Voglio la mia lattuga

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    Erik Foster
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    Erano trascorse sette notti dall'ultima volta in cui la nobile luna piena dominava il cielo. La fame primordiale che caratterizzava il suo istinto dopo la trasformazione aveva lasciato spazio al semplice appetito di un normale ragazzo. No, ok, mi correggo: l'appetito di Erik poteva essere descritto in vari modi, ma assolutamente non semplice: era praticamente un pozzo senza fondo e ciò che faceva ancor più paura del suo appetito era ciò che decideva di mangiare. Niente cucciolo di cervo, affascinanti studentesse del primo anno o resti di una qualche creatura, bensì lattuga iceberg scondita. Ne avrebbe mangiata a chili: dava piacere ai denti grazie alla sua croccantezza e, soprattutto, non metteva a rischio il suo fisico asciutto. Queste due caratteristiche lo rendevano il cibo perfetto.
    E se Jesse prova a far ancora una battutina al riguardo giuro che gliela faccio mangiare a forza finché non dirà che è meglio delle patatine fritte. Uomini, si commentano da soli. Le ragazze spesso dicevano che per loro scoppiano le più grandi liti, ma non erano altro che delle illuse: le vere faide nascevano per il cibo.
    Scendeva con non poca rapidità le scale per giungere nei sotterranei e nella testa aveva già cominciato ad immortalare la tenera immagine dell'elfo che sperava di trovarsi di fronte, subito dopo attraversò il corridoio e già riusciva a vedere l'elfo tagliare finemente la lattuga per poi metterla all'interno di una ciotola, mentre apriva la porta che conduceva alle cucine per un solo secondo poté giurare di aver sentito il classico crack del cibo sui denti.
    Sì, tutto bellissimo, peccato che l'unica cosa a far crack fu il suo cuoricino: all'interno delle cucine c'erano tantissimi elfi, ma da nessuna parte vedeva Colby, l'unico che l'aveva preso in simpatia a tal punto da offrirgli il cibo anche fuori dai pasti. Solitamente gli elfi domestici non tendevano a farlo, ma non per cattiveria, bensì per assicurarsi che gli studenti mangiassero a colazione, a pranzo e a cena. Se tutti avessero chiesto del cibo fuori dall'orario dei pasti, probabilmente il loro lavoro sarebbe triplicato.
    Si morse il labbro inferiore e puntò gli occhi su chiunque altro fosse all'interno di quella stanza. Non c'era nessuno con cui aveva troppa confidenza. La situazione si faceva ostica. Non restava che una cosa da fare: Elfi, amici miei, deliziose creature che abitano questo castello! Quanti di voi vogliono nutrirmi?
    La risposta che ottenne fu più o meno questa. Nessuno tra i presenti lo degnò neppure di uno sguardo, neanche quello con un po' di pancia in più rispetto agli altri. Lui doveva per forza mangiare tanto e più di tre volte al giorno, altrimenti non poteva spiegare il motivo della sua corporatura.
    Ehm, mi serve dell'iceberg per Erbologia. Sì, insomma, sapete come sono i prof, no? Praticamente dobbiamo prendere della lattuga e prendercene cura per due settimane. Sì... insomma... come se fosse una piantina! No, ok, non ci credo nemmeno io, ma dai, ve ne sarò riconoscente! Posso anche prepararmela da solo! Un'elfa che fino a quel momento stava affettando carote e zucchine su uno sgabello per arrivare all'altezza del tavolo, scese da questo e avanzò fino ad arrivare davanti ad Erik con uno sguardo quasi materno e gli allungò la ciotola.
    Padroncino, se lo desidera può prendere qualcosa da qui dentro, ma niente iceberg purtroppo. Sono desolata, ma devo ancora prepararla, comunque l'avrà per cena, questa è una promessa.
    Per la cena mancavano ancora tre ore e lo stomaco brontolava già. Essere troppo insistente gli avrebbe garantito una bruttissima reputazione e d'altro canto un po' di carote erano meglio di niente, no? Ok, sapeva bene come doversi comportare. Dalla ciotola afferrò una rondella di carote, poi un'altra, poi un'altra ancora. Lo sguardo dell'elfa da materno cominciò a diventare piuttosto perplesso. Ehm, posso suggerirle di prendere la ciotola? Sa, non vorrei mancarle di rispetto, ma ho tante verdure da dover preparare. Senza farselo ripetere due volte Erik si riappropriò della ciotola e si sedette ad un angolo del tavolo per godersi le carote con calma e in tranquillità e, soprattutto, lasciando perdere le zucchine.
    Ah, prima che mi dimentico devo anche sentire Joshua! Credo che Olwen tra poco ricominci ad interrogare e non so una Degaz del suo programma. MA CHE DICO? Neanche lui sa una Degaz, forse farei meglio a proporgli di saltare la lezione.

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    Edited by Alexander Olwen - 14/3/2019, 11:55
     
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  2. Joshua B. Evans
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    Come ogni mattina, anche quel giorno Joshua si era svegliato portando avanti il solito rituale che lo vedeva protagonista dal primo Settembre di quell'anno scolastico, giorno in cui aveva messo piede a Hidenstone: giù dal letto al soave suono delle lamentele dei suoi compagni di stanza, dieci minuti trascorsi in bagno per -c'è davvero bisogno di specificarlo?- e darsi una lavata alla faccia e una spazzolata ai denti, una mano per ravvivare i capelli indomabili e un'intensa occhiata al suo riflesso.
    Joshua non era narcisista -non troppo, per lo meno- e il motivo per cui si osservava tanto attentamente alla mattina non era il voler assicurarsi di star bene, quanto di, se non lo fosse stato, non lasciarlo scorgere agli altri.
    Ma anche quel giorno, fortunatamente, pareva essere tutto regolare.
    Zaino in spalla, berretto con la visiera al contrario in fronte e divisa che, se non fosse stato per il nodo della cravatta allentato, il colletto sbottonato e i polsini delle maniche arrotolati verso l'alto, sarebbe stata perfetta.

    Non avrebbe saputo dire come si trovasse esattamente a Hidenstone, o meglio, non avrebbe saputo descriverlo in maniera differente: stava bene, come sempre. Josh era un tipo che si adattava facilmente, andava d'accordo con tutti, almeno finché non si palesava un motivo valido per dare di matto, e difficilmente creava confusione. Era anche solito mostrarsi educato nei confronti dei docenti, corretto con i compagni e piuttosto amichevole, inoltre aveva una buona media e -bando alla modestia- credeva di avere ottime possibilità di ottenere una di quelle cariche che tanto parevano ambire gli studenti del suo anno.
    A Hogwarts era riuscito a diventare Prefetto l'anno dei G.U.F.O., ma per motivi di salute che tendeva a non rammentare di frequente, aveva dovuto rinunciare all'ambita spilla; di certo, avrebbe tentato di non farsi fregare una seconda volta da quel suo fastidioso disturbo.
    Quanto alla socializzazione, il ragazzino non poteva negare di non aver ancora stretto chissà quale sorta di amicizia con gli altri studenti; vuoi un po' per il nuovo ambiente, vuoi per il carico pressante di compiti, non aveva avuto né il tempo né il modo di fare public relations.
    In quella data particolare, qualcosa sarebbe potuto cambiare: la giornata parve trascorrere senza il minimo disagio, nonostante i pianti di Millicent Opkirk per essersi ampiamente meritata una grave insufficienza in Erbologia Avanzata. Il pranzo fu soddisfacente, le lezioni del pomeriggio noiose e un paio di volte Joshua aveva persino rischiato di addormentarsi durante Incantesimi, ma la Ivanova era talmente incapace di passare innoservata, che le iridi cristalline del ragazzo non avevano potuto fare a meno di seguirla costantemente.
    L'orario della cena tardo ad arrivare e, mentre l'Ametrin si dirigeva verso la propria Sala Comune, con la coda dell'occhio vide un suo compagno sgattaiolare verso i sotterranei. Assottigliò lo sguardo e, quando riconobbe di chi si trattava, sorrise divertito prima di decidere senza alcun senso di seguirlo; come aveva immaginato, Erik si era intrufolato nelle cucine, sulla soglia delle quali si soffermò Joshua, con le braccia incrociate al petto e la spalla contro lo stipite della porta.
    Fortunatamente fu lo stesso Erik a smascherare l'imbarazzante bugia circa il compito di Erbologia, ma l'altro voleva comunque dire la sua, motivo per cui, dopo averlo visto prendere posto con una ciotola di carote in mano, si avvicinò al compagno di stanza.

    A volte mi chiedo se esista al mondo qualcosa che non mangeresti volentieri.

    Il ragazzo prese posto di fronte al compagno e poggiò lo zaino sul tavolo, per poi deviare la traiettoria e lasciarlo cadere sul pavimento, a seguito di un'occhiata irritata di uno degli Elfi.

    Ops, scusa.

    Disse a bassa voce stringendosi nelle spalle, non senza rivolgere un sorriso mesto alla creatura. Poi scostò lo sguardo sull'amico che conosceva ormai da sei mesi.

    Ti trovo bene.

    O forse avrebbe dovuto dire "meglio".
    La verità è che Joshua era un grande osservatore e, come tale, non gli erano sfuggiti i segnali di qualcosa che spesso e volentieri non era parso andare in Erik, ma non aveva mai fatto domande, non più di quelle che le circostanze e la buona educazione richiedevano.
    Non era difficile notare quanto spesso e in maniera tanto regolare il compagno accusasse disturbi che si ripetevano sempre uguali, le notti in cui evitava di tornare a dormire e, soprattutto, la debilitazione e le ferite riportate a seguito di quelle brave ore.
    Josh era arrivato a pensare che Erik avesse la malsana abitudine di cacciarsi nei guai e prendersi a botte con qualcuno fuori dal castello, ma questo la prima e la seconda notte che non lo vide tornare e dopo aver scorto i lividi e i graffi il giorno seguente; quando, poi, si rese conto che la stessa cosa era accaduto una terza, una quarta e una quinta notte, beh, iniziò ad avere qualche sospetto in più.
    Nulla che lo avvicinasse all'idea di essere il compagno di stanza di un Lupo Mannaro ma, insomma, prima o poi sarebbe dovuto arrivarci.
    Josh Evans - Happiness is enjoying the little things in life

    © psìche


    Edited by Joshua B. Evans - 16/3/2019, 18:06
     
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    Erik Foster
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    Quando Erik aveva fame perdeva addirittura il suo spirito di osservazione. Guidato dal languorino dello stomaco non aveva minimamente notato di essere seguito da qualcuno e ciò fu chiaro dallo scatto con cui gli occhi si diressero verso il suo compagno di stanza dopo aver udito la sua voce.
    Da quanto tempo è lì? La domanda venne accantonata per qualche secondo, poiché la concentrazione si spostò poi sull'elfa che oramai lo aveva congedato per portar a termine il suo compito giornaliero. Divenne così evidente che il desiderio di ottenere la lattuga prima della cena non si sarebbe mai avverato.
    Ci gnono cose cgne magno volentieri. Ecco cosa si otteneva quando si era soliti parlare con la bocca piena. Le carote, a differenza della lattuga, erano più nutrienti, tuttavia quel retrogusto a tratti dolciastro non lo faceva impazzire. Fa nulla, in tempo di difficoltà, uno spazio per il cibo nel mio stomaco apparirà. No, non si trattava una chissà quanto complicata formula magica, bensì dell'idiozia dei pensieri di un ragazzo affamato.
    Finalmente riuscì a divorare le carote che riempivano la bocca, intanto Josh si sedette di fronte a lui. Aiuto, ho fatto qualcosa di male? Sì, insomma, di solito nei telefilm così cominciavano le migliori ramanzine , le più belle dichiarazioni d'amore e l'ammissione dei più oscuri segreti. Forse stava correndo troppo: Josh iniziò il discorso con un ti trovo bene. Il tono non lasciava trasparire ironia, tanto meno era il modo con cui solitamente si iniziava una dichiarazione, che ci fosse quindi qualcosa sotto?
    Lo sai, bro, sono un ragazzo semplice: mi dai del cibo e la giornata migliora. Ovviamente non aveva idea di dove volesse andar a parare l'amico, ragion per cui tentò a rimediare a qualunque cosa avesse fatto col suo solito modo di fare piuttosto sopra le righe. Fu così che allungò la ciotola al compagno. Ehm, vuoi delle zucchine... crude e... scondite? Se avesse sporto l'occhio avrebbe visto insieme alle zucchine anche delle carote - in quantità nettamente minore - tagliate a rondelle.
    Tu cosa ci fai qui? Ok, forse lo aveva chiesto un po' troppo a tradimento, tuttavia ancora non aveva posto agli alfi nessuna richiesta particolare, tanto meno pareva interessato a cercar un elfo in particolare.


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    Edited by Alexander Olwen - 14/3/2019, 11:55
     
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  4. Joshua B. Evans
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    Da quanto si conoscevano quei due? Sì e no sei mesi, giorno più giorno meno, e Josh aveva trovato un ragazzo che, come lui, non aveva troppe difficoltà a fare amicizia. Con Erik era stato tutto piuttosto semplice fin dal primo loro incontro, in quella camera con altri tre compagni e cinque letti a baldacchino; il moro ricordava perfettamente il momento in cui la loro amata coperta -che a lui ricordava moltissimo il tappeto volante di Aladino- li aveva stretti entrambi in un abbraccio a dir poco fastidioso date le alte temperature del primo Settembre e il fatto di trovarsi pelle contro pelle con un perfetto sconosciuto.
    Dopo quel momento, Josh aveva iniziato a salutare Erik con un sorriso allegro e un cenno della mano, fino a prendere abbastanza confidenza da trascorrere qualche minuto, prima di dormire, a scambiarsi pareri da un letto all'altro sulle ragazze presenti nel castello.

    C'è una ragazza... non è niente male. Una certa Lilith, se non sbaglio. Sta nella Casa dei sapientoni.

    Aveva detto la sera prima, per poi rigirarsi tra le coperte e mettersi a dormire.
    Non che avesse realmente preso in considerazione le ragazze della scuola; parlava e rideva con tutte, ad alcune persino ammiccava o poggiava la mano sulla schiena o sul fianco con la scusa di avvicinarsi per poter parlare senza farsi sentire da altri, magari ci usciva e scambiava qualche bacio, ma non era ancora andato oltre con nessuna di loro. Non che non fosse interessato, semplicemente aveva poco tempo e le ragazze, si sa, ne richiedono moltissimo.
    Ma tornando a quel pomeriggio: se ne stava lì, seduto a osservare con falso disinteresse l'amico, con il braccio destro poggiato sulla superficie lignea del tavolo e il gomito sinistro a reggere il peso del capo, comodamente retto dalla mano chiusa a pugno.
    Non voleva metterlo sotto pressione, in fondo il fatto che il ragazzo fosse conciato male non era affar suo, non se l'altro non aveva intenzione di parlarne.
    Lanciò dunque un'occhiata a ciò che era contenuto all'interno della ciotola, sorridendo appena nel notare le carote e le zucchine. Lui non era tipo da cibo verde, nonostante lo mangiasse per volere di sua madre, dunque allungò la mano e optò per una rondella di carota.

    Mi offri le zucchine perché vuoi le carote tutte per te? Che pessimo amico.

    Giusto per sottolineare quell'ironia, afferrò un'altra rondella e se le portò entrambe alla bocca.
    Erano pessime.
    Assunse una smorfia davvero poco convinta e scosse il capo, segno che per quel che lo riguardava Erik poteva anche finirsele.
    Si portò la mano destra alla testa e tolse il berretto, passando le dita fra i capelli e sospirando stancamente; quelle giornate stavano iniziando a diventare pesanti e sentiva già lo stress degli esami di fine anno, nonostante mancassero ancora tre mesi abbondanti.

    Nessun mistero: ti ho visto sgattaiolare nei sotterranei in gran segreto e speravo ne stessi combinando una delle tue, così... ti ho seguito. Delusione, amico, una grande delusione.

    Gli strizzò l'occhio e tirò un grande sbadiglio, prima di iniziare abbassare appena la voce e guardarlo intensamente negli occhi per parlare di cose da uomini (?).

    Allora, ehm... ho quest'uscita in programma con un paio di bionde del secondo anno.
    Dovrei portare qualcuno.

    Josh Evans - Happiness is enjoying the little things in life

    © psìche


    Edited by Joshua B. Evans - 16/3/2019, 18:05
     
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    Erik Foster
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    Sotto un certo punto di vista Erik e Josh rappresentavano lo stereotipo di amicizia maschile: un rapporto parecchio goliardico nel quale i due parlavano per lo più di ragazze e cibo. Forse sotto c'era anche qualcosa di più intenso, tuttavia il cervello maschile non era poi un organo così complicato, quindi tendeva a non darsi domande al riguardo. Insomma, se così fosse stato meglio per loro, altrimenti avrebbe continuato a divertirsi proprio come avevano fatto da sei mesi a questa parte.
    Una domanda gli era sorta spontanea: cosa ci faceva lì con lui se la sera precedente gli aveva parlato di una certa Lola? Mh, forse non era Lola. Dettagli, erano troppi i nomi femminili che aveva immagazzinato nella sua memoria per conto di Josh, quindi un nome valeva l'altro.
    Come se l'amico gli avesse puntato una pistola, Erik si ritrovò ad alzare le mani all'altezza delle spalle quando lo sentì giungere alla soluzione per la quale gli aveva offerto le zucchine. No, Josh, non è come sembra. Prese qualche secondo di pausa non solo per pensare a cosa dire, ma anche per far un po' di scena. Le zucchine sono molto nutrienti e fanno bene al nostro organismo, per questo voglio offrirtele. Cielo, pensi sempre male di me. L'ultima frase palesava non poca ironica, chiarendo come lo stesse semplicemente stuzzicando, udendo poi il vero motivo per cui si trovava lì.
    Lo aveva pedinato. Alzò un sopracciglio sorpreso e crollò entrambe le spalle. Se pensi che volessi far qualcosa di figo senza avvertirti sei tu un pessimo amico, amico. Fu allora che gli offrì un occhiolino fugace per poi terminar le ultime carote che rimanevano nella ciotola.
    Proprio come i migliori mafiosi - o uomini d'affari - dopo aver provveduto a soddisfare il loro appetito, giunse il momento di pensare a cose serie: appuntamenti. Scegliere quale ragazzo portar con sé quando la fanciulla con cui volevi uscire portava con sé un'amica non era cosa da poco. Se sceglievi uno sfigato avresti fatto brutta figura perché ciò implicava che anche tu stesso uscivi con quello sfigato, optare per uno più figo era invece un'arma a doppio taglio col serio rischio di attirar l'attenzione di entrambe le ragazze. Ci voleva una persona degna di fiducia, ma che allo stesso tempo doveva essere in grado almeno di distrarre una delle due ragazze.
    La mia agenda è libera, ma dove pensavi di andare? Denrise? Lago? Se riproponi ancora la foresta ti mando a quel paese. L'ultima volta aveva piovuto ed era tutto fango.

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    Edited by Alexander Olwen - 14/3/2019, 11:55
     
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  6. Joshua B. Evans
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    « scheda - 16 ANNI - AMETRIN - NEUTRALE PURO - statistiche »
    Josh tutto sommato poteva dichiarare a gran voce di fidarsi della persona che aveva davanti, in fondo la lealtà era una delle caratteristiche principali della loro Casata; eppure Erik sapeva essere talmente imprevedibile a volte che era impossibile puntare sul sicuro con lui.
    Nel vederlo alzare le mani come se fosse stato colto in flagrante, Josh rivolse all'amico un'occhiata piuttosto eloquente che non necessitava affatto di parole, soprattutto con il sopracciglio destro inarcato a voler sottolineare quanto poco credesse alle sue parole.
    Volle trattenersi, ci provò sul serio e lo fece con tutte le sue forze, ma quando notò l'espressione del compagno non poté fare a meno di scoppiare a ridergli in faccia, senza preoccuparsi troppo di offenderlo perché sapeva che non sarebbe successo... o lo sperava.

    Quante cazzate che spari.

    Eppure, ormai doveva essersi abituato.
    Quando poi le cose si fecero serie, però, entrambi furono in grado di comprenderlo e Josh, intento fino ad allora a passarsi una mano fra i ricci disordinati, riprese contegno di sé: incrociò le dita e poggiò entrambe le mani sul tavolo, fra lui ed Erik, mentre con sguardo serio poneva all'amico la questione del giorno.
    Poteva sembrare una sciocchezza, ma non lo era, fidatevi: scegliere il compare d'appuntamento poteva essere una decisione estremamente difficile (che la scelta del testimone alle nozze levate proprio). In un modo o nell'altro, infatti, questa scelta avrebbe influito -o nociuto- gravemente sulla reputazione e conseguente esistenza del diretto interessato.
    Erik sembrava essere un tipo a posto, a Josh piaceva abbastanza ed era "proprio un figo", o così aveva sentito dire dalle ragazze della scuola. Sì, era un tipo che poteva piacere, soprattutto con quell'aria che Josh aveva sempre paragonato a quella del tipo misterioso, cosa che lui non era per niente. Erik era abbastanza sicuro di sé da non apparire come uno sfigato che non aveva mai neanche parlato con una ragazza senza venire nelle mutande, né troppo arrogante da stufare in fretta. Lui, d'altro canto, era semplice, socievole e intelligente.
    Erano un duo particolare, interessante, carismatico, avrebbero potuto funzionare.
    Nel sentire le proposte dell'amico e nel ricordare l'esperienza della foresta, corrucciò le labbra, palesemente scontento.

    Ehi, sono andato in bianco anche io quella sera, ok? Abbiamo rischiato una punizione per niente.

    Disse affranto. Qualche settimana prima, in effetti, i due ragazzi avevano deciso di portare due Black Opal all'interno della Foresta Eterea, per lo più dopo che era scattato il coprifuoco; non avevano idea di come fossero riusciti a farla franca, ma in compenso si erano impregnati talmente tanto di fango che, il giorno dopo, il custode non aveva fatto altro che studiare le scarpe di qualsiasi studente, sperando così di scovare il colpevole.
    Povero illuso.

    Che ne dici dei Giardini a mezzanotte? Credo che il Labirinto sia troppo per loro e... beh, punteranno a qualcosa di romantico.

    Propose con sguardo e sorriso birichino al compagno.
    Non aveva mai frequentato i giardini di sera, ma qualcuno gli aveva detto che allo scoccare della mezzanotte i fiori erano capaci di regalare uno scenario magico e stimolante e le ragazze impazzivano per certe cose... che portasse fortuna?
    Josh Evans - Happiness is enjoying the little things in life

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    Edited by Joshua B. Evans - 16/3/2019, 18:04
     
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    Erik Foster
    Studente | Ametrin
    Per quanto possibile anche Erik cercò di trattenersi e nel farlo impiegò ogni briciola di energia nel suo corpo, purtroppo però quando Josh scoppiò a ridere si lasciò trasportare e reagì nel medesimo modo. Erik era estremamente credibile nel voler prendersi cura di qualcuno e far di tutto affinché chi gli stesse accanto fosse felice, ma non se ciò implicava il dover condividere il cibo. Piuttosto avrebbe condiviso qualunque cosa: ragazze, amici, matite, libri, mutande, ma non cibo. Avrebbe potuto giustificare ciò in vari modi, ma il più profondo era senza dubbio la paura: temeva la luna piena e una piccola parte di lui credeva che a stomaco pieno sarebbe riuscito a trattenere la fame della bestia. L'ametrino non era dominato da nessun verme solitario, solo da una paura che nascondeva con una fame nervosa che non riusciva ad accettare, costringendosi a spacciarla per semplice appetito.
    Le uscite a quattro erano piuttosto stimolanti e in tutta sincerità la preferiva a quelle a due. Erik aveva un carattere estremamente compagnone e per lui vigeva la regola del più siamo e meglio è. Essere scelto come spalla da Josh voleva dire tanto per lui, tuttavia non si lasciava spesso andare a smancerie e proprio per questo motivo non glielo aveva mai ammesso anche se in fondo era palese. Non aveva mai rifiutato un invito.
    E io ci ho rimesso un raffreddore! Era diventata una gara a chi gli era andata peggio? Ovviamente no, ma Erik faceva spesso uscite a caso e poi trovava divertente provocare l'amico con quelle rare volte in cui i piani non erano andati esattamente come si aspettavano.
    La nuova proposta aveva dei pro e dei contro. Tra i primi c'era sicuramente la magica atmosfera che quel luogo riusciva a creare, d'altra parte era più semplice essere beccati. Che fare? Agire o non agire? Erik Foster non si lascia intimorire da una punizione! Annuì vigorosamente e sorrise. Vada per i Giardini! Il labirinto no, non ho voglia di incappare in qualche insetto strano in zone che dovrebbero essere destinate ad altro. Il solo pensiero lo fece rabbrividire, mentre un pensiero gli balenò in testa. Lo sguardo si fece più duro e il sorriso mostrato fino a quel momento si ritirò di colpo. Devo far in modo che l'uscita capiti in una sera senza luna piena. Ovviamente non avrebbe rischiato di esser scoperto o, peggio, far del male a qualcuno. Piuttosto avrebbe dato buca all'amico, ma anche quella era un'eventualità che voleva escludere.
    Chiuse gli occhi per un secondo e nel frattempo cominciò a crearsi un silenzio imbarazzante. Questa volta punti ad una relazione più seria o classica botta e via?
    Proprio in quel momento, la stessa elfa che un momento prima aveva offerto la ciotola con le verdure a Erik si fece avanti. Padroncino, temo che una ragazza possa sentirsi dispiaciuta dopo aver udito le sue parole. Se Chocy può dispensare un consiglio sappiate che non c'è niente di più bello dell'amore. Oh, sì, era evidente come quell'elfa appartenesse ad un'altra generazione.

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  8. Joshua B. Evans
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    « scheda - 16 ANNI - AMETRIN - NEUTRALE PURO - statistiche »
    Che Erik ci avesse rimesso un raffreddore era vero, ma non conveniva a nessuno dei due contare le conseguenze che le loro azioni avevano comportato in soli sei mesi, o avrebbero perso il conto nel giro di pochi secondi.

    Su su, asciugati quei lacrimoni, questa volta ne varrà la pena.

    In effetti, per sé aveva in mente quella bella Dioptase di cui aveva accennato a Erik, mentre per l'amico non era del tutto sicuro: Lilith avrebbe portato un'amica, da quel che gli aveva detto, ma Josh non era molto bravo con i nomi -era già tanto che riuscisse a ricordare quello della Dioptase- e non era chiaro se si trattasse di un'altra intelligentona o di una Black Opal del primo anno che il ragazzo era certo di aver notato nella tavolata nero-vermiglio.
    In ogni caso, era certo che entrambe sarebbero state bellissime per l'appuntamento ed Erik ne sarebbe stato pienamente soddisfatto.
    Alle parole dell'amico lasciò fuoriuscire una risata roca e gli strizzò l'occhiolino, conscio di ciò che quella nottata avrebbe comportato; in verità Josh non era un Don Giovanni, non si portava le ragazze a letto per poi lasciarle il giorno dopo, era invece sempre molto sincero su ciò che cercava e se si rendeva conto che dall'altra parte si celava un sentimento o si desiderava una relazione a lungo termine, semplicemente mollava il tiro.
    Non voleva impelagarsi in storie serie e difficoltose già a quell'età, ma non voleva neppure essere la causa di un cuore spezzato.
    Questo era il motivo per cui il sedicenne aveva avuto qualche esperienza l'anno precedente in una scuola in cui aveva trascorso cinque anni ed era piuttosto noto al sesso femminile e, da allora, solo qualche bacio innocente e una carezza di troppo.
    In verità gli mancava il contatto diretto con il corpo femminile, ma non per questo avrebbe mentito a una ragazza.
    Alla domanda dell'amico, perciò, si chiuse in un silenzio che Erik parve condividere. Cercava una relazione seria? Affatto, ma non per chissà quale tragico motivo, semplicemente non ne aveva ancora voglia.
    Incrociò le braccia sulla superficie lignea del tavolo e sospirò quasi affranto.

    Francamente non capisco perché le ragazze debbano puntare a una storia seria. Voglio dire, che c'è di male a divertirsi un po'? Non è che io le tratti male o il giorno dopo abbia intenzione di non rivolgere loro la parola, voglio solo... beh, lo sai.

    Si portò una mano tra i capelli e scosse il capo ancora una volta.

    Nah, non ho alcuna voglia di una relazione seria, non ancora.
    E tu?


    In fondo era un bravo ragazzo, semplicemente non aveva intenzione di impegnarsi per due.
    Quando l'elfa di poco prima di avvicinò a loro per rimproverare Erik, Josh si limitò a lanciare un paio di occhiate divertite all'amico, annuendo di tanto in tanto alle parole della creatura e rivolgendosi con espressione severa al compagno.
    Dopo quella parvenza di serietà, il ragazzo scoppiò nuovamente in una fragorosa risata e fece per avvicinarsi all'elfa.

    Chocy, andiamo, perché mai qualcuno dovrebbe restarci male? Siamo sinceri noi, non promettiamo castelli e cavalli bianchi... non siamo forse da apprezzare?

    Disse inspirando profondamente per gonfiare il petto e osservando convinto la piccola creatura.

    Josh Evans - Happiness is enjoying the little things in life

    © psìche
     
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    Erik Foster
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    L'atteggiamento che aveva Erik nei confronti delle ragazze era simile a quello di Josh. Insomma, lui per primo non aveva intenzione di impegnarsi seriamente con qualcuna, suvvia dopotutto non era il tipo in grado di gestire una ragazza gelosa, riempire una persona d'attenzioni e, soprattutto, sarebbe stato difficile giustificare quelle notti in cui era assente a causa della luna piena. Al momento ancora non sapeva bene come affrontare la questione, tuttavia prima o poi avrebbe dedicato alla questione l'attenzione che meritava.
    Se da una parte non voleva una fidanzata, dall'altra l'adolescenza procedeva col suo corso e un ragazzo di sedici anni faceva non poca difficoltà a contenere gli ormoni. Alle avventure di una sola notte non diceva mai di no e proprio per questa ragione aveva parecchio piacere nell'accompagnare l'amico durante le sue uscite.
    Questa volta sarà davvero diversa? A dir il vero Erik non sapeva bene che tipo di ragazza sperasse di incontrare. Di certo non una snob e superficiale, insomma Erik tendeva ad essere amico di tutti e gli sarebbe dispiaciuto scoprire una persona che tendeva ad escludere il prossimo.
    Tra ragazzi si parlava senza pudore e, perché no, spesso e volentieri si puntava a migliorare la propria immagine da maschio alpha. Fu esattamente ciò che stavano facendo i due giovani, ignari di esser ascoltati anche da orecchie indiscrete. Lo so, amico, tu vuoi ciò che vogliamo tutti. Sono d'accordo, se anche le ragazze pensassero a divertirsi vivremo tutti in un mondo più semplice.
    Fu però durante la sua frase successiva che Chocy decise di intromettersi nella conversazione, cominciando ad elogiare l'amore incondizionato. Corrugò lievemente la fronte e rivolse lo sguardo in direzione dell'amico che tentò di difendere in qualche modo la loro posizione.
    Padroncino, la sincerità è sicuramente una qualità lodevole, ma la galanteria lo è altrettanto. Chocy pensa che qualunque ragazza voglia essere corteggiata e incontrare qualcuno in grado di farle battere il cuore come nessun altro. Però Chocy non è antiquata, Chocy capisce cosa i padroncini intendano dire e rispetta chi vuole ehm, divertirsi. Fu allora che un gigantesco sorriso si stampò sulle labbra dell'elfa che osservava con i suoi grandi occhioni Josh. Dopo il matrimonio.
    Non è antiquata, è preistorica! Pssst, Chocy, se mi fai avere la lattuga convinco Josh a far sesso dopo il matrimonio. Ovviamente il compagno di stanza poté udire quelle parole.
    S-se-sess-no, Chocy non può ripetere tale parola. Padroncini, perdonate l'invadenza, ma Chocy ha un'idea! Che ne dite di frequentare un corso di cavalleria? Sono certa che così farete colpo su tutti i vostri amichetti. Era un stupida, inutile, stravagante e pessima idea. Ehm, Chocy, credo che a Josh piacerebbe un sacco. Io, invece, devo, ehm, studiare!

    Parlato - Pensato - Narrato | Scheda PG
    by Tele
     
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  10. Joshua B. Evans
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    Il ragazzo dagli occhi azzurri si ritrovò a stringersi tra le spalle alle parole dell'amico, come se sperare che le ragazze acquisissero un po' di senno su un argomento tanto delicato fosse del tutto vano.
    L'intervento dell'elfa fu propiziatorio per una seria di motivi: Josh non aveva più intenzione di mangiare o di permettere a Erik di farlo, avrebbe preferito invece andare in un posto un po' meno affollato per discutere dei dettagli dell'uscita a quattro e l'intervento di Chocy permise al ragazzo di prendere la palla al balzo per andarsene; inoltre, i consigli di una donna -per quanto appartenesse a un'altra specie- potevano sempre tornare utili.
    Galanteria, sincerità, non si poteva avere mica tutto nella vita! Motivo per cui, non appena la creaturina confessò loro di capirli con un gran sorriso sulle labbra sottili, il giovane Ametrin sorrise a sua volta e si alzò, facendosi forza con la braccia sulla superficie del tavolo, afferrando poi una rondella di zucchina e portandosela alla bocca.
    Gli parve parecchio strano che un elfo potesse essere tanto aperto mentalmente, ma Josh non conosceva così bene quelle creature e si limitò a pensare che probabilmente si divertissero più degli esseri umani sotto le lenzuola logore.

    Però, Chocy, wow! Mi sorprendi, dico dav...

    Non riuscì a terminare la frase poiché la conclusione dell'elfa lo lasciò senza parole e... con la rondella di zucchina di traverso.
    Iniziò a tossire e a battersi il pugno sul petto, rischiando di soffocare solo perché Chocy aveva deciso che, per fare del sesso, Josh avrebbe dovuto sposarsi. Ma dov'era finito d'improvviso, nell'Inghilterra dell'800?
    Riuscì a mandare giù il boccone e prese dei profondi respiri, guardando prima l'amico e poi l'elfa.
    Le donne.

    E' un po' troppo tardi, non credi?

    Disse con tono velenoso, rivolgendo a Erik un'occhiata di fuoco.
    Si rimise in sesto, indossò nuovamente il cappellino e si indirizzò verso l'ingresso delle cucine con lo zaino sulla spalla. Una volta sulla soglia, voltò il capo verso sinistra, lanciando un'occhiata divertita all'elfa e strizzandole l'occhio.

    Io non devo fare colpo proprio su nessuno, sono gli altri che faticano a stupirmi.
    Buona giornata, Chocy.


    Poi fece cenno a Erik di seguirlo: avevano qualcosa da definire.

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    © psìche
     
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9 replies since 12/3/2019, 20:30   219 views
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