No Rest For the Wicked

A quel “Non trovi?”, Evrard scoppiò in una grassa risata: certo che trovava che fossero efficienti! Altrimenti che ci stava a fare in una organizzazione come l’Acromantula Scarlatta? Se fosse stata di poco conto non avrebbe sprecato né fiato, né denaro.
- Ovviamente! – rispose. – Ti confido che, se non avesse avuta tutta questa presa, non ci sarei proprio entrato. Ma sono contento di averlo fatto – “Per le alleanze” pensò, finendo la frase.
Forse l’uomo aveva già capito quale fosse il suo obiettivo ma, dal canto suo, Evrard aveva intuito che Markus avesse una sete di potere ineguagliabile, il che lo faceva diventare un potenziale pericolo e nemico. Doveva assolutamente stringere alleanza con lui, per guadagnarne tutto il meglio che poteva trarne.
- Un giorno te la farò conoscere, la mia cara moglie – disse, sottolineando con la voce il termine “cara”. – È stato un matrimonio combinato, come tanti, ma oggigiorno non posso che dire di essere felice di avere una tale donna al mio fianco, servizievole, di poche parole, che soddisfa ogni mia richiesta e… istinto -. Sorrise. – È questo il ruolo delle donne e, detto sinceramente, questa puttana – indico Louise – non l’ha ancora capito. Probabilmente non sa nemmeno cosa sia il sesso, ma imparerà a tempo debito! Ci penserà suo marito a farla svegliare! -
“Menomale che non sai che Alton è diverso!” pensò Louise, ma non lo disse ad alta voce, non volendo metterlo nei guai.
Quando la ragazza si becco un Incarceramus, Evrard disse: - Sono pienamente d’accordo. Ha bisogno di soffrire fino a quando non cambierà atteggiamento! -
Le corde erano troppo strette, ma soprattutto dolorose. Sfregavano contro i suoi polsi senza pietà.
- No… non ho nient’altro da dire alla mocciosa… -
- Vaffanculo! – urlò Louise, per poi beccarsi un calcio nello stomaco, secco. Non poté nemmeno piegarsi, tenuta ritta da quel maledetto sostegno in canapa. Con il corpo tremante e in agonia, scivolo nell’incoscienza, pregando per un po' di pace.