-
Markus Sandström.
User deleted
. -
Evrard Boyer.
User deleted
40 anni - Purosangue - Pozionista - Acromantula ★ ★ ★La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni. - Chiama la ragazza e dille di venire subito! -
Furono quelle le parole che Evrard rivolse ad uno degli elfi domestici della sua dimora. Non gli importava di sua nipote: qualunque cosa stesse facendo, per rispetto di colui che l'aveva accolta nella sua casa, avrebbe dovuto lasciar tutto quello che stava facendo e raggiungerlo, senza se e senza ma, perché un uomo che deteneva la sua custodia richiedeva la sua richiesta, immediatamente.
Dopo poco, osservo Louise arrivare al suo cospetto abbastanza affannata, il che gli suggeriva che avesse corso. Seduto com'era sulla comoda poltrona in pelle, sorseggiò lentamente un bicchierino di Brandy, non prima di aver alzato il labbro in un sadico sorriso.
- Mi voleva, signore? -
Evrard si beò del titolo che gli era stato appena affibbiato: gliel'aveva comandato poco dopo che la ragazzina fu ospitata, cercando di stroncare la pessima abitudine di sentirsi chiamare "zio". Louise non era sangue del suo sangue, non avevano niente in comune: per lei, quindi, non era altro che un estraneo e, come tale, doveva portargli rispetto, anche perché uomo e adulto. Un pensiero, il suo, che rifletteva totalmente la sua misoginia e che non aveva paura di mostrare ad occhi esterni, soprattutto ad amici.
- Preparati: tra dieci minuti andrò al Paiolo Magico e tu mi accompagnerai. -
Evrard poggiò il bicchiere sul tavolino e si alzò in piedi. Louise sapeva bene che avrebbe dovuto evitare di fare domande, ma si lasciò sfuggire un curioso e impulsivo - Perché? -. Non tardò ad arrivare un forte ceffone e un ferreo scossone del braccio da parte dell'uomo. Il naso di Louise fu impregnato dall'odore di alcool derivante dalla bocca di Evrard, il che la fece insospettire che fosse leggermente brillo.
- Cosa ti ho sempre detto io, eh?! Non devi fare domande. Io dico, tu fai. Io comando, tu obbedisci. -
La presa le fu lasciata con uno strattone violento. Suo zio si ricompose, lisciandosi i capelli selvaggi con una mano.
- Vai a prepararti. Non farmelo ripetere più. -
Ma, mentre Louise si accingeva a percorrere il corridoio, Evrard la fermò nuovamente, dicendo: - Anzi, prendi solo il cappotto e andiamo! -
Non era raro che Boyer cambiasse idea da un momento all'altro , soprattutto quando aveva bevuto un bicchierino di troppo.
Una volta che la ragazza avesse raccolto il suo soprabito, i due si smaterializzarono direttamente al Paiolo Magico, non appena avessero messo piede oltre la soglia di casa.
Evrard entrò all'interno del locale con passo determinato, consapevole che la ragazzina lo stesse seguendo. Louise, nel frattempo, ebbe modo di scorgere la sua figura molto rapidamente su una superficie specchiante: il suo aspetto sarebbe stato perfettamente in ordine, se non fosse stato per il livido che aveva annerito una sua guancia.
Non passò inosservato agli occhi di Boyer la figura nera che si stagliava in mezzo ad un gruppo di gente, con gli occhi omicidi puntati verso un orologio a cucù. Poco prima che questi potesse lanciare un qualche incantesimo contro di esso, Evrard estrasse la sua bacchetta dalla fondina e la puntò velatamente verso l'obbiettivo, lanciando un silenzioso - Colloportus -, che chiuse ermeticamente il cucu, in modo tale che niente potesse più uscire.
Si voltò verso l'uomo che gli aveva appena rivolto una stizzita domanda retorica e disse - Dicevate? Signor...? -
Con un cenno della mano, indicò a Louise di avvicinarsi.code © psiche. -
Markus Sandström.
User deleted
. -
Evrard Boyer.
User deleted
40 anni - Purosangue - Pozionista - Acromantula ★ ★ ★La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni. Il sarcasmo dell'uomo non lo lasciò indifferente, ma Evrard fece in modo che il suo sorriso rimanesse al suo posto. Dopotutto, l'affermazione del proprio potere consisteva, in particolar modo, nei giochi di sguardi, nei sorrisi affilati, nelle gesta educate e pacate che, nella loro tranquillità, rendevano colui che ne era il possessore un degno avversario, se non addirittura superiore. Non conosceva l'uomo, ma poteva intuire da quel suo incessante tamburellare delle dita delle mani che non aveva apprezzato il suo gesto e, di certo, Evrard non aveva fatto fuori il cucu per empatia, pietà o gentilezza. Anche se, a dirla tutta, questo lo sapeva soltanto lui. Ogni sua mossa era quasi, si potrebbe dire, premeditata.
Ogni suo presentimento fu confermato dalla voce stizzita dell'uomo che negò ogni sua richiesta implicita, alla quale Boyer decise di non prestar caso, continuando a mantenere un aspetto abbastanza "affabile" e, forse, tanto audace quando la situazione richiedesse, soprattutto nel caso della minaccia che gli era stata appena rivolta, una di quelle che l'uomo considerava priva di pericolo reale.
- Mi chiedo in cosa consisterebbe la sua minaccia, signor con un bel nome che non mi è dato sapere! - disse, concentrando in ogni singola parola un'ironia fuori dal comune, mentre punteggiava l'uomo di una grossa risata che gli sfuggì dalle labbra.
- Non sapevo che l'orologio fosse un vostro giocattolo. Essendo il Paiolo Magico, i giocattoli dovrebbero essere di chiunque, non credete? E poi, come potete ben vedere, questa vena di condivisione comunitaria è insita nelle mie vene, visto che il mio giocattolino l'ho portato con me, in un luogo che si addice solo alle puttane! -
Continuò a fissare lo sconosciuto, senza dar peso allo sguardo inorridito che Louise gli aveva rivolto - e che avrebbe pagato caro in seguito. Eppure, si sentiva in vena di dar una spiegazione esaustiva sulla presenza della ragazza, a scanso di equivoci.
- Non che questo mio giocattolino sia una puttanella, tanto meno mia, sia chiaro! -
Una voce che non lasciava spazio a dubbi.
"Ti piacerebbe che lo fossi, almeno ti frutterei soldi oltre ad alleanze!" pensò Louise, contenta che nessuno avesse il dono della Legilimanzia.
La ragazza abbassò lo sguardo sull'anello, con cui cominciò a giochicchiare dall'ansia: in quel preciso istante, seppur stranamente, avrebbe preferito che ci fosse Alton a salvarla da quel postaccio, anche se non era così sicura che avrebbe potuto farlo.
"Se solo avesse un po' di carattere..."
Un pensiero avvilente, davvero, per una donna che doveva andare in sposa ad un uomo che considerava un brav'uomo, certo, ma poco audace in alcune situazioni. Bastava osservare la sua stessa vita per comprenderlo.
Con un semplice - Mhh - annoiato, Evrard lasciò scivolar via quel complimento, che considerava del tutto inutile, per poi sciogliersi in una risata sadica quando notò che l'uomo avesse raggiunto il suo vero obiettivo.
- Ebbene, ora che vi ho lasciato giocare con il vostro giocattolino, non vi aspetterete che ceda alla vostra richiesta di sapere chi sia io, senza che prima non rispondiate voi alla mia domanda -
Nelle questioni di potere, anche l'autorevolezza aveva la sua importanza, soprattutto in un dialogo di tal calibro.
Prese posto sulla panca libera di fronte all'uomo, per parlare faccia a faccia, altra tattica importante, e fece cenno alla ragazza di sedersi affianco a lui.code © psiche. -
Markus Sandström.
User deleted
. -
Evrard Boyer.
User deleted
40 anni - Purosangue - Pozionista - Acromantula ★ ★ ★La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni. Evrard era solito non rispondere alle minacce o, piuttosto, farlo con un sorriso ben tirato sulle sue labbra, uno di quelli forzati ma che apparivano come fossero genuini. E così fece anche quando l'uomo si sentì in dovere di minacciarli, la prima volta velatamente, la seconda senza darsi troppi pensieri: sapeva di poter essere snervante, ma non gli importava di meno di ciò che gli altri osservavano di lui o pensavano sul suo conto.
- Buon per voi! - disse solennemente, come se fosse la questione più importante del mondo.
"Più importante di me?! Pf, non c'è nessuno, assolutamente" pensò, autocompiacendosi, un po' come Narciso di fronte a uno specchio d'acqua.
- Evrard Boyer - disse, mentre gli porgeva la mano, un gesto che avrebbe dovuto iniziare il suo interlocutore ma a cui, evidentemente, non aveva prestato abbastanza attenzione, sbagliando, poiché i giochi di potere passavano anche per i gesti più insignificanti. Probabilmente, l'uomo avrebbe saputo riconoscerlo vista la fama che si era portato dietro alla sua nomea. Non si preoccupò di presentare Louise.
- Ah-ah - affermò, con ilarità, non potendo più sopportare che ci fossero minacce - Su questo devo contraddirvi: sarebbe un peccato se distruggeste il mio giocattolino, se così può essere chiamata - o, piuttosto, dovrei dire "pedina" - rivolse una breve occhiata di traverso a Louise, che aveva lo sguardo basso - visto che vi ho salvato da un mal di testa infernale -. L'uomo avrebbe potuto rendersi conto quanto Evrard fosse attento nell'osservare i dettagli più piccoli e che non avrebbe potuto facilmente essere preso in giro.
- Come ho detto è più una pedina che un giocattolo, ma devo darvi ragione: è servizievole -.
Gli occhi di Boyer avrebbero atterrito chiunque visto che avevano assunto un'aria oscura e perversa.
Nel frattempo, Louise strinse i pugni più che poté, fino a quando, dopo che le nocche erano diventate più che bianche, non si lasciò sfuggire un impertinente - Credo che dobbiate chiudere la vostra bocca -, non riuscendo, però, a pronunciare uno sprezzante "signore", perché un lamento soffocato lasciò la sua bocca quando suo zio le strinse il braccio fino a farle così male che gli occhi della ragazza le si riempirono di lacrime.
Suo zio si abbassò fino al suo orecchio, ma parlò abbastanza forte da farsi sentire dall'uomo: - Se non vuoi che ti prenda a cinghiate qui, davanti a tutti, vedi di chiedere scusa. Ora! -. Il suo tono era feroce.
Louise non poté fare a meno di dire un disdegnoso - Scusa - per poi rettificarsi quando un rapido ceffone le colpì la guancia già martoriata, a cui si portò una mano.
- S-scusatemi s-signore per i-il mio comp-comportamento atroce - disse, con la voce spezzata, balbettando.
- Ora vai ad ordinare due caffe e alla svelta! -
Poi, come se niente fosse accaduto, Evrard rispose alla domanda dell'uomo.
- Non sono né un pappone, né un ladro: sono un pozionista affermato e quella ragazza è mia nipote. -code © psiche. -
Markus Sandström.
User deleted
. -
Evrard Boyer.
User deleted
40 anni - Purosangue - Pozionista - Acromantula ★ ★ ★La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni. Quell'uomo gli piaceva infinitamente, questo era certo. Sicuramente, era uno con cui si poteva parlare, seppur Markus non ammettesse distrazioni di alcun tipo o chiacchiere blande: ma Evrard era molto simile in questo. Non gli piaceva il fiato sprecato e perderlo significava una amara sorte per chi l'aveva provocato.
Un sorrisetto genuino, questa volta, gli si diffuse sul volto quando l'uomo accennò a un minimo riconoscimento della sua identità.
Strinse la mano dell'altro con determinazione, non prima, però, di aver alzato la manica, a lasciar intravedere il tatuaggio dell'Acromantula. Se l'uomo fosse stato tale, avrebbe compreso immediatamente che fossero compagni. Quello era il modo più semplice e indiretto che gli affiliati avevano per riconoscersi tra loro. E se Markus avesse fatto parte della sua stessa organizzazione criminale, Evrard ne sarebbe stato felice, visto che era un potenziale alleato. Non dubitava che non appartenesse all'Escalibur, in quanto tutti gli appartenenti erano troppo disgustosamente "pucciosi", per utilizzare un termine giovanile in voga, che Evrard disprezzava e che usava solo tra sé e sé.
Aveva apprezzato che l'uomo avesse estratto la bacchetta all'insolenza di Louise e avrebbe voluto assistere a quello spettacolino ma era suo dovere intervenire come parente della ragazza. E, poi, non poteva di certo avere una caduta di stile davanti a un tale colosso. Assolutamente no.
- Avete compreso bene. Non ho, purtroppo, cresciuto io la ragazza, altrimenti non sarebbe cresciuta così "storta". E ora sto tentando di raddrizzarla e non mi risparmio. Ma, ahimè - disse, con voce triste che contrastava nettamente con lo sguardo sadico - devo utilizzare spesso maniere piuttosto forti e violente -. Markus avrebbe capito si trattasse di una macabra ironia o, forse, sarcasmo.
Louise, nel frattempo, si fece ancora più piccola, mentre il suo volto impallidiva notevolmente. Era terrorizzata. Ma dove cazzo l'aveva portata suo zio?! Si alzò dalla panca, inciampando leggermente, ma era ancora abbastanza vicina da sentir suo zio dire: - Potete fare quello che volete, l'importante è che non la uccidiate e che sia in grado di guarire dopo -.
La rabbia che infuocò Louise era tale che voleva girarsi e prendere a pugni i due uomini, ma fu costretta a trattenersi quando si sentì esser sbalzata in avanti da un colpo violento. Cadde a terra, con un tonfo, le sue ginocchia si sbucciarono a causa del trascinamento per terra, come le sue mani. Con il respiro corto, si alzò lentamente, con le gambe traballanti.
Nessuno l'aveva aiutata e nessuno sembrava aver visto niente di niente. L'omertà regnava sovrana.
Nel frattempo la conversazione tra i due continuò.
- Devo ammettere di aver apprezzato! Esemplare davvero! Si spera solo che non si comporti più in modo indecente... - disse Evrard, scuotendo la testa.
- Direi affari! - rispose, senza argomentare. Ognuno con i suoi pensieri e la propria privacy. Evrard era di poche parole. Fu salvato da una possibile richiesta di argomentazione quando vide Louise avvicinarsi con due tazze di caffe tra mani traballanti. Mentre cercava di posarle, una di essa le sfuggì di mano, lasciando cadere il suo contenuto, fortunatamente non troppo bollente, sulle vesti del signor Sandström.
Louise, come Evrard, rimase pietrificata: la prima dalla paura, il secondo dall'audacia di quella mocciosa.
Evrard si alzò in piedi, di scatto, furente. Se Markus si fosse alzato anche lui per punire la ragazzina, Evrard l'avrebbe fermato con le sole parole (poiché non era saggio toccarlo in quell'istante): - Ah, credo sia più opportuno un ambiente privato. Non credete? - mentre un sorriso crudele gli allargava le labbra.code © psiche. -
Markus Sandström.
User deleted
. -
Evrard Boyer.
User deleted
40 anni - Purosangue - Pozionista - Acromantula ★ ★ ★La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni. - Ovviamente! - rispose Evrard. Più chiaro di così non poteva dirglielo.
- Sono... felice, se così si possa dire, di aver appena conosciuto il nuovo membro. Avevo sentito parlare di voi, ma non sapevo chi foste esattamente. E conoscervi in queste circostanze è un onore. Buon per voi a sapere che state festeggiando: vuol dire che è andato tutto come doveva andare. Sono sicuro vi ambienterete alla grande nella nostra famigliola. -
Avrebbe fatto un brindisi, ma davanti a lui non c'era alcuna bevanda e, soprattutto, non poteva farlo con il caffè. Avrebbe probabilmente portato sventura.
- Avete ben detto: è uno strano incontro del destino. Non sono solito dedicarmi a chiamate sociali, almeno che non si debba discutere di affari o procurarsi determinati... amici -. Con tale parola intendeva "alleanze" e Sandström avrebbe ben capito, ne era certo.
Quando Louise verso il caffè addosso all'uomo, Evrard apprezzó il tentativo di contenere la rabbia, ma, soprattutto, fu percorso da un brivido di eccitazione da quel calcio brutale alla caviglia della ragazza che preannunciava ciò che stava per accadere nell'immediato futuro.
Louise, dal canto suo, prese un fazzoletto e cercò di tamponarlo sull'abito dell'uomo. Non riusciva a pensare, era presa dal panico. Il dolore violento alla caviglia, la fece cadere a terra per la seconda volta, presa dal troppo dolore per rimanere in piedi.
- Scusatemi, scusatemi. Non l'ho fatto apposta... Io- - ma fu alzata da terra dalla mano di quello che sarebbe diventato presto il suo assassino, che le strinse il braccio crudelmente.
- Ahia, vi prego! Mi fate male! - disse, con voce strozzata. - Vi prego, non mi fate del male. Non era mia intenzione -. Le sue pupille mostravano solo cieco terrore, che si espanse a dismisura quando sentì suo zio azzardare quella proposta velata e il suo interlocutore accettare.
- Prego, anticipatemi pure - disse suo zio, - mentre io chiedo una chiave per una stanza! -
Evrard si avvicinò al bancone.
- Scusatemi, vorrei affittare una stanza per qualche ora - affermó. Erano fortunati che i commessi non facevano domande, abituati dal viavai di uomini con le loro prostitute al seguito. Dopo che gli ebbe consegnata la chiave, raggiunse i due.
Louise, nel frattempo, non faceva altro che mormorare - No! Vi prego, signore, vi scongiuro! Io pulirò il vostro abito, non è successo nulla! -.
La porta fu aperta da suo zio, che si premurò di chiudere nuovamente e di silenziare, in modo tale che alcun rumore potesse essere udito all'esterno. Era l'unica stanza del Paiolo, quella, senza finestre. Evrard si girò verso i due e, mentre guardava Louise con un sorriso sulle labbra, disse: - Che si aprano le danze! -.code © psiche. -
Markus Sandström.
User deleted
. -
Evrard Boyer.
User deleted
40 anni - Purosangue - Pozionista - Acromantula ★ ★ ★La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni. Louise era sballottata da una parte all’altra con quegli strattoni. Le sue preghiere non stavano avendo l’effetto desiderato, non che credesse che avrebbero smosso un sentimento di pietà nell’uomo. Se proprio doveva andare così, tanto valeva cercare di ribellarsi in qualche modo. Non voleva che suo zio salisse quelle scale maledette, forse, avrebbe fatto meglio a cadere e a spaccarsi il femore, così che la ragazzina avrebbe potuto scappare a gambe levate e non far più ritorno tra il mondo dei vivi.
L’uomo cominciò a toccarla, probabilmente cercando la bacchetta. Non ebbe alcun remore a toccarla in posti dove non avrebbe dovuto, e Louise non era ormai più sicura di niente.
- Lasciami andare, brutto bastardo! – urlò, furente e disperata allo stesso tempo. – Non mi toccare, lurido schifoso! -. Quando le prese la bacchetta era finalmente sicura che la sua sarebbe stata una fine inesorabilmente lenta, senza via di scampo. Sentì il suo aguzzino avvicinarsi al suo orecchio e l’alito caldo soffiarle sul lobo. In qualche modo, tirò la testa di lato e gli diede una forte testata.
- Così ti viene di più quel cazzo di mal di testa! -
Non le importava che non avesse allentato la presa e che probabilmente le avrebbe fatto di più del male. Non poteva rimanere a guardare la sua stessa tortura.
Quando tentò di trascinarla dentro la stanza, una volta che suo zio gli aveva raggiunti, Louise aggrappò una delle sue mani allo stipite della porta e cercò di fare resistenza. Le sue sole forze non bastavano. Fu scaraventata contro un muro, prepotentemente: con lo sguardo annebbiato cercò di guardare se ci fosse una qualche finestra, ma non vedendola, tentò di avvicinarsi al letto per nascondersi sotto ad esso. Troppo presto, però, fu colpita da un dolore così lancinante che non poté fare a meno di urlare a squarciagola. Sentì qualcosa di bagnato scenderle lungo le sue guance, probabilmente lacrime. La sua mente non collaborava affatto, i suoi pensieri sembravano diradati. Tutto sembrava concentrato su quell’atroce dolore.
Evrard, nel frattempo, rideva, rideva e rideva, come non mai. Era uno spettacolo particolarmente gradito quello che gli si parava davanti. Quando Markus sollevò la bacchetta, ponendo fine all’agonia della ragazza, e vedendo si stesse trattenendo dall’infierire nuovamente, si rivolse a lui con un sorriso, dicendo: - Ah, quello che tu non sai è che è stato applicato un incantesimo si quella bacchetta che riduce ogni suo potere in mia presenza! -
Era furbo, davvero.
- Cosa ho sentito dire? Solo ottime referenze. È per questo che sono onorato di fare la vostra conoscenza! L’organizzazione, comunque, è parecchio vasta, io stesso non conosco tutti i suoi membri, soprattutto chi è al capo. È difficile entrare in contatto con loro, soprattutto se sei appena entrato o se non hai ancora scalato alcuna gerarchia di potere. Al momento, ho incontrati i vertici soltanto due volte: la prima durante la recluta, la seconda durante la una missione di una certa importanza. Non so se avete sentito parlare della morte di Callaway. -
Sorrise aspramente.
Louise nel frattempo, aveva sentito qualcosa di gelatinoso cadere violentemente lungo il suo braccio, ma non si era resa conto fosse uno sputo. Si sentiva scivolare in una oscurità impetuosa, forse più sicura e invitante della luce che oscurava le sue palpebre.
- Se mi permettete, direi che forse è il momento di darci del tu! – disse Evrard, rivolgendosi a Markus.
- Comunque, ho visto che non hai ancora finito. Devo dirti la verità, ho goduto immensamente di questo spettacolo. Poi, la punisco così tante volte che, ormai, mi sono davvero stancato di starle dietro. Io preferisco vedere il sangue, un po' come i vampiri. Mi eccita particolarmente. E preferisco usare le mie stesse mani, è più liberatorio di una bacchetta. Non sai quante volte l’ho colpita. Sta puttanella se le merita tutte. -
Era un consiglio velato che gli stava dando: sfogati, fa quello che vuoi. Ma non nella sfera sessuale. La ragazza doveva rimanere illibata.
Ma prima di giocare ancora un po', avrebbe dovuto rianimarla, visto che era svenuta. Non gli disse nulla, voleva mettere alla prova il suo ragionamento.code © psiche. -
Markus Sandström.
User deleted
. -
Evrard Boyer.
User deleted
40 anni - Purosangue - Pozionista - Acromantula ★ ★ ★La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni. Forse aveva fatto male a dire quelle parole e a dargli una testata per provare a difendersi visto che, dopo un violento Crucio, si era ritrovata con la bacchetta puntata addosso ancora una volta e un piede sulla sua gola. Non riusciva proprio a respirare. Sapeva che avrebbe potuto essere un passo falso, ma non poteva fare a mano di toccargli la gamba, mentre cercava di artigliare l’aria per prenderne una manciata.
- N-non ries-sco a res-pi-rare – tentò di dire, mentre la bocca le si apriva tentando di inspirare nei suoi polmoni un po' di vita. Sperava solo che quel sadico bastardo la lasciasse andare prima che ci rimanesse secca. Era proprio in momenti come questo che pensava che le tante idee di suicidio che le frullavano per la testa non fossero proprio buone idee e, che, anzi, era meglio tenersi lontana dalla morte fin quando sarebbe riuscita. Sandstrom aveva promesso ad Evrard che non l’avrebbe uccisa, ma la ragazza non sapeva quanto fossero veritiere le sue parole: quello che stava facendo in quel preciso istante, soffocarla, era proprio l’esatto opposto.
- Se parli di Vanderwaal, l’ho conosciuto anche io e confermo appieno le tue parole. E’ un tipo interessante, come tutti noi, d’altronde! – rispose Boyer, con aria tranquilla e accomodante.
- Ah certo, Romanoff! Certo che ne ho sentito parlare -
E come non avrebbe potuto? Dopotutto era nell’Acromantula Scarlatta da parecchio tempo e sapeva molte più cose di quel giovanotto novizio.
- Callaway era un capo auror che andava eliminato subito dattorno. Un tipo pericoloso, non più pericoloso di noi, ovviamente – disse, con orgoglio, gonfiando il petto. Poi, sorrise quando notò che Markus era ancora più sadico di lui.
- Bene, bene -
- E’ una lunga storia e se dovessi raccontartela, sarebbe meglio lanciarle qualche incantesimo che le faccia dimenticare queste parole che sto per dire -
Louise drizzò le antenne, seppur cercasse di sembrare svenuta per non ricevere ulteriori torture. Che cosa sapeva suo zio in più che lei non avrebbe dovuto ricordare? E di quale organizzazione stavano parlando? C’era sicuramente qualcosa sotto.
- Ho ucciso io i suoi genitori: un traditore del sangue e una sporca babbana. Mia moglie, essendo quasi in crisi di maternità, poiché non ha mai potuto avere figli suoi, mi ha pregato di aiutare a vendicarla. Così ho ucciso i suoi genitori e l’ho fatta rapire, portandola in casa mia e consegnandola nelle mani di sua zia. È lei che provvede a educarla come degna erede del cognome De Maris, una delle più importanti famiglie purosangue della Francia. Ma quella sgualdrina non ha niente di degno e mai lo avrà. È solo una combina guai. In compenso, l’ho promessa in sposa ad Alton Mckinley, non so se tu lo conosca, altro membro dell’organizzazione. E qualcuno dei nostri spia ogni suo comportamento, in modo tale che non si macchi di immoralità. E lei, invece di ringraziarmi, mi umilia costantemente, non obbedisce ai miei ordini diretti -
La guardò con così tanto odio e disgusto che Louise si sentì ritrarre. Mentre pronunciava quelle parole, Louise mormorò continuamente: - No, non può essere… -.
Approfittando del momento di distrazione dell’aguzzino, gli alzò una gamba, lasciandolo inciampare e si alzò in piedi, scagliandosi verso suo zio.
Evrard non si lasciò cogliere alla sprovvista: le diede un forte pugno in pancia, che fece piegare Louise in due, rantolando, fino a cadere a terra.
- Non le cancellare la memoria ancora, se vuoi tu l’onore. Voglio che soffra del più atroce dei dolori, sapendo che fine hanno fatto i suoi genitori. Anche se per poco! – disse, lasciandola a un destino brutale.code © psiche. -
Markus Sandström.
User deleted
.