The angel from my nightmare

E.M.

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  1. Joshua B. Evans
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    ScaredShallowAracari-size_restricted
    Joshua Benjamin Evans
    Ametrin | 20 anni
    Josh era stato condannato a una vita impeccabile. Esclusa la sua malattia, tutto ciò che lo circondava rasentava la perfezione a cui chiunque avrebbe anelato, mentre lui non riusciva ad apprezzarne le fortune come avrebbe dovuto. Chiunque lo circondasse aveva un occhio di riguardo per lui, un'attenzione in ogni gesto o parola, un affetto che lo rendeva inviolabile, eppure nulla di tutto ciò riusciva a redimerlo.
    D'altro canto, quando si cresce nella bambagia risulta difficile discostarsi da una simile realtà. Non che si aspettasse che tutto ciò gli fosse dovuto, anzi, delle volte era quasi impossibile sostenere gli sguardi compassionevoli di chi gli stava intorno, tuttavia non riusciva a coglierne la reale fortuna. Non capitava di rado che, giunto alla consapevolezza di cosa avesse preso a significare per altri, se ne allontanasse, come a salvaguardare loro piuttosto che se stesso.
    Amarlo, nel suo personalissimo modo di guardare alla vita, significava soffrire e non poteva permetterlo.
    Erin era l'ennesima vittima di quella usuale piega degli eventi. Ma in quell'istante, nello scorgere l'incredulità negli occhi ricolmi di sogni interrotti della ragazza, Josh decise di potersi prendere qualche attimo per assaporare la sua felicità.
    Ricambiò la stretta e cadde con lei sul materasso, muovendosi quel poco che gli consentì di sdraiarsi al suo fianco, le sterili lenzuola che parvero a un tratto più funzionali a quell'abbraccio che coprivano entrambi.
    «Diciamo che per il momento non ho impegni altrove.»
    Non avrebbe potuto prometterle nulla. Non era in grado di garantirle che sarebbe rimasto né per chissà quanto tempo. E andava bene così, in quel frangente che erano riusciti a ritagliarsi da un'esistenza piuttosto complessa.
    Si allontanò da lei solo quando sentì la sua presa ammorbidirsi, passandole un braccio dietro la nuca e incastonando il proprio sguardo nel suo. Quegli occhi, la loro vivacità e la schiettezza che li animava gli erano mancati. E quel fuoco nei capelli lunghi che disegnava una ragnatela scarlatta sulla sua maglia profumava di lei e di quel che significava per lui.
    C'era un unico dilemma che stonava all'interno di quel quadretto idilliaco.
    «Che succede?»
    Le domandò con fare indagatore. La fronte aggrottata e il sopracciglio sinistro inarcato a indicare il dubbio che stava prendendo forma tra i suoi pensieri. Perché si trovava in infermeria? E soprattutto perché lui non ne aveva saputo niente?
    Quel posto non era certo uno dei suoi preferiti, ma lo aveva frequentato a sufficienza anni prima per poterlo considerare alla stregua di una vera e propria casa. L'odore di disinfettante e il bianco asettico che lo circondavano non lo infastidivano più.
    «Non mi hai detto nulla di questo
    Indicò con un cenno del capo la sua figura, con relativa permanenza nell'infermeria. Il cipiglio indagatore e il tono severo a esprimere quanto la scoperta non gli fosse andata a genio. Quando aveva saputo dove trovarla la felicità e l'impazienza lo avevano accecato; ora voleva la verità e la preoccupazione divenne palpabile nella sua voce e in ogni suo gesto, incluso quello che lo portò a scostarle con delicatezza una ciocca di capelli dal viso.
    L'aveva cercata a lungo per ben quattro giorni. Ora che l'aveva trovata aveva intenzione di farsi raccontare tutto, ogni più misero dettaglio di quella vicenda a cui non voleva credere. D'altro canto bastava lui a riempire di preoccupazioni entrambi.
    RevelioGDR
     
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7 replies since 6/11/2022, 23:28   173 views
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