Cercare di scappare non è mai la risposta per essere completamente umani.

Adrien&Aibileen

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  1. Adrien Beauvais
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    Quella ragazzina riusciva davvero a renderlo di buon umore, non tanto per la sua compagnia, poiché Adrien non godeva della presenza di nessuno se non solo di quella delle sue sorelle, di suo fratello e di Gyll – che, ultimamente, aveva messo da parte, quasi fosse un oggetto, anche se non era fatto apposta per farle del male, in quando nutriva ancora dei sentimenti per lei -, piuttosto era proprio quell’influsso che aveva su di lei a farlo sorridere di continuo. L’ametrina era un continuo pastrocchio: il balbettio quasi incessante, unito alla timidezza che sembrava non voler lasciare il suo corpo, erano una bomba ad orologeria pronti ad esplodere al minimo tocco. E quello, ad Adrien, piaceva un sacco.
    Il Black Opal sbuffò, sicuro del ghigno sulle proprie labbra.
    - Signorina Beatrix… - affermò, con voce melliflua e, contemporaneamente, carica d’ironia. Scosse il capo, divertito, mentre qualche ricciolo rimbalzava sotto la spinta di quel movimento.
    - …signorina Aibileen Beatrix – riprese, sottolineando il nome della ragazza con voce grave e sensuale. Si sporse in avanti, allontanando la schiena dalla sedia fino a quando i suoi gomiti non fossero stati poggiati sul tavolo e il suo capo non si fosse avvicinato a quello della ragazza, mantenendo, comunque, una gran bella distanza, di circa qualche metro. Era il suo modo di metterla ancor di più in soggezione.
    - Le tue parole mi deludono… dici di non conoscermi, ma mi sembra ovvio che l’ultimo incontro ci abbia permesso di saperne molto di più l’uno dell’altra, non credi? -
    Ancorò il suo sguardo nei suoi occhi color cioccolato e sorrise ampiamente.
    - A cominciare dall’evidenza per cui tu sia una ragazza… come dire… interessante -
    Si mosse per aggiustare meglio la propria seduta.
    - Di certo, sei abbastanza maldestra e goffa, eppure c’è qualcosa in cui superi queste tue negatività. Esattamente questo -. Indicò con il dito indice il lupo che la studentessa aveva disegnato.
    - Direi, quindi, che tu abbia una certa abilità nel disegno. Ma passiamo a quanto ho potuto imparare su di te la scorsa volta. Nonostante l’apparenza, sei molto ambiziosa: ti sei buttata a capofitto in acque gelide nonostante i miei avvertimenti – e, come avrai potuto constatare, non corrispondono mai a bugie, ma sempre e soltanto a verità. Non sembra mancare un bel pizzico di testardaggine e determinazione che, spesso, nascondi sotto una cortina di insicurezze che, sono sicuro, con la persona giusta potresti smantellare in un batter d’occhio. Sei eccessivamente timida e dovresti sbarazzartene del surplus, detto sinceramente: non ti serve! Mi sembri una persona abbastanza ingenua, ma si può sempre migliorare, e, a volte, sei sventata. Sì che c’è la magia, ma quelle acque avrebbero potuto farti gelare dall’ipotermia – e sai benissimo si può anche morire. Mi piace, tuttavia, che non nascondi la verità delle tue insicurezze sotto il tappeto. Direi che abbiamo una cosa in comune! -
    Era stata un’analisi del carattere non richiesta, ma Adrien adorava mettere a disagio la gente, soprattutto i tipi come Aibileen.
    - Io? – chiese, abbastanza “sconvolto” da quello slancio.
    - No, non sono affatto timido. – rispose, senza troppi giri di parole, secco. Sporse il busto verso la spalliera della sua sedia e si stravaccò, portando il braccio penzoloni sul bordo di questa.
    - Sono, piuttosto, un tipo schivo, tranne con chi reputo abbastanza intelligente da essere escluso dalla categoria degli idioti. -
    L’ametrina era proprio una degli esclusi, ma non lo avrebbe mai ammesso. Non sapeva perché mai l’avesse estrapolata da quel novero di persone da dimenticare: forse, era stata proprio la sua audacia a permettergli un cambio di pensiero sul suo conto.
    Nonostante quella discussione, non avrebbe mai mostrato le sue debolezze: era insito ancora in lui quel tentativo di vaneggiare una perfezione che non possedeva e aveva paura a lasciar andare quell’armatura. Era necessario, quindi, che la domanda della studentessa fosse evitata: questo suo atteggiamento contraddisse fortemente quel suo “nessuno può mettermi a disagio”, perché Aibileen c’era appena riuscita, anche se non se ne sarebbe mai accorta.
    La risatina femminile lo fece sorridere.
    - Comunque – aggiunse, dopo aver notato il fraintendimento delle sue parole – vedo che il mio monologo ha già avuto un certo effetto! Non balbetti più -
    Era tipico di Adrien girare il dito nella piaga!
    << Sono ingrassata così tanto? >>
    Ecco, in questi casi, non riusciva proprio a trattenersi: scoppiò a ridere a crepapelle. Possibile che tutte, ma proprio tutte, le donne dovevano farsi paranoie inutili?!
    - Aibileen, Aibileen… non ti facevo così divertente! – disse, scuotendo il capo e asciugandosi con le dita gli occhi bagnati di lacrime. Non gli importava che avesse dato spettacolo: alla fine, lui era nato per essere guardato e per mettere in imbarazzo la povera ragazza che era, ora, al centro dello sguardo altrui.
    Prese il cucchiaino che gli porse e si portò il pezzo di torta alla bocca.
    - Si, direi di sì. -
    Più la guardava e meno poteva evitare di ridacchiare.
    - Ecco un’altra cosa che ho imparato di te: sei troppo paranoica! Non essere idiota e mangia la torta! Voglio vedertela finire tutta, altrimenti ti imbocco e non scherzo! -

    17 Y/O - BLACK OPAL - STUDENTE - PUROSANGUE


    Aibileen Beatrix
     
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10 replies since 11/4/2022, 19:22   427 views
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