Il mondo a testa in giù.

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    Lilith Clarke
    Dioptase | 16 anni

    C'era un'unico posto che Lilith amava quando doveva leggere. E in quel periodo l'aveva frequentata molto spesso: l'aula in disuso. Era semplicemente un'aula di lezione che nessuno usava, a meno che non era strettamente necessario. E a lei piaceva perché poteva spostare i tavoli e le sedie come preferiva per potersi sistemare nella posizione più comoda che riteneva, per poter aprire le pagine dei libri che amava e ficcarci il naso per ore.
    Anche quella volta l'aveva fatto.
    Ma non aveva spostato banchi, aveva preferito usare il pavimento, dopo essersi assicurata che fossero puliti. Quindi si era messa con la schiena poggiata a terra e i piedi tirati in su, poggiati sul bordo di un banco.
    La divisa? Beh? Era da sola in quella stanza, se n'era assicurata, quindi nessuno avrebbe visto le sue mutandine e lei avrebbe letto nella maniera più comoda possibile. Ogni tanto muoveva i piedi in aria e gongolava la testa, ridendo di quello che stava leggendo, come se fosse divertente leggere Jane Austen. Solo lei poteva trovarlo divertente. Ogni tanto la si sentiva sospirare, come se stesse guardando quella scena che leggeva, proprio davanti ai suoi occhi e, chissà, anche lei era follemente innamorata del Signor Darsy.
    Lilith viveva in un mondo tutto suo, era scoppiata, come dicevano gli altri, ma le piaceva quel mondo dove immaginava il principe azzurro, arrivare sul cavallo bianco e metterla in salvo dalla strega cattiva. Eppure, non c'era nessun pericolo, nessuna strega e soprattutto, non sapeva esattamente come doveva essere un principe azzurro.
    Aveva calato il libro sul petto, lasciandolo con le pagine aperte, proprio per non perderne il segno, quindi aveva iniziato a fantasticare su quali requisiti avrebbe dovuto avere il suo di principe.
    Biondo? Occhi verdi? Alto? Gentile? Con un sorriso un po' stronzetto che faceva impazzire tutti?
    Oppure bruno? Occhi scuri come la notte? Dedito allo studio? Colto e ricco?
    Non sapeva proprio come si dovesse scegliere una cosa del genere e si chiedeva, soprattutto, se quello fosse il motivo per cui aveva saltellato di labbra in labbra da un paio di anni, decidendo che non era ancora il momento di incappare in una vera relazione adolescenziale.
    Sospirò ancora una volta, chiudendo la sua parentesi mentale e riprendendo le pagine e la lettura, da dove aveva mollato...
    Al momento, era la cosa che più le premeva, niente principi azzurri...

    Blake Barnes

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG
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    Blake Barnes Studente
    Di tanto cazzeggio che faceva, a volte anche Blake diventava uno studente modello e quindi si impegnava al masimo per recuperare tutto quello che non aveva assolutamente fatto nelle settimane precedenti. Aveva praticamente preso tutti i libri dalla sua stanza e cercava un posto dove andare e concentrarsi. Aveva provato nella stanza delle necessità, ma alla fine si era trasformata in tutt'altro che una stanza dove si poteva studiare, aveva provato in biblioteca, ma anche li troppe persone che conosceva e non aveva intenzione di salutare o spiegare la sua presenza li dentro, all'aperto non se ne parlava e quindi l'unica alternativa era quella dell'aula in disuso. Era ovvio che doveva essere l'ultima spiaggia. Si era messo in un angoletto buuio dell'aula, aveva acceso una piccola lucina con la sua bacchetta e si era messo a scrivere le famose pergamene di storia della legislazione magica, che non faceva da quando era entrato li dentro, una volta finite quelle aveva preso in mano il ripasso di rune antiche, Pozioni, Artimanzia ed infine e finalmente incantesimi. Non ce la faceva veramente più. Si rendeva conto solamente in quel momento che magari fare le cose man mano poteva essere la soluzione a tutto, ma no, non sarebbe mai riuscito ad raddrizzare le sue malzane abitudini. non sarebbe sicuramente riuscito ad essere uno studente modello. A lui servivano i giorni come quello, di totale concentrazione e di una voglia sconfinata che lo facevano concentrare e fare tutto il suo dovere. Doveva ammettere che quando si impegnava riusciva a fare un buon lavoro ed anche fatto molto bene, accurato e dettagliato. Doveva anche ammettere che aveva una bella calligrafia. E doveva anche ammettere che si era concentrato talmente tanto che non aveva notato la presenza di una ragazzina nella sua stessa aula. Forse era stato così silenzioso che neanche lei lo aveva notato. Si mosse silenziosamente, andò a sbirciare, sogghignò. Doveva esserci per forza un sederino all'aria a distrarlo, a fargli capire che stare con la testa sui libri era solamente tempo perso. Beh,forse non del tutto, magari studiare incantesimi invece poteva essere quasi produttivo. Ci pensò, alzarle la gonna in quel modo non era da lui, infondo... se lei non poteva vedere la fortuna che stava avendo, che senso aveva?
    Si avvicinò ancora un pò a lei, era intenta a leggere qualcosa. Non disse niente,si mise davanti ai suoi piedini e si affacciò appena.
    Ma che belle mutandine di pizzo che hai! Disse semplicemente guardando esattamente sotto la sua gonna. Beh, non era certamente il modo più innocente per leggere quello, non almeno quando in giro c'era uno come Blake!
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    Lilith Clarke
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    Se una donna nasconde i suoi sentimenti con la stessa abilità anche all'uomo che li ha ispirati, può perdere l'occasione di conquistarlo, e sarebbe allora ben magra consolazione sapere che anche il resto del mondo è all'oscuro di tutto. In quasi ogni affetto c'è tanta parte di gratitudine, o di vanità, che non c'è da fidarsi a lasciarlo in balia di se stesso. Tutti possono dare il via liberamente a un sentimento e l'inclinazione verso qualcuno è più che naturale, ma sono pochi coloro che hanno abbastanza cuore da innamorarsi veramente senza alcun incoraggiamento. Nove volte su dieci una donna farebbe meglio a mostrare più simpatia di quella che prova.
    Era arrivata esattamente a quel punto, quando una voce per niente familiare la interruppe, per fortuna, in tempo prima che iniziasse il nuovo capoverso.
    Quello che Lilith fece fu semplicemente abbassare il libro che le copriva la visuale e notare come un biondino a dir poco carino, stesse guardando sotto la sua gonna.
    Inutile dire che arrossì di colpo, rimanendo a bocca aperta. Poi di scatto chiuse le gambe e le scese dal tavolo a cui le aveva poggiate, per mettersi a sedere.
    Guarda che se volevi guardare sotto la mia gonna, potevi anche chiedere il permesso!
    Rispose indignata, spingendo poi sulle braccia per sollevarsi e aggiustarsi la divisa.
    Grazie, comunque. Sono le mie preferite!
    Se c'era una cosa che Lilith sapeva fare era rispondere per le righe a tutto quello che le si diceva.
    Posò il libro sul primo tavolino, quindi allungò il braccio in avanti.
    Lilith Clarke, posso sapere il nome di chi mi stava esaminando, prima di passare alla fase successiva?
    Sì, la puzza sotto il naso non gliela toglieva nessuno, tuttavia le guance arrossate rimasero tinte per un tempo non breve.
    Gli occhioni verdi della signorina Clarke rimasero a fissare lo studente davanti a lei per un po' quasi a studiarlo.
    Strano che non lo avesse sentito arrivare, forse era tanto presa da quella lettura che non badava veramente a niente. E chissà s'era stato l'unico a vederle le mutandine.
    Si guardò intorno e sembrava che ci fossero solo loro.
    Insomma, che sei venuto a fare qui? In una stanza deserta? Solo a guardare le mie mutandine?
    Incrociò le braccia sotto i seni, spostando il peso del corpo sul lato destro.
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    Blake Barnes Studente
    Se ci fosse stata una sola possibilità che Blake sarebbe stato gentile con quella ragazza, era sfumata nello stesso momento in cui la ragazzina era arrossita per il complimento del biondino. Se solo lei lo avesse saputo, a cosa stava andando incontro, sicuramente avrebbe represso ogni tipo di reazione tenera o presuntuosa davanti a quello che poteva essere definito un rompicoglioni purosangue. Non aspettava altro che sfogarsi con qualcuno che arrossiva e che parlava come se avesse un registratore che le scandeva ogni parola da dire. La guardò ancora una volta dalla testa ai piedi e sul suo viso si allargò un sogghigno. Un ghigno quasi del tutto innaturale per un ragazzino della sua età, ma del tutto normale per uno come Blake. Blake che il classico ragazzino che aveva avuto tutto dalla vita, tutto quello che si poteva immaginare, ma che gli era mancata solamente una cosa, forse la cosa più importante e fondamentale per un ragazzino della sua età: l'affetto di un padre. La figura di suo padre era stata fondamentale per farlo venire disinteressato del mondo, era stato fondamentale quel rifiuto per rendere quel ragazzino tanto bello, fragile dentro, quasi di cristallo.
    Quindi, fai vedere le tue mutandine a tutti i ragazzi che ti chiedono il permesso?
    chiese poi ridacchiando prima di avvicinarsi appena a lei. Non troppo: non amava subito il contatto, per lui era una cosa rara, ma sopratutto voleva che fosse una cosa quasi esclusiva. Beh, diciamo che nella pratica non era proprio così visto che alla fine se gli piaceva una ragazza si concedeva molto, ma molto facilmente, ma diciamo che nella teoria gli piaceva credere chelui sceglieva le persone con cui approcciarsi con cura ed esclusività!Bleah, sembro mio fratello! Pensò poi facendo una smorfia. guardò di nuovo la ragazzina e le prese la mano facendole un bacia mano.
    Blake Barnes, e mi piacerebbe saperequale dovrebbe esserela fase successiva!
    Quella giornata si stava rilevando davvero interessante, allora era quello il motivo per il quale i suoi compagni studiavano così tanto. Insomma mutandine, riccioli d'oro ben definiti, culetti scolpiti...Lilith Clarke. Aveva delle belle labbra e quel giusto modo spocchioso e con la puzza sotto il naso che Blake adorava infrangere. Su quelle situazioni si riteneva anche abbastanza ingiusto, non era carino far infatuare una ragazza di se e poi lasciarla al suo triste destino! Prima o poi sarebbe rimasto malissimo anche lui, magari interessandosi a qualcuna e poi rimanendo a bocca asciutta, oppure, ancora peggio, scoprire che lei stava solamente giocando!
    Oh, se avessi saputo che c'eri tu con le tue mutandine in questa stanza, non mi sarei messo in un angolo a studiare tutto quello che non ho mai fatto fino a questo momento!
    Una cosa era certa, la sincerità era quella tipica di Aaron, solamente che lui no, non si imbarazzava affatto quando la diceva! Ed anzi, erafin troppo convinto di quello che diceva e di come lo faceva, ed il rossore sulle guancie della sua coetanea, lo stava facendo impazzire!
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    Se ci fosse stato un solo modo per scoprire cosa sarebbe successo da lì a poco, probabilmente Lilith avrebbe fatto di tutto per rimanere un secondo in più in quella stanza che, via via, si stava facendo sempre più pericolosa.
    Alle sue parole sollevo le spalle, scrollandole «Questo non l'ho detto, ma potrei iniziare da oggi. Magari faccio pagare un biglietto, che dici?» se Blake cercava qualcuno con cui spuntarla, aveva pane per i suoi denti davanti. Allargò poi le braccia, un attimo breve, per poi farle ricadere lungo i fianchi.
    L'impercettibile passo indietro che la castana fece, fu quasi involontario, quando Blake avanzò in sua direzione.
    Ma il passo non bastò ad evitare il baciamano dell'Opal.
    «Wow, prima guardi le mie mutandine, poi mi fai il baciamano? Potrei quasi pensare a te come ad un principe azzurro.»
    Ritirò la mano come se avesse ricevuto una forte scossa, sentendo quel brivido percorrerle la schiena, al tocco dell'Opal.
    «Non saprei, le fasi sono: conoscenza, carezze, sguardi, baci, mutandine, lingua e sgabuzzino delle scope, solitamente. Ma visto come abbiamo iniziato, suppongo che tu non sia uno che segue l'ordine delle cose.» un sopracciglio si sollevò curioso. Per quanto stesse facendo la spocchiosa, Lilith sentiva il cuore in gola e le orecchie bruciarle come se la pressione in quella stanza si fosse alzata di colpo, insieme alla temperatura, sfiorando una gradazione talmente alta da star per scogliere la ragazzina.
    Quando nominò lo sgabuzzino, la sua mente rise: sapeva delle leggende che dicevano che veniva spesso usato per fare sesso, ma lei non era mai finita lì dentro per quel motivo. Fino a quel momento aveva preferito sempre il classico, divano, letto, insomma... tuttavia, in quel momento guardando Blake, non le sarebbe dispiaciuto infrangere le tradizioni, non sarebbe così sbagliato, di tanto in tanto.
    «Ah no? Beh, lo studio prima di tutto. Lungi da me distrarti...» e il suo tono si fece improvvisamente, senza alcuna previsione, sarcastico, come se nemmeno lei se lo aspettasse. Fece un paio di passi verso di lui, lentamente, mantenendo lo sguardo acceso sul suo volto, mentre parlò ancora. Aveva perso quel blocco che si era sempre imposta, salvo alcune situazioni di cui non staremo qui a parlare, come se Blake avesse aperto un lucchetto «A questo punto...» si fermò al suo fianco sinistro, spalla a spalla, volgendo lo sguardo verso di lui «...vado via e ti lascio studiare, allora... senza alcuna distrazione... o mutandina...» la coda dell'occhio cadde sulle sue labbra, un breve istante, prima di tornare sul suo volto.
    Poi fece per andarsene, sfiorando distrattamente la sua mano.
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    Blake Barnes Studente
    il fatto di avere una valanga di soldi, ed un impero immobiliare sparso per tutto il mondo, aveva reso Blake, fin da piccolo, un ragazzo molto sveglio e sopratutto uno che girava molto.Aveva appena 16 anni ed era stato almeno in tutte le capitali europee per almeno due volte, aveva visto il Giappone, la Cina, era andato in India... Non lo diceva in giro in quanto non gli piaceva per niente essere considerato il ragazzo orfano ma ricco, ma tutti quei viaggi gli avevano permesso di conoscere un sacco di persone, diverse tra di loro ed un sacco di ragazze non solo diverse fisicamente ma anche con una cultura complicata e sopratutto con delle manie di protagonismo assolute. Ma l'atteggiamento di quella ragazzina era uno dei suoi preferiti, arrossiva ma non si lasciava intimidire. Adorava la timidezza in una ragazza, ma non gli piaceva il fatto che non sapesse tenergli testa quindi... Lilith, sembrava avere entrambe le cose e questo fece sorridere ancora di più Blake. Beh, allora sono stato fortunatissimo, ho avuto il piacere di essere il fautore della gioia dei ragazzi tristi in questa accademia! Era ovvio che la stesse prendendo in giro. La guardò di nuovo, questa volta più analiticamente quasi volesse capire qualcosa di più dal suo modo di vestire e dal suo modo di fare, ma era troppo distratto dal pensiero delle sue mutandine e dalla gonna troppo corta! Chi è quell'imbecille che decide di far indossare delle divise così sexy a delle studentesse in una scuola dove ci sono più ragazzi con ormoni a palla che insegnanti? pensò poi rendendosi conto del passetto indietro della castana. Lui un principe azzurro? Oddio, l'aspetto c'era e se magari si fosse impegnato... no, impossibile, non sarebbe mai riuscito a fare niente di tutto quello. Lui era più per le cose esplicite, lui era più per una sorte di illusione... anche se effettivamente il bacia mano poteva risultare un pò troppo... dolce ecco! Ma infondo gli era venuto spontaneo farlo e non si rimangiava mai quello che faceva. Blake era così, impulsivo, faceva prima qualsiasi cosa e poi pensava a quello che aveva fatto e che avrebbe dovuto fare davvero, le cose non coincidevano quasi mai e se lo facevano c'era sempre qualcosa che, alla fine, faceva ribaltare l'ago della bilancia. Ma prima ancora che potesse dire niente sul punto "principe azzurro" sentì quali erano le fasi successive. Non ce la fece, rise. Si scompigliò un pò i capelli - chissà perchè per i Barnes, scompigliarsi i capelli risultava quasi un gesto automatico e quando lo facevano, rimanevano sempre impeccabilmente bene, qualsiasi fosse il gesto fatto!- e poi la guardò, avvicinandosi ancora un pò a lei.
    Signorina Clark, potrebbe scoprire che cominciare dalla fine è molto più divertente... Aggiunse prima di sorriderle senza però sfiorarla. Era divertente quel giochetto e non avrebbe mai pensato che quella giornata sarebbe stata così produttiva, aveva studiato seriamente, aveva conosciuto una ragazza niente male... Però... i suoi pensieri si fermarono prima ancora di fargli capire niente e quando lei si allontanò ancora un pò dicendogli che non lo avrebbe voluto distrarre dallo studio sogghignò. Era sarcastica! Il suo modo di sfuggirgli era divertente, infondo Blake era abituato a farsi dire sempre di si, ancora non aveva trovato nessuna che lo aveva lasciato a bocca asciutta, anche solo per il gusto ed il piacere di farlo. Aveva sempre ottenuto quello che voleva con qualche ammiccamento e con il suo bel faccino. La lasciò fare, spalla a spalla, lo sguardo della ragazzina incatentato al suo.
    Se ne stava davvero andando? Avrebbe dovuto fermarla? Non ne era convinto. Gli sarebbe piaciuto conoscerla ancora un pò, ma era altrettanto curioso di sapere se era una di quelle solite, che appena lui faceva gli occhioni si fermavano oppure, aveva finalmente, trovato una ragazza che gli avrebbe tenuto testa! Sfiorò di rimando le sue dita.
    Sai, penso che io abbia finito di studiare, e che potresti continuare a leggere il tuo libro...so fare due cose contemporaneamente! era ovvio che intendesse dire che sapeva sia studiare che averla intorno. Da una parte sparava davvero che Lilith non si sarebbe voltata neanche!

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    «Ah, già... si può godere dello spettacolo una sola volta nella vita. E... indovina? Tu hai giocato il tuo turno.» un occhiolino al ragazzo, che si credeva fautore di un gran business.
    Successivamente, soffocò una risata in uno sbuffo «Dipende quanto è divertente chi sta dall'altra parte, Signorino Barnes...» un sopracciglio che si alzò quasi incontrollato.

    Non sempre Lilith aveva la possibilità di giocare con qualcuno che le desse soddisfazioni, molto di rado capitava di trovare un degno "rivale" con cui condividere sarcasmo e sfide all'ultimo sguardo. Ma non aveva ancora fatto i conti con Blake Barnes. Fino ad all'ora, per Lilith, quel ragazzo era stato solo il bello dell'Accademia, che era sulla bocca di tutte e tra le gambe di molte. Questo a lei non aveva mai stuzzicato, un qualcosa di già usato, già visto. E ora lo aveva davanti, chissà cosa pensava il biondino. Che lei sarebbe stata una delle sue prede? Forse sarebbe stato divertente farglielo credere.
    Probabilmente nessuno dei due sapeva, in un futuro, quel gioco quanto li avrebbe logorati o distrutti, magari li avrebbe avvicinati, ma questo ad entrambi non interessava. Erano presi ognuno dall'avere la meglio sull'altro, studiando la preda come se quella battuta di caccia non dovesse mai terminare, pronti a mordersi, per poi girarsi intorno.
    E ci provò, Lilith, ad avere la meglio, quando in quell'incrocio di sguardi si morse il labbro, guardando i suoi occhioni da cane bastonato, fece quasi per avvicinare il volto ancora di più al suo, qualche millimetro impercettibile, così che egli potesse sentire il suo odore dolciastro di vaniglia nera, non disse altro, superò la sua figura, senza nemmeno voltarsi, con il suo libro sotto il braccio e avanzò dietro la porta.
    La richiuse alle sue spalle e rimase un attimo lì fuori, un sorriso divertito sul volto, aveva vinto quella battaglia, chissà se ce ne sarebbero state altre e cosa avrebbero portato. Si stiracchiò un attimo, come se avesse fatto un sacco di movimento, per poi imboccare il corridoio che l'avrebbe portata nella Sala Comune... aveva bisogno di una doccia.
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