Come (non) approcciare una ragazza

EdwardXJoanne

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  1. Edward Heart
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    «Un vestito non ha senso a meno che non ispiri gli uomini a volertelo togliere di dosso.»

    Edward Heart
    Non era da molto tempo che Edward aveva stabilito la sua vita a Denrise, tuttavia la "ristrettezza" di tempo non era stata sfavorevole alla conoscenza, se così poteva essere chiamata, delle gentili signore del villaggio che si preoccupano con mestizia di svolgere il loro lavoro di dar piacere a uomini, che fossero giovani, adulti o vecchi. Ne aveva avute di esperienze piacevoli e ne avrebbe desiderata una al volo proprio in quel momento, se non fosse stato per il fatto che era momentaneamente a corto di soldi. Edward non era conosciuto per la sua parsimonia nello spendere, infatti, era più spendaccione degli spendaccioni in termini di divertimento a luci rosse. Non aveva mai amato una donna ed era sicuro non l'avrebbe mai fatto in futuro. Riusciva solo ad immaginarsi come Capitano della Drakkar, circondato da tesori, casseforti e denaro. E non solo. Perché quella sua fantasia possedeva un pizzico in più di presenza: c'erano donne, di ogni sorta, alte, medie, tozze, sporgenti da ogni angolazione o piatte. A lui piacevano tutte, non faceva differenza. Le preferenze le lasciava agli altri. Cosa gli importava se fosse alta/bassa/mora/bionda/rossa se l'unica cosa importante era ricevere, e basta?!
    - Ehiii amoree - sentì dire verso la sua direzione, una voce abbastanza conosciuta. Si girò con un sorriso malizioso sulle labbra. Era proprio una di quelle signore gentili.
    - Non vieni oggi da mee? - gli domandò, ammiccando.
    - Mi dispiace, baby, ma non posso proprio oggi! - rispose. - L'importante è che tu mi mantenga un posto! - continuò, urlando, mentre continuava a camminare per il vicolo. Stava praticamente andando a zonzo. Faceva caldo, quel giorno, davvero caldo. Lo mostrava la sua camicia, particolarmente sudata.
    Avrebbe pur potuto farsi un bagno. O forse no.
    Si avvicinò ad una zona ombrata: poggiò la schiena sulla parete di una casa in legno, incrociò i piedi e si portò uno stecchino alla bocca, ruotandolo leggermente con la lingua, ogni tanto. Si alzò le maniche della camicia, scoprendo l'avambraccio destro su cui era disegnato il tatuaggio di un'ancora.


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    Edited by Edward Heart - 28/3/2022, 23:03
     
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    Denrise
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    Joanne Nilsson ~ DenriseEra in ritardo ed andava veramente di fretta. Si era messa dei pantaloni bianchi, forse per la prima volta nella sua vita, ed una maglietta di un rosso acceso, capelli legati in una coda di cavallo un pò spettinata e converce nuove ai piedi. Non ci credeva che era davvero riuscita a compare un paio di scarpe completamente nuove e compltamente da sola! Ancora una volta era grazie a Jason che riusciva a fare tutte quelle cose, che riusciva a pagare un affitto e così via. Insomma era felice e finalmente indipendente. Nessuno più si azzardava a prenderla di mira e stava anche imparando a combattere meglio, ad essere sicuramente più allenata e soprattutto ad avere più stima in se stessa. Aveva fatto davvero dei passi da giganti e la cosa non gli dispiaceva affatto. Era veramente fiera di se stessa. Passeggiava a passo svelto e con una certa decisione, guardando avanti con quel suo nasino all'insù e quel suo fare sempre molto riservato ed attento. Eh si, non era una alla quale piaceva stare al centro dell'attenzione, specialmente se davanti a lei aveva uomini o ragazzi che facevano gli spavaldi. Dopo l'aggressione nella bottega di Jason, era cambiato tutto quanto, e forse, alcune cose erano anche un pò peggiorate, ma ci stava provando per davvero. Non erano tutti uguali no? Comunque, con il naso all'insù, e cercando di non guardare quel ragazzo con le maniche della camicia alzate, l'aria decisamente da cattivo ragazzo che forse gli ricordava un pò James, se quelle braccia possenti... a cavolo, alla fine un'occhiata l'aveva comunque data, ma si voltò immediatamente per guardare di fronte a lei. Non voleva in nessun modo attirare la sua attenzione e sperava seriamente di esserci riuscita. Si morse il labbro per come trattò quella ragazza. Cavolo perchè non aveva gli occhiali da sole? Era troppo espressiva per non portarli!


     
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  3. Edward Heart
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    «Un vestito non ha senso a meno che non ispiri gli uomini a volertelo togliere di dosso.»

    Edward Heart
    Anche con tutta la sua buona volontà, non avrebbe mai potuto non notare la ragazza che passò di fronte a lui, a passo svelto, quasi andasse di fretta. Ma dove stava andando?! Forse dal suo ragazzo... era davvero molto carina, con quella camicetta rossa. E quei capelli ramati, poi... lo facevano sognare. Edward non era il tipo da lasciar passare: la sua filosofia di vita era che dovevano essere tutte sue. E si era, ovviamente, reso conto di come la ragazza gli avesse rivolto uno sguardo di apprezzamento. No, non poteva proprio lasciarla scappare. Era uno scansafatiche, sì, ma non un predone distratto. Se, però, si fosse approcciato di già, era sicuro che la ragazza si sarebbe spaventata e, alla fine, non avrebbe potuto adempiere ai suoi doveri pianificati.
    Decise di seguirla, seppur si mantenne davvero a debita distanza, non volendo esser scoperto dalla bambolina. Pensò di aver lavorato nel modo giusto, perché la giovane donna non diede cenno di aver notato l'inseguimento. Edward non era uno stalker e non lo sarebbe diventato proprio in quel momento. Voleva solo trovare l'attimo esatto in cui colpire la preda. Quella era solo l'inizio della sua presa si posizione.
    Studiò la sua preda, di cui aveva visione solo per la parte del retro del suo corpo. Doveva ammettere che aveva proprio un bel culo, curve sottolineate dai graziosi pantaloni bianchi. E delle belle gambe. E dei bei capelli. Voleva proprio assaporare ogni nota del loro profumo. Quanto sarebbe stato bello poterla toccare, assaggiare, baciare- ehm, si stava troppo perdendo tra fantasie che, per come stavano ora le cose, non avrebbe potuto vivere davvero.
    Rigirò lo stecchino tra i denti bianchi e si passò una mano tra i capelli folti. Di tutto il suo aspetto, non gli importava di niente se non dei suoi capelli. Erano, secondo il suo parere, il clou della passionalità, la trappola che faceva scoccare la scintilla. Come una pelle liscia, curata, senza barb- ma? Era forse una chiazza rossa, quella? Davvero? Aveva il ciclo e non si era messa alcun assorbente? Era divertito. Palesemente. E anche palesemente soddisfatto di quell'occasione d'oro.
    Affrettò il suo passo, avvicinandosi alla ragazza.
    - Perdonatemi, signorina! - disse, con fare da gentiluomo. - Vorrei avvisarvi che avete i pantaloni sporchi. Credo che abbiate avuto... sapete... -
    Era leggermente imbarazzato. Si tolse la giacca che aveva in vita e la porse alla ragazza.
    - Prego, prendete! -


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    Edited by Edward Heart - 29/3/2022, 23:03
     
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    Joanne Nilsson ~ Denrise Non si era voltata più verso di lui perchè sapeva benissimo come erano certe persone, come erano certi ragazzi. Non gli piaceva per niente essere una di quelle, non gli piaceva per niente sapere che un ragazzo carino potesse farsi lo spavaldo con lei solamente perchè aveva notato che lei lo guardasse. Quel tipo di persone non gli piacevano proprio per niente. Ma ovviamente il destino non era mai dalla sua parte e mentre lei andava verso casa e decideva di andarsi a mettere comoda e riposarsi un pò, con una busta della spesa in mano, che sentì il follicolo esplodere. Sgranò gli occhi. Ma non dovevano arrivare almeno una settimana più tardi? Non doveva essere quella la fine di tutta quella situazione eppure, eppure si sentì morire. Non amava i pantaloni bianchi ed in quel momento li amava ancora di meno. Insome al ciclo arrivò anche una fitta alle ovaie non indifferente che la costrinsero a fermarsi. No, non si era resa per niente conto che il ragazzo biondino e carino al quale aveva dato un'occhiata l'aveva seguita e solamente quando sentì una voce, e si voltò verso quella stessa voce e vide quei suoi occhi e quelle sue mani levarsi la giacca per poi sentire quelle parole, poteva giurare che il fiato gli si tolse dai polmoni e che non sapeva veramente cosa dire. Io... ecco... Non sapeva che dire, prese quel giubetto e lo strinse in vita facendo una smorfia di dolore per quello che stava acadendo. non solo il ciclo in anticipo, ma anche il male alla pancia, la busta della spesa e quel tipoche si era accorto di una macchia. Ma quando pensò a l'unico posto in cui avrebbe potuto avere una macchia divenne ancora più rossa. Sei un pervertito. E siamo nel 2022, credo che il "voi" sia passato di moda almeno dal 1700. Inoltre, purtroppo per noi densieriani, parliamo l'inglese. E non esiste il "voi"ma solo il tu. E smettila di guardarmi il culo. Rossa in viso, con il ciclo, il viso dolorante, ma sempre puritana e moralista. Gli davano fastidio certi atteggiamenti, non poteva veramente farci niente.


     
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  5. Edward Heart
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    «Un vestito non ha senso a meno che non ispiri gli uomini a volertelo togliere di dosso.»

    Edward Heart
    Era davvero un tipicino simpatico: non solo bella, ma anche divertente, agli occhi di Edward. E poi, aveva occhi che vedevano lontano! Il giovane predone cominciò ad annotare nella sua mente il primo appellativo che gli aveva dato: pervertito. Effettivamente, aveva ragione. Edward era abbastanza pervertito. Gli piaceva guardare il culo delle belle ragazze. Che c'era di male?! Era un po' la natura dei predoni e lui non ne avrebbe fatto a meno. Scoppiò a riderle una faccia: la sua risata fu fragorosa, piena.
    - Ehi, bambolina - affermò, prendendola leggermente in giro, - stavo solo cercando di essere gentile! -
    Le girò a tondo, scrutandola da capo a piedi, con fare scherzoso.
    - E, comunque, va bene! Non ti guarderò più il culo! Dopotutto, c'è molto altro da guardare... - disse. Non poteva dire frase peggiore, sottolineata dai suoi occhi poggiati palesemente sui seni di lei.
    Qualsiasi fosse stata la risposta o l'azione della ragazza, avrebbe comunque cercato di farsi perdonare.
    - Va bene, va bene - ingiunse, alzando le mani aperte, in segno di resa, - scusa, non lo dirò più! -
    La poveretta si stava contorcendo dal dolore e Edward l'aveva notato da come stava mantenendo le buste a fatica. Quindi, prese nuovamente la parola.
    - Queste buste saranno pesanti da portare! Dalle a me! -
    Allungò un bracciò, acciuffando i manici di una e, poi, della seconda.
    - Se vuoi, posso accompagnarti a casa... -.
    Okay, forse era stato troppo avventato. Si erano appena conosciuti, dopotutto.
    - Oppure, se è più di tuo gradimento, possiamo sederci da qualche parte, magari in qualche posticino con delle poltrone e ci facciamo portare qualcosa di caldo. Potrebbe farti del bene, sai? -
    Era un appuntamento quello? Forse. Edward aveva colto la palla al balzo e l'avrebbe continuato a fare fino all'ultimo sangue. Non avrebbe sprecato neanche un attimo, che decidesse di accettare o meno.


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    Denrise
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    Odiava i tipi come lui, ma non poteva farci niente, a quanto pareva li attirava come le mosche e la cosa non gli piaceva neanche un pò. Era impertinente, era arrogante, era maleducato, ma continuava ad essere carino. Si morse il labbro e si maledisse da sola per quello che pensò alla fine. Perchè alla fine della fiera era sempre attratta da quelle persone? Perchè non poteva pensare ad altro e tornare a casa e basta. Si fermò quando lui disse che c'era altro da guerada ed alzò un sopracciglio. Prima di tutto: bambolina ci chiami un'altra persona. Secondario poi, non devi guardarmi in quel modo. Non sono un bocconcino da gueradare e da studiare quindi smettila di farlo. La sua voce era ferma e determinata in quello che stava dicendo. Davvero voleva fare quella discussione con una religiosa come lei? Davvero era li pronto a sorpirsi quelle cose con una che ancora non aveva dato il suo primo bacio alla francese? Si era toccata qualche volta ma non si era mai vista davvero nuda ne tanto meno aveva intenzione di farlo. Se vuoi aiutarmi fallo, ma non perchè devi accompagnarmi a casa. Puoi accompagnarmi sotto casa, ma non sperare che ti chieda di salire. Se sei abituato a certe persone allora lascia pure le buste e cammina per la tua strada. Una cosa era certa, quando succedevano quelle cose, Joanne aveva carattere. Era remissiva e passiva sotto tanti punti di vista, ed Ed lo avrebe presto visto nella missione, ma quando si trattava di sesso o cose somiglianti a quelle, diventava una tigre di difesa. Non gli piacevano le persone in quel modo e non aveva paura di dirlo e dimostrarlo. Si morse ancora il labbro e poi non potè che apprezzare il fatto che aveva deciso di aiutarla. Cavolo se si stava sentendo male. No, preferirei andare a casa mia... non mi sento a mio agio con i pantaloni macchiati. Aggiunse adesso in maniera tenera e soprattutto in maniera del tutto vergognosa. Eh si, non era qualcosa che le stava piacendo moltissimo. Cavolo che vergogna e che schifo, soprattuto!
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    Joanne Nilsson - 23 anni
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    Edward Heart
    EPer quella ragazza avrebbe fatto di tutto, anche contenere quel lato di sé troppo spavaldo e impertinente. Avrebbe fatto a meno di guardarla dappertutto, anche se, ormai, l'aveva già fatto, quindi, essendo le immagini ancora fresche nella sua mente, poteva rimirarle con gioia. Seguiva ogni suo movimento: quando lei si fermò di scatto, lo fece anche lui. Alle parole arrabbiate di Joanne, alzò le mani in segno di resa (il suo gesto preferito, anche a letto).
    - Va bene, ma, almeno, dimmi il tuo nome, così so come chiamarti, no? E, okay, non ti guardo più! - disse, tirando fuori dalla tasca un fazzoletto con il quale si bendò gli occhi.
    - Eeecco qua! -
    Sventolò una mano a palmo aperto davanti alla stoffa.
    - No, non vedo nulla. Perfetto! -
    Poi, girò il capo verso la ragazza, sbagliando anche angolazione, infatti, lo volse più in là rispetto al viso di Joanne.
    - Che ne dici? Meglio adesso? - le domandò, con fare burlone. Sperava di tirarle fuori una risatina. Qualche istante dopo, slacciò il nodo e ritornò alla sua vista. Si stropicciò gli occhi, accecati dalla luce improvvisa del sole.
    - No, che hai capito! Non mi permetterei mai! Voglio solo accompagnarti a casa... ti lascio alla porta, lo giuro! - affermó, mettendo su un pò di broncio e porgendole il mignolo (come fanno i bambini per fare una promessa, si danno il mignolo), con quel suo fare bambinesco.
    Raccolse le buste tra le sue dita e le braccia ne sentirono subito il peso.
    - Caspita! Sei più forzuta di quanto immaginassi! -
    Quello era il suo modo di rivolgere dei complimenti. Non avrebbe mai fatto del male a una donna, nemmeno verbalmente: Edward era fatto così, si comportava da insolente ma non con cattive intenzioni.
    Osservò la ragazza arrossire leggermente per l'imbarazzo. Le accarezzò dolcemente l'avambraccio.
    - Ehi, non c'è nulla di cui vergognarsi, è una cosa normalissima. Prendi la mia giacca e mettila in vita: credo sia abbastanza per coprire la macchia. Vero? -
    Edward insistette molto che la prendesse. Non voleva che si imbarazzasse ancora di più.


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    Denrise
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    Quando quel ragazzo disse quella cosa ed addirittura prese una benda e se la mise intorno agli occhi, sorrise e poi ridacchiò per quello che successe dopo, ossia che stava parlando assolutamente con il nulla. Insomma, si! Come si poteva essere così insolenti maleducati ed anche simpatici nello stesso sempo. Rise spensierata e spontanea e mentre lei si stava avvicinando per levarle il nodo che aveva fatto per coprirsi gli occhi ridacchiò appena vedendolo fare la stessa cosa e sfiorando appena le sue dita. Le ritirò immediatamente e poi scosse il capo. Sei proprio un cretino. Insomma fai con tutte così, oppure sei così di natura? Chiese questa volta più rilassata prima di ringraziarlo con un gesto del capo mentre gli prestava la sua giacca che si strinse immediatamente alla vita. Ecco si, sicuramente così non si sarebbe visto assolutamente niente e la cosa non le dispiaceva proprio per niente, specialmente perchè già era stata bullizzata da adolescente, adesso che era uscita definitivamente da quella sua spirale, voleva mantenere quel suo status quo. Joanne, mi chiamo Joanne!Invece tu sei? Chiese a quel punto curiosa di associare un nome ad un volto. Alla sua rassicurazione lei annuì come per fargli capire che lo avrebbe davvero mal menato se solamente si fosse avvicinato troppo a lei. Doveva smetterla di fare quelle battutine e guardarla in quel modo, non doveva per niente esistere una cosa del genere. Sorrise appena per quello che accadde dopo e si strinse nelle spalle. Eh va bene, ma solamente perchè mi fa male la pancia in maniera assurda e ho questo piccolo disagio. Tu sei di qui? Chiese poi comunque curiosa di conoscerlo, in un certo senso. Maledizione quanto stava pensando che tutto quello era sbagliato e che sicuramente si sarebbe ritrovato nei casini. Quando aveva bisogno di Jason, perchè lui non c'era mai? Maledizione. Sono quasi una predona, ovvio che sono forzuta. E poi noi a denrise, maschi e femmine riceviamo tutti quanti la stessa educazione! Se sei di qui dovresti saperlo, se non sei di qui, imparalo preso... e se sei di qui e non lo sapevi sei doppiamente cretino! Aggiunse indispettita, ma questa volta con il naso all'insù. Ecco si, stava prendendo un pò di confidenza e si stava semplicemente sciogliendo. Non era una maestra della socialità ma stava imparando ed aveva la giusta curiosità per farlo in fretta.
    Joanne Nilsson

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    Joanne Nilsson - 23 anni
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  9. Edward Heart
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    Edward Heart
    Il suo cuore sembrò cantare nel sentire la risata della ragazza: era fin troppo carina e lo era ancor di più con il sorriso sulle labbra che con il broncio di un’incazzatura. Si slegò il fazzoletto e lo tirò giù, fino al collo, con un movimento brusco di mano. Passati troppo velocemente dall’oscurità alla luce solare, i suoi occhi si chiusero per il dolore.
    - Ah! – esclamò, alzando la mano e poggiando il palmo su di essi. Una volta che questi avessero ristabilito la loro funzione, ovvero “vedere”, avrebbe aperto uno spazio tra il dito indice e il medio, per consentire all’occhio sinistro di guardare la ragazza attraverso quella fessura. La vista di lei, solare, con un sorriso grande sul volto, lo fecero sogghignare di rimando.
    - Di natura! – rispose, senza pensarci troppo, portando le mani dietro la nuca. Poi, aggiunse, con audacia, che, per lui, non era mai troppa: - E tu? Sei sempre così bella, “di natura”? -
    Le rivolse un occhiolino d’intesa. Era contento che la ragazza avesse accettato la sua giacca, senza fare troppe storie. Puntò lo sguardo verso il suo didietro, ma quella volta solo per verificare che non si intravedesse alcuna macchia.
    - Prima che tu possa dire qualcosa – qualsiasi cosa – sto solo vedendo se la macchia si nota! – disse, pur di non essere rimproverato dalla denrisiana. Non voleva rovinare quel momento “romantico”.
    - Oh, Joanne, come la famosa arciera di Francia, Joan of Arc! -
    Chinò il busto e il capo di un inchino teatrale, svolazzando un cappello immaginario nell’aria.
    - Madame Joanne, il mio nome è Edward Darkness Heart, fratello di Black Heart e predone più famoso di tutta Denrise! -
    L’ultima parte era una chiara esagerazione: la sua fama era chiaramente dovuta alla quantità di donne con cui era andato a letto e che aveva fatto godere come non mai.
    - Sono un po' di qui, un po' di là! – (dalla player: Edward sei proprio un gran cretino!)
    - Scherzi a parte, sì, sono di Denrise, ma viaggio spesso con la ciurma di cui faccio parte… ma, ehi! Grazie per il cretino! Proveniente da te, è un complimento! -
    A forza di camminare, arrivarono a destinazione. Il predone mise il broncio.
    - …siamo già arrivati… -
    Lasciò le buste sulla soglia di casa. Poi, si voltò verso Joanne, le prese la mano, baciandola delicatamente e, come promesso, andò via, senza portare avanti alcuna richiesta.
    - Mi ha fatto piacere fare la Vostra conoscenza, madame. Spero sia stato lo stesso per Voi… Adieu, mon cheri! -



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