Incontrarsi per la prima volta

Evento di inizio anno

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  1. Giadì
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    Jessica Whitemore
    Un sospiro esasperato lasciò le labbra di Jessica, ma decise di non protestare oltre. Sapeva quanto riuscisse ad essere cocciuta la ragazzina e non aveva affatto voglia di continuare a discutere. Merlino, non vedeva l'ora di trovarsi dinanzi la stanza delle necessità e trasformarla in un'eclatante zona relax, esattamente ciò che le sarebbe servito in quel momento. Se mi dici che non è pericoloso, mi fido. Vai, su le sorrise, finalmente, dopo diversi minuti di cruccio, ridacchiando alla frase sulla scelta. In effetti, nel corso della sua carriera Hidenstoniana, aveva scelto per sé solo i migliori, non certo il primo studentello brufoloso che passava per strada.
    La lasciò quindi andare, ricambiando lo sguardo di Lilith. Essere prefetti era davvero dura, soprattutto quando era necessario andar contro qualcuno pur di mantenere l'ordine.
    Alla fine di quella sceneggiata, se ne tornò alla bancarella di Kenna, esausta e decisamente stanca di essere ignorata, infatti fece la cosa più stupida che poteva fare: cercare di pestare un piede a Lance, dandogli dello stronzo snob. Probabilmente entro sera non avrebbe più avuto la spilla appuntata al petto, perciò allungò istintivamente la mano sinistra a sfiorarla, come se non volesse che le venisse strappata via. Ma aveva fatto ormai la sua scelta, per quanto non sicuramente la migliore, ed adesso avrebbe dovuto accettare qualsiasi conseguenza derivata dalla sua azione. Le sembrava di essere su di giri, non capiva più chi c'era e chi si era allontanato, il cuore che le batteva nelle orecchie. Sembrava che stesse -meglio tardi che mai- prendendo consapevolezza di ciò che aveva appena fatto, ma non ebbe il coraggio né di allontanarsi, né di muoversi in generale, preferendo aspettare l'ira del biondino cui tanto teneva. Ma non andò così male, anche se venne scaricata per libri e rune. Troppo orgogliosa per ammettere di aver esagerato, lo guardò con cipiglio irritato, incrociando le braccia al petto senza però proferir parola, riflettendo ad una spiegazione valida. No, non ne aveva. Sciolse le braccia e volse lo sguardo scuro in quello più chiaro del docente, stringendosi nelle spalle. Non ho nessuna giustificazione, non mi serve ammise lei, scuotendo la testa, estremamente sincera in quelle sue parole. Stava per dire qualcosa, ma il suo magifonino trillò, attirando la sua attenzione. Cosa cazzo...? Sussurrò, estraendolo e ricordandosi che a Denrise era impossibile usare il telefono, almeno in quella zona. Lesse il messaggio e poi sollevò il sacchettino che aveva momentaneamente riposto in tasca, un'espressione esaltata sulle labbra. Cora Delaine era la fautrice di quella specie di attentato due anni prima, oltre che di un'altra lunga serie -che fossero da lei voluti oppure no- e la cosa suscitava nella giovane sentimenti contrastanti. Però prevaleva il fatto che avesse abbattuto quella cazzata della barriera magica che impediva alla tecnologia di funzionare al di fuori di Hidenstone. Non ci pensò su troppo ed aprì il box di risposta. Era ora che qualcuno smuovesse le cose, qui. Ma le pare che siano così arretrati? Peccato non poterla ringraziare di persona, le stringerei volentieri la mano. Inviò quindi il messaggio, il primo da quando poteva finalmente farlo al di fuori della scuola, soddisfatta. Si allontanò quasi inconsapevolmente dalla bancarella di Kenna, gli occhi che brillavano. Chissà se la pseudo terrorista le avrebbe risposto. Ne dubitava, ma la speranza era l'ultima a morire.
    18 y.oStudenteBlack OpalIV annoFrom NY


    Lancelot Olwen ---> conclude l'interazione
    Risponde al messaggio di Cora Delaine
     
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288 replies since 2/9/2021, 00:50   9123 views
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