Compito Divinazione - Biennio

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    Ametrin
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    Aibileen Beatrix
    Ametrin | 17 anni


    Mentre s'incamminava verso la Riserva delle Creature Magiche, Aibileen stava riflettendo a voce alta...

    << Le piume di un Jobberknoll dovrebbero andare bene.. >>

    Perché asserire direttamente che stava parlando da sola, beh insomma, faceva brutto. O comunque "non proprio bellissimo".

    "..."

    ...
    Qui giace Italiano, morto nel 2022, durante..

    "Ahem."

    Dicevamo. Aibileen, non sapeva bene il perché (forse per una qualche influenza indiretta del pianeta Mercurio? O direttamente di Sailor Mercury?), ma aveva sempre collegato al Messaggero degli Dei Greco-Romano il colore blu.

    "Evviva l'intuizione."

    E l'improvvisazione, soprattutto.
    Vestita della propria uniforme degli Ametrin, ma con la cravatta giudiziosamente (?) tolta e riposta nel suo abituale zainetto verde scuro, la studentessa del Secondo Anno portava già, in quest'ultimo, un elmetto che aveva ricreato con una scatola del pandoro, comprato in un negozio di alimenti italiani il fine settimana precedente, per proporre ad Aidan di mangiarlo insieme.
    Stava mantenendo, in mano, un sacchetto di carta pieno d'insetti. Portava, invece, direttamente ai piedi, i suoi sandali sportivi, quelli che usava per fare lunghe camminate e qualche corsa improvvisata in estate, per fare, in qualche modo, il legame con i "sandali alati" con i quali era, spesso e volentieri, rappresentato Ermes, o Mercurio, quando non direttamente a piedi nudi. Un Dio capace di correre ad una velocità e a delle distanze straordinarie.

    "Il Dio della Comunicazione..."

    E dell'Inventiva. E dei Furfanti. Ma dettagli.

    "Chissà se provare ad avvicinarmi a lui potrebbe aiutarmi, anche, a "comunicare con", comprendere, vedere, in qualche modo, la parte buona del Lupo..."

    Non demordeva, su quel punto. Anche lui doveva pur avercelo, un lato luminoso... O qualcosa del genere. Forse legato al suo lato più spontaneo? Non avrebbe saputo dirlo.
    In compenso, quando poté individuare uno gruppetto di Jobberknolls, non perse tempo e, prendendo un luuuungo respiro, mentre si toglieva i sandali per rimanere a piedi nudi, per lasciarli penzolare in una sola delle sue mani. Decisamente, l'altra le serviva libera.
    Cercando di camminare il più lentamente ed il più silenziosamente possibile verso i volatili, questi ultimi, quando lei era all'incirca a metà strada, non tardarono ad accorgersi comunque di lei e a volare un po' più distanti da lei.
    Aibileen, allora, si decise a vuotare il sacco: aprendo quello di carta che portava in mano, fece ricadere gli insetti che si trovavano al suo interno a terra, prima di tirare fuori il proprio catalizzatore magico, puntandolo verso dei fiori che si trovavano proprio di fronte e, dopo aver compiuto con esso un doppio movimento verticale e secco dall'alto verso il basso, seguito un lieve affondo ruotando la bacchetta in senso orario, di pronunciare l'incantesimo che le era venuto in mente, e che aveva imparato proprio quell'anno, cercando di pensare in ogni minimo dettaglio alla figura di tre Jobberknolls:

    << Herbae Figuro! >>

    Se i suddetti fiori si fossero, effettivamente, trasfigurati in Jobberknolls, il gruppo dei veri Jobberknolls sarebbe stato potenzialmente attirato sia dal cibo, che da quei potenziali "rivali di scorpacciata". Se tutto questo si fosse verificato, Aibileen avrebbe, allora, non senza sentirsi in colpa e farsi qualcuna delle sue fantasiose paranoie, posato i suoi sandali sull'erba, e finito con lo staccare quattro piume ad uno dei Jobberknoll, prima di riprendere i suddetti calzari e correre più veloce che poteva lontano dal gruppetto di Jobberknolls che si era appena librato in volo, comprensibilmente in subbuglio! Una volta che ebbe trovato rifugio nel Recinto degli Asticelli, Aibileen, girandosi verso uno in particolare, gli sorrise:

    <b><< Che bello rivederti, An! >>

    "... Mannaggia a me, avrei dovuto pensare a portare qualche insetto anche a lui!"

    Mentre pensava a questo, la ragazza stava posando in grembo le quattro piume azzurre dello sventurato Jobberknoll, che aveva cercato di mantenere nella mano il più delicatamente possibile, per poi riporre il proprio catalizzatore magico nello zainetto e, senza badare troppo ai propri piedi sporchi di terra, ma sentendoli comunque piuttosto umidicci, si decise a riporre accanto a sé i propri sandali (che erano, decisamente, in un miglior stato che quello dei suoi piedi!), e a tirare fuori dallo zainetto l'elmetto di cartone che aveva "costruito" quella mattina.

    "Un elmetto del cartone del pandoro, un paio di sandali sportivi... E quattro piume di Jobberknoll."

    Ecco qual'era il suo "bottino" per il Compito di Divinazione!

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    RevelioGDR
     
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