Incontrarsi per la prima volta

Evento di inizio anno

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  1. Julian Miller
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    Dioptase
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    New York, U.S.A.

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Lui aveva prefissato la vittima di quella giornata in Dermot e le sue semi-offese nel chiamarlo squallido lo fecero solo sorridere. Julian non era uno che si offendeva facilmente, rispondeva sempre con il suo smagliante sorriso e con una mano che passava tra i riccioli scomposti che portava in testa. E così fece anche con Dermot, senza commentare oltre quella sua parola verso di lui.
    Una volta arrivati al bancone, lui si sarebbe accomodato e avrebbe ordinato, con grande piacere, verso un Jonathan che sembrava non aspettare altro che altra gente da spillare. Vi mise i soldi sul bancone, fregandosene anche del resto, che avrebbe lasciato volentieri al barman «Se ti dicessi, Julian, la memoria si rinfrescherebbe?» - avrebbe sussurrato sporgendosi verso Dermot, con quel suo sorriso strafottente.
    Quando Jon tornò con la sua ordinazione, Julian alzò un sopracciglio e rise ancora, per poi afferrare il bicchiere e fissare Dermot «Sempre pronto.» - mormorò, come se intendesse ben altro, il riccio, prima di buttare gi il suo bicchiere, diversamente a come aveva fatto il collega opale, senza nemmeno assaggiarlo e storcendo il naso al sapore acre della bevanda.
    Il cicchetto pian piano scendeva e già lo sentiva risalire. Vide Dermot mantenersi al bancone e la cosa lo fece ridere, mentre sbronzo cercava la mano di lui, provando a sporgersi verso l'opale. Cosa che fu difficile, tanto che dovette poggiare il piede a terra per non cadere sul ragazzino, finendo dritto sul suo collo. Rise, rise di gusto, divertito e senza spostarsi da quella posizione, mentre le labbra avrebbero baciato la pelle del ragazzo, se solo glielo avesse permesso «Ah, sì...» - mormorò ancora ridendo e cercando di rimanere dritto, cosa che era davvero impossibile.
    La testa girava, ma questo non limitò il suo udito: sentì il suono del magifonino e lo cacciò fuori (il magifonino) «Che cazzo è scritto...» - disse, provando a leggere quelle parole che si mischiavano tutte. Dovette leggerlo più e più volte, quindi ridendo ancora «Ahahah ma allora ci si diverte qui» - aveva preso la cosa un po' sottogamba, quindi provò a rispondere al messaggio di Cora «Carissima, grazie del tuo pensiero. Sono Julian Miller, ti va di conoscerci?» - certamente da sobrio avrebbe preso la cosa sul serio, ma ora come ora, cosa doveva fare.
    La voce di Lilith sembrò na botta in testa «Questa già sbraita troppo» - disse, provando a barcolare giù dal suo sgabello, finendo di nuovo addosso a Dermot. Questa volta, il riccio, tentò di centrare la sua guancia per un bacio, sperando di trovare le labbra in verità, ma con tutto quel giramento di testa era davvero difficile «Tu stai con me» - sbiasciò appena l'americano, tra un dire e un fare.
    Dermot G. Barker. Prova a rispondere al messaggio di Cora.
    Julian Miller

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    Studente, I anno - Ametrin-

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