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.Caposcuola.
Quanto aveva ambito quel ruolo?
Eppure, quando era stata vestita di tale titolo, l'era sembrato come se niente fosse necessario. Insomma, per quanto avesse sperato fino all'ultimo di esserlo, quell'anno avrebbe preferito non doversi caricare più di alcuna responsabilità. Era come se le servisse una via d'uscita; tuttavia, come sempre, aveva svolto i suoi compiti da Prefetto alla perfezione, quindi c'era da aspettarselo che Victoria avesse rivisto in lei una figura atta a quel ruolo.
Con lei anche Jesse ed Erik erano diventati Capiscuola e non poteva che essere felice per loro, oltre che per se stessa, visto che avrebbe avuto dei colleghi a dir poco preparati.
Preparazione.
Quella che serviva ai nuovi prefetti.
I nuovi prefetti. Questo era un tasto dolente. Proprio quell'anno, proprio nell'anno in cui lei cercava di star lontana da Blake per non rendere i suoi giorni più complessi, eccolo diventare Prefetto dei Black Opal. E questo significava riunioni settimanali, incontri periodici e... le ronde.
Uno degli incarichi più fastidiosi dei Prefetti e dei Capiscuola era proprio quello, le ronde, soprattutto quelle notturne. E fare le prime ronde non era una passeggiata per i nuovi prefetti, quindi a turno - i capiscuola - avrebbero affiancato i novizi. Quel turno Lilith aveva la ronda notturna e toccava a lei affiancare uno dei nuovi.
Aveva temporeggiato tanto affinché Blake potesse iniziare con Erik e Jesse, ma adesso toccava a lei.
Si sistemò la divisa, prese la sua bacchetta e il suo mantello azzurro, chiuso solo in petto da un nastro nero e scivolò fuori dalla sala comune dei dioptase. L'incontro era previsto alle 23:00 in punto, davanti alla grande scalinata.
Lottava con la voglia di scrivergli di essere puntuale e la disperazione di non doverlo fare. Scorreva tra i loro messaggi, poi tornava indietro, aprendo altre chat a caso, per poi ritornare lì.
Quindi si dedicò a fare un po' di ripasso di Difesa, di cui aveva i pdf sul telefono, mentre attendeva in piedi, vicino il corrimano della grande scalinata.
Sarebbe stata una lunga, lunghissima notte.Lilith Clarke"La cosa bella dei rapporto è che dimentichi come sono iniziati."Dioptase, Prefetto"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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.Se Blake pensava che quella tortura era solamente per lui, si sbagliava. Victoria aveva preso due piccioni con una fava.
Lilith e Blake avevano rotto da un po', forse un po' troppo e lui si era fatto la sua strada, mentre lei ancora si leccava le ferite. Non era ancora totalmente consapevole di quanto facesse male sapere che lui dormiva con qualcun altro, ma forse ci voleva solo del tempo per farle comprendere come anche lei avrebbe dovuto lasciarlo andare, come aveva fatto lui.
Sì, perché nella testa della riccia, era andata proprio in quella maniera, non consapevole di quanto Blake era sempre alle sue spalle, sempre costantemente aggiornato sulla sua vita privata e non. Per Lilith, Blake era l'oblio, quell'oblio di cui stentava a farne a meno, ma si stava forzando di riuscire a sopravvivere, arrancando le giornate alla fine delle quali tornava più stanca e affranta di prima.
Secondo Lilith, Vicky godeva nel creare queste situazioni fuori dal comune, cercava nuovi gossip per la sua triste vecchia vita da anziana, quindi era piuttosto convinta che il fatto che Blake fosse diventato prefetto, potesse essere solo un modo per divertirla quando i due si affiancavano. Passò un minuto, era in ritardo, come volevasi dimostrare.
Stava quasi per scriverle quando sentì il rumore dei suoi passi.
Come poteva non riconoscerlo anche solo da quelli? Sollevò i suoi occhi cristallo scoprendo come Blake sembrava più perfetto di quanto non lo era mai stato ai suoi occhi. La sua divisa...
Lilith stentò a crederci, era perfetta, stirata, la cravatta allacciata e... si trovò a sbattere le palpebre un po' di volte, non ci credeva. Eppure Blake non faceva niente per caso, quindi era certa che anche la perfezione della sua divisa, fosse stata messa per l'occasione. Le stava dimostrando qualcosa?
Mandò giù a vuoto, riprendendo un attimo coscienza di sé e tornando ad indossare quella maschera di freddezza e compostezza, come se stesse lavorando.
«Non ti ho evitato. Ho solo avuto da fare.»
Mormorò, scoprendo come la sua gola fosse secca, cosa che fino a qualche minuto prima non era.
Annuì alla sua risposta, cercando di rimanere pacata e provando a non dimostrare quanto la sua vicinanza bruciasse ancora. Peccato che la sua natura metamorfa la tradiva sempre, infatti i suoi ricci presero a scurirsi. Lilith afferrò il cappuccio del mantello con le mani e lo cacciò sul capo.
«Devi decidere se andare sopra o sotto. Questi corridoi sono area dei docenti oggi.»
Rimbeccò, cercando di non far tremare la sua voce.
«Auguri per la carica, comunque.»
Lo guardò con la coda dell'occhio, quindi, sorridendogli appena.
«Come ti sembra?»Lilith Clarke"La cosa bella dei rapporto è che dimentichi come sono iniziati."Dioptase, Caposcuola"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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.Se solo lei avesse saputo, Blake aveva ragione, non solo si sarebbe arrabbiata e lo avrebbe picchiato tantissimo, ma avrebbe anche evitato di sottrarsi troppo a quell'incontro che in un modo o nell'altro doveva avvenire, così come aveva dribblato diversi altri loro incontri in mezzo ai corridoi. Insomma, sarebbe stato tutto diverso se solo Blake non avesse avuto - oltre che un deficit emotivo - anche un deficit comunicativo. Se solo avesse saputo tante cose, Lilith avrebbe reagito diversamente a tante altre. Eppure lui aveva deciso di tenerla allo scuro di tutto e questo significava che qualsiasi cosa stesse passando, Lilith non avrebbe potuto nemmeno immaginarlo, e riusciva a vedere nel suo comportamento, solo del menefreghismo nei suoi confronti, un modo per allontanarla definitivamente dalla sua vita.
Se questo era quello che anche lei voleva? Non lo sapeva, tuttavia si era adeguata, perché sapeva che quando Blake si metteva in testa una cosa, nessuno avrebbe potuto fargli cambiare idea e quindi lei aspettava, come se credesse davvero che prima o poi avrebbe fatto il giro per tornare da lei. La sola domanda era: quanto ci avrebbe messo? E lei, sarebbe stata ancora pronta?
Quella divisa perfettamente indossata era sintomo che in un certo modo, lui le stava comunicando che era nei suoi pensieri e che non era completamente uscita dalla sua testa. Questo fece smuovere qualcosa alle pendici dello stomaco di Lilith, tanto da far colorare quei ricci di quel colore che apparteneva solo a lui, fin da quando si erano incontrati la prima volta. Il nero tetro della sua anima, misto ai suoi capelli che sapevano di albicocca. Una mescolanza unica che non avrebbe potuto comprendere nessuno.
Quando si infilò il cappuccio, certa di riuscire a rimediare a quelle sensazioni che le stavano affliggendo i capelli e non solo, ma la sua frase.
Sussultò, guardando davanti a sé con gli occhi sgranati. Lo aveva notato. Lo aveva notato come l'ultima volta, lo aveva sempre notato. Perché riusciva a cogliere ogni singolo cambiamento in lei e questo era ciò che più a lei faceva timore di Blake, la osservava, in silenzio, anche quando lei non se ne accorgeva. Era sempre alle sue spalle e forse si crogiolava su questo, tanto che si sarebbe provata a buttare ad occhi chiusi, di spalle, dalla Torre più alta di Hidenstone, per vedere se lui sarebbe stato giù ad attenderla, per afferrarla.
Ingoiò a vuoto, mantenendo quella maschera di perfezione e cinismo, cercando di non far trasparire più di quello che la natura metamorpha stesse già svelando.
Lo guardò di sottecchi, senza lasciare che scorgesse troppo il proprio sguardo, nascosto dal lembo del cappuccio.
«Certo, non possiamo controllare tutto noi.»
Ammise con leggerezza, ben consapevole di come la cosa avesse sconvolto Blake. Rimase sbigottita quando sentì il cappuccio venir tolto e i ricci tornare scoperti, svelando come il nero era aumentato per quel gesto dell'altro.
«B!»
Ne gridò quel soprannome che gli aveva scaldato più di una volta il cuore, quella singola lettera che per lei significava famiglia, affetto, calore, sicurezza.
«Blake!»
Si corresse poco dopo, trovandosi ad arrossire e a cercare i lembi del mantello con le mani che quasi tremavano. Non aveva dimenticato l'irruenza e l'imprevedibilità dell'altro, ma non credeva che sarebbe stato così difficile tenergli testa, quella notte.
Sospirò all'idea di Blake, come se davvero potesse trovare così tanti dioptase a fare baldoria. Scrollò le spalle, quindi avanzò al suo fianco, sollevando gli occhi al soffitto e mal celando un sorriso dolciastro sul volto ancora imbarazzato.
«Mi sembra che queste manette ti stiano decisamente bene, comunque.»
Lo canzonò, trovando quasi rassicurante il fatto che ora dovesse stare un po' più attento a causa della sua carica, magari Victoria aveva trovato un modo per tenerlo a bada, seppur Lilith dubitava di questo.
Quando la sua domanda toccò il tasto che Lilith immaginava schiacciasse, le cose divennero decisamente diverse.
La maschera della perfezione non le cadde dal volto, come se non avesse nulla da nascondere al mondo, seppur la sua mente volò momentaneamente al primino che aveva incontrato per sbaglio nel bagno sbagliato. Non le sembrava il caso di dire parola su di lui, alla fine non era successo, nulla giusto? E poi, qualsiasi cosa avesse provato in quel bagno si era volatilizzato nel giro di pochi frangenti, o non era così? Scrollò le spalle, quasi a togliersi di dosso quel pensiero.
«Sembrano tutti piuttosto monotoni. Più che altro, Beauvais? L'ho beccato fuori ubriaco diverse volte. Sembra che voi abbiate un cane sciolto nei Black Opal. O sbaglio?»
Non che le interessasse più di tanto, ma voleva tastare il terreno di quello che Blake stava facendo: si stava concentrando sulla sua carica o stava pensando alle primine appena giunte?Lilith Clarke"La cosa bella dei rapporto è che dimentichi come sono iniziati."Dioptase, Caposcuola"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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