Come comportarsi con le creature?

Role compiti bienno magia verde Harry- Louise

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    Harry Wood
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    [Aula di Magia verde sabato mattina ore 11.00]



    Il testo che aveva trovato sulla bacheca della propria casata da parte della professoressa Onfroy per Magia Verde lo portò a scegliere una location per i compiti che sicuramente avrebbe scelto anche in altri come l'aula della stessa materia, era un luogo adatto per fare ciò. Si copiò il testo dei compiti da eseguire su un foglio bianco che si era portato dietro, avere con sé il testo poteva essere utile.

    Cari studenti e studentesse,
    Per il mese di novembre vi chiedo di svolgere un compito un po' particolare. Ognuno di voi potrà scegliere una creatura tra Bondinum, Asticello e Choul con cui interagire, a vostra discrezione se recarvi nell'Aula di Magia Verde negli orari e giorni indicati o se organizzare una visita alla Riserva -in entrambi i casi vi prego di contattarmi o di venire a ricevimento.
    Potrete interagire con queste creature come meglio preferite, ma è importante tenere a mente le loro caratteristiche e stare attenti ad ogni dettaglio.
    Il vostro scopo non è solo quello di interagirvi in modo positivo, ma anche costruire qualcosa che vi aiuti in questa interazione: può essere uno strumento per voi o per la creatura, un rifugio o qualsiasi cosa la vostra mente creativa riesca a costruire ma è importante che sia fatto in legno, quale tipo di legno rimane a vostra discrezione.
    Rimango disponibile per ogni richiesta o informazione.
    Una buona giornata,

    Kàra Onfroy
    Docente di Magia Verde


    Per fare quei compiti decise di chiedere a un'altra compagna di corso e di classe, una delle sue più grandi amiche nel castello, Louise. Le scrisse un messaggio la sera prima tramite gufo, per lei il cellulare sapeva che era un problema.

    Ehi Louise, sono Harry. Ti volevo chiedere una cosa, hai voglia domani mattina di andare nell'aula di Magia Verde per fare insieme i compiti? Ti aspetto all'ingresso della stessa verso le 11.00. Mi farebbe molto piacere se potessimo fare questi compiti insieme.

    Mandato il messaggio la sera andò a dormire, poi la mattina successiva dopo la colazione si recò di fronte all'aula in questione così come aveva scritto alla ragazza attendendola.

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    Era nella sala comune di Ametrin, intenta a rivedere il materiale di alcune lezioni che non voleva assolutamente dimenticare: sul tavolo, davanti a sé, riposavano diversi libri, un block notes e una penna, che si portò alla bocca, mordicchiandone il tappo, mentre si accingeva a leggere il manuale di Antiche Rune. Aveva ripreso ad appuntarsi note sulla carta, di ciò che voleva ricordare. Era già da un’ora abbondante che era ferma lì, concentratissima, e, francamente, aveva davvero bisogno di svagarsi per qualche minuto. Alzò lo sguardo verso l’ingresso della sala e si meravigliò quando un bellissimo gufo fece capolino dalla porta spalancata e si diresse verso di lei, ponendole una busta sigillata con le sue zampette. Era una lettera di Harry. Sorrise quando lesse l’invito per svolgere assieme il compito di Magia Verde.
    Accarezzò la testolina del gufo.
    - Purtroppo non ho niente da darti, piccolino! Se aspetti un attimo, ti do un’altra busta da consegnare, okay? -
    La bestiolina non sembrava molto felice delle sue parole, ma Louise non poteva farci molto. Scrisse una veloce risposta sul retro del foglio di Harry.

    Ehi Harry, grazie per l’invito. Ci vediamo domani alle 11.

    Consegnò la busta al gufo, chiedendo di consegnarla direttamente al suo amico.
    L’indomani, si svegliò presto, seppur mancasse ancora molto tempo. Decise di studiare ancora un po' e leggere soprattutto sulle creature Bundinum, Asticello e Ghoul, con cui sapeva avrebbero avuto a che fare. Un po' di conoscenza non avrebbe mai fatto male, soprattutto se Harry non avesse letto il materiale sul manuale in anticipo. Dopo qualche tempo abbondante, prese la sua borsa, nella quale aveva inserito un barattolo di marmellata alla ciliegia, preconfezionata. Pensò di avvolgere qualche fetta di pane in un tovagliolo, cosicché i due potessero far merenda. Dopo aver fatto colazione, raggiunse le cucine e gli elfi domestici le consegnarono in poco tempo un bel termos pieno di thè caldo al limone e due bicchieri per berlo.
    Alle 11 precise, si diresse verso l’aula di Magia Verde, dove trovò un Harry molto… calmo? Non sapeva dirlo.
    - Ehi Harry! - salutò


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    Edited by Louise De Maris - 29/11/2021, 21:30
     
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    Harry Wood
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    Fare quella materia era importante per lui, gli piaceva avere a che fare con le creature magiche e la preparazione era tutto quello che serviva per far bene quei compiti e portare dei punti extra nella coppa delle case per la sua casata, ogni punto faceva la differenza per un esito finale che voleva vedere nella direzione della casata dei Black Opal. Aveva tutte le informazioni che servivano sulle creature che dovevano fare al caso loro. Inoltre aveva portato anche con se il libro di testo, poteva essere di aiuto nel caso di bisogno. Mentre attendeva Louise si mise a sedere su uno dei banchi che facevano da contorno all'aula. Per il momento tutto era tranquillo, gli piaceva anche la parte dell'attesa sempre che non fosse troppo eccessiva, quello faceva parte di ogni giornata accademica e pensava anche di ogni persona. Quando vide arrivare la ragazza si alzò e si avvicinò a lei con un bel sorriso sul volto.

    Ciao Louise, sono lieto che hai accettato il mio invito. Lo sai che il gufo si era perso nel consegnarmi la tua risposta? Sei stata super precisa, complimenti. Come stai?

    Ricambiò il saluto con la mano e le dette un bacino sulla guancia.

    Allora, sei pronta per questi compiti?

    Attese la risposta dalla ragazza mentre le fece un nuovo sorriso. Sapeva dove iniziare e come proseguire in quella mansione che gli aveva mandato il professore a loro studenti, voleva fare bene per se stesso e per la ragazza, era chiaro che in due il compito poteva essere più semplice, una condivisione di idee che poteva aiutare chiaramente entrambi. Era certo che non era arrivata a mani vuote, era sempre premurosa, una bella e premurosa ragazza, quello era poco ma sicuro.

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    Era palese che Harry fosse felice di rivederla e Louise ne era contenta, non poteva negarlo.
    - Il gufo si è perso? Com’è stato possibile? – chiese, mentre una risatina si faceva eco nell’aula vuota.
    - Io sto abbastanza bene, per il momento… -. Non erano poste a caso quelle parole nella frase: Harry aveva visto cosa era capace di fare suo zio ed era sicura avrebbe potuto immaginare cosa intendesse.
    - E tu? Come stanno andando le lezioni e i compiti vari? Devo dire che mi aspettavo molta più roba da studiare, invece, i professori sono davvero equilibrati nel darli. Così, almeno, possiamo dedicarci ad altre attività. -
    Si lasciò dare il bacio sulla guancia, a cui rispose con un sorriso timido.
    - Certo che sono pronta! Allora… – disse, mettendo mani nella propria borsa ed estraendo il bestiario. – Ho portato il manuale, così da poter consultare insieme il materiale sulle creature tra cui dobbiamo scegliere! -
    Prese posto su una panca e posò il libro sul banco, al centro, in modo tale che entrambi potessero leggerne il contenuto. Sollevò la copertina e con un dito scorse l’Indice del libro.
    - Partiamo dalla lettera A! -
    Il bestiario raggruppava in ordine alfabetico tutte le creature del mondo magico.
    - Eccolo qui! Asticello: pagina sei -
    Avanzò con le pagine fino a raggiungere la suddetta e cominciò a leggere ad alta voce.
    - La classificazione dell’Asticello è XX ed è originario di Inghilterra, Germania, Scandinavia, Finlandia, Danimarca. Questa creatura, nella tradizione, veniva chiamata Bowtruckle e questo rimane ancor oggi un nome tecnico usato dagli specialisti. Asticello, invece, di più facile pronuncia, è un nome che nel tempo gli venne affibbiato dai bambini Scandinavi, ma poi si diffuse come uso comune. L'Asticello è un custode di alberi ed è immensamente difficile da riconoscere. È piccolo, l'altezza massima è di venti centimetri, e apparentemente fatto di corteccia e legnetti, con due piccoli occhi marroni. Si mimetizza perfettamente nel suo habitat naturale. La sua dieta è composta unicamente da insetti ed è una creatura pacifica e profondamente timida. Tuttavia, se l'albero nel quale vive è minacciato è più che pronto a balzare su chi cerca di danneggiare la sua casa per poi tentare di cavargli gli occhi con le lunghe dita puntute. Questo è un grave problema per i fabbricatori di bacchette, dato che proprio la presenza di Bowtruckle su un albero evidenzia la qualità del suo legno e la predisposizione di questo ad essere usato per costruire catalizzatori magici. Un'offerta di porcellini di terra placherà l'Asticello abbastanza a lungo da consentire al Mago o alla Strega di rimuovere un po' di legno da bacchetta dal suo albero. -
    Louise ridacchiò. – Non proprio una creatura simpatica, direi! -.
    Tra le B, poi, riuscì subito a trovare il Bundinum.
    - Poi… Bundinum. Classificazione XX. Luogo d’origine ovunque. In stato di riposo è simile ad una macchia di funghi con degli occhi, tuttavia se spaventato si alza in piedi sulle sue zampine simili a denti e sgattaiola sotto i pavimenti di legno e fra gli zoccoli delle pareti. Il Bundinum si nutre di sporcizia e polvere e la sua presenza è annunciata in un'abitazione da un intenso puzzo di marcio. Il Bundinum secerne un liquido che tende ad essere assorbito dalle pavimentazioni in legno e fa marcire le fondamenta. Più si nutre e più il tanfo del Bundinum aumenta d'intensità. Un incantesimo Pulente può liberare una casa da un’infestazione di Bundinum, ma se si è atteso troppo, bisogna prendere contatti con- vabbè, questo non ci interessa! -
    Passò all’ultimo: il Ghoul.
    - Classificazione XX. Luogo d’origine ovunque, proprio come il Bundinum. Un orco viscido, pallido, dai denti sporgenti che abita solai o grani appartenuti a maghi. Questo essere grande quanto un adolescente medio si ciba di ragni, falene ed altri insetti. Geme e qualche volta lancia in giro piccoli oggetti, ma è una creatura ingenua ed innocua. Nel peggiore dei casi ringhia e grugnisce contro chiunque vi s'imbatta. All'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche si trova una task force apposita per eliminare o spostare in altri luoghi Ghoul che vivono in case che entrano in possesso a Babbani. Nelle famiglie magiche il Ghoul spesso diventa bersaglio di divertimenti, chiacchiere ed a volte viene reso un animale domestico. -
    Fece un sospiro.
    - Non sarà proprio un gioco da ragazzi, lo sai? – affermò, con un ghigno sulle labbra e occhi divertiti.


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    Fece un piccolo sorriso a quelle parole.

    Assolutamente, lo sai dove è finito? Nel dormitorio femminile della mia casata. Per fortuna la mia compagna era a leggere un libro sul letto e mi ha portato subito la lettera. Ma può capitare.

    Fece una piccola risata. Capiva a cosa voleva alludere in quella risposta, era chiaro per chi conosceva cosa era costretta a subire.

    Menomale dai, è già qualcosa, almeno nel castello sei tranquilla. Credo che resterai qui per le vacanze natalizie vero? Nel caso mi piacerebbe invitarti a passare le feste con me e la mia famiglia a Londra, affittiamo sempre una bella villa in questo periodo dell'anno. Fammi sapere anche con calma.

    Fece una piccola pausa poi riprese.

    Non mi posso lamentare dai, mi sono già adeguato a questo nuovo anno accademico e credo che le lezioni siano di livello, le adoro. Si, è ottimo potersi dedicare ad altre attività.

    Fece un bel sorriso.

    Direi di iniziare allora.

    Una nuova pausa.

    Bravissima, sei previdente e perfetta come al solito. Non potevo chiedere di meglio.

    Ascoltò le descrizioni che la ragazza lesse a voce alta, erano decisamente delle creature fattibili con le quali approcciare seppur ci volesse sempre un buon metodo e soprattutto attenzione, nulla era scontato nell'approcciarsi con delle creature, era poco ma sicuro. Fece un nuovo sorriso alle parole della ragazza poi gli rispose.

    Non sarà facilissimo ma abbiamo la giusta esperienza per farcela secondo me. Ah, poi se hai letto il messaggio del professore bisogna anche costruire qualcosa che serva per approcciare le creature o che ci aiuti in ciò.

    Una piccola pausa.

    Io penso proverò ad approcciare un asticello, te hai già idea con chi lavorerai almeno teoricamente?

    Attese una risposta dalla ragazza.

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    Detto sinceramente, la questione era esilarante: non aveva mai sentito di un gufo che si fosse perso, non, almeno, per distanze così brevi. Per quelle lunghe, invece, era più probabile. Era, comunque, escluso che il ragazzo le stesse dicendo una bugia – e per quale motivo, poi? -, perciò la ragazza dovette amputare quell’evento a una creatura confusa, per qualche motivo. Rise per l’ilarità di quello che Harry le aveva riferito.
    - Menomale, altrimenti avresti pensato che non sarei venuta… e, sinceramente, non avrei mai voluto darti questo dispiacere… - rispose.
    L’invito per le vacanze natalizie illuminò per un millisecondo il volto della ragazza, ma, subito dopo, i suoi occhi persero ogni vitalità quando Louise si rese conto che non sarebbe stato affatto possibile: era sicura che suo zio avrebbe invitato Alton e suo padre alla cena di Natale e, forse, anche Spike, Sandstrom e tutti i suoi alleati. Un brivido freddo le percorse lungo la schiena: senza ombra di dubbio era paura.
    - Purtroppo devo tornare a casa… sai, mio zio non accetterebbe mai la mia assenza… Però, ti ringrazio per l’invito e sono sicura ci sarà modo di rimediare! – affermò, tentando di contornare quelle frasi di speranza.
    Dopo aver chiacchierato per un altro po', Louise pensò fosse giunto il momento di dedicarsi a quel compito, non molto semplice, a dir la verità. Aveva pensato di approcciarsi a un Ghoul, una creatura comune nelle abitazioni: il suo obiettivo era trovare un modo per intrappolarli o confinarli, anche se non era sicura ancora di cosa fare.
    - Ho pensato di approcciare un Ghoul! Anche se non so ancora esattamente cosa costruire… ma dovrebbe arrivarmi l’idea, prima o poi! -
    Le creature erano su un piano di lavoro, ognuna in una gabbia: probabilmente, Harry era andato a ricevimento con la professoressa Onfroy e le aveva comunicato di voler svolgere il compito in aula, cosicché le creature, poi, erano state portate lì.
    Si avvicinò alla gabbia in cui era contenuto un Ghoul che gemeva prepotentemente: le dispiaceva che fosse chiuso in quello spazio ristretto. Avrebbe potuto dirgli qualcosa, ma non sapeva se avesse potuto capirla: da quel che aveva letto, si diceva fosse una creatura ingenua e innocua, vittima di scherzi e prepotenze da parte degli abitanti della casa.
    Allungò un mano verso le sbarre, strette da quelle dell’orco: questi prese la sua mano e la scacciò via con forza, ringhiandole contro. Louise lo guardò negli occhi: non le faceva paura.
    - Lo so che sei arrabbiato e che non vorresti essere chiuso qui dentro… -
    Doveva fare in modo che la creatura si fidasse di lei. Una mosca le ronzò vicino al suo orecchio: da bambina, era solita acchiapparle per puro divertimento, ma, ora, avrebbe dovuto farlo per un bene maggiore.
    Vediamo se hai ancora i riflessi pronti!” si disse, tra sé e sé, sfidandosi. Una volta che questa si fosse avvicinata, mosse la mano destra in direzione opposta alla traiettoria di volo, fino a quando il palmo non la catturò e le dita si strinsero attorno. Con la mosca in pugno, si avvicinò nuovamente al Ghoul, capace di avvertire il suo “cibo”.
    - Ecco, vedi cosa ho per te? -
    Lasciò la mosca a un millimetro dalle sbarre, che fu presto catturata dalla creatura.
    - Bravo! Visto? Tra poco ti costruirò una bella casetta piena di cibo, solo per te! – gli disse, sorridendo. Ora il Ghoul si sarebbe fidato certamente.
    Louise si rivolse a Harry: - Il primo passo è fatto! Sono riuscita a farlo fidare di me… è arrivata l’ora di costruirgli una bella casetta in legno! -
    Per portare a termine il compito, avrebbe dovuto scegliere un determinato tipo di legno: che fortuna aver già seguito e studiato il materiale sul carattere e sull’umore degli oggetti con il professor Morrigan! Le sarebbe stato decisamente d’aiuto.
    Il Ghoul era una creatura ingenua, come già assodato, e innocua per la maggior parte, ma non per gli stessi insetti, e, probabilmente, molto determinata a proposito di cibo per garantirsi la sopravvivenza. Avrebbe dovuto costruire una struttura abbastanza grande da non farlo sentire rinchiuso, con un continuo rifornimento di alimentazione, e calda, proprio come sarebbe stata una abitazione umana. Come legno, avrebbe dovuto sceglierne uno capace di farlo sentire al sicuro, protetto, e di tranquillizzarlo. Tra i diversi presenti su un banco, ne scelse di tre tipi:
    - un ramo di carpino, capace di acquisire il codice d'onore del suo proprietario e si rifiuterà, nel bene e nel male, di fare qualunque cosa che non corrisponda ai principi del suo padrone.
    - uno di Ontano, inflessibile;
    - infine, il Sorbo, uno dei legni più protettivi, capace di rendere particolarmente forte e difficile da spezzare qualsiasi tipo d'incantesimo difensivo.
    Puntò la bacchetta vero il paletto in Sorbo e, con un movimento dall’alto verso il basso e, poi, un lieve affondo, lanciò un Incanto Aggiusta Forma: un getto grigio fu spruzzato su di esso, tramutando il ramo in forma rettangolare, come fosse un pannello. Procedette ugualmente per il resto dei rami e produsse, conseguentemente:
    - quattro pannelli in Sorbo;
    - due pannelli in Ontano;
    - quattro pannelli in Carpino, di cui due per il tetto.
    Grazie all’utilizzo di viti, trapano e un sostegno in legno per il soffitto, mise su una casetta a dimensione di Ghoul, composta da doppio muro. In un punto a caso sul tetto vi costruì una sorta di camino, all’interno del quale, in una apposita cassetta o su un gancio, sarebbero state poste delle sostanze, fiori e/o piante capaci di attirare insetti, così da garantire una costante alimentazione alla creatura, senza che questa sentisse il bisogno di uscire.

    - Finalmente ho finito!! – disse ad Harry. – Anzi, no, devo giusto ultimare il lavoro con le rune e, finalmente, poi, avrò finito… -


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    La sua scelta per la creatura da affrontare e con cui interagire era chiara, aveva scelto l'Asticello, e aveva già chiesto alla docente di avere la creatura in aula così come aveva lasciato esplicitamente scritto nel testo appeso alle bacheche della casate e che si era fedelmente copiato per evitare problemi. Rispose prima alla ragazza.

    Capisco assolutamente, non ti preoccupare, ci rifaremo senza problemi. Ne ho la certezza.

    Capiva assolutamente il motivo di quel rifiuto, se poteva considerarlo un rifiuto. Vide una gabbietta verso con l'Asticello che aveva chiesto, era lieto che fosse lì, poteva fare il suo compito. Aveva anche ideato un piccolo gioco per lui o lei, non sapeva cosa fosse quell'esemplare, aveva costruito nel laboratorio un piccolo albero giocattolo in legno, ma chiaramente aveva usato del vero legno raccolto all'esterno del castello, esso era grande circa trenta centimetri dove aveva fatto dei finti rami per permettere alla creatura di stare nel suo habitat naturale. Lo poggiò sulla cattedra dell'aula, e prese la gabbia poggiandola sulla stessa superficie. Cercò subito di mettere in tranquillità la creatura con la quale voleva approcciare e interagire.

    Non voglio farti del male, vieni sulla mano, non temere.

    Aprì la gabbietta mettendo la mano al suo interno per poi attende qualche attimo che quell'asticello timidamente si facesse avanti passetto dopo passetto verso la sua mano. Cercò di spingerlo a non fare niente che non volesse. Poi lo vide finalmente salire sulla mano. Cercò di fargli degli carezze per far capire che non voleva fargli del male e che era un semplice approccio di avvicinamento. Con la mano lo portò verso l'albero che gli aveva costruito, lo poggiò sullo stesso e lo vide fin da subito molto legato a quello che sembrava essere il suo ambiente naturale, un albero di vero legno seppur di minuto dimensioni, poteva definirlo quasi da asticello. Lo vide come giocava con lo stesso e sfruttava gli scalini improvvisati per salire fino in cima, lo vide quasi mimetizzarsi con quell'oggetto, sembrava che fosse il suo santuario.

    Diventiamo amici asticello.

    Nel frattempo cercava di avvicinarsi a lui con la mano a piccoli tratti e più si avvicinava più entrava di mezzo la timidezza della creatura. Creare un rapporto con essa avrebbe richiesto molto più tempo, che chiaramente non avevano per quel compito. Avrebbe iniziato anche a scrivere la relazione al momento su un foglio bianco che aveva con se.

    Relazione compiti bienno Harry Wood & louise de Maris


    Per questa prova in cui bisogna approcciare una creature tra le tre da lei proposte, ho scelto di optare per l’Asricello. Mi sono costruito un albero in miniatura con vero legno preso all’esterno del castello, circa trenta centimetri di altezza. Gli ho fatto anche delle piccole chiome con il muschio, per far conto che fosse tipo la chioma. Poi ho preso la gabbietta con la creatura e l ho portato alla cattedra dove avevo messo anche l’albero giocattolo. A quel punto ho aperto la gabbietta e ho provato a interagire con pazienza e determinazione con l’asticello. Gli ho parlato per convincerlo della bontà delle mie azioni. L’ho convinto a salire sulla mano e li l’ho accarezzato per un paio di volte prima di farlo salire sull’albero che gli ho costruito. L’ha apprezzato fin da subito salendo sullo stesso, giocandoci e mimetizzandosi con esso, è stato chiaro che gli piaceva quella specie di giocattolo. Nel frattempo ho continuato a parlargli, ma non era facile creare un rapporto di grande fiducia tra me ed quella creatura in così poco tempo.


    Fece una piccola pausa nello scrivere. Prese una bustina che aveva portato con se, c’era qualche insetto al suo interno, erano dei porcellini di terra che aveva trovato vicino agli alberi dai quali aveva preso il legno. Ne prese un paio e gli pose alla creatura che sembrò apprezzare quel pasto. Cercò di nasconderli in mezzo al muschio prima di mangiarli. Tornò quindi a scrivere.

    Ho voluto anche dare un paio di onischi, conosciuti anche come porcellini di terra che ho trovato sempre vicino agli alberi, all’asticello. Ha chiaramente apprezzato il pasto, anzi, con uno dei due ha tentato di nasconderlo tra la chioma fatta da muschio. L’ho visto chiaramente a suo agio a mangiare in quella che a mio avviso poteva ritenere la sua tana. Ho voluto lasciare il giocattolo a forma di albero all’asticello rimettendolo con lui nella gabbietta, ormai ci era affezionato.

    Concluse così la sua parte di relazione. Sistemò l’asticello nella gabbietta con il suo giocattolo poi passò il foglio alla ragazza.

    Louise, fai pure la tua parte di relazione insieme alla mia, così che consegniamo un lavoro unico alla professoressa. Dacci un occhio e aggiungi pure il tutto.

    Detto ciò allungò il foglio alla ragazza. Le rispose prontamente anche.

    Hai fatto un bel lavoro, bravissima come al solito.

    Le fece un bel sorriso.

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda | Stat.
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    Ecco l'oggetto costruito per l'asticello fb57802_0

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    - Perfetto! Allora la allegherò! -
    Raccolse il foglio dalle mani del ragazzo e lo conservo nel mezzo del manuale, tra le pagine, cosicché non potesse rovinarsi.
    Le sue gote si colorirono leggermente quando Harry le fece i complimenti.
    - Grazie… non posso che ricambiare! – rispose, sorridendo a sua volta.
    - Allora, dammi un attimo, che ultimo il lavoro, e poi possiamo parlare di quello che vogliamo -.
    Quindi, ritornando al filo del discorso: secondo quanto dedotto circa l’umore dei legni scelti, era di primaria importanza considerare la questione runica per porvi degli effetti di difesa e protezione, sia per l’esterno, sia per lo stesso Ghoul e gli interni.
    Non ricordava se aveva portato con sé il manuale di Antiche Rune: raccolse la sua borsa e vi sbirciò all’interno, facendo capolino in essa con un braccio. Uscì diverse cianfrusaglie, che poggiò su una panca, ma urlò un – Eccoti! – entusiasta quando trovò il libro tanto cercato.
    Lo aprì e ne studiò l’alfabeto runico, i suoi significati e possibili usi. Diede un’occhiata alle rune Thurisaz, indice di protezione, Algiz, con significato di difesa e autoconservazione. Lei non le avrebbe scolpite sul legno e non avrebbe adottato il sigillo runico, ma pensò che, con tale lavoro in più, si sarebbe resa utile al fine di proteggere la creatura. Scrutò gli effetti delle diverse rune e si rese conto che la più indicata fosse Hagalaz, capace di evocare una magia di vento: avrebbe dovuto essere posta sul camino, in modo tale da gettar all’interno del canale ogni insetto possibile che si avvicinasse ad esso.
    Era davvero contenta del lavoro svolto.
    - Ecco fatto! Ora ho davvero finito! – disse, con un largo sorriso sul volto. – Grazie a questo lavoro, scrivere la relazione sarà un gioco da ragazzi! -
    Si sedette al banco, stanca di stare in piedi: le facevano un po' male gli arti per tutta quella energia che aveva perduto.
    - Non ce la faccio più, davvero! Non vedo l’ora di farmi una bella doccia e mangiare qualco- ah! – esclamò, ricordandosi del pane e marmellata.
    Si avvicinò nuovamente alla borsa, da cui raccolse il pane infagottato, un coltello, il barattolo di marmellata di ciliegie e il thermos di thé con i due bicchieri.
    - Guarda qui! – affermò, rivolgendosi ad Harry. – Ho pensato che una sana merenda ci avrebbe fatto più che bene dopo tanto lavoro! -
    Dopo aver distribuito il composto sulle fette e aver versato il thé, porse il tutto al ragazzo e gustò la sua meritata seconda colazione.
    Una volta terminato, non le servì guardare l'orologio per rendersi conto dovesse tornare a studiare.
    - Si è fatto tardi, devo andare a studiare! Allora io vado! Tu fatti sentire, mi raccomando, e vediamoci più spesso! - gli disse.
    Poi l'abbracciò e, dopo un saluto veloce, andò via.


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