Beauxbatons, un luogo un anima

Amelie & Jacqueline

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    Amèlie De Maris


    [Accademia della Magia di Beauxbatons, Francia, un sabato pomeriggio di qualche anno fa, Parco del castello]


    La vita spesso poteva avere tante alternative verso un destino, ma non sapeva mai cosa poteva succedere se la vita portava verso altri lidi. Una giovanissima ragazza non aveva mai una scaletta scritta, ma Amelie sapeva già cosa voleva fin dai primi giorni in cui aveva messo piede nel magnifico e unico castello di Beauxbatons, la scuola francese che si trovava nel sud dei Pirenei. Fin dal primo giorno aveva adorato ogni angolo del castello, e le compagne di casata l'avevano accolta con grande piacere nel loro dormitorio, nella vita quotidiana che si teneva nel castello tra aule, lezioni, e tutto il resto. Ma aveva già capito una cosa da se stessa, oltre a provare una decisa attrazione per i ragazzi, che non mancavano mai di elogiarla per la sua bella chioma rossa e con i quali aveva avuto un sacco di relazioni, aveva capito che provava anche qualcosa per le ragazze, era stata una cosa strana da capire all'inizio ma poi per lei era diventata la normalità e accettava la cosa molto tranquillamente, anzi era sempre una novità. Poi se non sfruttava le opportunità di quella giovane età quando poteva cercare di sfamare ogni senso Una ragazza con la quale aveva legato molto era Jacqueline, si trovava benissimo con lei dato che era simpatica ed era una bella ragazza, forse la più bella del castello dal suo punto di vista. Insomma era diventata una grande amica per lei, senza ombra di dubbio. Una confidente assoluta. Uno dei luoghi che maggiormente le piacevano di tutto il castello era il parco che aveva davanti a se, e soprattutto la fontana che rendeva famosa la scuola francese dove studiavano lei e Jacqueline. Quel pomeriggio aveva proprio invitato la ragazza, Jacqueline, a incontrarsi alla fontana, le aveva scritto che aveva delle confidenze da farle, soprattutto cose legate al lato affettivo, ma non le aveva specificato di più in quella lettera che le aveva fatto recapitare dal suo gufo. Si sistemò al meglio con una gonna che arrivava sopra al ginocchio, una camicetta a maniche corte di colore bianco e alquanto attillata, e un paio di scarpe comode per i piedi. Quindi raggiunse la zona dove aveva invitato la ragazza mettendosi a sedere su una panchina che dava proprio sulla fontana. Accavallò le gambe nell'attesa.


    Sembra che nella vita si abbia successo grazie a tre fattori: la salute, l’intelligenza ed il carattere, aggiungiamo un quarto fattore; un po’ di fortuna.
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    Jacqueline De Lourant
    Medimaga | 28 anni
    Bella, intelligente e un po' sadica, anche se quel particolare aspetto della sua personalità non era conosciuto Jacqueline incedeva nell'accademia di magia di Beauxbâtons come se ne fosse la Regina. Stretta nella sua divisa da studentessa in seta azzurra la ragazza faceva girare più di una testa al proprio passaggio e, quel tipo di attenzioni, le piacevano parecchio. Se dal lato amoroso con i maschi la bionda faceva la difficile con le ragazze non si dimostrava così refrattaria, anzi. In quel periodo stava frequentando una compagna di scuola, una ragazza di qualche anno più giovane di lei. Suo fratello maggiore Luis la prendeva sempre in giro per quella cosa e, qualche volta o due, gli aveva fatto vomitare lumache. Il principino Luis non era solito parlarne con i genitori e, così, lasciava a Jacqueline modo di avere carta bianca. Solo quel giorno, strappandogli di mano una lettera indirizzata a lei che aveva indebitamente preso, Jacqueline aveva impresso troppa forza nell'incantesimo costringendo il fratello a continui conati di vomito in un secchio di metallo. Le lumache che uscivano dalla sua bocca si stavano ammassando l'una sull'altra e, così, Jacqueline era libera di riprendersi la lettera e leggerne il contenuto. Amélie la stava attendendo alla fontana che i coniugi Flamel avevano lasciato in donazione alla scuola e, cercando di sbrigarsi, la ragazza si incamminò verso il luogo dell'appuntamento. Non appena arrivò Jacqueline sorrise e, facendo una smorfia, disse. «Scusami, quel cretino di mio fratello si stava divertendo a non farmi avere la tua lettera, l'ho dovuto stendere con un Mangialumache. Adesso è in dormitorio che sta vomitando quei cosi viscidi in un secchio.» Le si sarebbe avvicinata e, sedendosi sul bordo della fontana, le avrebbe chiesto. «Allora, perché tutta questa fretta nel volermi vedere? L'anno scolastico è appena iniziato e di certo non scappo da nessuna parte.» Un leggero sorriso sarebbe comparso sul viso della ragazza, in attesa di una risposta della rossa.

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    Amèlie De Maris


    Anni in accademia che era certa che si sarebbe ricordata, si era sempre chiesta anche come fosse Hogwarts, cosa cambiava dalla scuola francese dove erano e soprattutto cosa poteva esserci di differenza tra esse, ma l'unico modo sarebbe stato quello di andare in quella scuola e leggere non sarebbe servito a tutto ciò. Conosceva il rapporto che Jacqueline aveva con suo fratello, era un rapporto di amore-odio, una cosa fraterna che lei non poteva provare essendo figlia unica. L'attesa alla fontana fu breve, anche se di fatto la colpa era del fratello della ragazza durò leggermente più di quello che si aspettava, ma non era una novità. Cosa c'era di meglio che un bel litigio tra fratelli o sorelle?

    Non ti preoccupare sei quasi puntuale, un paio di minuti di ritardo. Se era per la lettera hai fatto bene, sennò ora non eri qui. Spero che non stia troppo male però. Forse anche un Petrificus Totalus poteva essere d'effetto ma era ancora più cattivo come incanto.

    Fece una risata verso l'amica.

    Lo so bene che l'anno è appena iniziato, e che non scappi da nessuna parte. Ma dopo una settimana di lezioni avevo ben voglia di passare del tempo in tranquillità, e avevo voglia di vederti dato che mi stavi mancando.

    Fece una piccola pausa.

    Tra i compiti che ci ha dato la prof.ssa di Storia e Diritto Magico e quella di "Lingue: Maride, Goblin e Latino" ho passato una settimana schifosa tra i libri nel tempo libero, ore in biblioteca. Non ce la facevo più. A te invece come è andata la settimana?

    Una nuova risata.

    Sai che ti trovo benissimo oggi? Prima o poi mi devi spiegare il segreto che hai per mantenere quei capelli così lisci e perfetti.

    Stava iniziando a notare sempre più particolari piacevoli delle ragazze.


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    Jacqueline De Lourant
    Medimaga | 28 anni
    La ragazza avrebbe fatto dondolare le gambe, puntellandosi con le braccia alla fontana, mentre lo sguardo si sarebbe focalizzato su una zolla erbosa lì vicino. «Si riprenderà senz'altro, ogni tanto gli devo ricordare di non fare lo stronzo come suo solito, essere il fratello maggiore non gli dà il diritto di infastidirmi più del necessario.» Sarebbe scesa da quella seduta, poggiando le scarpe con i tacchi sul selciato. La bionda avrebbe sorriso lasciando quella zolla di terra a sé stessa per sollevare lo sguardo sulla rossa. «Hai appena iniziato, una settimana di scuola e ti hanno già riempita di compiti?» Una risata, l'avrebbe guardata poggiando una mano sulla sua spalla. «Ti mancano ancora anni per gli esami eppure sembra che tu li abbia tra nemmeno due giorni. Io ho già svolto i miei ma erano pochi.» Avrebbe sorriso al complimento dell'altra e, appoggiandosi nuovamente alla fontana, si sarebbe accarezzata i capelli. La ragazza si sarebbe fatta perplessa e inclinando il capo da un lato l'avrebbe guardata. «Mi hai scritto quella lettera per una ragione, qual'è?» Jacqueline poteva immaginarla ma un conto era supporto, altro discorso sentirselo dire. Suo fratello avrebbe potuto continuare a prenderla in giro, la sua personalità era ben bilanciata, nessuna tata a tenerla buona, nessun fratello minore avrebbe macchiato e spezzato l'anima in due parti della bionda Ombrelune. Essere la figlia minore dei signori De Lourant non l'aveva resa arrogante, cinica e con una propensione verso l'oscurità. Un piccolo dettaglio, insignificante, aveva riscritto l'intera vita di Jacqueline. Tempo. Spazio. Realtà. Non hanno un andamento lineare. Formano un prisma di infinite possibilità, in cui ogni scelta può diramarsi verso realtà infinite, creando mondi alternativi a quelli già conosciuti. Jacqueline sarebbe stata diversa con quelle possibilità diverse? Solo il tempo l'avrebbe detto e grazie a quel dettaglio aveva potuto dirlo.

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    Amèlie De Maris


    Una figura fraterna accanto a lei era un qualcosa che avrebbe voluto provare, forse poteva essere una cosa piacevole, mentre nella sua testa poteva vederla anche come una cosa negativa, in quel caso non sarebbe stata figlia unica e forse non sarebbe stata viziata in quella maniera. Non le mancava nulla effettivamente nella sua vita.

    E' un bravo ragazzo tuo fratello, avere un fratello o una sorella accanto spesso può essere importante per tante cose nella vita. Non ti piace avere la sua presenza così vicina anche in accademia? A me piacerebbe moltissimo.

    Le fece un bel sorriso.

    Già solo una settimana e sono piena di compiti, quella scrivania nel dormitorio piange da quanti fogli ha già sopra, e vorrei pensare alle compagnie amorose invece che mi fanno sempre piacere.

    Fece una bella risata.

    Questo è vero, mi mancano diversi anni ma come si dice? E' bene prepararsi per tempo. Sei stata fortunata allora, a noi ci riempiono eccome di compiti e non mi piace assolutamente passare tutto il tempo sui libri.

    Ricambiò la mano sulla spalla della ragazza.

    Allora, ti volevo confidare una cosa, ti ricordi che ti ho confidato il primo giorno che siamo rientrate in accademia che avevo una relazione con una ragazza qui nella scuola? La ragazza con i capelli rossi della casata di Bellefeuille, Alizée, dovrebbe avere la tua stessa età se non sbaglio. Con lei però ormai è finita da qualche giorno, mi piaceva sì, ci stavo bene con lei, ma non era la persona giusta per me e l'ho mollata.

    Poteva sembrare triste quell'evento, ma non lo era dato che spesso era abituata a guardare avanti.

    Ti voglio confessare che amo le ragazze come te, che hanno un grande carattere, che sono decise e forti.

    Le fece un nuovo sorriso.

    Penso che come puoi capire mi piaci molto. Saresti la mia ragazza ideale.

    Tutto stava nel vedere se la ragazza poteva condividere quelli stessi sentimenti che provava per lei.


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    Jacqueline De Lourant
    Medimaga | 28 anni
    Avrebbe sbuffato, Louis sarebbe stato una presenza costante, quasi scomoda nella sua vita, il fratello maggiore avrebbe ottenuto l'ingente fortuna dei De Lourant e lei avrebbe dovuto sperare in un matrimonio combinato perlomeno decente con qualche stupido e tronfio purosangue. Non era intenzionata ad una vita di infelicità, Jacqueline mal sopportava i maschi e sul lato amoroso aveva una repulsione totale verso di loro. Se voleva fare qualcosa per sottrarsi al giogo di un'avanzata verso l'altare in bianco con in fondo qualche ragazzotto di bell'aspetto con cui non avrebbe potuto condividere nulla doveva farlo in quel momento. La bionda avrebbe sorriso, lo sguardo vacuo fisso un punto leggermente sopra la spalla di Amélie mentre le parole dell'altra rimbombavano nelle sue orecchie come se passassero attraverso un cuscino. Lo spettro di quel futuro le era passato di fronte gli occhi come una visione, un destino in rotta di collisione con il suo essere impossibile da fermare. «Scusa… Come hai detto?» Chiese, riscuotendo il suo subconscio da quel torpore. «Oh… I compiti. Già, diventerai una studiosa di prima categoria, non mi stupirei se tu la prossima sessione di studio prenda il massimo dei voti.» Avrebbe detto, posando lo sguardo su quello di lei. «Io non lo saprei, credo che tutto quello studio non sia necessario, Storia e Diritto Magico e "Lingue: Maride, Goblin e Latino" credo che siano delle materie davvero sopravvalutate.» Jacqueline tacque, ascoltando le parole di Amélie. Sapeva dei suoi trascorsi amorosi, come delle voci che la circondavano riguardo al suo orientamento ma non ci aveva dato più di tanto importanza. La ragazza tuttavia non era scema, sapeva riconoscere ciò che l'altra stava tentando di dirle e, sollevando leggermente gli angoli della bocca in un sorriso, le avrebbe detto. «Beh direi che potremmo fare un tentativo.» La mano della ragazza sarebbe andata a cercare quella dell'altra, intrecciando le dita con le sue.

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