Perché alcuni incantesimi assomigliano a degli scioglilingua?

Elisabetta&Aibileen

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    Aibileen Beatrix
    Ametrin | 16 anni


    Quale posto migliore, per studiare all'aperto, che il Cortile di Pietra? La giovane Ametrin aveva sentito dire da qualche compagno che, lì, le capacità magiche di ognuno si ritrovavano potenziate, quindi, sembrava davvero il luogo esterno ideale per ripassare qualche incantesimo!
    La ragazza appartenente al gruppo di studenti che, durante le lezioni, indossava l'uniforme dei giallo-viola, per quel pomeriggio, aveva indossato una gonna verde muschio, che le arrivava fino a poco al di sopra del ginocchio, ed aveva infilato al suo interno, dal di sopra, la parte inferiore della camicia di un verde più scuro che portava. Le sue due ballerine sportive nere ai piedi, la sedicenne australiana stava bighellonando per il cortile, di pietra, appunto, alla ricerca di una panchina libera ed abbastanza appartata.
    Una leggera giacca di jeans blu scuro la proteggeva dal vento primaverile che, dispettoso de imprevedibile com'era, poteva arrivare in qualsiasi momento!
    Quando trovò una postazione di suo gradimento, Aibileen sorrise, sedendosi sulla panchina prescelta a gambe incrociate, e poggiando accanto a sé la sua borsa a tracolla delle lezioni, prima di tirare fuori dalla stessa il suo libro d'Incantesimi, decisa a sforzarsi di migliorare in quelli la cui pronuncia la metteva ancora in difficoltà, in particolare quando si trovava davanti ad altre persone, per via della sua rinomata timidezza!
    Fece uno sbuffo un po' strano per cercare di togliersi alcune ciocche di capelli che le erano appena finite sul volto, per infine afferrare una matita dalla borsa per farsi un improvvisatissimo chignon che, però, le venne anche abbastanza bene!
    Più a suo agio, tornò a concentrarsi sul suo libro d'Incantesimi, alla ricerca del primo incanto a cui si sarebbe dedicata.

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    Elisabetta Law
    Dioptase - 16 anni
    Un cespuglio di capelli passeggiava fra i viali in pietra di un giardino così grande come Elisabetta non ne aveva mai visti. Sua infatti la capigliatura a fungo e anche lo stupore per le piante di ogni tipo e colore che catturavano il suo sguardo.
    La ragazza dell'ordine di Malta era già passata per di là, ma non aveva mai avuto tempo di apprezzarne per intero la bellezza; tra gli studi per eccellere come studentessa e le visite al villaggio alla ricerca di informazioni utili per la sua missione segreta i suoi piedi non avevano mai decelerato abbastanza per farle godere appieno i colori, i profumi e i segreti di quel posto così magico; ma quel giorno aveva deciso di unire l'utile al dilettevole.
    Aveva passato la mattinata a passeggiare per l'immenso giardino, si era sgranocchiata un panino su una delle innumerevoli panchine e poi i suoi passi l'avevano portata al cortile di pietra; lì avrebbe studiato di certo, infatti, si era portata dietro il libro apposta per godere allo stesso tempo di studio, vista e aria aperta.
    Poche ore prima, quando aveva lasciato il castello per la sua passeggiata, aveva adocchiato una panchina nello specifico, quasi prenotandola, ma, purtroppo, non c'erano numeri da estrarre, come dal salumiere al supermercato, o pulsanti da schiacciare per prenotare un posto, come al parcheggio comunale; non vi era modo di tenere riservata una panchina del cortile di pietra.
    -Chi va all'osto per il posto-
    Elisabetta sbuffo nel vedere qualcuno occupare proprio il punto che si era riservata come luogo di studio personale, ma, nel alzarsi gli occhiali con l'indice, notò meglio chi fosse la ragazzina e cosa tenesse in mano.
    Infatti, riconobbe in un attimo l'Ametrina che le aveva sorriso a Pozioni. Era anche lei del primo anno, ma non ne conosceva il nome e poi, aveva, fra le gambe incrociate, lo stesso libro che Elisabetta stessa doveva studiare.
    La ragazzina di Malta, così, si schiarì la voce, deglutì e cercò di vincere la propria timidezza.
    -Ciao! Posso?- con la mano libera dallo zaino indicò la parte sgombra della panchina e solo se l'altra l'avrebbe fatta accomodare, Elisabetta avrebbe cercato di scucire un sorriso e di allungare la mano sudata. -Ci siamo viste a lezione di Pozioni, io sono Elisabetta.-
    Con la sua missione e gli studi da portare avanti avrebbe davvero avuto il tempo per cercare di fare amicizia?
    -Bhè se creo dei contatti, ho la possibilità di recuperare meglio informazioni del castello e dell'isola-

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    Aibileen Beatrix
    Ametrin | 16 anni


    Aibileen aveva appena preso dalla sua borsa a tracolla una scatolina chiusa a chiave, e dopo aver mosso la bacchetta in maniera orizzontale, da destra verso sinistra, per un paio di volte, si accinse a concentrarsi sulla pronuncia corretta dell'incanto.

    << C.. Cinstem Aperio! >>

    … Anche no, Aibileen.

    << Cistenm Ap.. Cappero, non era così! Uffa! >>

    … Decisamente no. Non era così.

    << Cisternaperio! >>

    “... Si tratta di aprire una scatolina, o di riempire una cisterna? Così, per essere messa al corrente.”

    … E che diamine.

    << Cistem.. Ah! >>

    “… Se il tuo intento era quello di far scappare la nuova venuta, direi che sei sulla buona strada. Ci sono anzi buone probabilità che tu abbia pure appena preso una scorciatoia!”
    La ragazza appartenente al gruppo di studenti che, durante le lezioni, indossava l'uniforme dei giallo-viola, non ebbe difficoltà a riconoscere la compagna coetanea che, invece, apparteneva al gruppo di studenti che, nelle giornate di lezione, portava la divisa dei blu-neri.

    << E.. Elisabetta! Ciao! >>

    La salutò con un sorriso amichevole ed alla mano, ricordando il numero incalcolabile d'interventi precisi, intelligenti ed incredibilmente interessanti che propinava loro ogni giorno.
    L'aveva sempre vista abbastanza in disparte, e le aveva spesso dato l'impressione di essere una ragazza schiva, però, anche più di Amelia Farley... Il che era tutto dire!
    Persino lei, che era timida ed introversa, era riuscita a superare lo scoglio delle sue maggiori insicurezze, con la maggior parte dei suoi compagni, piano, piano!

    “... Magari non le piace socializzare.”

    Non tardò ad autorispondersi, indicando la parte vuota della panchina con un delicato cenno della mano.

    << S.. Siediti pure! >>

    Esordì, sempre mantenendo il suo sorriso, contenta di avere finalmente l'occasione di conoscere meglio, forse, quella compagna di corso che, dalle lezioni che condividevano insieme tutti i giorni, le sembrava così colta e sveglia!

    << I.. Io sono Aibileen! >>

    Si presentò infatti, non essendo per nulla sicura che l'altra si ricordasse del suo nome.

    << S.. Sei venuta anche tu qui per studiare? C.. Che cosa ti piacerebbe ripassare? >>

    Chiese gentilmente, dando per scontato che ormai, se di studio effettivamente si trattava, avrebbero studiato insieme. Così, le due passarono il resto del tempo a ripassare Incantesimi, fino a quando non arrivò per loro il momento di riunirsi, in Sala Grande, con i rispettivi concasata.

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    Edited by Aibileen Beatrix - 5/8/2021, 10:53
     
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