Compito di Divinazione - Triennio

Harry Wood

Era molto curioso di sapere cosa sarebbe stata quella speciale prova che il professore di Divinazione aveva promesso loro, la curiosità e la voglia di scoprire facevano da sempre parte di lui, della sua voglia di crescere a livello accademico e come persona ogni volta che ne aveva l’occasione. Raggiunta l’aula di Divinazione quel giorno voleva trovare delle risposte a quella promessa che era stata fatta alla classe, e di fatto rimase subito molto sorpreso, colpito dalla bellezza di quell’ambiente egiziano che era diventata la loro aula. Amava quel p popolo, le loro scoperte, insomma era nel suo mondo e non poteva chiedere di meglio per quel giorno. Notò indistamente come ci fosse una vera e propria raffigurazione di una piramide, la cosa era magnifica grazie a tutti quei geroglifici che erano sul muro della medesima. Sembrava come se fosse un libro, e in un certo modo lo era per i faraoni o chi era sepolto in una piramide dato che erano preghiere e testi che dovevano proteggere e accompagnare la persona mummificata e messa nel sarcofago. L’entrata in scena del docente sembrava essere un vero colpo di scena degno di Hollywood, era vestito come nell’antico Egitto, un sacerdote in carne e ossa. Poi ascoltò la sua spiegazione legata a quell’esercizio, una nuova forma di Divinazione da aggiungere alle sue conoscenze. Il loro compito era chiaro, sapeva cosa dovevano fare e al termine della spiegazione stessa non perse tempo nel cercare in quella serie di geroglifici decisamente infinita una striscia di tre da interpretare e capire a livello divinatorio. Trovò nell’immensità con un colpo d’occhio, e come se fosse stato richiamato indirettamente verso essi, tre geroglifici in fila che erano perfetti per la sua ricerca divinatoria.

Oh si, sono loro quelli che cerco.

Il destino in quella materia era parte integrante, quindi nulla veniva per caso. La serie era composta dal geroglifico che si leggeva come “m”, e graficamente era un uccello, poi di seguito il geroglifico tradotto come bisillabare dagli egittologi babbani e grazie alla comprensione della famosa stele di rosetta “mw”, che erano tre onde a livello grafico, e infine quello traducibile come “Hpr” e rappresentato dal famoso scarabeo egizio. Con la bacchetta sfiorò il primo geroglifico, l’uccello. Quell’animale si animò improvvisamente lasciandolo sbalordito mentre iniziò a parlare, raccontare di se.

Io sono Benu, lieto di conoscerti. Nell’antico Egitto mi veneravano, ed ero un grazie al mio essere mitologico legato, come sono tutt’ora, al nostro grande maestro Ra. La mia casa era il tempio di Eliopoli, la pietra benben il mio bastone, il mio personale appartamento reale.

Smosse le sue gambe da airone.

Rappresento la vita in ogni sua forma, dalla nascita, alla resurrezione dopo la morte per arrivare infine all’eternità che troviamo nelle nostre tombe.

Rimase colpito da quelle parole, gli piaceva eccome quella lezione. A quel punto andò a sfiorare il secondo geroglifico, le tre onde. Subito si alzò da esso come una piccola porzione di mare, o meglio di fiume Nilo.

Il mare, l’acqua, e la vita sono sempre legate a noi, siamo sempre in viaggio e l’acqua trasporta la linfa vitale che fa nascere cose nuove. Dovete seguire una strada, una via maestra nella vostra vita. Le onde sono importanti, così come la nostra vita. Rispettate l’acqua e non dovete aver pausa di iniziare una via alternativa seguendo i corsi d’acqua.

Parole un po’ più enigmatiche da parte del secondo geroglifico, ma si era già fatto una mezza idea di come collegate la cosa. Infine sfiorò anche il geroglifico con lo scarabeo facendo in modo che camminasse e prendesse vita.

Il mio none è Kheperer, e da sempre fin dall’antico Egitto sono legato all resurrezione. Mi hanno sempre paragonato al Dio Sole Khepri, e come lui nel mio naturale spingere le palle di sterco per deporre poi le uova e far nascere le future generazioni mi sembrava di far iniziare un nuovo giorno grazie al disco solare che faceva saliva nel cielo. Grazie a ciò mi hanno legato in maniera indissolubile a Khepri. La natura e la sua forza sono con me. Offro una grande forza, una potenza e infine una bella protezione.

Il discorso era semplice, lineare e diretto. La sua storia era legata al passato e al presente allo stesso modo. Anche lo scarabeo finì di parlare e tornò all’interno del geroglifico. Si mise quindi a ragionare su quelle tre storie tanto belle, quanto misteriose e interessanti, un mix unico. Ebbe quindi la sua illuminazione dopo qualche minuto, la previsione per il futuro sembrava netta.

Tutto inizia con la libertà che mi piace avere, l’essere libero nelle mie scelte come é un uccello che libra in volo. Poi il tutto passa dalla mia figura per un viaggio da compiere, un mare di scelte dal quale devo fare la scelta giusta. Infine il viaggio si deve concludere in una sorta di resurrezione, trovare un nuovo me. Quindi ipotizzerei che il destino voglia dirmi che nella mia libertà attuale dovrò fare una scelta, scegliere il mio futuro tra diverse opzioni per iniziare un “viaggio” o un percorso nuovo, e poi alla fine di questo “viaggio” trovare una nuova parte di me, forse scoprire qualche lato nascosto per ora dentro di me. Credo che sia questo che vogliono dirmi i geroglifici.

La divinazione legata a quei geroglifici gli aveva dato quell’esito, almeno teoricamente. Ma sapeva anche che ogni divinazione poteva avere più esiti e non era mai facile trovare quello giusto tra le tante opzioni possibili e le tante interpretazioni. In ogni caso la cosa si faceva interessante, se doveva fare una scelta per intraprendere un percorso a cosa poteva essere legato? Domande che solo nel futuro avrebbero trovato le giuste risposte.

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