Aibileen Beatrix
Ametrin | 17 anni
Le 16h45. Aibileen si fiondó fuori dall'aula, scoccando un bacio sulla guancia di Aidan prima di sussurrargli ad un orecchio che, per quell'ora di pausa, aveva voglia di disegnare e che, prima, sarebbe andata alle Cucine per cercare di ottenere uno spuntino dal cuoco o dagli elfi che lavoravano insieme a lui, per "recuperare un po' di forze" e prepararsi psicologicamente alla lezione di Difesa Contro le Arti Oscure che avrebbe seguito quell'ora di pausa!
Dopo aver salutato l'amico con un altro bacio sulla guancia, l'Ametrin proveniente dalla Terra dei Canguri si era diretta, effettivamente, verso le Cucine... Non mancando di togliersi, il pił velocemente possibile, quel cappio al collo che rappresentava per lei la cravatta della sua uniforme scolastica!
"Per Merlino... Che cosa ci troveranno mai, di tanto elegante, in questo affare?? Mah!"
Sbuffó, leggermente imbronciata, mentre si fermava un istante per infilare, nella borsa a tracolla che utilizzava per le giornate di lezione, la cravatta in questione.
Mentre riprendeva a correre, facendo zig zag tra la folla di studenti che usciva ed entrava nelle rispettive aule di lezione, Aibileen scosse pił volte la testa, per evitare come poteva che le lacrime uscissero dai suoi occhi... Non aveva voglia di pensarci. Quella domenica, sarebbe stato il suo diciottesimo compleanno: il suo primo compleanno da maggiorenne anche nel Mondo Non Magico, il mondo di origine della Zia Alys. Ma, soprattutto, il suo primo compleanno senza suo cugino Tyler. Se non altro, non avrebbe compiuto gli anni in una notte di luna piena... Cercó di sorridere, appena, appena, cominciando a sfregare, leggermente, una mano sulla sua tempia destra, come se questa potesse diventare una gomma, una gomma capace di cancellare quella folla di pensieri che le vorticava in testa. Tyler non avrebbe voluto vederla triste, e questo lo sapeva bene. Doveva riuscire ad andare avanti! Corse un po' pił forte, per cercare di sfogare quanto poteva quello che provava, fino a quando non arrivó all'entrata delle cucine. La porta era stata lasciata, probabilmente a causa di un errore di svista, semi aperta. Una musica particolarmente allegra e da "festa di un sabato del villaggio" proveniva dal suo interno. Non era una cosa rara, la musica, nelle cucine di Hidenstone... Aibileen sorrise appena, mentre, con la punta delle dita, spingeva con tutta la delicatezza di cui era capace la suddetta porta, in modo da aprirla poco, poco di pił, quel tanto che bastava per poter vedere meglio gli elfi che ballavano, gli altri che cucinavano e che cantavano, le loro espressioni, i fornelli... La gioia ed il buonumore che sembravano regnare nelle cucine in quel momento!
Rimase ad osservare quello spettacolo, come incantata, fino a quando qualcosa, un qualcosa che le scorreva fin dentro le mani, non la spinse a tirare fuori dalla borsa a tracolla che usava per le lezioni il suo blocco da disegno. Si sedette in terra, a gambe incrociate e, nonappena ebbe recuperato la sua fidata matita e la gomma, cominció a... Disegnare la scena musicale ed allegra che si era ritrovata davanti! Vista attraverso lo spiraglio di una porta.
Non era per nulla una sua abitudine, quella di spiare gli altri... Anzi! Quella, era pił una prerogativa di quelle adorabili pettegole delle cugine con cui era cresciuta, Charlie e Taylor. Semplicemente, c'era una scintilla di vita tale, in quel momento di esistenza che aveva sorpreso, anzi, che l'aveva sorpresa, che non era riuscita a fare altro, se non aprire il proprio cuore ad esso, e a restare.
.RevelioGDR
