Quando il difficile è ritrovarsi

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  1. Brianna Scott
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    [1 Novembre 2018]



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    « scheda - 25 ANNI - AUROR - NEUTRALE BUONO - statistiche »

    Per dieci anni si era chiesta che fine avessero fatto le cinque persone che, in un modo o nell'altro, chi più chi meno, avevano avuto un notevole impatto nella sua vita in un periodo che, paradossalmente, era stato sia il più bello che il più brutto che riuscisse a ricordare.
    L'unica persona con cui aveva mantenuto i rapporti era stata Eilidh, nonostante non fosse riuscita a vederla neanche una volta in tutti quegli anni; che si trattasse di impossibilità o di mancanza di coraggio, era ancora da stabilire. Rivedere Eilidh avrebbe significato rivivere quel periodo, ricordare persone che non avrebbe più rivisto e una in particolare che fino ad allora era stata l'unica in grado di farle battere realmente il cuore, di farla sentire speciale, una persona che era rimasta altrettanto speciale per lei.
    Eppure, scriverle, raccontarle dei progressi in accademia, aggiornarla sul suo lavoro le faceva piacere, sentiva di averla ancora vicina, forse non come un tempo, ma meglio di niente.
    Più di una volta, stremata e avvolta fra le coperte dopo una dura giornata di addestramento, cullata dal respiro regolare della sua compagna di stanza, si era riscoperta a controllare lo Specchio Gemello che condivideva con la Metamorfomaga, con la speranza di scorgere in esso una familiare figura dai capelli viola e i vestiti eccentrici, magari con qualche anno di più... Brianna si era chiesta tante volte come potessero essere diventati tutti loro, ma mai avrebbe pensato di poterli rivedere insieme, un giorno, proprio dove aveva dato inizio a quella nuova fase della sua vita.
    Dopo aver incontrato Xander al Ministero di Londra, la rossa non aveva potuto fare a meno di chiedergli di Lance, come stesse e dove si trovasse; fu con un certo piacere e nessuna sorpresa che seppe della sua cattedra in Antiche Rune presso Hidenstone.
    Brianna non poté non ridere tra sé e sé a quella risposta, poiché ricordava bene quanto Lance fosse affascinato dal vecchio Nataniel Miller -loro insegnante di Rune a Hogwarts- e non si sorprese nel constatare che avesse seguito le sue norme.
    Chissà, pensò, se anche lui aveva sviluppato una certa debolezza per gli indumenti rustici e chissà se anche a lui sarebbero stati così bene!
    Inutile negarlo, se mai la ragazza avesse dovuto svelare i nomi dei professori per cui avrebbe potuto avere una cotta segreta, questi sarebbero stati sicuramente Miller e Castelwine.
    Fu con quello spirito che decise di scrivere a Lancelot, qualche giorno dopo, chiedendogli come stesse insieme a una serie di domande di circostanza che avrebbe preferito fargli di persona; gli domandò se avesse voglia di incontrarla, di bere qualcosa insieme e aggiornarsi un po'.
    Non era certa di sentirsela davvero, ma non le pareva carino non scrivergli dopo aver incontrato il cugino. Certo, avrebbe potuto aspettare che le scrivesse lui, ma non era sicura che Xander, sempre così orientato su se stesso, avrebbe parlato a Lance di lei.
    Tentò di fare appello a tutto il coraggio che le aveva permesso di essere smistata tra i Grifondoro quindici anni prima, intingendo la punta della piuma nell'inchiostro e iniziando a buttar giù qualche parole forzata e troppo fredda, rispetto al suo standard.
    Il giorno previsto per l'incontro era arrivato troppo presto e la ragazza pensò più volte di darsi malata, ma non poteva farlo.
    ...
    No, decisamente non poteva.
    Così, con indosso un abbigliamento diverso dalla solita divisa da Auror a cui stava facendo l'abitudine, infilò un cappotto color sabbia e si diresse verso il luogo previsto per l'incontro, con un enorme disagio e la certezza di non essere pronta a rivivere quel periodo della sua vita.
    Aveva rinunciato a vedere Eilidh, in fondo, e un motivo doveva pur esserci.
    Brianna Scott - The challenge of life is learn how to love

    © psìche



    Edited by Brianna Scott - 8/4/2019, 18:42
     
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    Lancelot Olwen
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    Non sapeva bene quando avesse iniziato a pensare di trascorrere tutta la propria vita in Francia, ma ricordava bene quando si fosse accorto di quell'assurdo pensiero: il primo giorno ad Hidenstone.
    Una scuola ove si parlava fondamentalmente inglese sarebbe dovuto essere incredibile per lui, eppure il biondo non aveva potuto non sentirsi alienato, un po' come le sue amate rune, fuori dal tempo e dallo spazio. Aveva quasi faticato a respirare il primo giorno e aveva impiegato settimane ad abituarsi, tanto che l'autunno era scorso senza che quasi lui avesse potuto apprezzarne i caldi colori o riallacciare una vera relazione non a distanza con la sua persona, ovvero Alexander.
    Il cambiamento era stato così faticoso per lui da mettere all'angolo della sua vita persone fondamentali come Alexander e Elaine, quindi cosa poteva esserne stato di tutti i suoi contatti inglesi? Esatto, il nulla cosmico! Ovviamente aveva pensato a tutti loro, per un verso o per l'altro: ogni volta che vedeva una coppia amoreggiare non poteva non pensare a Elidh e Xander, così come nel vedere due duellare non poteva non pensare ad Annie e Brianna. Erano stati un caleidoscopio notevole, di storie, pensieri ed emozioni, tanto che non era difficile trovare frammenti di loro in ogni adolescente moderno, eppure, nonostante quella forte vicinanza, lui non aveva avuto la forza e forse la voglia di scrivere a nessuno di loro. Se Brianna, dunque, non lo avesse contattato, probabilmente la situazione sarebbe rimasta immutata ancora a lungo, probabilmente fino all'estate.
    Invece quella lettera e quell'invito erano arrivati e lui, per un verso o per l'altro, non aveva non potuto accettare, recandosi per una delle sue prime volte a Denrise, città che conosceva davvero poco 'Fortuna che i negozi di Hogsmeade sono giusto dopo l'entrata nel villaggio...' pensò lui debolmente, varcando la soglia della cittadina ed iniziando a cercare la familiare insegna dei Tre Manici.
    Non fu difficile individuarla, così come non fu difficile riconoscere una chioma ramata 'Brie...' pensò lui, abbozzando nonostante tutto un piccolo sorriso: non sapeva davvero come si sentisse, ma sentiva di essere felice "Brie? Ciao, sono in ritardo?"
    Il giovane avvicinò la rossa osservando quasi con divertimento come si fossero vestiti similarmente: anche lui indossava un cappotto color sabbia, ma vi aveva associato una sciarpa verde, dei jeans e delle scarpe nere lucide. Il viso del biondo era molto maturato in quegli anni, ma i suoi occhi gentili erano rimasti i medesimi di dieci anni prima. Si mise davanti a lei e controllò frettolosamente l'orologio, sia per comprendere se dovesse scusarsi, sia perché voleva un momento con sé stesso per riflettere.
    'Ora... cosa dico?' si era presentato, ovviamente, tuttavia le paranoie che pervadevano la Auror erano le medesime del docente e non erano bastati quasi due anni a Lancelot per digerire la presenza satellitare di Bri intorno alla sua vita, tramite Alexander.
    "Denrise è sicuramente una città affasciante" se amavi essere borseggiato o lo sporco "Ma che ne dici di entrare e ordinare qualcosa?" propose lui con un suo sorriso condiscendente "Come stai?" chiese infine, avviandosi alla porta e aprendola per l'altra, cavalleresco fino alla fine.
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  3. Brianna Scott
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    « scheda - 25 ANNI - AUROR - NEUTRALE BUONO - statistiche »
    C'era solo una persona al mondo che pronunciava il suo nome con quel peculiare quanto familiare accento inglese, motivo per cui, non appena ne sentì la voce, Brianna seppe di chi si trattava; nel sollevare lo sguardo lo vide, vide quel ragazzino dai tratti infantili lasciare posto a un uomo che dieci lunghi anni avevano coltivato e trasformato, ma se c'era una cosa che la ragazzina che ancora albergava in lei non avrebbe mai dimenticato di Lancelot, era lo sguardo buono e pieno d'amore che riservava a chiunque avesse avuto un'importanza, seppur minima, per lui.
    Brianna, in qualche modo, sapeva di poter vantare questa immensa fortuna.
    L'unica cosa che fece fu scuotere la testa in senso di diniego alla sua domanda: Lance non era mai in ritardo, non avrebbe potuto perché semplicemente lo avrebbe considerato un terribile affronto a colui -o colei- che doveva incontrare. Ancora una volta, com'era successo più di un anno prima con il cugino, Brianna si rese conto di quanto le cose potessero rimanere immutabili persino dopo una decade.

    Bel cappotto.

    Come prima frase da dirgli dopo tutto quel tempo, le pareva ideale, soprattutto perché aveva notato una certa somiglianza con quelli che indossava lei.
    Annuì al suo invito di entrare in quella che doveva essere una replica esatta dei Tre Manici di Scopa, permettendo a Lance di fare il galantuomo quale era sempre stato e superando la soglia della porta con lui al seguito, lasciando in sospeso la risposta alla sua domanda.

    Buonasera. Disse con educazione, salutando il gestore che li osservava da dietro il bancone. Poi attraversò la stanza con lo sguardo, trovandola terribilmente identica all'originale, in cui aveva trascorso tanti pomeriggi del fine settimana a Hogsmeade. Che ne dici di quello?

    Indicò un tavolo piuttosto appartato nell'angolo del locale vicino al camino: l'inverno era ormai alle porte e un po' di tepore era esattamente ciò che le serviva, data anche la necessità di rompere il ghiaccio.
    Così come un tempo, la rossa aveva tentato di rendere partecipe il compagno, ma poi si era avviata lì prima che lui potesse effettivamente controbattere; ciò, non perché credeva di essere l'unica con il diritto di decidere, quanto perché nella sua testolina quello era il tavolo migliore.
    Si fermò sul posto, più o meno a metà strada dall'ingresso a quella che pareva essere la sua meta; chiuse gli occhi sorridendo e sospirando afflitta, per poi rivolgersi a Lance.

    Scusa, non sono cambiata poi così tanto...
    Ti va bene lì?


    Sapeva bene che la sua irruenza aveva creato non pochi disagi al ragazzo anni addietro, motivo per cui tentò di frenarsi.
    Poi, una volta che Lance avesse detto la sua sul posto a sedere, lo avrebbe seguito, si sarebbe sfilata il cappotto sistemandolo sullo schienale della sedia e avrebbe atteso il listino prendendo posto e accavallando le gambe, poggiando il mento sulla mano destra chiusa a pugno e con lo sguardo diamantino ancora puntato sul suo vecchio amico.

    Sto bene, direi. Il lavoro mi tiene parecchio impegnata ma mi piace, moltissimo. Poi, beh, con Xander... cielo, ma come fai a sopportarlo? Litighiamo almeno un paio di volte alla settimana eppure non c'è verso che ci separino: dicono che siamo una coppia esplosiva e, beh, in verità siamo eccezionali sul campo.

    Ed era vero, una cosa che in realtà non l'aveva mai sorpresa più di tanto: lei e Xander erano più simili di quanto ognuno di loro credesse, avevano la stessa, forte e logorante passione e questo non faceva che renderli incredibilmente compatibili nelle missioni che venivano loro affidate.

    Ma dico, ti rendi conto? Io e tuo cugino, roba da pazzi.

    Si mise a ridere a quel pensiero, ma la verità era che Xander riusciva a capirla anche solo con uno sguardo in quel capitolo della loro vita, anticipando le sue mosse e rendendole chiare le proprie ancor prima di metterle in atto.
    Poi, certo, una volta tornati alla vita di tutti i giorni a mala pena si rivolgevano la parola se non per prendersi in giro o discutere animatamente sul tipo di carta da usare per appuntare ciò che veniva detto loro.

    Beh, e tu come stai? Cosa mi racconti?

    Brianna Scott - The challenge of life is learn how to love

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    Rivedere Brianna fu un colpo al cuore col biondino, che quasi ebbe le vertigini dalla nostalgia. Lì per lì, forse perché era la prima volta che succedeva, o forse perché era Brianna e non Annie, lui non comprese esattamente cosa stesse accadendo e cosa lo stesse lacerando, ovvero quel senso di vita rimessa in moto che avrebbe compreso perfettamente vedendo l'altra rossa: lui non aveva mai voluto lasciare Hogwarts e separarsi dal suo gruppo, tuttavia le vicissitudini della vita lo avevano costretto a ciò e lo avevano anzi anche trattenuto lontano più a lungo del cugino.
    Ora, cominciando da Brianna, lui stava mettendo le cose a posto.
    Con un gesto educato, ma energico, del capo, la rossa non solo ricordò all'altro la sua natura, ma confermò come fosse in orario; non ne aveva mai dubitato, del resto lui era puntuale per definizione, tuttavia era parte del suo modo cortese chiedere se fosse in ritardo, in maniera, nel caso, da poter dire che la volta dopo sarebbe arrivato ancora prima, come un vero giapponese avrebbe detto e fatto.
    Anche la rossa rilevò il fatto che avessero colori simili, ma, a differenza di lui, lo verbalizzò, ricevendo in cambio una piccola risata, andando poi a seguire la auror nel locale e quindi verso il tavolo che aveva scelto. Lo fece sia perché non aveva molto da ridire, ovviamente, Bri aveva sempre avuto ottimi gusti in fatto di cose e uomini (ammicca-ammicca (?)), sia perché, in effetti, non vi era stato molto tempo per contestare quella decisione, come lei stessa colse dopo un poco, arrivando al punto di scusarsi.
    Le sue scuse, piuttosto contrite e allegre, furono accolte dal biondo con un'ampia risata, che durò non poco "E' bello sapere che non sei cambiata." propose lui con uno dei suoi migliori sorrisi paternali, continuando poi a seguire la scelta dell'altra fino a sedersi davanti a lei.
    Come lei posò il cappotto dietro la sedia, rivelando una camicia verde piuttosto attillata e lucida, che tradiva un fisico più definito di forse quanto ci si sarebbe attesi da lui. Posò gli avambracci sul tavolo, protendendosi in avanti, quindi ascoltò qualche piccolo aggiornamento sulla vita della rossa, che intanto era andata avanti fino a sbattere contro incontrare Xander.
    "Non è così insopportabile dai: ammettilo che induce dipendenza!" ridacchiò lui, forse lievemente invidioso di come loro due si fossero ritrovati, finendo per avere una sorta di relazione, una relazione abbastanza stabile, in vero, solida e anche definita e chiara a tutti, al punto che i loro superiori non volevano sentir storie e li tenevano legati l'uno all'altra.
    "Me lo ha detto!" ammise lui, scoppiando a ridere, ben più forte di prima, piegando indietro il capo e godendosi quel momento a pieno, con tanto di mano sullo stomaco "Che poi lo sanno tutti che quella esplosiva sei tu e non ti serve aiuto!" propose lui con una linguaccia, direttamente inviata dal Lancelot di dieci anni prima, che forse ora si sentiva meno in imbarazzo nell'ammettere come amasse prendere in giro la rossa.
    O forse era solo più stupido e suicidiario: il confine era molto labile.
    "Comunque siete sempre stati una bella coppia: Anita e Coral ne sanno qualcosa" propose lui, inclinando poi lievemente il capo "Anche se in effetti c'ero anch'io a far loro vedere i sorci verdi" ghignò.
    Forse i ricordi di quel traumatico Halloween erano un po' distorti nella mente del giovane docente, tuttavia era anche vero che il succo restava quello: loro sei erano stati per qualche mesi ben più che dei grattacapi, ma proprio una forza della natura, e indubbiamente i più belligeranti erano proprio loro tre "Forse dovrei smetterla di studiare le rune di relazione e dedicarmi seriamente alle barriere: magari potrei trovare il modo di infilarmi nella vostra routine, come terzo incomodo" propose ancora, forse più serio di quello che poteva pensare, del resto non avevamo forse detto che lui era lievemente geloso?
    Un cameriere portò due liste e le lasciò davanti ai due ragazzi, ma Lance con un gesto elegante della mano lo fermò "Grazie, ma penso che ci siamo già" affermò con un sorriso alla cameriera, sfidando poi con lo sguardo, in maniera divertita, la rossa "Due whiskey incediari?" propose poi, curioso di sapere se ancora conosceva i gusti dell'altra e ansioso di dimostrare di non andare più in completo panico alla prima goccia di alcool.
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  5. Brianna Scott
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    « scheda - 25 ANNI - AUROR - NEUTRALE BUONO - statistiche »
    Col tempo Brianna aveva imparato che parlare delle proprie emozioni non era più tanto facile; non che per lei lo fosse mai stato, ma da ragazzina non era un problema non esplicitare se si sentisse triste, felice o arrabbiata, poiché se fosse stata in grado di nasconderlo -cosa alquanto rara e difficile ai tempi- nessuno si sarebbe accorto di niente e nessuno avrebbe fatto domande.
    Naturalmente per uno come Lancelot, che bene o male l'aveva conosciuta ed era una persona a cui lei era stata parecchio legata, non veniva troppo difficile leggerla come un libro aperto, anche e soprattutto data l'eccezionale sensibilità e altrettanta empatia che il ragazzo, se non era cambiato negli anni, aveva sempre avuto.
    Ad ogni modo, Brianna era serena, forse come non le capitava da tempo: Xander era una forza della natura e non si poteva certo dire che la rossa al suo fianco fosse "serena", principalmente perché con il moro si divertiva, litigava, discuteva, ma di certo non poteva affermare di rilassarsi in sua compagnia.
    La verità è che Brianna era felice di rivedere Lance e il sorriso genuino sul volto di lei lo confermava.

    Ah ah, noto che neppure tu sei cambiato troppo.
    Com'è che mi chiamavi? Miss... Incendio?


    Che Brianna ricordasse, era sempre stata l'unica vittima delle battute e prese in giro di Lancelot; certo, il ragazzino di allora, pur apparendo tanto tenero e ingenuo, era una macchina da guerra se solo lo voleva, bastava pensare al rapporto giocoso che aveva avuto con Bell e a quello pieno di alti e bassi con Eilidh... Eil, chissà se il biondino sapeva che la Metamorfomaga, sua rivale per l'affetto del cugino, era a Londra. Ed Annie? Si erano già incontrati? E se così non fosse stato, l'avrebbe chiamata?
    Troppe domande, poche certezze e zero risposte.
    Quando Lance nominò due vecchie conoscenze della sua amata Casa, la rossa non poté non scoppiare a ridere, contagiata dall'allegria del compagno; a dire il vero, non aveva mai stretto un gran rapporto con le due ragazze, principalmente perché la prima frequentava un corso diverso dal suo, mentre la seconda era stata la ragazza di Bell prima che i due Grifondoro si baciassero la prima volta... era dunque comprensibile che fra le due non corresse buon sangue.

    In realtà siamo stati un bel trio, più che una coppia. Ci siamo conosciuti così, in fondo, tutti e tre in un'arena, l'uno contro l'altro...
    Cielo, ne è passato di tempo da allora e quante cose sono cambiate... non ti sopportavo affatto.


    Tra la nostalgia e lo sguardo perso a tentare di riacciuffare quei ricordi, la rossa spostò l'attenzione sull'amico e gli rivolse ancora una volta un sorriso, sorprendendosi di ripensare a quei momenti con tanta tranquillità. Ricordava perfettamente il giorno in cui lei e Lance si erano rivolti la parola per la prima volta, persino l'incontro successivo di fronte a un quadro fastidioso e l'odore di Puzzolinfa che li impregnava da giorni.
    Ne avevano passate parecchie, ai tempi.

    Sarebbe bello, davvero.
    Ma dimmi di te, insegni Rune a Hidenstone, no? Sembra promettente come accademia.


    Invero si era trovata parecchio bene in quella scuola, nonostante non avesse stretto chissà quali legami, ma come ci si poteva aspettare da lei, nonostante i due anni persi, si era diplomata con il massimo dei voti e tanto le era bastato.
    Non poteva dire di aver amato quei cinque anni, ma non se ne lamentava neanche.
    Quando si avvicinò il cameriere, la ragazza fece per parlare e ordinare una Burrobirra: nonostante fosse di riposo quel giorno, non voleva esagerare. Ma Lance, per la prima volta da quando lo conosceva, la sorprese e non poco.

    Ah sì?

    Disse alla sua prima affermazione, inarcando un sopracciglio e guardandolo tanto divertita quanto incuriosita.
    Quando poi il biondo le rivolse un'occhiata di sfida -non era cambiato, conosceva i suoi punti deboli e sapeva che non avrebbe mai rifiutato una sfida, neppure dopo tutti quegli anni- e le propose il primo gioco della giornata.
    Lo sguardo della rossa si assottigliò mentre gli angoli della bocca si piegavano verso l'alto, lasciando che con un cenno del capo accompagnato da poche parole si desse inizio alla sfida.

    Adoro gli uomini con iniziativa.

    Si sporse di lato e afferrò il porta monete dalla tasca del cappotto -non era ancora tipo da borse e se poteva evitare di portarle lo faceva- e ne estrasse qualche Galeone, guardando l'amico con un sorriso ben più beffardo di quelli di poco prima.

    Il primo giro sta a me.

    Brianna Scott - The challenge of life is learn how to love

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    Edited by Olga Constantine - 19/3/2019, 00:40
     
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    Lancelot Olwen
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    Le rune erano scrittura, erano incisione, ma erano anche lettura. Erano uno dei metodi più antichi di divinazione e Lancelot nella sua formazione, per quanto si fosse dedicato a ben altro, aveva finito anche con il dover studiare a fondo anche quella branca runica. Trovarsi davanti Brianna era un po' come dover interpretare una Kenaz: la forma era sempre lo stesso, così come il significato fondamentale, eppure ogni volta assumeva una sfumatura diversa, per contesto, momento, e anche solo per sua semplice impressione.
    Brianna Scott era figlia della Brianna di dieci anni prima, ma era cambiata, ovviamente, e lo stesso si poteva dire per lui. Se lei non parve troppo adirarsi per i nomignoli che tanti anni prima si era guadagnata nel fuoco di mille battaglie (cit.), lui d'altro canto aveva perso la timidezza che gli impediva di usarli con l'ironia che li avevano sempre contraddistinti "Lady Incendio. Quando usavi le magie di fuoco avevi una innata classe" la stuzzicò lui, gongolando quasi sul posto e ghignando sotto gli inesistenti baffi.
    Nonostante fossero rimasti divisi per anni, alla fine si erano ritrovati e sincronizzati, decisamente anche meglio di come avevano avviato il loro rapporto "Già... noi tre contro tutti... o meglio... prima noi tre a scannarci, ma poi noi tre contro tutti!" rifletté lui, scoppiando poi a ridere, ricordando benissimo come fosse degenerato il loro primo incontro e fosse stato un quadro capriccioso a portare avanti il loro rapporto fino a renderli amici "E per inciso, io ti odiavo: quando ti avevo visto tentare di schiantarmi Xander ho visto rosso peggio di un toro!" rise lui, forse anche di sé stesso: nonostante tutta la sua buona volontà, ai tempi non era riuscito a portare a segno neanche un colpo, forse anche ad indicare la sua diversa predisposizione magica rispetto gli altri due futuri Auror. Col riso sulle labbra,il giovane dischiuse la bocca brevemente, ma poi la richiuse senza proferire ulteriore parola 'Lasciamo stare, va' ' loro erano stati un trio, sicuramente Brianna ci aveva visto lungo con quella definizione, ma il loro trio era stato almeno un sestetto per tanti mesi, un sestetto che sapeva si era sfaldato con la loro partenza. Tre elementi mancavano all'appello e forse il runista non aveva il coraggio di parlarne apertamente, mostrando ancora le tracce del Lancelot timido di tanti anni prima.
    Tamburellò le dita sul tavolo, delicatamente, forse per qualche leggero tic, ripensando al passato e ripensando alla voglia di tornare spalla a spalla con loro due 'Anche se probabilmente finirei col passare il tempo a urlare e piangere' del resto quell'Halloween aveva fatto quello e poco altro, almeno dal suo punto di vista, e lui restava esperto in qualcosa di non molto offensivo, anche perché si era concentrato sulla ricerca e la pedagogia, non certo nello sbattere in faccia simboli alla gente (o altro, quello era comunque Xander (?)) "Hidenstone... è strana... ci lavoro da un po' ma non l'ho ancora ben inquadrata" forse perché passava il tempo da una crisi d'ansia ad un attacco di panico, così, per dire "Però è molto stimolante... e suggestiva. Inoltre... beh siamo vicini a Denrise, e i denrisiani hanno tutta una loro cultura runica: ci sono dei filoni di ricerca davvero unici!"
    Lancelot era un combattente, ma non era un guerriero; se parlando di essere spalla a spalla con gli altri due aveva sorriso, nel parlare delle (noiosissime) rune di Denrise i suoi occhi brillarono come quelli di Brianna avrebbero potuto fare solo davanti ad una persona cosparsa di benzina (?), dimostrando, probabilmente, quanto fosse distante la sua via da quella degli altri due. Ognuno doveva del resto seguire la sua natura, la sua vocazione, e sfruttare il proprio spirito ove si poteva. Lancelot il proprio lo spese nelle ordinazioni: due whisky incendiari.
    La rossa forse avrebbe puntato su qualcosa di più leggero, ma lui decise di stupirla e, un po' come Cesare in Gallia, vi riuscì. L'angolo destro della sua bocca si alzò nel cogliere lo stupore di lei, scoppiando poi a ridere quando lei pagò: quello, per sua ammissione, era il primo giro "Il tuo fegato scozzase non ti abbandona mai, eh?" la stuzzicò ancora, nel mentre il cameriere si allontanava, probabilmente chiedendosi se quei due fossero fidanzati o cosa.
    La risposta era ovviamente cosa.
    "Grazie comunque di questa uscita. Sono venuto pochissimo a Denrise, se non per perdermi nei vicoli e finire risputato in qualche bottega" propose lui "Anche se... fa quasi strano essere nei Manici di Scopa... senza essere ad Hogsmeade, non trovi?"
    Quasi a conferma di quelle parole, il biondo volse il capo intorno a sé, studiando la stanza, forse alla ricerca di differenze, ritornando poi alla Auror "Tu ci vieni spesso a Denrise, ho la speranza di vederti un po' ?" domandò poi lui con dolcezza. Conosceva le missioni di Xander, a grandi linee, ma non sapeva molto della vita privata della rossa, e forse voleva approfondire la situazione.
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  7. Brianna Scott
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    « scheda - 25 ANNI - AUROR - NEUTRALE BUONO - statistiche »
    Al nomignolo che immediatamente la costrinse a intraprendere un breve ma intenso viaggio nei ricordi, Brianna scoppiò a ridere e si portò una mano sugli occhi: era stata davvero tanto focosa ai tempi della scuola? Da un punto di vista prettamente soggettivo e tutt'altro che obiettivo, la ragazzina che era stata non si era mai considerata tanto irascibile e istintiva, ma doveva pur esservi finita nella Casa dei coraggiosi per un motivo, no?

    Sì, beh, diciamo che me la cavavo.

    In verità, per quanto lei non amasse particolarmente vantarsi, era consapevole di essere stata non solo un'abile duellante, ma un'eccellente studentessa a Hogwarts, non per nulla le era stato assegnato il ruolo di Prefetto e, chissà, se fosse rimasta a scuola avrebbe ottenuto anche la spilla di Caposcuola.
    Naturalmente non lo avrebbe mai saputo e, anche potendo tornare indietro nel tempo, non sarebbe rimasta per scoprirlo.
    Il tono di Lance, nonostante l'atteggiamento scherzoso e ilare che usò nel rammentarle quei momenti, costrinse Brianna a provare una sorta di nostalgia per il passato.

    So bene che mi odiavi e non posso darti tutti i torti: ti ho fatto una battuta davvero pessima... Anche se, andiamo, quello fra te e Xander era un legame un tantino eccessivo.

    Lo disse col sorriso, ma Brianna era un po' come un libro aperto e di facile interpretazione: voleva bene -o ne aveva voluto- a quei due ragazzi, ma il loro rapporto era stato talmente intenso da averle fatto pensare più di una volta a un amore proibito; che poi fosse da parte di entrambi o solo di Lance, questo la sua immaginazione non aveva saputo dirlo.
    Alla giovane Auror non sfuggì il tamburellare delle dita del compagno, ma non seppe attribuirlo a nulla in particolare; non poteva immaginare che Lance stesse ipotizzando di parlare del loro vecchio gruppo, perché ciò avrebbe comportato parlare di Bellamy e Brianna non era certa di volerlo fare.
    In verità, erano un paio gli argomenti tabù che la riguardavano e non aveva molta voglia di prenderli in considerazione, tuttavia, se il ragazzo ne avesse parlato, avrebbe dovuto trovare il modo di continuare a rispondere con un bel sorriso stampato sulle labbra, con il rischio di farsi scoprire.
    Fu tentata, in effetti, di nominare Annie ed Eilidh e schiuse le labbra per farlo, ma l'arrivo del cameriere la distrasse da quell'intento.
    Brianna non poté fare a meno di notare lo sguardo del biondo illuminarsi nel parlare di ciò che faceva a Hidenstone; la scozzese aveva avuto modo di vedere all'opera quell'accademia di persona e non poté non ammettere di esserne rimasta affascinata: aveva conosciuto il precedente insegnante di Antiche Rune -materia decisamente utile per la sua formazione da Auror- e stranamente non faceva troppa fatica a immaginare Lance seduto a quella stessa cattedra.
    Sorrise rivelando all'amico un calore che non percepiva da tempo: Lancelot era felice, o per lo meno lo sembrava, e lei non avrebbe potuto chiedere di meglio per lui.
    Quando il discorso di spostò su Hogsmeade, la ragazza di guardò intorno e scorse il cameriere preparare le loro ordinazioni.

    E' strano, già...
    Eppure, non riesco ancora a sentirmi a casa, non è la stessa cosa. Hogwarts era... beh, è tutt'ora ciò che di più bello mi sia mai capitato nella vita.


    Aveva abbassato talmente tanto la voce che quasi rischiò di non essere sentita dal compagno, con lo sguardo perso a osservare un punto indecifrato del tavolo su cui poggiava i gomiti, quasi privata delle proprie forze. Ci mise un momento a rendersene conto, ma riuscì a sollevare nuovamente gli occhi diamantini verso il ragazzo e a rivolgergli uno dei suoi ormai soliti sorrisi.

    In realtà difficilmente bazzicherei da queste parti, ho un appartamento a Londra e...

    Già, e doveva forse rimanere a Londra quando, nei fine settimana, non tornava da sua madre a Inverness? Certo, aveva Eilidh lì, e anche Annie, ma era come se le loro strade si fossero divise tanto tempo prima, nonostante l'immenso affetto che la legava alle due compagne di scuola: entrambe avevano scelto lo stesso ambito lavorativo e questo doveva averle legate moltissimo, soprattutto dopo essere state abbandonate dai loro affetti negli anni di Hogwarts.
    Se Brianna riusciva a sentire un legame con Xander e Lance, probabilmente le due ragazze lo avevano sentito con Bellamy.
    Molte cose erano cambiate da allora e l'idea di rivedere ancora Lance, quel ragazzo che poteva capirla, non le dispiaceva più di tanto.
    Si limitò dunque ad annuire, illuminando un po' più l'espressione del viso.

    Al diavolo, per te potrei farlo.

    Brianna Scott - The challenge of life is learn how to love

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    Lancelot Olwen
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    Riallacciare i rapporti con la sua vita ad Hogwarts fu strano per Lancelot, lo aveva persino spaventato, eppure era stato più forte di lui, forse anche perché si era morbosamente interessato alle rune di legame, del resto lui trovava terribilmente affascinanti i legami tra persone, sia quando duravano, sia quando si spezzavano.
    Enunciare uno dei nomignoli di Brianna fu per lui naturale, fin troppo, quasi non avesse mai smesso di usarlo - cosa che invece aveva ampiamente fatto - e allo stesso modo la rossa pareva ricordare nitidamente gli insulti rivoltigli la prima volta "Mi avevi insultato?" disse lui sbuffando una risata "Ricordo solo che volevi schiantare e bruciare xander: tutto il resto l'ho rimosso"
    L'auror ai tempi aveva criticato il legame morboso tra i due, ma a lui in vero non aveva mai toccato come discorso: il loro rapporto era morboso e lo era rimasto, e lui, pur essendone perfettamente cosciente, non vi vedeva niente di male 'Tutti dovrebbero amarsi così'
    Come già detto, Lancelot era attratto dai legami, e forse lo era proprio per il rapporto così intimo, profondo e sinergico che aveva con Elaine e Xander, o forse, semplicemente, era solo il suo modo di riuscire a capire dove avesse trovato la forza di non strozzare Xander. Forse avrebbe sollevato il problema con l'altra, del resto probabilmente anche lei faticava a non ucciderlo, ma il barista venne a prendere le ordinazioni, spezzando l'argomento e proiettando su altri temi i due, come lo scontro tra i nuovi locali e i vecchi.
    Brianna riscontrò come in effetti vi fosse un effetto nostalgico, che però non la metteva a suo perfetto agio, forse perché Hogwarts era stato il periodo più bello della sua vita 'Bri...' la rossa non lo aveva detto ridendo e questo faceva credere all'altro che la ragazza fosse dominata dalla malinconia, se non proprio dal rimpianto 'Cosa ti è successo?' lui era partito, ma non voleva credere che fosse stato ciò a deprimere così il suo ricordo, anche se non poteva escludere che quell'evento, così improvviso, potesse aver messo in moto tutta una serie di meccanismi che, sommati ai loro caratteri incendiari, avesse portato a quella sofferenza.
    Forse avrebbe dovuto chiedere, ma non lo fece: era un insegnante, un runista, non un uomo così tanto coraggioso: aveva appena incontrato l'altra, non aveva la forza di sentirsi in colpa per ciò che aveva fatto e non aveva fatto. In compenso però aveva la forza di sfidare la rossa a bere e, perché no, proporre di rivederla 'Il primo passo lo hai fatto tu, sta a me fare il secondo, no?'
    Lancelot era e restava un ragazzo galante e cavalleresco e non si sottrasse neanche quella volta ai suoi doveri, forse stordendo anche l'altra, che titubò molto su come rispondere, reagendo un po' come era capitato a lui, combattuto tra l'accettare o il rifiutare, e, ugualmente, anche lei accettò "Grande! Comunque, nel caso, posso anche venire io a Londra: sono un insegnante, non sono paraplegico!" propose lui, quasi gongolante, lasciando poi al cameriere tutto lo spazio per posare le loro ordinazioni.
    "Grazie, giusto in tempo!" trillò lui, regalando un ampio sorriso all'uomo e levando poi il bicchiere al cielo "A noi due e a tante altre serate!"
    Lancelot che brindava era decisamente poco credibile, del resto era un artista, un ragazzo delicato e sensibile, non certo un uomo rude che si vedeva a proprio agio ingollare alcool su alcool tra un rutto e un brindisi, eppure il suo entusiasmo era palpabile, tanto che portò il bicchiere alla bocca e ne dimezzò la capienza in un secondo, posandolo poi sul tavolo, forse un po' provato.
    "Uff... forse mi sono troppo abituato alla champagne..." propose lui, come battuta, mentre le sue gote si coloravano un poco "Comunque... sarebbe fantastico vederti di più da queste parti: sai, ho l'impressione che una volta o l'altra mi rapineranno o cose così... magari se sanno che sono amico di una Auror mi lasceranno in pace" propose poi con una breve risatina "Sei mai andata ai cantieri a vedere i carpentieri come realizzano le drakkar? E' qualcosa di affascinante... e selvaggio..." ridacchiò poi di colpo, posando un po' sornione una guancia alla mano, inclinando di lato il capo.
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    « scheda - 25 ANNI - AUROR - NEUTRALE BUONO - statistiche »
    Brienna ricordava perfettamente il giorno in cui aveva iniziato a considerare i cugini Olwen come qualcosa di diverso rispetto a due semplici compagni di scuola e, da ciò che poteva rammentare, in quel momento avrebbe preferito non avervi più nulla a che fare.
    Non poté fare a meno di chiedersi cosa sarebbe accaduto se, anni prima, non si fosse fermata sulle rive del Lago Nero a cantare con Xander o nei pressi della Sala Trofei a chiarire con Lance; probabilmente avrebbe evitato un enorme imbarazzo nel primo caso e un tremendo mal di testa nel secondo, ma di certo si sarebbe persa ricordi meravigliosi ed emozioni indescrivibili che solo l'adolescenza è in grado di regalare con tanta generosità.
    Non rispose a quanto detto dal biondo, in fondo che lui e il cugino fossero da sempre molto legati non era un segreto per nessuno, anzi, il più delle volte fu anche motivo di discussione tra il ragazzo ed Eilidh, ai tempi ragazza di Xander. Più di una volta, rammentava la rossa, aveva pensato che in realtà Lance fosse segretamente innamorato del cugino e, curiosa com'era, aveva fatto in modo di scoprirlo... ma il "fidanzamento" del suddetto con Annie aveva mandato tutto all'aria.
    Peccato.
    Quando il ragazzo propose di andare a trovarla a Londra, Brianna annuì soddisfatta: il villaggio di Denrise le piaceva ma lo conosceva poco, nonostante avesse frequentato l'accademia fino a qualche anno prima, e Londra stava via via diventando sempre più simile a una casa per lei; aveva imparato a individuare ciò che più le piaceva, compresa la cioccolateria che amava, il bar da cui prendeva il caffè -con zero caffè- tutte le mattine prima di andare a lavoro, il cinema, il teatro in cui andava spesso a vedere musical dei cartoni Disney e ancora la pizzeria, la libreria... Londra era diventata casa sua prima ancora che se ne rendesse conto, ma una casa piuttosto solitaria data la sua reticenza nell'incontrare le persone a cui teneva di più.
    Quanto spesso vedeva Eilidh ed Annie? Meno di quanto avrebbe dovuto e voluto, forse, eppure con la scusa del lavoro massacrante riusciva a scansare le serate in compagnia delle due coinquiline Medimaghe, non tutte ma sicuramente una buona parte.
    Voleva molto bene a entrambe e le erano mancate, ma era come se la scelta di percorsi tanto diversi, come ciò che le aveva divise in passato, fossero troppo rilevanti per far finta di nulla.
    Arrivò da bere e la rossa sorrise nel portare in alto il proprio bicchiere, facendolo scontrare delicatamente con quello dell'amico e unirsi al brindisi. Osservò Lance ingoiare il contenuto del bicchiere e, prima di fare lo stesso, Brianna non poté evitare di trattenere una risatina.
    Erano cambiati entrambi.

    Cin.

    Ne bevve tutto il contenuto e ricordò l'ultima volta che aveva bevuto in compagnia di Lance, la sera della festa di compleanno che lui e gli altri avevano organizzato per lei e Bell. Era stata una festa davvero delirante.
    Poggiò il bicchiere sul tavolo con un tonfo più sordo di quanto avrebbe desiderato, portandosi l'altra mano alle labbra per eliminare il residuo di alcol.
    Sollevò lo sguardo sul compagno quando questo parlò di come sarebbe stato conveniente farsi vedere in giro con lei, poi rise scuotendo il capo, come se Lance non sapesse di cosa stesse parlando.

    Mi prendono sul serio solo quando tiro fuori la bacchetta... un po' come capita a voi uomini.

    Gli riservò un occhiolino e riprese a ridere, sorprendendosi di quanto fosse facile star bene in sua compagnia. Lance era fin da ragazzino molto dolce e lei aveva sempre sottovalutato questa caratteristica nelle persone e forse era arrivato il momento di smetterla.
    Scosse il capo quando il biondo le parlò delle Drakkar, di cui aveva sentito spesso parlare ma che non era riuscita mai a vedere con i propri occhi tanto da vicino.

    Non mi intendo di queste cose ma so che c'entrano le rune, o sbaglio?

    Non era certa di voler davvero dire ciò a cui stava per dar voce, anzi, quando aveva messo piede a Denrise quel giorno non pensava neppure di avere intenzione di restare più di quanto le convenzioni non imponessero, ma in quel momento voleva solo godere di quel tuffo nel passato e trascorrere più tempo con Lance. In fondo, chi sapeva quando si sarebbero rivisti?

    Magari puoi portarmici tu... prometto che ascolterò tutto ciò che hai da dire.

    Nel dire ciò fece una smorfia, come se l'idea che Lance potesse dare adito a tutte le sue conoscenze fosse una prospettiva davvero poco piacevole, ma il sorriso che palesò un attimo dopo la tradì e non poté fare a meno di pensare a quanto sarebbe stato strano avere lì non solo lui, ma anche altre quattro persone, come se mai nulla fosse cambiato.
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    'Non sono più il ragazzino balbuziente di dieci anni fa: ora sono un uomo'
    Lancelot era molto cosciente della sua evoluzione, sapeva di essere cresciuto dentro e fuori e una parte di lui non proprio piccola (senza andare ad alludere a cose dentro i calzoni) sentiva il bisogno che ciò venisse riconosciuto. Un buon modo poteva essere stuzzicare la rossa in piccole sfide e fargli vedere come ora bevesse senza problemi.
    Più o meno, almeno, ecco: se quello era stato il suo modo di dimostrare la sua crescita, fu un discreto flop, giacché lui bevve metà della bevanda e si strozzò quasi, salvandosi in corner, forse, parlando di champagne, mentre la scozzese ingollò tutto senza batter ciglio 'Uff... che rozza che è...' pensò lui, infastidito proprio dal fatto di non essere riuscito a fare la figura che voleva.
    La donna posò sul tavolo il bicchiere e i due poterono parlare di vedersi, rivedersi e magari approfittare della reciproca compagnia: Lance non era esattamente un maschio alpha, e girare con due auror, sommando anche il cugino, poteva essere non poco comodo, per quanto Brianna non si reputasse così tanto autorevole: la gente la temeva solo quando impugnava la bacchetta.
    "Io sono più bravo con la bocca che con la bacchetta" ridacchiò lui, chiedendosi se fosse un'allusione sessuale, sia la battuta di lei, sia quella di lui 'Io faccio allusioni sessuali?' non ne era davvero certo, ma da quando con Bri lui aveva seguito del tutto il suo normale comportamento?
    'Ha sempre trovato il modo di farmi fare cose assurde...' pensò lui divertito nel mentre parlavano di girare per Londra, ma anche per per Denrise, dove lui stava faticosamente ottenendo degli interessanti privilegi, data la sua posizione, come osservare i Carpentieri a lavoro "Sono riti antichi e complessi di cui capisco ancora poco, però sì, c'entrano anche le rune, per questo mi fanno andare, perché vogliono vantarsi di quanto sono anni luce avanti" ridacchiò lui, nel mentre lei mostrava un certo interesse per la questione "Ti ci porterei volentieri, anche se non so quanto siano felici di avere una Auror tra di loro, ma immagino si possa glissare sull'argomento" propose lui con un occhiolino "Solo... sai che i Cantieri Navali sono quasi un luogo sacro per in Denrisiani, quasi interamente in legno, vero?" propose lui consumando il suo bicchiere e mostrando poi un sorriso birichino "Sicura di resistere alla tentazione di bruciare tutto?"
    Si diceva che la paglia vicino al fuoco bruciasse e in fondo Brianna nei Cantieri non pareva poi un'immagine così diversa. Con un gesto della mano, il biondo attirò l'attenzione della cameriera e ordinò altri due whisky, poi riportò lo sguardo vispo su di lei "Comunque sei sempre stata un'ottima discente, Brianna, quindi per qualsiasi cosa, conta pure su di me" propose divertito "Anche se anche io avrei molto da imparare: forse è ora che mi dia un po' davvero all'autodifesa... come direbbero i latini, mala tempora currunt..."
    A cosa alludeva davvero Lancelot? Difficile a dirsi; forse il suo era un sentimento un po' strisciante di insicurezza, generico, tuttavia aveva finito col condividerlo con l'altra, forse anche per usarlo come arma per vederla ancora, ma anche per davvero migliorarsi.
    RevelioGDR
     
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