Votes given by Harry Wood

  1. .
    Numero di partecipanti: indifferente!
    Sezione in cui aprire: Dove volete
    Info aggiuntive: Adulti sarebbe meglio, non l'ho mai mosso quindi devo capire bene come farlo di conseguenza niente di troppo impegnativo!
  2. .
    CASSEDY (CASSANDRA) HARTMANN
    Non si vive per accontentare gli altri! Davvero? Non lo avevo capito!
    30.07.2006, BERLINO - 16 ANNI - AMETRIN
    Non era un animale da festa e non era una di quelle ragazze che cercavano attenzioni dai ragazzi. Si era sempre sentita fuori luogo in quelle occasioni e non aveva mai provato neanche ad essere la più carina del suo gruppo, la più gentile o altro. Aveva sempre cercato di passare inosservata e si era sempre sentita in difetto se qualcuno guardava lei invece che le sue amiche. Non si sentiva bella, non si sentiva magra e non si sentiva appetibile. Lei era una ragazzina brutta e sicuramente qualcuno non all'altezza delle varie aspettative. Sorrise ancora prima di accettare l'invito con lui e cominciare a ballare non troppo lontano da lui. Cassedy, purtroppo, non aveva davvero un carattere così spiccato e comunque non sapeva dire di no alle persone, quindi era sicuramente più facile ingannarla ed essere sempre completamente fuori luogo e fuori contesto per lei. Si muoveva in maniera leggermente goffa, no, non era brava, ma tutto quello che implicava mettere in mostra il suo corpo, per lei era impossibile e soprattutto difficile. Con quel complesso che aveva, con la bulimia che non faceva altro che fare capolino era impossibile andare veramente avanti. No, io sono tedesca. Sono nata in Germania! Infatti il mio cognome è proprio tipico di li! Rispose fiera delle sue origini. Sorrise ancora mentre muoveva sinuosa i suoi capelli, le piaceva da morire ballare, nonostante si sentisse a disagio, ma forse l'alcool e quel ragazzo così spontaneo stavano dando i loro frutti. Quando lui disse che era bella, Cassedy si stava per strozzare, per fortuna che la musica era alta, le luci erano psichedeliche e che tutto quello che lei esprimeva con la sua espressione non era visibile. Non disse niente, continuò semplicemente a ballare! A quell'ennesimo complimento gli venne da scuotere il capo, si avvicinò al suo orecchio per farsi sentire. Allora vuol dire che non hai mai visto veramente una ragazza ballare, oppure sei troppo ubriaco e non riesci a valutare come si deve!Ridacchiò e poi si allontanò leggermente da lui. Si stava divertendo. Tu invece sei di qui?Chiese curiosa.
    do it for the aesthetic -- ms. atelophobia
  3. .
    CASSEDY (CASSANDRA) HARTMANN
    Non si vive per accontentare gli altri! Davvero? Non lo avevo capito!
    30.07.2006, BERLINO - 16 ANNI - AMETRIN
    il ragazzo che la riprese aveva un sorriso veramente, ma veramente straordinario. Arrossì appena per quello che successe e poi si strinse nelle spalle. No, non mi sono fatta niente!Grazie... tu invece?Come si poteva esser fatto male se era seduto ancora sullo sgabello e soprattutto era stata lei a cadere come una sciocca? Si sentiva osservata e non si sentiva a suo agio con quegli abiti addosso, ma il suo personaggio, quella sera, era sicuramente un altro e non aveva nessuna intenzione di rovinare la serata alle sue amiche con quelche suo piagnisteo. Sorrise appena ancora al ragazzo e poi sentì la canzone e ridacchiò. Era una delle sue preferite a dire il vero! Quindi le venne spontaneo muoversi un pò per ballare. Quando lui la invitò al suo tavolo Cassedy non fece altro che sgranare gli occhi. Lei non riceveva mai quegli inviti, lei era sempre il piano b di tutti, e quando quel ragazzo così bello e perfetto le aveva chiesto di andare con lei al suo tavolo quasi voleva morire. Stava succedendo davvero a lei? Infatti si indicò, come per chiedergli se lui stava chiedendo proprio a lei di andare insieme a lui. Era ovvio, stava parlando con lei! Ma non era così scontato per la rossa, comunque, la canzone scelta era troppo, ma troppo bella per fermarsi. Io sono Cassedy! E prima di venire al tuo tavolo, che ne dici di ballare un pò? Questa canzone è veramente bellissima, ha un ritmo spaventoso! Disse poi rinuniando al suo drink e cominciando a ballare con il ragazzo. Insomma doveva fare amicizia, era quello che si era ripromessa ed aveva tutta la voglia e l'intenzione di farlo.
    do it for the aesthetic -- ms. atelophobia
  4. .
    CASSEDY (CASSANDRA) HARTMANN
    Non si vive per accontentare gli altri! Davvero? Non lo avevo capito!
    30.07.2006, BERLINO - 16 ANNI - AMETRIN
    Odiava uscire nei locali come quello. Non si riusciva mai a parlare con nessuno o a fare davvero conoscenza con qualcuno. Era come se tutto quanto fosse ovattato e le ragazze si mettevano in mostra come se fossero delle bambole, da essere spogliate ed usate. Lei era diversa, ed infatti anche il suo abbigliamento lo era: pantaloni eri a sigaretta, tacco rosso laccato, body accollato a maniche lunghe, trasparente per intero tranne che sul seno, rosstto rosso, coda alta con un fiocco nero ben ordinato. Era ovvio che non voleva far sfigurare le sue amiche, ma comunque era molto più vestita del 90% delle persone che erano li dentro e non aveva nessuna intenzione di essere come loro, almeno per quello. Aveva avuto una brutta esperienza con i ragazzi, alla fine la uavano tutti quanti per arrivare a Betany o a Cistal, quindi nessuno era davvero intenzionato a conoscerla. Perchè lei doveva essere bella? E poi era impossibile esserlo. Sua madre le aveva tolto i guanti perfetti per quella occasione, quindi rimase con le mani in tasca per tutta la sera. Le sue amiche erano andate a ballare con ragazzi carini e a lei non rimaneva altro che bere qualcosa e fare il palo alle loro borsette e giubetti. Un sex on the bitch! Disse al barista cercando di attirare la sua attenzione. Ma possibile che anche urlando non la sentiva? Si sporse così tanto dal bancone da quasi perdere l'equilibrio e senza neanche pensarci, per puro spirito di sopravvivenza, si aggrappò al ginocchio di una persona affianco a lei. Poi si sentì morire sapendo che le sue mani potevano essere notate ed allora la ritrasse immediatamente. Scusami, non volevo! Dise semplicemente al ragazzo sorridendogli un pò imbarazzata.

    do it for the aesthetic -- ms. atelophobia
  5. .
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    Clive Greenwell
    Ametrin | 15 anni

    Rimase positivamente colpito da come il povero malcapitato, vittima della sua sbadataggine, avesse realgito quasi con nonchalance allurto: anzi, aveva sottolineato come entrambi fossero incolumi, ragion per cui non era necessario soffermarsi sulle recriminazioni. L'anglo-francese fu ancor più riconoscente nel momento in cui gli venne detto che era comune essere sovrappensiero, soprattutto alle prese con dolci pensieri. Non appena l'interlocutore affrontò l'argomento ragazze, un sorrisetto a metà strada tra il malizioso e il sornione si disegnò sulle sue labbra: aveva appena ascoltato una verità sacrosanta, poiché lui stesso, in altre occasioni (nei corridoi di Hogwarts, specialmente), si era dimostrato fra le nuvole poiché ripensava al volto di una Corvonero o di qualche altro giocatore di Quidditch. Eh sì, Clive si era ritrovato ad elaborare pensieri decisamente poco casti sui bicipiti di qualche battitore, sulla prontezza di scatti di qualche altro cercatore o sullo sguardo dolce di qualche caposcuola. Non aveva ancora compreso come tutto questo potesse convivere con l'interesse verso il sesso opposto al suo, pertanto non aveva avuto ancora in coraggio di esternarlo a nessuno. Anzi, era convinto che il distrarsi per i maschi, sebbene fosse del tutto equivalente a quello per le femmine, fosse in qualche modo passeggero e temporaneo: una curiosità intima, segreta, che faceva in qualche modo parte della crescita. "Hai ragione, capita davvero spesso, soprattutto quando pensi alla tipa che ti piace, anche se poco fa onestamente pensavo agli ultimi sgoccioli di libertà di quest'estate! Troppo bella la sensazione...di essere liberi come l'aria, per l'appunto" affermò con il sorrisone, mentre scrutava la fisionomia del ragazzo, che, più alto di lui, mostrava una maturità di muscoli superiore alla sua.
    Gli occhi azzurri si sgranarono quando venne scambiato per uno studente di Hidenstone. Il suo cuore divenne euforico, perché ciò stava a significare - al di là del malinteso - che il giovane con il quale si era scontrato era uno studente di quell'accademia, vale a dire la sua nuova futura scuola. Era proprio quello che stava cercando in quella capatina a Diagon Alley: delle conoscenze dalle quali trarre tutte le utili informazioni, che non si leggono su una brochure informativa o sulla lettera di benvenuto della preside Burke. "No, bello, è impossibile che tu mi abbia visto a Hidenstone, poiché mi sono appena diplomato a Hogwarts. Però, sai? Sarò dei vostri il mese prossimo. Non vedo l'ora. Comunque... Clive, molto lieto. allungò la destra verso Harry (gli aveva comunicato il nome poco prima) per stringere conoscenza con un gesto convenzionale e simbolico. Non aveva intenzione di lasciarselo fuggire, anzi sperava che la bonarietà con la quale gli aveva abbonato l'urto fosse trasposta nel rispondere ai suoi quesiti. "Mi fa piacere conoscere qualcuno in anticipo prima dell'inizio delle lezioni. Dimmi, hai qualche dritta da dare ad una matricola? E le case? Come sono? Tu in quale sei?"
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda | Stat.
    RevelioGDR
  6. .
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    Clive Greenwell
    Ametrin | 15 anni

    Aveva semplicemente voglia di esternare con un grido liberatore la libertà ottenuta, un premio tanto atteso ricevuto dopo un tempo incalcolabile. Se fosse uscito davvero, quel grido, avrebbe avuto non poche somiglianze con quello che era solito lanciare al termine di una vittoria a Quidditch. Nella squadra dei Grifondoro si alternava tra il ruolo di cacciatore e cercatore, ma era quest'ultimo che era in grado di regalargli delle emozioni molto grandi, che lo facevano passare dall'adrenalina all'euforia nell'attimo esatto in cui riusciva ad agguantare il boccino d'oro. Essere senza l'influenza di mamma Dahlia, completamente solo, sebbene nelle sue giustificazioni ai genitori avesse addotto di essere in compagnia di Thomas, lo gonfiava d'orgoglio: aveva comunque - il buon Clive - la testa sulle spalle. Per lui le trasgressioni più forti potevano essere dei dolciumi in più, una capatina al Paiolo di soppiatto, scroccare con i galeoni dei genitori un libro sul quidditch o di pozionistica avanzata. Aveva acquistato, per appunto, le cioccorane, il suo dolciume preferito. Avrebbe letteralmente compiuto follie per il cioccolato: in particolar modo quello finissimo, che si scioglie in bocca al momento di assaporarlo. Passeggiava per la strada principale di Diagon Alley, con il suo felice bottino. Aveva scartato una cioccorana, vi aveva trovato il ritratto della preside Burke (già il terzo nel giro di pochi mesi) e aveva decapitato l'anfibio incantato con uno spietato morso deciso. Ripensò al momento di transizione che stava vivendo in quel momento: cambiare istituzione magica non era assolutamente una passeggiata, ma avrebbe reagito bene con il suo buon carattere. Era ottimista: chissà quanti nuovi amici frequentanti Hidenstone avrebbe trovato e, per l'appunto, chissà quanti di loro erano presenti a Londra, in quel momento.
    Proprio mentre il Greenwell era in procinto di constatare la dose di libertà, sillabando mentalmente 'je suis free', attuando un mélange delle sue due culture, assaporando con le papille gustative la dolcezza incisiva del cioccolato della cioccorana, chiudendo gli occhi...
    Thudd...!
    Andò letteralmente a sbattere, frontale, contro un ragazzo che camminava in direzione opposta.
    "Scusami bello, non ho fatto apposta. Ero praticamente con la testa fra le nuvole. Scherzetti che ci gioca la spensieratezza delle vacanze. Spero che tu sia ancora intero. Non ti ho fatto troppo male, no?". Onestamente, Clive sperava di non aver causato troppo danno: d'altro canto, il suo petto era letteralmente cozzato contro quello di quel giovane, che alla vista sembrava davvero ben piantato e con un buon armamentario di muscoli. Il giovane di Oxford, pertanto, attese la reazione dell'interlocutore con un'espressione un po' dimessa, uno sguardo - insomma - dolcemente colpevole, che dimostrava una certa preoccupazione per l'azione compiuta.
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    RevelioGDR
6 replies since 22/2/2021
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