Paper mache world

JH&Erin

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  1. Joo-hyuk Kwon
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    Black Opal
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    L'esperienza vissuta nell'aula di Alchimia aveva abbandonato la sua mente non appena aveva messo piede fuori dall'aula, quello stesso giorno. Era riuscito a trovare una scappatoia a quell'esercitazione alla quale non aveva voluto sottoporsi non perché fosse svogliato, ma perché ben più saldi principi lo animavano.
    Non aveva dato chissà quale enfasi alle sue credenze, se non altro poiché nessuno aveva ancora avuto l'ardire di chiedergli per quale motivo non avesse voluto far ricrescere arti a cadaveri di animali, altrimenti non avrebbe avuto problemi nell'ammettere la verità.
    Non si vergognava di essere credente - per quanto non fosse poi chissà quanto praticante - così come non si imbarazzava ogniqualvolta qualcuno elargiva commenti non richiesti circa il suo essere vegetariano.
    Quando il bigliettino vergato in una calligrafia a lui sconosciuta lo raggiunse, non potè fare a meno di stupirsene. Era riuscito a stringere rade conoscenze tra le mura di Hidenstone, quindi non era solito ricevere messaggi o inviti di sorta. Chiuse le pagine del fumetto che stava svogliatamente leggendo, accasciato su una delle poltrone della sala comune dei Black Opal, rigirandosi tra le dita quel pezzetto di carta fino ad aprirlo per scovarne il contenuto.
    Cominciò a leggere dal basso, dunque non appena i suoi occhi scuri accarezzarono il nome del mittente, non represse il desiderio di assumere una smorfia sorpresa. Strinse le labbra, soppesando quell'invito con il capo che prese a ciondolare all'indietro, spinto contro il bracciolo della poltrona.
    Osservò la stanza all'ingiù, interrogandosi mentalmente sui motivi che avevano spinto la rossa ad accogliere la sua richiesta.
    Aveva semplicemente un animo buono oppure aveva colto il suo bisogno di indagare i suoi occhi per capire se ci fosse spazio di manovra tra loro?
    Stringeva amicizie fin troppo difficilmente e questa sua inclinazione era ben intuibile dai modi riservati e pacati che aveva di fare. Almeno in generale.
    Mantenne quella posizione fino a quando il sangue non cominciò a minacciarne il cervello, risalendo ad arrossarne la pelle, quindi tirò su il capo e diresse lo sguardo al grande orologio aggrappato alla parete della sala.
    Non era solito arrivare in ritardo agli appuntamenti, ma quel giorno avrebbe fatto una lievissima eccezione.

    ***

    Mise piede in terrazza con una decina di minuti di ritardo, avvolto nel tessuto del suo pesante mantello nero che celava parzialmente la divisa sottostante.
    Si trascinava addosso un'ombra di mistero e impenetrabilità. Era complicato perfino riuscire a capire se ti stesse guardando negli occhi, complice non solo il taglio affilatissimo della palpebra, ma anche il colore scuro dell'iride che si annacquava in quello della pupilla.
    Si lasciò indietro l'ultimo gradino, avvicinandosi alla figura composta di lei in perfetto silenzio, lasciando che solo il fruscio del mantello ne segnalasse l'arrivo.
    Le si piantò davanti, le braccia nascoste sotto il tessuto della cappa e le iridi nere spillate sul suo volto.

    Niente cadaveri, spero.

    Il suo tono di voce era stranamente colorato di note ben più cortesi e morbide rispetto alle sue fattezze in generale. Appariva sempre molto rigido, ma in realtà era l'affabilità fatta persona.
    Arricciò l'angolo destro delle labbra in un'ombra lontana di sorriso, quindi prese a slacciare il mantello, così da potersi poi liberare dall'ingombro della tracolla contenente le sue cose che si era portato appresso.

    I professori da queste parti non preventivano le differenze culturali, vero?

    Una domanda, la sua, che in realtà conteneva al suo interno una infinita miriade di altri quesiti.
    Sei abituata a questo modo di fare?
    Hai sempre vissuto da queste parti?
    L'avevi capito che mi sono rifiutato di lavorare con dei cadaveri per un motivo specifico?

    L'interpretazione di quelle sue parole avrebbe potuto essere incredibilmente vasta, quindi le avrebbe lasciato il modo di elaborarla mentre tirava fuori un blocco per gli appunti, una penna a sfera e la propria bacchetta di ciliegio.

    Che leggi?

    Quella, invece, era una domanda incredibilmente specifica che richiedeva una risposta altrettanto puntuale.
    Conoscerai davvero qualcuno solo quando saprai il perché delle sue letture.
    Era una filosofia che si portava dietro da un po', ma era per lo più valevole per gli altri. Lui leggeva gore manga e pensava che questo dettaglio non dicesse niente di lui.
    Ma era vero?
    Joo-hyuk
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    If I was you, I'd wanna be me too.
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    black opal - I anno

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    Edited by Joo-hyuk Kwon - 2/12/2022, 17:28
     
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3 replies since 2/12/2022, 10:09   142 views
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