Scoperte e sensi di colpa

Andrew&Adrien

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Adulto
    Posts
    113
    Reputation
    +49

    Status
    🗲
    SOGNATORE
    Colui che può trovare la sua strada al chiaro di luna e vedere l'alba prima del resto del mondo
    Alla fine era riuscito veramente a cedere a tutta la rabia che aveva in corpo. Dopo che aveva incontrato quel ragazzino, era tornato a casa e si era detto che non sarebbe mai più successo, si era punito, aveva meditato su quello che aveva fatto ed aveva trovato sicuramente qualcosa da fare per riuscire a non pensare alle sue zioni malsane. Si sentiva in colpa, tremendamente in colpa e quando succedevano quelle cose non faceva altro che meditare, entrare in una'ltra dimensione e cercare di mettersi in contatto con i suoi spiriti guida e comunque cercare di riparare la sua anima danneggiata. Ancora un'altra crepa e si sarebbe completamente frantumata. Quel giorno aveva deciso che era ora di andare a scorpire qualcosa sulle sue origini. Basta continuare a rimandare quella situazione, basta davvero essere una persona tanto vile ed avere paura di scorpire una qualche verità. Inoltre in quei giorni di meditazione si era reso conto che c'era qualcosa che non gli tornava. Si era messo in contatto con una perte della sua mente che aveva seppellito ed eccolo li che era spuntato fuori un indizio. Si era toccato il collo più e più volte. Aveva sempre una catenina con se, era d'acciaio, non era preziosa ma l'aveva sempre indossata. Non era quella di Erikir, ma c'era qualcosa di strano in quel ricordo. Delle inziali sicuramente erano incise in essa e lui non ricordava ne quelle ne dove avesse messo quella catenella. Quindi decise di andare al lago, era notte, notte fonda. Era estate e li non c'era quasi nessuno. La luna era alta, gli altri erano allineati. Cominciò a prendere la bacchetta ed incidere delle rune specifiche per far in modo e maniera da riuscire a ricordare qualcosa del suo passato che gli sfuggiva. Prese delle candele e le accese tutte intorno in maniera tale da sentirsi più rilassato e poi, senza pensarci davvero troppo, prima di attivare il tutto, prese il suo telefono, si mise al centro dei sigilli e mandò un messaggio. Se sei a Denrise e ti va, vieni al lago, ti insegno un rito. Lo mandò ad Adrien ed attese guardandosi ancora un pò intorno e perfezionando qua e di la qualcosa.
    Divinatore
    Blogger
    Durmstrang
    23 anni
    ANDREW BARBER
    Felici sono coloro che sognano dei sogni per i quali sono pronti a pagare il prezzo per far sì che si realizzino
     
    .
  2. Adrien Beauvais
        +1   +1   -1
     
    .

    User deleted


    CRETINO
    Stupido, imbecille.
    Quello che stava attraversando era stato – e lo era ancora – un periodo davvero, ma davvero difficile. Aveva da poco iniziato le sue sedute da quel Barnes e, sinceramente, non stava vedendo alcun risultato – ma, dopotutto, Adrien, cosa pretendi?! Vi siete visti pochissime volte ancora! -. La pazienza, ultimamente, non era il suo forte. In realtà, non lo era mai stata, se non per poche semplici questioni, come quelle accademiche, seppur su di loro si facesse molte pressioni per raggiungere i risultati desiderati. Aveva perso tutto e niente: tutto perché aveva perso sé stesso; niente in quanto era rimasto il solito coglione solitario e asociale.
    Si rigirò tra le lenzuola del suo letto, annoiato a morte. Aveva provato di tutto: scrollare instagram, leggere un libro, studiare, ma non aveva avuto interesse per nessuna di quelle singole attività e, così, si era ritrovato a sonnecchiare indisturbato, fino a quando quel coglione del suo compagno di stanza non aveva fatto cadere una scarpa, svegliandolo d’improvviso. Gli aveva urlato le peggiori parole e quasi lo aveva cacciato di stanza.
    - Coglione… - aveva proferito una volta che il ragazzo se ne fosse uscito.
    Dovrei chiudere la porta a chiave e farli dormire tutti in corridoio stì cretini” pensò.
    - E sì… basta che, poi, il coglione di Adrien faccia sempre in silenzio per non svegliarvi… ma vi faccio vedere io la prossima volta! Vi sveglio a manganellate… mah! -
    Quel suo monologo fu interrotto dal suono della notifica sul suo telefono: raccolse il magifonino abbastanza velocemente, perché la curiosità aveva vinto, per una volta, la sua indifferenza. Sbuffò non appena lesse il nome.
    - E ora questo che cazzo vuole…?! -
    Ah, era un invito… sì che gli aveva dato il suo numero di telefono, ma non erano mai stati amici. Digitò un “Da quando siamo amici? Comunque, non sono a Denrise, ma mi sono cacato il cazzo di stare nel letto, quindi, aspettami lì.
    La finezza non era affatto il suo forte, soprattutto con Andrew Barber. Era il suo modo di sfidare le regole sociali e, forse, era anche meglio delle canne o della droga… più salutare, ecco, anche se non il più gentile.
    Si vestì in fretta e furia, infilandosi la prima roba che gli capito sottomano e si smaterializzò al lago nel giro di 10 minuti dall’ultimo messaggio.
    Non appena vide il giovane, si avvicinò e lo salutò con un cenno del capo. Incrociò le braccia e lo guardò con il suo solito volto incazzato.
    - Allora? Di che rito stai parlando?! -




    18 ANNI
    BLACK OPAL
    SCHEDA PG
    STATISTICHE
    ADRIEN BEAUVAIS
    I cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedirgli di nuocere.
     
    .
  3.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Adulto
    Posts
    113
    Reputation
    +49

    Status
    🗲
    SOGNATORE
    Colui che può trovare la sua strada al chiaro di luna e vedere l'alba prima del resto del mondo
    Lo sapeva che sarebbe andato. Sapeva benissimo che alla fine avrebbe ceduto. Quel ragazzo non era cattivo, quel ragazzo doveva solamente essere guidato e qualcuno doveva dargli affetto, qualcuno doveva fargli capire che era importante e speciale. A suo modo, ma comunque lo era. Non attese molto, o comunque non gli sembrò che ci mise moltissimo. Lesse il messaggio ma comunque non rispose, alla fine lo avrebbe fatto non appena sarebbe stato li. E poof! Per fortuna erano in un punto di Denrise dove la smaterializzazione era possibile e quando lo vide, lo guardò, ma poi tornò a perfezionare una runa. Lo so che non siamo amici, ma comunque mi sembrava interessante insegnarti un rito divinatorio. Perchè non ne aveva idea, ma comunque gli sembrava un'ottima idea. Il suo intuito gli suggeriva che Adrien fosse la persona giusta. Sorrise appena e poi gli fece segno di andare più vicino. Stai attento, ci sono delle rune disegnate per terra che ho quasi del tutto sigillato, quindi potresti compromettere il tutto! Aggiunse poi con una certa gentilezza e, soprattutto, certo che sapesse esattamente di cosa stesse parlando. Andrew non era uno che aveva il terzo occhio, ma era sempre stato veramente molto bravo ad interpretare determinate situazioni. Devo rivivere una situazione del passato, devo capire delle cose e sto perfezionando un rito. Ovviamente non posso interagire con le persone del passato nel mio aspetto di ora, ma rivivere certe situazioni è importante, specialmente se cerchi qualcosa o qualcuno che non riesci a trovare. Allora mi vuoi dare una mano? Chiese poi tranquillamente facendogli segno di entrare nel cerchio. Certo era anche pericoloso portarselo dietro e fargli vedere determinate cose del suo passato, ma in fondo oramai il dado era tratto e lui non voleva, in nessun modo, tirarsi indietro. Anzi, adesso che lo aveva di fronte quasi gli sembrava essere veramente un'ottima idea.
    Divinatore
    Blogger
    Durmstrang
    23 anni
    ANDREW BARBER
    Felici sono coloro che sognano dei sogni per i quali sono pronti a pagare il prezzo per far sì che si realizzino
     
    .
  4. Adrien Beauvais
        +1   +1   -1
     
    .

    User deleted


    Il coraggio è resistenza alla paura e dominio della paura, ma non assenza di paura.
    Era decisamente incredulo: Andrew Barber l’aveva contattato per insegnargli un rito divinatorio?! Quando aveva letto la parola “rito” sul messaggio aveva pensato a tutto tranne a quello. Ed era a dir poco figo…
    - Quindi sei un divinante di professione? – gli domandò, con un sorrisetto sulle labbra e occhi che nascondevano la sorpresa che aveva provato non appena avesse sentito l’uomo dargli quella informazione. Ciò che Andrew Barber non sapeva era che per l’opale la Divinazione fosse una tra le sue scelte primarie di professione. L’aveva sempre adorata come materia di studio, anche se, effettivamente, a Ilvermorny, se ne studiava una che si avvicinava di molto a questa, più legata alle tradizioni dei Nativi d’America.
    Si avvicinò all’uomo a passo lento e attento, consapevole che avrebbe dovuto prestare una certa attenzione al lavoro che l’uomo aveva compiuto per non compromettere il tutto.
    - Lo so, lo so… non sono un bambino! Le capisco bene certe cose! – si ritrovò a rispondergli, leggermente offeso da quella considerazione che lo faceva quasi ignorante.
    - Una situazione del passato? -
    Si, stava ripetendo a pappagallo le sue parole, ma davvero non riusciva a credere che colui con cui aveva fatto a cazzotti seriamente e che gli aveva spezzato il naso gli stesse chiedendo proprio di entrar con lui in un suo ricordo. Non erano amici, lo aveva persino detto poco prima. Quindi, perché si fidava?
    - Perché ti stai fidando di me? – gli chiese, con aria tranquilla. Avrebbe voluto una spiegazione esaustiva prima di allungare il passo ed entrare nel cerchio che lo avrebbe condotto tra le braccia della psiche di Andrew.
    Se lui gliene avesse data una, Adrien avrebbe risposto con un – Okay, ti darò una mano. Ma cosa cerchi con esattezza? – e si sarebbe inserito tra quelle rune disegnate per terra, al fianco dell’uomo.







    ADRIEN BEAUVAIS
    n(ST):02.05.2004
    2043:18 ANNI
    once:BLACK OPAL
    year:II ANNO
     
    .
  5.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Adulto
    Posts
    113
    Reputation
    +49

    Status
    🗲
    SOGNATORE
    Colui che può trovare la sua strada al chiaro di luna e vedere l'alba prima del resto del mondo
    Lo guardò alzando entrambe le sopracciglie come per dirgli: perchè lo dici con quel tono sorpreso? Non si vedeva che poteva essere un ottimo divinatore? Come poteva dire il contrario? Certo, lui non era uno che lo sbandierava ai quattro venti, ma non significava assolutamente niente. Sorrise appena al ragazzino e poi sospirò a quella sua presa di posizione. Beh, uno che vuole picchiare uno spacciatore si, mi sa di bambino! Ammise poi finendo di fare l'ultima runa. Una situazione del passato e tu verrai con me. Non puoi interaggire con nessuno, non ti sentirà nessuno e tu sarai solamente un'entità. Per una volta il fantasma sarai tu. Ammise poi cercando di trovare la concentrazione giusta. Doveva capire fino dove spingersi con lui e fino dove potergli far vedere. Voleva che Adrien imparasse davvero qualcosa, mentre lui trovasse il momento esatto in cui aveva detto basta alla violenza e soprattutto aveva perso, o comunque messo da parte la sua vera identità. Perchè hai un'aura buona. Puoi far credere al mondo che sei un cattivone, ma hai solamente bisogno di attenzioni, quelle giuste e di capire qual è la tua strada. A me nessuno l'ha insegnato, a te posso insegnarlo io. Inoltre mi fido sempre del mio intuito e del mio istinto, quindi, la vera domanda è: perchè non dovrei fidarmi? Chiese di contro al ragazzo prima di vederlo entrare nel cerchio, gli fece segno di sedersi affianco a lui. Poi con un piccolo colpo di bacchetta attivò le rune. Una medaglina. Voglio sapere se nel giorno in cui stiamo tornando la indossavo ancora oppure no. Ammise poi prima di chiudere gli occhi e concentrarsi, sperando che lo facesse anche Adrien. Poi cominciò a recitare come una formula, potente a dire il vero e piano piano le rune intorno a loro cominciarono a divenire di un blu elettrico, poi a farsi sempre più chiare, fino a scomparire. Un abbaglio forte di luce colpì entrambi e quando Andrew riaprì gli occhi dovette srabbuzzarli leggermente per far si che potesse vedere. Poi guardò Adrien. Vieni con me. Aggiunse percorrendo un corridoio buio, di un colore giallino, era perfetto, c'erano dei quadretti attaccate alle pareti, poteva sembrare un paradiso. Una volta arrivati in cortile, Adrien avrebbe visto un ragazzino legato ad un albero, l'unica cosa che si poteva muovere era la sua bocca. Andrew aveva più o meno sette anni, il suo amichetto era per terra e veniva picchiato a sangue. Quella era la prima volta che i suoi poteri si sarebbero manifestati. Andrew fermò Adrien, guardò quella scena con la stessa rabbia di allora.
    Adesso non puoi fare più niente è?Deve darci quello che è nostro. ADESSO.
    Lascialo andare, lui non ha niente di vostro e tu lo sai benissimo. Lascialo. Lascialo.ti ho detto di LASCIARLO! Andrew grande sente una fitta al cuore. Ma guarda quando era bambino, quando riusciva veramente ad essere combattivo. Aveva ancora la medaglietta. I due ragazzi, più grandi di Andrew e del suo amichetto si fermarono, andarono verso di lui. Credi che tutto quello che hai ti appartenga, bastardo? Se neanche le suore sanno chi ti ha abbandonato, vuol dire che devi essere proprio una feccia. Un pugno gli arrivò in pieno viso. Le corde si slegarono da sole, forse per la sofferenza, forse perchè aveva paura che quello che gli avevano detto era vero, forse perchè la magia si era manifestata nel momento del bisogno, ma fu un attimo e poi sparì tutto, lasciando spazio ad una cieca violenza. Ci mise pochissimo a sputare il sangue per terra, a prendere un sasso in mano. Aveva gli occhi lucidi, aveva gli occhi annacquati dalle lacrime che non riuscivano ad uscire. Aveva uno sguardo spaventoso. Che vuoi fare marmocchio? L'altro era tornato vicino al suo amichetto che si era rannicchiato in un angolo, piangendo. Ti prego drew, non farlo. Non diventare come loro. Sussurrò prima di prendersi un ennesimo calcio. Ti ho detto di lasciarlo in pace. Si era avvicinato così tanto all'altro, mentre il più grande si godeva la scena. Erano delinquenti, erano stati cresciuti tutti quanti come le bestie. Sei una feccia. Neanche i tuoi genitori ti hanno voluto.Noi sappiamo chi ci ha lasciato qui, le nostre madri erano delle puttane, i nostri padri erano signorotti ricchi che continuano a lasciarci soldi e cibo pur di non far succedere scandali. A te invece? Qualcuno ti è mai venuto a trovare Barber? Non ci vide più. Il sasso venne scagliato ripetutamente sulla testa di quello che aveva di fronte in quanto aveva osato ridere. Un colpo, due colpi, tre colpi. Gli stava fracassando il cranio.
    Andrew buttò fuori Adrien da quella visione. Aveva visto abbastanza.
    Divinatore
    Blogger
    Durmstrang
    23 anni
    ANDREW BARBER
    Felici sono coloro che sognano dei sogni per i quali sono pronti a pagare il prezzo per far sì che si realizzino
     
    .
  6. Adrien Beauvais
        +1   +1   -1
     
    .

    User deleted


    Il coraggio è resistenza alla paura e dominio della paura, ma non assenza di paura.
    Adrien era leggermente permaloso (forse un po' più che leggermente) e odiava profondamente che gli altri lo definissero un “bambino”. Il fatto che lo stesse facendo il signor Andrew Barber, al quale aveva concesso l’onore della sua presenza, bastò perché gli lanciasse un’occhiataccia feroce e mettesse su un piccolo broncio, offeso.
    - Ancora con questa storia?! – esclamò con irritazione che sprizzava da tutti i pori, testimoniata dalle mani gesticolanti atte a sottolineare le parole pronunciate.
    - Sai cosa cazzo è successo quella sera! -. Non si risparmiò a livello di volgarità, per pessima abitudine. - Quindi, smettila di farmi la predica! Quella lasciala ai preti, che bastano e avanzano su questa terra. -
    Non ci sarebbe voluto molto perché l’opale lo mandasse a quel paese in maniera poco educata, tuttavia, decise di trattenersi, per il semplice motivo che pensava che quell’uomo avrebbe potuto essergli davvero utile.
    Qualunque fosse stata la sua risposta, se Andrew avrebbe dato vita o meno a un battibecco coi fiocchi, Adrien si sarebbe spinto fino in fondo, curioso per quello che il divinante stava per mettere in atto. L’idea di far da fantasma, anche se per poco tempo, in un ricordo da rivivere lo elettrizzava non poco. Sentì quasi i peli delle braccia erigersi per l’euforia.
    Checché ne dicesse l’uomo, Adrien non credeva affatto di possedere un’aurea buona, anzi… si sentiva proprio la pecora nera di ogni situazione e, ormai, si era così immedesimato nella parte che gli altri gli avevano sempre affibbiato che, alla fine, era diventato la parte stessa. Sbuffò, a metà tra l’infastidito e l’incredulo.
    - Io non ho bisogno di attenzioni. – disse con tono di voce duro. – Te lo ripeto: non sono un bambino. E un padre ce l’ho già, se proprio devo chiamarlo così… mi basta lui per le ramanzine. -
    Non aveva mai davvero parlato con Andrew del rapporto travagliato che aveva con suo padre, Lawrence Beauvais. Sperava che non dovesse mai farlo e che non arrivasse mai il giorno che lo conoscesse, altrimenti lui avrebbe potuto catturare il divinante nella sua tela di ragno e metterlo contro suo figlio.
    - Poi, se ti fidi per istinto, allora è diverso! -
    Fece un passo avanti, avvicinandosi all’uomo.
    - Ah – esclamò d’un tratto, puntandogli un dito contro. – E io non ho un’aurea buona. -
    Era meglio sottolinearlo. Non voleva che gli passassero grilli stupidi e inutili per la testa. Voleva far credere a tutti che fosse marcio, cattivo, bastardo, così che tutti lo avrebbero lasciato finalmente in pace, considerandolo come un caso senza speranza. E in quella solitudine lui avrebbe potuto costruire la sua vita come gli pareva e piaceva.
    Si sedette con forza al fianco del ventitreenne e osservò con attenzione i suoi movimenti di polso e bacchetta per l’attivazione delle rune.
    - Okay, sarò attento -
    D’un tratto, un abbaglio di luce costrinse il diciassettenne ad alzare un braccio d’improvviso per salvare i suoi occhi da un probabile accecamento. Sbatté più volte le palpebre e, una volta che le sue iridi si fossero abituate alla luce del luogo, si alzò da terra e seguì, senza fiatare, l’uomo, gettando sguardi curiosi e, allo stesso tempo, disgustati verso le pareti del corridoio dal colore giallino.
    - Che posto di merda… dove siamo? -
    Andrew Barber non poteva certo aspettarsi un comportamento rispettoso… se avesse avuto un commento da fare, l’avrebbe detto ad alta voce, senza preoccuparsi di poter ferire i sentimenti di qualcuno. Era quello uno dei peggiori difetti dell’opale.
    Presto, furono in un cortile malconcio. La prima attenzione di Adrien fu catturata dal bambino legato a un albero e, poi, dai suoi più o meno coetanei disposti attorno a lui e a un altro piccoletto accovacciato sull’erba. Adrien si fermo sui suoi passi, con le labbra leggermente spalancata per l’indignazione, che si palesò più forte non appena vide quelli prendere a calci il bambino a terra. Si avvicinò al divinante, recuperando velocemente la distanza che si era venuta a creare tra di loro.
    - Chi è il bambino legato all’albero?
    Quella domanda fu seguita da un’altra ancora: - E quello a terra? -.
    Sarebbe voluto intervenire, correre per aiutare i due, ma si costrinse a ricordarsi che era solo un ricordo, che lui faceva da fantasma e che non avrebbe potuto fare nulla. Il problema era che quel ricordo era proprio di Andrew…
    Perse lucidità quando vide il ragazzino, ormai completamente libero dalle corde che lo legavano al tronco dell’albero, prendere un sasso e colpire violentemente il capo del ragazzino. Si alzò da terra per corrergli incontro, ma, prima che potesse farlo, si sentì essere sbalzato forte e violentemente fuori da quel ricordo.
    Era ancora seduto per terra, solo che il suo petto si muoveva veloce, a causa del suo respiro ansimante.
    Alzò il volto, ormai pallido, verso Andrew, con le labbra semiaperte. Lo guardò in cerca di risposte. Si bagnò le labbra secche prima di ritrovare la voce e parlare.
    - Che… -. Seguì una pausa di riordino dei pensieri. – Che fine ha fatto il ragazzino colpito dalla pietra? -








    ADRIEN BEAUVAIS
    n(ST):02.05.2004
    2043:18 ANNI
    once:BLACK OPAL
    year:II ANNO
     
    .
  7.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Adulto
    Posts
    113
    Reputation
    +49

    Status
    🗲
    SOGNATORE
    Colui che può trovare la sua strada al chiaro di luna e vedere l'alba prima del resto del mondo
    Non avrebbe mai e poi vouto rivivere quel ricordo. Non avrebbe mai e poi mai voluto essere di nuovo in quel cortile e quel maledetto giorno, non voleva che Adrien lo vedesse e forse, solamente quando rientrò in quell'istituto, seppur sotto forma di spirito, lo voleva fuori di li. Aveva ignorato ogni sua lamentela, ogni suo delirio cronico di voler essere ed apparire la pecora nera della situazione. Aveva smesso di respirare non appena il suo fantasma era rientrato li dentro. Riconosceva ogni odore, ogni puzza, ogni faccia ed ogni sguardo di rammarico, diffidenza, delusione ed orrere. Andrew era sempre stato bullizzato, era sempre stato quello strano, la vera pecora nera e solamente perchè era in un orfanotrofio babbano e lui era l'unico mago. Si era fermato all'estremità di quel portoncino rotto per studiare veramente i dettagli di tutta quella situazione. Aveva guardato se stesso legato ad un albero. é l'orfanotrofio dove sono cresciuto e si era una vera merda. Quello sono io legato all'albero e quello... Aveva veramente il coraggio di pronunciare il nome di quel ragazzino? Lui lo aveva salvato da delirio e botte, invece, lui lo aveva venduto a follia e cattiveria. Jackson. Era il mio compagno di stanza. Ammise amaramente. Era piccolo e follemente pauroso, era un codardo e lui, dopo tutto quello che era successo aveva deciso di non usare più la violenza, per nessuna ragione al mondo. Ma quando si era slacciato dall'albero, la vide. Quella era la stessa medaglietta che aveva ritrovato sul fondo del suo zaino qualche giorno prima. Quello stesso giorno l'aveva tolta. Era della sua famiglia e lui non aveva nessuna intenzione di portarla addosso, gli faceva schifo. Quando si rese conto che il ricordo stava andando avanti e che Adrien stava vedendo quanta violenza, rabbia e schifo stesse per fare, Andrew lo cacciò fuori dal ricordo e uscì anche lui. Aveva gli occhi rossi, lucidi, aveva la mano stretta attorno a qualcosa. Non sentì subito le parole del ragazzino, era come se fosse rimasto un pò in quella situazione di limbo. Poi lo guardò semplicemente.è morto. Rispose semplicemente. Avrebbe voluto piangere, avrebbe voluto fermare il suo alterego piccolo, non avrebbe mai voluto prendere quella pietra in mano e non avrebbe mai voluto perdere il controllo in quella maniera. Avrebbe voluto, invece, qualcuno che sapesse fermarlo, e che dopo una cosa del genere, lo avrebbe compreso e lo avrebbe almeno curato se ve ne fosse stato il bisogno. Ma Andrew era stato punito. Punito così severamente che ne aveva ancora le cicatrici addosso e sul cuore. Da quel giorno non si era mai più ripreso. Adrien voleva rimanere da solo, ma non era mai stato chiuso in una stanza di isolamente a 7 anni, non aveva mai provato la vera sofferenza, sentire fame davvero, avere una sete da sentirsi morire e fare cose estreme, piangere e chiedere scusa come se non ci fosse un domani, perchè il domani non lo si vedeva neanche da una finestra. Andrew aveva pianto e l'unica cosa che aveva ottenuto erano cinghiate extra. In quel momento si era allontanato da Adrien come se potesse fargli del male anche solamente con la sua presenza. Dovresti tornare a casa. Disse semplicemente. Forse era meglio così. Era sbagliato fargli vivere quelle cose per insegnargli qualcosa, era sbagliato anche solo istaurare un rapporto con lui.
    Divinatore
    Blogger
    Durmstrang
    23 anni
    ANDREW BARBER
    Felici sono coloro che sognano dei sogni per i quali sono pronti a pagare il prezzo per far sì che si realizzino
     
    .
  8. Adrien Beauvais
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Il coraggio è resistenza alla paura e dominio della paura, ma non assenza di paura.
    Tutto si aspettava l’opale, tranne che Andrew affermasse quelle parole… effettivamente, a uno sguardo più approfondito, il bambino aveva gli stessi identici capelli biondi, le stesse labbra e persino la stessa forma di sopracciglia. Il naso, invece, era proporzionato al volto del piccolo, seppure, con grande attenzione, Adrien avrebbe potuto scorgere delle linee di somiglianza.
    Osservò i giri di corda attorno a quel corpo minuto, così stretta che sfregava, probabilmente causando dolore, lungo la maglietta trasandata e un lembo di pelle esposta, più che arrossata. Doveva essere stato terrorizzato… Adrien lo sarebbe stato, anche se fosse stato un ragazzo, perché, a dispetto della maschera che aveva scelto di indossare, sarebbe crepato dentro.
    E, poi, c’era Jackson: un bambino anche lui, pestato a sangue. L’avrebbero ucciso di botte se non si fossero fermati in tempo, Adrien lo sapeva, perché ci era andato vicino a fare la stessa cosa… e Andrew ne era stato testimone. Un profondo senso di colpa lo investì: aveva fatto lo stesso? Per un po' di droga…? Aveva provato a togliere la vita a un ragazzino che era schiavo di chissà quale sistema? E lui… il vero criminale non era stato quello spacciatore, ma lui…
    Non ebbe modo di esprimere alcuna emozione a quel pensiero, così preso com’era dalla scena che continuava a svolgersi di fronte ai suoi occhi, tranne che rabbia, fortissima, tremenda rabbia e disperazione, affinché nessuno si macchiasse le mani di sangue e crimine. Aveva dimenticato di star assistendo a un ricordo, fino a quando non fu sbalzato fuori con forza.
    Si bagnò le labbra secche: all’interno della sua gola governava ormai l’arsura. Aveva le pupille dilatate, gli occhi lucidi e prossimi al pianto. Ma stava cercando di trattenersi con tutte le sue forze, perché Adrien Beauvais non piangeva, Adrien Beauvais non era un debole, non era un perdente.
    Ma davvero piangere significa perdere…?”. Aveva parlato per lui la sua coscienza. E le avrebbe dato ascolto, abbandonandosi a un fiume di lacrime se non avesse visto Andrew in preda alla disperazione.
    Il bullo era morto… per colpa della pietra scagliata dalle mani del divinante bambino… l’aveva ucciso. Alla fine, la vittima si era fatta carnefice. Proprio quasi come Adrien…
    Ma l’opale non voleva tornare a casa. A quale casa, poi? A scuola? Quella non era casa sua e lui non aveva il coraggio di tornarci in quello stato, non dopo aver visto… ciò.
    Lentamente, si alzò in piedi, spazzolandosi i pantaloni con le mani per cacciare via erba e terriccio che si erano posati sul tessuto. Si avvicinò con cautela all’uomo e fece qualcosa che non avrebbe mai pensato di fare: lo abbracciò.
    Lo abbracciò perché sapeva quanto facesse male e quanto potessero essere devastanti i sensi di colpa. Lo abbracciò perché non voleva lasciarlo da solo, perché lui non l’aveva fatto quando era stato il giovane opale a essere in quello stato. Stava, in qualche modo, cercando di ricambiare il gesto, seppur l’abbraccio fosse goffo. Non era abituato a quelle dimostrazioni di affetto ed empatia. Non avrebbe mai ammesso di essere empatico, ma era evidente che Adrien potesse capirlo più di quanto avrebbe dovuto.








    ADRIEN BEAUVAIS
    n(ST):02.05.2004
    2043:18 ANNI
    once:BLACK OPAL
    year:II ANNO
     
    .
7 replies since 23/7/2022, 19:00   90 views
  Share  
.
UP