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.Lo aveva rifatto. Le serviva assolutamente Annie. Entra entrato nel suo studio ed Annie non c’era si era spazientito, aveva litigato maledettamente con Wendy, quella racchia della reception del San Mungo e gli era stato intimato di calmarsi – davvero si chiedeva ad un sociopatico, violento, manipolatore e bugiardo, di calmarsi? – che avrebbero chiamato un’infermiera per medicarsi e che non serviva agitarsi in quel modo. Evan aveva sgranato gli occhi più di una volta e soprattutto aveva cercato di appellarsi al suo piccolo buon senso di non farsi scoprire, per non uccidere quell’incompetente. Perché è di quello che si trattava. Evan era un assassino e non era neanche uno dei più docili. Si morse il labbro, venne condotto in una stanza, precisamente quella delle infermiere e lo lasciarono da solo. Davvero? Lo avevano fatto accompagnare da un ragazzino che era terrorizzato nell’avere una persona piena di sangue sulle mani – evidentemente non suo – in testa e soprattutto con il viso da completo folle e lo avevano addirittura lasciato da solo. Prese un pezzo di ferro che era li per terra e decise che visto che l’incompetenza di quell’ospedale era oramai ben radicata, e soprattutto che il suo medico aveva deciso di sparire, poteva benissimo distruggere tutto. Inoltre era in preda ad un attacco di ira pazzesco, oltre che di pochissima lucidità. Davvero quel tizietto voleva andare via? Sicuro che non si era già registrato la sua faccia, come in effetti era successo? Insomma qualcosa non stava andando nella sua testa e di conseguenza stava reagendo. Sogghignò e poi con lo stesso pezzo di ferro decise di fermarsi, reciderlo con la bacchetta e cominciarsi a tagliare sulla gamba. Non c’era niente da fare, quel tipo di disturbo passava da picchi di violenza sugli altri veramente assurdi ad autolesionismo assoluto. Era impossibile anche solo pensare a qualsiasi cosa, era impossibile ragionarci. Quando e se l’infermiera fosse riuscita ad arrivare, lo avrebbe trovato per terra, in una pozza di sangue., tra il suo e quello di chissà chi.Evan Jack Parker"citcitcit"Evan Jack Parker - 28 anniPurebloodAcromantula
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.Sapeva che era un folle, e sapeva anche che prima o poi sarebbe arrivato qualcuno e quando sentì aprire la porta decise di fingersi svenuto. Lui non sveniva mai! Figurarsi se si sarebbe spaventato per una cosa del genere. Quando vide quella ragazza rise vedendola così preoccupata. Mi fa ridere questa cosa,non dovresti essere quella che mi dovrebbe calmare? Invece entri più spaventata di un pulcino! rise di nuovo e quando lei solo provò a fare quegli incantesimi lui prese a sua bacchetta e un Protego fece rimbalzare qualsiasi tipo di incantesimo. Voleva curarlo? Allora doveva avvicinarsi. Buttò via l’asta piena di sangue e continuò a guardarla. Certo non era nelle sue piene forze, ma non era stupido, si era tagliato per farsi male, non per uccidersi e quella era la cosa fondamentale. Sorrise ancora a mayra come se non stesse succedendo niente. Era sempre stato in quel modo, era sempre stato veramente un folle e quello non sarebbe mai cambiato. Se proprio mi deve curare, deve prendere una garza, un disinfettante e lasciare la bacchetta. Oppure è uno di quei medimaghi che senza la bacchetta non sa fare proprio niente. Andiamo dottoressa se no morirò dissanguata e lei sarà responsabile della mia vita! Sogghignò. Chi lo doveva dire a Mayra che alla fine della sua giornata lavorativa avrebbe incontrato un pazzo scatenato e folle che il suo unico scopo era quello di mettere in croce la persona che doveva curarlo. Inoltre lei crede che sia più importante un taglio sulla gamba oppure un taglio sulla testa! E si, sono venuto io con le mie forze in ospedale. Lei ha capito cosa sta succedendo oppure è stordita e confusa? Aveva un ghigno assurdo sul viso, come se tutto quello fosse davvero normale, e forse, per lui lo era per davvero.Evan Jack Parker"citcitcit"Evan Jack Parker - 28 anniPurebloodAcromantula
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