Riusciamo a parlare?

Aidan e Adrien

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    AIDAN HARGRAVES
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    “Ehy Adrien. Credo che noi due dobbiamo parlare. Con calma e senza litigare come due bambini dell'asilo”
    Ecco cosa gli aveva detto, avvicinandosi a lui, in mezzo alla confusione della sala grande durante il pranzo. “Aula in disuso, così nessuno ci rompe. Per favore, chiariamoci. Una volta per tutte. Ti aspetto lì.”
    L'intenzione del Dioptase era quella di chiarire la situazione con il ragazzo. Lui non aveva intenzione di odiare Adrien perché non ne aveva assolutamente il motivo. Adesso che finalmente aveva capito il motivo di tutto questa rabbia nei suoi confronti voleva parlarne senza dover ricorrere a offese, cazzotti o incontri di Wrestling che farebbero invidia alla WWE. Tra l'altro Aidan si limitava a usare la mazza, per fare male. Non aveva mai dato pugni, in vita sua...quindi sarebbe un tantino in svantaggio, ecco.
    Quindi, dopo aver mangiato, quella domenica si diresse dritto dritto nell'aula in disuso. Aveva sistemato un banco al centro e due sedie ai lati del banco, una di fronte all'altra. E quindi avrebbe atteso il compagno, appoggiandosi al pilastro dell'ingresso dell'aula.
    Quel ragazzo lo aveva trovato sempre troppo arrabbiato, con chiunque. Non lo aveva praticamente mai visto sorridere o scherzare con qualcuno. Il suo volto era sempre incazzato, sempre antipatico. Eppure Aidan non aveva mai avuto motivo per odiarlo. Non gli voleva nemmeno bene, ovviamente...ma non lo detestava. A differenza di lui. Eppure Aidan non pensava di avergli fatto qualcosa che lo avrebbe fatto incazzare così tanto. Finché non scoprì il motivo, quando parlò con Regina.
    Il motivo per tutto questo astio nei confronti del dioptase era uno solo: Gyll McKenzy.
    Chissà per quale motivo, lui era convinto che fosse stato Aidan a dire in giro che Gyll era una puttana. Questo non lo aveva mai fatto. Il problema era che la gente fece girare questa notizia solo dopo la sceneggiata che fece al Molo all'inizio dell'anno scorso. L'unica colpa del ragazzo era quella di aver esagerato su quel molo. Aver sbraitato, essersi incazzato ed aver urlato contro di lei aveva fatto nascere storie a dir poco indicibili e false nei confronti della povera Opalina. Aidan stesso le chiese scusa per questo e pare abbiano chiarito. Ora doveva solamente chiarire anche con Adrien, che, a quanto pare era innamorato di lei. E per questo motivo era lì, nell'aula in disuso, in attesa che il giovane Beauvais decida di venire. Senza nessuno intorno e senza nemmeno Blake che li osservava. Lui voleva solamente parlare. Niente di più.





    Adrien Beauvais
     
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  2. Adrien Beauvais
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    Il coraggio è resistenza alla paura e dominio della paura, ma non assenza di paura.
    Una forchetta si abbatté con forza contro ciò che vi era nel piatto: non sapeva bene il motivo, ma quel giorno non aveva molta fame. Gli sembrava che il suo stomaco si fosse chiuso completamente. Era molto probabile che ciò fosse dovuto a tutto lo stress che aveva dovuto affrontare a partire dall’inizio della scuola, visto che non era abituato a trattenersi e a farsi più “gentile”, se tale potesse essere chiamato il suo atteggiamento meno insolente e meno antipatico (forse) del previsto.
    I suoi occhi, puntati sul piatto, erano, in realtà, totalmente vuoti, poiché l’unica cosa su cui Adrien stava prestando attenzione erano i suoi stessi pensieri. Risucchiato nel loro vortice, non si rese conto che fu il Dioptase tanto odiato ad avvicinarsi al suo angolo di tavolo fino a quando non avesse sentito la sua voce chiamare il suo nome. Alzò il volto e fissò Aidan con sguardo serio e neutrale, nel quale l’altro studente non avrebbe affatto potuto leggere odio e antipatia. Era semplicemente vuoto.
    Ascoltò quello che aveva da dire, ma gli fece cenno di aver compreso e accettato. Ci sarebbe andato, comunque. Era un altro degli sforzi che avrebbe compiuto per amore delle promesse che aveva fatto, perché era davvero determinato a cambiare sé stesso. Non voleva più finire nel giro della droga, né dell’erba, non voleva più rischiare l’espulsione dall’accademia se non per una giusta causa (quale fosse non la sapeva, ma tanto valeva aspettare di trovare, un giorno, nel caso ci fosse stata). E, poi, aveva bisogno dell’accademia, di vivere lì dentro, se non avesse voluto tornare a New York ed essere messo sotto torchio da suo padre per prendere in mano le redini dell’azienda.
    Dopo circa una decina di minuti dall’allontanamento del dioptase, si alzò dal suo posto e si incamminò verso l’aula in disuso. Fu lì in pochi minuti. Spalancò la porta d’ingresso e si fermò un secondo per guardare cosa avesse combinato l’Hargraves. In realtà davvero nulla, ma il fatto che ci fosse un tavolo tra le due sedie lo fece sghignazzare.
    - Paura che ti picchi di nuovo, Hargraves? – chiese sarcastico, indicando con l’indice proprio il tavolo e utilizzando di proposito il cognome del ragazzo. Era già tanto che si stesse comportando da persona civile: non poteva chiedergli di più.
    Si avvicinò a quest’ultimo e si sedette su una sedia a disposizione. Poggiò le braccia sul tavolo e intrecciò le dita, pronto ad ascoltare. Mettere le mani in bella mostra avrebbe dovuto tranquillizzare il suo interlocutore, perché avrebbe visto ogni loro movimento.



    ADRIEN BEAUVAIS
    n(ST):02.05.2004
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    AIDAN HARGRAVES
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    Mentre aspettava si era reso conto che all'invito di Aidan Adrien aveva risposto con un cenno della testa senza dire una parola. Non si aspettava una reazione del genere. Forse aveva deciso di calmarsi una volta per tutte? Lo sperava, sinceramente.
    Non sapeva niente di niente di quel ragazzo, anche perché non avevano mai parlato.
    Aidan si era messo seduto su una delle due sedie e, nell'attesa, batteva le dita sul tavolo.
    Alcuni minuti dopo, la porta dell'aula si aprì e l'opale si presentò con un sorrisetto sulle labbra. Aidan si voltò verso il ragazzo e ricambiò il sorriso allo stesso modo. “Se l''avessi avuta non ti avrei chiesto di venire in un'aula vuota ma ti avrei parlato direttamente in mezzo alla gente, no?”
    Seguì Adrien con lo sguardo, mentre si metteva a sedere e si sistemò anche lui.
    “Ma so che non hai intenzione di rompermi il naso, almeno per ora. Io non ho alcuna intenzione di farti male senza motivo. Voglio solamente parlare con te e chiarire una cosa.”
    Aidan appoggiò le braccia sul tavolo, incrociando anche lui le dita, e guardò il compagno.
    “Dopo un anno, finalmente ho capito perché mi odi così tanto. Sì, ci metto tanto a capire, soprattutto se si tratta di 'gossip' che girano nella scuola.”
    Fece un respiro profondo e andò dritto al sodo.
    “So che sei innamorato di Gyll. Ed è per questo motivo che mi odi così tanto. Credo che tu pensi che a far girare tutte quelle parole su di lei sia stato io. Non è così?”
    Aidan osservò Adrien e appoggiò le spalle sullo schienale della sedia. “In realtà non è assolutamente vero. Non so cosa ti abbia detto Gyll. Il problema è che in questa scuola una semplice sceneggiata, la trasformano in parole che non ho mai detto. Ho chiesto anche scusa a Gyll perché con quella mia sceneggiata ho fatto nascere tutti questi pettegolezzi e tutta questa falsità nei suoi confronti. E, soprattutto, ho fatto crescere il tuo odio verso di me.” lo disse tutto in una volta, perché non aveva senso fare giri di parole.
    “Se solo me lo avessi detto, probabilmente avrei cercato di farti capire che non ho assolutamente detto niente a nessuno contro Gyll. Tutte quelle parole che hai sentito sono state solamente delle voci false che un pugno di coglioni senza niente da fare hanno messo in giro.”
    Aidan osservò il ragazzo, prima di dire l'ultima cosa per poi lasciar parlare Adrien se avesse voluto.
    “Ero incazzato con lei, quel momento, le avrò detto qualsiasi cosa nella mia testa, mi sono incazzato anche con me stesso. Ma mai e poi mai mi è minimamente passato per la testa di spettegolare in modo negativo su Gyll. Non farei mai una cosa del genere, nemmeno alla persona più odiosa del pianeta. Voglio che tu sappia questo. Potrai anche continuare ad odiarmi. Ma voglio solo che tu sappia che rispetto Gyll. E che continuerò a rispettarla”. Detto ciò Aidan si zittì e lasciò la parola al ragazzo. Tutto ciò che gli voleva dire lo aveva fatto. Ed era pronto a qualsiasi domanda o qualunque altra cosa volesse dirgli.

     
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  4. Adrien Beauvais
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    Il coraggio è resistenza alla paura e dominio della paura, ma non assenza di paura.
    Un ghigno sollevò gli angoli della bocca di Adrien.
    - Per una volta, Hargraves, non posso che essere d’accordo con te… effettivamente, un luogo affollato sarebbe stata la scelta più saggia se avessi avuto paura… bravo, Hargraves, ottima pensata! -
    Quel complimento era mezzo vero, mezzo ironico. Perché tu ci vedi Adrien a complimentarsi davvero? Naah, impossibile.
    - Vorrei poter dire di averne intenzione, ma non sarei sincero. Sono qui per ascoltare quello che hai da dire e, eventualmente, rispondere alle tue domande. Ma solo se mi va. -
    Era meglio mettere in chiaro le cose perché “patti chiari, amicizia lunga”.
    - Ah sì? – domandò, inclinando leggermente il capo. Il suo orecchino d’argento tremolò leggermente. Era curioso di sapere cosa avesse capito sul suo conto. Quando il nome di Gyll lasciò le sue corde vocali, l’opale trattenne inconsciamente il respiro, ma la sua espressione rimase abbastanza neutrale, se non fosse stato per gli occhi che si incurvarono in una linea più dura. Alla fine di quel monologo, si passò una mano sulla faccia abbastanza distrutta. Era sconvolto, ecco tutto. A chi doveva credere: a Gyll o ad Aidan? Alla sua ex ragazza o all’amico di Blake? Il suo cervello era davvero sfinito: non ce la faceva più a pensare, ripensare, cercare di trovare risposte. Voleva solo stare in pace. Dopo un lungo periodo di silenzio, finalmente parlò:
    - Io e Gyll ci siamo lasciati… cioè io ho lasciato lei… ho capito chi fosse poco dopo la rissa tra noi due. E, non fraintendere, non penso a nulla di male su di lei, solo che non sia capace di fare una scelta e che dia nomi a cose che, effettivamente, non sono tali. Inoltre, ha voluto imporre delle scelte su di me ed è stato proprio questo a farmi prendere la decisione di lasciarla andare…
    Sospirò.
    - Ora, sulla base di quello che mi stai dicendo tu, se dovessi prenderlo per vero, potrei affermare che Gyll è una grande bugiarda… perché quello che ha detto a me è tutto l’opposto di quello che mi stai dicendo tu. Almeno che il bugiardo non sia proprio tu, Hargraves… -
    Quelle parole furono pronunciate con una calma che Aidan non aveva mai visto essere dell’opale.

    ADRIEN BEAUVAIS
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    Aidan rispose con un altro sorriso alle parole del ragazzo. Aveva rischiato, in realtà, quando lo aveva invitato a parlare faccia a faccia senza nessuno che potesse magari separarli in caso di un eventuale litigio. “Puoi anche odiarmi ma ritenermi uno stupido è un po' troppo, no?”
    Poi, quando finalmente decise di dirgli tutto, attese che lui dicesse qualcosa.
    Anche lui, alla fine, fece il suo monologo e rimase ad ascoltarlo, incrociando le braccia al petto e appoggiandosi allo schienale della sedia.
    Quando sentì che l'aveva lasciata rimase sorpreso, davvero. Non perché pensasse che stiano bene insieme (dato che non conosceva bene Adrien), ma perché credeva che Gyll avesse deciso di 'mettere la testa a posto'. Nel senso che aveva deciso di stare con una sola persona. E da quello che disse Adrien sembrava non fosse così. “Ha perso la testa per quel denrisiano ed ancora non sa scegliere con chi stare. Almeno con te. Con me ha deciso di voler stare col denrisiano. Ma...non ho capito se lei vuole te e il denrisiano insieme..” alzò lo sguardo incuriosito più che altro per capirci qualcosa. “Mi dispiace per te, comunque. Non sono geloso... Ho già una ragazza e sono interessato solamente a lei, adesso. Solo che non riesco a capire cosa voglia realmente quella ragazza. Se vuole stare con quel ragazzo...perché non ci sta? Invece di far impazzire anche altri ragazzi” in un certo senso tifava per Adrien, nonostante il caratteraccio dell'opale.
    Quando poi disse quelle parole, Aidan si rizzò sulla sedia ed alzò un sopraccigli.
    Scosse la testa confuso. “Oh che diamine...Giuro che io non ho detto niente contro di lei a nessuno!” Si grattò tra i capelli cercando di capire. “Il problema...te l'ho detto...il problema di quello che è girato nella scuola, è la gente che non sa farsi i cazzi suoi.”
    Sbuffò continuando a scuotere la testa. “Non dico mai cazzate, Adrien.”
    Gyll stessa gli aveva detto che non era stata colpa sua, il fatto di sentirsi dire battutine e parole poco piacevoli, anche se Aidan si sentiva in colpa di averlo fatto pensare indirettamente con quella scenata dell'anno scorso.
    “Te l'ho detto. Ho parlato con Gyll e le ho detto che tutto quello che sta passando è colpa mia. Ma non perché ho parlato male di lei agli altri. Ma perché ho fatto quella sceneggiata l''anno scorso al molo.” Lo avrebbe ripetuto ancora, se fosse necessario.
    “Posso sapere, per favore, cosa ti ha detto Gyll?”

     
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  6. Adrien Beauvais
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    Il coraggio è resistenza alla paura e dominio della paura, ma non assenza di paura.
    - No. – rispose con tono secco. Aidan Hargraves, per Adrien, sarebbe sempre rimasto un grande stupido coglione, nonostante la tregua che era determinato a concedergli. Ovviamente, qualsiasi passo falso del concasato e quella possibilità si sarebbe dileguata in un battito di ciglia.
    - Mettiamo una cosa in chiaro, Hargraves: puoi essere prefetto, caposcuola, preside, qualsiasi cosa, ma per me rimarrai sempre un coglione. E non cambierò idea su questo punto. Ma sono disponibile a concederti il beneficio del dubbio per qualche tempo e una tregua. Ma fai solo un passo falso e non basterà molto per metterti KO quando meno tu te lo aspetti. -
    Seguì un momento di silenzio: il diciottenne desiderava che Aidan assorbisse quella minaccia.
    - Credo di essere stato abbastanza chiaro e non penso che ci vorrà una ripetizione di queste parole. Ora, tornando alla questione Gyll… -
    Ascoltò quel che l’opale aveva da dire in merito.
    - Ah-ah, bada bene, ma io non ho mai pensato che tu fossi geloso! -
    Forse era una grossa cazzata, ma doveva ripulire in qualche modo la sua immagine, no?
    - Con me non ha deciso. Anzi, ha deciso, sì, ma di tenermi lontano da lei per tutto questo tempo, di non rivolgermi la parola e di evitarmi semplicemente perché, a detta sua, mi “ama” troppo e non voleva mettermi nei casini della sua vita. Ma, comunque, non sa nemmeno lei cosa vuole nella vita! Non sa decidere e ha continuato a farmi girare i coglioni per tutta l’estate con quei messaggini del cazzo. -
    Si passò una mano sul capo pelato, che scosse frustrato.
    - Prima o poi dovrò bloccare il suo numero. E se (!) – alzò il dito indice. - …se avesse mentito una volta, lo avrebbe potuto fare altre mille volte senza pentirsene. E potrebbe farlo in futuro. -
    Batté ritmicamente le dita sul tavolo e guardò serio Aidan, con il volto serioso poggiato su un palmo di mano. Ascoltò con attenzione il suo monologo. Avrebbe dovuto crederci, fidarsi del suo istinto, oppure prenderlo nuovamente a cazzotti in faccia fino a quando non avesse sputato il vero rospo?
    - E io posso sapere di quale sceneggiata stai parlando? -
    Gli aveva accennato qualcosa Regina durante una litigata memorabile dell’anno scolastico precedente, ma ancora era all’oscuro delle precise dinamiche di quel che era accaduto.




    ADRIEN BEAUVAIS
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5 replies since 4/9/2022, 15:07   68 views
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