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    Elisabetta Law
    Dioptase - 16 anni
    Un cespuglio di capelli passeggiava fra i viali in pietra di un giardino così grande come Elisabetta non ne aveva mai visti. Sua infatti la capigliatura a fungo e anche lo stupore per le piante di ogni tipo e colore che catturavano il suo sguardo.
    La ragazza dell'ordine di Malta era già passata per di là, ma non aveva mai avuto tempo di apprezzarne per intero la bellezza; tra gli studi per eccellere come studentessa e le visite al villaggio alla ricerca di informazioni utili per la sua missione segreta i suoi piedi non avevano mai decelerato abbastanza per farle godere appieno i colori, i profumi e i segreti di quel posto così magico; ma quel giorno aveva deciso di unire l'utile al dilettevole.
    Aveva passato la mattinata a passeggiare per l'immenso giardino, si era sgranocchiata un panino su una delle innumerevoli panchine e poi i suoi passi l'avevano portata al cortile di pietra; lì avrebbe studiato di certo, infatti, si era portata dietro il libro apposta per godere allo stesso tempo di studio, vista e aria aperta.
    Poche ore prima, quando aveva lasciato il castello per la sua passeggiata, aveva adocchiato una panchina nello specifico, quasi prenotandola, ma, purtroppo, non c'erano numeri da estrarre, come dal salumiere al supermercato, o pulsanti da schiacciare per prenotare un posto, come al parcheggio comunale; non vi era modo di tenere riservata una panchina del cortile di pietra.
    -Chi va all'osto per il posto-
    Elisabetta sbuffo nel vedere qualcuno occupare proprio il punto che si era riservata come luogo di studio personale, ma, nel alzarsi gli occhiali con l'indice, notò meglio chi fosse la ragazzina e cosa tenesse in mano.
    Infatti, riconobbe in un attimo l'Ametrina che le aveva sorriso a Pozioni. Era anche lei del primo anno, ma non ne conosceva il nome e poi, aveva, fra le gambe incrociate, lo stesso libro che Elisabetta stessa doveva studiare.
    La ragazzina di Malta, così, si schiarì la voce, deglutì e cercò di vincere la propria timidezza.
    -Ciao! Posso?- con la mano libera dallo zaino indicò la parte sgombra della panchina e solo se l'altra l'avrebbe fatta accomodare, Elisabetta avrebbe cercato di scucire un sorriso e di allungare la mano sudata. -Ci siamo viste a lezione di Pozioni, io sono Elisabetta.-
    Con la sua missione e gli studi da portare avanti avrebbe davvero avuto il tempo per cercare di fare amicizia?
    -Bhè se creo dei contatti, ho la possibilità di recuperare meglio informazioni del castello e dell'isola-

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  2. .
    Elisabetta Law
    Dioptase - 16 anni
    La montatura scura fu sistemata con la delicatezza di un indice -Ok, alla fine mi ha risposto.- Un sorriso un po' malizioso le tinse le labbra -anche se non sembra sapere che le acque del lago siano salmastre-
    «Oh andiamo, questa l'ha sicuramente letta da qualche parte.»
    -Certo che l'ho letta da qualche parte! Tu cosa usi per studiare?- Come per il ragazzo che aveva cercato di schernirla anche lei non era riuscita a trattenersi e al guardarlo con più attenzione sbuffò -a guardarti immagino belle ragazze e aria aperta. Impegnati di più e poi vedrai che le mie risposte non ti faranno più guaire per l' invidia.-
    Un sorriso un po' impacciato fu invece dedicato all'Ametrina che l'aveva guardata con fare ammirato, con tanto di incitazione polliciosa.
    Poi però giunse il tempo dell'esercitazione pratica ed Elisabetta si rimboccò le maniche.
    Come prima cosa raggiunse i rubinetti -750 ml precisi precisi- che con un attenzione da calcolatore aritmetico furono raccolti nella caraffa graduata per poi essere portati la banco e versati nel piccolo calderone che venne acceso con una stoccata della bacchetta -fiamma, m..media, si! Media.-
    Preparò quindi il tagliere a cui affiancò il coltello più adatto a tagliare con precisione -Si, ecco. Devo essere veloce-Come aveva detto la professoressa, infatti, con i tentacoli di purvincolo la rapidità era tutta. Quindi, dopo aver preparato gli strumenti adatti alla loro lavorazione, prese la vaschetta in dotazione, raggiunse il barattolo contenente quei cosini rosa e dopo aver dedicato un timido sorriso alla professoressa, afferrò la pinza e con estrema delicatezza prese a tastare vari tentacoli saggiandone la gommosità. Alla fine prese i più rosa ed elastici, li pose nella vaschetta e prima di tornare con essa alla sua postazione, usò una casseruola per raccogliere un po' del liquido in cui i tentacoli erano in salamoia.
    -Veniamo a noi cosetti!-
    Era davanti al suo banco e con un piccolo righello misurò 1,5cm. Una volta interiorizzata al meglio quella dimensione, sfruttò la sua mano ferma per tagliare tutti i 4 tentacoli. In poco tempo, anche grazie alla preparazione preventiva, aveva finito quella fase e buttò i dadini ottenuti dentro il calderone.
    -Ok Betta, ora con calma.-
    Il cucchiaio di legno iniziò a girare 4 volte in senso antiorario, nel modo che continuava ad essere ripetuto dalla mente della ragazzina come un mantra -Calma e tranquillità, clama e tranuillità.-
    Un altro passaggio era stato fatto, quindi aggiunse acqua sufficiente a far raggiungere alla soluzione la tacchetta del litro, indicata dentro il calderone. Quindi avviò il timer del proprio orologio analogico su cui aveva già predisposto un periodo di tempo ben preciso -15 minuti-
    Fatto ciò indossò le protezioni che aveva dato loro la prof in precedenza, guanti, occhiali e grambiule, per poi avvicinarsi al bubotubero. La prof aveva usato delle pinze, Elisabbetta preferì essere più leggera, in modo tale da indispettire di meno la pianta. -Ciao bella- Accarezzò la parte della pianta che sarebbe andata a spremere, per poi alitarci anche sopra, in modo tale da riscaldare un po' quella zona e rilassarla -Mi serve il tuo aiuto. Qualche goccia del tuo succo-
    Detto così, posizionò il becker al di sotto della protuberanza e iniziò a stringerla piano, con delicatezza, cercando di non forzarla troppo e avrebbe continuato finché non avrebbe raccolto l'equivalente in centilitri di 5 grammi di di pus di bubotubero.
    Mise da parte il contenitore di vetro, si tolse tutte le protezioni, afferrò dal proprio banco un coltello pulito, specializzato nel taglio di piante e verdure, e affrontò anche la pianta di aloe, tagliandone una foglia. Tornata al proprio banco ne estrasse il gel aiutandosi con la lama appena utilizzata e ne pesò 10 grammi che inserì in un altro contenitore, mettendo, invece, da parte la quantità sovrabbondante.
    -Bene, ora tocca alle sanguisughe- un piccolo brivido si arrampicò lungo la spina dorsale, ma venne ricacciato subito indietro -ho affrontato cose ben peggiori.- Prese quindi un altro barattolino di vetro e delle pinze che poi, raggiunta la vasca delle sanguisughe, fece immergere nell'acqua. Prenderle non era difficile, erano attaccate alla parete, fu più complesso resistere allo schifo che ispirava il contorcersi nell'aria di quei cosi gelatinosi e viscidi.
    Ad ogni modo, ne aveva catturato due esemplari grassocci, li aveva posti nel barattolo e portati al banco, quando la sveglia suonò.
    -Bene- un sorriso le si dipinse sul volto -sta andando tutto come previsto-
    Prese quindi la prima sanguisuga e la buttò nel calderone bollente, poi, con un colpo di bacchetta ordinò al mestolo di mescolare piano per 5 minuti in senso orario e mise il timer affinché l'avvisasse al termine del tempo prestabilito. Poi, quando fu l'ora, aggiunse l'altra e incantò di nuovo il mestolo, stavolta affinché mescolasse in senso antiorario, sempre per 5 minuti.
    Quando la sveglia suonò ancora e Elisabetta tirò fuori il mestolo, la soluzione era già mutata verso una tinta arancione ed emanava un puzzo che fece storcere le narici alla ragazza. -Fortuna che sarà solo momentaneo-
    Fu quindi aggiunto il pus, venne impostato il timer sui 7 minuti e nel frattempo, Elisabetta, prese la provetta e, servendosi di un imbuto dalle giuste dimensioni, la riempì di 1/3 con la salamoia, precedentemente conservata, in cui erano stati fatti riposare i tentacoli di purvincolo.
    Suonato il timer, invece, la ragazzina aggiunse il gel di aloe vera al composto che bolliva nel calderone e, per 6 volte, mescolò con forza in senso orario, poi, prese la bacchetta ancora una volta e la passò sopra la sostanza 3 volte, con un moto circolare, cercando di trasferirci il proprio potenziale magico.
    Se tutto fosse andato come previsto la colorazione e il profumo della sostanza sarebbe cambiato. In ogni caso Elisabetta spense il fuoco, prese una piccola casseruola, un imbuto e la fiala, precedentemente preparata con la salamoia di murtlap, per riempire i restanti 2/3 con il composto appena ottenuto.
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    Betta è seduta al banco b8 e interagisce con Thomas, Aibileen e poi prepara l'essenza.
  3. .
    Elisabetta Law
    Dioptase - 16 anni
    Un cespuglio di capelli saltellava come un matto fra gli echi dei sotterranei del castello
    -Ma... ma...!-
    Niente, non riusciva nemmeno a trovare l'imprecazione giusta per l'occasione e quindi continuò semplicemente a scuotere la testa.
    -Come posso ingannare e vincere i Denrisiani se non riesco nemmeno a vincere le mie ossessioni!? Tirò un calcio all'aria, ma poi scosse di nuovo la testa e riprese la corsa verso l'aula -Non c'è più tempo-
    Era ormai nella casata dei Dioptase da quasi 7 mesi, ma ogni giorno che passava pensava che più che essere finita fra i sapienti del castello, lo snaso dorato l'avesse catapulta in mezzo ad una manica di pecoroni senza il minimo senso dell'onore.
    Rebecca Wright, la sua compagna di stanza, aveva scoperto le manie di Elisabetta, così, quando lei andava in bagno, Rebecca apriva tutti i cassetti della camera e mentre la riccioluta si impegnava a sistemare la stanza, Rebecca era già in sala comune a sparlare di lei e a farsi aiutare da qualche altra pecorella. A fare cosa? A rovinare la perfetta simmetria della stanza.
    Hidenstone sembrava un inferno in terra, ma ciò era dovuto soprattutto a Elisabetta stessa. La ferita che si era autoinflitta lasciando Oliviette, doveva ancora rimarginarsi e come anestetizzante aveva usato lo studio e la sua missione.
    Quando Elisabetta non era in biblioteca, passeggiava per Denrise o visitava il villagio per studiare la conformazione del territorio e le usanze di quella gente rozza e incivile. -Non puoi estorcere informazioni a qualcuno se prima non lo conosci bene.-
    Continuava a ripetersi quella frase come una litania, ma intanto diventava sempre più sola, più esclusa, più presa di mira. Molti avevano cominciato a chiamarla Strambetta -E come dar loro torto?-
    D'altronde era in ritardo proprio perché non riusciva a resistere alla tentazione di chiudere dei cassetti lasciati aperti e a quella di sistemare una perfetta simmetria corrotta dall'uomo.
    -Buongiorno professoressa e mi scusi per il ritardo.-
    Elisabetta si era lisciata la divisa quanto più possibile prima di entrare, ma qualche ciuffo era ancora spettinato.
    -Proprio alla mia materia preferita dovevo fare sta figuraccia-
    La ragazzina dell'ordine di Malta prese posto nel banco vuoto più vicino alla professoressa e al banco di lavoro, ma nel passare vicino ai compagni mantenne sempre il mento ben in alto, senza degnarli nemmeno di uno sguardo o un saluto. Come se, dimostrando l'orgoglio che le aveva insegnato il padre, potesse compensare in qualche modo al proprio ritardo.
    Davanti a lei sedeva un ragazzino elegante con i colori della sua stessa casata, come d'altronde quello che le stava accanto, che era tutto pelle e ossa, ma con dei bei occhi, mentre, dietro di lei c'era un Opale dai capelli incerati.
    Le erano tutti familiari, condividendo il biennio, ma non aveva mai parlato con nessuno di essi.
    -Dunque, per pura fortuna la O'Neill deve ancora fiatare, ma che faremo?-
    Gli occhi nocciola sondarono come uno scanner tutta l'aula illuminata dalla solita luce illusoria delle finestre magiche e notarono l'enorme pianta di aloe, le sanguisughe, il bubotubero e i tentacoli di purvincolo.
    -Oddio, davvero?-
    Una ragazza dall'altra parte dell'aula pose la domanda chiave alla docente e la mente di Elisabetta aggiunse ciò che quella dell'opalina sembrava aver silenziosamente sottointeso... -Ancora?-
    Quella pozione era argomento dei primi anni di Hogwarts e loro, se fossero rimasti nelle mura inglesi, sarebbero stati al sesto. -Vabbe', almeno avremo degli strumenti di prim'ordine per lavorare-
    Le dita poco più spesse di una matita iniziarono a ordinare in perfetta simmetria pinze, coltelli, provette, contenitori, tagliere e il piccolo calderone; c'erano infatti delle piccole imperfezioni nella combinazione che formavano sul tavolo.
    Poi arrivò una curiosità improvvisa al cervellino sempre all'opera.
    Alzò la mano e se le fosse stata data la parola avrebbe fatto la sua domanda -Professoressa, ma i tentacoli di Purvincolo li ha recuperati lei al lago?-
    Betta, infatti, aveva sentito che sulle coste del lago di Vaan ci fossero dei Murltap, ma per quanto li cercasse non li aveva ancora trovati e se non ce ne fossero stati sarebbe stato un vero peccato. -Non potrei recuperare gli ingredienti da me-

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    Betta si siede al banco b8, arriva un pelino in ritardo, si scusa con la professoressa e le fa una domanda su dove avesse recuperato i tentacoli di purvincolo
  4. .
    CITAZIONE
    MA OH COME OSI NON NOMINARE I MIEI ANIME PREFERITI TSK

    Sono sicuramente dentro quel mio "e vabbè tanti altri", di prima <3

    CITAZIONE
    Quale news? Esci il titolooo
    Comunque lo so, colpa mia XD Ho 300000000 banner pronti ma ho troppo pochissimo tempo e quando riesco a stare al pc, ruolo e mi scordo del resto ùù Maaa comunque sono felix che ti abbia attirato *^* Oggi ne pubblico una in tuo onore, dai (?)

    Ammetto di non esser stata attirata dalle news in sé, a cui credo tu debba lavorarci un pò, ma dai banner.
    Il primo di cui mi sono innamorata è stato quello della lezione di rune e poi scendendo ho amato anche gli altri <3
    A e se non ce la fai proponi agli altri staffer di fare a turno o di postare per te quando non ce la fai no? In presentazione staff ho visto che siete tanti. Mi sembra controproducente focalizzare tutto su una persona quando quella ha difficoltà di tempo no? <3

    Ahahhaa nemmeno un giorno è sto già dimostrando quanto io sia simpatica :alienff:

    Per la casata vedremo, ma ammetto di sentirmi abbastanza Black Opale :b:

    Per il resto GRAZIE A TUTTI! se AVRO' DUBBI APPROFITTERO' DELLA VOSTRA GENTILEZZA <3

    E Antonio non starti a preoccupare e guardali, fidati ne varrà la pena. Trigun e Captain Harlock sono molto vecchi, ma Hellsing Ultimate è una bomba di adrenalina vampiresca, mentre Vinland è uscito l'anno scorso e sono vichinghi che fanno cose :]
4 replies since 8/4/2021
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