Cassia Cadbury - Smistamento

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    Avete presente quando si desidera talmente tanto una cosa da non pensare ad altro per tutto il tempo e poi, quando essa si realizza, non riuscire a crederci? Ecco, questa è esattamente la situazione in cui mi trovo, ad un passo dal varcare la soglia di Hidenstone, dopo aver sognato ad occhi aperti di farlo per quella che mi è sembrata un'eternità. Durante la traversata mi sono guardata attorno con occhi spalancati dallo stupore: probabilmente, così facendo, mi sono aggiudicata il premio immaginario "Faccia da Pesce Lesso", ma non mi interessa, non vedo perché dovrei nascondere del genuino entusiasmo a chicchessia. Inoltre, i miei coetanei mi hanno dato l'impressione di essere su di giri quanto me, non sono mica l'unica ad essere preda delle emozioni; uno ha addirittura vomitato, ma non ho capito se per il mal-di-mare o per la tensione. Aspetta... Forse dovrei dire mal-di-lago... Oppure si parla di mal-di-mare a prescindere nel caso di nausea da navigazione?
    «Sei pronta, Cass?» Il sorriso luminoso di Connor mi fa accantonare in un baleno i dubbi amletici per riportarmi alla realtà. «Tra poco dovremo separarci, quelli del primo anno sono gli ultimi ad entrare».
    «Non sto più nella pelle! Chissà in quale Casata mi smisterà lo Snaso. Io credo Ametrin. Deve essere Ametrin. Sarà Ametrin, vero?», blatero tutto d'un fiato, mentre lascio di buon grado che mio fratello mi aiuti a scendere dall'imbarcazione.
    Se una qualsiasi persona all'infuori di lui avesse osato porgermi una mano con le stesse intenzioni cavalleresche, l'avrei incenerita con lo sguardo, magari persino con la bacchetta, rischiando di farmi espellere prima ancora di essere stata formalmente ammessa nell’Accademia.
    Connor mi rivolge un'espressione a metà tra il divertito e il rassegnato: «Te lo ripeto per la milionesima volta: non importa quale sarà la tua Casata, riusciremo comunque a passare moltissimo tempo assieme, quindi non fartene un cruccio».
    Annuisco, ma le rassicurazioni mi hanno tranquillizzata solo in parte: se dovessi finire in una Casa diversa dalla sua ci rimarrei davvero male. Male tipo tragedia greca. Tipo bacio di dissennatore, per intenderci.
    «Devo andare, ci stanno chiamando. Tu aspetta qui con gli altri primini: sarà il custode a condurvi al castello. Mi raccomando, non combinare guai nel frattempo!»
    «Signorsì, signore», rispondo con tono solenne, accompagnando l'affermazione con un gesto della mano destra, atto a far toccare all'indice e la punta del naso. È una cosa di noi Cadbury, il nostro modo di fare promesse in famiglia, anche se la consuetudine è rimasta forte solo tra me e mio fratello.
    «Brava», ridacchia lui, e mi accarezza il capo in un gesto che sa di casa, scompigliandomi i ricci castani.
    Al suo tocco affettuoso non riesco a trattenermi dal socchiudere gli occhi e godermi la sensazione di benessere; manca poco che inizi a fare le fusa come una gattina viziata dalle coccole. Mi domando come abbia fatto a resistere a Casselwood Lair senza la sua compagnia per ben due anni. A ripensarci ora, mi merito una medaglia al valore o qualche altro tipo di riconoscimento per l’impresa.
    «In becco all'Ippogrifo!», mi augura con un sorriso a trentadue denti la giovane strega che si trova a mezzo metro di distanza da noi.
    Mi sforzo di ricambiare in modo naturale la simpatica che la ragazza mi offre. Si chiama Elizabeth e mi è stata presentata da Connor in qualità di "amica", sebbene sia una palese bugia, o quantomeno una verità incompleta. Non sono mica così ingenua da non saper interpretare il loro costante stare fianco a fianco, o il tenersi per mano quando credono che nessuno li veda, o le paroline che si sussurrano all'orecchio e che precedono delle risate complici. Insomma, anche un troll di montagna si accorgerebbe che tra i due c'è del tenero; gli sguardi tutto zucchero-e-miele che si scambiano non lasciano molto spazio ai dubbi.
    Come mi sento al riguardo? Non lo so. Il primo – egoistico – pensiero sorto dal vedere questa giovane alta, bionda e bella ronzare attorno a Connor è stato di rammarico per il dover condividere le attenzioni di mio fratello con un'altra persona anche qui ad Hidenstone… quindi non proprio un inizio favorevole, non lo nascondo. Però Elizabeth sembra una tipa a posto, con me si è comportata in maniera affabile ed è evidente che lui sia al settimo cielo grazie a lei. È quasi certo che tutto quel gran via-vai di gufi postini, quest'estate, fosse dovuto ad una fitta corrispondenza d'amore. Sospiro: oltre alla mamma, a Cece, Cathy e Candy, devo rassegnarmi al fatto che nella vita di Connor Cadbury si sia aggiunta un'altra donna con la quale spartirmi il suo cuore. Pazienza...Immaginavo che prima o poi sarebbe successo. Era al quanto inevitabile, a dire il vero.
    «Ci vediamo dopo ... Magari direttamente al tavolo dei Black Opal».
    Mando un'occhiataccia indignata all'indirizzo del ragazzo che mi ha rivolto la parola per la prima volta da quando ci siamo imbarcati, ovvero Jayden Coldbridge, nonché migliore amico di mio fratello. Lui sì che non lo tollero. È un arrogante, prepotente, altezzoso pallone gonfiato, pieno di spocchia e boria. Ho la sfortuna di conoscerlo dall'estate successiva al primo anno nell'Accademia di Connor, avendo lui passato gran parte delle vacanze come ospite (a scrocco) da noi, e la mia opinione sul suo conto non è mutata di una virgola da allora. Non riesco a comprendere come sia possibile che un tipo come Connor – il mio adorato Connor – abbia riposto la propria stima e fiducia in un tipo come Coldbridge. Sono il giorno e la notte, il fuoco e l'acqua, non ci azzeccano nulla l'un con l'altro. Per me, questa amicizia, rimarrà sempre un mistero inspiegabile.
    «Non ci sperare, Pistacchio», ribatto a denti stretti.
    A Jayden piace provocare, lo fa per il gusto di farmi arrabbiare, e nonostante io ne sia consapevole, non sono mai abbastanza forte da rispettare il proposito di ignorarlo. Quando mi si presenta l'occasione, devo rimetterlo al proprio posto, prima che il suo ego si ingigantisca a dismisura e travolga chi gli sta intorno. Chiamarlo "Pistacchio" è una delle mie strategie preferite per tenergli testa, poiché fa riferimento al suo secondo nome, Eustachius, che lui detesta.
    «E tu non essere così sicura del contrario, Cannella», ghigna sornione in risposta, dopodiché segue Connor e Elizabeth, unendosi alla fiumana di studenti più grandi diretti verso il castello.
    Noi del primo anno li imitiamo nel giro di una manciata di minuti, guidati dal custode, come mi era stato anticipato. Dovrei prestare attenzione al regale discorso di benvenuto che ci accoglie all'ingresso, o potrei perdermi ad ammirare le sculture ornamentali del Portale della Storia, ma nella mia testa è rimasto posto solo per una viscerale agitazione, che raggiunge il picco quando veniamo finalmente ammessi nella Sala Grande, dove sono raccolti il corpo docenti e il corpo studentesco al completo. Con tutti questi occhi puntati contro, il mio stomaco inizia ad ingarbugliarsi.
    Mi sento come se avessi bevuto troppo spumante frizzibolle, e io sono una dannata astemia.
    Con lo scopo di placare il nervosismo, spingo lo sguardo fino al tavolo degli Ametrin e tento di individuare Connor in quella sfilza di divise viola e sabbia. Siccome mi trovo a metà del gruppo e davanti ho studenti più alti, sono costretta a sollevarmi in punta di piedi per avere una visuale migliore; purtroppo la manovra mi impedisce di frenare e mantenere l'equilibrio nel momento in cui il ragazzo innanzi a me si arresta di colpo, sancendo un inevitabile tamponamento da parte mia. Il tizio contro il quale sono caracollata si volta e mi assesta un'occhiata truce.
    «Scusa!», biascico massaggiandomi il naso, vittima dolente della colluttazione.
    Tiro un sospiro di sollievo, l'incidente sembra essersi concluso così, senza farne un caso diplomatico. Per sicurezza rinuncio a scovare la posizione di mio fratello, ma adesso c'è un’altra minaccia che potrebbe costarmi una figura barbina di fronte all’intera scuola: per via dello scontro, Max, il mio gufetto, si è svegliato e comincia ad agitarsi all'interno dell'ampia tasca nel mio mantello. Mi mordo la lingua per punizione. Avrei dovuto rimetterlo in gabbia e consegnarlo allo sbarco, insieme ai bagagli, ma me ne sono completamente dimenticata, accidenti!
    «Shhhhh, Max, sta' buono», sussurro al pennuto, quasi implorante.
    Lo sconosciuto davanti, quello con la schiena immensa e dura quanto il tronco di una quercia, si volta nuovamente, forse credendo che stia ancora parlando con lui. Gli sorrido come se nulla fosse, sperando di sviare i suoi sospetti e indurlo a credere di aver sentito male. Disperata (Max ha l'abitudine di cantare come un gallo quando si sveglia, indipendentemente che sia l'alba o meno), infilo una mano nel giaciglio di stoffa del gufetto e prendo ad accarezzarlo, sia mai che riuscissi a prolungare il suo poltrire. Lo sento smettere di muoversi l’istante prima che il mio nome venga chiamato a gran voce.
    Cassia Cadbury. Sì, sono io. Tocca a me.
    Tocca a me.
    Cavoli!
    Percorro il breve tragitto sino allo snaso d'oro con passo sicuro, nonostante dentro di me stia tremando dall'emozione, dall'ansia e dalle aspettative represse. 'Schiena dritta, spalle indietro e mento alto', faccio del mio meglio per rispettare le direttive della mia tutrice, Miss Florence, fissata con il portamento e robaccia simile. Giunta faccia a faccia con la statua che deciderà il mio destino, la bacchetta passa dal fodero alla cintura alla mia mano. Rilasso i muscoli del braccio e del corpo intero, assaporando la familiare sensazione di potere e controllo, chiudo gli occhi e mi concentro sulla magia che devo compiere. L'ho provata almeno un centinaio di volte soltanto nell'ultima settimana: non posso fallire.

    «Revelio!»



    Cassia Cadbury15 y.o.Scheda




    1. SCEGLI TRA I SEGUENTI LAVORI QUELLO CHE RAPPRESENTA MAGGIORMENTE IL TUO FUTURO

    [ ] Duellante professionista
    [X] Giocatore di Quidditch
    [ ] Ministro della Magia
    [ ] Spezzaincantesimi
    [ ] Auror
    [ ] Professore

    2. TI AVVICINI ALLO SPECCHIO DELLE BRAME E VEDI...

    [ ] Me stesso circondato dei miei successi
    [ ] Aver fatto la scoperta del secolo
    [X] Me stesso accanto alle persone che amo


    3. QUALE ANIMALE PORTERESTI CON TE A HIDENSTONE?

    [X] Gufo
    [ ] Gatto
    [ ] Scoiattolo


    4. SEI APPENA ARRIVATO A HIDENSTONE, QUALE LUOGO SEI PIÙ CURIOSO DI SCOPRIRE?

    [ ]Sala dei profeti
    [ ]Biblioteca
    [ ]Campo di Quidditch
    [ ]Labirinto Incantato
    [X] Giardini pensili
    [ ]Stanza delle Necessità


    5. SCEGLI UN RUOLO DI QUIDDITCH.

    [ ] Portiere
    [ ] Cercatore
    [X] Battitore

    6. COSA TI SPAVENTA MAGGIORMENTE?

    [ ] Essere dimenticato
    [ ] Non riuscire a raggiungere i miei obiettivi
    [ ] Scoprire che il sapere sia un'arma a doppio taglio
    [ ] Ammettere di aver paura
    [X] Ferire le persone a cui voglio bene
    [ ] Realizzare che non tutto il conoscibile possa essere conosciuto


    7. QUALE LEZIONE NON VEDI L'ORA DI FREQUENTARE?

    [ ]Magitecnica
    [X] Difesa Contro le Arti Oscure
    [ ] Alchimia
    [ ] Antiche Rune
    [ ] Divinazione
    [ ] Magia Verde

    8. A QUALE CARATTERISTICA TI SENTI PIÙ AFFINE ?

    [X] Empatia
    [ ] Intelligenza
    [ ] Carisma

    9. IN QUALE DEI SEGUENTI MODI TI DAREBBE PIU' FASTIDIO ESSERE CHIAMATO?

    [ ] Ignorante
    [ ] Egoista
    [X] Nullità

    10. SE POTESSI AVERE QUALSIASI POTETE, QUALE SCEGLIERESTI?

    [ ] Invisibilità
    [ ] Leggere nel pensiero
    [ ] Prevedere il futuro
    [ ] Parlare con gli animali
    [X] Telecinesi
    [ ] Teletrasporto

    11. IN QUALE CASATA NON VUOI ESSERE SMISTATO?

    [ ] Ametrin
    [X] Dioptase
    [ ] Black Opal
     
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