Per fortuna è l'ultimo anno!

Blake&Joo

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    Blake Barnes
    Black Opal | 20 anni
    Adesso che era prefetto era completamente impossibile starsene per fatti suoi. Se prima per andargli a parlare serviva una scusa, e lui poteva scegliere di ignorarti a prescindere, in quel momento, sicuramente non poteva ne ignorare nessuno ne sperare che la scusa che avessero fosse stupida. La scuola non gli era mai piaciuta, il discorso di Victoria era stato chiaro, pensava su di lui comunque il rischio di espulsione, era vero che adesso gli avevano dato più potere, ma era anche vero che si erano legittimati da soli a non fargli finire l'anno come doveva. A Blake, in realtà, non gli interessava assolutamente niente. Era solamente contento di essere arrivato al suo quinto anno ed uscire finalmente da li come si doveva. Il fatto era che quella scuola gli aveva regalato veramente un sacco di emozioni, ma alla fine gli andava stretta, come qualsiasi cosa che gli desse delle regole e gli scandisse la giornata. L'unica cosa buona di quella spilla era che poteva fumare dove diavolo voleva e che nessuno poteva dirgli niente. Ecco, lui era un rompicoglioni assurdo, ma era anche la sua più grande caratteristica quella che non voleva che qualcuno glieli rompesse! Era nei corridoi, immerso nei suoi pensieri, la divisa un pò fuori posto, nonostante la sua camica fosse sempre bene stirata, il maglioncino impeccabile e i pantaloni che profumavano di lavanda. Era seduto su di un portico e guardava i primini andare avanti ed indietro come delle schegge impazzite alle loro lezioni, fare gruppetti strani, parlottare tra di loro. Regalò anche qualche occhiolino di qua e di la e un pò li invidiava. Ricordava quando lui era al loro posto, ed anche se ricordava che non aveva mai saltato una lezione, si rendeva conto che non aveva lo stesso entusiasmo loro. Si alzò dal portico ed andò verso un ragazzo a caso. Tu. Come ti chiami? Non era normale quello che faceva, ma era anche notorio che Blake non era una persona che poteva essere definita normale a prescindere. Non era cattivo, ma sapeva come metterti a disagio, e mettersi da solo nei casini ed in situazioni scomode.Un primino a caso, quello con la faccia che lo ispirava di più. Che poi perchè mai doveva fare quelle cose? Cioè, le faceva con una ragione, oppure meramente a cavolo? Bene, la seconda opzione era sicuramente quella più giusta.

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    La fatica che stava facendo nel riuscire ad ambientarsi tra le mura di Hidenstone era inaspettata. Era stato travolto dalla cultura occidentale in un modo che non era stato in grado di prevedere e ne stava pagando le conseguenze.
    Non aveva ancora trovato qualcuno con cui condividere le giornate o anche solo per studiare in compagnia, ma la cosa in realtà non lo faceva soffrire più di tanto. Era sempre stata una persona schiva, in grado di aprirsi davvero solo con coloro i quali riuscivano a conquistare la sua piena fiducia. Ma questa conquista non avveniva poi così spesso.
    E dunque faceva la spola tra una lezione e l'altra e tra pranzi e cene da solo, avvolto da una sottospecie di fosco mistero accentuato dai suoi tratti somatici.
    Inosservato eppur così terribilmente visibile a causa della sua lampante diversità.
    Quel giorno non stava condividendo l'entusiasmo dei suoi coetanei, ma si stava muovendo con loro per raggiungere la sede della lezione successiva. Sguardo affilato e rigido fisso davanti a sé e andatura rilassata, nonostante la costante sensazione di essere osservato.
    Aveva entrambe le mani nascoste nelle tasche del pantalone della divisa e una tracolla in pelle nera che penzolava lungo il fianco destro, seguendo il ritmo di ogni suo passo.
    Nel momento in cui Blake entrò nel suo campo visivo, non riuscì immediatamente a capire se il prefetto si stesse rivolgendo a lui o meno. Decelerò il passo fin poi a fermarsi e lanciò un'occhiata un po' confusa attorno a sé, riguadagnando il volto dell'altro subito dopo.

    Io?

    Chiese conferma in maniera palesemente retorica, in realtà, poiché aveva capito che Barnes stava parlando proprio con lui. Un'ombra di confusione ad attraversargli i lineamenti puliti del volto.
    Non gli sembrava di aver infranto qualche punto del regolamento scolastico né di disporre di qualcosa che potesse fare al caso suo.

    Kwon Joo-hyuk.

    Lanciò solo una rapida occhiata alla spilla appuntata addosso all'altro, poi tornò ai suoi occhi umettando brevemente le labbra. Era la seconda volta che gli capitava di essere fermato da uno studente che ricopriva una carica di spicco ad Hidenstone. La prima era stata Lilith a causa delle condizioni penose della sua divisa.
    Ma questa volta il nodo alla cravatta l'aveva fatto e non aveva una virgola fuori posto.
    Se ne restò dunque lì impalato, le mani nelle tasche del pantalone ed il viso contratto in un'espressione che pareva chiedere "beh?" ed incitare a proseguire.

    Tu sei Barnes.

    Non era una domanda la sua, ma una semplice constatazione per cercare di alleggerire quel silenzio imbarazzante che si frappose tra loro.
    Proprio mentre accennava alla spilla da prefetto altrui, qualcuno di passaggio gli rifilò una spallata nel tentativo di evitare la calca e il sud coreano non potè fare a meno di dilatare le narici con fare infastidito.

    E guarda dove vai.

    Diverso, introverso e ignorabile. Ma remissivo mai.
    Joo-hyuk
    Kwon

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    Blake Barnes
    Black Opal | 20 anni
    Blake agiva sempre per puro istinto. Neanche il suo gatto Ares era così istintivo come lui. Anche lui si fermava sempre un pò a riflettere. Ma comunque in quel momento aveva fermato proprio lui sia perchè era un Black Opal, sia perchè era un primino sia perchè aveva una faccia simpatica. Così, semplicemente a casaccio. Era fatto in quel modo e forse, a volte, la noia era un fattore determinante per le sue azioni. Quando rispose in quel modo ed individuò subito chi fosse, Blake gli sorrise, quasi come se tutto quello potesse essere quasi un test. Blake che era un ragazzo egocentrico, egorigerito e che soffriva di labirintite perchè tutto il mondo doveva girare intorno a lui. Blake che amava essere idolatrato e soprattutto amava essere riconosciuto. Certo, la spilla faceva ancora di più la sua parte, ma senza sarebbe stata la stessa cosa. Si avvicinò al coreano e prima che potesse parlare quel tizio gli diede una spallata e se ne andò. Sconcertato. No no no no. Aspetta. Disse poi andando da quel ragazzo, decisamente più grande del coereano ma un anno più piccolo di lui. Puoi chiedere scusa al tizi con il nome strano oppure potrei levarti dei punti, ma non è da me, ma potrei far in modo che tu possa metterli. E non intendeva aggiungerli alla sua casata. Davvero dovrei chiedere scusa ad un immigrato? Ecco, era decisamente li che Blake odiava la sua spilla. Fece un respiro profondo, la prese dalla sua divisa e la levò. Joo, puoi dargli un cazzotto se vuoi. Non ho la spilla non sono obbligato ad intervenire. Ecco, in quel momento Joo aveva appena conosciuto in tutta la sua quinta essenza Blake Barnes,anche se non era prprio quello che voleva dirgli, ecco.In genere Blake faceva da solo, ma c'era troppa gente e lui comunque aveva un'espulsione che gli pendeva sulla testa ed era stato così bravo fino a quel momento che non voleva rovinarsi l'esistenza nel sentire suo fratello nelle orecchie per il resto della sua vita. Era normale no?E poi aveva insultato lui. Potrei chiamare sempre il mio di prefetto! Rispose l'ametrin con un certo risentimento. Blake non lo stava toccando, ovviamente, ma non voleva sentire quelle assurdità. Si, decisamente, si merita quello che vuoi. Decidi tu Joo. Dio solo sapeva quanto si stava cercando di controllare a non stonfarlo di botte in quel momento!

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    In verità la spallata del ragazzo sconosciuto non gli aveva fatto né caldo né freddo. Non era un tipo facile da provocare, seppur quando la situazione si faceva troppo concitata non ci metteva chissà quanto a reagire.
    Tuttavia, non era quello il caso.
    Le sue attenzioni erano calamitate per lo più su Blake, dunque quell'inconveniente si tramutò in un contorno che sperava di scansare con una rispostaccia.
    Il Black Opal non sembrava dello stesso avviso. Osservò quella scenetta in perfetto silenzio, piantato al suo posto e con entrambe le mani nascoste nelle tasche del pantalone.
    Non sentiva di aver bisogno di essere difeso, tant'è che il sopracciglio destro si inarcò vistosamente verso l'alto in un cipiglio scettico. Almeno fino a quando non si sentì incollare addosso l'appellativo di immigrato.

    Joo-hyuk.

    Ribadì dapprima, in direzione di Blake, in risposta al suo "tizio con il nome strano". Dunque spostò lo sguardo verso il malcapitato che non pareva essere particolarmente intelligente.

    Ti hanno agitato troppo quando eri piccolo e ora non riesci a connettere il cervello alla bocca?

    Sarcastico, piantò le iridi nere sul tizio che intanto Blake stava braccando, regalandogli un'occhiata talmente fredda da risultare raggelante.
    Pareva quasi che stesse prestando attenzione ad uno scarafaggio, tant'è che dilatò anche la narici in una smorfia vagamente disgustata.

    Grazie Barnes, ma non ho intenzione di sporcarmi le mani e la divisa.

    Non avrebbe tirato fuori le mani dalle tasche del pantalone semplicemente perché pensava che non ne valesse la pena. Spostò gli occhi a cercare lo sguardo di Blake, scuotendo poi piano il capo come a volergli suggerire di lasciar perdere. Non era sicuro di essere in grado di calmare uno spirito bollente come quello del Black Opal, ma non voleva finire nei casini per nulla né voleva che il Prefetto ci andasse di mezzo.

    E vallo a chiamare. Vediamo che avrà da dire quando saprà che mi hai dato dell'immigrato manco avessi perso il mezzo neurone che ti era rimasto.

    Il tono di sfida che alzò in direzione del ragazzo che gli aveva dato la spallata non stava ammettendo repliche, ma decise che non vale la pena di continuare a fossilizzarsi su quel tipo inutile, dunque tornò su Barnes.

    Che poi... chi è il Prefetto di Ametrin?

    Stava cercando la sua complicità in quella presa per il culo con il quale stava cercando di spingere all'angolo il ragazzino, in una maniera ben più sottile che con i cazzotti. Stava cercando di spogliarlo della sua autostima per spegnerne definitivamente ogni desiderio di rivolgere loro la parola e sperava che Blake gli tenesse il gioco.
    Joo-hyuk
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    Blake Barnes
    Black Opal | 20 anni
    In cinque anni aveva imparato che vedere come le persone reagivano era la sua più grande passione. Sapeva che a volte era così tanto brutale da non essere reputata una persona normale, ma le persone erano loro stesse solamente quando venivano messe di fronte a questioni altamente scomode ed improbabili. Era qualcosa che non riusciva neanche a controllare, sapeva che le sue azioni erano diverse dalle sue parole. Non avrebbe mai fatto a cazzotti pr quel ragazzo nuovo specialmente perchè era ad un passo dall'uscire da quella merda di scuola e di conseguenza non aveva nessuna intenzione di essere bocciato o peggio, espulso. Il fatto era sempre quello di non darla vinta a suo fratello maggiore, non poteva decidere lui che era un caso perso. A differenza di Adrien voleva che gli altri lo vedessero per quello che diceva e voleva lui e non il contrario. Che poi chissà dove era finito il Black Opal. Ma in quel momento non era quello su cui aveva focalizzato la sua attenzione. Hyuk. Mi piace!Sicuramente più di Joo. Chissà se erano due nomi diversi oppure era lo stesso e chiamarlo solamente con uno di loro non voleva dire niente. Ma il ragazzino braccato da Blake stava rischiando la vita eppure, l'opale sapeva quando di fronte aveva una persona alla quale dover reggere il gioco. Quel ragazzo gli piaceva, era intelligente, perspicace e sapeva come difendersi. Non che il prefetto stesse difendendo l'opale, ovvio! Era più qualcosa per mettere pepe all'ennesima giornata di scuola che non aveva alcun senso ne adrenalina. Da quando lui stesso si era calmato in quella scuola non succedeva mai niente di interessante e quella cosa cominciava seriamente ad annoiarlo. I ragazzi avevano raggiunto un livello superiore rispetto a quando loro erano primini e questo non poteva negarlo. Sogghignò quando lo chiamò per cognome e gli disse che non aveva nessuna intenzione di sporcarsi la divisa. Ne era contento perchè se no poi doveva intervenire, nonostante avesse detto che non lo avrebbe fatto. Ma Blake diceva tante cose! Lasciò l'ignorantello e ridacchiò appena. Sei un tipo che fa le cose con eleganza. Mi piace, sapevo che richiamare la tua attenzione non era per niente una perdita di tempo! Ammise poi sogghignando. Si, Blake si compiaceva anche da solo se fosse stato necessario. Anzi, lo faceva e basta ed inoltre non era uno che badava agli altri, tanto che l'ametrino era stato abbandonato a se stesso, per Blake non aveva più importanza ed inoltre non aveva minimamente paura di lui. Ehm... aspetta. Devo un secondo ricordarmelo. De Maris e Freeman, se non sbaglio! Rispose al ragazzo facendogli capire che gli avrebbe comunque retto il gioco. Si, si era guadagnato la sua fiducia! Alla fine i suoi incontri erano sempre estremamente strani ed i suoi legami paradossali, quindi tutto stava andando nel verso giusto, nel verso Barnes.

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    L'entusiasmo di Blake a riguardo del suo nome gli risultava un po' anomalo, se non altro perché in molti - prima del suo trasferimento da Mahoutokoro a Hiddenstone - gli avevano consigliato di trovarsi un nome occidentale che potesse andar bene per lui.
    "Riusciresti ad ambientarti meglio", gli avevano detto, ma lui non ci aveva neanche minimamente pensato a cercare una controparte occidentale del suo nome. Gli andava bene così e se i suoi compagni di scuola non fossero stati in grado di pronunciare il suo nome se ne sarebbe fatto una ragione.
    Alle sue orecchie nuove da quelle parti erano giunte alcune voci a riguardo di Barnes che ora riusciva a spiegarsi.
    Incitarlo a prendere a cazzotti qualcuno non era probabilmente l'atteggiamento ideale per un Prefetto, tuttavia il sud coreano non sembrava intenzionato a lasciarsi aizzare.
    Praticava taekwondo da che avesse memoria, quindi quando alzava le mani lo faceva con cognizione di causa e sempre per un motivo valido.
    E quel ragazzetto che vestiva la divisa degli Ametrin non rispondeva a quest'ultimo criterio.
    Scrollò blandamente le spalle all'accenno che Blake fece circa la sua presunta eleganza, come a voler minimizzare la cosa.

    Sarebbe uno spreco di energie totalmente inutile.

    E il suo sguardo affilato si spostò per qualche breve istante sul ragazzo ametrino che intanto se ne stava lì cercando di risultare il più minaccioso possibile.
    Fallendo miseramente.
    In verità, conoscere le identità dei Prefetti di Ametrin non gli interessava minimamente. Stava solo cercando di far capire al malcapitato che non aveva neppure la più pallida idea di chi fosse tutta quella gente.
    Che poi era la verità.

    Mai sentiti o forse sì, ma di certo non l'avrebbe ammesso in quel momento allora? Non stavi andando a chiamare De Mastris e Frymen?

    Storpiò volutamente la pronuncia dei cognomi delle cariche Ametrin, in un tentativo di rimarcare il concetto già espresso secondo il quale non aveva la più pallida idea di chi fossero. Figurarsi se gli poteva interessare che andasse a chiamarli.
    E proferendo quelle parole, assottigliò le palpebre sulle iridi nere e gonfio il petto guadagnando un paio di centimetri in altezza, senza tuttavia spostarsi dal punto in cui era piantonato da qualche minuto.
    Solo dopo una manciata di lunghi istanti, il ragazzino pensò bene di girare i tacchi, imprecando.
    Dunque il sud coreano potè tornare a focalizzarsi su Barnes.

    La gente è sempre così da queste parti?

    Domandò, riferendosi chiaramente ai modi ineducati e fastidiosi del ragazzo Ametrin che era appena andato via.

    Irritante e codarda, intendo.

    Sicuramente Barnes conosceva la popolazione di Hiddenstone meglio di tantissimi altri, quindi il sud coreano sperava di sentirsi dire che no, non erano tutti così e c'era invece qualcuno per cui valesse la pena restare.
    Joo-hyuk
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    Blake Barnes
    Black Opal | 20 anni
    Non aveva mai capito perchè anche lui, sprecava tempo prezioso insieme a qualsiasi primino del mondo, e non solo adesso che aveva la spilla, lo aveva sempre fatto. Blake aveva sempre socializzato, a modo suo, con tutti quanti, anche se la cosa non era sempre ben vista. Diciamo che non era proprio uno che attirava situazioni pregievoli e non era neanche facile stargli vicino, ne nel bene ne nel male. Comunque, aveva pescato l'asiatico a caso e giusto perchè si stava annoiando e di conseguenza lo stava studiando. Alla fine nessuno capiva che lui non è che aizzava le persone, gli aveva solamente detto di reagire nel suo modo, ma di reagire in qualche modo, e il suo modo era l'indifferenza? Benissimo, andava più che bene, fatto si era che i primini di quei tempi erano troppo posati, ligi alle regole, persone che non facevano altro che ponderare ogni tipo di reazione e parola. Non lo avrebbe mai potuto capire perchè lui non era per niente in quel modo. Non disse niente, lasciò che si occupasse della sua questione in maniera autonoma e soprattutto come meglio credeva. Poi sogghignò appena. Andiamo a fare un giro. Disse distendendo il collo. Si voltò per guardarlo negli occhi scuri che aveva. Andresti molto d'accordo con la Clarke, la caposcuola Dioptase. Siete simili: usate sempre le parole e l'indifferenza per rispondere a qualsiasi attacco! Similutudine davvero vistosa in quel momento viesto e considerato il fatto che stesse riflettendo come mai stesse nel BO. Era un qualcos detto con una certa tranquillità, non aveva idea che i due si conoscevano. Comunque, no. In genere qui dentro si va tutti d'accordo, sono tutti amici e non ci sono vere e proprie antipatie. Sono sempre io la pecora nera, quindi non so, esattamente quel tipo da dove esce!Ammise sinceramente. Alla fine era lui che odiava Cameron, ma a quanto pareva il dioptase non aveva niente contro di lui, era lui che riusciva a litigare con qualsiasi persona, forse perchè era l'unico che diceva le cose come stavano veramente, ma quello non lo disse. Era pur sempre uno sconosciuto per lui.Ti stai trovando bene a scuola? Chiese poi cercando di uscire all'aria aperta. Aveva bisogno di fumare.

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    Erano parecchie le voci di corridoio che aveva potuto udire sul conto di Blake Barnes e nessuna di queste raccontava del Black Opal come di una persona tranquilla e posata.
    Il modo che stava avendo di approcciarsi con lui, quindi, lo stava un po' stupendo, anche se non diede modo all'altro di accorgersene. Alla proposta del maggiore, la fronte si aggrottò in un'espressione un po' confusa.
    Non gli sembrava di aver fatto nulla di sbagliato, fino a quel momento, dunque il fatto che un Prefetto volesse portarselo in giro per l'accademia gli puzzava di problemi. Ad ogni modo, decise di seguirlo, sistemando la tracolla sulla spalla ed avviandosi al suo fianco.
    L'osservazione su Lilith Clarke non gli strappò chissà quale reazione. All'epoca di quell'incontro, aveva avuto modo di incrociare la Caposcuola dei Dioptase solo una volta nei bagni e quell'incontro-scontro non era stato neppure dei più idilliaci, quanto più un nugolo di provocazioni e battute sarcastiche.

    Bisogna vedere se lei riuscirebbe ad andare d'accordo con me, però.

    Era un tipo decisamente complicato con il quale avere a che fare e non aveva nessun problema nell'ammetterlo. Inoltre, aveva udito voci sul conto dei due in giro, dunque quel commento gli sembrò ancor più anomalo del contrario.

    Non stavate mica insieme, voi due? Perché la sponsorizzi bene se vi siete mollati?

    Non avrebbe saputo spiegare il perché, ma parlare con Blake con gli stava risultando più facile del previsto. E il sud coreano non era uno che parlava facilmente. Tendeva a starsene sulle sue e parlare il minimo indispensabile, preferendo piuttosto far parlare i fatti. Tuttavia, Blake era vestito di una strana aura che aveva voglia di indagare: sembrava un groviglio sfacciata sincerità con due gambe.
    Peccato che la troppa sincerità la maggior parte delle volte era controproducente.

    Chi dice che sei la pecora nera?

    Chiese a quel punto, voltandosi finalmente a piantare le iridi nere sul profilo del concasato.
    Lui, dal canto suo, non prestava attenzione a ciò che si diceva di lui in giro ma semplicemente perché non gli interessava sapere ciò che gli altri pensavano di lui.

    Discretamente. È tutto molto diverso da ciò a cui sono abituato, ma ci farò il callo. E comunque potrei farti compagnia, generalmente non vado d'accordo con la gente.

    Non sembrava preoccuparsene, tant'è che tirò su un sopracciglio assumendo l'espressione di chi non era interessato ad andare a genio agli altri solo per il gusto che fosse così.
    Almeno su quello, forse, avrebbero potuto incontrarsi.
    Joo-hyuk
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    Blake Barnes
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    La caratteristica principale di Blake era il fatto di essere contraddittorio e coerente allo stesso tempo. Era fatto in una maniera tale che ogni sua contraddizione, e ne aveva tantissime, lo rendevano una persona così coerente che non sapeva neanche lui come si poteva non amarlo, oppure odiarlo, quello dipendeva. Una cosa era certa, Blake non lasciava nessuno indifferente, se lo si amava lo si amava per davvero, se no lo si detestava e lo si faceva con tutto il cuore. La cosa ancora più divertente era che Blake provava quei sentimenti contrastanti, costantemente, anche per se stesso. Ma sorrise a quello che disse il sud coreano. Lilith va d'accordo con tutti, specialmente se sono persone intelligenti! La conosceva così bene che lo poteva affermare con una certa fermezza. Forse si era concentrato più a conoscere ed osservare la riccia che se stesso, ma anche quello non era un qualcosa di cui discutere in quel momento, anche perchè l'affermazione/ domanda che fece quel ragazzo lo fecero scoppiare in una risata cristallina. Non lo stava prendendo in giro e trovava la sua domanda anche molto interessante, ma si capiva che non lo conosceva per niente, il che era soltanto un bene per lui. Si, stavamo insieme. Non la sto sponsorizzando, ti sto solamente dicendo delle cose vere e facilmente costatabili da tutti. Inoltre, solo perchè siamo stati insieme, non vuol dire che io debba avere un brutto ricordo di lei, anzi. Forse il fatto che non stiamo più insieme, per lei, è solamente un bene. L'ultima frase venne detta con un tono più di rimprovero e malinconia da parte del biondino che altro. Alla fine Blake amava davvero Lilith ma quello non era proprio il periodo migliore della sua vita, senza contare che l'aveva tradita, l'aveva fatta stare veramente male e quello non se lo sarebbe mai perdonato. Ma il velo di indifferenza e menefreghismo che aveva addosso era la sua maschera miglire. Quindi tu sei uno di quelli che quando si lascia con una persona, la cancella e conserva solamente il male che gli è stato fatto? Chiese a sua volta. Interessante quel primino, forse doveva smetterla di farsi tentare dalle ragazzine e conoscere persone che potevano dargli davvero qualcosa, ma era dannatamente difficile, un sorriso verso una ragazzina gli scappò, come se fosse abituato a farlo. Poi tonrò sull'opalino e la sua domanda. Penso che siano i miei comportamenti un pò fuori dagli schemi a dirlo. Inoltre se c'è una cosa che odio davvero tanto è essere paragonato agli altri, o che qualcuno mi associ a comportamenti che hanno tutti. L'unicità e l'originalità sono sempre state le mie priorità assolute. Era sincero. Poteva davvero definirsi come aveva fatto il ragazzo: "un groviglio di sfacciata sincerità con due gambe". Lo era davvero e non si era mai nascosto ne da quello che era, ne da quello che faceva. Blake si prendeva sempre i suoi oneri ed onori, anzi spesso e volentieri rivendicava le sue azioni come se fossero qualcosa di prettamente giusto. In realtà delle volte faceva delle cazzate primordiali, aveva uno scarso senso della sopravvivenza e non sapeva neanche dove stesse di casa l'autoconservazione, ma non era un vigliacco. Quello mai. Non vai d'accordo con la gente, oppure non ti importa neanche di provarci? Chiese. Ecco, poi aveva questo suo modo di riuscire ad entrare in confidenza anche con le persone che non aveva mai visto che quasi lo spaventava. Ma era qualcosa che gli piaceva terribilmente.

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    Di tutte le cose che aveva sentito dire sul conto di Blake Barnes, neppure una stava riuscendo a trovare conferma ai suoi occhi. Il che probabilmente era una bene, considerando che ce n'erano in giro di dicerie sul suo conto.
    Tuttavia, continuava a non capire per quale motivo il biondo stesse tirando fuori Lilith. Era stato per puro caso che il sud coreano aveva avuto modo di incontrare la caposcuola nei bagni, solo qualche giorno prima, e la coincidenza gli dava quasi da pensare a quel punto.
    Se c'era una cosa in cui il ragazzo non credeva quelle erano, per l'appunto, le coincidenze.
    Si strinse nelle spalle al commento di lui circa il fatto che la Clarke andasse d'accordo con tutti, se non altro perché - almeno ad un primo e superficiale approccio - non gli era sembrato che fosse proprio così. Anzi, se Lilith aveva davvero quell'atteggiamento provocatorio con tutti, era molto probabile che la gente attorno a lei la potesse trovare fastidiosa, piuttosto che il contrario.

    No certo, anzi, è un bene se siete rimasti amici. Mi sembra solo un po' strano che ne parli così tanto e con così tanta semplicità con qualcuno che neppure conosci.

    Il tono di voce era calmo e disinteressato. Non lo stava accusando di nulla, in alcun modo e quello era abbastanza chiaro, stava solo esprimendo i suoi pensieri ad alta voce senza alcun filtro.
    Era fermamente convinto del fatto che la sincerità paga, quindi era il primo ad esprimersi sempre nella maniera più cristallina possibile, se stimolato a farlo.
    Per il resto, tendeva a starsene molto sulle sue.

    Bah... se sia "solo un bene per lei" aggiunse, mimando anche le virgolette per aria con entrambe le mani non saprei. Non vi conosco abbastanza da poterlo dire, ma forse ti conviene parlarne con lei se hai ancora dubbi a riguardo.

    Era stato quel "forse" proferito da Blake a spingerlo ad intuire che probabilmente, sotto sotto, il prefetto Black Opal non era fermamente convinto di ciò che stava dicendo.
    Il margine di errore era alto, considerato quanto ne sapesse sul loro conto - ossia meno di zero - ma era sempre stato un fan della logica.

    Non ho ancora avuto una relazione così importante da poter dire di essermi fatto male o aver ferito. Quindi onestamente non saprei, forse hai ragione, forse no. Non credo che si tratti di scelte puramente razionali.

    Il cuore, si sa, non sente ragioni e lui era ancora troppo giovane per poter atteggiarsi a uomo vissuto. Tra le altre cose, era sempre stato profondamente concentrato su se stesso e sui propri bisogni per permettere a chiunque altro di condizionarne le giornate e la prospettiva continuava a non allettarlo particolarmente.
    Ascoltò il resto del discorso di Barnes con un'espressione neutra dipinta in volto. Era interessato a capirlo, tuttavia era anche fermamente convinto del fatto che le persone esprimevano il meglio di loro stesse con le azioni piuttosto che con le parole, dunque qualsiasi cosa Blake potesse dire in quel momento su di sé avrebbe potuto tranquillamente essere fumo negli occhi.
    Evitò di commentare le sue parole sull'unicità e sull'originalità con la versione coreana di "chi si loda si imbroda" solo perché non voleva risultargli antipatico. In fondo, sperava davvero di potersi ricredere circa il fatto che Blake Barnes fosse nient'altro che il classico quarterback popolare della scuola, come in qualsiasi banalissimo film adolescenziale.
    Sperava di sbagliarsi sia perché gli sarebbe piaciuto credere che il prefetto non gli stesse mentendo circa la questione dell'originalità, sia perché in quel caso avrebbe potuto valutare positivamente i gusti di Lilith in fatto di ragazzi.

    In effetti ti descrivono un po' come il classico stronzo belloccio di turno mentirgli, a quel punto, era praticamente inutile anche perché Blake sembrava molto consapevole di ciò che si diceva in giro di lui ma penso sia perché non hanno niente di meglio da fare che pensare alla vita degli altri. Sai com'è... è più interessante farsi i cazzi altrui piuttosto che pensare alla noia della propria vita vuota.

    Venale, algido oltre ogni misura, non fece una piega mentre proferiva quelle parole nel tentativo di stemperare il fastidio di Blake circa le dicerie sul suo conto.
    Ormai il sud coreano aveva deciso che gli avrebbe lasciato il beneficio del dubbio.

    Non mi va neanche di provarci in genere, almeno fino a quando non mi rendo conto che potrebbe valerne la pena. Ma è difficile.

    Si strinse nuovamente nelle spalle, lanciando uno sguardo all'orologio da polso che portava allacciato al braccio sinistro.

    E vorrei anche poter dire che non mi interessa avere una T in Incantesimi per essere arrivato in ritardo, ma non è così.

    Concluse, preparandosi a congedarsi dal prefetto.

    Ci si vede.

    Aggiunse dunque, dedicando a Blake con cenno del capo a mo' di saluto prima di voltarsi e sparire dietro le colonne del porticato, diretto a lezione.
    Joo-hyuk
    Kwon

    "
    If I was you, I'd wanna be me too.
    "

    black opal - I anno


    Ciao! Ho chiuso perché la role ormai è ambientata troppo indietro nel passato e nel mentre sono successe un bel po' di cose :rolleyes: fammi sapere se preferisci rispondere o se segnaliamo direttamente nelle chiuse. Intanto, grazie mille per la role *_*

    code by ©#fishbone

     
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9 replies since 6/11/2022, 00:07   186 views
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