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Edited by Alexander Olwen - 14/3/2019, 11:55. -
Joshua B. Evans.
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« scheda - 16 ANNI - AMETRIN - NEUTRALE PURO - statistiche »Come ogni mattina, anche quel giorno Joshua si era svegliato portando avanti il solito rituale che lo vedeva protagonista dal primo Settembre di quell'anno scolastico, giorno in cui aveva messo piede a Hidenstone: giù dal letto al soave suono delle lamentele dei suoi compagni di stanza, dieci minuti trascorsi in bagno per -c'è davvero bisogno di specificarlo?- e darsi una lavata alla faccia e una spazzolata ai denti, una mano per ravvivare i capelli indomabili e un'intensa occhiata al suo riflesso.
Joshua non era narcisista -non troppo, per lo meno- e il motivo per cui si osservava tanto attentamente alla mattina non era il voler assicurarsi di star bene, quanto di, se non lo fosse stato, non lasciarlo scorgere agli altri.
Ma anche quel giorno, fortunatamente, pareva essere tutto regolare.
Zaino in spalla, berretto con la visiera al contrario in fronte e divisa che, se non fosse stato per il nodo della cravatta allentato, il colletto sbottonato e i polsini delle maniche arrotolati verso l'alto, sarebbe stata perfetta.
Non avrebbe saputo dire come si trovasse esattamente a Hidenstone, o meglio, non avrebbe saputo descriverlo in maniera differente: stava bene, come sempre. Josh era un tipo che si adattava facilmente, andava d'accordo con tutti, almeno finché non si palesava un motivo valido per dare di matto, e difficilmente creava confusione. Era anche solito mostrarsi educato nei confronti dei docenti, corretto con i compagni e piuttosto amichevole, inoltre aveva una buona media e -bando alla modestia- credeva di avere ottime possibilità di ottenere una di quelle cariche che tanto parevano ambire gli studenti del suo anno.
A Hogwarts era riuscito a diventare Prefetto l'anno dei G.U.F.O., ma per motivi di salute che tendeva a non rammentare di frequente, aveva dovuto rinunciare all'ambita spilla; di certo, avrebbe tentato di non farsi fregare una seconda volta da quel suo fastidioso disturbo.
Quanto alla socializzazione, il ragazzino non poteva negare di non aver ancora stretto chissà quale sorta di amicizia con gli altri studenti; vuoi un po' per il nuovo ambiente, vuoi per il carico pressante di compiti, non aveva avuto né il tempo né il modo di fare public relations.
In quella data particolare, qualcosa sarebbe potuto cambiare: la giornata parve trascorrere senza il minimo disagio, nonostante i pianti di Millicent Opkirk per essersi ampiamente meritata una grave insufficienza in Erbologia Avanzata. Il pranzo fu soddisfacente, le lezioni del pomeriggio noiose e un paio di volte Joshua aveva persino rischiato di addormentarsi durante Incantesimi, ma la Ivanova era talmente incapace di passare innoservata, che le iridi cristalline del ragazzo non avevano potuto fare a meno di seguirla costantemente.
L'orario della cena tardo ad arrivare e, mentre l'Ametrin si dirigeva verso la propria Sala Comune, con la coda dell'occhio vide un suo compagno sgattaiolare verso i sotterranei. Assottigliò lo sguardo e, quando riconobbe di chi si trattava, sorrise divertito prima di decidere senza alcun senso di seguirlo; come aveva immaginato, Erik si era intrufolato nelle cucine, sulla soglia delle quali si soffermò Joshua, con le braccia incrociate al petto e la spalla contro lo stipite della porta.
Fortunatamente fu lo stesso Erik a smascherare l'imbarazzante bugia circa il compito di Erbologia, ma l'altro voleva comunque dire la sua, motivo per cui, dopo averlo visto prendere posto con una ciotola di carote in mano, si avvicinò al compagno di stanza.
A volte mi chiedo se esista al mondo qualcosa che non mangeresti volentieri.
Il ragazzo prese posto di fronte al compagno e poggiò lo zaino sul tavolo, per poi deviare la traiettoria e lasciarlo cadere sul pavimento, a seguito di un'occhiata irritata di uno degli Elfi.
Ops, scusa.
Disse a bassa voce stringendosi nelle spalle, non senza rivolgere un sorriso mesto alla creatura. Poi scostò lo sguardo sull'amico che conosceva ormai da sei mesi.
Ti trovo bene.
O forse avrebbe dovuto dire "meglio".
La verità è che Joshua era un grande osservatore e, come tale, non gli erano sfuggiti i segnali di qualcosa che spesso e volentieri non era parso andare in Erik, ma non aveva mai fatto domande, non più di quelle che le circostanze e la buona educazione richiedevano.
Non era difficile notare quanto spesso e in maniera tanto regolare il compagno accusasse disturbi che si ripetevano sempre uguali, le notti in cui evitava di tornare a dormire e, soprattutto, la debilitazione e le ferite riportate a seguito di quelle brave ore.
Josh era arrivato a pensare che Erik avesse la malsana abitudine di cacciarsi nei guai e prendersi a botte con qualcuno fuori dal castello, ma questo la prima e la seconda notte che non lo vide tornare e dopo aver scorto i lividi e i graffi il giorno seguente; quando, poi, si rese conto che la stessa cosa era accaduto una terza, una quarta e una quinta notte, beh, iniziò ad avere qualche sospetto in più.
Nulla che lo avvicinasse all'idea di essere il compagno di stanza di un Lupo Mannaro ma, insomma, prima o poi sarebbe dovuto arrivarci.
Edited by Joshua B. Evans - 16/3/2019, 18:06. -
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Edited by Alexander Olwen - 14/3/2019, 11:55. -
Joshua B. Evans.
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« scheda - 16 ANNI - AMETRIN - NEUTRALE PURO - statistiche »Da quanto si conoscevano quei due? Sì e no sei mesi, giorno più giorno meno, e Josh aveva trovato un ragazzo che, come lui, non aveva troppe difficoltà a fare amicizia. Con Erik era stato tutto piuttosto semplice fin dal primo loro incontro, in quella camera con altri tre compagni e cinque letti a baldacchino; il moro ricordava perfettamente il momento in cui la loro amata coperta -che a lui ricordava moltissimo il tappeto volante di Aladino- li aveva stretti entrambi in un abbraccio a dir poco fastidioso date le alte temperature del primo Settembre e il fatto di trovarsi pelle contro pelle con un perfetto sconosciuto.
Dopo quel momento, Josh aveva iniziato a salutare Erik con un sorriso allegro e un cenno della mano, fino a prendere abbastanza confidenza da trascorrere qualche minuto, prima di dormire, a scambiarsi pareri da un letto all'altro sulle ragazze presenti nel castello.
C'è una ragazza... non è niente male. Una certa Lilith, se non sbaglio. Sta nella Casa dei sapientoni.
Aveva detto la sera prima, per poi rigirarsi tra le coperte e mettersi a dormire.
Non che avesse realmente preso in considerazione le ragazze della scuola; parlava e rideva con tutte, ad alcune persino ammiccava o poggiava la mano sulla schiena o sul fianco con la scusa di avvicinarsi per poter parlare senza farsi sentire da altri, magari ci usciva e scambiava qualche bacio, ma non era ancora andato oltre con nessuna di loro. Non che non fosse interessato, semplicemente aveva poco tempo e le ragazze, si sa, ne richiedono moltissimo.
Ma tornando a quel pomeriggio: se ne stava lì, seduto a osservare con falso disinteresse l'amico, con il braccio destro poggiato sulla superficie lignea del tavolo e il gomito sinistro a reggere il peso del capo, comodamente retto dalla mano chiusa a pugno.
Non voleva metterlo sotto pressione, in fondo il fatto che il ragazzo fosse conciato male non era affar suo, non se l'altro non aveva intenzione di parlarne.
Lanciò dunque un'occhiata a ciò che era contenuto all'interno della ciotola, sorridendo appena nel notare le carote e le zucchine. Lui non era tipo da cibo verde, nonostante lo mangiasse per volere di sua madre, dunque allungò la mano e optò per una rondella di carota.
Mi offri le zucchine perché vuoi le carote tutte per te? Che pessimo amico.
Giusto per sottolineare quell'ironia, afferrò un'altra rondella e se le portò entrambe alla bocca.
Erano pessime.
Assunse una smorfia davvero poco convinta e scosse il capo, segno che per quel che lo riguardava Erik poteva anche finirsele.
Si portò la mano destra alla testa e tolse il berretto, passando le dita fra i capelli e sospirando stancamente; quelle giornate stavano iniziando a diventare pesanti e sentiva già lo stress degli esami di fine anno, nonostante mancassero ancora tre mesi abbondanti.
Nessun mistero: ti ho visto sgattaiolare nei sotterranei in gran segreto e speravo ne stessi combinando una delle tue, così... ti ho seguito. Delusione, amico, una grande delusione.
Gli strizzò l'occhio e tirò un grande sbadiglio, prima di iniziare abbassare appena la voce e guardarlo intensamente negli occhi per parlare di cose da uomini (?).
Allora, ehm... ho quest'uscita in programma con un paio di bionde del secondo anno.
Dovrei portare qualcuno.
Edited by Joshua B. Evans - 16/3/2019, 18:05. -
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Edited by Alexander Olwen - 14/3/2019, 11:55. -
Joshua B. Evans.
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« scheda - 16 ANNI - AMETRIN - NEUTRALE PURO - statistiche »Josh tutto sommato poteva dichiarare a gran voce di fidarsi della persona che aveva davanti, in fondo la lealtà era una delle caratteristiche principali della loro Casata; eppure Erik sapeva essere talmente imprevedibile a volte che era impossibile puntare sul sicuro con lui.
Nel vederlo alzare le mani come se fosse stato colto in flagrante, Josh rivolse all'amico un'occhiata piuttosto eloquente che non necessitava affatto di parole, soprattutto con il sopracciglio destro inarcato a voler sottolineare quanto poco credesse alle sue parole.
Volle trattenersi, ci provò sul serio e lo fece con tutte le sue forze, ma quando notò l'espressione del compagno non poté fare a meno di scoppiare a ridergli in faccia, senza preoccuparsi troppo di offenderlo perché sapeva che non sarebbe successo... o lo sperava.
Quante cazzate che spari.
Eppure, ormai doveva essersi abituato.
Quando poi le cose si fecero serie, però, entrambi furono in grado di comprenderlo e Josh, intento fino ad allora a passarsi una mano fra i ricci disordinati, riprese contegno di sé: incrociò le dita e poggiò entrambe le mani sul tavolo, fra lui ed Erik, mentre con sguardo serio poneva all'amico la questione del giorno.
Poteva sembrare una sciocchezza, ma non lo era, fidatevi: scegliere il compare d'appuntamento poteva essere una decisione estremamente difficile (che la scelta del testimone alle nozze levate proprio). In un modo o nell'altro, infatti, questa scelta avrebbe influito -o nociuto- gravemente sulla reputazione e conseguente esistenza del diretto interessato.
Erik sembrava essere un tipo a posto, a Josh piaceva abbastanza ed era "proprio un figo", o così aveva sentito dire dalle ragazze della scuola. Sì, era un tipo che poteva piacere, soprattutto con quell'aria che Josh aveva sempre paragonato a quella del tipo misterioso, cosa che lui non era per niente. Erik era abbastanza sicuro di sé da non apparire come uno sfigato che non aveva mai neanche parlato con una ragazza senza venire nelle mutande, né troppo arrogante da stufare in fretta. Lui, d'altro canto, era semplice, socievole e intelligente.
Erano un duo particolare, interessante, carismatico, avrebbero potuto funzionare.
Nel sentire le proposte dell'amico e nel ricordare l'esperienza della foresta, corrucciò le labbra, palesemente scontento.
Ehi, sono andato in bianco anche io quella sera, ok? Abbiamo rischiato una punizione per niente.
Disse affranto. Qualche settimana prima, in effetti, i due ragazzi avevano deciso di portare due Black Opal all'interno della Foresta Eterea, per lo più dopo che era scattato il coprifuoco; non avevano idea di come fossero riusciti a farla franca, ma in compenso si erano impregnati talmente tanto di fango che, il giorno dopo, il custode non aveva fatto altro che studiare le scarpe di qualsiasi studente, sperando così di scovare il colpevole.
Povero illuso.
Che ne dici dei Giardini a mezzanotte? Credo che il Labirinto sia troppo per loro e... beh, punteranno a qualcosa di romantico.
Propose con sguardo e sorriso birichino al compagno.
Non aveva mai frequentato i giardini di sera, ma qualcuno gli aveva detto che allo scoccare della mezzanotte i fiori erano capaci di regalare uno scenario magico e stimolante e le ragazze impazzivano per certe cose... che portasse fortuna?
Edited by Joshua B. Evans - 16/3/2019, 18:04. -
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Joshua B. Evans.
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« scheda - 16 ANNI - AMETRIN - NEUTRALE PURO - statistiche »Che Erik ci avesse rimesso un raffreddore era vero, ma non conveniva a nessuno dei due contare le conseguenze che le loro azioni avevano comportato in soli sei mesi, o avrebbero perso il conto nel giro di pochi secondi.
Su su, asciugati quei lacrimoni, questa volta ne varrà la pena.
In effetti, per sé aveva in mente quella bella Dioptase di cui aveva accennato a Erik, mentre per l'amico non era del tutto sicuro: Lilith avrebbe portato un'amica, da quel che gli aveva detto, ma Josh non era molto bravo con i nomi -era già tanto che riuscisse a ricordare quello della Dioptase- e non era chiaro se si trattasse di un'altra intelligentona o di una Black Opal del primo anno che il ragazzo era certo di aver notato nella tavolata nero-vermiglio.
In ogni caso, era certo che entrambe sarebbero state bellissime per l'appuntamento ed Erik ne sarebbe stato pienamente soddisfatto.
Alle parole dell'amico lasciò fuoriuscire una risata roca e gli strizzò l'occhiolino, conscio di ciò che quella nottata avrebbe comportato; in verità Josh non era un Don Giovanni, non si portava le ragazze a letto per poi lasciarle il giorno dopo, era invece sempre molto sincero su ciò che cercava e se si rendeva conto che dall'altra parte si celava un sentimento o si desiderava una relazione a lungo termine, semplicemente mollava il tiro.
Non voleva impelagarsi in storie serie e difficoltose già a quell'età, ma non voleva neppure essere la causa di un cuore spezzato.
Questo era il motivo per cui il sedicenne aveva avuto qualche esperienza l'anno precedente in una scuola in cui aveva trascorso cinque anni ed era piuttosto noto al sesso femminile e, da allora, solo qualche bacio innocente e una carezza di troppo.
In verità gli mancava il contatto diretto con il corpo femminile, ma non per questo avrebbe mentito a una ragazza.
Alla domanda dell'amico, perciò, si chiuse in un silenzio che Erik parve condividere. Cercava una relazione seria? Affatto, ma non per chissà quale tragico motivo, semplicemente non ne aveva ancora voglia.
Incrociò le braccia sulla superficie lignea del tavolo e sospirò quasi affranto.
Francamente non capisco perché le ragazze debbano puntare a una storia seria. Voglio dire, che c'è di male a divertirsi un po'? Non è che io le tratti male o il giorno dopo abbia intenzione di non rivolgere loro la parola, voglio solo... beh, lo sai.
Si portò una mano tra i capelli e scosse il capo ancora una volta.
Nah, non ho alcuna voglia di una relazione seria, non ancora.
E tu?
In fondo era un bravo ragazzo, semplicemente non aveva intenzione di impegnarsi per due.
Quando l'elfa di poco prima di avvicinò a loro per rimproverare Erik, Josh si limitò a lanciare un paio di occhiate divertite all'amico, annuendo di tanto in tanto alle parole della creatura e rivolgendosi con espressione severa al compagno.
Dopo quella parvenza di serietà, il ragazzo scoppiò nuovamente in una fragorosa risata e fece per avvicinarsi all'elfa.
Chocy, andiamo, perché mai qualcuno dovrebbe restarci male? Siamo sinceri noi, non promettiamo castelli e cavalli bianchi... non siamo forse da apprezzare?
Disse inspirando profondamente per gonfiare il petto e osservando convinto la piccola creatura.. -
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Joshua B. Evans.
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« scheda - 16 ANNI - AMETRIN - NEUTRALE PURO - statistiche »Il ragazzo dagli occhi azzurri si ritrovò a stringersi tra le spalle alle parole dell'amico, come se sperare che le ragazze acquisissero un po' di senno su un argomento tanto delicato fosse del tutto vano.
L'intervento dell'elfa fu propiziatorio per una seria di motivi: Josh non aveva più intenzione di mangiare o di permettere a Erik di farlo, avrebbe preferito invece andare in un posto un po' meno affollato per discutere dei dettagli dell'uscita a quattro e l'intervento di Chocy permise al ragazzo di prendere la palla al balzo per andarsene; inoltre, i consigli di una donna -per quanto appartenesse a un'altra specie- potevano sempre tornare utili.
Galanteria, sincerità, non si poteva avere mica tutto nella vita! Motivo per cui, non appena la creaturina confessò loro di capirli con un gran sorriso sulle labbra sottili, il giovane Ametrin sorrise a sua volta e si alzò, facendosi forza con la braccia sulla superficie del tavolo, afferrando poi una rondella di zucchina e portandosela alla bocca.
Gli parve parecchio strano che un elfo potesse essere tanto aperto mentalmente, ma Josh non conosceva così bene quelle creature e si limitò a pensare che probabilmente si divertissero più degli esseri umani sotto le lenzuola logore.
Però, Chocy, wow! Mi sorprendi, dico dav...
Non riuscì a terminare la frase poiché la conclusione dell'elfa lo lasciò senza parole e... con la rondella di zucchina di traverso.
Iniziò a tossire e a battersi il pugno sul petto, rischiando di soffocare solo perché Chocy aveva deciso che, per fare del sesso, Josh avrebbe dovuto sposarsi. Ma dov'era finito d'improvviso, nell'Inghilterra dell'800?
Riuscì a mandare giù il boccone e prese dei profondi respiri, guardando prima l'amico e poi l'elfa.
Le donne.
E' un po' troppo tardi, non credi?
Disse con tono velenoso, rivolgendo a Erik un'occhiata di fuoco.
Si rimise in sesto, indossò nuovamente il cappellino e si indirizzò verso l'ingresso delle cucine con lo zaino sulla spalla. Una volta sulla soglia, voltò il capo verso sinistra, lanciando un'occhiata divertita all'elfa e strizzandole l'occhio.
Io non devo fare colpo proprio su nessuno, sono gli altri che faticano a stupirmi.
Buona giornata, Chocy.
Poi fece cenno a Erik di seguirlo: avevano qualcosa da definire..