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.EvelynnRowen25 | medimaga | animagus | ex corvonero | LondonAdesso capiva percentuale Aaron l’avesse messa tanto in guardia dal fratello. Di certo Blake non era un cattivo ragazzo, era solo chiuso - anche troppo, in realtà - e si approcciava alla vita in maniera…complicata.
-Si? Quindi pensi sia la stessa cosa rimanere attaccati ad un nome piuttosto che ad una persona fisica? Non cambia proprio niente?
Il tono con cui aveva parlato di certo non spaventava la ragazza. Era normale, non si aspettava di certo che si aprisse con lei dopo un minuto e mezzo che la conosceva. Sorrise comunque al ragazzo, considerato che per lei era parecchio difficile trattenere il lato estroverso del suo carattere.
-Non ne sarei così sicuro. Ho conosciuto gente trilioni di volte più antipatica di te e comunque in qualche modo ci parlo. Troviamo i punti in comune con le persone che ci circondano, capisci? - decise che magari scucire qualcosa sulla sua vita lo avrebbe messo più a suo agio - il marito della mia migliore amica, ad esempio. Lui è un coglioncello senza palle - si portò una mano alla bocca - ops. Non che ti scandalizzi, ma non dovrei qui in ospedale…eppure, siamo amici in un qualche senso. Non chiedermi qual’è il suo colore preferito, ma è un Animagus anche lui, e ci divertiamo a parlare di quello.
Spostò il discorso nuovamente su di lui, precisamente sull’occhio nero. Sollevò un sopracciglio alla spiegazione del ragazzo, e mosse la bacchetta prima ancora che finisse di parlare, curandolo e applicando un unguento lenitivo che si assorbì in pochi istanti.
-Ecco fatto. Dimmi un po’, perchè hai fatto una rissa con qualcuno? - decise di alzare leggermente la posta - è per una ragazza? Hai davvero bisogno di menare qualcuno per guadagnarti una ragazza?
Era quasi sicura che Blake non avesse preso a pugni qualcuno per una cosa così banale, ma allo stesso tempo sentiva come se il ragazzo avesse bisogno di una valvola di sfogo. Magari, se si alterava un pochino, si sarebbe anche sfogato, e di certo se le urlava contro non era un problema, considerato che era una parte del suo lavoro. Incrociò gli occhi con quelli di lui, attendendo risposta. -
.Evelynn
Rowen25 | medimaga | animals | ex corvonero | London-No, Delia, non ho intenzione di venire con te e Dominic - un sospiro, mentre ascoltava la risposta della migliore amica - Andiamo, ma seriamente? Vi siete appena sposati, Merlino, non potete già volere qualcuno tra i piedi! Fatevi questa vacanza e divertitevi, io di certo non morirò di solitudine…
La ragazza era ferma fuori l’ingresso del paiolo magico, dove avrebbe dovuto incontrarsi con Delia qualche minuto prima. L’amica l’aveva chiamata poco prima, per avvisarla del ritardo, e avevano continuato a parlare senza un motivo preciso.
-Andiamo, Delia, non puoi prendertela per una cosa del genere! - si passò una mano tra i capelli, frustrata dalla testardaggine della ragazza - senti, vieni qui, e quando arrivi ne parliamo di persona, ok? Ti aspetto.
Passarono cinque minuti di totale apatia, in cui si domandava cosa avesse spinto l’amica ad insistere così tanto sull’argomento. Insomma, lei e il ragazzo - anzi, marito, ormai - erano la definizione perfetta di novelli sposi: sempre insieme, sempre amorevoli, sempre…pucci pucci. Certe volte non li sopportava, ma sapeva benissimo che era una vena di invidia a parlare per lei. Era tanto che non trovava qualcuno con cui condividere la sua vita, qualcuno da coccolare e da chiamare amore e tutte quelle cose carine e-
I suoi pensieri, o meglio elucubrazioni mentali, furono interrotte quando una mano le si posò sul braccio, facendola sobbalzare.
-Lynn! Ti ho chiamato ma non rispondevi…stai bene? È una delle tue crisi?
Scosse la testa, rassicurando l’amica.
-Sto bene, Dede, ero solo soprappensiero.
Entrarono nel piccolo pub e si presero da bere, per poi cominciare a sfoltire la situazione. Gli occhi di Eve. Erano sempre più spalancati, man mano che l’amica le raccontava cosa stesse succedendo. Aveva notato qualche settimana prima Dominic cambiare atteggiamento, diventare un po’ più distaccato.
-Non può essere semplicemente finito il periodo da “appena sposati?” Insomma ormai sono parecchi mesi, è durato anche troppo, no? - domandò Eve, cercando di capire il perché l’amica fosse tanto preoccupata.
-Si è iscritto ad un corso di Yoga, Lynn. Babbano! Si mette certe calzamaglie orrende e… - si allungò, sussurrando all’amica - aveva un biglietto da visita in tasca, con un bacio stampato con il rossetto sopra. Rossetto arancio, Lynn! Quando mai mi hai visto con addosso una schifezza del genere?
Li era quasi scoppiata a ridere, constatando che effettivamente se c’era qualcosa di sicuro era che Delia non avrebbe mai e poi mai usato un rossetto simile. Quello però apriva altre possibilità, e non erano per nulla rosee. Nessuna di loro.
-Quindi pensi…pensi che ti stia tradendo?! - sospirò, passandosi una mano sugli occhi - comunque non è un motivo valido per volermi in mezzo a questa vacanza. Devi parlargli e devi farlo senza nessuno tra i piedi. Quando tornerai io sarò qui per qualsiasi cosa.
Venti minuti dopo era per strada, dopo aver salutato l’amica e averle promesso di scriverle presto, e camminava alla cieca, senza davvero guardare cosa aveva sotto i piedi. Dominic e Delia erano da sempre la coppia perfetta, per lei. Si erano amati da quando si erano conosciuti, ad Hogwarts, e erano sempre stati bellissimi insieme. Che lui potesse fare qualcosa del genere…che lui potesse far soffrire la sua amica così la mandava in bestia. Naturalmente, tuttavia, la vita non apprezzava moltissimo chi andava avanti senza dar peso alle cose che lo circondavano, come stava palesemente facendo Evelynn in quel momento. Così, mentre andava avanti tra i suoi pensieri, non si accorse del dislivello sul lastricato della via e inciampò. Spalancando gli occhi, lanciò un piccolo gridolino acuto, cadendo inesorabilmente in avanti.
Edited by Evelynn Rowen - 28/1/2022, 13:05 -
.EvelynnRowen25 | medimaga | animals | ex corvonero | LondonPer Evelynn ogni persona aveva un modo diverso di approcciare alla terapia. C’erano quelli che venivano da lei e raccontavano qualsiasi cosa passasse loro per la mente, quelli che venivano e le prime sedute le passavano in completo silenzio e infine…quelli come Blake. La ragazza di certo non si reputava un illustre dottore o una psicologa formidabile, ma aveva la sua buona dose di esperienza nel capire le persone, e Blake - per quanto fosse una persona complicata - presentava tutti i comportamenti di una persona lasciata a combattere per troppo tempo con i suoi demoni, da solo. Sospirò, alzandosi dalla sedia dove stava poltrendo e cominciando a sistemare, fermandosi solo per leggere il messaggio di Aaron. Sorrise, infilando il telefono in tasca, e cominciò ad attendere l’arrivo del ragazzo.
Poco dopo, Blake entrò, ben vestito e di sicuro pronto a metterla in difficoltà. Eve non si scompose, anzi sorrise e alzò le spalle.
-Be’, ognuno ha punti deboli, meglio averli per un nome e per un colore di capelli che per qualcos’altro o qualcun’altro, giusto?
Annuì alla richiesta del ragazzo, alzandosi e riempiendogli un bicchiere di acqua fresca, posandolo di fronte a lui.
-Già, alcolici super proibiti. Magari, se mi diventi simpatico… - fece un piccolo occhiolino, sorridendogli e prendendo in mano la sua cartella clinica. Sfogliò un po’ le pagine, facendo attenzione a dettagli generali ma non mettendosi a spulciarla con estrema attenzione. Insomma, era solo la prima seduta no?
-Possiamo benissimo darci del tu, Blake, e io sto bene, tralasciando dolori generali dati dalla mia pessima postura a lavoro. - occhieggiò gli occhiali che aveva ancora calati sugli occhi, alzando leggermente il sopracciglio.
-Sai, non è proprio una giornata luminosa…e quegli occhiali non sono abbastanza grandi per coprirti anche il lato della faccia.
Si sistemò sulla poltrona, levandosi le scarpe e incrociando le gambe sotto di se, per poi afferrare la bacchetta e incantare il foglio e la penna che erano sistemati sul tavolo, lasciandoli li e non portandoseli vicino. Utilizzava sempre quella tecnica, perché odiava quando gli psicologhi ti cominciavano a scrivere in faccia e sembrava come se non ti ascoltassero. Lei voleva far capire a Blake che era li per aiutarlo, per ascoltarlo, e soprattutto per farlo sentire a suo agio e fargli superare qualsiasi problema si stesse trovando ad ascoltare.
-Ti va di parlarmene? E sopratutto, se vuoi posso curarti senza problemi, a meno che non lo consideri un qualche tipo di monito e abbia bisogno di lasciarlo sul viso per ricordartelo.
Posò la schiena contro la poltrona, guardando il ragazzo e aspettando che prendesse parola. -
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Edited by Evelynn Rowen - 26/10/2021, 12:42 -
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