Moonlight by the terrace

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    NICHOLAS MC CALLISTER | 06/02
    16 | I ANNO | Dioptase


    Sleep is for the weak, diceva sempre un suo amico. Nick non credeva particolarmente a quel detto, ma era piuttosto sicuro che quella notte, se Loree fosse stato accanto a lui, gli avrebbe detto che stava decisamente provando il punto. Si era rigirato mille volte nel letto, per poi sospirare sconfitto e decidere alla fine che non avrebbe fatto bene al suo cervello continuare così. Perciò, dopo aver ponderato bene le sue scelte, prese baracche e burattini - ossia una giacca, la bacchetta e un libro - e si diresse a passo leggero verso la terrazza, che aveva scoperto un paio di giorni prima. Non aveva molta voglia di rinchiudersi in sala comune, e di certo non poteva gironzolare nei corridoi come se nulla fosse. Così, controllando gli angoli e respirando piano - tanto per, visto che non sarebbe stato un respiro a farlo scoprire, in caso - arrivò davanti ad una delle note finestre che davano accesso al luogo. Sorridendo l’aprì, sospirando contento alla temperatura. Si avvicinò alla balconata, accarezzando piano l’edera che ci cresceva sopra, e decise che si sarebbe semplicemente appoggiato li per leggere un pochino, magari questo lo avrebbe aiutato con quell’insonnia che lo aveva colto quella notte. La causa, quella sera, era stato un incubo che aveva fatto subito dopo essersi messo al letto, che lo aveva svegliato di colpo e lo aveva lasciato nel letto a rigirarsi come un bambino che cercava disperatamente la calma, che naturalmente non era arrivata.
    Sospirò, decisamente contrariato, e si appoggiò con i gomiti alla balaustra, scrutando il buio davanti a lui, leggermente rischiarato solo dalla luna. Lanciò un piccolo incantesimo luminoso, facendo apparire un fuocherello blu che illuminava perfettamente il piccolo perimetro dove si trovava e le immediate vicinanze, aprì il libro e si mise a leggere.


    Parlato - Narrato - "Pensato"- Ascoltato
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    Siria Healy
     
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Quella sera non c'era verso o ragione che teneva, lei doveva uscire e andare a guardare le stelle. Sapeva bene che non le era consentito gironzolare a zonzo per i corridoio, e soprattutto all'esterno, di notte ma come poteva rinunciare alla vista delle stelle quando il cielo si presentava così limpido e intarsiato da tutte quelle lucine brillanti. No, non le bastava vederle attraverso la finestra del dormitorio, anche perchè più di una volta era stata ripresa dalle sue compagne di stanza sul mettersi a dormire e finire di fare casino, con tanto di lancio di cuscino in piena faccia. Ecco, quella le sembrava una motivazione più che valida per uscire da lì e andare in un posto più consono dove poter ammirare quegli astri. Prese mantello e un libro che aveva sin dall'infanzia con tutte le costellazioni, si camuffò alla meglio ricoprendosi interamente con quel mantello e con passo più felpato che poteva si diresse fuori dal dormitorio e successivamente fuori dalla sala comune Ametrin.
    I corridoi della scuola sembravano deserti e da un lato pure spettrali, ma per fortuna il buio era il suo elemento, a differenza del sole, e così, con passo deciso ma cercando di fare meno rumore possibile, si mise a percorrere i corridoi verso un luogo dove avrebbe potuto sistemarsi in un angolino e guardare il cielo. Mentre camminava tranquilla le sorse il ricordo di una terrazza non molto lontana da dove si trovava e sicuramente vuota a quell'ora della notte, così optò per fare retromarcia e prendere la direzione per raggiungerla.
    Con lo sguardo, quasi compulsivamente, si guardava intorno in cerca di una luce o di qualsiasi movimento che poteva fargli sorgere il dubbio che qualcuno stava avanzando per il corridoio che stava seguendo, ma per fortuna sembrava tutto calmo e tranquillo. Se l'avessero scoperta? Beh, in quel caso sarebbe stata nei pasticci ma se nessuno la vedeva lei non era mai scesa dal dormitorio a sgattaiolare tra i corridoi. Fin da piccola questo pensiero l'accompagnava, ogni volta che usciva di notte all'insaputa dei suoi genitori sperava sempre di non essere beccata, se non veniva vista nessuno poteva sapere che stava disobbedendo, semplice.
    Vedendo che i corridoi sembravano tranquilli cercò di rilassare un poco i muscoli iniziando a sfogliare il libro che si stava rigirando tra le mani sino dal dormitorio. In men che non si dica si ritrovò alla porta finestra che dava sulla terrazza e solo una volta varcata la soglia, senza ovviamente accettarsi prima che fosse vuota, alzò lo sguardo dalle pagine del libro.
    Una luce bluastra attirò la sua attenzione e le fece gelare un poco il sangue.
    Ecco...sono stata scoperta, dannazione!
    Il suo primo pensiero andò lì, veloce come un lampo, doveva inventarsi una scusa sul perchè non era in dormitorio ma a girare per i corridoi e soprattutto su quella terrazza ora.
    Giuro che stavo andando in bagno e mi sono persa!
    Totalmente nel panico disse le prime parole che le vennero in mente per giustificarsi, nascondendo il libro sotto il mantello ma facendolo capitolare a terra malamente, e dire che non si era nemmeno accertata che fosse qualche prefetto o professore, nella sua testa c'era solo del panico in quel momento.
    Siria Healy


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    NICHOLAS MC CALLISTER | 06/02
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    Era difficile che un libro non gli piacesse, perché solitamente non era un tipo dalle troppe pretese, ma evidentemente quella sera Salazar Maledetto si era unito a Merlino e Morgana per fargli passare una brutta nottata. Era arrivato a pagina trenta, un traguardo importante perché di solito determinava la sorte del libro: lo avrebbe continuato a leggere o no? E stava per chiudere tutto e tornare in stanza sconfitto, quando una voce lo fece sobbalzare, lasciandogli le mani molli e facendo cadere il libro. Con un tonfo simile poco lontano da lui. Si portò una mano al cuore, “altro che culla dei coraggiosi, Nick, te la sei fatta sotto!”, e alzò lo sguardo per trovarsi di fronte a Siria, una ragazza sua coetanea smistata in Ametrin, che aveva visto più volte a lezione.
    Sorrise senza pensarci, raccogliendo il libro e spostando il fuocherello in modo che illuminasse bene il suo viso.
    -Be’, miss, è un vero peccato! - sorrise, mostrando involontariamente la fossetta sulla guancia destra - di certo non posso levarti punti, ne sgridarti, visto che evidentemente siamo nella stessa barca - sventolò il libro con una mano, sorridedole - e sopratutto che ho la tua stessa età!
    Si avvicinò a lei e si chinò, raccogliendole il libro e allungandoglielo con un cenno del capo, per poi adocchiare una piccola panchina poco più in là, e decidendo che se non riusciva a dormire, tanto valeva passare del tempo a chiacchierare con lei. “Anzi”, si disse, “Merlino e Morgana mi hanno fatto prendere un libro orribile apposta, così da non sentirmi in colpa nel lasciarlo stare!”
    Si girò verso Siria, arrossendo leggermente e passandosi una mano dietro la nuca, e le indicò la panchina con la mano libera.
    -Ti va di sederti? Ora che abbiamo effettivamente appurato che non c’è bisogno di aver paura di me possiamo sfruttare l’occasione e parlare un po’. - alzò il suo libro all’altezza del petto, sorridendo di sbieco - ho trovato questo e probabilmente il prossimo passo sarà bruciarlo, ma scommetto che il tuo libro è molto più interessante!
    Si sedette comunque, aspettando che la ragazza lo seguisse. Se lo avesse fatto, Nick avrebbe lasciato uno sguardo al cielo, che si vedeva poiché la panchina era posta davanti ad una delle balaustre, e avrebbe puntato il dito verso Cassiopea, girandosi verso la ragazza subito dopo.
    -Mia nonna si chiama così, sai? Suo padre le ha passato la passione per gli astri, che lei ha poi passato a me. - le sorrise - hai una costellazione preferita?

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    Un tonfo sordo fece correre il suo sguardo verso il libro del ragazzo che cadde a terra, a quanto pareva entrambi non erano pronti a quell'incontro e non si aspettavano di trovarsi fuori dal dormitorio proprio su quella terrazza, sicuramente se si fossero messi d'accordo l'incontro non sarebbe avvenuto nemmeno invece ora erano lì, impanicati insieme.
    Appena il fuocherello si spostò per fare più luce sul viso del ragazzo, lei alzò lo sguardo verso il suo e in quel momento riconobbe il viso di Nicholas, uno studente come lei se non fosse stato insignato del titolo di Prefetto in modo lampo, ma quasi sicuramente non era così. Un piccolo sorriso si fece largo sul viso della ragazza, chiaro segno che si stava piano piano rilassando dopo quella presa a male nel trovare qualcuno su quella terrazza.
    Noto che infrangere le regole è un hobby che condividiamo...oltre i libri
    Allungò la mano nell'esatto momento in cui lui le tese il libro che le era caduto maldestramente, andando quasi a scontrarsi con essa ma riuscendo a fermarsi appena il tempo di una lieve sfiorata di mano. Arrossì leggermente, doveva ammettere che quella fossetta era alquanto attraente, e poi lei non ci sapeva proprio fare con i ragazzi, soprattutto se ci si trovava faccia a faccia in solitaria come in quel momento. Una terrazza, la luna che la illumina, solo loro due...no, non poteva non imbarazzarsi nel restare da sola con lui con quell'atmosfera.
    Quindi...
    Voleva interrompere quel breve momento di silenzio, soprattutto dopo quel loro sfiorarsi involontariamente e per sbaglio le mani, ma fortunatamente lo fece lui stesso.
    Annuì alla sua proposta di sedersi su quella panchina, avviandosi con passo calmo e stringendo il libro al petto in modo totalmente imbarazzato.
    Giuro che non metti paura, anzi! Però sai...cioè...io...
    Stava letteralmente andando in tilt, la sua mente non riusciva a pensare a nulla e stava diventando palese. Aveva visto Nicholas diverse volte a lezione ma non si era mai soffermata nell'osservarlo, ora che lo aveva fatto stava andando in tilt.
    Maledetta fossetta!
    Prese un momento per chiudere un attimo gli occhi e fare un respiro profondo, doveva smetterla di straparlare a caso. Dopo quell'attimo raggiunse la panchina con lui e si sedette al suo fianco, rivolgendo da subito lo sguardo verso il cielo, era lì per vedere le stelle ma era stata distratta, ora doveva concentrarsi su quelle e smettere di essere in imbarazzo.
    Seguì il dito del ragazzo quando indicò il cielo e ascoltando le sue parole un sorriso spontaneo le si palesò sul viso. A quanto pareva anche a lui piacevano le stelle, quella si che era una bellissima scoperta e soprattutto avrebbe reso la nottata ancora più piacevole.
    Quindi mi vuoi dire che pure a te piacciono le stelle? Davvero? Non lo stai dicendo solo perchè hai visto il mio libro prima?
    Era sempre stata molto diretta nel parlare con gli altri, non si faceva problemi di sorta su nulla, preferiva sapere la verità subito che magari essere presa in giro, cosa successa diverse volte. Anche se quel sorriso sembrava sincero, ma voleva accettarsi al cento per cento.
    Siria Healy


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    La luna, unica testimone di quell’incontro se ne stava placida in cielo, quasi nuova, quasi buia. I tratti della ragazza si stavano man mano rilassandosi, capendo della poca minaccia rappresentata da Nick, e si ritrovò a sorridere all’affermazione di lei.
    -Non avrei saputo dirlo meglio!
    Nel momento in cui si chinò a raccogliere il libro di lei, Siria fece esattamente lo stesso, fermandosi a pochi centimetri da questo ma arrivando a sfiorare le mani di Nick, che si ritrovò con le dita che formicolavano. Sorrise al pensiero di essere molto il Mr. Darcy della situazione, quando aveva aiutato Elizabeth a salire in carrozza. Si sentì accaldare le guance, e cercò di minimizzare il fatto girando il viso dalla parte opposta della fiamma. Si tirò su, e deciso a rompere il momento di imbarazzo indirizzo entrambi sulla panchina di pietra. Al commento della ragazza, che sembrava stesse per morire di autocombustione, visto il modo in cui parlava, Nick si girò verso di lei, alzando una mano per poggiarla sulla spalla di lei, ripensandoci quando si ricordò della sensazione della pelle di lei sotto le dita. Si limitò perciò a sorriderle.
    -Ehi ehi, tranquilla. Immagino l’ansia che hai provato, pensando di essere stata scoperta - le disse, del tutto ignaro del vero motivo di stress per la ragazza piegò la testa verso destra, regalandole un altro dei suoi sorrisi dolci- respira tranquillamente e rilassati!
    Il bue che dice cornuto all’asino, ecco cosa stava facendo. Si costrinse a respirare normalmente anche lui, poggiandosi alla panchina con entrambi i palmi delle mani e sospirando. Dopo averle indicato le stelle, si ritrovò a ridere piano, scuotendo la testa lentamente e girandosi verso di lei.
    -No, lo prometto. Mia nonna ha passato innumerevoli nottate con me stesa fuori in giardino, ad indicarmi tutte le costellazioni e a raccontarmi la loro storia! - fece correre lo sguardo nel cielo, cercando una costellazione in particolare, per poi indicarne il percorso con il dito - vedi quel quadrato dietro ad Andromeda? È Pegaso, una delle mie costellazioni preferite.
    Riabbassò il dito, sorridendo alle stelle per poi girarsi verso Siria e alzare le spalle.
    -Anche se ce ne sono talmente tante che è difficile scegliere…

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    Si sentiva andare a fuoco interiormente da quando si erano seduti entrambi su quella panchina, forse un po' troppo corta per avere il proprio spazio personale e proprio quello la mandava così fuori di capoccia, non era abituata a momenti di quel tipo. Con i ragazzi le capitava quasi sempre di essere "corteggiata" solo per avere un briciolo di popolarità, sai provarci con la ragazza dalla malattia rara e che praticamente tutti conoscono per quel suo particolare era come un hobby per molti a Hogwarts, quindi ora quella situazione le sembrava così surreale, non che pensasse che Nicholas la stesse corteggiando ma anche solo ritrovarsi a parlare tranquillamente di un interesse comune era strano, anche perchè quel suo interesse non era condiviso da molti.
    Col passare dei minuti però iniziò a rilassarsi, soprattutto per via delle sue parole e quel suo modo di fare che la stava mettendo proprio a suo agio. E poi quel sorriso...quel maledetto sorriso...la imbambolava e delle volte doveva darsi un piccolo pizzicotto sulla gamba, di nascosto ovviamente, per riprendersi quando iniziava a rendersi conto di starlo a fissare troppo.
    Niente bava Siria, un poco di contegno...
    Questo era quello che si ripeteva a se stessa dopo aver imprecato mentalmente al suo stesso pizzicotto. Sì, quel ragazzo stava avendo un effetto strano su di lei e non sapeva come muoversi.
    Il suo sguardo si spostò dal viso del ragazzo al cielo stellato, cercando di focalizzarsi su di esso quando lui andò ad indicarle qualcosa di particolare. O almeno voleva focalizzarsi sul cielo ma mentre ascoltava quello che le stava dicendo, ogni tanto, le scappava l'occhio su di lui.
    Quindi è tua nonna che ti ha trasmesso tale passione? Che bello! Avrei voluto pure io una nonna così!
    Effettivamente lei si era avvicinata a quel mondo da sola, nessuno si era mai preso la briga di insegnarle nulla sulle costellazioni e le stelle prima di entrare a scuola.
    Io mi sono avvicinata alle stelle da autodidatta, diciamo...sono stata come attirata da loro.
    Annuì piano a quel suo dire, era davvero così alla fine, ogni volta che sgattaiolava fuori di casa di notte si ritrovava sempre a fermarsi da qualche parte a guardare il cielo e a esaminarlo scoprendo sempre cose nuove tramite i libri che noleggiava in biblioteca.
    Con quello che ho addosso mi ritrovavo molto spesso a uscire di notte per respirare un po' d'aria fresca e mi perdevo le ore a fissare il cielo mentre leggevo qualche libro.
    Sorrise in modo totalmente rilassato e a suo agio nel parlare di quelle cose, ormai anche solo accennare della sua malattia non le faceva più effetti strani, ci conviveva pacificamente. Quel sorriso aveva assunto una punta di dolcezza quando il suo sguardo si abbassò nuovamente sul viso del ragazzo.
    Sarà banale e scontato ma sai qual'è la mia costellazione preferita? Il grande carro. Ha un motivo nostalgico e affettivo, è la prima costellazione che si impara e mi è sempre rimasta nel cuore per questo motivo. Avrei potuto dirti qualsiasi altro nome di costellazioni particolari, ma purtroppo ti è capitata una ragazza a cui piacciono le cose banali.
    Ovviamente accennò una risata, quell'ultima frase era pura ironia, niente di serio o altro ma effettivamente le piacevano le cose semplici e alla mano, non era una che si perdeva troppo nelle cose particolari o troppo ricercate, aveva già una vita difficile di suo da gestire.
    Siria Healy


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    L’aria si era fatta decisamente più calda da quando Siria si era seduta accanto a lui, sorridendo imbarazzata almeno quanto lo era lui. Seduto sulla panchina si sentiva il lato sinistro andare a fuoco, e il destro praticamente congelato. Cercò di rilassarsi, anche per metterla a suo agio, e spostò l’attenzione sulle stelle, che sapeva l’avrebbero calmato. Il viso di Siria era molto dolce, illuminato dalla luce delle stelle, e non voleva rischiare di arrossirle in faccia per una stupidaggine. Si trovò ad annuire alle parole di lei, sorridendo.
    -Si, è esatto. Nonna è da quando era bambina che legge le stelle!
    Si girò a guardarla mentre parlava, spostandosi una ciocca di capelli che gli era finita davanti gli occhi all’indietro, e annuì alle sue parole, per farle capire che la stava ascoltando. Le sorrise comprensivo.
    -Immagino sia davvero pesante a volte convivere con la malattia - disse, sperando di non apparire indelicato - però almeno ti ha fatto conoscere le stelle - spostò lo sguardo di nuovo sul cielo, sorridendo nostalgico - e non è niente male, non trovi?
    Continuò a sorridere, trovando adorabile il modo in cui la dolcezza sciogliesse i lineamenti della ragazza. Spostò lo sguardo sul libro che teneva in mano.
    -Cosa ti piace leggere? A me piacciono molto i fantasy, e certe giornate i classici mi fanno molta compagnia. - Inclinò il mento all’indietro, pensieroso - ultimamente però ho letto un libro romance molto bello! Certo, era di una tristezza unica eh…
    Ridacchiò, portandosi una mano dietro la nuca, imbarazzato. La ascoltò poi spiegargli il perché il grande carro fosse la sua costellazione preferita, scuotendo la testa alla sua ultima affermazione.
    -Andiamo Siria, non sei per nulla banale! E poi, le costellazioni non diventano preferite per la bellezza o in base a quanto sono poco conosciute, lo diventano per cosa ci lega ad esse… - sollevò lo sguardo a carezzare Pegaso - quella costellazione, ad esempio, a me ricorda mio padre e la passione che mi la lasciato per il cavalcare.
    Si girò a guardarla, cercando di cacciare la malinconia con un sorriso.
    -Tu hai qualche hobby, oltre la lettura?


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    Posò il libro delle costellazioni sulle gambe e lo aprì alla pagina centrale dove c'era disegnata una grande mappa del cielo e delle varie costellazioni, almeno le più famose e conosciute. Col dito andò a ricercare Pegaso, la costellazione che il ragazzo stava menzionando come sua preferita e una volta trovata seguì piano le linee disegnate che la componevano, alzando poi successivamente lo sguardo verso il cielo quando notò il suo accarezzarla. La fece sorridere quel suo fare, sembrava davvero un ragazzo tranquillo e dolce, le stava trasmettendo delle belle sensazioni.
    Ma quindi tu sai andare a cavallo? Wow, deve essere così bello! Io purtroppo non ho mai potuto andarci ma mi sarebbe sempre piaciuto provare.
    Un piccolo sospiro uscì dalle sue labbra. Ovviamente la questione era sempre la solita, lo stare per troppo tempo a contatto col sole le provocava malessere, anche se era sotto l'effetto della pozione che prendeva mensilmente non riusciva comunque a eliminare totalmente il danno che quei raggi le causavano, quindi si poteva stare sotto il sole ma comunque per non troppe ore e l'andare a cavallo era proprio escluso tra le attività che poteva tranquillamente fare.
    Sopravvivere senza cercare di bruciare viva può rientrare negli hobby?
    Una piccola risata si propagò nell'aria a quella sua battuta, ormai era routine scherzare sopra alla sua malattia, era un modo per renderla più leggera e meno drastica di quello che già era.
    Comunque, detto seriamente, amo molto il genere romantico...sono un'inguaribile romanticona e sogno ancora il principe azzurro che mi viene a prendere sul cavallo bianco...
    Nel dire quelle parole si bloccò un momento, realizzando solo ora il collegamento appena fatto, principe col cavallo bianco e Nicholas che sa cavalcare, che coincidenza.
    Ma comunque per due! Ho scoperto di essere molto brava nell'organizzazione di feste e balli, ad hogwarts ne organizzavo un sacco e ero sempre nei vari comitati organizzativi! Penso si possa definire hobby no?
    Siria Healy


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    La testa sempre alzata a guardare le stelle o sempre abbassata a leggere un libro, erano le due principali posizioni in cui la gente trovava Nick molto spesso. Trovava estremamente rilassante entrambe le cose, come se riuscissero - per il poco tempo in cui rimaneva in quelle posizioni - a eliminare tutto lo stress dal suo corpo. Notò Siria cercare Pegaso e sorrise, guardandola con la coda dell’occhio. Riportò velocemente lo sguardo al cielo quando vide che lei stava per alzare il suo, per poi annuire alle sue parole e riportare gli occhi sul viso di lei.
    -Si, è una cosa che mi piace tantissimo fare… - si prese il mento tra le mani - potremmo anche organizzare qualcosa, sarebbe bello insegnarti! Si potrebbe organizzare una cavalcata notturna, non è difficile…- arrossì un poco - solo se tu vuoi, ovviamente.
    Rise leggermente subito dopo, non appena quella frase un po’ autoironica uscì dalla bocca di lei, e scosse leggermente la testa.
    -Merlino, non ti invidio per nulla. - la guardò, inclinando leggermente la testa - d’altra parte però, invidio la persona forte che sei. Io probabilmente mi sarei chiuso in casa e sarei rimasto li a piangere per la vita.
    Alzò le spalle, ripensando a tutti i pomeriggio a giocare sotto il sole con i fratelli, o a tutte le cavalcate sulla spiaggia con il padre…pensare ad una vita senza queste cose era una sfida, e gli metteva addosso una grande tristezza.
    -Se posso, e non ti da fastidio raccontarmelo, hai sempre avuto la malattia o è venuta con il crescere?
    Si posò poi sulla panchina con entrambe le mani, ascoltandola parlare del suo genere preferito. Nick ci si rivedeva un sacco, e annuiva con uno di quei sorrisini alla “capisco perfettamente cosa stai dicendo” per poi sorridere e allungarsi verso di lei, poco poco.
    -Be’, un cavallo bianco ce l’ho, peccato manchi il titolo principesco… - ridacchiò leggermente - quello nobiliare però è presente nel curriculum, milady.
    Sorrise, rimettendosi dritto e sperando di non averla messa a disagio con la battutina, per poi allungare le mani davanti a se, a palmi aperti verso di lei, per scuoterle vigorosamente.
    -Oh Morgana benedetta, è meraviglioso! Io odio l’organizzazione di tutti quei balli noiosissimi a cui o mia madre mi costringe a partecipare - fece l’uno con le dita - o che sono costretto ad organizzare! La prossima volta ti chiamo e mi faccio aiutare, Merlino. - si mise una mano sulla fronte - mi viene mal di testa solo al pensiero della scelta della tovaglia giusta per ogni sala…


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    Mentre era ancora intenta a guardare il cielo che si stagliava sopra le loro testa, senza però tenere lo sguardo totalmente rivolto verso l'alto ma più verso l'orizzonte, era chiaramente un segno del fatto che ormai era totalemente a suo agio in presenza del ragazzo e non stava cercando in tutti i modi di non incrociare il suo sguardo, anzi molto spesso sperava di girarsi nel momento esatto in cui lui la guardava e poter vedere i suoi occhi, anche se poi sicuramente sarebbe stato un imabarazzo per entrambi.
    Alla proposta della cavalcata notturna si raddrizzò completamente con la schiena e si girò quasi del tutto verso di lui col corpo.
    Davvero possiamo farlo anche di sera/notte? Cioè non è una cosa impossibile o più complicata? No perchè se è fattibile io ci sto al 100% e possiamo farla anche domani stesso!
    Ecco, era partita, stava mostrando tutto l'entusiasmo che la contraddistingueva quando si parlava di qualcosa che le piaceva e quella cosa le piaceva parecchio, anche perchè non era mai riuscita a farla e ora le si presentava l'occasione. Si accorse però di stare accellerando un po' troppo e rise piano.
    Ok ok, metto un piccolo freno alla cosa, però davvero, se è fattibile per me va benissimo.
    Mezza in imbarazzo, ma senza rossore apparente, sorrise a Nicholas continuando a guardarlo in viso e mettendosi a giocare un poco con le pagine del libro, un poco per passatempo e un poco perchè era comunque lì a fissare un ragazzo apparentemente carino e totalmente il suo tipo, un poco di ansia rimane sempre.
    Al suo chiederle della malattia annuì appena col capo per fargli capire che non c'erano problemi nel parlarne, era ovvio che sarebbe uscito l'argomento ma lei era sempre molto tranquilla nel parlarne ormai.
    Ce l'ho dalla nascita...i miei genitori mi hanno spiegato che se ne sono accorti perchè quando avevo due anni hanno notato degli strani arrossamenti sulla pelle quando ero esposta al sole e con i vari esami i dottori hanno capito che soffrivo di Xenoderma Pigmentoso. Poi vabbè mio padre e mia madre sono entrambi dei dottori, mio padre appunto nel campo delle ustioni lavora, quindi gli è venuto subito il campanello d'allarme e sono riusciti a non farmi avere danni permanenti che sarebbero potuti accadere se avessi passato altro tempo sotto il sole.
    Il tono usato per raccontare quelle cose era molto calmo e tranquillo, era chiaramente visibile il fatto che non le pesava raccontare quelle cose e non lo diceva tanto per.
    Un sorriso poi si stagliò sul suo viso quando il ragazzo si allungò in quel modo verso di lei, non si aspettava nulla ma le faceva piacere che pure lui sembrava essere tranquillo e spensierato in sua presenza.
    Una piccola risatina divertita per il fatto sul principe azzurro e poi una più sonora per l'argomento balli che le fece portare una mano davanti la bocca in modo carino e per non sembrare troppo scomposta. Assunse poi una finta faccia sconvolta al suo dire di odiare quelle cose organizzative.
    Ma come puoi?! Sono la cosa più bella al mondo e non ti fanno di certo non dormire per giorni solo per scegliere una tovaglia perfettamente abbinata ai fiori...no di certo!
    Continuò a ridere mentre diceva quella frase alquanto ironica, per poi porgergli una mano.
    Allora facciamo un patto...io aiuto te con i balli e altre cose noiose e tu insegni a me ad andare a cavallo...ci stai?
    Siria Healy


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    L’entusiasmo di Siria per la proposta della cavalcata lo fece sorridere. Era sempre bello trovare qualcuno che aveva una così grande passione per qualcosa, e vedere che la ragazza senza aver neanche mai cavalcato era così eccitata era una cosa secondo Nick davvero dolcissima. Gli sorrise, sinceramente intenerito.
    -Si può fare, è fattibilissimo. Essendo una cavalcata notturna, consiglierei i miei cavalli piuttosto che quelli del maneggio. Non che Nolan si farebbe problemi a lasciarmeli, solo che il cielo di Londra rispetto a quello delle campagne Irlandesi… - sorrise malandrino, riportando a galla al fossetta - insomma, sappiamo entrambi chi vince, no? - rise leggermente - ecco, domani sarebbe un po’ un problema, ma di sicuro al più presto potremo farlo. Manderò un gufo a mamma per farglielo sapere e voilà.
    Era contendo che Siria si fosse apparentemente rilassata, anche perché gli sarebbe dispiaciuto continuare a metterla in imbarazzo senza motivo. Cioè, anche lui rimaneva sempre un po’ imbambolato quando la guardava sottecchi, ma che ci poteva fare? Così, per cercare di salvarsi la faccia, chiese della sua malattia e ascoltò con attenzione la risposta, annuendo piano di tanto in tanto per farle care che la stava ascoltando.
    -Merlino, per fortuna se ne sono accorti subito…quindi da quel momento vivi sempre schermata. - si posò un gomito sul ginocchio, appoggiandoci subito dopo anche il mento - rinnovo la mia ammirazione. Sei davvero forte, Syr.
    Il sorriso tranquillo di Nick si tramutò in una faccia fintamente scandalizzata quando sentì la ragazza esprimersi sulla questione dei balli.
    -Ecco, vedi che è vero! Mia madre l’anno scorso ha voluto che organizzassi io il ballo di Natale…- sospirò al ricordo - è stato un vero incubo.
    Guardò la ragazza porgergli la mano e sorrise, per poi allungare la sua e stringerla, girarla a dorso in su e fargli un piccolo baciamano.
    -Ci sto, Miss.

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