Votes taken by Riptide

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    EvelynnRowen
    25 | medimaga | animagus | ex corvonero | London
    Adesso capiva percentuale Aaron l’avesse messa tanto in guardia dal fratello. Di certo Blake non era un cattivo ragazzo, era solo chiuso - anche troppo, in realtà - e si approcciava alla vita in maniera…complicata.
    -Si? Quindi pensi sia la stessa cosa rimanere attaccati ad un nome piuttosto che ad una persona fisica? Non cambia proprio niente?
    Il tono con cui aveva parlato di certo non spaventava la ragazza. Era normale, non si aspettava di certo che si aprisse con lei dopo un minuto e mezzo che la conosceva. Sorrise comunque al ragazzo, considerato che per lei era parecchio difficile trattenere il lato estroverso del suo carattere.
    -Non ne sarei così sicuro. Ho conosciuto gente trilioni di volte più antipatica di te e comunque in qualche modo ci parlo. Troviamo i punti in comune con le persone che ci circondano, capisci? - decise che magari scucire qualcosa sulla sua vita lo avrebbe messo più a suo agio - il marito della mia migliore amica, ad esempio. Lui è un coglioncello senza palle - si portò una mano alla bocca - ops. Non che ti scandalizzi, ma non dovrei qui in ospedale…eppure, siamo amici in un qualche senso. Non chiedermi qual’è il suo colore preferito, ma è un Animagus anche lui, e ci divertiamo a parlare di quello.
    Spostò il discorso nuovamente su di lui, precisamente sull’occhio nero. Sollevò un sopracciglio alla spiegazione del ragazzo, e mosse la bacchetta prima ancora che finisse di parlare, curandolo e applicando un unguento lenitivo che si assorbì in pochi istanti.
    -Ecco fatto. Dimmi un po’, perchè hai fatto una rissa con qualcuno? - decise di alzare leggermente la posta - è per una ragazza? Hai davvero bisogno di menare qualcuno per guadagnarti una ragazza?
    Era quasi sicura che Blake non avesse preso a pugni qualcuno per una cosa così banale, ma allo stesso tempo sentiva come se il ragazzo avesse bisogno di una valvola di sfogo. Magari, se si alterava un pochino, si sarebbe anche sfogato, e di certo se le urlava contro non era un problema, considerato che era una parte del suo lavoro. Incrociò gli occhi con quelli di lui, attendendo risposta.
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    Evelynn
    Rowen
    25 | medimaga | animals | ex corvonero | London
    -No, Delia, non ho intenzione di venire con te e Dominic - un sospiro, mentre ascoltava la risposta della migliore amica - Andiamo, ma seriamente? Vi siete appena sposati, Merlino, non potete già volere qualcuno tra i piedi! Fatevi questa vacanza e divertitevi, io di certo non morirò di solitudine…
    La ragazza era ferma fuori l’ingresso del paiolo magico, dove avrebbe dovuto incontrarsi con Delia qualche minuto prima. L’amica l’aveva chiamata poco prima, per avvisarla del ritardo, e avevano continuato a parlare senza un motivo preciso.
    -Andiamo, Delia, non puoi prendertela per una cosa del genere! - si passò una mano tra i capelli, frustrata dalla testardaggine della ragazza - senti, vieni qui, e quando arrivi ne parliamo di persona, ok? Ti aspetto.
    Passarono cinque minuti di totale apatia, in cui si domandava cosa avesse spinto l’amica ad insistere così tanto sull’argomento. Insomma, lei e il ragazzo - anzi, marito, ormai - erano la definizione perfetta di novelli sposi: sempre insieme, sempre amorevoli, sempre…pucci pucci. Certe volte non li sopportava, ma sapeva benissimo che era una vena di invidia a parlare per lei. Era tanto che non trovava qualcuno con cui condividere la sua vita, qualcuno da coccolare e da chiamare amore e tutte quelle cose carine e-
    I suoi pensieri, o meglio elucubrazioni mentali, furono interrotte quando una mano le si posò sul braccio, facendola sobbalzare.
    -Lynn! Ti ho chiamato ma non rispondevi…stai bene? È una delle tue crisi?
    Scosse la testa, rassicurando l’amica.
    -Sto bene, Dede, ero solo soprappensiero.
    Entrarono nel piccolo pub e si presero da bere, per poi cominciare a sfoltire la situazione. Gli occhi di Eve. Erano sempre più spalancati, man mano che l’amica le raccontava cosa stesse succedendo. Aveva notato qualche settimana prima Dominic cambiare atteggiamento, diventare un po’ più distaccato.
    -Non può essere semplicemente finito il periodo da “appena sposati?” Insomma ormai sono parecchi mesi, è durato anche troppo, no? - domandò Eve, cercando di capire il perché l’amica fosse tanto preoccupata.
    -Si è iscritto ad un corso di Yoga, Lynn. Babbano! Si mette certe calzamaglie orrende e… - si allungò, sussurrando all’amica - aveva un biglietto da visita in tasca, con un bacio stampato con il rossetto sopra. Rossetto arancio, Lynn! Quando mai mi hai visto con addosso una schifezza del genere?
    Li era quasi scoppiata a ridere, constatando che effettivamente se c’era qualcosa di sicuro era che Delia non avrebbe mai e poi mai usato un rossetto simile. Quello però apriva altre possibilità, e non erano per nulla rosee. Nessuna di loro.
    -Quindi pensi…pensi che ti stia tradendo?! - sospirò, passandosi una mano sugli occhi - comunque non è un motivo valido per volermi in mezzo a questa vacanza. Devi parlargli e devi farlo senza nessuno tra i piedi. Quando tornerai io sarò qui per qualsiasi cosa.
    Venti minuti dopo era per strada, dopo aver salutato l’amica e averle promesso di scriverle presto, e camminava alla cieca, senza davvero guardare cosa aveva sotto i piedi. Dominic e Delia erano da sempre la coppia perfetta, per lei. Si erano amati da quando si erano conosciuti, ad Hogwarts, e erano sempre stati bellissimi insieme. Che lui potesse fare qualcosa del genere…che lui potesse far soffrire la sua amica così la mandava in bestia. Naturalmente, tuttavia, la vita non apprezzava moltissimo chi andava avanti senza dar peso alle cose che lo circondavano, come stava palesemente facendo Evelynn in quel momento. Così, mentre andava avanti tra i suoi pensieri, non si accorse del dislivello sul lastricato della via e inciampò. Spalancando gli occhi, lanciò un piccolo gridolino acuto, cadendo inesorabilmente in avanti.
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    Edited by Evelynn Rowen - 28/1/2022, 13:05
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    EvelynnRowen
    25 | medimaga | animals | ex corvonero | London
    Per Evelynn ogni persona aveva un modo diverso di approcciare alla terapia. C’erano quelli che venivano da lei e raccontavano qualsiasi cosa passasse loro per la mente, quelli che venivano e le prime sedute le passavano in completo silenzio e infine…quelli come Blake. La ragazza di certo non si reputava un illustre dottore o una psicologa formidabile, ma aveva la sua buona dose di esperienza nel capire le persone, e Blake - per quanto fosse una persona complicata - presentava tutti i comportamenti di una persona lasciata a combattere per troppo tempo con i suoi demoni, da solo. Sospirò, alzandosi dalla sedia dove stava poltrendo e cominciando a sistemare, fermandosi solo per leggere il messaggio di Aaron. Sorrise, infilando il telefono in tasca, e cominciò ad attendere l’arrivo del ragazzo.
    Poco dopo, Blake entrò, ben vestito e di sicuro pronto a metterla in difficoltà. Eve non si scompose, anzi sorrise e alzò le spalle.
    -Be’, ognuno ha punti deboli, meglio averli per un nome e per un colore di capelli che per qualcos’altro o qualcun’altro, giusto?
    Annuì alla richiesta del ragazzo, alzandosi e riempiendogli un bicchiere di acqua fresca, posandolo di fronte a lui.
    -Già, alcolici super proibiti. Magari, se mi diventi simpatico… - fece un piccolo occhiolino, sorridendogli e prendendo in mano la sua cartella clinica. Sfogliò un po’ le pagine, facendo attenzione a dettagli generali ma non mettendosi a spulciarla con estrema attenzione. Insomma, era solo la prima seduta no?
    -Possiamo benissimo darci del tu, Blake, e io sto bene, tralasciando dolori generali dati dalla mia pessima postura a lavoro. - occhieggiò gli occhiali che aveva ancora calati sugli occhi, alzando leggermente il sopracciglio.
    -Sai, non è proprio una giornata luminosa…e quegli occhiali non sono abbastanza grandi per coprirti anche il lato della faccia.
    Si sistemò sulla poltrona, levandosi le scarpe e incrociando le gambe sotto di se, per poi afferrare la bacchetta e incantare il foglio e la penna che erano sistemati sul tavolo, lasciandoli li e non portandoseli vicino. Utilizzava sempre quella tecnica, perché odiava quando gli psicologhi ti cominciavano a scrivere in faccia e sembrava come se non ti ascoltassero. Lei voleva far capire a Blake che era li per aiutarlo, per ascoltarlo, e soprattutto per farlo sentire a suo agio e fargli superare qualsiasi problema si stesse trovando ad ascoltare.
    -Ti va di parlarmene? E sopratutto, se vuoi posso curarti senza problemi, a meno che non lo consideri un qualche tipo di monito e abbia bisogno di lasciarlo sul viso per ricordartelo.
    Posò la schiena contro la poltrona, guardando il ragazzo e aspettando che prendesse parola.
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    · medimaga · 25 · ex corvonero · animagus

    L
    ’essersi fiondata in studio di Aaron Barnes senza neanche bussare stava diventando sempre di più una benedizione. Aveva passato così tanto tempo a sperare da sola, a cercare qualcosa che non pensava neanche più esistesse senza qualcun’altra che le desse una mano, che ora le sembrava quasi impossibile che Aaron se ne stesse preoccupando. Rise di gusto alle parole di lui, immaginandoselo alla stessa maniera e piegando la testa verso destra portò la destra sul mento, pensierosa.
    -No, tu con l’occhialetto a mezzaluna e la barba sembri più un ottantenne. Ti fanno proprio vecchio non farteli mai!
    Continuò a ridacchiare, contenta di averlo fatto ridere - certo, non che fosse stata del tutto colpa sua ovvio - e mettendosi un po’ più a suo agio, incrociando le caviglie. Il sorriso le si spense poco dopo, ascolando il ragazzo parlare di suo padre. Corrucciò leggermente le sopracciglia, annuendo gravemente.
    -Immagino che inferno possa essere stato…- ascoltò anche la seconda affermazione, giocando distrattamente con un anello che aveva sul medio della mano sinistra - avrei preferito anche io, ma mia madre ha sempre avuto bisogno di sfogarsi con qualcuno, e raccontarmi delle cattiverie di quell’uomo sembrava essere l’unica. - fece le spallucce - quindi in realtà lo conosco non conoscendolo.
    Sistemò meglio il collo, per permettere ad Aaron di esaminare la cicatrice, rabbrividendo appena al contatto delle sue dita fredde con la pelle sensibile del collo, per poi sorridere e annuire convinta.
    -Sarebbe magnifico, davvero! Spero davvero tu ci riesca, sarebbe davvero un sogno…
    Sorrise all’occhiolino del ragazzo, arrossendo leggermente di rimando (“Merlino benedetto, Eve, ma ti pare?!”) per poi sganciare la bomba e fargli capire di essere una corvonero come lui. Lo vide sgranare gli occhi e quasi rise, per poi passarsi una mano tra i capelli e guardarlo da sotto le ciglia, senza malizia nel gesto.
    -Be’, meno male…rimanere una dodicenne sarebbe stato orribile! - sorrise, facendo dondolare leggermente le gambe e arrossendo leggermente per poi ridacchiare - direi che siamo cresciuti entrambi!




    Evelynn Mia Rowen


    PARLATO - PENSATO - NARRATO - ASCOLTATO
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    · medimaga · 25 · ex corvonero · animagus

    E
    velynn stava sfogliando la sua agenda con uno sguardo annoiato. Non era stata una giornata produttiva, ne tanto meno con qualche avvenimento importante, e sperava che il pomeriggio portasse qualcosa da fare. Delia l’aveva chiamata quella mattina per dirle che stava andando dai futuri suoceri per un paio di giorni, nello Staffordshire, per parlare con la madre di Derek delle decisioni che aveva preso riguardo il matrimonio, e così lei era rimasta senza nulla da fare e con un pomeriggio di lavoro davanti. Sospirò e si alzò dalla poltroncina, sistemandosi i capelli alla bell’e meglio e preparando lo studio per il prossimo paziente. Sistemò i cuscini del divano, aprì appena la finestra per far cambiare un po’ l’aria e accese qualche candela senza profumo, giusto perché lei adorava il modo in cui la fiammella facesse sentire il calore dello studio. Alzò lo sguardo a controllare l’orologio, e si rese conto che mancavano solo venti minuti all’appuntamento. Prese l’agenda e controllò il nome. “Blake Barnes…” si fece pensierosa per un attimo “ma è il fratello di Aaron!”.
    Sorrise a se stessa, per poi afferrare il magifonino e mandare un messaggio all’uomo in questione: “Sta per arrivare tuo fratello per una seduta. Giuro di non strapazzarlo troppo”, per poi sedersi sulla sua poltroncina e posarsi una mano sulla ferita. Aaron la stava aiutando ancora tantissimo con la ricerca sulla sua ferita, ed era stato davvero gentilissimo dal primo giorno in cui era piombata nel suo studio. Non poteva che cercare di ricambiare il favore. Cercò di riportare alla mente tutte le cose che sapeva della loro famiglia - ossia veramente poco - per poi alzare le spalle. Sarebbe stato Blake a parlare, se lo avesse voluto. Si mosse, sedendosi più comoda, e cominciò a giocare con il cellulare, scorrendo Instagram. Allo scricchiolio della porta, alzò gli occhi.
    -Ciao! Tu devi essere Blake…io sono Evelynn. - gli sorrise, come sempre, come con tutti - vieni, accomodati. Vuoi qualcosa da bere? [




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    · medimaga · 25 · ex corvonero · animagus

    A
    l sorrisino di Charles Eve rise di gusto, apprezzando come seppur dolorante per le ferite il ragazzo sembrasse rilassato. Tutto però sembrò rallentare e il sorriso di Charles sparì, così come quello di Eve. Si rendeva conto della difficoltà della situazione, si rendeva conto che poteva essere un argomento decisamente delicato per il ragazzo. Annuì al lasciapassare del ragazzo, non rispondendo al sorriso semplicemente perché era già tornata ad impugnare la bacchetta con cipiglio concentrato. Non fece in tempo a finire l’ultimo taglio che Charles si era già riappropriato della maglia e l’aveva rindossata con una fretta quasi innaturale. Eve sorrise al ringraziamento del ragazzo, frustrata dal non aver potuto fare di più, e si sciolse i capelli. Si sciolse i capelli e scrisse qualche parola su un foglietto, allungandoglielo.
    -Allora, innanzitutto di nulla, ci mancherebbe - sorrise - qui ho scritto un medicinale in caso il dolore alla spalla diventasse troppo acuto, è una pozione per il dolore leggermente più forte.
    Aspettò che il ragazzo prendesse il foglietto, per poi seguirne lo sguardo sull’orologio della stanza. Sgranò gli occhi e si piantò una mano sulla fronte.
    -Dannazione, anche io non avevo minimamente notato l’ora…. - si fece due calcoli - Delia sarà già uscita…e non ho neanche avanzi… - guardò il ragazzo in piedi davanti a lei, sorridendo. Certo, non era proprio una cosa da tutti i gironi invitare un semi sconosciuto a cena insieme, ma oltre al fatto che si fidava dell’uomo (due, era un auror) non gli andava proprio di tronare in quella casetta piccola e vuota che affacciava sul…niente. La sua migliore amica sicuramente era in giro con il futuro sposo, non le andava di cucinare…insomma, no.
    -Ok, non prendermi per totalmente pazza, ma c’è un ristorante italiano ad un paio di isolati che fa un ottima pizza. Ti va di venire a cena? - portò le mani avanti - Non so se ti è familiare ma sono nella situazione “niente nel frigo e amici non reperibili”!
Mentre parlava ripose le sue cose nella borsa e si tolse il camice, rimanendo con una camicetta rosa cipria, sistemandosela. Dopotutto avrebbe dovuto staccare poco prima, quindi poteva benissimo anche cominciare ad uscire. Indicò la porta al ragazzo, tenendola aperta per lui, per poi seguirlo fuori, attendendo una risposta, sperando che Charles non la vedesse come altro.




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    · medimaga · 25 · ex corvonero · animagus

    L
    a simpatia innata di Thomas la stava mettendo a suo agio senza tante cerimonie, facendola sorridere anche se sembrava non fare altro da quando lui era entrato in stanza.
    -E se poi prendi freddo e ti ammali? No, meglio tenerla addosso la maglia, almeno mentre siamo a pranzo! - arrossì di botto e si girò di lato per non farlo vedere al ragazzo, considerando quello che aveva appena implicato - per sbaglio, ovviamente - con le sue parole. Si diede della stupida un paio di volte, continuando a curarlo dandosi schiaffi mentali ogni trenta secondi. Non tanto perchè pensava che Thomas fosse un brutto ragazzo, ne tantomeno per la questione dell’età - alla fine erano solo un paio d’anni - ma era proprio il fatto di aver detto una cosa tanto stupida e allo stesso tempo scomoda che la faceva imbarazzare. Sospirò e sorrise alla proposta del ragazzo, decidendo come ultimo impulso di lasciargli il suo numero. Insomma, alla fine era una cosa innocentissima ed era sicura che si sarebbe divertita.
    -Si, tecnicamente! Praticamente possiamo fare anche un altro giorno, se preferisci! - sorrise sincera e annuì con fare d’importanza, ovviamente del tutto scherzosa - assolutamente sì! La medimaga di fiducia non lo sopporta, lo squallore! - fece sventolare una mano davanti al viso - no, scherzo, anche un kebab andrebbe bene per me. E no, non ho un ragazzo. - si portò la mano destra sull’incavo del gomito sinistro, sorridendo - tu?
    Si dedicò poi alla dettatura del suo numero di telefono, scrutandolo mentre se ne stava sdraiato lì, sorridendo per la piccola battuta, a cui aveva risposto con un “ah no, non sia mai!” e una risata. Scosse la testa, le sopracciglia corrucciate in segno di confusione.
    -Nah, è una maglietta…sicuro ne hai altre più carine!



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    · medimaga · 25 · ex corvonero · animagus

    G
    li occhi della medimaga crearono delle piccole mezzelune, al sorriso che aveva sulle labbra. Che bello sarebbe stato, per lei, avere un parabatai…Annuì ad Aaron, ancora sorridendo.
    -Wow, sembrate davvero legati…deve essere bellissimo!
    Si ritrovò a ridacchiare alla seguente affermazione dell’uomo, trovandosi completamente d’accordo con essa. Annuì e gli sorrise, promettendogli che l’avrebbe fatto.
    -Anche io non amo quando mi chiamano dottoressa - spiegò - a 25 anni mi fa sembrare di averne 40! Ma non preoccuparti per le aspettative, so per certo che sei un ottimo medimago!
    Si mise perciò a raccontare tutta la storia, provando man mano che parlava sempre più tristezza per quello che era stata la sua maledizione personale. Lei non sapeva neanche che faccia avesse, quell’uomo che doveva chiamare padre perché non aveva neanche un nome, eppure si ritrovava marchiata a vita dalla sua cattiveria, dal suo essere un uomo orribile. Sorrise triste all’uomo che aveva di fronte.
    -Già, sembra proprio di si. Padre scostante o padre incazzato?
    Gli chiese, e considerato quanto lui sapeva ormai del suo, di pare, non si sentì neanche in soggezione nel chiederlo. Allungò la mano, grata per l’intruglio che vedeva agitarsi nell’ampolla, e lo tenne tra le mani tipo piccolo tesoro. Avrebbe aspettato fino a che il dolore non fosse tornato per berla, così da essere sicura di avere il pieno effetto. Ringraziò con un sorriso e annuì, scostandosi i capelli dal collo e piegandolo, dando ad Aaron il pieno accesso. Ascoltò il discorso dell’uomo con affetto crescente, capiva benissimo perché Annie ci tenesse tanto. Si ritrovò a sorridere senza volerlo.
    -Grazie, anche solo per aver voluto controllare. Spero davvero che una cura esista, ma se è così io non so proprio dove cercarla. - pensò un attimo alla risposta da potergli dare, soppesando i vari periodi della sua vita - di solito lo stress non aiuta, e ricordo bene le volte in cui mi ha fatto male quando ero tipo euforica, perché mi ha rovinato abbastanza momenti. - alzò le spalle, attenta a non far cadere capelli davanti la cicatrice - però in realtà penso sia molto random come cosa.
    Sempre con il collo piegato si trovò a guardare Aaron negli occhi, sorridendo malandrina.
    -L’ho conosciuta nel posto in cui ho conosciuto anche te, compagno corvonero! - ridacchiò - eri due anni avanti a me, perciò è normale che non ti ricordi di me…



    Evelynn Mia Rowen


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    Edited by Evelynn Rowen - 26/10/2021, 12:42
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    · medimaga · 25 · ex corvonero · animagus

    G
    li occhi della medimaga si spalancarono per la sorpresa all’affermazione del rosso sotto le sue mani. Lo guardò in faccia con gli occhi ancora aperti all’inverosimile, per poi farsi salire una piccola risata alle labbra e lasciarla uscire.
    -Hai fatto cosa?! - chiese incredula - e sei ancora vivo per raccontarlo, a quanto vedo. - scosse la testa - voi auror comunque avete quel gusto nel flirtare con la morte che vi caratterizza tutti. Incredibile.
    Le mani strette intorno la bacchetta, si ritrovò a sorridere all’affermazione di Charles, concentrandosi subito dopo per rimuovere la piccola pallina di ferro dal suo corpo. Lo fasciò con cura, dopo il dittamo, e strinse leggermente di più alle parole del ragazzo. Se non fosse stato fermo, almeno che le bende facessero il doppio del lavoro e tenessero la ferita ben fasciata. Scosse la testa, emettendo quello che poteva essere considerato un sospiro sconfitto.
    -Merlino, almeno cerca di non infilarti in situazioni mortali giusto per il gusto di contraddire il medico, ok?
    Sentì l’irrigidimento del ragazzo prima ancora di vederlo, e si rattristò al comprendere quanto fosse poco confortevole per lui che qualcuno vedesse quelle cicatrici. Si ritrasse leggermente - qualche centimetro al massimo - al tono del ragazzo, per poi annuire senza parlare, visto che non si fidava della sua voce in quel momento, e si avvicinò leggermente alla schiena sorridendo alle scuse di lui.
    -N..no ti preoccupare. Mi dispiace ti dia così fastidio la situazione, prometto che sarò velocissima, non le sentirai nemmeno le mie mani.
    Sicura della promessa appena fatta, controllò taglio per taglio, scorgendo una cicatrice mescolata tra questi. Sembrava…un morso?
    “Povero” si trovò a pensare “Deve essere orribile”
    Stava per sfiorarla quando si rese conto che non era del tutto giusto che lo facesse, però si dedicò ai tagli freschi. Mosse la bacchetta accanto ad uno di essi, castando un incanto per eliminare eventuali infezioni per poi formularne uno per rimarginare la ferita. Lentamente, come se i lembi di pelle si tirassero da soli, il primo taglio si avvicinò ma non si curò del tutto, come Eve aveva previsto. Ci lasciò sopra qualche goccia di dittamo, e lo guardò sfrigolare.
    -Ok, sembra funzionare. Non del tutto, essendo ferite inerte da artigli maledetti, come saprai - si portò di fronte a lui per un attimo, gli occhi concentrati e ogni traccia di tristezza sparita da essi - se da troppo fastidio posso anestetizzare leggermente anche la schiena, altrimenti continuo così.


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    · medimaga · 25 · ex corvonero · animagus

    R
    ise tranquilla, cercando di non farsi scuotere troppo per non sbagliare con le mani, per poi scuotere la testa.
    -Eh no eh! Non ci provare! Puoi vedermi in tanti modi, senza che ti sfasci ogni volta, sai?
    Annuì leggermente alla seconda affermazione del ragazzo, per poi sorridere apertamente. Si vedeva davvero che Tom adorava fare l’auror, da come gli si illuminavano gli occhi al solo nominare il mestiere.
    -Mh…probabilmente l’ho sentito, si, ma non coi ho mai parlato, sai?
    Le mani leggere di Evelynn trovarono il punto dolorante con facilità, e stava seriamente cominciando a pensare di dover far riposare il ragazzo quando questo con gli occhioni da cucciolo la pregò di non dargli riposo. Sospirò, un po’ affranta, poi impugnò la bacchetta e la puntò sulle costole.
    -Epismendo! - tastò leggermente entrambe le parti, trovandole migliorate rispetto a prima - ecco, dovresti essere a posto così. Purtroppo ti dovrò fasciare - ripuntò la bacchetta sulle costole e sussurrò un ferula, mettendoci più forza così da avere bende strette - e ti chiedo di non fare movimenti troppo bruschi. Che ne pensi, una buona alternativa?
    Gli sorrise, ringraziandolo con lo sguardo, per poi allungare le mani a prendere la busta di ghiaccio che aveva ancora tra le mani. La prese, la lanciò e la fece evanescente con un colpo di bachetta, divertendosi con decisamente poco. Richiamò una maglia pulita, semplice cotone bianco, e la lanciò al ragazzo sorridendo.
    -Non sarebbe una cattiva idea, e tu mi sembri piuttosto vivo. - si guardò il polso, controllando l’ora - stacco tra un ora!
    Si allontanò dal lettino, portandosi una mano a sciogliere i capelli e l'altra a prendere la penna posata sulla scrivania. Scrisse sul blocco note e staccò il foglio, porgendolo al ragazzo.
    -Qui trovi un farmaco in caso ti dovesse far male qualcosa in maniera insopportabile, e poco sotto...il mio numero.

    Evelynn Mia Rowen


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    · medimaga · 25 · ex corvonero · animagus

    N
    on avrebbe mai e poi mai pensato di poter fare una figura così barbina con qualcuno di appena conosciuto. Insomma, era una persona particolarmente sarcastica se ci si metteva, e effettivamente se non era al massimo capitava pure che inciampava sul niente, ma da li a farsi guardare come un fenomeno da circo non ci era mai e poi mai arrivata. Con lo sguardo pieno di scuse non dette, e ancora un po’ rossa dalla vergogna, notò un sgabello nel locale e ci fece accomodare l’amica, intimandole di starsene li ferma.
    -Ti giuro che se ti alzi ti faccio sposare con un bouquet fatto di cicoria e broccoletti. - si girò verso l’uomo, sorridendo imbarazzata - se ha davvero qualcosa per queste situazioni sarebbe un toccasana. Anche una per me, per cortesia. - alzò le spalle mentre si riavvicinava al bancone, barcollando leggermente e spostandosi i capelli dal viso - non sono decisamente andata come lei, ma un po’ più di lucidità non guarsterebbe per niente!
    Si appoggiò al bancone con le mani, non di certo per mantenere l’equilibrio eh, nono, perché sperava così di...no vabbè effettivamente non aveva equilibrio per nulla e quindi appoggiarsi al bancone era l’unica soluzione.
    -Innanzitutto, per favore, dammi del tu. Mi chiamo Evelynn, e per quanto la sposa sia fuori di testa e non penso le interessi, si chiama Delia. - gli sorrise, leggermente più rilassata e continuò con gli occhi che brillavano - secondo, devo farti i complimenti per il negozio, davvero. È davvero una meraviglia!
    Sempre sorridendo poi si portò una mano tra i capelli, scostandoli dalla spalla e lasciando che le cadessero sulla schiena, e guardò il bancone in cerca di un catalogo, che però non trovò.
    -Uhm…allora, io so come vorrebbe il bouquet, solo che è difficile da spiegare. Ha per caso carta e penna? Posso farle un disegno dell’abbozzo di composizione insieme ai fiori!
    Evelynn Mia Rowen


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    · medimaga · 25 · ex corvonero · animagus

    E
    sere abituata alla curiosità altrui era un must, se volevi essere amica di Delia. Per questo ad Eve non importava molto delle domande che le venivano poste dai pazienti, anzi trovava carino il loro interessamento. Rispose mentre la pezza faceva il suo lavoro.
    -Ero in quello dei lungodegenti. Sai, tipo incantesimi andati male in maniera permanente.
    Thomas sembra davvero un ragazzo simpatico, pensò, è un peccato che si ritrovi qui maciullato….
    Lo guardò sottecchi, mentre enunciava il suo amore per la sorella e il curioso fatto che avessero lo stesso nome, e sorrise.
    -Sono contenta ti senta così…scommetto che tu sei straordinario quanto lei! - SI piegò un po’ in avanti, scrutando il sopracciglio da dove pensava si stesse raggrumando del sangue - e dimmi, ti piace fare l’auror?
    Ridacchiò divertita dall’uscita del ragazzo e alzò le spalle mentre trafficava con il braccio di lui, per poi sospirare e trovarsi d’accordo con la sua successiva affermazione.
    -A chi lo dici…sono contenta di essere venuta qui al pronto, ma certi giorni mi stancano talmente tanto che vorrei non esserci!
    Far evanescente le magliette ai pazienti era una delle parti che Eve preferiva, e non di certo perché così poteva avere i pazienti semi-nudi davanti a lei (anche perché diciamocelo, le volte in cui i pazienti erano in forma come Thomas erano davvero poche), ma perché poteva vedere l’attaccamento che la gente aveva ad un pezzo di stoffa. Sembrava si dimenticassero i principi della magia - se lo faccio scomparire posso farlo ricomparire - e alcuni la pregavano di non usare la bacchetta ma di aspettare che se la levassero a mano. Certo, signore, si lei pure la maglia manualmente con le mani incollate insieme da un incantesimo di adesione. Prego. Faccia pure.
    -Ah no, io e Ariel siamo completamente differenti, mi dispiace deluderti!
    Non notò il sorriso di Tom, perché era decisamente concentrata nel tastare lentamente le sue costole. Sobbalzò al gemito di dolore del ragazzo, ritirando leggermente le mani e guardandolo con un sorriso di scuse in faccia si sedette sul lettino accanto a lui, allungando una mano a toccare le costole dell’altra parte.
    -Scusami! Non intendevo farti così male…Il fatto che faccia così male non è mai un buon indicatore, ma fammi vedere di qua, e potrò darti un analisi più accurata.
    Portò le mani a metà cassa toracica del ragazzo, leggera, per poi spingere leggermente all’altezza della costola che gli doleva dall’altra parte.
    Evelynn Mia Rowen


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    · medimaga · 25 · ex corvonero · animagus

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    velynn, con il lavoro che faceva, era abituata ad essere pronta a tutto. In effetti ne aveva viste delle belle nell’anno in cui era stata lì, ma era la prima volta che vedeva qualcuno dire di aver preso un proiettile con una calma e una tranquillità simile. Certo, l’uomo sembrava provare dolore, ma non di certo tanto quanto Eve si sarebbe aspettata! Osservò il ragazzo torcersi e mostrarle la schiena, e trattenne un gemito di dolore alla vista dei tagli. Annuì comprensiva, capendo il disagio dell’uomo, e si avvicinò posandogli delicatamente le dita sulla spalla per poter controllare meglio la ferita. Effettivamente non c’era un doppio foro, e le sopracciglia di Eve si corrucciarono. Avrebbe dovuto tirarlo fuori, e per quanto l’operazione fosse semplice - un semplice accio sarebbe bastato, vista la posizione e la profondità del foro - il dolore sarebbe stato poco gentile con Charles.
    -Il proiettile è ancora lì, temo. Dovrò farlo uscire, e posso promettere che farà un male cane, anche con l’incantesimo anestetico. - Sorrise di sbieco, sperando che non fosse una persona permalosa o che se la prendesse per poco, e azzardò - o meglio un male lupo, considerato le ferite sulla schiena.
    Prese la bacchetta e la puntò sulla ferita, enunciando “gratta e netta” e guardando come la sporcizia spariva. Lo castò un altra volta, per essere del tutto sicura che avesse pulito per bene, e si girò a guardare negli occhi il ragazzo.
    -Allora, sto per farlo.
    Anestetizzò la ferita, per il poco che serviva, e si concentrò sul proiettile di cui intravedeva la sfumatura argentea.
    -Accio!
    La piccola pallina scivolò fuori dalla carne, e Eve la prese al volo con le mani, posandola poi in una piccola ciotola li vicino. Posò sul foro qualche goccia di dittamo e guardò la ferita chiudersi con morbosa felicità, sorridendo poi a Charles.
    -Ok, questa è fatta. Mi raccomando, la spalla a riposo almeno per le prossime 24 ore. - spostò la testa di lato - non te ne chiedo di più perché non so per quale motivo sento che non lo faresti. Ferula!
    Sorridendogli, mentre le bende magiche si mettevano a posto, traslò leggermente di lato, cercando di avere la schiena nella visuale migliore. Si portò due dita al mento, sapendo benissimo di non poter farsi bastare il dittamo per quelle.
    -Ti da fastidio se ti tocco la schiena?
    Evelynn Mia Rowen


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    E
    ve sorrise al ringraziamento del ragazzo, rispondendogli con un “di nulla” sussurrato per cercare di non disturbarlo. Ascoltò con attenzione le parole di Thomas, per poi ridacchiare mentre pensava a pulirgli bene il viso.
    -Sono decisamente d’accordo con te. Lavoro qui da un anno circa, ma mi hanno spostato da poco in questo reparto. Se vuoi, comunque, puoi chiamarmi Evelynn.
    Spostando la pezza si scusò con uno sguardo dispiaciuto - non che il ragazzo potesse vederlo, certo - e si spostò sul braccio, evocando un po’ di ghiaccio e poggiandolo nel frattempo sull’occhio pesto, prendendogli la mano sana e portandola sull’impacco.
    -Tieni questo così, mh? Scusami se ti faccio male, non me ne volere ma meglio la pezza per iniziare, poi il gratta e netta farà il suo lavoro.
    Annuì e rise al racconto della rissa, scuotendo la testa alla solarità del ragazzo. Sembrava che niente potesse scalfirlo, neanche una costola rotta e un braccio maciullato, per non parlare della tempia…Lasciando andare il braccio di Thomas prese la bacchetta, e con un gratta e netta finì il lavoro di pulizia, ritenendosi soddisfatta. Lanciò un paio di incantesimi per chiudere le ferite sul braccio, e prese la bottiglietta di dittamo per evitare che rimanessero cicatrici in quelle più larghe. Arrossì furiosamente alle parole del ragazzo, ridacchiando e sperando che non se ne accorgesse.
    -Be’, le sirene hanno una bellissima voce ma sono brutte…se fossi come loro? Grazie, comunque. Si può dire decisamente lo stesso di te. - si allontanò da lui e scrutò con occhio critico la maglietta ormai rovinata - spero tu non tenga troppo a questa maglia… - la fece evanescente con un colpo di bacchetta e posò le mani sul torace del ragazzo, sperando di non farlo sobbalzare dal cambio di temperatura, e tastò lentamente la parte lesa.
    -Ok, qui sicuramente la costola non va bene. Non sono sicura di… - spinse leggermente più i alto - qui ti fa male?
    Evelynn Mia Rowen


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    · medimaga · 25 · ex corvonero ·

    E
    ssenzialmente, per come Eve vedeva le cose, i preparativi del matrimonio erano quasi ultimati. Poteva finalmente tirare un sospiro di sollievo, sotto quel punto di vista, visto e considerato che ora avrebbe solo dovuto preoccuparsi di indossare l’abito da damigella e sorridere. Sul fronte lavoro, tuttavia, le cose erano tutt’altro che tranquille. La gente quel periodo sembrava totalmente impazzita, e arrivava al San Mungo con ferite e incantesimi sbagliati di ogni tipo. Aveva appena curato un signore con un brutto problema di starnuti infuocati, e posando qualche goccia di dittamo sulla coscia di una signora il cui incantesimo levitante sui cartelli da cucina era andato male. Una vera e propria pazzia, senza dubbio. Si pulì le mani sul camice, sorridendo alla signora e rassicurandola sul fatto che non sarebbero rimaste cicatrici, per poi uscire dalla stanza e salire in ascensore diretta al sesto piano, per prendersi un qualcosa di caldo per rilassarsi un pochino. Neanche a dirlo, al sesto piano non ci arrivò mai. Mentre cercava di scendere dall’ascensore, Wendy la fermò e la respinse leggermente dentro, premendo il tasto per il piano terra.
    -Dottoressa mi scusi tantissimo ma c’è un ragazzo di sotto, l’ho portato direttamente nel suo studio perchè è conciato malino…
    Annuendo alle parole della signora Eve si rassegnò a non dover far pausa, quel giorno.
    Salutata poi Wendy dopo essere arrivate al piano, si avviò verso il suo studio, aprendo la porta le natante e osservando il ragazzo sdraiato sul lettino. Spalancò gli occhi e si legò i capelli velocità supersonica, avvicinandosi a lui e vastando qualche incantesimo diagnostico nel mentre. Posò una mano sul lettino, e sorrise al ragazzo.
    -Salve. Sono la dottoressa Rowen, mi occuperò io di te.
    Portò una mano ad accarezzare l’occhio del ragazzo, per poi prendere una pezza bagnata e cominciare a pulirlo lentamente.
    -Come ti chiami? Poi, potresti dirmi come ti sei fatto queste ferite?
    Di certo non era niente di incurabile, ma Eve voleva essere sicura al 100% prima di mettere le mani sul ragazzo e magari fargli peggio. Notò il sangue che gli colava dalla tempia e si affrettò a pulire anche quello. Di certo, non era al meglio della forma.
    Evelynn Mia Rowen


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