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  1. Joshua B. Evans
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    ScaredShallowAracari-size_restricted
    Joshua Benjamin Evans
    Ametrin | 20 anni
    Joshua era molte cose, tra le tante anche prevedibile.
    Non se ne faceva un cruccio, come poteva? La banalità e l'ordinarietà erano parti integranti della sua vita e quando incontrava qualcosa o qualcuno in grado di stravolgere quella quotidiana routine era come prendere una boccata d'aria fresca.
    Sospirò soddisfatto, come realizzato da quella presenza che di confortante aveva ben poco, ma che ad ogni modo riusciva a spezzare il regolare e noioso - nonché prevedibile - andamento delle sue giornate.
    «Cerca di non esserlo tu per entrambi, allora. Anche se, lasciatelo dire, non sei proprio sulla buona strada.»
    Lo disse bonariamente, con un sorriso che volle testare ciò che dall'altra parte prendeva fuoco all'interno di un corpo esile e difficile da immaginare come detentore della furia preannunciata. La stava testando, non provocando, con l'intenzione di comprendere dove si trovasse il punto di non ritorno, fin dove si potesse spingere. Incrociò le dita delle mani e se le portò dietro la nuca, accavallò le caviglie e rivolse lo sguardo verso l'alto.
    «Un novellino io? Davvero?»
    Lo prese come un complimento e pertanto si lasciò andare a una lieve risata, le iridi cerulee a scontrarsi inizialmente con il cielo dello stesso colore, successivamente con i lineamenti delicati e alteri della ragazza che aveva di fronte. All'improvviso si rese conto di un paio di informazioni fondamentali: non sapeva il suo nome e lei pensava che fosse appena arrivato, ignaro di un mondo mai visto prima di allora.
    Sarebbe stato più facile, si disse.
    «A volte mi piacerebbe. Ricominciare da capo senza conoscere nessuno.»
    La leggerezza con cui volle far risuonare quelle parole venne meno, lasciando intuire qualcosa che avrebbe fatto volentieri a meno di raccontare. Ma Josh, sempre sulla falsa riga della prevedibilità, non sapeva mai quando tacere e men che meno era in grado di immaginare le conseguenze delle parole dette senza pensare. D'altro canto, non era certo una di quelle persone in grado di imparare dai propri errori.
    Quando mai.
    Non aveva grande fiducia nelle proprie doti. Insomma a volte provava a raggiungere un risultato apparentemente irraggiungibile e, come si suol dire: "punta alla luna, male che vada avrai camminato fra le stelle". Non aveva certo puntato a farla divertire, ma farle raggiungere quanto meno un sorriso sì, lo sperava.
    «Allora sai ridere.» Commentò fintamente sorpreso, mentre liberava le mani dal nodo precedente per poggiare la destra, quella che si frapponeva tra sé e la ragazza, poggiava il palmo a terra.
    «Non è male.»
    Ridere? Forse.
    Sapere che la sua Casa fosse quella degli Ametrin parve accendere il suo interesse. Josh notò lo sguardo accattivante, il sorriso di sfida e la colse, quella sfida, senza domandarsi cosa ciò potesse comportare. «Del tipo?» Inclinò appena il volto verso di lei, negli occhi uno sguardo carico di curiosità. Sapeva le voci che giravano sulle tre Case di Hidenston, sapeva anche le voci che giravano su di sé, ma non era mai stato uno che seguiva con particolare dovizia le dicerie.
    Sospirò e attese, riprendendo le redini di quel gioco che avevano iniziato quasi alla sprovvista.
    «Però cerca di sorprendermi.»
    Insomma, pensò sorridendo e domandandosi ancora chi fosse quella ragazza, di prevedibile bastava lui.
    RevelioGDR
     
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8 replies since 4/11/2022, 20:23   138 views
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