La vita è uno yo-yo

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    Black Opal
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    Jesse Lighthouse
    Black Opal | 16 anni
    Marzo a Hidenstone era sempre un mese complicato, come aprile e forse tutti gli altri mesi. Essere in mezzo al mare implicava una forte esposizione ai venti, che, unendosi alle particolari condizioni magiche dell'isola, rendevano molto vario il clima. Generalmente a marzo faceva freddo, ma quello specifico giorno la temperatura era più che accettabile, tanto che il giovane Jesse decise di cogliere l'occasione per fare un giro.
    'Uh sì, tanto studiare a che serve?' detto da uno studente che era acceduto ad una prestigiosa scuola era tutto un programma, tuttavia andava anche detto che lui non aveva mai ben capito come fosse stato scelto: probabilmente lui non si sarebbe scelto.
    Concluse le lezioni, il giovane era corso nel dormitorio e aveva lanciato la divisa sul letto, indossando abiti più confortevoli e adatti a lui: jeans, maglietta e felpa blu con sopra il logo dei Marines.
    Prese anche uno zaino, ove cacciò pigramente un paio di libri giusto per non sentir urlare i professori nel caso lo avessero visto bighellonare, quindi uscì, prima dal dormitorio e poi proprio dall'accademia, dirigendosi verso la parte verde della scuola: le serre.
    Le serre di Hidenstone erano più ampie di quelle di Hogwarts e lui non finiva mai di stupirsene, ma ancora più delle serre a sorprenderlo erano gli orti posti dietro di esse, enormi e sempre magicamente fecondi.
    'Mi sta venendo un certo languorino...' in effetti il mago lo pensava ogni volta che andava in quel posto, in genere fissando un pesco che pareva con frutti maturi e succulenti. Osservando con la bava alla bocca il frutteto, lui si lasciò cadere contro un albero fino a sedersi a terra. Si tolse lo zaino e da una tasca prese un oggetto che potesse non farlo pensare alla fame: uno yo-yo.
    'Sono le 17 Jesse e tu non hai fame...' iniziò a dirsi nel mentre lasciava oscillare il giocattolo pigramente.
    Molti avrebbero creduto quella strategia inefficace, del resto la fame, e la gola, erano stimoli potenti, ma Jesse Lighthouse, per fortuna, era un soggetto completamente cretino e parzialmente autistico, tanto che, lentamente, si lasciò assorbire dal giocattolo, iniziando a compiere con esso diverse evoluzioni, sfruttando anche ambedue le mani per tendere i fili e realizzare non-troppo-semplici acrobazie 'Ok... ora lo rilascio...' come un chirurgo che operava, il ragazzo aveva uno sguardo serio, fisso e concentrato, privo anche di espressioni tanto era preso da ciò che stava facendo.
    "Parlato" - 'Pensato'- "Ascoltato" | Scheda PG
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    Erik Foster
    Studente | Ametrin
    Da quando aveva preso coscienza della sua condizione da lupo mannaro, per Erik non esistevano grandi differenze climatiche tra un mese e l'altro. Le rigide temperature invernali che un tempo lo tormentavano divennero solo un lontano ricordo, mentre il caldo asfissiante d'estate aveva perso il suo potere in favore della fame. Volendo fare un paragone col mondo babbano poteva essere simile a quella situazione temporanea che chi faceva uso di sostanze stupefacenti era solito chiamare fame chimica. La sua, però, non era chimica, bensì primordiale e anche quando la luca non interferiva con la sua anatomia aveva constatato un appetito maggiore rispetto a quello dei suoi coetanei.
    Vaffanculo, al mondo. Proprio oggi dovevo rimettermi a dieta? Proprio come per quanto riguardava la carriera scolastica tendeva a dire comincio da domani. Quel giorno però era diverso: aveva detto che lo avrebbe fatto ed Erik Foster era un ragazzo di parola.
    Per tenersi lontano da strane tentazioni decise di uscir fuori dal castello, raggiungendo un luogo lontano da cibo spazzatura: le serre adibite allo studio dell'Erbologia.
    Sembrava un piano perfetto, tuttavia c'era qualcosa che stonava terribilmente con i suoi buoni propositi. No, non si trattava di una persona, neanche del polline che cominciavano ad emettere le piante, bensì il tremendo rumore di un oggetto chiamato yo-yo.
    Grazie ai sensi amplificati, Erik già da lontano aveva percepito un suono alquanto singolare e nel vedere l'oggetto babbano in mano a Jesse si ritrovò al alzare gli occhi al cielo. Se era Josh glielo facevo mangiare!
    Oramai era entrato nel campo visivo del compagno di stanza e andarsene non sarebbe stato gentile, soprattutto perché non voleva risultare scorbutico con chi non lo conosceva bene.
    Lighthouse, tu sì che hai capito tutto della vita! Mille volte meglio starsene all'aria aperta piuttosto che finire quel saggio sull'etica per Ensor. Tolto il fatto che non capisco quale sia il collegamento tra l'etica e DCAO, ma dovrebbe essere un crimine starsene chiusi in biblioteca a marzo.
    Poi un inconfondibile aroma lo indusse a ruotare il capo in direzione di pesche mature tra i rami di un albero lì vicino. Lì cominciarono i guai. Con quel profumo. Quel dannato profumo.

    Parlato - Pensato - Narrato | Scheda PG
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    Edited by Alexander Olwen - 14/3/2019, 11:56
     
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    Jesse Lighthouse
    Black Opal | 16 anni
    Non era difficile distrarre Jesse.
    Il ragazzo era un bizzarro mix di fuga di idee e ossessioni, sicché non era raro che si perdesse nel proprio mondo o venisse assorbito interamente, per inverso, da qualcosa di totalmente autistico-inutile, come ad esempio giocare con uno yo-yo. Molti docenti avevano scoperto questo suo lato nell'arco di qualche giorno e più di qualcuno aveva iniziato a richiamare la sua attenzione in maniera sempre più stizzita; quasi tutti, ormai, sapevano che quando si incantava, la cosa migliore da farsi era colpirlo in testa.
    Erik era un Ametrin e questo forse lo avrebbe reso propenso a dar una bella botta in testa a Jesse, giustificato anche dal fatto che le sue canine orecchie fossero ipersensibili al rumore del giocattolo altrui, tuttavia egli si dimostrò comprensivo e finì solo col richiamare la sua attenzione. Stranamente, forse perché erano immersi in un silenzio quasi assoluto, Jesse lo noto.
    "Yo!" finalmente il rumore dello yo-yo cessò quasi di colpo ed il castano alzò il capo, trovandosi davanti l'altro. Gli lanciò uno dei suoi sguardi indecifrabili, di quelli di cui non si capiva mai quanto gliene importasse davvero della persona davanti, quindi alzò una mano per salutarlo, andando poi ad ascoltare le sue parole.
    "Guarda che è il tuo Capocasata, mica il mio: dovresti spiegarmelo tu che cavolo gli passa per la testa a quello là quando non pensa a grigliare bambini per cena!" il mago inclinò di lato la testa, osservando con una leggera smorfia l'altro: non sembrava infastidito, solo stava mantenendo quel suo atteggiamento tra serio, faceto e distaccato collaudato in tanti anni e che gli aveva procurato un enorme numero di amici. Tipo zero.
    Non si curò molto che l'altro potesse infastidirsi per il fatto che aveva insultato il suo capocasata 'Uh, tanto lo ha fatto anche lui' si disse infatti, manco stessero giocando a specchio riflesso, alzando poi lo sguardo al cielo "Comunque ti do ragione: starsene chiusi in casa con questo clima è un cazzo di insulto"
    Il ragazzo condì le sue parole con una scrollata di spalle, poi tornò a fissare l'altro, osservando Erik contemplare le pesche mature "Anche tu voglia di pesche?" propose con una piccola smorfia, osservando il pesco più vicino a loro, anche se solo per un istante, tornando poi sull'ametrino "In effetti ne vorrei un sacco una. O che questo yo-yo fosse una pesca... sarebbe fico fosse una pesca, non trovi?"
    Distrattamente, il ragazzo strinse in mano il giocattolo e lo scagliò verso il basso, dandogli l'effetto per il quale a metà corsa si fermò, ruotando fortissimo per poi schizzare di colpo di nuovo nella sua mano "Prima ci giochi e poi lo mangi: praticamente farebbe tutte le cose più fiche al mondo in un colpo solo!"
    Perché Jesse volesse ora uno yo-yo pesca era un po' un mistero, ma, come si era già detto, del resto il Black Opal era piuttosto incline al pensiero laterale.
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    Erik Foster
    Studente | Ametrin
    Se solo avesse avuto il potere di fermare il tempo, probabilmente Erik avrebbe impiegato una decina di minuti per formare un cerchio con foglie secche, mettendosi poi in ginocchio al centro di esse e invocare una preghiera di ringraziamento alla madre Terra per essere riuscita a far smettere Jesse di giocare col suo yo-yo. L'intenzione senza ombra di dubbio era nobile, tuttavia poco realizzabile, ragion per cui la cara Terra si sarebbe dovuta accontentare di un grazie proferito solo nella testa del giovane Ametrin.
    Alzò nuovamente gli occhi al cielo e fece spallucce quando il discorso vide il professor Ensor come protagonista. Di certo non era l'insegnante con la manica più larga riguardo ai voti, tuttavia se si parlava di competenza in materia non aveva nulla da ridire. E sul grigliare i bambini? Ecco, qui avrebbe steso un velo pietoso, ma d'altro canto Erik era un lupo mannaro, quindi con che coraggio avrebbe potuto scherzare sulla sua vena omicida?
    Mah, secondo me esageri. Tutti abbiamo un lato tenero, credo solo che lui sia molto bravo a nasconderlo. Sì, certo, era evidente come ancora non era stato interrogato dal suddetto professore. Forse non scopa da un po' e quindi è particolarmente suscettibile. Ciò era probabile, tuttavia Brian Ensor rimaneva un completo mistero.
    Ciò su cui erano d'accordo erano le pesche. Entrambi ne avrebbero mangiate qualcuna e di fronte ad una tale tentazione Erik non sarebbe rimasto impassibile. Certo, avrebbe fatto qualcosa se solo Jesse non avesse tirato fuori la storia dello yo-yo-pesca.
    Ehm, sai che non si gioca col cibo? Eccola, l'ennesima frase da inserire nel best-seller Citazioni improbabili di un lupo mannaro. Lasciatelo dire, sei strano forte, però mi piaci. Per questo motivo di concedo la possibilità di aiutarmi a raccogliere qualche pesca. Per l'amor del cielo, di quale aiuto aveva bisogno? Usare la magia per tutto ci renderà un popolo di pigri, grassi e pieni di dolori muscolari quando saremo vecchi a trent'anni.
    Quindi voleva arrampicarsi sull'albero? Cielo no, se solo fosse caduto a terra addio allenamenti quotidiani. Doveva trovar un modo per raggiungere l'obiettivo senza doversi spaccare l'osso del collo. Ci sono! Mi predi sulle spalle e io colgo le pesche per entrambi. In questo modo potremo aver il nostro felici e contenti senza incorrere in nessun tipo di problema. Ok, forse Jesse avrebbe rischiato un'ernia data la stazza di Erik, ma cos'era la vita senza il brivido del rischio?



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    Edited by Alexander Olwen - 14/3/2019, 11:56
     
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    Jesse Lighthouse
    Black Opal | 16 anni
    'Uh, questo è più suonato di me!'
    Jesse sapeva di essere suonato: aveva dei modi di fare e pensare strani e sapeva perfettamente di apparire ed essere strano. Era un lato di lui che gli piaceva, ma soprattutto al quale era rassegnato: era fatto così e non vedeva modo di cambiarsi oltre un tot, forse un po' ci aveva anche provato negli anni.
    Restava il fatto che era abituato ad essere quello incompreso, quello che diceva cose a caso, quella che la sparava troppo grossa. Meno abituato era a essere quello che diceva la cosa più vicina al vero. Erik disse che stava esagerando e che sicuramente anche Brian Ensor doveva avere un lato tenero (il pancreas, mi sentirei di avanzare come ipotesi), cosa che fece alzare le sopracciglia del ragazzo fino a corrugarne la fronte "Se è così, voglio che ci insegna la disillusione: è un cazzo di campione!" propose lui, quando l'altro propose che fosse solo molto bravo a celare il proprio lato tenero.
    La boutade dell'ametrin era talmente grande che lui stesso sentì il bisogno di sdrammatizzare e, nel frattanto, connettersi maggiormente con la Terra: propose che il fantastico carattere del docente fosse legata alla sua scarsa vita sessuale.
    Nel mentre questo umile narratore anfava, Jesse emise un verso stizzito "Oh beh allora io..." lui cosa? Jesse sgranò i suoi occhi chiari, piantandoli come fanali sull'altro nel mentre si rendeva conto di star dicendo troppo 'Troppo persino per me!' persino Jesse Lighthouse aveva un limite al too much information e all'umiliazione pubblica, sicché decise di virare a più miti consigli e non ammettere la sua verginità "Io... niente!" dichiarò alzando le mani "Fatico ad immaginare Ensor sorridere, figuriamoci scopare!"
    Diciamo che Jesse aveva già abbastanza turbe e traumi infantili di suo: era giusto che si preservasse un minimo. Oltre al suo ego, forse Jesse avrebbe dovuto anche preservare le pesche: Erik pareva aver fame e forse intendeva aderire al mito del lupo mangiafrutta, visto che si dimostrò più interessato al pesco che all'Opale. Jesse invece pareva interessato più a yo-yo commestibili, cosa che gli fece vincere la definizione di strano "Uh, grazie ... credo!" l'ametrino lo aveva definito strano ma simpatico e Jesse non poteva che esserne felice, in fondo, per quanto ciò sembrava voler dire che l'altro si aspettasse qualcosa da lui "Aiutarti?" chiese infatti perplesso, scoprendo il suicida piano dell'altro.
    Jesse osservò con un sopracciglio alzato Erik, ascoltando il suo strampalato piano e le sue illogiche ragioni, poi, alla fine, annuì "Perché no: in fondo se resto ancora qui a terra rischio di diventarlo io un albero che produce pesche yo-yo!"
    Una scrollata di spalle e l'Opale fu in piedi, avvicinando l'altro e superandolo verso il pesco più carico di frutti, chinandosi poi sulle ginocchia "Non sembri molto più pesante di me, dovrei reggerti. Maaaa... se cadi... colpa tua eh?" precisò poi, volgendo il capo verso l'altro.
    Jesse era in posizione e anche in attesa. Ora restava solo da capire se la fame avrebbe vinto sulla ragione, giacché riporre la propria fiducia in Jesse Lighthouse era decisamente suicidiario.
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    Erik Foster
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    Erik amava vedere il buono nelle persone, forse questa era la principale ragione del suo spiccato ottimismo. Sì, insomma, chi credeva nel bene in ogni dove come faceva ad avere timore del male? Ecco, lui in Ensor non vedeva una figura sadica, bensì un insegnante che prendeva estremamente sul serio l'importanza del suo lavoro. Molti dicevano che i docenti severi erano coloro che riuscivano davvero ad insegnarti qualcosa nella vita, quindi, chissà, forse Ensor era uno di quelli.
    Erik esprimeva i suoi pensieri con disinvoltura, dopotutto non stava dicendo nulla di sconveniente. Non provava vergogna nell'addentrarsi in discorsi piuttosto intimi, tanto meno nel provar ad ipotizzare le ragioni che inducessero una persona a comportarsi in un determinato modo. Prendiamo ad esempio il modo in cui Jesse di irrigidì non appena il discorso scese sul piano sessuale. Fu un effetto inaspettato, ma con un attimo di pazienza avrebbe potuto ricondurci più di una causa: imbarazzo nel parlar di una cosa del genere con qualcuno con cui non avevi confidenza, possibile argomento tabù, forse era uno di quelli che credeva nel sesso solo dopo il matrimonio o un qualche trauma infantile.
    Suvvia, io credo di averlo visto sorridere una volta. Arricciò lievemente il labbro subito dopo la sua affermazione. Anche se lo stesso non posso dire dello studente che aveva di fronte. Come detto in precedenza, era palese che Erik ancora non fosse stato interrogato dal docente in questione.
    Alla fine della fiera giudicava Jesse come un bravo ragazzo, insomma quale mente malvagia trascorreva il suo tempo a meditare su un pesca-yo-yo? Subito dopo il ringraziamento gli diede una pacca sulla spalla e attese che l'opale nero si alzasse. Non credo ti convenga diventare un albero che produce yo-yo-pesche, sai? Più un frutto è desiderato e più le persone vorranno appropriarsene. In quel preciso istante un sorriso soddisfatto comparve sul volto, mentre la mente esultò per la perla appena concessa. Ad ogni modo Jesse voleva prendere parte allo strampalato piano di Erik. Attese che l'opale si chinasse per poi prendere la rincorsa e saltare addosso a Jesse. Voleva ucciderlo? Ovviamente no, ma era seriamente convinto che quella fosse la strada più semplice per giungere alle pesche. Se tutto fosse andato come da copione, avrebbe effettuato o un grosso balzo cercando di finire sulle spalle del suo coetaneo. Se questo avesse poi avuto forza a sufficienza per reggerlo, avrebbe proceduto con la parte finale di quel folle piano.



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    Jesse Lighthouse
    Black Opal | 16 anni
    Jesse non capiva molto le persone - o sé stesso - tuttavia sentiva di potersi fidare di uno come Erik 'E' un tipo ok, che vede sempre il bicchiere mezzo pieno. Non farebbe male ad una mosca' con la luna giusta. Con quella sbagliata... oh beh.
    L'istinto autoconservativo del Lighthouse non era esattamente uno dei migliori, tuttavia era anche vero che l'ametrino era un soggetto particolare e sfaccettato, con qualche rotella fuoriposto a sua volta: erano decisamente una coppia ben assortita. O forse mal assortita.
    "Strano: i teschi sorridono!" propose lui facendo spallucce alla battuta su Ensor dell'altro: pareva proprio che lui fosse un fiume in piena al riguardo, eppure non sembrava manifestare reale odio o disprezzo, quanto si stesse solo limitando a cogliere un certo aspetto del docente, un aspetto ostico, ma che lui alla fine aveva imparato ad accettare, forse perché tendeva a far inferocire quasi tutti gli insegnanti.
    Per quanto Ensor fosse un uomo affascinante e interessante e codesto narratore avrebbe passato tutta la giornata a parlarne e sbavargli dietro, i due ragazzi erano troppo eterosessuali per farlo, e forse affamati: le pesche erano l', vicine e succulente e Erik non ci vedeva più dalla fame. Jesse anche aveva fame, ma al momento era più risucchiato dall'idea della pesca yo-yo per poterci davvero riflettere su, tanto che si mise in piedi più per Erik che per altro "Uh, no, albero di pesche yo-yo. Finirei per mangiarmi da solo... o giocare con me stesso tutto il tempo... o fare entrambe le cose!" esclamò lui, glissando quasi completamente la seconda parte dell'uscita dell'ametrino, del resto lui si reputava ributtante, figuriamoci se mai si sarebbe definito frutto desiderato: Jesse Lighthouse era la mela marcia del cesto, non certa quella bella incerata e splendente.
    Il ragazzo non poté non pensare a sé stesso sotto forma di pesca yo-yo, giungendo alla conclusione che si sarebbe molestato non poco, tanto che aggrottò la fronte "Ehi: dici che è passabile per masturbazione giocare con sé stessi come si fosse uno yo-yo?" esclamò poi di colpo, fissando l'altro mortalmente serio: la sua mente aveva partorito una cretinata, ma lui, tanto per cambiare, vi si era fissato sopra.
    Espletate le proprie follie, all'aspirante marine non rimase che mettersi in posizione per elevare Erik 'Elevata, vorrei agguantarla...' pensò lui debolmente, osservando per un istante una delle pesche che apparivano più grosse, richiamando alla mente qualcosa che non sapeva bene afferrare. Ciò che afferrò bene, in compenso, fu Erik, o, quantomeno, non ebbe molte alternative.
    "EHI, NO, CHE FAIIIIII!" strillò lui col poco fiato che aveva in gola quando Erik decise di balzargli addosso, letteralmente. L'ametrino era poco più pesante dell'alto, ma la forza peso in salto aumentava, e parecchio, e per quanto Jesse irrigidì i propri muscoli, lui era troppo sminchiato esile e disagiato per riuscire a reggere, tanto che, imprecando, iniziò a camminare in avanti "Oh... oh.... ooooh!" il ragazzo puntò quasi involontariamente il tronco dell'albero, cercando ripetutamente di riprendere il controllo, cosa che gli riuscì forse all'ultimo, finendo però collo sbilanciarlo all'indietro, tanto che finì col camminare come un gambero nel mentre afferrava saldamente per le lupesche natiche l'altro, nel tentativo di non disarcionarlo.
    Se Jesse avrebbe perso l'equilibrio o meno, sarebbe stato a quel punto tutto merito di Erik: ci fosse riuscito, le pesche sarebbero abbastanza state alla sua portata. In caso contrario... beh, era quasi un supplex: molte amicizie nascevano dal wrestling amatoriale, no?
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    Erik Foster
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    Erik batté due volte le palpebre e irrigidì la schiena nell'udire Jesse parlare di quello che a tutti gli effetti era cannibalismo. Certo, se lui fosse un albero pieno di frutti, anche lui si sarebbe nutrito con se stesso, tuttavia in quel momento non poté far a meno di accostare quel discorso col divorarsi, non molto lontano dal divorare qualcuno. Quella era la grande paura dell'ametrino, il quale parve aver perso cognizione dello spazio e del tempo, ritrovandola alla parola masturbazione.
    Almeno so che non è suora. Quel repentino cambio di argomento fu abbastanza per permettergli di riprendersi, valutando poi il senso della frase dell'opale. Ne dubito, credo sia più efficacie giocare con se stessi come se fossimo dei bicchieri da alzare e abbassare. Potrebbe uscirne la versione porno di karate kid! Insomma, invece metti e togli la cera, alza e abbassa il bicchiere. Chiuse gli occhi per un solo secondo, provando a constatare la validità dell'idea. Era certo che sul web ci fossero filmini amatoriali con uno spunto ben più ridicolo di quello, così se un giorno qualcuno avrebbe voluto realizzare quel suo progetto, beh, ne avrebbe preteso i diritti d'autore. da karate kid a elevame lì.
    Era evidente: Josh era una cattiva compagnia ed essere il suo compagno di stanza portava a quei ragionamenti improbabili. Però devo parlargliene.
    Accantonò ogni pensiero quando si preparò per saltare addosso a Jesse. L'atterraggio fu abbastanza traumatico, ma giusto il tempo di prendere confidenza col peso ed ecco che la riuscita del piano poté intravedere uno spiraglio di luce. Essere sulla spalle di Jesse era un po' come stare sulle giostre, solo un po' più pericoloso. La priorità dell'ametrino non era riuscir ad ottenere l'equilibrio tanto bramato da Jesse, bensì le pesche. Allungò così la sinistra verso una di esse, strappandola all'albero. Jesse pero continuò a camminare all'indietro e per un solo secondo si sentì come se stesse cavalcando la tipica macchina americana a forma di toro. durante quel tragitto con la mano in alto riuscì a far cadere anche una seconda e una terza pesca, purtroppo però poi ci fu la caduta. Ehi, ehi, raggim- quella parola non ebbe una fine. Durante la caduta tutto ciò che Erik poté fare era spostare entrambe le mani dietro la nuca per attutire il colpo ed emettere un dolente verso.
    Ti avevo detto di reggermi, ahi! Fortunatamente la robustezza del ragazzo non era cosa da poco, ma l'impatto col terreno fu comunque doloroso. Non si riappropriò della posizione eretta, si limitò ad alzare il pugno sinistro con ancora la pesca in mano in segno di vittoria. Però mi son sacrificato per la patria, da oggi puoi chiamarmi Capitan Hidenstone. Fu così che portò la pesca alla bocca, addentandola con forza, lasciando che parte del suo succo gli finisse intorno alle labbra.

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    Generalmente le persone masturbandosi venivano, ma Erik al sentirne parlare tornò tra i vivi, cessando di pensare al cannibalismo e ricalandosi nei pensieri folli generati da Jesse e con Jesse. Forse parlando di masturbazione e pesche yo-yo, Jesse aveva teso troppo la corda, ma Erik non parve troppo a disagio una volta che smise di pensare ai propri traumi infantili ed anzi si calò subito nella situazione, formulando entro poco la propria tesi, a base di bicchieri.
    "Mh!" Erik chiuse gli occhi ed immaginò la propria variante disagiata di Karate Kid, mentre Jesse riprese in mano il suo yo-yo e lo usò un paio di volte, al fine di valutare la similitudine e decretare chi avesse più ragione 'Boh' tanto per cambiare, non arrivò mai davvero in fondo al pensiero. Giocherellò un poco, poi scrollò le spalle "Lo yo-yo è più divertente" o almeno più originale "Ma forse il bicchiere è più azzeccato..."
    Non ne era davvero convinti, ma Jesse sentiva un po' il bisogno di essere accondiscendente: Erik lo aveva definito strano ma divertente e non era una cosa così comune. Un po' sentiva l'impellenza di compiacere l'altro, forse per entrare davvero nelle sue grazie. Alla fine, lui lo mascherava molto bene, ma si sentiva comunque solo.
    Per la stessa ragione accettò di far da trampolino per Erik, anche se l'ametrino si dimostrò un po' troppo incline all'omicidio per i gusti di Jesse, che si trovò a gestire un peso e una forza mal centrata, tanto da sbandare come un cavallo imbizzarrito 'Moriremo!' nel mentre il lupo mannaro pensava solo alle pesche, Jesse vide chiaramente il tronco avvicinarsi al proprio e altrui naso, costringendolo ad una frenata di emergenza, che lo sbilanciò indietro fino a farlo cadere, regalando all'altro un mezzo supplex: c'era da sperare che, da bravo sportivo, apprezzasse anche il wrestling!
    "Auch!" Jesse atterrò relativamente sul morbido, ovvero sull'addome di Erik, mentre quest'ultimo ebbe un duro bacio dalla terra, che levò verso il cielo non poche imprecazioni "E io non ti avevo detto di saltarmi addosso! Non sono una bella ragazza!" fece notare lui, allargando le braccia e voltandosi per notare se, oltre alla pesca che teneva in mano, Erik ne avesse fatte cadere altre.
    Ne individuò una, che prese in mano, udendo intanto le parole dell'altro "Fico!" fece notare lui, addentando la propria pesca "Quindi io chi sono? Doctor Strange?" beh, strange in effetti lo era, soprattutto in quel momento, che stava parlando con la bocca piena di succo spalmato ovunque "O... tipo il Soldato di Autunno, ovvero la versione tarocca di quello d'inverno?" il riferimento era ovviamente a quel gran pezzo di gnocco di Sebastian Stan e al suo Bucky, braccio destro di Captain America: Jesse era un discreto nerd e avendo un padre americano si era sempre interessato ai fumetti americani e alla Marvel.
    "Ti sei fatto male, comunque, Captain Hidenstone? Devo chiamare la bat-infermiera?" cosa c'entrava il prefisso bat? Niente ovviamente, ma Jesse era il re della casualità, del resto.
    "Buona la pesca comunque: la tua anche?"
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    Se solo Erik avesse saputo dell'impegno che Jesse stesse mettendo per rientrare nelle le sue grazie, probabilmente lo avrebbe accolto con un caloroso e ametrino abbraccio. Cosa voleva dire ametrino in funzione di aggettivo per la parola abbraccio? Niente di che, solo incredibilmente lungo, intenso, vigoroso, e ad occhi chiusi mentre il respiro tendeva ad uniformarsi con quello dell'altro. Per alcuni versi poteva sembrare romantico, tuttavia credeva nell'energia spirituale generata da due anime messe in contatto, quindi non si faceva grossi problemi al riguardo.
    Poi, diciamolo, era meglio un abbraccio ad una mossa di wrestling uscita un po' a casaccio. Sicuramente entrambi si sarebbero fatto meno male, ma d'altra canto non avrebbero neanche avuto le pesche. A conti fatti ne era valsa la pena, specialmente per quanto riguardava la possibilità di scoprire la vena nerd di Jesse. Ebbene sì, a quanto sembrava anche lui conosceva gli eroi che l'ametrino tanto adorava. Certo, Dottor Strange di certo non era tra i suoi preferiti, tuttavia un sorriso ampio si palesò sul viso nell'udire Soldato di Autunno.
    Il dolore parve essere scomparso - anche se non era esattamente così - e con un leggero sforzo dell'addome cercò di assumere una posizione seduta mentre passò la lingua tra le labbra per asciugarle dal dolce succo del frutto. Ma l'autunno è già passato, facciamo il Soldato di Primavera, che dici? Avrebbe fatto prima a nominarlo soldato quattro stagioni, tuttavia non lo fece o gli altri ragazzi avrebbero potuto pensare che stesse facendo pubblicità ad una qualche pizzeria di Denrise.
    Niente di grave, ci vuole ben altro per farmi fuori. Affermò con un'espressione piuttosto divertita, mordendo nuovamente la pesca. Però fingiamo di no, Soldato di Primavera, chiama la bat-infermeria. Come avrebbe fatto non ne aveva idea, tuttavia era una sua proposta
    Per la pesca diciamo che mi accontento. Quando si ha fame tutto è buono. Quel genere di frutto genericamente maturava nel periodo estivo e attualmente non c'erano le condizioni temporali e tanto meno la temperatura adatta per permettere al pesco di garantire frutti succosi e saporiti come d'estate. Se puntiamo ad altra frutta dici che è una buona idea o passiamo da supereroi a pac-man?


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    Jesse si stava impegnando, nel suo piccolo, per piacere ad Erik, e non certo per l'ametrino abbraccio, anche se, diciamocelo, chi non avrebbe voluto abbracciate quel disagino di Jesse? O, meglio ancora, essere abbracciati da Daddario?
    I ragazzi mostrarono la propria idiozia nel recuperare delle pesche, bravata che terminò con un supplex mancato dell'opale, che destò dei pensieri supereroici nella mente dell'altro. Sì, probabilmente aveva battuto la testa.
    Jesse, strano a dirsi, gli diede corda, accettando di chiamarlo Captitan Hidenstone e proponendo un proprio nome in codice: Doctor Strange venne scartato perché troppo scontato, mentre incontrò qualche successo in più Soldato d'Autunno, che venne per l'occasione rimodulato in Soldato di Primavera, perché, evidentemente, il lycan voleva spalle alla moda. O forse stava provando a suggerire qualcosa a Jesse riguardo al proprio orientamento.
    "Si può fare, ma almeno con il mio soprannome vorrei sembrare etero" propose lui, facendo presente come forse manco lui ci credesse molto alla sua eterosessualità "Che ne dici di - uh! - Soldato d'Estate: non è ancora passata e soprattutto a me piace l'estate. Mi piace un sacco andare al mare: è l'unico momento in cui le ragazze mi notano, visto che ho gli addominali!"
    C'erano delle informazioni di troppo non esattamente ben collegate a tutto il contesto? Oh beh, con Jesse era la regola. Specularmente all'ametrino, il ragazzo si mise a gambe incrociate, iniziando ad oscillare sul posto lateralmente, manco fosse un metronomo nel mentre, avendo colto di aver centrato un punto gradito all'altro, cavalcava l'onda e proponeva di convocare una bat infermiera. Magicamente l'altro stava meglio, dimentico di quanto avesse latrato giusto qualche minuto prima, tuttavia pareva sempre interessato alla bat-infermiera, probabilmente perché non spaventato da un crossover Marvel-DC, o forse perché, in fondo, a lui interessavano solo le pesche.
    "Mh, più che tutto ho paura che poi dovremo scappare di qui fino a Denrise e forse non sono pronto alla carriera da pirata: sono a malapena pronto a quella di supereroe!" propose lui inarcando le sopracciglia e alzandosi: si piegò all'indietro e balzò in piedi con la forza degli addominali succitati, quindi osservò l'altro "Sono decisamente più pronto a diventare una bat-infermiera piuttosto che un pirata, quindi, per oggi, passerei... però ci sono le cucine, e si trova sempre il modo di scroccare del cibo agli elfi" propose lui a quel punto, scrollando le spalle.
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    Erik Foster
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    La primavera era la stagione in cui i fiori sbocciavano, il caldo emergeva dalla tomba che l'inverno aveva scavato per lui e una vasta gamma di rapaci si mobilizzava per cambiare habitat naturale. Certo, tra le quattro la primavera era la stagione più incline alla delicatezza che solitamente la società attribuiva ai ragazzi omosessuali, ma non era questo il motivo per cui Erik propose tale nome. Non vedo perché debba farti passare per omosessuale. Poi, anche se fosse, non è un problema. Davvero. Ognuno è libero di manifestare il proprio essere senza doversi preoccupare del giudizio altrui. Certo, a meno che tu non fossi un lupo mannaro. In tale caso il voler celare era più che comprensibile, specialmente se la sera prima avevi scannato un docile cerbiatto dagli occhi dolci e teneri proprio come la sua carne saporita.
    A Jesse comunque Soldato di Primavera non piaceva e mai lo avrebbe costretto ad adottare un nome che non fosse di suo gradimento. Allora vada per Soldato d'Estate, pensa che è anche la mia stagione preferita! Tanto bella che le altre le girano attorno. L’autunno la ricorda, l’inverno la invoca, la primavera la invidia e tenta di raggiungere il suo livello. Erik amava le calde temperature, il mare, la montagna, le giornate trascorse all'aria aperta e il campeggio che proponeva tutti gli anni ad ogni suo amico. Se chiudeva gli occhi riusciva a sentire il rumore dell'acqua che si infrangeva contro gli scogli e a dirla tutta star in un'isola come Denrise in primavera era un po' come mettersi a dieta ed osservare le foto della migliore pasticceria inglese.
    Ad ogni modo, sul serio, addominali? Non l'avrei mai detto, ma fidati che non sono quelli che fanno la differenza. La bellezza esteriore non vale nulla, le ragazze vogliono solo essere notate e qualcuno che le faccia sentire speciali. Lo credeva davvero, peccato però che nessun ragazzo riusciva davvero a prenderlo sul serio e questo perché la natura fu più che generosa con lui. Jesse era un tipo strano e sarebbe strano per Erik capire cosa le ragazze pensassero di un tipo strano, strano? Se avesse avuto la possibilità di consigliarsi un approccio, probabilmente gli avrebbe suggerito di raccogliere dei fiori per colei che aveva adocchiato o, chissà, magari anche solo offrirle una pesca. Qualcosa tipo: ecco, tieni. Questa è la mia pesca offerta in sacrificio per il nostro amore.
    Doveva trovar una certa sicurezza in se stesso, forse quella che gli avrebbe permesso di chiamare una bat-infermiera o convinto a intraprendere una carriera da pirata. Udendo le ultime parole dell'amico, ad Erik non restò altro da fare se non ridere. Scusami, ma mi rinunci a Capitan Primavera perché non sembra abbastanza etero e ora mi dici che preferiresti diventar una bat-infermiera piuttosto che un pirata? Poi, sinceramente, quale ragazzo non voleva diventar un pirata? E se io lo diventassi, poi sarei un lupo di mare mannaro? Preso da quel dubbio, per un attimo si dimenticò di cosa voleva dire, ma un secondo dopo, quasi ebbe un'illuminazione, ricordò cosa volesse dire. Sicuro di non aver un orientamento sessuale piuttosto incerto? Insomma, nelle serie televisive le ragazze sperimentano al college, quindi, ecco, se ti senti un'infermiera nel corpo di un pirata per me va bene, noi ametrin non giudichiamo nessuno.


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    Jesse si stava facendo un amichetto, come avrebbe detto mia nonna? Possibile, ma le vie del signore erano infinite e quelle di Jesse decisamente contorte, mentre quelle di Erik lastricate di luoghi comuni.
    L'ametrino si candidò a paroliere di Cristina d'Avena (voleva forse incidere una nuova versione di Rossana?) con un discorso incentrato sull'accettazione che lui predicava a nome proprio e degli Ametrin e che Jesse accolse inclinando la testa, anche perché in fondo neanche lui aveva grossi problemi con l'omossesualità, solo reputava di fornire già abbastanza deterrenti alle ragazze senza bisogno di aggiungerne ulteriori. Chiarita la motivazione del suo diniego al super eroe della primavera, i due si trovarono concordi su Soldato d'estate, del resto ambedue amavano quella stagione, si venne a scoprire.
    "Serissimo, addominali!" affermò lui, togliendosi le maglie dai pantaloni e rivelando suddetti muscoli, andando forse a rinforzare la convinzione cosmica che lui non fosse del tutto etero.
    Mostrati gli addominali, il ragazzo incassò i consigli dell'altro, per quanto forse un po' scontati, anche perché i due stavano conversando e anche bene e lui non vedeva perché interrompere tale idillio 'E poi abbiamo già due cose che ci piacciono a tutti e due: l'estate e le pesche. E se ci pensiamo bene anche le Marvel, le ragazze e i miei addominali' aggiunse poi, lasciandosi forse un po' troppo trasportare dalla fantasia, per quanto, in effetti, tutti e due sentissero il bisogno di parlar di gentil sesso: Jesse perché le vedeva solo col binocolo, Erik perché un po' di esperienza ne aveva.
    Un buon compromesso per integrare la melodrammaticità del licantropo col tema dominante poteva essere la bat-infermiera, che però Jesse finì col non voler evocare, cosa che fece ridere l'altro nella misura in cui non era disposto a fare il pirata, ma l'infermiera sì, minando ancora un po' la sua credibilità come maschio alfa (e un lycan, di alfa, se ne intendeva (?)) "Tu non hai un padre marine: se divento pirata mi sperona la barca in tempo 3 minuti, è pure nell'antiterrorismo!" fece notare lui alzando le sopracciglia "Quindi sì, tutta la vita meglio bat-infermiera di pirata. Ma meglio Soldato di primavera che bat-infermiera. E meglio ancora Soldato d'estate, quello è proprio il top - supertop!" chiarì lui, ponendo la mano destra in orizzontale e tracciando come dei gradini per spiegare anche visivamente quanto fosse più top Soldato d'estate rispetto alla bat-infermiera.
    Il discorso non aveva davvero molto senso, sicuramente a causa di Jesse, ma anche Erik, tra frasi alla Cristina d'Avena e leggerezza di base, non stava molto aiutando al riguardo, tanto che più parlavano più l'identità sessuale, e forse anche di genere, di Jesse appariva confusa e traballante, cosa che l'altro verbalizzò.
    'Ecco perché voglio un nome etero, sennò tutte le ragazze penseranno che sono carino, matto e forse un po' sprecato con i ragazzi...' rifletteva lui nel mentre il licantropo parlava del bisogno di sperimentare al college e del suo essere forse una infermiera nel corpo di un pirata.
    "Boh, sono abbastanza convinto che le ragazze mi piacciano più dei ragazzi, nel senso... tu sei tipo carino, ma non mi stuzzichi niente - senza offesa eh - riesco pure a parlarti senza dire troppe idiozie! Semplicemente non so se sono una bat-infermiera o un pirata, ma, nel subbio, vorrei iniziare la mia carriera con le bat-infermiere, e non come una di loro, ecco!" decise lui, facendo spallucce, e ammettendo tutti quei dubbi e insicurezze che fino a poco prima aveva malamente celato, dimostrando quanto poco lui fosse costante nelle posizioni assunte.
    In vero Jesse era una persona profondamente coerente, a modo suo, solo era anche profondamente solo e diverso: Erik si era dimostrato interessato a lui, e come tutti gli insicuri soli aveva finito con l'attaccarsi nel giro di due secondi "Tu invece vorresti fare il pirata? Sai, no, dicono che poi i pirati in mezzo al mare si arrangiano con gli altri pirati..." giusto per far intendere come, malamente, lui stesse parlando assieme di orientamento sia sessuale sia professionale.
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    Erik Foster
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    Alla fine Jesse aveva ragione, possedeva davvero degli addominali. Erik lo guardò come se i suoi occhi stessero osservando un bambino in fasce che aveva appena detto la sua prima parola e poi spostò gli occhi al cielo, pensando come al mondo ci fosse sempre qualcosa per cui stupirsi. A dir il vero aveva sempre creduto che Jesse fosse piatto, insomma, non l'aveva mai visto far sport o seguire diete come lui, quindi l'accostamento a poca massa muscolare o poca pancetta era naturale. Tra l'altro, chissà se si può far del bacon con Jesse. NO, QUESTI SONO ISTINTI DA MANNARO!
    Scosse rapidamente la testa e ascoltò il motivo per cui Jesse non avrebbe mai fatto il pirata. Aver un padre nei marine doveva essere fighissimo, ma lui d'altra era il figlio di un padre che faceva altro. E' come se il figlio di Winston Churchill stesse facendo amicizia col figlio di Pablo Esobar! Ecco, forse i due provenivano da mondi diversi, ma questo non voleva dire che non potevano essere amici.
    Erik non si era mai posto dei limiti in amicizia. Era disposto ad offrire la propria anche se Jesse fosse una bat-infermiera dalla dubbia identità, un soldato di primavera sempre alla moda o un soldato d'estate in ferie.
    Che storia, io invece credo di essere un pirata che ama i cuccioli! No, cioè, non in quel senso, ma che belline che sono le creature magiche? E le non magiche? Poi, sì, anche le ragazze mi fanno un certo effetto, ma al momento non sono una mia priorità. In questo periodo della mia vita sono più in fase waaaaa, si parte all'avventura! Era un ametrino, capitelo, non lo faceva apposta ad uscirsene così.
    Ad ogni modo che ne dici di rientrare? Magari continuiamo a chiacchierare dentro al castello. Oh, idea, ti faccio vedere dove porto le ragazze con cui mi capita di stare! Sì, insomma, chi non lo vorrebbe sapere?


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    Erik e Jesse stavano flirtando?
    Se fosse di lì passata per caso una shippatrice seriale e avesse visto come Erik fissava Jesse nel mentre questi gli mostrava i suoi addomilai, probabilmente sarebbe saltata loro addosso costringendoli al bacio, mentre, nel concreto, uno stava dimostrando di avere un minimo di appeal sulle donne e l'altro si stava chiedendo quanto potesse essere buono un Jesse McBacon.
    A giudicare dal fatto che non gli fosse saltato addosso, probabilmente la nuova ricetta McDonald non aveva entusiasmato il lycan, che infatti decise di non mangiarsi il nostro piccolo eroe e invece tentare di farne un amico: Jesse ne aveva pochi di amici e non era molto bravo a tenerseli, però i due sembravano condividere quel senso di libertà e accettazione, che forse avrebbe permesso loro di legare "Tu pirata e io Marine. Potremmo essere amici alla Coby e Luffy di One Piece" propose lui, sondando quanto l'altro ne sapesse di fumetti giapponesi, oscillando sempre un poco sul posto e osservando curioso la passione dell'amico per i cuccioli, che però evitò di commentare, forse perché era convinto che qualsiasi sua uscita sarebbe stata alquanto infelice "Mare, libertà e avventura, tutti all'arrembaggio e via!" disse infine, forse poi non così tanto convinto o entusiasta, anche se un po' su quell'idea ci si stava arrovellando, tanto da affondare una mano nella tasca e cercare lo yo-yo, che iniziò a torturare.
    Tutto con il Lighthouse era un po' confuso, dalle sue intenzioni al suo orientamento, e questo richiedeva una certa dose di stabilità ed elasticità, ben bilanciate, come in una ricetta alchemica, e in effetti l'ametrino pareva possedere quel certo equilibrio: non lo derise, non lo respinse, ma, semplicemente, glissò su certe battute e prese il poco di buono che c'era del resto. L'opale ovviamente lo notò e, timidamente, prudentemente, si iniziò a chiedere se non avesse davvero trovato un amico, un amico vero, non un semplice conoscente 'O un amico immaginario. O un oggetto amico...' sì, insomma, un amico che potevi presentare agli altri senza inquietarli più dello standard.
    "Uh, ok, no prob!" affermò lui tirandosi in piedi con una certa agilità. In vero, lui avrebbe seguito l'altro ovunque, probabilmente pure all'inferno, ma l'idea di rientrare non era comunque tra le peggiori "Anche perché sono abbastanza certo che non potessimo mangiare le pesche, quindi sarebbe il caso di allontanarci prima che qualcuno decida di toglierci punti!" propose facendo spallucce e avviandosi verso il castello nel mentre Erik mostrava quanto si sentisse a suo agio con l'altro e quanto fosse pronto a condividere.
    "Uh, fico, potremmo tipo metterci una targhetta o segnare il punto su google maps!" propose lui col suo solito tono neutro, anche se dopo qualche passo, dovette aggrottare la fronte "Giusto per intenderci, stiamo andando là per vederlo giusto? Sono piuttosto certo di voler essere la tua spalla supereroe, ma non sono pronto ad essere anche il buco, ecco!"
    Una precisazione sicuramente inutile, ma forse anche un po' doverosa, a ben pensarci, del resto il lycan gli era già saltato addosso una volta, forse prima di appartarsi con lui era bene mettere i punti sulle i.
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