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.SPOILER (clicca per visualizzare)Adrien Beauvais.
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Adrien Beauvais.
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Come tutte le mattine, anche quel giorno Adrien aveva fatto il suo “ingresso” (in realtà uscita), seppur in ritardo perché non aveva sentito la sveglia, nei giardini dell’Accademia per darsi ad un po' di attività sportiva: era prevalentemente corsa, ma non mancavano mai esercizi a corpo libero. Gli piaceva mantenersi allenato, in tutta la sua linea da modello: il suo corpo, infatti, era abbastanza scolpito. Se avesse iniziato a lavorare con i pesi, avrebbe potuto ottenere risultati davvero fenomenali. Ci stava facendo un pensierino, ultimamente, ma non ne era ancora del tutto convinto. E poi, a volte, già teneva sessioni di boxe con Blake Barnes. Non avrebbe avuto tempo di darsi alla palestra vera e propria (che, poi, ad Hidestone non esisteva. Ma non potevano creare una associazione studentesca che facesse sentire la voce degli studenti in certe questioni? Come questa, ad esempio?).
Corse davvero molto, tant’è che a fine attività non si sentiva in vena di niente, se non di un po' di stretching, giusto per evitare che si formassero spiacevoli crampi. Sudato e ansimante, raccolse il suo zaino gettato sull’erba e posò il suo asciugamano attorno al collo, per asciugare la parte bagnata più esposta a raffiche di vento. Non voleva prendersi affatto un colpo d’aria!
Fece mente locale sulla direzione da intraprendere: c’era la doccia nella sua stanza, ma non voleva che fosse occupata, quindi, optò per quella presente nello spogliatoio di Quidditch. Una di quelle era occupata: dai vestiti, dedusse fosse una ragazza. Si tolse la maglietta, come le scarpe, le calze e i pantaloncini, rimanendo in Boxer. Poi, si ficcò in doccia, togliendosi i boxer solo una volta entrato in cabina. L’acqua calda sciolse ogni tensione muscolare: era il piacere dei sensi, creato anche dallo strofinio dello shampoo sulla sua chioma di capelli. Dopo aver finito, avvolse un asciugamano bianco attorno al suo bacino, che scendeva rigido lungo le sue gambe, fino alle ginocchia e uscì. Non si aspettava minimamente di trovarsi faccia a faccia con una ragazzina completamente nuda.
- O-oddio! Cazzo… - esclamò, imbarazzatissimo. Si girò di scatto dall’altra parte.
- Per quale fottuto motivo sei tutta nuda in un cazzo di spogliatoio PUBBLICO?! -. -
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Adrien Beauvais.
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- Come fai a sapere il mio nome? - domandò. Lui non sapeva neanche chi fosse quella tipa, che sembrava non avere vergogna nel mostrare il suo corpo, per di più ad uno sconosciuto. Era una nudista, per caso?! Non gli piacevano quelle situazioni. Lui era per il pudore del proprio corpo e amava rispettare il pudore degli altri, ma quella ragazza non sembrava essere del suo stesso pensiero e del suo stesso avviso. E lo stava anche guardando, quell'impertinente! Ma lui, come una persona civile, si era almeno messo un asciugamano addosso! Lei, invece, se ne stava lì, impalata, a parlargli con tutta la naturalezza del mondo.
"Mi dispiace, ma da me non avrai mai naturalezza se rimani cosi!" pensò. Evitò di esprimere il pensiero ad alta voce.
E ora voleva che le prendesse pure l'asciugamano. Si mosse verso il mucchio di robe, raccolse l'accappatoio con uno scatto veloce e si girò verso la "spogliarellista", con una mano sugli occhi. N.o.n. voleva guardarla!
- Tieni! - disse, tendendole la roba.
- E, per favore, fai in fretta! -
Doveva, se voleva parlare con lui. E, poi, chi cazzo era lei per parlare o meno del suo fisico?! E delle sue abitudini, per di più?!
- Ho sempre fatto palestra. - rispose, secco e duro.
- Credo, comunque, che dovresti essere più attenta negli spogliatoi pubblici - sparò, senza preoccuparsi di aver tatto. La verità andava sempre detto, qualsiasi cosa fosse, brutta o bella.
Nel frattempo, si sedette su una panca, si infilò i boxer da sotto all'asciugamano e così fece anche per i suoi pantaloni. Solo dopo che tutto fu coperto, lasciò cadere il mantile.
Prese a tamponare i ricci, per scacciar via l'acqua in eccesso senza elettrizzare i suoi capelli e far diventar crespa la sua chioma. Lui doveva essere sempre perfetto, anche nell'aspetto fisico. Indossò la maglietta in un colpo solo e tutto questo senza mai degnare di uno sguardo l'intrusa.. -
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Adrien Beauvais.
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Era contento che le sue sorelle non si sarebbero mai permesse di comportarsi in quella maniera, che considerava abominevole, altrimenti il Black Opal avrebbe fatto accadere il finimondo. Non capiva come la ragazzina potesse sentirsi tanto a suo agio: e se ci fosse stato un pazzo o un maniaco davanti a lei? Come faceva a fidarsi della gente? Non è che se uno era studente di Hideston non potesse far cose. La cattiveria era insito nell'umano, anche in coloro che frequentavano l'accademia. Ma non pronunciò quei pensieri ad alta voce: non era il suo posto rimproverare la ragazzina e, detto sinceramente, non sembrava troppo interessata a quello che le aveva detto. Gli parve che avesse risposto compiacentemente solo per metterlo a zittire. Il che era una delle cose che gli davano parecchio fastidio. Abbastanza innervosito, si concentrò sui lacci delle sue scarpe da ginnastica, per evitare che qualche brutta risposta lasciasse le sue labbra.
La conferma dei suoi pensieri, infatti, arrivò quando la studentessa gli chiese, con molta non-chalance, di fronte a lui, con il busto nudo e solo le coppe del reggiseno a coprire i due seni, mantenute da una mano, di aiutarla ad agganciare i gancetti.
- Non riesci a farlo da sola?! - affermó sarcastico e stizzito. Tutte le donne, da quanto ne sapeva lui, riuscivano ad allacciarsi il reggiseno da sole. La ragazzina stava utilizzando una scusa bella e buona. Ma non volendo essere rude, si alzò con uno sbuffo dalla panca e si mise dietro di lei. Raccolse le estremità della biancheria e, senza troppe moine, fece in modo che i gancetti combaciassero perfettamente nei punti indicati.
Una volta terminato, si allontanò dalla Dioptase.
- Contenta ora?! - chiese, acido.
Raccolse le sue robe dalla panca, le piegò ordinatamente e le ripose nello zaino. Poi, se lo mise in spalla, pronto ad andar via.. -
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