenzio, alleggerendo la tensione che aveva causato quell'essere tirata e rimanendo quasi tranquilla con quel braccio sulla sua spalla, come se avesse fatto l'abitudine a quel contatto. I capelli, non sembravano, però volerne sapere di tornare del proprio colore naturale.
Quando sentì la voce di Blake di nuovo, con la coda dell'occhio Lilith gli lanciò un'occhiataccia «E cosa posso saperne se sei venuto qui per cercare me...» azzardò la dioptase, con un mezzo sorrisetto.
Tornò poi a guardare la punta delle dita del ragazzo e d'istinto, irrefrenabile, prese a giocare con quelle della sua mano, con un sorriso beffardo sul volto.
Era strano quel ragazzo. Insomma, sembrava essere il classico figlio di papà che voleva rompere le scatole a qualsiasi ragazzina, però era capace di stupire con la sua semplicità, a volte. Per poi rimembrare al mondo quanto fosse stronzo.
Buttò un'occhiata allo schermo, quindi, per poi sbuffare.
«Cos'è? Abbiamo il ciclo oggi, principessa? Allora rimango qui a farti compagnia, sia mai dovessi sentirti solo... so come ci si sente in quel periodo del mese.» un modo strano per dire che avrebbe volentieri passato il resto del giorno a vedere film con il Barnes, ma d'altronde era Lilith, non ci si poteva aspettare cotanta dolcezza, anzi, già il solo fatto che nonostante stesse rispondendo col suo solito sarcasmo, non avesse smesso di giocare con le sue dita, la diceva lunga.
Alla fine, quella posizione, per quanto carica di fraintendimenti, sembrava stesse bene ad entrambi. E Lilith fingeva di subirla benissimo.
Roteò gli occhi al cielo «Guardo film con mio padre da quando ero in fasce, con chi pensi di avere a che fare, signorino...» gli fece un occhiolino, voltandosi, questa volta, completamente in sua direzione a guardare il suo volto.
Quando allungò sulle sue gambe la coperta, Lilith aggrottò la fronte perplessa «Ehm... non ho freddo, non preoccuparti. Oppure...» un angolo delle labbra si sollevò in un ghigno che la diceva lunga «... le mie gambe nude ti distraggono dal film?» stuzzicare delle reazioni nell'Opal era diventato un divertimento, all'inzio, per poi trasformarsi in una specie di droga che creava dipendenza.
Tranquillamente poggiò la testa sulla sua spalla, ridendo sarcastica alla sua frase «In realtà ho percepito che sentissi la mia mancanza e volevo essere talmente magnanima da donarti un briciolo della mia presenza...» sbuffò poi, guardando di sguincio la sua mano giocare con la sua maglia e ghignare in silenzio.
Dai non era così brutto concedersi un attimo di tranquillità, che stavano facendo di male? Rimase in silenzio per un attimo.... -
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Le persone hanno mille sfaccettature e Lilith stava imparando a fare i conti con questo aspetto del mondo, tuttavia non si aspettava che una di queste persone che le avrebbe insegnato questo cambiamento, fosse proprio Blake Barnes.
Qualche tempo prima era apparso come quello che voleva guardare oltre le sue mutandine ed, adesso, la stava abbracciando su una poltrona, a distanza molto ravvicinata, guardando un film: il classico stereotipo di una coppia da telefilm collegiale americano.
Non che la cosa le dispiaceva, per l'amor di Merlino, tuttavia la confondeva leggermente.
Non avrebbe mai ammesso un attimo di debolezza, che fosse imbarazzo o confusione, nel stare tra le braccia di Blake. Avrebbe mantenuto il polso duro in qualsiasi circostanza, ma questo, fino a quando?
Sicuramente sarebbe arrivato il giorno in cui Lilith avrebbe mostrato il fianco, seppur cercava di mantenere alto il suo profilo «O semplicemente per colmare i tuoi vuoti, non credi?» lo punzecchiò ancora, per non dargli la possibilità di avere la meglio su di lei, seppur stava ad un passo davvero piccolo per essere avanti, soprattutto mentre l'avvicinava ancora un po'.
Si voltò verso di lui, nello stesso istante in cui il ragazzo fece lo stesso in sua direzione. Fu un frangente talmente rapido, che Lilith non capì bene cosa stesse accadendo, nemmeno ai suoi capelli, che prendevano sempre di più il colore nero. Abbassò per un attimo lo sguardo sulle sue labbra, per poi tornare rapidamente ai suoi occhi, alzò un sopracciglio alle sue parole. Dannazione, si era accorto del suo cambio repentino di colore «Mi piace cambiare colore dei capelli, ogni tanto... dovrai abituartici, mi sa...» disse semplicemente, per poi volgere lo sguardo allo schermo.
Con la coda dell'occhio guardò il ragazzo sorridere, e un pochetto Lilith ammorbidì un sorriso anche sul suo volto. Tornò alla televisione «Figurati. Mi daranno crediti in più alla fine dell'anno per il volontariato, non preoccuparti.» gli fece un occhiolino, senza guardarlo, senza preoccuparsi se Blake avesse potuto vederlo o meno.
Quando l'Opal si permise di commentare il suo abbigliamento e le sue gambe, spiandole sotto la coperta, Lilith gli pizzicò la pancia, nascosta dalla coperta, quindi provò a scattare seduta a cavalcioni su di lui e a tirargli il naso, piazzandosi proprio a coprire la visuale col suo corpo «Ma come ti permetti, scemo di un Barnes! Il mio pantaloncino è perfetto, sei tu che stoni con me.» quindi scivolò di nuovo al suo fianco e di prepotenza provò a prendergli di nuovo il braccio per passasserlo nuovamente sulla spalla, ritornando nella posizione iniziale.
Rise leggermente tra sé.
Riprese a giocare con le sue dita, quindi rimase in silenzio «E sia...» disse solamente, quando pose la condizione di terminare il film che aveva iniziato.
E così fece.
Non disse niente, cercando solo di colmare quel silenzio con quel lieve contatto fisico che avevano stabilito. Le dita giocavano con quelle del ragazzo, ogni tanto la testa poggiava sulla sua spalla e niente di più.
In una strana tranquillità che sembrava piacere ad entrambi. Nessuno dei due si domandava perché? Probabilmente lo avrebbero fatto più in là, probabilmente avrebbero bruciato talmente tanto per non mollare davanti all'altro che si sarebbero tagliati a vicenda prima di capirci qualcosa di quello strano rapporto che stavano mettendo su.
Quando Blake tornò a parlare, Lilith voltò lo sguardo in sua direzione, nuovamente ravvicinata al suo viso «Hm?» tirò un respiro profondo, quindi si girò di poco, rotando il busto in modo che la sua schiena poggiasse sul petto del ragazzo e le gambe andassero dalla parte opposta, appese alla poltrona. Riflettendo su quello che voleva vedere, iniziò a giocare con un ciuffo dei suoi capelli, guardando il soffitto «Sai, pensavo di vedere una serie tv, a dire il vero. Però adesso mi hai fatto venire voglia di film, così non sarai nemmeno costretto ad iniziare qualcosa che poi dovrai obbligatoriamente finire di vedere con me.» lo punzecchio con spensieratezza, mentre arrotolava quel ricciolo sul dito della propria mano «Hai mai visto il lato positivo? Voglio vedere quello.» e ovviamente non era una domanda, non aveva scelta, doveva sorbirsi quel film, così come lei si era vista il suo lungometraggio «Metti tu o metto io?» domandò in una parvenza di democrazia.. -
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Se qualcuno avesse davvero pensato di poter entrare in quell'istante in quella stanza, probabilmente avrebbe pensato di star interrompendo una coppietta che si stava passando effusioni davanti la televisione, come se quello fosse il loro covo babbano d'amore.
Senza sapere, che quei due non sapevano nemmeno cosa stesse succedendo tra loro, sembravano ignari di quanto si stavano spingendo in quella zona rossa pericolosa in cui il limite invalicabile tra una carezza e un bacio era così talmente teso che probabilmente sarebbe bastato un soffio per spezzarlo.
Eppure, entrambi, resistevano a quell'irrefrenabile voglia che continuava a spingerli uno verso l'altro.
«Ovviamente parlo dei tuoi vuoti... Non vorrei che ti sentissi solo in una stanza, quindi ti allieto le giornate. Anche perché in Accademia è difficile trovare qualcuno che ti riempia le giornate a questa maniera.» e non era una domanda. Era un'affermazione sicura e determinata, che non lasciava sfogo ad altre sfaccettature.
Lilith sospirò, lasciandosi trasportare senza opporre alcuna resistenza.
Alla fine non c'era niente di male nel stare abbracciati in quel modo, vero?
Questo non era uno dei quesiti che sembrava interessare i due, che continuava, invece a punzecchiarsi come se quello fosse il loro modo di scaricare quella tensione sessuale che si creava a loro insaputa, quando erano nella stessa stanza.
Il tasto del colore dei capelli, per sua fortuna, andò scemando. Non era ancora diventata così brava da poter controllare al massimo le proprie emozioni e i cambiamenti di colore che questi comportavano, ma spiegarli a Blake, sarebbe stato come aprirsi completamente e farlo entrare in un campo minato, in cui il ragazzo avrebbe potuto fare mercé di tutto quello che Lilith provava. Non era il caso di aprire questo vaso di Pandora. Non ora. Non in quel momento. Non sapeva se di lui ci si poteva fidare, le voci che giravano sul conto del Barnes non erano delle migliori e forse, questo, era anche il motivo per cui Lilith rimaneva sempre sulle sue, per quel che poteva.
Eppure, per quanto rimanere sulle proprie, in situazioni di difesa, era la regola che Lilith si era imposta con Blake, questa era venuta meno nel momento in cui si era gettata a cavalcioni sul ragazzo.
Sperava di essere abbastanza veloce da poter ritornare subito nella sua postazione, ma questo non avvenne tanto che quando sentì il tocco di Blake, sui propri fianchi.
La immobilizzò, impedendole di tornare in quella zona di comfort sicura e a quella distanza ravvicinata e non pericolosa.
Gli occhi della Dioptase rimasero impressi in quelli dell'Opale, non avrebbe mai mostrato imbarazzo davanti a lui.
Sentì la pelle reagire al suo tocco, seppur divisa dal tessuto. Sentì dei leggeri brividi percorrerle la schiena, tanto da stringere appena le dita attorno alle sue spalle.
«Visto? A volte basta... semplicemente cambiare prospettiva per apprezzare le cose... che abbiamo davanti...» cercò di sibillare in un sussurro, osservando di nuovo le sue labbra, mentre le mordeva e provando a manterenere quella spocchiosità che la caratterizzava. In quel frangente, senza nemmeno accorgersene, passò lentamente la sua lingua tra le labbra, come se si fossero seccate in quella situazione molto particolare. Con la coda dell'occhio osservò le dita del ragazzo arrivare all'orlo del pantaloncino e fermarsi.
Quell'attimo terminò, facendo ritornare Lilith al fianco dell'Opale. Le sue guance erano calde. Cercò di ripristinare il giusto battito cardiaco, quindi rimase per un po' in silenzio fino alla fine del suo film.
Era arrivato il momento di vedere uno dei suoi film preferiti. Forse la scelta azzardata della tematica era stata dettata da tutto quello che stava succedendo, ma questo era inconsapevole alla mente della Dioptase, che al suo dire sollevò gli occhi al cielo in una finta esasperazione «Ah ma se ti dà così fastidio questo arcobaleno, posso anche toglierlo. Ma poi non devi lamentarti se non riusciresti a seguire il film...» continuava a punzecchiarlo in una maniera fin troppo pericolosa, senza nemmeno accorgersene.
Lo seguì dubbiosa, con la coda dell'occhio, per vedere dove stesse andando, dopo aver messo il film. E quando sentì la porta venir chiusa a chiave, quasi voleva sprofondare nella tappezzeria della poltrona «Hai forse paura che io possa scappare? O che possa venire il mio principe azzurro a rapirmi?» gli disse quando lo rivide tornare nel suo raggio visivo. Non era per niente dispiaciuta che avesse chiuso la porta. Non ne sapeva il motivo, ma adesso si sentiva più tranquilla, come se il pensiero che qualcuno fosse potuto piombare nella stanza da un momento all'altro, avesse potuto frenare qualcosa.
Non ebbe il tempo nemmeno di capire cosa, quando si ritrovò a pochi centimetri da Blake, calato su di lei. Sussultò appena, mentre la colorazione dei suoi capelli si scuriva sempre di più, osservò le sue braccia, mandò giù a vuoto, rimanendo ancora un attimo in silenzio.
Non poteva dargliela vinta così «Questa poltrona è stata progettata per un solo posto a sedere... dobbiamo trovare nuovamente il giusto modo per incastrarci, per poterci stare in due, sai?» e così terminando, cercò di scivolare da sotto le sue braccia, sedendosi sul bracciolo della poltrona e, alzando un sopracciglio, mostrò lui lo spazio che aveva lasciato «Allora?». -
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Le stranezze continuavano ad aumentare in quello spazio ristretto che stava diventando quell'aula multimediale.
Alla fine dei conti, l'elettricità che stavano generando era talmente alta che si sarebbe potuta notare con scintille e piccoli fulmini sparsi per lo spazio della stanza.
Eppure, loro due, non si accorgevano di nulla. Si giravano attorno, si avvicinavano, le loro orbite si scontravano, diventavano una sola per poi dividersi di nuovo e ricominciare il girotondo come se tutto potesse continuare così all'infinito.
E quelle scintille che generavano ogni giorno sempre più pericolose, quanto ancora non avrebbero scatenato un incendio?
Probabilmente, se fossero stati due semplici adolescenti irresponsabili, erano già stati a letto diverse volte, ed invece loro preferivano studiarsi, pizzicarsi, farsi male senza capire che si continuavano ad avvicinare l'un l'altro sempre di più.
Quel giorno, però, le cose andavano in un crescendo di emozioni che probabilmente avrebbe visto i due fino a che punto sarebbero riusciti a spingersi.
Alle parole dell'Opale, Lilith alzò un sopracciglio «Non mi pare mica che tu faccia il contrario, Barnes...» non aveva negato, ma nemmeno aveva detto che apprezzasse quello che aveva davanti, come insinuava lo studente.
Quel breve attimo in cui Blake si allontanò per metter su l'altra pellicola, Lilith quasi iniziava a sentire il freddo lasciato dal braccio del ragazzo, come se sentisse quasi la mancanza di quell'avvicinamento che stavano vivendo quel giorno. Tuttavia, non lo avrebbe mai ammesso, ci stava solo riflettendo nel silenzio della sua testa.
Quando si accomodò sulla poltrona, lei non fece un passo in più in sua direzione, come se voleva sentirsi desiderata e voleva una dimostrazione di questo.
Il suo nuovo punzecchiarla, le fece sbuffare una risata, quasi un ghigno «Nessuno ha mai detto che mi imbarazzo a starti vicina. Non mi pare di essere scappata, finora. Forse sei tu, a sentirti a disagio, Blake?» quando pose questa domanda, il suo tono si affievolì in un sussurro, mentre ignorava volutamente quel suo gesto di avvicinarsi.
Non gliel'avrebbe data vinta.
E lui cadde a piè pari nel suo tranello, quando la tirò verso di lui. Lei non oppose resistenza e lasciò che si mettessero entrambi comodi «Noto che desideri la mia costante presenza al tuo fianco, quest'oggi...» gli sussurrò, rimanendo tra le sue gambe.
Anche lei si trovava bene in quella posizione, era come se si sentisse di sua proprietà e la cosa non le stava dispiacendo per niente, ma non lo avrebbe mai ammesso né a se stessa, né al ragazzino che la stava abbracciando.
Poi arrivò quella frase. Se c'era una cosa che non era da fare, era sfida Lilith. Lei non aveva poi tanta paura ad affrontare le sfide e quella che Blake stava ponendo era esattamente una sfida.
«Credi che io non lo faccia, Barnes? Non ho problemi... non vorrei che poi tu avessi un colpo al cuore.» e nel dirlo, le dita della mano, percorsero il suo braccio, in un lieve tocco per poi finire con l'indice a spingere all'altezza del cuore del ragazzo. Un istante breve e rapido, per poi parlare di nuovo «Tuttavia, hai ragione, se il mio pantaloncino ti crea fastidio, tantovale eliminarlo, no?» e senza spostarsi da in mezzo alle sue gambe, sollevò il bacino, mentre con le mani, da un lato e l'altro dell'elastico dell'indumento, lo fece scivolare a terra, sfilando lentamente prima una gamba e poi l'altra, quest'ultima sollevandola verso l'alto e prendendo il pantaloncino per poi mostrarlo sventolante al ragazzo «Va meglio? Tanto le mie mutandine già le conosci, no?» disse, rimanendo con indosso una brasiliana di pizzo nero.. -
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Tutto stava precipitando così velocemente. Tutti e due stavano perdendo il controllo della situazione e nessuno di loro se ne stava accorgendo realmente.
Il loro punzecchiarsi in una stanza chiusa, stava risultando una scelta veramente pessima, dettata probabilmente dagli ormoni o dal semplice fatto di prevalere sull'altro.
Era come se entrambi conoscessero il modo per stimolare nell'altro un qualcosa di inspiegabile e questo diventava un infinito vorticarsi intorno.
Lilith veniva spesso tradita dal colore dei suoi capelli, che sembrava parlare anche quando la ragazza stava zitta, Blake, invece, pareva non riuscire a controllare quel bisogno di averla vicina, che alla Dioptase non dispiaceva affatto «O di rabbia. Non puoi saperlo se son diventata rossa di rabbia, non credi?» se Blake si aspettava che Lilith avesse ammesso di essersi imbarazzata, allora stava sbagliando di grosso.
La ragazzina notò che Blake non rispose alla sua domanda, questo , per lei significava che aveva fatto un altro punto in quella battaglia dove nessuno sapeva cosa si sarebbe vinto.
Punto che venne subito pareggiato quando Blake rispose a Lilith con la sua stessa frase, dimostrandole che non solo aveva ascoltato ogni singola parola che la ragazzina diceva, ma che sapeva ben rigirare il tutto a suo favore.
Lilith alzò un angolo delle labbra, quindi dandogli vinta quella palla lanciata in rete.
Quando i pantaloncini volarono via, chissà dove, Lilith si sentì soddisfatta di aver dimostrato al ragazzo che avesse coraggio di fare una cosa del genere, senza provare alcun problema nel togliersi un indumento davanti a lui. Non si voltò a vedere il suo volto, preferiva immaginarlo spaesato e questo la rendeva soddisfatta.
Poi arrivò la sua voce, la ragazza rise leggermente, ma non ebbe il tempo di dire niente che la coperta di nuovo le finì addosso «Questa cosa sta diventando un vizio... allora non era il mio arcobaleno che ti infastidiva. Ti mettono a disagio... delle gambe nude, Blake?» forse avrebbe dovuto smetterla di stuzzicarlo, perchè questo avrebbe portato i due a spingersi sempre più in là, per valersi sull'altro. Il cuore della ragazza aumentò stranamente sentendo il ragazzo stringerla a sé. Non fece ulteriori battute sulla sua paura che lei andasse via e, anzi, per la prima volta, sollevò impercettibilmente il bacino per far si di accorciare ancora di più le loro distanze «Sono ancora in tempo per lasciarti solo, Blake...» un sussurro, mentre poggiava la schiena al suo petto, il contrario di quello che avrebbe fatto qualcuno pronto ad andarsene.
Senti le sue dita spostarle i capelli e poi ancora un soffio sul suo collo, che la fece rabbrividire «Dici? Ne ho altra ancora più interessanti, se vuoi vederle...» quel loro giocare stava diventando un pericolo.
E la dimostrazione fu quelle labbra che presero possesso del suo collo.
Stava cendendo, Lilith, cosa che non voleva fare. Eppure quella sua delicatezza, mista all'intensità con cui premeva sulla sua pelle, non fecero altro che far chiudere gli occhi alla ragazza e le fece portare il collo all'indietro, quasi abbandonandosi al suo bacio.
Il tocco della sua mano sulla coscia aumentò le sensazioni che Lilith stava provando.
La Dioptase cercò con un braccio di arrivare ai capelli del ragazzo, tenendolo delicatamente attaccato alla sua pelle, facendolo inebriare del profumo che la caratterizzava, mentre l'altra mano libera cercò la mano che avanzava sulla coscia, solo per potersi poggiare su quest'ultima e aiutarlo a seguire le linee della gamba.
Avevano messo un film, ma quanto sarebbe durato? Probabilmente non lo avrebbero nemmeno visto, se fossero andati avanti così... ma ... dovevano fermarsi?
Lei non sarebbe stata di certo quella a mettere un freno. Non aveva paura di spingersi oltre quel tocco, non temeva di incrociare il suo respiro e mischiarlo col proprio.
«B-Blake?» un sussurro, mentre le dita attorcigliate ai suoi capelli cercarono di sollevargli lo sguardo, che si sarebbe potuto trovare a pochi millimetri da quello della Dioptase, se avesse permesso.
Se questo fosse successo, i loro respiri si sarebbero mischiati in aria calda, lenti, ritmati insieme... e ora? Lilith fece per avvicinarsi, solo per provare a sfiorare le labbra del ragazzo con le sue, per poi tornare indietro, con un sorriso dispettoso sul volto.. -
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Probabilmente era proprio questo il limite che stavano per superare. Entrambi non sapevano cosa stesse succedendo e cosa avrebbe comportato quel loro continuo stuzzicarsi a vicenda, stavano calpestando un campo minato che poteva portar loro solo a questa soluzione. E tutto stava avvenendo così rapidamente che quasi non se ne resero conto di quanto stessero bene in quel frangente, dove tutti i paletti che si erano imposti, stavano pian piano venendo superati da entrambi.
Non era solo il corpo che bramava Blake. Era anche la testa, il sangue... il cuore. E questo era sempre più un campo pericoloso dove Lilith si stava buttando a piè pari, senza pensarci un secondo di troppo.
Ad ogni mozzico sentiva il pizzicchio, ma non il dolore, sentiva quel piacere particolare che non aveva ancora provato per nessuna delle volte in cui aveva avuto un rapporto con qualcuno. Era andata a letto con ragazzi, l'estate, al mare... ma Blake... Blake non era quella sensazione di sesso che provava, giusto quello sfizio che voleva togliersi per quella notte, com'era stato con gli altri. Non si rendeva conto che la delicatezza di quella brama che il ragazzo le stava imprimendo sul collo, era più forte di qualsiasi ormone aveva sentito saltare per i bellocci della spiaggia gli anni prima. Tenne gli occhi chiusi, tirando il respiro per potersi attaccare ancora di più al suo corpo, cedendogli ancora più spazio sul collo che stava esaminando il ragazzo, mentre la mano passava delicatamente a rassegna i suoi capelli che scivolavano tra le dita. Voleva che quegli attimi durassero per sempre, che non terminassero mai, come se ogni secondo che quelle labbra e quella mano accarezzavano la sua pelle, stessero solo conoscendo una parte in più della ragazzina.
Il respiro aveva paura di uscire, per non disturbare l'operato del ragazzo. La mano che era sulla sua, la strinse leggermente.
Era come se in cuor suo avesse da sempre desiderato quel momento, senza realmente saperlo. Eppure adesso le cose stavano sistemandosi nei propri tasselli, come se fossero state messe in disordine, per arrivare esattamente a questo punto, per essere riordinate da lui, da quelle labbra, da quel viso.
Quando i loro occhi si incrociarono, tentennare davanti alle sue labbra fu difficile. I capelli erano diventati completamente neri, con leggere sfumature azzurre, come se il suo umore stesse mischiando con la giusta gradazione l'opale e la dioptase, usando il colore degli occhi di Blake.
Si ritrasse, quasi a volerlo invitare ad andare oltre. Come a dire "Ehi, se vuoi fare questo, puoi farlo". Rise, un misto tra imbarazzo e dispetto, mordendosi il labbro inferiore, mentre guardava il ragazzo. Il tempo che passò da quel tocco di labbra a dopo, sembrò lunghissimo. «Forse è tutto un errore... ho sbagliato...» la testa di Lilith stava per entrare in allarme, nonostante il suo volto non tradisse alcuna emozione, quindi? Che si faceva?
Sentì all'improvviso la sua mano lungo i fianchi, sotto la maglietta. La pelle reagì a quel tocco, si scaldò al suo passaggio, mentre le sue labbra ripresero il percorso desiderato. Non mosse un dito, Lilith, bloccata come se non sapesse realmente cosa fare.
«Avanti, non è la prima volta che un ragazzo ti mette le mani addosso... cosa ti blocca? Perchè con lui è tutto così diverso? Non sarai mica tornata verginella?» si stava insultando nella testa, mentre Blake le mordeva il labbro. Sentì un brivido diverso, un brivido nuovo e chiuse gli occhi. Quindi arrivò quel bacio. Lo desiderava, voleva realmente che non si fermasse al solo collo, che arrivasse alle sue labbra, gli occhi si chiusero e le carnose si poggiarono su quelle di Blake, come a volerne saggiare la morbidezza, nonché il sapore. Intenso, lento. Poi terminò.
Era durato così poco?
Perchè le cose belle hanno una durata breve?
Cercava di pensare il meno possibile, lui rimase ancora vicino, la stava invitando a riprovare quel sapore intenso? Non poteva davvero aver già avuto abbastanza di quel bacio. Cercò di torcersi ancora di più per provare ad averlo nuovamente davanti, provando, se glielo avesse concesso, a mettersi nuovamente a cavalcioni su di lui.
Non voleva che finissero a letto. Non ora. Non così velocemente.
E la cosa la spaventava. Perché non si sarebbe accontentata di una scopata e via, con lui? Lo aveva sempre fatto, proprio per non legarsi a nessuno... Cosa diavolo aveva Blake che gli altri non avevano?
Se si fosse riuscita a mettere a cavalcioni, avrebbe poggiato le mani sulle sue guance e l'avrebbe guardato intensamente.
Il suo ghigno si era stranamente addolcito, come se a guardare quel volto da così vicino, avesse scoperto dei lineamenti diversi del ragazzo. Lentamente si avvicinò al suo viso, dolcemente poggiò le labbra sulle sue, con un semplice bacio a stampo, per poi staccarle di pochi millimetri e con la punta della sua lingua disegnarne il contorno, prima di baciarlo definitivamente, spingendosi verso di lui.
Si lasciò trasportare, lasciò che quel bacio diventasse più lungo di quello di prima, che parlasse, nonostante il silenzio, che dicesse a quel ragazzo che non voleva che quell'attimo finisse, che non desiderava altro che continuare a scoprire il suo sapore, di stare abbracciati e...
Si fermò di scatto, allontanandosi un attimo dalle sue labbra. Gli occhi erano sgranati, le mani erano ancora sulla sua faccia, ma lei si era ritratta, come se i pensieri di poco prima le avessero fatto partire un sistema di sicurezza.
«Blake... io... non voglio che oggi finiamo a letto, che succeda così, su di una poltrona arrangiata. Non voglio che finito di scopare, diventiamo due sconosciuti nei corridoi o un trofeo sull'album delle nostre conquiste...» le mani scesero dal suo viso, poggiandosi sul suo petto. Stava rovinando il suo momento più bello, solo perchè la sua testa non aveva smesso di pensare «Eh sì, anche io sono del parere che dobbiamo goderci giorno per giorno quello che la vita ci pone davanti... ma non questo.» i suoi occhi non lasciarono una sola volta quelli del ragazzo «Non voglio vederti come l'occasione imperdibile di questo pomeriggio, voglio viverti... ogni giorno... » il suo flusso di parole era diventato un uragano di emozioni, così come i colori dei suoi capelli, che nel nero destinato a Blake, brillava quell'azzurro, così forte da sembrare quasi la testa di una sirena. Abbassò il tono della voce, un sussurro che fece avvicinandosi di nuovo alle sue labbra «Voglio che... questo...» lo bacio con una morbidezza unica, provando a fargli sentire l'intero contorno delle sue labbra, su quelle di Blake «...sia il pensiero con cui tu vada a dormire, ogni sera...» e se glielo avesse concesso avrebbe provato di nuovo a baciarlo, questa volta con più brama.. -
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