Arancia meccanica

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    Blake Barnes Studente
    Capitava spesso e volentieri che Blake volesse rimanere da solo a vedere film. Dopo la musica, la sua passione più grande era il cinema! Il cinema di tutti i generi e maniera, i film lo rilassavano e più erano vecchi e meglio si sentiva a riguardo. Quella sala era ancora troppo poco conosciuta ed utilizzata per trovare qualcuno con cui farci qualcosa, ma la cosa non gli dispiaceva affatto. L'esclusività era una delle caratteristihce che più gli si addicevano ed era anche quella che cercava di mantenere di più ed in modo assoluto. Blake era il classico tipo che adorava stare in mezzo alle persone, adorava socializzare, amava parlare e ridere, scherzare... insomma era una persona dinamica e un animale da compagnia, se vogliamo, ma c'erano alcune cose che voleva fare da solo o comunque in solitudine. Adorava i film babbani, specialmente quelli che venivano gestiti e fatti con criterio, sopratutto se poteva ammirarli con dispositivi magici che - diciamoci la verità- erano tutt'altra cosa rispetto alle solite cazzatelle babbane! Non ci vedeva niente di male a rintanarsi in quella stanza mentre i suoi compagni erano intenti a leggere libri, o a stare nei giardini a... boh, cazzeggiare? giocare? chissà cosa facevano fatto si era che a lui non andava per niente e la sua pausa voleva passarla li dentro, con un maxi schermo, pop corn saporite ed infinite, una bella birretta fresca - neanche i meglio spacciatori sapevano come Blake riuscisse a prendere l'alcool, ma infondo era facile, bastava portarne un goccio ed avere un buon incntesimo da utilizzare- e la pace dei sensi! Li, tra i cuscini, con una bella tuta larga, una maglietta bianca a maniche corte, il sole che filtrava solamente con piccoli raggi ed il film più bello di sempre. Arancia Meccanica. Lo aveva visto circa un milione di volte, e sempre si era emozionato ed fomentato in alcune scene chiave. Per la prima volta lo aveva visto con Aaron - anche lui molto appassionato di quella roba- ed era piccolo. Beh si, suo fratello aveva fatto il possibile per fargli avere un'infanzia perfetta, ma far vedere un film del genere a bambini, insomma non aiuta a non favorire la violenza. Eppure si era innamorato da subito. Lo aveva visto così tante volte da sapere tutte quante le battute a memoria. A volte era lui stesso a recitare quelle battute e delle altre volte si addormentava mentre lo guardava. Non perchè lo annoiasse ma perchè, in qualsiasi punto del film lui si sarebbe risvegliato, sapeva esattamente cosa era successo e cosa doveva succedere. Ed era quello il punto, con una tale atmosfera era davvero difficile non rilassarsi più del dovuto. Non stava dormendo, ma era tra veglia e sonno, quello stato comatoso che non ti rende completamente vigile ed attento a quello che succede in giro. Insomma, Aveva gli occhi semi chiusi e pochissima voglia di rimanere vigile ed attento per non farsi beccare. La birra comunque era quasi finita ed il suo bivaccamento era tale da sembrare quasi un bambino innocuo che sonnocchia davanti al proprio film preferito!
    by Revelio GDR
     
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    L'aula Multimediale. Quello era il paradiso per Lilith. Era il solo posto dove poteva dedicarsi completamente alla sua passione per i film e le serie tv. E quel giorno della settimana era quello che lei dedicava alle serie tv. Doveva fare una cosa semplicissima, alzarsi dal letto, vestirsi e andare in Aula, prendere il primo dispositivo e connetterlo così da poter avere uno streaming favoloso di qualche serie che ancora non aveva deciso.
    Alzarsi dal letto fu tragica, alla fine non aveva voglia di vestirsi e uscire, l'unica cosa che la spingeva a farlo era l'appagamento che avrebbe sentito dopo aver soddisfatto la sua sete di serie tv.
    Non aveva voglia di indossare la divisa, perchè avrebbe dovuto indossarla come Merlino comanda, quindi ci avrebbe messo tempo, quindi mise i primi shorts neri di tuta che trovò, con delle fascette dei colori dell'arcobaleno ai lati e un top a strisce gialle nere e azzurre, corto, con le sneakers bianche ai piedi e scese dal dormitorio. x
    Si diresse a grandi falcate, con in tasca il suo lettore musicale babbano, con cui stava studiando la musica babbana.
    Lo spense appena dentro la stanza, notando che c'era qualcosa di strano: si sentiva come se qualcuno stesse guardando la televisione, eppure, nonostante lo schermo fosse acceso, non vedeva nessuno nei dintorni.
    Si guardò intorno, avanzando cercando di non fare il minimo rumore, poi arrivò alle spalle della poltrona che abbracciava il piccolo, povero Blake.
    Lilith si guardò attorno e si accovacciò per non farsi notare. Provò quindi, ad avvicinarsi di più, fino ad arrivare esattamente dietro la sua testa, dove si sarebbe sollevata, messe le mani sui fianchi e «Questa cosa di incontrarci senza un vero motivo dovrebbe finire, Bell'Addormentata. Aspetti il tuo principe azzurro o stai vedendo il film?» se Blake avesse aperto gli occhi, avrebbe trovato l'immagine del suo incubo, sorridergli dall'alto.
    A Lilith non stava dispiacendo aver incontrato nuovamente Blake, ma la cosa aveva rovinato i suoi piani. La sua giornata serie tv stava sfumando e sarebbe dovuta tornare in camera a mani vuote e solo con il rimorso di essersi preparata inutilmente.
    «Quindi oggi la sala l'hai occupata tu? Oppure hai finito?» poverino, quella ragazzina era un uragano, non gli stava lasciando il respiro nemmeno di risvegliarsi dall'infarto nel vederla.
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    Blake Barnes Studente
    Quella giornata gli serviva seriamente per riflettere e sopratutto per riposarsi. Il fatto era che semplicemente aveva voglia di non fare assolutamente niente! Il fatto che quel film lo conoscesse veramente alla perfezione era normale che gli metteva sonno. Insomma stava seriamente rilassato. Non si rese conto che qualcuno era entrato nella stanza, e non si aspettava certamente di vedere Lilith, non la faceva tipa da film, ma in quel momento non si rendeva neanche conto di chi fosse e che ora erano. Era normale per lei entrare dentro una stanza mentre una persona dormicchiava e fare quegli aguati? Le sembrava vagamente normale quell'atteggiamento? Non lo sapeva che le persone quando dormivano e venivano svegliate in quel modo potevano avere reazioni violente? Per fortuna che non era nella sua indole e sopratutto per fortuna che non stava dormendo profondamente, quindi a parte un piccolo mancamento al cuore e sbarrare gli occhi improvvisamente come se fosse successa la terza guerra mondiale e lui non se ne fosse accorto, non disse niente. Ma incantenò gli occhi ai suoi. Lilith aveva quel non sapeva ancora bene cosa che lo intrigava. Ma questa non era un'informazione che gli era ancora chiara. Blake non si curava mai delle cose belle che sentiva, in genere analizzava solamente quelle estremamente negative! Infondo non aveva nessuna intenzione di capire perchè non gli dispiaceva la presenza della ragazzina in quella stanza. Tese appena un braccio verso di lei afferrandole un braccio e con determinazione la fece cadere letteralmente affianco a lui, un pò su di lui... insomma, voleva seriamente rilassarsi. Non era una ragazza timido e non si imbarazzava facilmente. La guardò e sogghignò. Ce la fai a stare zitta per un'altra mezz'oretta? chiese poi portandole il braccio intorno alle spalle. Era fatto così. Doveva pur metterla alla prova in qualche modo e comunque ancora non si era del tutto svegliato quindi, anche se non era da lui, aveva le difese abbassate al massimo, quindi Lilith aveva solamente due alternative, o sfruttare il momento di assoluta spontanetà di Blake oppure fargli notare che era in una posizione di svantaggio e tornare ad approcciarsi con lo stronzo di sempre. A lei la scelta. Sospirò un pò indispettito quando lei fece quella domanda. Sto vedendo il film... cosa pensi che si faccia in una sala multimediale? chiese poi rendendosi conto che aveva richiuso gli occhi. Li riaprì e la guardò. Le diede una rapida occhiata.
    La sala è occupata da me, tutta la giornata, adesso... o finiamo di vederci il film e poi vedi quello che vuoi, oppure... la strada per tornare nel tuo dormitorio, immagino che sia sempre la stessa... Non voleva essere antipatico, ma davvero, cosa voleva di più? Lui le aveva fatto capire chiaramente che la potevano condividere. Non era uno che dava quel genere di attenzioni alle ragazze, e Lilith, senza neanche averlo chiesto, preteso o fatto intendere, aveva strappato una sorte di abbraccio spontaneo dal biondino, poteva semplicemente sedersi li e stare zitta? Si mise un pò più comodo.
    Inoltre, ti farebbe bene un pò di cultura in campo cinematografico... aggiunse sogghignando e guardandola appena di sguincio. Andava sempre in giro scosciata? Non ce l'aveva un pantalone lungo ed una maglietta che la coprisse? Magari era povera e nessuno le comprava quel genere di cose. Prese la copertina che aveva lui addosso e la allungò anche sulle sue gambe.
    Voleva tornare al suo relax, che a lei piacesse o meno! Infondo non poteva lamentarsi... E magari non è neanche un caso che tu sia qui... se vuoi vedermi, basta chiederlo! Ok, non ce la faceva neanche lui a non punzecchiarla. Aveva appena riflettuto alle parole della riccia e non riusciva a stare in silenzio neanche lui. Chiuse di nuovo gli occhi e si mise a giocare con l'orlo della maglietta di Lilith. Infondo se aveva una mano sulla sua spalla, un perchè c'era!


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    Se c'era una cosa che aveva capito, la piccola Lilith, era che la gente era sempre più strana e avrebbe continuato a stupirla ogni volta, nella vita, così da non avere mai il tempo di annoiarsi.
    E questa, era la volta di Blake. Non si aspettava chissà quale caloroso saluto da parte del ragazzo, anzi, era arrivata di soppiatto e aveva rovinato praticamente il suo sonnellino, quindi si aspettava pop-corn lanciati dietro e un "Esci di qua prima che ti ammazzo" quasi immediato.
    Insomma, lei lo avrebbe fatto: avrebbe urlato di non volerlo più vedere, di sparire dalla sua vista e sarebbe rimasta nervosa per tutto il giorno.
    Invece, stranamente, Blake fece rimanere Lilith a dir poco contradetta.
    Il ragazzo aveva sgranato gli occhi all'improvviso, reazione più che controllata di un grande spavento per chi viene svegliato di soprassalto. Questo per Lilith fu quasi soddisfacente, seppur avrebbe voluto farlo saltare dalla poltrona come nei cartoni animati.
    Rimase in silenzio a guardarlo, nel frangente in cui lui fece lo stesso, con un sorriso pacato sul suo volto.
    Poi, il biondino, fece qualcosa che la Dioptase non si aspettava e che non ebbe il tempo di assimilare, così da poter contrastare.
    Si sentì tirata per un braccio e, prima ancora che potesse sottrarsi a questo, con gli occhi sgranati, venne catapultata affianco a lui, con una coscia che poggiava sulla sua.
    Strinse gli occhi, nell'impatto, senza accorgersi che improvvisamente i suoi capelli fossero diventati di strane sfumature nere, in quei capelli color cenere. La metamorfomaga non riuscì a controllare quella strana sensazione che il suo corpo stava provando. Le guance anche le si colorarono, di rosso però.
    Sposto lo sguardo dal lato opposto alla faccia del ragazzino, tanto da provare a mantenere un certo contegno, nel non dimostrargli l'imbarazzo e la fibrillazione che stava avendo per quel gesto appena fatto.
    «Ma che diavolo gli prende...» tirò un respiro profondo, prima di sentire le parole dell'Opale.
    Si voltò piano in sua direzione, senza temere quella distanza ravvicinata dovuta alla posizione strana che era stata costretta ad assumere.
    «Ritieniti fortunato: i miei compagni di casata si lamentano dei miei silenzi. Almeno tu potrai ricordare la mia fantastica voce, nei tuoi sogni erotici.» punzecchiarlo era una cosa che non poteva evitare. Era un attimo solo, prima di tirare un respiro profondo e restare in silenzio, alleggerendo la tensione che aveva causato quell'essere tirata e rimanendo quasi tranquilla con quel braccio sulla sua spalla, come se avesse fatto l'abitudine a quel contatto. I capelli, non sembravano, però volerne sapere di tornare del proprio colore naturale.
    Quando sentì la voce di Blake di nuovo, con la coda dell'occhio Lilith gli lanciò un'occhiataccia «E cosa posso saperne se sei venuto qui per cercare me...» azzardò la dioptase, con un mezzo sorrisetto.
    Tornò poi a guardare la punta delle dita del ragazzo e d'istinto, irrefrenabile, prese a giocare con quelle della sua mano, con un sorriso beffardo sul volto.
    Era strano quel ragazzo. Insomma, sembrava essere il classico figlio di papà che voleva rompere le scatole a qualsiasi ragazzina, però era capace di stupire con la sua semplicità, a volte. Per poi rimembrare al mondo quanto fosse stronzo.
    Buttò un'occhiata allo schermo, quindi, per poi sbuffare.
    «Cos'è? Abbiamo il ciclo oggi, principessa? Allora rimango qui a farti compagnia, sia mai dovessi sentirti solo... so come ci si sente in quel periodo del mese.» un modo strano per dire che avrebbe volentieri passato il resto del giorno a vedere film con il Barnes, ma d'altronde era Lilith, non ci si poteva aspettare cotanta dolcezza, anzi, già il solo fatto che nonostante stesse rispondendo col suo solito sarcasmo, non avesse smesso di giocare con le sue dita, la diceva lunga.
    Alla fine, quella posizione, per quanto carica di fraintendimenti, sembrava stesse bene ad entrambi. E Lilith fingeva di subirla benissimo.
    Roteò gli occhi al cielo «Guardo film con mio padre da quando ero in fasce, con chi pensi di avere a che fare, signorino...» gli fece un occhiolino, voltandosi, questa volta, completamente in sua direzione a guardare il suo volto.
    Quando allungò sulle sue gambe la coperta, Lilith aggrottò la fronte perplessa «Ehm... non ho freddo, non preoccuparti. Oppure...» un angolo delle labbra si sollevò in un ghigno che la diceva lunga «... le mie gambe nude ti distraggono dal film?» stuzzicare delle reazioni nell'Opal era diventato un divertimento, all'inzio, per poi trasformarsi in una specie di droga che creava dipendenza.
    Tranquillamente poggiò la testa sulla sua spalla, ridendo sarcastica alla sua frase «In realtà ho percepito che sentissi la mia mancanza e volevo essere talmente magnanima da donarti un briciolo della mia presenza...» sbuffò poi, guardando di sguincio la sua mano giocare con la sua maglia e ghignare in silenzio.
    Dai non era così brutto concedersi un attimo di tranquillità, che stavano facendo di male? Rimase in silenzio per un attimo...
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    Blake Barnes Studente
    quella cosa, qualsiasi cosa fosse, gli stava piacendo. Non era un tipo da film pop corn e coperta, non gli era mai successo di stare in quelle circostanze con una ragazza, quindi non sapeva esattamente come muoversi, ma quella era la sua iornata di riposo e non ci sarebbe stata nessuna che lo avrebbesmosso da li! Lilith era sempre così attenta e piccante quando parlava che era inevitabile mettersi li a stuzzicarla e farsi stuzzicare in qualsiasi circostanza. Sorrise appena, ma senza farglielo notare. Si vedeva che le piaceva quella posizione e il biondino percepiva anche l'imbarazzo che aveva lei... anche se alla fine si distese completamente e finalmente potevano continuare a vedere il film. Davvero? Nella sua casata non era così eloquente? Non parlava come faceva con lui. Sogghignò. Capisco... effettivamente lo so da sempre di essere più speciale degli altri... quindi la tua parlantina esce per nascondere l'imbarazzo? chiese a sua volta prima avvicinarla ancora un pò a lui e aprire definitivamente gli occhi e girarsi con il viso verso il suo. Era di nuovo rossa, come quella volta nella stanza dismessa mentre lui le guardava le mutandine. Non disse niente, infondo il suo essere così contraddittoria era carino e simpatico, ma quando notò anche i suoi capelli scurirsi, allora, gli venne serimanete da ridere, ma non lo fece. Era sempre bello vedere le persone fino a che punto potessero arrivare.
    Il rosso del tuo viso si sposa bene con il colore scuro dei tuoi capelli... anche se un pò più chiara ti preferisco Gli rispose giusto per farle capire che non era cieco e ci vedeva benissimo ed inoltre ci teneva molto ai dettagli, quindi il suo modo da bandita con lui non attaccava per niente. Come poteva essere andato lui li per cercare lei se era arrivato prima lui? Ma non glielo fece notare, farle prendere coscienza che aveva notato il suo imbarazzo poteva essere abbastanza, almeno per quel momento. Sorrise appena quando lo chiamò principessa e scosse il capo divertito a quello che disse dopo. Il bello di Lilith era che il so sarcasmo non era per niente banale e la cosa che più gli piaceva era che il suo essere così originale e sarcastica la rendeva di un sensuale assurdo. Anche se a volte sembrava quasi che non le interessasse quell'aspetto di se stessa. Grazie enormemente per sacrificarti per me! Ed era ovvio che la stesse prendendo in giro ma quando specificò che effettivamente lei non sentiva freddo alzò appena un sopracciglio. Non è che lo distraeva era che non pensava fosse una cosa consona, infondo era così che si guardava un film, ed era così che doveva essere. Anche perchè, aveva le sue gambe sulle sue e non è che quello non fosse una distrazione, ma infondo non era il tipo da provarci in quel modo! Oddio, non era vero, se lo stava raccontando solamente per non farlo. Ma forse, semplicemente, non voleva dargliela vinta. Assolutamente. Era come se si fosse innescato un meccanismo di sfida tra di loro che nessuno dei due aveva intenzione di smorzare facendo vincere l'altro. Si. Uno dei due o anche tutti e due, prima o poi si sarebbero fatti del male. Ne era certo! Ma al momento la coscienza poteva continuare a dormire sogni tranquilli.
    No... è che il tuo pantaloncino con le fasce laterali con l'arcobaleno, non sono intonate con la mia tuta e non mi piace avere un accozzaglia di colori davanti a me! Ecco, se qualcuno avesse sentito quello che aveva appena detto lo avrebbe preso in giro per tutta la sua vita. Sorrise poi alzando appena la coperta e guardando le gambe della ragazza.
    Anche se effettivamente non sono male! Alla fine Blake riusciva a tenere quella maschera veramente per poco tempo. Poi tornava esattamente come sempre, un cretino che amava fare se stesso!
    Beh, questo è uno dei mie film preferiti e temo che non potremmo andare avanti fin quando non sarà finito.... quindi, fattene una ragione! Aggiunse poi rilassandosi sotto il tocco delle manidella ragazza. Stava giocando con le sue dita da quanto lui le aveva messo una mano sulla spalla... era veramente una bella sensazione. Era piacevole e rilassante. Tornò a guardare il televisiore.
    Eh bene, signorina magnanima che percepiva che io sentissi la sua mancanza, che voleva vedere? Non la smentì, infondo alle ragazze piaceva sentirsi importanti, quindi perchè no! Chi era lui per dirle che non le era mancata? O forse le era mancata davvero? Non era il giorno giusto per pensare a dare una vera risposta alle sue attuali domande.


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    Le persone hanno mille sfaccettature e Lilith stava imparando a fare i conti con questo aspetto del mondo, tuttavia non si aspettava che una di queste persone che le avrebbe insegnato questo cambiamento, fosse proprio Blake Barnes.
    Qualche tempo prima era apparso come quello che voleva guardare oltre le sue mutandine ed, adesso, la stava abbracciando su una poltrona, a distanza molto ravvicinata, guardando un film: il classico stereotipo di una coppia da telefilm collegiale americano.
    Non che la cosa le dispiaceva, per l'amor di Merlino, tuttavia la confondeva leggermente.
    Non avrebbe mai ammesso un attimo di debolezza, che fosse imbarazzo o confusione, nel stare tra le braccia di Blake. Avrebbe mantenuto il polso duro in qualsiasi circostanza, ma questo, fino a quando?
    Sicuramente sarebbe arrivato il giorno in cui Lilith avrebbe mostrato il fianco, seppur cercava di mantenere alto il suo profilo «O semplicemente per colmare i tuoi vuoti, non credi?» lo punzecchiò ancora, per non dargli la possibilità di avere la meglio su di lei, seppur stava ad un passo davvero piccolo per essere avanti, soprattutto mentre l'avvicinava ancora un po'.
    Si voltò verso di lui, nello stesso istante in cui il ragazzo fece lo stesso in sua direzione. Fu un frangente talmente rapido, che Lilith non capì bene cosa stesse accadendo, nemmeno ai suoi capelli, che prendevano sempre di più il colore nero. Abbassò per un attimo lo sguardo sulle sue labbra, per poi tornare rapidamente ai suoi occhi, alzò un sopracciglio alle sue parole. Dannazione, si era accorto del suo cambio repentino di colore «Mi piace cambiare colore dei capelli, ogni tanto... dovrai abituartici, mi sa...» disse semplicemente, per poi volgere lo sguardo allo schermo.

    Con la coda dell'occhio guardò il ragazzo sorridere, e un pochetto Lilith ammorbidì un sorriso anche sul suo volto. Tornò alla televisione «Figurati. Mi daranno crediti in più alla fine dell'anno per il volontariato, non preoccuparti.» gli fece un occhiolino, senza guardarlo, senza preoccuparsi se Blake avesse potuto vederlo o meno.
    Quando l'Opal si permise di commentare il suo abbigliamento e le sue gambe, spiandole sotto la coperta, Lilith gli pizzicò la pancia, nascosta dalla coperta, quindi provò a scattare seduta a cavalcioni su di lui e a tirargli il naso, piazzandosi proprio a coprire la visuale col suo corpo «Ma come ti permetti, scemo di un Barnes! Il mio pantaloncino è perfetto, sei tu che stoni con me.» quindi scivolò di nuovo al suo fianco e di prepotenza provò a prendergli di nuovo il braccio per passasserlo nuovamente sulla spalla, ritornando nella posizione iniziale.
    Rise leggermente tra sé.
    Riprese a giocare con le sue dita, quindi rimase in silenzio «E sia...» disse solamente, quando pose la condizione di terminare il film che aveva iniziato.
    E così fece.

    Non disse niente, cercando solo di colmare quel silenzio con quel lieve contatto fisico che avevano stabilito. Le dita giocavano con quelle del ragazzo, ogni tanto la testa poggiava sulla sua spalla e niente di più.
    In una strana tranquillità che sembrava piacere ad entrambi. Nessuno dei due si domandava perché? Probabilmente lo avrebbero fatto più in là, probabilmente avrebbero bruciato talmente tanto per non mollare davanti all'altro che si sarebbero tagliati a vicenda prima di capirci qualcosa di quello strano rapporto che stavano mettendo su.
    Quando Blake tornò a parlare, Lilith voltò lo sguardo in sua direzione, nuovamente ravvicinata al suo viso «Hm?» tirò un respiro profondo, quindi si girò di poco, rotando il busto in modo che la sua schiena poggiasse sul petto del ragazzo e le gambe andassero dalla parte opposta, appese alla poltrona. Riflettendo su quello che voleva vedere, iniziò a giocare con un ciuffo dei suoi capelli, guardando il soffitto «Sai, pensavo di vedere una serie tv, a dire il vero. Però adesso mi hai fatto venire voglia di film, così non sarai nemmeno costretto ad iniziare qualcosa che poi dovrai obbligatoriamente finire di vedere con me.» lo punzecchio con spensieratezza, mentre arrotolava quel ricciolo sul dito della propria mano «Hai mai visto il lato positivo? Voglio vedere quello.» e ovviamente non era una domanda, non aveva scelta, doveva sorbirsi quel film, così come lei si era vista il suo lungometraggio «Metti tu o metto io?» domandò in una parvenza di democrazia.
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    Una cosa che lo faceva impazzire, letteralmente, di quella ragazza era che gli rispondeva, sempre e comunque. Si vedeva lontano un miglio che era in imbarazzo e che comunque gli piaceva moltissimo avere il suo braccio intorno alle spalle. Lo si capiva dal fatto che non faceva altro che giocare con le sue dita. Infono era il suo modo gentile e tenero di fargli capire che, effettivamente, quel contatto non gli dispiaceva affatto. Infondo Blake funzionava in quel modo: più le cose erano semplici e spontanee e più lui si scioglieva e abbassava i muri che si era creato da solo per tenere le persone a distanza, per tenere le persone lontane. Infondo non aveva mai ricevuto tanta dolcezza nella sua vita, non sapeva esattamente come si stava tra le braccia di una donna. Non aveva avuto la mamma, e seppur la situazione era completamente diversa con quella ragazza, non sapeva come ci si approcciava in maniera decente ad una ragazza. Quello che stava succedendo in quel momento era qualcosa di raro che se solo Lilith avesse saputo, si sarebbe resa conto quanto Blake tenesse a lei. In maniera completamente inconsapevole, non sapendo neanche lui esattamente cosa pensare di tutta quela situazione, ne del suo comportamente. Fortunatamente o sfortunatamente per lui, Blake, non era uno che si faceva troppe domande. Era più uno di quelli che lasciava scorrere le cose così come era fino a che le domande sarebbero state completamente indispensabili. Beh, a quanto sembra, sei una a cui piace parecchio stare in silenzio... quindi... di quali vuoti parli? Chiese continuandola a punzecchiare si mise un pò più comodo sulla poltrona facendola accomodare ancora un pò vicino a lui. Aveva un buon profumo. Sapeva benissimo come funzionavano quelle cose, lo sapeva perchè Katrina, quando era con Aaron aveva un colore totalmente diverso a seconda di quello che provava, a volte riusciva anche a farsi prendere fuoco i capelli per quanto si arrabbiava, o al contrario diventavano di un colore mite... quindi, Blake, doveva solamente capire l'effetto che faceva a quella ragazzina e perchè i suoi capelli erano diventati così scuri. Infondo era tutta questione di conoscerla un pò meglio, e se solo lei glielo avesse concesso avrebbe anche capito cosa le passava in quel momento nella testa. Era ancora un pò insonnolito per rendersi conto del piccolo frangente in cui la ragazza le stava guardando le labbra, quindi non disse niente per quella sua piccola disattenzione, ma la loro lontananza era fin troppo minima per continuare a voler davvero punzecchiarsi. La lasciò giocare con le sue dita, era un gesto che lo rilassava molto ed infatti in quel momento avrebbe potuto dire qualsiasi cosa se solo lei glielo avesse chiesto. Era un bene che Lilith era troppo impegnata ad essere sulla difensiva per capire che quello era il momento per "attaccarlo" e prendersi una gran bella vittoria. Volontariato? Davvero lo pensava, rise di gusto come se fosse solamente una provocazione ma quando sentì il pizzico alla pancia sogghignò. Sapeva che se la sarebbe presa, ma non si immaginava una reazione del genere, infondo le aveva comunciato che secondo lui, lei aveva delle belle gambe! Era pur sempre un complimento! Se la ritrovò a cavalcioni, con il suo corpo snello interamente a coprire la televisione. Non disse nulla, le posò le mani sui fianchi impedendole di tornare al suo posto. Effettivamente, vista da questa prospettiva... Le toccò con un dito la banda colorata al lato sinistro della gamba continuandola a guardare negli occhi, l'altra mano ben salda sul suo fianco. Si fermò con il dito all'orlo del suo pantaloncino si morse appena il labbro. Esitò un momento, ma alla fine la lasciò scendere e quando lei si rimise il suo braccio intorno alle spalle continuando a giocare con le dita della sua mano sorrise. Non lo avrebbe visto farlo. Non sorrideva così spesso da troppo tempo e riflettendoci non era una cosa molto buona e sopratutto non l'aveva provata molte volte. Al suo "E sia" non disse niente e continuò a guardare il film, questa volta in silenzio. Aggiustandola un pò di più vicino a lui e mettendosi comodo.


    Silenzio. Stranamente un silenzio piacevole, davvero non pensava si potesse rilassare tanto con lei nei paraggi. Il film scorreva e loro lo stavano guardando, lei continuava a giocare con le dita del ragazzo lui si godeva il suo film preferito. Riflettendoci lo aveva visto solamente con suo fratello come una sorte di rituale e spezzarlo in quel modo quasi gli faceva strano. Ma questo non lo disse a Lilith. Non ne aveva intenzione, si sarebbe sentita fin troppo importante per lui e quello era sconveniente. "Il Lato positivo" lo aveva visto molte volte ma non disse niente e quando vide i titoli di coda sullo schermo sorrise e si alzò lui.
    Hai sfoggiato fin troppo il tuo arcobaleno! disse poi sfilando la sua mano da quella della ragazza e il braccio da dietro le sue spalle. Si alzò, si stiracchiò un momento, si risistemò la maglietta. andò vicino allo schermo e mise il film che lei le aveva chiesto. Andò verso la porta e la chiuse a chiave, allora tornò vicino a lei e la guardò sulla poltrona. Sogghignò. Non sapeva esattamente cosa volesse dire in quel momento, ma era una situazione assurda, davvero. Si chinò appena verso la ragazza, forse erano appena a due centimetri di distanza, fece un sorriso furbo. Potresti spostarti un pò? Almeno il tempo di sedermi... Ok, non ce la faceva, doveva provocarla in tutti i modi e nelle maniere che conosceva e se il suo viso fosse diventato rosso sarebbe stato ancora più contento di tutto quello. Aveva le mani sullo schienale del divano, in modo che lei stesse tra le sue braccia. Era divertente quel giochetto. Almeno per lui!

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    Se qualcuno avesse davvero pensato di poter entrare in quell'istante in quella stanza, probabilmente avrebbe pensato di star interrompendo una coppietta che si stava passando effusioni davanti la televisione, come se quello fosse il loro covo babbano d'amore.
    Senza sapere, che quei due non sapevano nemmeno cosa stesse succedendo tra loro, sembravano ignari di quanto si stavano spingendo in quella zona rossa pericolosa in cui il limite invalicabile tra una carezza e un bacio era così talmente teso che probabilmente sarebbe bastato un soffio per spezzarlo.
    Eppure, entrambi, resistevano a quell'irrefrenabile voglia che continuava a spingerli uno verso l'altro.
    «Ovviamente parlo dei tuoi vuoti... Non vorrei che ti sentissi solo in una stanza, quindi ti allieto le giornate. Anche perché in Accademia è difficile trovare qualcuno che ti riempia le giornate a questa maniera.» e non era una domanda. Era un'affermazione sicura e determinata, che non lasciava sfogo ad altre sfaccettature.
    Lilith sospirò, lasciandosi trasportare senza opporre alcuna resistenza.
    Alla fine non c'era niente di male nel stare abbracciati in quel modo, vero?
    Questo non era uno dei quesiti che sembrava interessare i due, che continuava, invece a punzecchiarsi come se quello fosse il loro modo di scaricare quella tensione sessuale che si creava a loro insaputa, quando erano nella stessa stanza.

    Il tasto del colore dei capelli, per sua fortuna, andò scemando. Non era ancora diventata così brava da poter controllare al massimo le proprie emozioni e i cambiamenti di colore che questi comportavano, ma spiegarli a Blake, sarebbe stato come aprirsi completamente e farlo entrare in un campo minato, in cui il ragazzo avrebbe potuto fare mercé di tutto quello che Lilith provava. Non era il caso di aprire questo vaso di Pandora. Non ora. Non in quel momento. Non sapeva se di lui ci si poteva fidare, le voci che giravano sul conto del Barnes non erano delle migliori e forse, questo, era anche il motivo per cui Lilith rimaneva sempre sulle sue, per quel che poteva.
    Eppure, per quanto rimanere sulle proprie, in situazioni di difesa, era la regola che Lilith si era imposta con Blake, questa era venuta meno nel momento in cui si era gettata a cavalcioni sul ragazzo.
    Sperava di essere abbastanza veloce da poter ritornare subito nella sua postazione, ma questo non avvenne tanto che quando sentì il tocco di Blake, sui propri fianchi.
    La immobilizzò, impedendole di tornare in quella zona di comfort sicura e a quella distanza ravvicinata e non pericolosa.
    Gli occhi della Dioptase rimasero impressi in quelli dell'Opale, non avrebbe mai mostrato imbarazzo davanti a lui.
    Sentì la pelle reagire al suo tocco, seppur divisa dal tessuto. Sentì dei leggeri brividi percorrerle la schiena, tanto da stringere appena le dita attorno alle sue spalle.
    «Visto? A volte basta... semplicemente cambiare prospettiva per apprezzare le cose... che abbiamo davanti...» cercò di sibillare in un sussurro, osservando di nuovo le sue labbra, mentre le mordeva e provando a manterenere quella spocchiosità che la caratterizzava. In quel frangente, senza nemmeno accorgersene, passò lentamente la sua lingua tra le labbra, come se si fossero seccate in quella situazione molto particolare. Con la coda dell'occhio osservò le dita del ragazzo arrivare all'orlo del pantaloncino e fermarsi.

    Quell'attimo terminò, facendo ritornare Lilith al fianco dell'Opale. Le sue guance erano calde. Cercò di ripristinare il giusto battito cardiaco, quindi rimase per un po' in silenzio fino alla fine del suo film.
    Era arrivato il momento di vedere uno dei suoi film preferiti. Forse la scelta azzardata della tematica era stata dettata da tutto quello che stava succedendo, ma questo era inconsapevole alla mente della Dioptase, che al suo dire sollevò gli occhi al cielo in una finta esasperazione «Ah ma se ti dà così fastidio questo arcobaleno, posso anche toglierlo. Ma poi non devi lamentarti se non riusciresti a seguire il film...» continuava a punzecchiarlo in una maniera fin troppo pericolosa, senza nemmeno accorgersene.
    Lo seguì dubbiosa, con la coda dell'occhio, per vedere dove stesse andando, dopo aver messo il film. E quando sentì la porta venir chiusa a chiave, quasi voleva sprofondare nella tappezzeria della poltrona «Hai forse paura che io possa scappare? O che possa venire il mio principe azzurro a rapirmi?» gli disse quando lo rivide tornare nel suo raggio visivo. Non era per niente dispiaciuta che avesse chiuso la porta. Non ne sapeva il motivo, ma adesso si sentiva più tranquilla, come se il pensiero che qualcuno fosse potuto piombare nella stanza da un momento all'altro, avesse potuto frenare qualcosa.
    Non ebbe il tempo nemmeno di capire cosa, quando si ritrovò a pochi centimetri da Blake, calato su di lei. Sussultò appena, mentre la colorazione dei suoi capelli si scuriva sempre di più, osservò le sue braccia, mandò giù a vuoto, rimanendo ancora un attimo in silenzio.
    Non poteva dargliela vinta così «Questa poltrona è stata progettata per un solo posto a sedere... dobbiamo trovare nuovamente il giusto modo per incastrarci, per poterci stare in due, sai?» e così terminando, cercò di scivolare da sotto le sue braccia, sedendosi sul bracciolo della poltrona e, alzando un sopracciglio, mostrò lui lo spazio che aveva lasciato «Allora?»
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    I suoi vuoti. Se li avesse conosciuti davvero, magari sarebbe seriamente scappata, oppure avrebbe guardato il biondino con occhi diversi. Tutti credevano di conoscerlo, ma poi, alla fine nessuno sapeva che aveva avuto un'infanzia terribile. Blake era stato abituato a cavarsela da solo fin da subito, o comunque ad appoggiarsi solamente a suo fratello maggiore, non aveva mai avuto una vera e propria guida, seppur Aaron si fosse impegnato tanto, quindi lei che e sapeva dei suoi vuoti? Che ne sapevano tutti quando dicevano che era una persona orribile, che usava le ragazze che faceva questo o quell'altro. Blake era semplicemente un adolescente che cercava di farsi spazione nel mondo, cercando qualcosa che lo rendesse vivo, vivo e tranquillo nello stesso tempo! Ma non amava parlare davvero di se, non era taciturno, ma era una persona molto riservata, non diceva mai, effettivamente, quello che provava, tendeva a mascherare qualsiasi sentimento e sensazione avesse e sicuramente non aveva intenzione di aprirsi con lei. Nonostante Lilith avesse un certo tipo di ascendente sul ragazzino, lui non lo avrebbe sicuramente mai ammesso. Non si fidava delle donne e così, prima ancora che loro potessero lasciare lui, lo faceva lui stesso, in modo da tenere sempre sotto controllo quello che provava e sopratutto quello che avrebbe potuto provare. Non si era mai affezionato a nessuna perchè non se ne era mai data la possibilità. Era esattamente quello il punto! Ridacchiò appena lasciado che pensasse quello che voleva, infondo ogni ragazza voleva sentirsi speciale, e Blake non era nessuno per infrangere questo piccolo e breve sogno di gloria che avevano tutte quante allo stesso modo, ma quello che successe dopo fu qualcosa che lo scombussolò, e non poco. Le sue mani sui fianchi snelli della ragazza, quella assurda vicinanza che poteva anche evitare, ed invece aveva provocato apposta per farla imbarazzare... ed era proprio il karma ad aver fatto la cosa giusta. Averla ad un centimetro dalla sua bocca, le sua lingua che era passata spontaneamente ma con un carico di sensualità assurda sulle sue stesse labbra, lei che non faceva altro che guardare le labbra di lui... insomma! Cominciava ad accusare anche lui i colpi di quella vicinanza ma l'unica cosa che riusciva a salvarlo era il suo innato autocontrollo delle emozioni. Niente da fare, anche se aveva sentito un battito del cuore mancargli in petto non aveva nessuna intenzione di farglielo capire. Aveva notato ancora una volta i suoi capelli scurirsi, ma questa volta non disse niente. Non era il caso di dire niente, assolutamente! Si sarebbe tradito da solo e non era una cosa che poteva accadere. Aveva la voce quasi tremante, si sentiva che si stava trattenendo. Una delle cose che più lo attiravano verso quella ragazzina era il fatto che si vedeva che non si faceva intimorire, si vedeva che non era una di quelle che riuscivano a stare zitte o comunque che si vergognavano di dire la loro opinione. O mangari diventava anche rossa, ma questa cosa non l'avrebbe mai scoraggiata. Blake, era sempre stato affascinanto dalle persone eccessivamente coraggiose. Lui lo era sempre stato, ma come ogni serpeverde era sempre stato nel suo, con il bisogno di non sporcarsi mai le mani, di agire sempre nell'ombra e di ottenere sempre le cose con la giusta astuzia ed ambizione. Non era uno di quelli che prendeva una spada e si batteva così, a viso aperto, era quello che avrebbe istradato una strategia per far in modo che il suo nemico si autodistruggesse. Era quella la differenza tra un serpeverde e qualsiasi altra casata. Non la si metteva mai sul punto della forza, ma sempre sul punto della strategia, la determinazione e sopratutto l'ambizione! Era fin troppo ovvio che Blake non avrebbe detto assolutamente niente ed avrebbe fatto cadere il discorso. Ancora non la conosceva bene e non avrebbe rischiato di rovinare tutto solamente per una mossa troppo audace o troppo stupida! Questa presunzione di pensare che quelli della loro casata erano solamente dei cattivi impulsivi... che sciocchi! E noto con piacere che tu apprezzi molto quello che hai davanti! La lasciò. scivolare di nuovo al suo posto e si alzò per andare a mettere il film e chiudere la porta. Quell'ultimo gesto lo fece quasi senza pensarci, ma non aveva la minima intenzione di fare qualcosa. Non era quello il momento e sopratutto non voleva rovinare quel momento. Era un pensiero che gli vagava per la testa e lui non aveva intenzione di analizzare proprio niente. Voleva solamente tornare sulla poltrona e godersi il momento. Ma da bravo stronzetto quale fosse, il starle lontano non era proprio nelle sue migliori intenzioni.
    Voleva capire se quel battito perso era davvero reale oppure se lo era inventato per dare una spiegazione a tutto quello che stava facendo. Si riavvicinò a lei, ma come volevasi dimostrare, Lilith non era una sciocca, e quando scivolò e si mise seduta sul bracciolo della poltrona lui si mise seduto come poco prima.
    Ma davvero? Ti imbarazzi a starmi vicina ma vuoi levarti i pantaloni? Le chiese sfottendola prima di mettersi comodo sulla poltrona e farle cenno di tornare vicino a lui. Era una sensazione strana: la voleva vicina, ma non capiva esattamente perchè non la mandava viacome tutte le altre. Quando lei lo esortò per capire cosa doveva fare Blake sospirò si sporse un pò verso di lei, giusto per prenderla per il braccio e tirarla verso di lui e facendola atterrare in mezzo alle sue gambe, si mise comodo di nuovo.
    E quindi? Lo togli o no questo arcobaleno? Mise play al film. Poteva sistemarsi come meglio credeva, le portò un braccio intorno alla vita... Cazzo la sto abbracciando... o no, le ho solo messo un braccio intorno la vita, che sarà mai, anche perchè dove dovrei metterlo?
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    Le stranezze continuavano ad aumentare in quello spazio ristretto che stava diventando quell'aula multimediale.
    Alla fine dei conti, l'elettricità che stavano generando era talmente alta che si sarebbe potuta notare con scintille e piccoli fulmini sparsi per lo spazio della stanza.
    Eppure, loro due, non si accorgevano di nulla. Si giravano attorno, si avvicinavano, le loro orbite si scontravano, diventavano una sola per poi dividersi di nuovo e ricominciare il girotondo come se tutto potesse continuare così all'infinito.
    E quelle scintille che generavano ogni giorno sempre più pericolose, quanto ancora non avrebbero scatenato un incendio?
    Probabilmente, se fossero stati due semplici adolescenti irresponsabili, erano già stati a letto diverse volte, ed invece loro preferivano studiarsi, pizzicarsi, farsi male senza capire che si continuavano ad avvicinare l'un l'altro sempre di più.
    Quel giorno, però, le cose andavano in un crescendo di emozioni che probabilmente avrebbe visto i due fino a che punto sarebbero riusciti a spingersi.
    Alle parole dell'Opale, Lilith alzò un sopracciglio «Non mi pare mica che tu faccia il contrario, Barnes...» non aveva negato, ma nemmeno aveva detto che apprezzasse quello che aveva davanti, come insinuava lo studente.
    Quel breve attimo in cui Blake si allontanò per metter su l'altra pellicola, Lilith quasi iniziava a sentire il freddo lasciato dal braccio del ragazzo, come se sentisse quasi la mancanza di quell'avvicinamento che stavano vivendo quel giorno. Tuttavia, non lo avrebbe mai ammesso, ci stava solo riflettendo nel silenzio della sua testa.

    Quando si accomodò sulla poltrona, lei non fece un passo in più in sua direzione, come se voleva sentirsi desiderata e voleva una dimostrazione di questo.
    Il suo nuovo punzecchiarla, le fece sbuffare una risata, quasi un ghigno «Nessuno ha mai detto che mi imbarazzo a starti vicina. Non mi pare di essere scappata, finora. Forse sei tu, a sentirti a disagio, Blake?» quando pose questa domanda, il suo tono si affievolì in un sussurro, mentre ignorava volutamente quel suo gesto di avvicinarsi.
    Non gliel'avrebbe data vinta.
    E lui cadde a piè pari nel suo tranello, quando la tirò verso di lui. Lei non oppose resistenza e lasciò che si mettessero entrambi comodi «Noto che desideri la mia costante presenza al tuo fianco, quest'oggi...» gli sussurrò, rimanendo tra le sue gambe.
    Anche lei si trovava bene in quella posizione, era come se si sentisse di sua proprietà e la cosa non le stava dispiacendo per niente, ma non lo avrebbe mai ammesso né a se stessa, né al ragazzino che la stava abbracciando.

    Poi arrivò quella frase. Se c'era una cosa che non era da fare, era sfida Lilith. Lei non aveva poi tanta paura ad affrontare le sfide e quella che Blake stava ponendo era esattamente una sfida.
    «Credi che io non lo faccia, Barnes? Non ho problemi... non vorrei che poi tu avessi un colpo al cuore.» e nel dirlo, le dita della mano, percorsero il suo braccio, in un lieve tocco per poi finire con l'indice a spingere all'altezza del cuore del ragazzo. Un istante breve e rapido, per poi parlare di nuovo «Tuttavia, hai ragione, se il mio pantaloncino ti crea fastidio, tantovale eliminarlo, no?» e senza spostarsi da in mezzo alle sue gambe, sollevò il bacino, mentre con le mani, da un lato e l'altro dell'elastico dell'indumento, lo fece scivolare a terra, sfilando lentamente prima una gamba e poi l'altra, quest'ultima sollevandola verso l'alto e prendendo il pantaloncino per poi mostrarlo sventolante al ragazzo «Va meglio? Tanto le mie mutandine già le conosci, no?» disse, rimanendo con indosso una brasiliana di pizzo nero.
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    Era interessante, era interessante vedere come due adolescenti cercavano di reprimere tutto quello che provavano. Si stavano spingendo oltre, entrambi non comprendevano di avere dei limiti, e quei limiti si chiamavano ormoni! Per quanto volevano sembrare due adulti che avevano tutto sotto controllo, quello che stava succedendo in quella stanza faceva trasparire tutto, tranne che era tutto sotto controllo. Ovviamente in entrambi i sensi. il fatto che Blake sapeva autocontrollarsi non voleva dire che dentro stava esplodendo e tutto quello, in qualche modo sarebbe uscito fuori. Non rispose alla provocazione della riccia, lasciandole il privilegio di vincere quella piccola battaglia. Infondo no, non gli dispiaceva affatto quello che aveva davanti e non lo avrebbe negato. Ma fu felice di quel piccolo allontanamento, poteva succedere l'irrimediabile e la cosa non era del tutto consigliata. Non per lui, non in quel momento della sua vita.

    Non sei scappata, ma sei diventata tra il nero ed il bordeaux, e le convenzioni sociali impongono che quando si diventa rossi davanti ad una persona - e vorrei ricordarti che non è la prima volta che capita - è perchè si è in imbarazzo! Evitò con cura la sua domanda di rimando. Non si sentiva a disagio, si sentiva bene, il che avrebbe preferito non sentirsi in quel modo. Infondo non ci si era mai sentito quindi poteva anche essere veramente, ma veramente un male tutto quello. Perchè mai si sentiva così vicino a lei? Neanche la conosceva e non facevano altro che farsi dispetti e punzzecchiarsi. Non era normale tutto quello e non gli piaceva per niente. Quelle sensazioni inesplorate nella sua testa e nel suo corpo lo mettevano sulla difensiva. Non aveva notato il suo gesto, o comunque non aveva voluto proprio vederlo, e Blake era fin troppo spontaneo quando si trattava di quelle cose. Poteva essere definito una contraddizione vivente: era un calcolatore, ma alcuni gesti gli venivano spontanei, era uno stratega, ma delle volte era la persona più impulsiva del mondo... Conviveva spesso e volentieri con tremila sentimenti contrastanti nella sua testa ed, in base alla situazione, ce ne era sempre uno a prevalere su di un altro... peccato che non era mai coerente con se stesso. Sogghignò. La voleva al suo fianco? Beh si, era così. Ma non poteva di certo fargliele vincere tutte quante.
    Non mi pare mica che tu faccia il contrario, Clarke... Utilizzò le sue stesse parole di poco prima, segno che comunque quando parlava, l'ascoltava. Sorrise appena quando la vide innervosirsi per le sue parole. Gli piaceva quando aveva quel tono piccato. Gli piaceva quando si innervosiva per una cosa così sciocca. Non la stava sfidando, ma era fenomenale la sua espressione, l'espressione di chi vuole dimostrarti a tutti i costi la sua determinazione, la sua forza, e non fece in tempo a dire niente che lei si levò i pantaloncini, sventolandoli come fossero una bandierina. Si morse il labbro. Era grato del fatto che lei stesse comunque di spalle a lui e poteva non vederle la sua espressione in quel momento. Non era un'espressione compiaciuta... forse davvero era imbarazzato.
    Oh, sei veramente dolcissima ad eliminare tutto quello che potrebbe darmi fastidio! La buttò su di un altro aspetto, giusto il tempo per riprendersi. Non pensava che se li sarebbe tolti e sopratutto, non pensava che gli avrebbe fatto quell'effetto. Non era certamente il suo primo sedere, ne tanto meno le prime coscie nude... insomma ne aveva viste di ragazze nude... eppure, successe di nuovo. Perse un battito. Si sporse un pò e riprese la coperta, gliela mise sulle coscie nude.
    Beh, adesso è cristallino il fatto che sei venuta qui dentro solamente perchè sapevi che ci fossi io! La strinse un pò di più a se,come se potesse andare da qualche parte. Le spostò i capelli da un lato, si inebriò del profumo della sua pelle. Si avvicinò con le labbra al suo collo. Queste sono nettamente più belle rispetto a quelle dell'altra volta... Le surrurrò appena prima di darle un bacio. La baciò lentamente, ma intensamente. Le avrebbe lasciato sicuramente un leggero segno. Fece scivoltare una mano sulla coscia. Non avrebbe provato a portarla a letto, ma voleva godersi quel momento e sopratutto la sua pelle.
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    Tutto stava precipitando così velocemente. Tutti e due stavano perdendo il controllo della situazione e nessuno di loro se ne stava accorgendo realmente.
    Il loro punzecchiarsi in una stanza chiusa, stava risultando una scelta veramente pessima, dettata probabilmente dagli ormoni o dal semplice fatto di prevalere sull'altro.
    Era come se entrambi conoscessero il modo per stimolare nell'altro un qualcosa di inspiegabile e questo diventava un infinito vorticarsi intorno.
    Lilith veniva spesso tradita dal colore dei suoi capelli, che sembrava parlare anche quando la ragazza stava zitta, Blake, invece, pareva non riuscire a controllare quel bisogno di averla vicina, che alla Dioptase non dispiaceva affatto «O di rabbia. Non puoi saperlo se son diventata rossa di rabbia, non credi?» se Blake si aspettava che Lilith avesse ammesso di essersi imbarazzata, allora stava sbagliando di grosso.
    La ragazzina notò che Blake non rispose alla sua domanda, questo , per lei significava che aveva fatto un altro punto in quella battaglia dove nessuno sapeva cosa si sarebbe vinto.
    Punto che venne subito pareggiato quando Blake rispose a Lilith con la sua stessa frase, dimostrandole che non solo aveva ascoltato ogni singola parola che la ragazzina diceva, ma che sapeva ben rigirare il tutto a suo favore.
    Lilith alzò un angolo delle labbra, quindi dandogli vinta quella palla lanciata in rete.

    Quando i pantaloncini volarono via, chissà dove, Lilith si sentì soddisfatta di aver dimostrato al ragazzo che avesse coraggio di fare una cosa del genere, senza provare alcun problema nel togliersi un indumento davanti a lui. Non si voltò a vedere il suo volto, preferiva immaginarlo spaesato e questo la rendeva soddisfatta.
    Poi arrivò la sua voce, la ragazza rise leggermente, ma non ebbe il tempo di dire niente che la coperta di nuovo le finì addosso «Questa cosa sta diventando un vizio... allora non era il mio arcobaleno che ti infastidiva. Ti mettono a disagio... delle gambe nude, Blake?» forse avrebbe dovuto smetterla di stuzzicarlo, perchè questo avrebbe portato i due a spingersi sempre più in là, per valersi sull'altro. Il cuore della ragazza aumentò stranamente sentendo il ragazzo stringerla a sé. Non fece ulteriori battute sulla sua paura che lei andasse via e, anzi, per la prima volta, sollevò impercettibilmente il bacino per far si di accorciare ancora di più le loro distanze «Sono ancora in tempo per lasciarti solo, Blake...» un sussurro, mentre poggiava la schiena al suo petto, il contrario di quello che avrebbe fatto qualcuno pronto ad andarsene.
    Senti le sue dita spostarle i capelli e poi ancora un soffio sul suo collo, che la fece rabbrividire «Dici? Ne ho altra ancora più interessanti, se vuoi vederle...» quel loro giocare stava diventando un pericolo.
    E la dimostrazione fu quelle labbra che presero possesso del suo collo.
    Stava cendendo, Lilith, cosa che non voleva fare. Eppure quella sua delicatezza, mista all'intensità con cui premeva sulla sua pelle, non fecero altro che far chiudere gli occhi alla ragazza e le fece portare il collo all'indietro, quasi abbandonandosi al suo bacio.
    Il tocco della sua mano sulla coscia aumentò le sensazioni che Lilith stava provando.
    La Dioptase cercò con un braccio di arrivare ai capelli del ragazzo, tenendolo delicatamente attaccato alla sua pelle, facendolo inebriare del profumo che la caratterizzava, mentre l'altra mano libera cercò la mano che avanzava sulla coscia, solo per potersi poggiare su quest'ultima e aiutarlo a seguire le linee della gamba.
    Avevano messo un film, ma quanto sarebbe durato? Probabilmente non lo avrebbero nemmeno visto, se fossero andati avanti così... ma ... dovevano fermarsi?
    Lei non sarebbe stata di certo quella a mettere un freno. Non aveva paura di spingersi oltre quel tocco, non temeva di incrociare il suo respiro e mischiarlo col proprio.
    «B-Blake?» un sussurro, mentre le dita attorcigliate ai suoi capelli cercarono di sollevargli lo sguardo, che si sarebbe potuto trovare a pochi millimetri da quello della Dioptase, se avesse permesso.
    Se questo fosse successo, i loro respiri si sarebbero mischiati in aria calda, lenti, ritmati insieme... e ora? Lilith fece per avvicinarsi, solo per provare a sfiorare le labbra del ragazzo con le sue, per poi tornare indietro, con un sorriso dispettoso sul volto.
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    Blake Barnes Studente
    Non avrebbe mai pensato che tutto quello potesse succedere quel giorno. Quel giorno che Blake Barnes aveva deciso di stareda solo, di pensare un pò a riposarsi, di spegnere il cervello e godersi il suo film preferito, una piccola birretta e dei pop corn. Il problema principale era che quella ragazzina era come l'acqua che spegneva il fuoco. Il problema era proprio quello. Lo faceva stare bene e Blake non era abituato a stare in quel modo, in quel limbo di calma apparente che lo avvolgeva quando Lilith era nei paraggi. Non lo avrebbe ammesso, non avrebbe mai riflettuto su una cosa del genere. Avrebbe negato fino alla morte che nei confronti di quella ragazza potesse esserci più dell'attrazione fisica. Quella volta non ascoltò neanche una singola parola di quello che gli disse. Si stava dedicando al suo collo, alla sua pelle profumata, ai suoi capelli che gli solleticavano il collo, alla sua mano nei suoi capelli, all'altra che lo accompagnava lungo la sua coscia. Sogghignò appena quando disse che ne aveva di più interessanti da frgli vedere, ma riprense semplicemente fiato prima di baciarle, succhiarle leggermente e darle qualche mozzico di nuovo su quel collo. Aveva un bel colore della pelle, sembrava una ceramica, aveva un buon profumo e sopratutto un buon sapore. Se avesse dovuto descrivere quello che stava sentendo in quel momento non avrebbe trovato le parole giuste. Era tutto troppo confuso, era la prima volta che gli capitava di non voler andare fino in fondo. O meglio, non le avrebbe mai detto di no, ma si stava godendo quel momento e quei suoi movimenti. Era chiaro che alla Dioptase non dispiacessero i gesti dell'Opale. Ma su questo Blake non aveva mai avuto nessun dubbio, ed era altrettanto chiaro che a Blake piacesse averla intorno e sperava che, neanche lei, lo mettesse in dubbio. La riteneva una persona troppo intelligente per farlo, era chiaro!
    Quando sentì il suo nome sospirato si fermò per un momento e sentendo la sua mano fare leggermente pressione per fargli alzare lo sguardo sorrise, la guardò un momento. I suoi occhi azzurri erano incatenati a quelli della ragazza, la vide avvicinarsi con le labbra, gliele sfiorò e si ritrasse con quel suo fare che lo faceva impazzire. Rimase li a guardarla. Davvero? Davvero dopo che lui le aveva appena marchiato il collo - Lilith non poteva saperlo, ma a Blake non era mai successo di lasciare segni visibili su di una ragazza - lei non poteva baciarlo? Ed ecco che tornava quel gioco di forza che caratterizzava il rapporto di entrambi. Poteva rimanere ad un passo dalle sue labbra per ore senz baciarla e farlo con lo stesso atteggiamento dispettoso di lei. Era completamente spalmata sul suo petto, non c'era neanche un millimetro di aria a separarli, Continuò a toccarle la coscia rimanendo con il suo sguardo incatentato a quello della Clarke.
    Voleva essere desiderata, voleva sentirsi desiderata da lui, glielo leggeva negli occhi, e si vedeva anche che quel bacio lo bravama. Baciala! No, non farlo, andiamo si è allontanata, sarebbe come dargliela vinta! Cretino, Baciala, vuoi baciarla... fallo! Cosa aspetti? NO, non baciarla, tanto lo farà lei... La sua coscienza era evidentemente separata, la sua testa non riusciva seriamente a mettere a fuoco quale sarebbe stata la giusta mossa... Fece salire la mano fino ai suoi fianchi, alzandole leggermente la maglietta... si avvicinò alle sue labbra ancora un pò. Questa volta fu lui a sfiorarle, le morse il labbro inferiore. Sei bella Clarke. Pensò appena prima di baciarla. Lo fece intensamente, si gustò il momento. Poi si staccò dalle sue labbra, rimanendo comunque molto vicino a lei.
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    Lilith

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    Probabilmente era proprio questo il limite che stavano per superare. Entrambi non sapevano cosa stesse succedendo e cosa avrebbe comportato quel loro continuo stuzzicarsi a vicenda, stavano calpestando un campo minato che poteva portar loro solo a questa soluzione. E tutto stava avvenendo così rapidamente che quasi non se ne resero conto di quanto stessero bene in quel frangente, dove tutti i paletti che si erano imposti, stavano pian piano venendo superati da entrambi.
    Non era solo il corpo che bramava Blake. Era anche la testa, il sangue... il cuore. E questo era sempre più un campo pericoloso dove Lilith si stava buttando a piè pari, senza pensarci un secondo di troppo.
    Ad ogni mozzico sentiva il pizzicchio, ma non il dolore, sentiva quel piacere particolare che non aveva ancora provato per nessuna delle volte in cui aveva avuto un rapporto con qualcuno. Era andata a letto con ragazzi, l'estate, al mare... ma Blake... Blake non era quella sensazione di sesso che provava, giusto quello sfizio che voleva togliersi per quella notte, com'era stato con gli altri. Non si rendeva conto che la delicatezza di quella brama che il ragazzo le stava imprimendo sul collo, era più forte di qualsiasi ormone aveva sentito saltare per i bellocci della spiaggia gli anni prima. Tenne gli occhi chiusi, tirando il respiro per potersi attaccare ancora di più al suo corpo, cedendogli ancora più spazio sul collo che stava esaminando il ragazzo, mentre la mano passava delicatamente a rassegna i suoi capelli che scivolavano tra le dita. Voleva che quegli attimi durassero per sempre, che non terminassero mai, come se ogni secondo che quelle labbra e quella mano accarezzavano la sua pelle, stessero solo conoscendo una parte in più della ragazzina.
    Il respiro aveva paura di uscire, per non disturbare l'operato del ragazzo. La mano che era sulla sua, la strinse leggermente.
    Era come se in cuor suo avesse da sempre desiderato quel momento, senza realmente saperlo. Eppure adesso le cose stavano sistemandosi nei propri tasselli, come se fossero state messe in disordine, per arrivare esattamente a questo punto, per essere riordinate da lui, da quelle labbra, da quel viso.

    Quando i loro occhi si incrociarono, tentennare davanti alle sue labbra fu difficile. I capelli erano diventati completamente neri, con leggere sfumature azzurre, come se il suo umore stesse mischiando con la giusta gradazione l'opale e la dioptase, usando il colore degli occhi di Blake.
    Si ritrasse, quasi a volerlo invitare ad andare oltre. Come a dire "Ehi, se vuoi fare questo, puoi farlo". Rise, un misto tra imbarazzo e dispetto, mordendosi il labbro inferiore, mentre guardava il ragazzo. Il tempo che passò da quel tocco di labbra a dopo, sembrò lunghissimo. «Forse è tutto un errore... ho sbagliato...» la testa di Lilith stava per entrare in allarme, nonostante il suo volto non tradisse alcuna emozione, quindi? Che si faceva?
    Sentì all'improvviso la sua mano lungo i fianchi, sotto la maglietta. La pelle reagì a quel tocco, si scaldò al suo passaggio, mentre le sue labbra ripresero il percorso desiderato. Non mosse un dito, Lilith, bloccata come se non sapesse realmente cosa fare.
    «Avanti, non è la prima volta che un ragazzo ti mette le mani addosso... cosa ti blocca? Perchè con lui è tutto così diverso? Non sarai mica tornata verginella?» si stava insultando nella testa, mentre Blake le mordeva il labbro. Sentì un brivido diverso, un brivido nuovo e chiuse gli occhi. Quindi arrivò quel bacio. Lo desiderava, voleva realmente che non si fermasse al solo collo, che arrivasse alle sue labbra, gli occhi si chiusero e le carnose si poggiarono su quelle di Blake, come a volerne saggiare la morbidezza, nonché il sapore. Intenso, lento. Poi terminò.
    Era durato così poco?
    Perchè le cose belle hanno una durata breve?
    Cercava di pensare il meno possibile, lui rimase ancora vicino, la stava invitando a riprovare quel sapore intenso? Non poteva davvero aver già avuto abbastanza di quel bacio. Cercò di torcersi ancora di più per provare ad averlo nuovamente davanti, provando, se glielo avesse concesso, a mettersi nuovamente a cavalcioni su di lui.
    Non voleva che finissero a letto. Non ora. Non così velocemente.
    E la cosa la spaventava. Perché non si sarebbe accontentata di una scopata e via, con lui? Lo aveva sempre fatto, proprio per non legarsi a nessuno... Cosa diavolo aveva Blake che gli altri non avevano?
    Se si fosse riuscita a mettere a cavalcioni, avrebbe poggiato le mani sulle sue guance e l'avrebbe guardato intensamente.
    Il suo ghigno si era stranamente addolcito, come se a guardare quel volto da così vicino, avesse scoperto dei lineamenti diversi del ragazzo. Lentamente si avvicinò al suo viso, dolcemente poggiò le labbra sulle sue, con un semplice bacio a stampo, per poi staccarle di pochi millimetri e con la punta della sua lingua disegnarne il contorno, prima di baciarlo definitivamente, spingendosi verso di lui.
    Si lasciò trasportare, lasciò che quel bacio diventasse più lungo di quello di prima, che parlasse, nonostante il silenzio, che dicesse a quel ragazzo che non voleva che quell'attimo finisse, che non desiderava altro che continuare a scoprire il suo sapore, di stare abbracciati e...
    Si fermò di scatto, allontanandosi un attimo dalle sue labbra. Gli occhi erano sgranati, le mani erano ancora sulla sua faccia, ma lei si era ritratta, come se i pensieri di poco prima le avessero fatto partire un sistema di sicurezza.
    «Blake... io... non voglio che oggi finiamo a letto, che succeda così, su di una poltrona arrangiata. Non voglio che finito di scopare, diventiamo due sconosciuti nei corridoi o un trofeo sull'album delle nostre conquiste...» le mani scesero dal suo viso, poggiandosi sul suo petto. Stava rovinando il suo momento più bello, solo perchè la sua testa non aveva smesso di pensare «Eh sì, anche io sono del parere che dobbiamo goderci giorno per giorno quello che la vita ci pone davanti... ma non questo.» i suoi occhi non lasciarono una sola volta quelli del ragazzo «Non voglio vederti come l'occasione imperdibile di questo pomeriggio, voglio viverti... ogni giorno... » il suo flusso di parole era diventato un uragano di emozioni, così come i colori dei suoi capelli, che nel nero destinato a Blake, brillava quell'azzurro, così forte da sembrare quasi la testa di una sirena. Abbassò il tono della voce, un sussurro che fece avvicinandosi di nuovo alle sue labbra «Voglio che... questo...» lo bacio con una morbidezza unica, provando a fargli sentire l'intero contorno delle sue labbra, su quelle di Blake «...sia il pensiero con cui tu vada a dormire, ogni sera...» e se glielo avesse concesso avrebbe provato di nuovo a baciarlo, questa volta con più brama.
    Code Scheme ©#fishbone @fuckyeah. Palette © r i ƒ t e n.

     
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    Black Opal

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    Blake Barnes Studente
    La sua prima volta l'aveva avuta quando aveva appena 13 anni. Aveva fatto sesso con una sua compagna di casata ad Hogwarts, lei faceva il 5 anno. Nessuno aveva mai dato a Blake l'età che davvero aveva, neanche Annie ci era riuscita, aveva dato per scontato che per il suo atteggiamento, il suo modo di fare, il suo aspetto fisico, il suo modo di parlare e di porsi avevano sempre tradito la sua vera età. Blake era un tipo intraprendente fin da piccolo, era sempre stato affianco a suo nonno nella conclusione di affari molto grossi, aveva visto suo fratello conquistare le ragazze più belle che lui avesse mai visto, aveva perso una madre fin da subito ed un padre neanche aveva provato a crescerlo. Sapeva cosa voleva dire stare da soli, e sapeva cosa voleva dire essere amati. Si, sapeva cosa voleva dire essere amati da suo fratello che nonostante gli rompeva le palle dalla mattina alla sera, era certo che si sarebbe dato alle fiamme pur di farlo stare bene. Era certo di questa cosa perchè era successo solamente una volta che Blake era stato preso di mira da un bambino più grande di lui, che aveva preso la cattiva abitudine di rubargli i soldi, e nonostante Blake - seppur piccolo - reagiva sempre senza timore, era comunque un bambino, e quindi tornava a casa sempre messo male. Aaron aveva messo fine a quella storia e non lo aveva mai visto così arrabbiato per qualcosa, aveva urlato che nessuno avrebbe fatto del male al suo fratellino, se no se la sarebbero vista con lui. Era l'unico momento in cui aveva visto suo fratello picchiare qualcuno e perdere il controllo e la calma. Le migliori scuole, i migliori telefoni, le migliori vacanze, le migliori ragazze. Ragazze che lo avevano seriamente voluto bene, si erano innamorate di lui... il problema principale era che l'amore di una madre ti cambia la vita, ti insegna a guardare le ragazze con un occhio diverso, ti insegna che amare non è solamente possedere una persona, è altro... e Blake questo non aveva idea di come si facesse.

    I baci che stava dando a Lilith erano diversi, la stava seriamente assaggiando, si stava godendo ogni cellula della sua spalla, del suo collo ed infine delle sue labbra. Le sue labbra, carnose, morbide... Non sapeva esattamente cosa gli stesse dicendo la testa, ma sentiva il battito del suo cuore lento, quasi avesse paura di farglielo sentire, quasi avesse paura di sentire lui stesso che infondo lo aveva davvero. Non gli era mai capitato di non riuscire a pensare assolutamente a niente in quelle occasioni. Era come se il suo cervello avesse completamente smesso di funzionare, non riusciva assolutamente a capire cosa stesse succedendo, quali fossero le motivazioni e perchè diavolo non ci stava capendo un emerito niente. Non era da lui, già dovevano aver anche finito da tempo, doveva essere nuda lei e nudo lui... eppure aveva quasi paura di rovinare tutto se solo si fosse azzardato ad andare più avanti toccandole il seno, oppure più in giù per toccare la sua intimità. Quando lui si fermò per guardarla e non per smettere di baciarla, ma aveva veramente voglia di guardare il suo viso, i suoi lineamenti! Quel bacio non era partito in quel modo, doveva ammetterlo, sapeva che non sarebbero andati oltre ma non pensava che gli avrebbe fatto quell'effetto. Ed adesso lei era acavalcioni su di lui, con queli occhi azzurri, i capelli dello stesso colore, senza pantaloni e lui si sentiva un cretino che non sapeva dove posare le mani. Alla fine le sfiorò appena il sedere per poi poggiare entrambe le mai sui suoi fianchi. Il suo bacio a stampo, i loro sguardi incatenati, la punta della sua lungua che disegnava il contorno delle sue labbra. Ok, lo stava seriamente facendo impazzire. E quel bacio.
    La baciò con più trasporto, con più passione, le voleva far capire davvero quello che stesse provando in quel momento, nonostante non ne aveva idea neanche lui, nonostante non sapeva se era semplicemente voglia di quel suo corpo o voglia di lei e basta. Aveva le mani sui suoi fianchi ela stringeva semplicemente a se, come a chiederle di non allontanarsi per nessuna ragione al mondo. Aveva chiuso gli occhi, si era completamente abbandonato a lei, e quando lei si staccò in quel modo, fu semplicemente un fulmine a ciel sereno, le sue mani sul suo petto e il suo cuore a mille. No, tutto quello non era normale. Si morse leggermente il labbro e quelle parole arrivarono esattamente come arriva un pugno in faccia senza preavviso. Ascoltò quello che disse, si mise leggermente meno sbragato sulla poltrona, non facendole cambiare posizione. Si morse appena il labbro. Davvero, gli serviva un minuto per riprendersi, da tutto quello che in quel momento aveva sentito e provato, un senso di calma interno, come se lei stesse colmando quel vuoto che aveva avuto per tanto tempo. Non riusciva ad esprimere davvero quello che provava, non ci sarebbe mai riuscito, non ne era capace perchè nessuno glielo aveva insegnato. I Barnes erano sempre stati di poche, pochissime parole, e di conseguenza non c'era mai stato spazio davvero per i sentimenti. Si prese quel bacio al quale sorrise e le posò la mani sulle coscie. Abbassò lo sguardo per guardarla per intero prima di tornare a guardarla negli occhi.
    Non voglio che tu sia un altro trofeo sul mio album... e spero che il tuo album non sia pieno come il mio... forse non era così che doveva cominciare un discorso serio, ma davvero sentiva un leggero fastidio per il fatto che anche lei avesse avuto altre... scopate, ecco! Tornò al suo discorso. ma non so se sono capace di darti quello che mi stai chiedendo. Gli era costato forse un pezzo di se stesso dirle quelle cose, le accarezzò la coscia destra, si morse appena il labbro. E non nel senso che io non voglia, ma nel senso che... è complicato! Non aveva mai parlato a nessuno della sua famiglia e quella conversazione stava diventando troppo emotiva, e Blake non era capace di affrontare quel determinato tipo di situazioni. Abbassò appena lo sguardo. Non sapeva esattamente come avrebbe preso quella situazione, le sue parole, ma non le stava dicendo che non voleva viverla ogni giorno, le stava semplicemente dicendo che non era abituato a farlo, e che aveva semplicemente bisogno di tempo. Tornò a guardarla.
    Io... io non vorrei mai che tu stessi male per colpa mia, per qualcosa che io faccia o sopratutto che io non riesca a fare per te! Posso dirti che è stato il bacio più bello che io abbia mai dato e ricevuto, che non ho intenzione di farmi una scopatella con te e far finta di niente appena finito, non credo che io riuscirei ad ignorarti per più di 3 secondi se sei nella mia stessa stanza...e posso dirti che non farei niente per farti del male! E non sapeva neanche come cavolo gli erano uscite tutte quelle cose insieme. Posò entrambe le mani sul suo viso e lo avvicinò al suo. La baciò di nuovo, poi ricominciò a sentire quell'impulso di volerla li, su quella poltrona. Si allontanò di nuovo.
    Rimettiti i pantaloni, era inevitabile che un bacio, dato con un certo trasporto non coinvolgesse anche le mani che si posarono automaticamente sul sedere tondo e sodo della ragazza.

    by Revelio GDR
     
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