Tra raggi musicali, note di allegria

James&Aibileen

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  1. Aibileen Beatrix
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    Aibileen Beatrix
    Ametrin | 17 anni


    Aveva decisamente fatto passi da gigante, in quei due anni passati ad Hidenstone! Non stava abbassando lo sguardo, e non sentiva minimamente la voglia di scappare a gambe levate, nonostante qualche frase balbettata e momento d'imbarazzo qui e là.
    Aibileen sorrise al ragazzo, timidamente, ma tutto sommato già più tranquilla, forse per il fatto che si erano già incrociati più volte a lezione, nonché nella Sala Comune ed al tavolo degli Ametrin in Sala Grande, e che le era sembrato, da lontano, anche genuinamente simpatico?

    << E a te... Piace cucinare? >>

    Chiese quindi, con curiosità, nel tentativo di fare conoscenza. Poi, ascoltò quanto James le disse sulla sua città di provenienza e sui suoi gusti in fatto di dolci, e sorrise annuendo, quando le chiese se le piacesse la torta di carote.

    << Sì, parecchio... È anche il dolce preferito di mia cugina... Il mio, è la mousse al cioccolato. Il tuo qual'è, invece? >>

    Coraggio, Aibileen... Visto? Non è poi così difficile, alla fine.

    << Non sono ancora mai stata a New York... Com'è? >>

    Domandò, prendendo la torta che le stava porgendo James, cominciando a mangiarla.

    << Uhm... È buonissima! Grazie mille! E... I biscotti... Come sono? >>

    Alla sua proposta di raccontargli qualcosa di interessante, Aibileen s'imbarazzò, ma inclinò anche la testa di lato, incuriosita.

    << E.. Ecco... C.. Cosa intendi con "interessante"? Nel senso... Che cosa reputi interessante? >>

    Poi, per rispondere comunque qualcosa, aggiunse:

    << Non so... V.. Vengo dall'Australia, per esempio... Ci sei mai stato? >>

    Buttò lì. Aibileen, a discapito della sua timidezza e delle sue insicurezze, era sicuramente una persona spontanea: se era felice, si vedeva. Se era triste, anche. Se era in imbarazzo (e quando mai le capitava?), pure troppo. Se qualcosa la entusiasmava, o le metteva allegria, un sorriso non tardava ad illuminarle il volto. Lei era fatta così: cercava sempre di essere il più sincera possibile, con se stessa e con gli altri, per quel che poteva e le riusciva.
    Ed in nome di quella sincerità e spontaneità, a furia di sentire quella musica allegra volteggiare intorno a loro, Aibileen si alzò, porgendo una mano al concasata, con un sorriso imbarazzato in volto:

    << Ti... >>

    Si bloccò.

    "Ok, Aibileen. Respira, respira..."

    << Ti va di ballare? >>

    Lo disse tutto d'un fiato, non volendo dare il tempo alla propria voce di perdersi in impappinamenti ed in uscite non-sense vari e variegati (alla nutella?).



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