Alla fine l'ho fatto!

Joanne&Rebecca

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    Abitualmente scettico o sospettoso nei confronti degli altri e delle loro azioni.
    Non vedeva Rebecca da una vita e forse era stato voluto proprio dalla ragazzina. Era stata lontana da lei perchè non gli piaceva quello che faceva. Perchè doveva vendere il suo corpo solamente per essere apprezzata e ricca? Era meglio andare a cogliere le patate all'orto che darla al primo che passava senza alcun tipo di contegno o amore. Ecco si, era cambiato proprio quello di Joanne. Aveva una cotta, forse la sua primissima cotta seria dopo Jason. Ma con lui era stato diverso, lui si era sempre comportato come un papà per lei e la cosa non gli era mai dispiaciuta. Edwards era diverso per davvero. Era come se fosse qualcosa di assurdamente attraente, era una calamita. Insomma aveva intenzione di andare da Rebecca perchè le cose le stavano sfuggendo di mano. Adesso, dopo aver saputo anche un'ulteriore verità sulla sua vita era semplicemente confusa e voleva un volto amico con il quale parlare senza filtri. Rebecca era stata la prima che l'aveva ascoltata senza prenderla mai in giro, senza minimamente ridere delle sue difficoltà, anzi, si era "prestata" per farle capire che non c'era niente di peccaminoso nel voler star bene e nel provare piacere anche fisico. Jaonne da quell'incontro si era toccata alcune volte ed aveva scaricato così la sua voglia di amore normalissima per la sua età. Ma adesso che Ed era molto sfuggente, quasi come se non volesse più parlare, non volesse più stare con lei, Joanne era caduta di nuovo in una confusione assurda. E se aveva fatto male? E se si era fidata della persona sbagliata? Non poteva succedere quello e non voleva davvero che accadesse. Si morse appena il labbro e poi entrò nel canto della sirena. In quel posto gli faceva davvero tutto un pò ribrezzo, ed infatti andò dritta verso la cassa. Vorrei vedere Rebecca. Chiese semplicemente, secca e con uno sguardo tra il preoccupato, il giudichevole e un pò schifato. Chissà quante malattie hanno! Pensando un pò anche da ignorantella quale era. Comunque alla fine la ragazza capendo il tipo l'accompagnò direttamente nella stanza di Rebecca, bussò e le disse di accomodarsi che sarebbe arrivata tra poco. Il fatto era che Joanne sgranò gli occhi. Mica era li per... Divenne rossissima ma la ragazza se ne andò e lei rimase in piedi rossa come un peperone davanti al letto. Effettivamente, la sua primissima volta era stata proprio con la bionda. Attese senza muoversi ne toccare niente.
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    Rebecca lavorava al Canto ormai da parecchio tempo e non se n'era mai pentita, nonostante fosse un tipo piuttosto difficile, il suo capo. Ma, anche se difficilmente lo avrebbe mai ammesso, Becca aveva un debole per lui. Faceva fin troppo il duro, ma sotto sotto -ma davvero tanto sotto- sembrava avere un cuore d'oro. Si sentiva a casa in quel locale, checché ne pensasse Joanne o chiunque altro. Aveva l'opportunità di conoscere tantissime persone e non era mica male, in un'epoca come quella, quando ogni conoscenza poteva rivelarsi davvero utile.
    Quel giorno era stato costellato da calma piatta e nessuno aveva richiesto i suoi servigi. La maggior parte dei clienti, si era limitata a prendere un boccale di rum e a sedersi ad un tavolo sbeccato, chiacchierando a voce abbastanza alta perché la bionda potesse carpirne i segreti. Faceva sempre così, quando si annoiava e non c'era lavoro: si appollaiava sul bancone, servendo le bevande, il cibo ed ascoltando le altrui conversazioni. Merlino solo sapeva di quanti tradimenti era venuta a conoscenza in quel modo. Di quante persone avessero una relazione, eppure continuassero a frequentare il Canto ed il suo piano di sopra. Perlopiù erano i forestieri, però, visto che difficilmente i denrisiani si legavano a qualcuno, preferendo partire per missioni potenzialmente mortali, tornandone quasi sempre vittoriosi. Infatti conosceva davvero pochi isolani che avessero una relazione fissa o qualcosa che si potesse definire come tale.
    Ad ogni modo, anche quel giorno si stava annoiando, ma al contrario del solito, aveva lasciato la sua collega dietro il bancone. Lei era rimasta in camera a prepararla per l'arrivo di un cliente speciale che aveva sempre richieste molto stravaganti e lei doveva adeguarsi. O per meglio dire... una ragazza particolare.
    Richiedeva sempre delle particolari luci soffuse che no, non erano rosse come nell'immaginario comune, ma verdi fluo. Molto strano, aveva pensato Becca, senza ovviamente mai esprimerlo alla donna. Ne avrebbe parlato con i e le sue colleghe per farsi quattro risate. Inoltre voleva sempre un certo tipo di lenzuola, il letto posizionato in un certo modo e soprattutto qualche particolare oggetto di scena. Niente di pericoloso, solo un po' stravagante, quindi la bionda non era nessuno per negarglielo, visto che la cliente pagava sempre profumatamente.
    Per finire, uscì dalla stanza e scese, infilandosi nella dispensa. La donna chiedeva anche una particolare qualità di rum, proprio quella più costosa che possedevano e visto che pagava sempre ed anche puntualmente, nessuno aveva mai avuto nulla da ridire. Sorrise, soddisfatta della sua preparazione e tornò nella stanza.
    Ma quando aprì la porta, scoprì di non essere sola. Non si lasciò comunque sorprendere dalla ragazzina, chiudendo la porta alle sue spalle a chiave. No, non perché volesse farle qualcosa ma semplicemente per non essere disturbate, poi sorrise, posando il rum sul comodino. Joanne la salutò con un mezzo sorriso, andando ad acciambellarsi su una poltrona davanti ad uno scoppiettante caminetto. Sì, era proprio eccentrica, la cliente. Dimmi pure. Ho ancora mezz'oretta prima che arrivi la cliente. O forse sei qui anche tu per... con un gesto vago e per nulla imbarazzato, indicò il letto, senza distogliere lo sguardo dalla ragazzina.
    Rebecca Wagner


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    Poteva morire dall’imbarazzo. Appena entrata dentro quella stanza non fece altro che sentire l’odore del sesso in tutti i modi possibili ed immaginabili e lei voleva morire. Alla fine anche lei aveva ceduto a quel piacere e non sapeva perché voleva dirlo a Rebecca, ma quello era troppo. Era seriamente blasfemia. Se ne stava andando. Quelle luci verde flue soffuse, il caminetto acceso, il letto spostato in maniera tale da guardare tutto da uno specchio e magari farsi anche vedere da altri e così via, cominciava a fargli davvero paura e schifo, ribrezzo a dirla tutta. Fece un passo indietro ma prima di poter uscire dalla stanza la bionda entrò, comunicandole che aveva solamente mezz’ora prima che arrivasse una cliente e Joanne non sapeva che dire. Era come se la voce gli fosse morta in gola, si sentiva seriamente, ma seriamente a disagio. Poi quella proposta, che non era una proposta, le fece sgranare gli occhi. NO. Fu secca, completamente e perentoria. Era qualcosa di estremamente palese quello che stava succedendo e a che cosa alludesse Rebecca ed era altrettanto assurdo che lei glielo avesse chiesto. Si strinse nelle spalle. [corlo=purple] Volevo solamente dirti che avevi ragione, che alla fine… ecco, è una cosa bella… e che… ecco anche io adesso non sono più vergine! [/color] Disse semplicemente. Era immobile. Non sapeva cosa le stesse prendendo e se doveva semplicemente sperimentare anche una cosa del genere? Non disse niente, cercò di levarsi quel giorno da dentro la testa, cercò di dimenticare le sue dita che la facevano venire con dei semplici gesti. No, lei adesso stava con Edwards. Se solo lei avesse saputo che il ragazzo non era per niente d’accordo con la sua visione delle cose e la monogamia non rientrava tra le sue priorità, allora si sarebbe semplicemente spogliata, anche se… Si morse il labbro. Perché lo fai? Lo chiese improvvisamente, non sapendo neanche lei bene cosa dire o fare. Era stato improvviso. Improvvisamente non voleva andare via da li ma voleva guardare, vedere come si divertiva lei, come riusciva davvero a fare solo quello che voleva. Joanne era curiosa ed adesso, anche se tardi, la curiosità non faceva altro che arrivare a bomba nella sua mente, uscire come se non ci fosse un domani, voleva fare le sue esperienze e vivere, finalmente, una vera vita.
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    Rebecca era una delle persone più buone che ci fossero al mondo e, soprattutto, in quell'isola piena di razzisti, omofobi, ignoranti e chi più ne ha più ne metta, tuttavia... si divertiva anche lei, qualche volta. E prendere bonariamente in giro Joanne, rientrava esattamente in quel divertimento. Non stava di sicuro facendo nulla di male, tuttavia l'avversione che la ragazzina sembrava avere per una delle sue attività preferita, la divertiva estremamente. Infatti quand'era entrata nella stanza, sembrava che Jo fosse sul punto di vomitare o svenire. Oppure entrambe e non necessariamente in quest'ordine.
    Okay, okay... allora dimmi pure cosa ti turba asserì, andandosi a sedere sul letto. Aveva sempre ascoltato con piacere la ragazzina e l'aveva sempre aiutata, quando ne aveva l'opportunità. Quella volta non avrebbe fatto eccezione, nonostante avesse tempo limitato rispetto alle altre volte.
    Tutto si sarebbe aspettato, tranne che quella confessione. Se avesse avuto dell'acqua in bocca, l'avrebbe sputata tutta. Perché era piuttosto sconvolgente.
    Con chi è stato? Domandò con semplicità, come se non le avesse appena detto niente di aver fatto sesso. In quell'isoletta si conoscevano bene o male tutti, ragion per cui se si trattava di un denrisiano, sarebbe stato molto semplice che lo conoscesse.
    Ti è piaciuto? Fu la domanda successiva e non c'era traccia di ironia nella sua voce, era semplicemente interessata a capire come fosse la sua visione sulla sua prima esperienza completa e con un uomo. Un uomo che magari le piaceva, chissà.
    Perché... lo faccio? Ripeté come se non avesse capito bene la domanda, anche se in realtà l'aveva capita eccome. Non è molto semplice, Jo iniziò, facendosi improvvisamente più seria. Non faceva quel tipo di lavoro semplicemente per passione, anche se non ce ne avesse messa almeno un po', andare al lavoro la mattina sarebbe stata una tortura. Si strinse nelle spalle.
    Quando ho iniziato, tanti anni fa, non ero così sicura come lo sono adesso, quindi credevo che fosse l'unica cosa che sapevo fare. Quindi quando Jonathan mi ha proposto questo lavoro, beh... semplicemente ho accettato. Avevo bisogno di soldi e sfruttavo ciò che ero in grado di fare. Poi però ho notato che effettivamente piacevo, pagavano bene e le mance erano sostanziose. E poi ero e sono single, perciò non ci sono problemi. Ora mi diverto. Non è così male come sembra. Aveva minimizzato davvero tanto, perché c'erano così tante sfaccettature in quel che faceva e nel perché lo faceva, che mezz'ora non le sarebbe bastato.
    Rebecca Wagner


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    Joanne Nilsson
    Densiriana | 24 anni
    Ancora non lo diceva a nessuno e per quanto Rebecca non a frequentava da un bel po', visto e considerato
    che aveva scoperto essere una meretrice, Joanne non sapeva a chi andare e comunque meglio di lei, chi
    poteva mai esserci? Era a disagio e quello era chiaro. Era altrettanto chiaro il fatto che fosse una persona
    poco esperta e che li dentro era veramente, ma veramente fuori luogo. Ma la verità era che Joanne voleva
    solamente parlare di quella situazione e soprattutto voleva essere certa che quello che era successo a lui
    era piaciuto. Certo, chiederlo a Rebecca era un po' come dire: ci vai a letto tu e vedi se quello che ho fatto
    io gli piace? Ma non era quello il senso, ovviamente. Si avvicinò a lei e si strinse nelle spalle. Si
    chiama Edward è un densiriano, ma è arrivato qui da poco per il fratello a quanto pare!
    Rispose poi
    cercando di evitare tutto quello, ma era impossibile, alla fine non riusciva a non farle quella domanda e, da
    un punto di vista, a Joanne interessava di più quella risposta, in quel momento, che la sua esperienza
    personale. Fece un respiro profondo ed ascoltò la sua risposta, poi la guardò. Effettivamente era bellissima,
    effettivamente sicuramente sapeva dove poggiare la sua pelle per far eccitare un uomo. Si morse il labbro e
    si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, prima di poggiare entrambe le mani tese sull’estremità delle
    ginocchia. Non penso che tu sappia fare solo questo. Questo lo si dovrebbe fare con chi si ama.
    Non credo neanche che tu ami tutte le persone con cui vai a letto. Non ti fanno schifo alcuni di loro? Perchè
    devi sempre dire di si? Non potresti fare semplicemente la locandiera? Insomma ok, si è piaciuto anche a
    me farlo, tantissimo, e da quando abbiamo smesso non penso ad altro e vorrei farlo e farlo e farlo ancora…
    ma con LUI.
    Il concetto era semplice, no? Alla fine Rebecca conosceva il soggetto e poteva anche
    facilmente intuire che la ragazzina, essendo alle sue prime armi si era invaghita dell’unico pene che aveva
    visto. Ci sta, era naturale, era qualcosa che succedeva a qualsiasi tipo di ragazza. Quasi non sapeva se aveva
    voglia di riprovare con lei oppure semplicemente era una richiesta di aiuto per placare il tutto e farsi dire,
    esattamente cosa fare, anche se era molto semplice, bastava semplicemente andare da Ed, o invitare lui a
    casa! Non a stava guardando, guardava dritto di fronte a lei. Stava morendo di imbarazzo e nonostante la
    luce verde, Rebecca poteva indistintamente vedere le gote rosse della ragazza.


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    In effetti quel nome non gli diceva niente, perciò si strinse nelle spalle, lasciando che quel nome le solleticasse la mente nel tentativo di collegarlo ad un volto... ma vedeva centinaia di uomini tutti i giorni, se quel ragazzo era nuovo, probabilmente era facile che non lo conoscesse.
    Non si era aspettata quella domanda da Joanne, ma nonostante questo la ascoltò con attenzione e le diede una risposta seria, quel che pensava e che aveva sempre pensato. Sorrise sinceramente alla risposta così ingenua dell'altra, probabilmente data semplicemente dalla sua giovane età e dall'inesperienza.
    Davvero, non è così semplice, Jo. Un sospiro. Si strinse al petto le ginocchia e rifletté sulle sue parole. Era ciò che sapeva fare bene e ci guadagnava pure, quindi non vedeva proprio perché avrebbe dovuto smettere. Anche se ultimamente pensava a quanto sarebbe stato bello con un uomo in particolare, ma era meglio se scacciava quel pensiero dalla testa. Forse era anche per quello che preferiva dedicarsi a quell'attività senza lasciare che altre idee le balenassero in testa.
    Non dico di no perché mi pagano, le mance sono generose, oltretutto. Ma non credere che io dica di sì a tutto le spiegò, sollevando il dito come avrebbe fatto con un bambino per spiegarle un concetto per lui difficile ma per tutti gli altri, incredibilmente semplice. Ho delle regole e chi non le rispetta finisce nei guai. Baker ci protegge. Un brivido silenzioso nel pronunciare quelle ultime parole che suonarono strane persino a lei, però era la verità. Le poche volte che qualcuno aveva osato fare qualcosa di vietato con loro, non aveva più avuto il coraggio di ritornare da quanto era stato pestato dal locandiere. Quando mi innamorerò di qualcuno, allora penserò a cambiare. Una pausa, lo sguardo di ghiaccio posato sulla ragazzina. Tu sei innamorata di questo Edward? Era una semplice domanda, non un'accusa, ma ci teneva a farla riflettere sulle sue stesse parole.
    Osservò con un sorrisetto le sue guance farsi rosse. Scosse la testa. Si alzò in piedi e si avvicinò alla ragazza, posando le mani sulle sue spalle ed abbassandosi per eguagliarne l'altezza da seduta. Dimmi... perché, esattamente, sei venuta qui? Se questo posto ti fa così schifo, voglio dire. Non c'era rabbia o disprezzo nella sua voce, solo un'inspiegabile stanchezza.
    Rebecca Wagner


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    Joanne Nilsson
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    Ecco già. Cominciamo dalla fine ed andiamo a ritroso. Perchè era andata li se quel posto le faceva così schifo? Forse perchè era l'unico posto dove poteva veramente andare? Forse perchè Rebecca era l'unica che poteva davvero capirla? Forse perchè era talmente tanto confusa da se stessa che forse era ora di cominciare a pensare davvero come una donna e non come una ragazzina? Perchè era andata proprio da lei e quando aveva visto quella stanza non era andata semplicemente via? Joanne non lo sapeva, o meglio, lo sapeva ma non voleva, in qualche modo essere una persona incoerente con se stessa ed allora, si limitava ad essere una bigotta criticona. Si, prima o poi l'avrebbe smessa di fare una cosa del genere, ma adesso torniamo ad un ordine cronologico che si possa dire tale. Sorrise alla donna e si strinse nelle spalle. Beker. Quello era solament eun farabutto, ma se la proteggeva, allora andava più che bene. é che non capisco. Forse è perchè ancora non so come sfruttare il mio corpo oppure come, effettivamente renderlo bello ed attraente, però so che questo ragazzo mi piace, da morire. So che questo è quello giusto, so che... non so... insomma sto bene con lui! Se solo avesse saputo che di li a qualche giorno sarebbe scomparso nel mare aperto, magari non avrebbe detto quelle parole. Ma non poteva saperlo, quindi decise di mandare avanti la sua idea folle e strampalata. Ok, non è neanche poi così difficile, ma la smetterò di dirti sempre le stesse cose e... La domanda della ragazza, comunque la lasciò completamente interdetta in quanto lei non sapeva esattamente come rispondere. Si era innamorata? In linea di principio si, ma, ecco, non ne era del tutto e veramente sicura. Si morse il labbro e si strinse nelle spalle. Innamorata mi sembra una parola eccessiva, a dire la verità! MA, credo che potrei innamorarmi, davvero!!Aveva gli occhi sognanti, aveva il cuore a mille e quando le sue mani si posarono su di lei, allora sentì un brivido dietro la schiena. Quelle mani... La mente gli tornò a quella vasca da bagno e la cosa le fece stringere le gambe in maniera tale che lei non potesse rendersi conto di quanto l'aveva eccitata e quanto si eccitasse anche solo al pensiero. Da pudica a Bi è un attimo Jo! Io...insomma... io credo che tu sei l'unica che mi abbia ascoltato davvero e l'unica che alla fine abbia capito il mio disagio e... ecco, mi ha aiutata a vincere le mie paura. Credo che sia per questo che sono qui! Lo disse sussurrando, come se la vicinanza con quella donna la rendesse nervosa, come se fosse davvero il frutto proibito e soprattutto il pensiero perverso della densiriana, comunque non disse altro.

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    Persino la pazienza di una come Rebecca aveva un limite e ci stava giungendo piuttosto velocemente, complici le esperienze di quegli ultimi anni che l'avevano messa seriamente a dura prova e dover anche fare i conti con chi proprio non voleva capire, era dura.
    Dovette ripetersi che Joanne era solo una ragazzina e che era stata cresciuta da una delle famiglie più bigotte dell'isola, che quindi non era colpa sua se aveva dei preconcetti così accentuati, ma dell'ambiente in cui era cresciuta, nonché l'unico che conosceva.
    In fondo, la cosa non la stupiva. Era stata tirata su con la credenza che fare sesso fosse il male in terra, che fosse il più grande peccato che potesse esistere e prima o poi qualcuno avrebbe dovuto farle veramente capire che non fosse così.
    Prese un profondo respiro, controllando l'orologio appeso sopra la porta e che serviva per scandire il tempo che un cliente aveva a disposizione, a seconda di quanto sborsava. Mancavano ancora dieci minuti all'arrivo di quel particolare cliente e sarebbe stato meglio, per la Nilsson, non farsi trovare all'interno della stanza... lui avrebbe potuto pretendere la realizzazione di sue fantasie ancor più spinte e quel giorno non ci sarebbe stato Jonathan a proteggerla da un uomo fin troppo violento, quando non otteneva ciò che voleva. Rabbrividì al pensiero.
    Pensi troppo, Jo le elargì alla fine, convinta fino in fondo di quelle sue parole. Si faceva troppe paranoie, rifletteva troppo su cosa stesse succedendo, quando avrebbe solamente dovuto lasciarsi andare, viverla e vedere come sarebbe andata a finire.
    Devi solamente lasciare che sia il tuo cuore a dirti cosa fare. Si strinse nelle spalle. Sembrava un consiglio scontato, una frase fatta, ma non avrebbe saputo aiutarla in modo migliore. Se questo Edward ci è stato, significa che gli piaci, quindi non vedo perché tu debba farti tanti problemi. Non scese nei particolari del fatto che per il ragazzo potesse essere solo una botta e via, Joanne non aveva bisogno di essere demoralizzata. Inoltre, da come lei ne parlava, sembrava tutt'altro che quello.
    E poi le fece quella domanda a bruciapelo, perché lei stessa si era innamorata solamente una volta e non era andata a finire bene. Però sapeva riconoscerne i segnali come se non fosse passato un solo giorno dalla morte di Luke.
    Cercò di rassicurarla in ogni modo, anche posandole le mani sulle spalle con fare fraterno. Ma non le sfuggiva niente, aveva un'enorme esperienza quando si trattava di sesso e di cogliere i segnali, quindi non si perse il fatto che lei strinse le gambe, ma non disse niente, osservandola con insolita intensità.
    Si risollevò eretta, sovrastandola ed guardandola dall'altro. Ho parecchi vestiti che potrebbero andarti bene, a casa. Lo disse come se fosse completamente scollegato dal discorso ed in parte forse lo era, ma aveva ripreso il fatto che lei volesse valorizzare il suo corpo. Dovrei avere anche dei trucchi da qualche parte, scommetto che saresti una bomba con un po' di mascara... tornò ad abbassarsi verso di lei, posandole una mano sotto il mento per sollevarle la testa in modo che i loro sguardi si incrociassero. Ne studiò ogni lineamento del viso, ogni espressione. A Denrise non si usava molto truccarsi, tuttavia qualcosa di leggero andava sempre bene, soprattutto per lei e per i suoi clienti più pretenziosi. La maggior parte inglese, tra l'altro.
    Sono sicura che affascineresti chiunque. E smettila di lavorare la terra, ti rovina le mani. Prenditi una casa lontano dai tuoi genitori. Puoi venire a stare da me, se non hai altri posti, per ora. In realtà non sapeva se lavorasse ancora la terra e vivesse ancora dai suoi, si basava sulle informazioni che aveva l'ultima volta che si erano visti, ma comunque quelle proposte gliele fece con serietà, perché in fin dei conti, Joanne aveva solamente bisogno di una vera amica, qualcuna che non la giudicasse per tutto quello che faceva, che l'aiutasse e la sostenesse. Quando aveva la sua età, anche Rebecca avrebbe tanto desiderato un'amica del genere, perciò era tutt'intenzionata a diventarlo lei, sempre che l'altra avesse accettato. In caso contrario, non avrebbe potuto fare altro. Le accarezzò il mento con pochi, leggeri, movimenti, osservandola negli occhi in attesa di un responso.
    Rebecca Wagner


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