Io e te ci conosciamo?

Regina&Cassie

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    Dioptase
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    Regina Beauvais ~ DioptaseLe avevano assegnato un compito con una certa Cassie. Ma chi era questa ancora non lo capiva e la cosa assurda era: perchè lei cercava la ragazzina e la ragazzina non cercava lei? Il tempo per fare il compito stava per finire e lei ancora non aveva cominciato neanche. Quel mese era stato veramente massacrante ma si voleva rimettere sotto e voleva assolutamente riprendersi sia la media alta che aveva sia e soprattutto la sua reputazione da secchiona stronza. Chissà perchè a tutti quanti non piaceva quell'appellativo ed invece a lei la faceva impazzire? Regina era sempre stata una ragazzina con le manie di perfezionismo e soprattutto era una che voleva essere la prima della classe, che voleva primeggiare e dirigere gli altri, ma guai a dirigere le sue di idee. Comunque, alla fine aveva deciso di mettere un annuncio in bacheca sperando che questa tizia si palesasse e che riuscisse davvero ad essere una persona seria. Avevano veramente poco tempo per consegnare quel progetto ed ancora non iniziavano. Regina era completamente in ansia, era completamente assolta nei suoi pensieri ed aveva deciso che la terrazza era il giusto luogo per attendere una risposta e pensare. Si. Doveva cominciare a pensare da sola a quello che doveva fare. Possibile che in quella scuola a nessuno interessava di essere al top? Eppure quella scuola era stata descritta come l'eccellenza ed invece vedeva, intorno a lei, solamente persone mediocri che riuscivano e che volevano fare i bulletti, ma nessuno che si impegnasse davvero per fare qualcosa. Sbuffò sonoramente, la matita che picchiettava ancora sul foglio bianco di un blocknotes perfetto e ben organizzato. La sua divisa era impeccabile, il fermaglio dei capelli era abbinato al bordino celeste della divisa esattamente come l'elastico che teneva la sua coda alta. Aveva i piedi paralleli, la sua gonna era ben stirata e la sua postura era quella di una ballerina di danza classica quale era. L'unica cosa "imperfetta" era il ticchettio che faceva il legno sul foglio. Era impaziente e la cosa che la rendeva tale era che non riusciva a farsi venire niente in mente. Ma come diavolo era possibile?


     
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    da3e9f9943e4d54d3ba65a1675464ede


    «Ehi, Cassia».
    Apro gli occhi e la prima cosa che vedo è la faccia lentigginosa di Ortenzia, una strega del mio stesso anno. Prima di salutarla catturo con la mano un sonoro sbadiglio.
    «Stavo dormendo?», le chiedo, anche se mi sarei potuta risparmiare la domanda, visto che è evidente. A meno che non stessi pensando davvero, davvero intensamente con gli occhi chiusi. Sdraiata su uno dei cuscini sensazionali nel dormitorio degli Ametrin. Improbabile ma non impossibile.
    «Sì, ti sei appisolata qui appena pranzo. Non volevo disturbarti, ma…» Per qualche motivo, la strega è esitante, come se non fosse convinta di quello che sta per dirmi. «Credo di aver letto un avviso in bacheca che ti riguarda».
    Mi metto a sedere composta.
    «Me? Sei sicura?»
    L’altra annuisce: «Cioè, era per Cassie Cadbury, credo proprio sia tu. Una ragazza ti cerca per svolgere un compito insieme».
    «Cavoli, diceva altro?»
    La parola “compito” e “insieme” accendono qualcosa nella mia memoria, il problema è che non ricordo cosa.
    «Sì, ti dava appuntamento alla Terrazza», prima di proseguire sbircia l’orologio magico al polso, «Cinque minuti fa».
    Riacchiappo un’imprecazione poco signorile sulla punta della lingua così che non venga espressa a voce. Mi alzo in piedi, ringrazio Ortenzia, stropiccio gli occhi, cerco di rassettare i capelli, sistemo la divisa, ricaccio indietro il secondo sbadiglio, infilo i mocassini, mi chino a cercare il mio zaino, raccatto una pergamena pulita da sotto un divano e una penna stilografica dal tavolinetto davanti al camino, caccio tutto dentro la borsa, mi lascio sfuggire il terzo sbadiglio e sono pronta: tutto questo in sessanta secondi.
    Non sarò un tipo puntuale, ma almeno sono veloce, dannazione!
    Dal dormitorio alla Terrazza corro come se ne dipendesse la mia vita – e in effetti ne dipende la mia reputazione. Vedendo chi mi sta aspettando, però, capisco che forse avrei fatto meglio ad arrivare con un’ora di ritardo ma in condizioni migliori. Regina – sono abbastanza sicura che sia questo il suo nome – è talmente curata nell’aspetto esteriore che c’è mancato poco che la scambiassi per una statua. E io, pur non avendo uno specchio davanti per trovare conferma ai miei sospetti, so di essere un disastro, con la chioma arruffata, la divisa stropicciata (i lembi della camicia rigorosamente fuori dalla gonna) e i calzettoni arrotolati attorno alle caviglie, ad altezze diverse.
    «Sei tu la tipa che mi cercava? Sono Cassia», sorrido come se non avessi il respiro affannato e la milza spappolata per la corsa a rotta di collo.
    Probabilmente penserà che è finita in coppia con la persona peggiore che le potesse capitare. E io non me la sento di biasimarla.


    Cassia Cadbury15 y.o.Scheda
     
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    Quell'atteggiamento di mediocrità la devastava. Quando vide quella ragazzina arrivare nell'affanno più totale e parlare in quel modo avrebbe voluto dare uno strillo allucinante, uno di quelli che mai si potevano fermare. Peggio di una banshi. Invece, le toccò fare un bellissimo respiro profondo, sia per il suo abbigliamento confusionario, sia perchè era arrivata correndo e non si correva a scuola, sia perchè aveva detto davvero: "la tipa?" Chi diavolo si esprimeva in quel modo nel 21esimo secolo? La guardò più volte cercando veramente le parole giuste, poi si spostò la coda dietro le spalle ed allungò la mano per presentarsi.Regina Beauvais. E si sono io. Perchè se non te ne sei resa conto abbiamo una bacheca scolastica dove i nostri prefetti scrivono delle cose che i professori gli riferiscono. Non voleva fare la saputella voleva solamente che qualcuno prendesse sul serio i compiti ed i voti. Perchè ok, i voti non facevano la persona ma lei non voleva perdere in nessun caso la coppa e comunque voleva, almeno una volta in quei cinque anni vincerne una. Sapeva benissimo che gli Ametrin e i Black Opal erano forti, c'erano persone valide ma.... si stava dilungando nei suoi pensieri. Cassia. Un bellissimo nome, che dovresti portare in maniera più consapevole. Comunque, non sono fatti miei. Io sono qui solamente perchè dobbiamo fare un progetto insieme ed io non prendo mai un voto diveso dalla E. Guardò la sua divisa. Non capisco come voi ametrin riusciate a prendere davvero così tanti punti. Insomma... siete veramente un pò... confusionari, eppure! Allora, sai almeno di quello che stiamo parlando?No, le nuove amicizie non erano del tutto il suo forte, se poi doveva farle quando di mezzo c'erano dei progetti scolastici era veramente, ma veramente un casino e sicuramente non era piacevole per l'altra persona. Attese una risposta che sperava non fosse poi così scaciata.
    Regina Beauvais

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    citcitcit
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    Regina Beauvais - 17 anni
    Pureblood
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2 replies since 17/3/2022, 23:56   63 views
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