Staccare la spina

LIBERTÀ

Stato di autonomia essenzialmente sentito come diritto, e come tale garantito da una precisa volontà e coscienza.

“Porco mondo, che mal di testa!”.
Era iniziata male quella giornata e si sarebbe risolta ancora peggio se non avesse raggiunto in quell’istante un luogo in cui avrebbe potuto isolarsi dal resto dell’Universo e ridiventare la vecchia Louise asociale, che si fa i fatti propri e non si intromette nella vita di nessuno.
Ecco, lei lo sapeva che era stato tutto un grande sbaglio: ma come era venuto in mente a quella megera della Preside di darle quell’incarico?!
- E certo! Che ne poteva sapere lei? Sono una grande, grandissima inutile incapace di merda. – borbottò tra sé e sé, non preoccupandosi che qualcuno avrebbe potuto sentirla e prenderla per pazza. Era il suo forte sminuirsi di continuo: bastava una conversazione andata a male e puff… si materializzava una diminuzione di una già scarsa autostima.
Per quanto fosse contenta che la Preside avesse scelto proprio lei tra tutti i membri della sua casata, non pensava che fosse stata la scelta più giusta. Bastava vedere quel che era accaduto quell’oggi: aveva tentato di sedare un litigio in corridoio. Sarebbe andato tutto per il meglio se uno dei due non avesse preso la stupida decisione di tirare un pugno al suo rivale. E Louise odiava, odiava profondamente dover intromettersi per forza e non riuscire a calmare la situazione. Si sentiva profondamente inadeguata. Poi, nonostante lo studio intenso che stava applicando, non stava riuscendo a svolgere i suoi compiti, che fossero a lezione o “per casa”, come doveva. E ciò era a dir poco frustrante.
Si aggiungeva alla lista la questione Barnes: il minore non le rispondeva ai suoi messaggi su whatsapp. E, allora, lei cosa aveva fatto? Aveva pubblicato una storia su Instagram con una canzone: una bella e chiara frecciatina rivolta al ragazzo. Certo, poteva sceglierne una diversa, visto che quello si era limitato a guardarla e a non farsi sentire comunque.
- Ma vaffanculo! -
Ennesima esclamazione di chi è troppo incazzato per contenersi.
Entrò con passo celere nei bagni, senza guardarsi attorno: non ne poteva più di essere fermata. Non voleva parlare con nessuno. Se qualcuno avesse anche osato chiederle qualcosa, si sarebbe messa ad urlare e a prender la povera vittima a brutte risposte.
Raggiunse l’ala privata per i prefetti, pregando che non ci fosse nessuno. Le sue preghiere furono accolte. Si cambiò velocemente in costume e fece presto capolino nella grande vasca da bagno. Non si curò dell’acqua particolarmente calda e dell’essenza di lavanda che esalava dal suo corpo, dopo essersi lavata prima di immergersi nella vasca. Legò i capelli con una pinza nera.
- Oh, mio dio… - proruppe, nel silenzio della stanza, quando il suo corpo cominciò a rilassarsi. Eppure, le sue spalle e il collo erano in totale tensione: lo sentiva, le facevano male. Chiuse gli occhi, le palpebre tremolavano ogni qual volta la testa pulsava di dolore, inclinò il capo e cercò di massaggiare la zona con una mano: pensò, però, che non fosse la stessa cosa di un massaggio compiuto da qualcun altro.

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