Chi beve solo acqua ha un segreto da nascondere.

Giada & Adrien

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    Giada McCarthy Stundentessa

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    [Sabato Sera ore 20.45 Torre dell’Orologio]



    La sera c’era sempre una piacevole brezza sulla torre dell’Orologio del castello. Di fatto era uno dei luoghi che preferiva del castello, e l’ si sentiva sempre a casa. Quella mattina aveva scritto una lettera a Adrien, uno dei due fratelli Beauvais, che aveva incontrato pochi giorni prima nello spogliatoio del campo di Quidditch, un incontro non molto felice effettivamente.

    Adrien, mi dispiace di come sia avvenuto il nostro incontro l’altro giorno al campo da Quidditch, precisamente nello spogliatoio, vorrei scusarmi con te per quanto accaduto. Se hai voglia mi piacerebbe invitarti questa sera alla torre dell’orologio , verso le 20.45, quindi dopo cena. Se hai voglia ti aspetto lì stasera, almeno potremmo provare a riappacificarsi e parlare di persona. Giada.

    La lettera poi era stata spedita via gufo alla camera del dormitorio maschile della casata del ragazzo. Sperava che lo avesse ricevuto e non avesse fatto confusione di camera. Un conto era scusarsi con delle parole scritte, un contro a voce così come amava fare. Quella sera si portò nel luogo che aveva scritto al ragazzo. Con se aveva una borsa con un paio di bottiglie della sua scorta, una di whisky e una di vodka. Non mancava mai un qualcosa da bere con lei, amava il divertimento e le feste. Si mise a sedere sul muretto mentre il vento in forma di brezza leggera le arrivava nei capelli. Il clima stava migliorando nel Regno Unito e quindi anche a Hogwarts. La borsa con le bottiglie era a terra nel pavimento, non avrebbe mai rischiato che cadesse dalla torre, ci teneva alle sue bottiglie. Quindi attese che il ragazzo lo raggiungesse, avrebbe aspettato il suo arrivo per tirare fuori la sua personale sorpresa per quell’incontro, sperava che amasse il bere dato che aveva solo quello dietro.

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    Adrien Beauvais
     
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  2. Adrien Beauvais
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    Quella sera era da tutt'altra parte rispetto alla sua destinazione futura: era a fumarsi una sigaretta poggiato ad un muretto di un terrazzo della scuola. Poco dopo, il trillo del magifonino gli notificò un messaggio, che, poi, scoprì fosse stato inviato da un suo compagno di stanza.

    Ehi, Adrien. Vieni in stanza, c'è una lettera per te. Non è che è della tua morosa?


    Adrien sbuffò alla faccina ammiccante. Diede un'altro tiro alla sigaretta, prima di spegnerla, appiccicandone la punta accesa lungo l'intonaco. Non poteva essere Gyll, lei aveva il suo numero di telefono. Se avesse voluto sentirlo gli avrebbe scritto o chiamato. E non potevano nemmeno essere le sue sorelle. Chi altra donna conosceva? Mah, non gli veniva in mente nessuna.
    Si avviò lungo i vicoli del castello, fino ad arrivare alla sua stanza da letto.
    - Finalmente sei arrivato! - disse John, il suo coinquilino. Era un tipo schivo, un po' come lui, a volte abbastanza seccante.
    - Non ne potevamo più di quell'uccellaccio! -
    - Parla per te! - rispose l'altro ragazzo presente nella camera, intento nel dare del cibo al gufo incaricato di portare la lettera. Quest'ultima fu raccolta da Adrien, il quale, una volta letto il nome del mittente, si portò una mano al volto, stringendosi il ponte del naso tra le dita.
    - E ora che cazzo vuole questa?! - esclamò ad alta voce, in maniera non proprio educata.
    "Non le è bastata la chiaccherata dell'ultima volta?!" pensò.
    Giada, tuttavia, sembrava volersi scusare di persona e sarebbe stato da grande ineducato non presentarsi ad un evento nella storia della vita della ragazzina, che gli era sembrato non avesse mai avuto il coraggio di chiedere "scusa". Gli pareva più la tipa da "io voglio, ma non mi mettete in mezzo a situazioni sconvenienti" e, in effetti, non si sbagliava affatto. Guardò l'orologio al suo polso: era abbastanza tardi anche solo per darle una risposta. Che rimanesse sulle spine!
    Lasciò la sua stanza e si recò prontamente al luogo dell'incontro, seppur avesse virato il tragitto per giungere abbastanza puntuale.
    La trovò in piedi, di fronte alla porta, con una sacca ai suoi piedi, sul pavimento.
    - Signorina Mccarthy. A cosa devo il piacere? - le disse sarcastico, sfottendola un po'.
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    Era certa che forse non avrebbe mai capito del tutto quell'invito, tanto che non si aspettava che arrivasse alla Torre dell'Orologio Adrien, ma almeno ci aveva provato in ogni caso. Di fatto non ricevette mai nessuna risposta effettiva dallo stesso e la cosa la lasciò decisamente sulle spine, ma chi si sarebbe mai tirato indietro da un "tentativo" di scuse come quello che voleva fare lei, seppur non sarebbe stato come un classico, "ehi scusami per l'altra volta", ma voleva un qualcosa di più, un po' di divertimento e capire come era effettivamente Adrien. Quando all'improvviso vide arrivare il ragazzo gli fece un sorriso poi lo salutò.

    Adrien, o meglio per risponderti come mi hai salutato signor Beauvais. Mi fa piacere vedere che hai accettato il mio invito per le scuse. Una risposta non avrebbe fatto male certamente, ma sei qui e questo importa.

    Gli fece un nuovo sorriso.

    Ti potrei chiedere scusa in maniera classica per come mi sono comportata l'ultima volta nello spogliatoio del campo di Quidditch, ma ho pensato a qualcosa che potesse essere più piacevole e divertente allo stesso tempo. Spero ti piaccia bere degli alcolici che sono più forti della classica birra.

    Guardò lo stesso e prese poi la busta che aveva con se tirando fuori ben due bottiglie dalla stessa.

    Whisky e Vodka, due bottiglie della mia personale riserva. Da quale vuoi iniziare a bere? Ci faremo una bella bevuta, mi sembra un bel modo per scusarsi.

    Mise sul muretto facendo attenzione le due bottiglie ancora da aprire e poi le porse al ragazzo.

    Scegli pure quella che più ti aggrada, poi passiamo a quell'altra. Ti lascio la scelta e ti seguo a ruota.

    Era pronta per prendersi decisamente una bella sbronza se la situazione avesse preso la giusta piega, ma da sola non avrebbe bevuto, doveva farlo in coppia con Adrien.

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  4. Adrien Beauvais
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    Una risposta non avrebbe fatto male, era vero, ma la ragazzina non poteva pretendere di giudicare il suo operato sulla base dei suoi pregiudizi: era un ragazzo scontroso, a tratti ribelle e anarchico, acido, ma le avrebbe fornito una risposta se avesse potuto darglierla. Non era stato il caso, visto che era arrivato nella sua stanza troppo tardi per poter fare una cosa simile.
    - Signorina Mccarthy, ti consiglio di non giudicare l’operato delle persone sulla base dei pregiudizi che hai su di loro. Se la risposta non è stata recapitata c’è un motivo ben preciso: non ero in camera mia quando il gufo ha fatto capolino nella stanza. Sono stato avvisato troppo tardi del suo arrivo, dopo che i miei coinquilini si sono permessi di ficcare il naso dove non dovevano. Essendo l’appuntamento molto vicino di orario, conseguentemente, ho deciso di recarmi subito qui, senza darti risposta. Altrimenti, quell’uccello sarebbe arrivato nello stesso mio momento! – la rimproverò, spiegandole il motivo di quella che, secondo lei, era mancanza di buona educazione. Non ricambiò il sorriso che gli rivolse: lui non era tipo da sorrisi.
    Aveva davvero portato con sé due bottiglie di alcool puro per farsi perdonare? Effettivamente, non era una cattiva idea, ma sbagliava se pensava che si sarebbe scolato una bottiglia intera di quelle robe.
    - Delle scuse decisamente piacevoli… E credi che due bottiglie d’alcool basteranno per farti perdonare? – le chiese, abbastanza sarcastico, mettendo du uno sguardo che avrebbe potuto ucciderla. Si stava comportando da duro con lei, anzi, da stronzo, ma poco importava. Alla fine, cedette. Si accese una nuova sigaretta e si avvicinò al divano, dove c’era la ragazza, a cui porse un pacchetto di quella robaccia che si fumava.
    - Vuoi una? Non dire che non si può fumare in uno spazio scolastico, perché sai benissimo che è illegale anche bere... -
    Si fece un tiro alla sua e buttò fuori il fumo dal naso. Se la ragazza avesse accettato, avrebbe tirato fuori l’accendino e, galantemente, le avrebbe acceso la sigaretta.
    - Hai mai fumato? Comunque, possiamo pure sederci sui divani che certo non mancano! – affermò.
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    Quel modo di fare di Adrien era proprio da duro da ragazzaccio, ma la cosa le piaceva, un ragazzo che si faceva valere nel modo di fare aveva sempre un suo perchè.

    Allora ci sta questa cosa, spesso la colpa è dei compagni o compagnie di stanza, mettono le mani dove non dovrebbero. Posso confermarlo. Hai fatto bene a venire diretto.

    Fece una piccola risata.

    Non so se bastano ma lo spero, sono sempre due bottiglie e di buon livello, le comprai direttamente in Scozia. E come dicevo sono della mia personale scorta, quindi sono cose di alta qualità.

    Quello sguardo da mezzo assassino poteva sembrare un qualcosa di sbagliato nel metodo di chiedere perdono, ma non ci fece molto caso, non aveva alcun problema a replicare la cosa seppur non fu quello il caso. Prese volentieri quella sigaretta che le venne offerta.

    Direi che entrambi allora abbiamo fatto cose illegali, quindi non ci sono problemi. Prendo volentieri una sigaretta, grazie mille.

    Prese la stessa, poi fece un piccolo sorriso. Non amava fumare da sola ma in compagnia non diceva mai di no, era come per il bere. Mai dire no a una cosa del genere. La mise tra le labbra poi la fece accendere al ragazzo che si era gentilmente offerto con quell'accendino babbano. Lei spesso faceva direttamente con la bacchetta quando era nel mondo magico.

    Gentilissimo.

    Dette il primo tiro per far prendere alla cicca poi riprese a parlare.

    Si si non ti preoccupare non mi sentirai tossire. Credi che sia una santerella? L'aureola l'ho persa da tempo.

    Fece un occhiolino al ragazzo poi si mise sul divano così come aveva proposto lo stesso, gli fece anche cenno di mettersi vicino a lei. Doveva trarre lui le sue conclusioni di quella frase. Era giunto anche il momento di bere quindi mise davanti a loro le due bottiglie di ottimo alcool che aveva portato con se.

    Whisky e Vodka, scegli pure te da cosa cominciare, hai libera scelta. E soprattutto dimmi cosa ne pensi al primo sorso, te ne sarei grato.

    Fece un piccolo sorriso.

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  6. Adrien Beauvais
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    Ghignò quando la ragazzina prese la sigaretta, se la fece accendere e ne prese un tiro.
    - Guarda, che non fossi una santarellina l'ho visto la scorsa volta, quando non hai mancato di farti vedere mezza nuda da me... ma, se proprio devi fare la parte del diavolo, allora facciamolo in due, no? -
    Aspirò il fumo anche lui, sputando dalla bocca un cerchio bianco perfetto. Era un trucchetto che aveva imparato molti anni addietro, quando era alle prime armi con una sigaretta.
    Raccolse per prima la bottiglia di Vodka e la rigirò tra le sue mani, osservandola e leggendone l'etichetta.
    - Non è che ci hai messo dentro una qualche pozione d'amore? - le chiese, a metà tra il sarcastico e il serio. Se l'avesse fatto, non era per niente divertente. Non voleva essere drogato con una stupida pozione del cazzo. E la ragazzina avrebbe fatto bene a tenere le manine al suo posto, altrimenti gliele avrebbe spezzate in due.
    Poi, raccolse anche la seconda bottiglia, seguendo il procedimento della prima. Dopo averle studiate, domandò: - Hai portato i bicchieri? O presumi che dovremmo bere dalla bottiglia direttamente? -
    Bere dalla stessa bottiglia, beh, gli faceva abbastanza schifo. Era davvero schizzinoso su certe questioni: posate e bicchieri dovevano essere diversi per ognuno, non bisognava scambiarseli. Non lo faceva nemmeno con i suoi fratelli o genitori e, soprattutto, non l'avrebbe mai fatto con un'estranea.
    Attese la risposta della ragazza: e no, non avrebbero bevuto dai bicchieri. Partivano proprio bene... se avesse ritenuto che i bicchieri fossero da deboli, si sbagliava di grosso. Ma non conoscendo alcun incantesimo di trasfigurazione, né volendo scendere fino alle cucine, decise che avrebbe fatto uno sforzo.
    - Bene - disse, - allora dividiamoci le bottiglie. Io parto con la Vodka, tu con il Whiskey. Una volta arrivati a metà, ce li scambiamo. -
    Lo affermò con sicurezza e fermezza, quasi fosse un ordine diretto. Con Adrien si faceva quello che diceva lui, e basta.
    Stappò la bottiglia di Vodka e se la portò alle labbra: il primo sorso fu piano, ma il liquido non meno pungente nella sua gola. Tossì amaramente, portandosi un gomito di fronte alla bocca. Fece una faccia disgustata.
    - Cazzo, è forte! Ma se fosse stata bella ghiacciata sarebbe stata super! -
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    Fece una risata alle parole del ragazzo. Sapeva che non era una santa, non aveva bisogno della sua conferma. Le feste in spiaggia erano sempre stati i luoghi dove aveva chiappato di più.

    Bravo, hai detto la cosa giusta. Facciamo io la diavolessa e te il diavolo. Queste cose sono meglio sempre fatte in due.

    Rimase con il sorriso sul volto. Anche se avesse voluto far colpo su Adrien non avrebbe mai usato una pozione d'amore, bastava la sua esperienza e il suo saperci fare.

    Credi che nel caso avrei bisogno di una pozione d'amore? Nah. Non fanno per me le pozioni d'amore, io se voglio una persona la conquisto alla vecchia maniera.

    Gli fece un occhiolino.

    Niente bicchieri, si beve dalla bottiglia alla vecchia maniera.

    Aveva con se un paio di bicchieri ma per il momento gli lasciò dietro al muretto. I modi troppo fini non le piacevano, spesso era meglio andare alla bona a fare le cose e in quel caso poteva essere così.

    Vada per dividersi le bottiglie allora, vai con il Vodka, te lo concedo anche se è la mia preferita, ritienilo un onore.

    Fece un nuovo occhiolino al ragazzo.

    Io partirò con il Whiksey. Poi ce le scambiamo, approvo.

    Forse se beveva quel ragazzo si sarebbe aperto un po' di più, sarebbe stato più docile. Le bastava farlo bere per scoprirlo tutto sommato. Ed era quello che avrebbero fatto.

    Non uso mai cose leggere puoi starne certo, prendo solo cose di prima qualità. Sono lieta che ti piaccia.

    Pensò al fatto del ghiaccio, poi dette una sorsata al suo Whiskey. Lo adorava nel suo gusto così legato alla vaniglia, caramello e il toffee. Un mix unico.

    Quale è il tuo superalcolico preferito? Quale berresti come se non ci fosse un domani?

    Attese quindi una risposta dal ragazzo.

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  8. Adrien Beauvais
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    La risatina della studentessa lo fece ghignare: quindi, ne era pienamente consapevole del suo atteggiamento e non se ne vergognava affatto. Chissà quante ne aveva combinate?! Sembrava così carina e ingenua, ma, in realtà, la sua facciotta nascondeva una malizia non di poco conto.
    - Sembri una santarellina. -
    Sottolineò il “sembri” con un tono di voce più basso.
    - E invece… come hai detto tu, sei una diavolessa… o ne fai le veci… chi l’avrebbe mai detto?! -
    Rese la sua voce più sensuale del solito, ma solo per stuzzicarla un po': non ci sarebbe mai finito a letto, perché, per lui, c’era solo Gyll e mai sarebbe riuscito a togliersela dalla testa.
    - Dipende da cosa intendi per “queste cose” – affermò. Le parole che uscivano dalla boccuccia rosea della fanciulla impertinente erano ambigue, a tratti provocanti. E lui se n’era accorto. Per quanto potesse sembrare puritano, non era uno scemo: certe cose le conosceva bene. Non era uomo per niente: era capace di sedurre una donna e farla infilare tra le sue lenzuola. Era capace di far perdere la testa, comportandosi da subdolo pervertito. I santarellini non esistevano: la malizia era dentro ogni persona, femmina o maschio che fosse, anche se solo di un pizzico. Stava a loro controllarla, il che era molto a piacimento: Adrien, a differenza di Giada, usciva quel lato di sé solo in particolari occasioni.
    Approfittando della vicinanza dei loro corpi, approssimò il suo capo in direzione del volto della ragazzina: voleva farla eccitare, farle perdere la testa fino a desiderarlo, per poi non concludere niente. Era la punizione che si meritava per essere stata “cattiva”. Era su di lei, una mano poggiata sul bordo della spalliera del divano, per bloccarle la strada: le loro labbra erano vicine, ma non abbastanza per far scattare un bacio. Se ci fosse dovuto essere un bacio, avrebbe dovuto deciderlo lui.
    - …vuoi far la diavolessa? – le domandò, sussurrando.
    Raccolse la bacchetta con un movimento di polso fluido e lanciò silenziosamente un – Anteoculatia – verso il capo della piccolina. Due corna di cervo le sarebbero spuntate all’istante. Così fu.
    Mosse la testa, fino ad avvicinare le proprie labbra al suo orecchio: lei sarebbe rimasta stata inebriata dal suo profumo selvaggio, spruzzato sul collo, dalle note speziate, agrumate e legnose, unite a una giusta dose di lavanda.
    - …eccoti servita… -
    Sperava di averle fatto venire i capogiri. Si scostò appena, tanto da ristabilire una distanza di “sicurezza”.
    - Ne sono certo… - le rispose, con un leggero sorriso ghignante disegnato sul suo volto.
    Prese un sorso dalla Vodka e fece una smorfia.
    - Non c’è verso di berla cosi! – affermò. Con un brusco movimento, le strappò la bottiglia di Vodka di mano.
    - Ragazzina, impara da chi ne capisce di certe cose. Dal tuo maestro... -
    Si alzò dal divano e si avvicinò alla busta che aveva portato con sé Giada. Ah, la piccola monella aveva nascosto i bicchieri! Con un ghigno divertito, ne prese due in vetro ed uno in plastica e, poi, li mostrò alla ragazza, inclinandoli a destra e sinistra.
    - Avevi detto che non c’erano bicchieri? Ah-ah! -
    Si avvicinò al suo corpo e le puntò un dito indice contro, direttamente sul petto femminile. Fece scorrere il polpastrello in risalita, tracciando il suo collo lentamente, fino a raggiungere il mento, che strinse in una presa salda. Le alzò il capo, per farle dirigere il suo sguardo verso di lui.
    - …non va affatto bene… -
    Le rilasciò il mento e si affaccendò con i drink. Puntò la bacchetta verso il bicchiere in plastica e lanciò un Sortilegio dell’acqua, tenendolo su fino a quando il recipiente non si fosse riempito. Poi, provvide a congelare l’acqua con un – Glacius – e a spaccare il ghiaccio con un forte pugno improvviso, che avrebbe potuto far sobbalzare la ragazzina. Inserì l’acqua gelata nei due bicchieri di vetro e versò in essi, rispettivamente nell’uno e nell’altro, vodka e whiskey, separati.
    Prese il bicchiere e lo porse all’unica donna presente nella stanza.
    - Prego, madame… - affermò. Poi, raccolse il proprio, e, sedutosi nuovamente sul divano, con aria di uno che non avesse idea di cosa fosse successo in precedenza, provvide ad assaggiare il suo drink alcolico.
    - E’ di vostro gradimento? – chiese alla ragazzina.

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    Sembrare era un fattore, essere poteva essere assolutamente un'altra cosa e forse era quello che voleva far vedere nelle sue apparenze e quello che era.

    Lo posso sembrare forse, ma come si dice? Mai giudicare un libro dalla copertina, devi girare pagina dopo pagina per capire come sia effettivamente.

    Fece una piccola risata.

    Mai dire mai infatti, anche te potresti essere un diavolo sotto sotto, chi lo può sapere?

    Fece un occhiolino verso il ragazzo poi riprese.

    Intendo il bere, poi anche altre cose sono belle in due, ma non è questo il caso.

    Una piccola pausa nelle sue parole. Vide quel ragazzo avvicinarsi a lei, come se volesse baciarla o una cosa del genere, era decisamente vicino, era a un passo dalle labbra ma se si aspettava che fosse lei a fare la prima mossa non aveva capito niente di lui, il desiderio in ogni caso doveva salire nel suo partner. Anche se fosse successo sarebbe stato troppo presto in quel momento.

    Perché non dovrei farla?

    Fece un sorriso al ragazzo. Poi osservò quello che stava facendo Adrien, le fece apparire delle corna per poi sentire un profumo che sembrava essere molto buono, molto invitante. Prese il magifonino per vedere come le stavano, sembrava un perfetto costume di Hallowen.

    Sai che mi piacciono? Dovresti rifarmelo per la festa di Hallowen.

    Fece una bella risata.

    Che profumo ti sei messo? mi piace molto.

    Dopo quelle parole si fermò un attimo. Era chiaro che quel ragazzo non amava bere alla spartana, cioè alla boccia, era fin troppo perfettino su quella cosa.

    Va bene maestro, fammi vedere come si fa.

    Gli fece nuovamente un occhiolino. Trovò quelli che erano i bicchieri che aveva nascosto poco prima, o almeno non aveva tirato fuori.

    Erano una sorpresa, gli avrei tirati fuori tra poco.

    Quel ragazzo sembrava amare il contatto fisico quindi lo lasciò fare. Era tempo di fare i drink e le bevute serie a quel punto, pensò a tutto Adrien, ci sapeva fare.

    Gentilissimo.

    Fece una sorsata di quel drink, era veramente buono, doveva ammetterlo.

    Molto buono, mi piace bravo. Ma se ti chiedessi quale è il tuo drink preferito cosa mi diresti?

    Forse era anche un modo per tastare e capire cosa poteva succedere.

    RevelioGDR
     
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