E pesano, uccidono sti cazzo di "ti amo"

Bali, 28 Dicembre | Nick&Brooks

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    Brooks O'Connor
    Il sole era appena sorto, aprendosi su un panorama mozzafiato.
    Brooks si rigirò nel letto che condivideva con il suo migliore amico, lui stava ancora dormendo beato, la coperta leggera scivolata giù fino alla vita, era sdraiato di pancia, esponendo a lui la schiena nuda. Faceva caldo, per questo non dormivano certo con tutti i vestiti addosso. Brooks era a petto nudo ed indossava solamente un paio di pantaloncini. Il letto era ampio, più di due piazze, perciò non c'era nessun problema di condivisione. Era certo che a Nick non fosse parso strano il fatto che quell'appartamento non avesse due letti ma solamente uno immenso, erano abituati a dormire nello stesso letto, erano migliori amici da Hogwarts e spesso e volentieri avevano fatto le ore piccole l'uno nel letto dell'altro, nel loro dormitorio, scambiandosi confidenze o segreti inconfessabili -il genere di segreti che possano avere due ragazzini, beninteso. Come la prima cotta per una ragazza od un ragazzo, il primo sentore che il loro corpo stesse cambiando, il loro primo bacio, ma anche il fatto che Brooks avesse due genitori omosessuali. Insomma, tutte quelle confessioni erano state fatte a notte fonda ed accolte senza la minima traccia di giudizio o disgusto. Era il suo incastro perfetto.
    Avevano preso una casa che dava direttamente sull'Oceano; se aprivano la portafinestra che dava sull'ampio terrazzo, trovavano una scalinata di legno che li portava direttamente in acqua. Il panorama era seriamente mozzafiato, soprattutto quando calava o sorgeva il sole, infatti la loro prima notte, non avevano dormito moltissimo e si erano alzati decisamente presto per vedere il sole sorgere.
    Osservò la schiena nuda dell'amico ed avrebbe tanto voluto toccarla, ma poi a fermarlo fu il pensiero che avrebbe potuto svegliarsi. Inoltre vederlo così, beato come un bimbo, gli faceva un certo effetto.
    Senza fare il minimo rumore, sgattaiolò giù dal letto e si infilò le infradito, dirigendosi in cucina.
    Spadellò per un po', fino a preparare i pancakes che accompagnò con delle fragole e dello sciroppo d'acero, poi fece anche il caffè. Aveva pensato proprio a tutto, doveva agire quella mattina e se avesse avuto successo, il piano si sarebbe concluso prima di quella sera. Era l'ultima parentesi della sua vita che avrebbe dovuto chiudere prima di poter andare davvero avanti. Ad ogni modo, portò il vassoio con la colazione nel tavolino che occupava un angolo della terrazza e si sedette con lo sguardo rivolto verso il mare, solo una brezza a scompigliare i suoi capelli ricci. Quindi lo aspettò, aspettò che l'amico si destasse. Sapeva non ci avrebbe messo troppo, avevano deciso di non perdere tempo a dormire fino a tardi, quando davanti avevano un paradiso terrestre al quale attingere.
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    Quando aprì gli occhi, ci mise qualche secondo per capire esattamente dove fosse e come si chiamasse. Sollevò lentamente una palpebra, incontrando davanti a se solo il bianco candido della federa del suo cuscino. Si tirò sui gomiti, facendo scivolare il lenzuolo ancora più giù sul corpo, e si guardò intorno. Ma certo, Bali! Erano arrivati qualche giorno prima, lui e Brooks, e avevano trovato la camera decisamente al di là delle aspettative. Quel letto era comodissimo, grande abbastanza per far entrare entrambi senza sentire il caldo della notte, una finestra che buttava direttamente sul mare e un alba e un tramonto da mozzare il fiato.
    Posò senza guardare una mano sull’altro lato del letto, cercando il corpo del migliore amico, ma non lo trovò. Aprì anche l’altro occhio e constatò che effettivamente Brooks doveva essersi già alzato, vista la freddezza delle lenzuola. Si girò, posandosi sulla schiena, e si stiracchiò, decidendo di alzarsi. Per Nick dormire con Brooks era paragonabile a dormire con Camriel, vista la confidenza che ormai avevano acquisito, e non si sentiva minimamente in imbarazzo neanche nello girare in mutande, come stava facendo in quel preciso istante. A piedi nudi, con i capelli del tutto scombinati, e in boxer con dei bolidi che si rincorrevano sul tessuto ogni trenta secondi. Sbadigliando infilò la testa in cucina, trovandola vuota ma impregnata dell’odore di pancake e sorrise di traverso. Brooks doveva aver fatto la colazione. Notò la finestra della terrazza aperta e si avviò verso di quella, aprendola del tutto e respirando a pieni polmoni l’aria di mare, che adorava profondamente. Sorrise a Brooks, seduto proprio li davanti.
    -Buongiorno Roo - disse, con la voce ancora un po roca - dormito bene? Wow! Sono dei bellissimi pancake quelli! Posso?

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    Brooks O'Connor
    Vederlo comparire in boxer, con gli occhi assonnati ed i capelli in disordine che lo rendevano ancora più bello, fece fremere Brooks fin dal profondo e fu sicuro di avere la bocca completamente secca, prosciugata da ogni residuo di saliva.
    Essendo migliori amici da così tanto, avevano condiviso ogni cosa possibile, erano veramente rare le cose che li mettevano a disagio tra loro e tra queste non c'era il girare in mutande, essendo praticamente cresciuti come vicini di letto ad Hogwarts, non era per nulla raro scoprire l'altro a cambiarsi là affianco e nulla di male c'era ma... ora quello stesso comportamento che non aveva mai particolarmente notato in precedenza, troppo abituato, gli fece infiammare le guance, che divennero così bollenti da farlo sembrare febbricitante, anche se in realtà stava benissimo. Ma se le sue guance erano calde in maniera assurda, le sue mani erano fredde come il ghiaccio e sembravano non essere nemmeno parte del suo corpo, tanto erano gelide.
    Ricambiò il sorriso dell'amico, aspettando che si avvicinasse per fare colazione insieme. Ovviamente sia tazze che vassoio, erano incantati in modo che ciò che vi era dentro o sopra, non si rovinasse, nel caso Nick ci avesse messo un po' a svegliarsi.
    Sorrise a Brooks, seduto proprio li davanti.
    Un altro fremito lo ebbe quando l'amico lo salutò con voce arrochita dal sonno, facendolo scoprire proprio attraente. Avrebbe voluto picchiarsi per quel pensiero, ma intuiva che a Nick sarebbe sembrato strano se avesse iniziato a prendersi a sberle proprio lì, senza apparente motivo.
    Buongiorno Nickie! Ovvio che puoi, li ho fatti anche per te annunciò, indicandogli con lo sguardo, la sedia di fronte a lui. Le mani, da gelide erano passate anch'esse ad essere piuttosto calde, poiché sapeva che di lì a poco avrebbe dovuto mettere in atto ciò che aveva in mente. Non dormivo così bene da anni, quel letto è veramente una bomba. Tu, invece? Tralasciò di dire ciò che aveva sognato, sennò sarebbe arrossito in modo irrimediabile. Gettò un'occhiata all'acqua calma a pochi passi da solo. I giorni precedenti avevano fatto diverse escursioni, fatto snorkling, potuto ammirare la fauna marina che presidiava quel luogo, ma anche visitare i luoghi più belli e famosi di Bali. Quel giorno, invece, avrebbe voluto fare qualcosa che non li allontanasse troppo dalla casetta sul mare.
    Dopo colazione, voglio troppo mostrarti un posto! Non è molto lontano da qui, ci basterà farci una piccola nuotata. Propose, addentando un pancake, ora che erano insieme.
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    Il panorama mozzafiato, unito alla vista di quei stupendi pancake, avevano fatto iniziare la giornata di Nick decisamente nella maniera giusta. Si sentiva riposato, anche se non erano stati mai un attimo fermi in quei giorni, tra escursioni in mare e a terra. Nick adorava viaggiare, ed era difficile che non gli piacesse un posto, ma Bali era decisamente sopra ogni sua aspettativa. Si lasciò cadere sulla sedia, passandosi una mano tra i capelli cercando di risistemarli e non lasciarli del tutto scompigliati, per poi guardare l’amico, che sembrava in piena crisi mistica. Forse stava male…? Non fece in tempo a chiedere che questi parlò, salutandolo.
    -Grazie, sei il migliore come sempre! - tagliò un pezzo di pancake e se lo ficcò in bocca, mugolando soddisfatto al sapore ottimo - sono meravigliosi, Brooks!x
    Piegò la testa di lato, annuendo alle parole dell’amico, e si lasciò andare sullo schienale della sedia.
    -Anche io, troppo troppo comodo!
    Continuò a mangiare, bevendo un sorso di caffè e sospirando di contentezza. Quei giorni erano stati davvero meravigliosi, e si prospettava una giornata bellissima. Guardò l’amico con fare interrogativo.
    -Certo! Dove ti pare, tanto per me basta che nuotiamo!
    Finì di mangiare i pancake e si ritirò in casa, lanciando un sorriso a Brooks e comunicandogli che si sarebbe andato a preparare, così da essere pronto per la loro escursione. Dieci minuti dopo se ne stava davanti la porta con il suo costume rosso comprato per l’occasione, la bacchetta nascosta in una delle tasche impermeabili. Si passò una mano tra i capelli, notando come negli ulti giorni lo avesse preso quasi a vizio, e chiamò il ragazzo, annunciandogli con fare pomposo che lo stava aspettando. Appena se lo trovò davanti, parlò di nuovo.
    -Sono prontissimo, Roo. Dove mi porti?

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    Da quando gli aveva chiesto di diventare parabatai, il rapporto tra Nick e Brooks sembrava essersi saldato ancora di più, soprattutto visto il fatto che stavano vivendo a stretto contatto da giorni e, prima di tornare in Irlanda, mancava ancora un po' di tempo; sarebbero tornati poco prima del rientro a scuola, per permettere ad entrambi anche di passare un po' di tempo con le loro famiglie, per quanto l'idea non lo entusiasmasse poi così tanto. Non era pronto ad affrontare suo padre e Fitz dopo che il biglietto lo aveva usato per Nick. Certo, adoravano Nick e quindi il problema non sarebbe certo stato chi aveva deciso di invitare, bensì il fatto che avesse usato il biglietto di Fitz per qualcun altro senza chiedere nulla a nessuno. Il posto in cui stavano non aveva molto segnale, quindi era riuscito ad ignorare qualsiasi messaggio gli era stato inviato da chiunque, per godersi tutto il tempo possibile con il suo Nickie.
    Sorrise felice al fatto che stesse apprezzando la colazione che aveva preparato con tutto l'affetto che possedeva per lui, oltre che per il fatto che sembrava apprezzare la vacanza, cosa che non lo faceva pentire di aver dato il biglietto del suo gemello, a Nick.
    Una volta finita la colazione, lasciò che Nick andasse a cambiarsi ed anche se a tratti ebbe la pervertita idea di sbirciare, per rispetto a se stesso ed a lui, non si mosse al suo posto, limitandosi a togliersi i pantaloni, lui sotto aveva già indossato un costume verde a pantaloncino, lungo fin quasi alle ginocchia, poi sistemò i piatti e le tazze, impilandoli ed aspettando, quindi, l'altro.
    Quando Nick uscì, si fermò per un secondo ad ammirarlo, prima di riprendersi ed alzarsi dalla sedia in cui si era beatamente seduto. Vieni, di qua. Saltando gli scalini, si buttò a bomba direttamente nell'acqua che in quel punto non era altissima, abbastanza per non farlo sfracellare contro il fondale, ma non troppo da impedirgli di toccare la sabbia sottostante, che si depositò subito sui suoi piedi, carezzevole. Non è molto distante, dobbiamo solamente nuotare per un po'. Iniziò quindi a muoversi a tratti facendo profonde bracciate, a tratti camminando e basta, fino ad aggirare una frazione dell'isola su cui stavano e davanti ai loro occhi si aprì un vero e proprio paradiso terrestre. Vi era una modesta montagna fatta di roccia dalla quale cadeva, un un laghetto limpido, una cascata. Erano, inoltre, circondati da alberi tropicali. Il lago era collegato all'oceano da un piccolo canale ed attorno a loro, vi erano mille uccelli colorati che intonavano il loro canto mattutino.
    Brooks entrò nel lago attraverso il canale, aspettando che anche Nick facesse lo stesso. Era il posto ideale per fare ciò che doveva fare. Ti piace?
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    Nick non si sentiva così rilassato da moltissimo tempo. Il paesaggio di certo aiutava, così come la possibilità di starsene tranquillo senza pensieri di sorta, solo il mare, il sole e Brooks. Aveva cercato anche di non pensare a Fitz, quei giorni, per non rovinarsi la vacanza. Doveva decisamente parlare con lui, non c’era scampo alla questione, e doveva capire una volta per tutte cosa volesse da lui il ragazzo. Ormai il suo personale punto di vista lo aveva ben capito, ma le cose purtroppo si fanno sempre in due, ed è per questo che questa narratrice non può vantare un matrimonio con Tom Holland. Si sentiva del tutto fuori dal mondo, in quel pezzetto di globo, e il fatto che non ci fosse rete neanche a pagarla aiutava particolarmente. Si sentiva staccato dalla civiltà.
    Una volta pronto, si avvicinò all’amico, aspettando indicazioni per la loro gita. Era decisamente euforico, essendo una persona parecchio curiosa, e quelle cose lo divertivano da pazzi.
    -Ti seguo!
    Sì calò in acqua, ridendo agli schizzi che aveva sollevato Brooks saltandoci dentro. Alzò le spalle alle parole dell’amico, annuendo contemporaneamente.
    -Va benissimo, tanto si sta una meraviglia in acqua!
    Cominciò anche lui ad avanzare, camminando e nuotando dietro a Brooks. Una volta arrivati - lo capì dal fatto che Brooks aveva rallentato significativamente - si trovò davanti un vero paradiso terrestre. Una cascata buttava in un laghetto oceanico, circondata da una montagna e un mare di alberi tropicali. Come se non bastasse il canto degli uccelli rendeva il tutto tremendamente paradisiaco. Perso nella sua contemplazione non aveva notato che Brooks fosse entrato nel laghetto, e si affrettò a seguirlo.
    -Mi piace? Roo è fantastico! Come merlino hai fatto a trovare questo posto? - si girò verso di lui - è davvero un paradiso, no?
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    Brooks O'Connor
    Ti amo, Nick.
    Nick sono innamorato di te da non so quanto, ma l'ho capito solo in quest'ultimo periodo.
    Ascolta, Nick, lo so che ti piace mio fratello ma... non ho potuto fare a meno di innamorarmi di te.

    A nulla erano valsi i discorsi che si era studiato nei giorni precedenti e persino quella mattina in veranda mentre l'amico dormiva, in merito ai suoi sentimenti.
    Ora che si trovavano in quel paradiso terrestre lontani da chiunque avrebbe potuto distruggere la loro quiete -in particolare, da Fitz-, si sentiva la bocca secca nonostante fossero circondati d'acqua. Boccheggiò, dandogli le spalle, incapace persino di rispondere a quella sua semplice e forse retorica domanda.
    Non si era mai realmente preoccupato, sapendo che il momento era ancora abbastanza lontano perché non ce ne fosse bisogno. Ma quel momento era esattamente ora e Brooks aveva perso persino la sua spiccata parlantina. Avrebbe solamente voluto evaporare, svanire... fuggire da quella situazione che l'aveva messo alle strette.
    Che poi in realtà stava facendo tutto da solo, se avesse deciso di non dire nulla a Nick, nessuno avrebbe mai saputo niente e niente sarebbe mai cambiato, tuttavia sapeva -dentro di sé- che non togliersi quel pensiero che lo tormentava, avrebbe impedito al ragazzo di diventare parabatai dell'altro. Non potevano avere segreti, lui non lo voleva. E l'essenza intrinseca del legame che la runa avrebbe creato, gli avrebbe impedito di fare ciò che aveva in mente.
    Sì, un paradiso... sussurrò dopo minuti lunghissimi di silenzio tombale. Non gli interessava più lo spettacolo che aveva davanti, troppo preoccupato di come avrebbe reagito il suo migliore amico.
    Senti Nick... gli prese la mano e fece qualche passo indietro nell'acqua fino ad arrivare al bordo erboso del laghetto, quindi si issò, facendogli cenno di imitarlo. Deglutì a vuoto almeno cinque volte, approfittando del fatto che un po' di tempo sarebbe stato perso nell'attesa che Nickie si sedesse.
    Quando fossero stati faccia a faccia con la leggera brezza a carezzargli i corpi nudi se non per via del costume.
    Non mollò la mano dell'amico, giocando con le sue dita con estremo nervosismo. Se fosse stato qualcun altro, probabilmente avrebbe trovato strano il fatto che Brooks lo tenesse per mano, ma Nick no. Con lui aveva un rapporto meraviglioso senza pregiudizi di sorta né nient'altro. Non era raro che lo facesse, né che dormissero nello stesso letto e girassero mezzi nudi davanti all'altro. Ma non era mai stato un problema e mai lo sarebbe stato.
    Ho una cosa da dirti. Importante. Devi saperlo o non riuscirò davvero a diventare il tuo parabatai. Beh, l'inizio prometteva proprio male, ma il ricciolino non era mai stato poi così bravo a fare discorsi di qualunque tipo. Nicholas avrebbe dovuto accontentarsi.
    Io... io... in una grossa ondata di coraggio, decise che le azioni avrebbero fatto capire molto di più di qualche parola incomprensibile balbettata dalle sue labbra nervose. Il cuore gli batteva con furore contro le costole, ma decise che avrebbe fatto ciò che desiderava fare. Almeno una volta.
    Se Nick non si fosse spostato, si sarebbe allungato verso di lui, posando le labbra contro quelle dell'amico. Erano incredibilmente morbide e... dolci. Brooks desiderò che il tempo si fermasse per sempre a quel preciso attimo, ma sapeva di dover tornare presto alla realtà. Non fu un bacio malizioso, che pretendeva di più che un semplice contatto di labbra, no. Fu un bacio dolce, casto, quasi a fior di labbra. Un po' come fossero due bambini, o come una bambina bacia il padre, o un bambino la madre.
    Durò qualche secondo di troppo e quando Brooks si staccò aveva le guance rosse, gli occhi lucidi e la pelle caldissima, come fosse stato troppo tempo posato contro il termosifone. Deglutì ancora. Sono innamorato di te, Nick. Me ne sono reso conto troppo tardi, per questo ho reagito così quando mi hai detto di te e Fitz e... fece una lunga pausa, nervoso e timoroso che il suo amico lo allontanasse. Questo... questo non cambierà niente. So che ti piace lui e che noi... non siamo destinati ma volevo togliermi questo peso prima di chiedere ad Olwen di eseguire il rito. Spero tu possa capire. Il corpo dell'opale era teso, pronto a scattare per scappare in ogni secondo.
    16 y.oStudenteTwinI annoFrom Ireland
     
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    Il paesaggio lo stava lasciando senza fiato. Non aveva mai visto tanto verde, tanto blu, tanti fiori tutti insieme. Stava a bocca aperta e girava su se stesso, cercando in qualche modo di assorbire quanta più bellezza possibile, così da poterla raccontare a Fitz quando- che diavolo andava a pensare?! Fitz lo aveva trattato di nuovo di merda, non doveva pensarci. Punto. Quasi non notò l’assenza della risposta di Brooks, ma quando quello finalmente fece uscire quelle dire paroline strascicate si girò, interrogandolo con lo sguardo. Che cosa stava succedendo? Perché Brooks sembrava aver perso tutta la voglia di contemplare quella meraviglia? Non era da lui, anzi. Con più che era stato lui a voler andare in quel posto. Stava per parlare ma lo vide avvicinarsi, e sentì la sua mano scivolare nella propria. Abbassò lo sguardo, sorridendo alle loro mani intrecciate, per poi rialzarlo sull’amico, che sembrava sul punto di vomitare.
    -Si, Roo? Ehi, ma ti senti male?
    Si lasciò trascinare fino a riva, e guardò l’amico sedersi sul bordo erboso. Scosse la testa tipo cane, per liberare delle gocce fastidiose dai capelli, e lo seguì, sedendosi accanto a lui e riprendendo ad osservare le loro mani, ancora una volta unite. C’era qualcosa che non tornava. Diede una piccola spallata a Brooks, incitandolo a parlare, e per poco non ricadde in acqua alla sua iniziale risposta.
    -C…cosa dici? Roo, cosa sta succedendo? È successo qualcosa?
    Guardò il ragazzo prendere fiato, per poi girarsi deciso verso di lui. La luce negli occhi di Brooks, di solito calda e tranquilla, ardeva di qualcosa che Nick non fece fatica a decifrare, ma che lo lasciò leggermente interdetto. Non fece in tempo ad esprimere i suoi dubbi, tuttavia, che l’amico si avvicinò a lui e in un lampo le loro labbra erano unite. Chiuse gli occhi per riflesso, e inspirò di botto con il naso, non sapendo bene come comportarsi. Le labbra di Brooks erano calde, morbide e vagamente profumate di caffè. Si chiese se il suo cervello stesse registrando tutte quelle cose per non fargli pensare al fatto che il suo migliore amico lo stesse baciando, ma il pensiero gli si interruppe di botto quando il dolcissimo contatto tra loro finì. Si trovò un po’ preso alla sprovvista, e ciondolò leggermente in avanti, ma si raddrizzò in tempo per vedere le guance di Brooks prendere il colore di un pomodoro maturo. Aprì bocca, ma il ragazzo ancora una volta lo precedette. La sua bocca formò una piccola “O” di sorpresa nell’apprendere i sentimenti dell’amico, e senza pensare allungò una mano, posandola su quella dell’altro.
    -Roo, io…mi dispiace, non ti avrei mai fatto soffrire dicendotelo, se lo avessi saputo. - non sarebbe servito a nulla negare i sentimenti per il gemello o accendere una piccola speranza per Brooks, perciò si limitò alla verità nuda e cruda. Ma si parlava comunque del suo futuro parabasi, quindi di certo non poteva bastare semplicemente quello.
    -Brooklyn. Io sono onorato dei tuoi sentimenti per me. Sono felicissimo che tu abbia deciso di rivelarmeli, e mi dispiace da morire doverli rifiutare. Non diventerà un problema, te lo prometto, non farei mai di una cosa così bella un pasticcio
    Si avvicinò all’amico e lo abbraccio, stringendo leggermente e sentendo gli occhi pizzicare. Perché diavolo faceva così male anche a lui?
    -Spero tu non ti senta in imbarazzo con me, adesso.
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    Brooks O'Connor
    Brooks sembrava completamente assente e non percepiva gli stimoli esterni. La spallata di Nick, le sue parole... era completamente assorto in quello che presto gli avrebbe detto e a ciò che avrebbe fatto.
    Ma poi dovette prendere un grosso e profondissimo respiro e fare ciò che doveva. Quindi, seduti su quella sponda, prese coraggio ed iniziò a parlare, a dire tutto ciò che doveva, straripò come un fiume in piena e gli disse tutto, senza nascondergli nulla. Era il suo futuro parabatai, non poteva nascondergli dettagli così importanti, sarebbe morto dentro se se lo fosse tenuto per sé.
    Lo baciò.
    Fu uno dei momenti più belli della sua vita. Non osò nulla, fu un semplice bacio d'addio. Non che stesse dicendo addio al suo migliore amico, ma solo alla parte di sé innamorata di lui. Doveva per forza distaccarsene o non sarebbe riuscito ad andare avanti, visto che l'altro sembrava molto interessato a Fitz.
    Fu un sollievo quando il suo amico non si scostò schifato, ma si limitò a lasciare che le loro labbra combaciassero per quei secondi che, Brooks ne era sicuro, avrebbe custodito gelosamente nel profondo del proprio cuore, qualsiasi cosa sarebbe successa in futuro tra loro.
    No... è stato meglio che tu me lo abbia detto, almeno mi sono scontrato con la verità ed ho iniziato a farci i conti ammise sconsolato, disegnando cerchi d'acqua con la punta delle dita, sospirando. Sapeva cosa gli avrebbe detto e non era sicuro di essere pronto, ma non poteva essere altrimenti.
    E poi l'abbraccio.
    Brooks avvolse l'amico come un automa, come se qualcun altro gli stesse spingendo le braccia attorno al corpo di Nick ma per un momento non sentì altro che il suo cuore martellare contro le costole. Si era liberato, glielo aveva detto. Ma gli occhi bruciavano, dannazione se bruciavano. Era qualcosa di inspiegabile, l'amore. Ci si innamorava sempre della persona sbagliata. Non che Nick lo fosse, Nick era giustissimo ma... non ricambiava. Sospirò sconsolato cercando di trattenere le lacrime. Lo sapevo, ma appunto volevo che non ci fosse nessun segreto prima del rito... non sarei riuscito ad essere il tuo parabatai con questo peso... un grosso sospiro, mentre scuoteva la testa alla sua domanda, spargendo goccioline ovunque. Si rimmerse in acqua, ancora rosso in volto, ma cercò di pensarci il meno possibile per continuare a godersi il resto di quella vacanza. In effetti, forse sarebbe stato meglio se glielo avesse detto l'ultimo giorno.
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