Il peso della cultura

Per Chloé

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    Clive Greenwell
    Ametrin | 15 anni

    La voce di sua madre Dahlia risuonava nel salotto della loro villetta di Oxford mentre la maga andava avanti e indietro in modo molto nervoso, stropicciandosi le mani in una febbrile ansia. Il suo volto era preoccupato e scocciato al tempo stesso, perché sapeva che suo figlio stava toccando dei tasti dolenti. La City la spaventava: non la riteneva opportuna ad un ragazzino quindicenne che si stava avviando verso i sedici. Tutte le scuse possibili e immaginabili l'avevano di fatto insospettita. "Vorrà dire che ti accompagnerò a Londra io. Dico... Hai voglia di fare due passi. Due passi... dico, come se ad Oxford non si possano fare due passi! E tu, Ed, sempre a leggere il quotidiano, non dirgli niente...TU!" gesticolava in aria in preda al nervosismo, mentre il suo inglese risultava sempre molto influenzato dal suo accento francese. Clive, dal canto suo sgranò gli occhi azzurri, in un'espressione mezza atterrita e roteò le iridi verso l'alto. "E non roteare gli occhi quando ti parlo: se solo fossi un piccolo Lord come Nicholas, sapresti bene come comportarti!". Il ragazzo a questo punto, strinse i pugni e con espressione dura la mise davanti alla realtà delle cose: "Dai, maman, pensa a quello che proponi: mi faresti fare solo la figura del poppante sfigato!" incrociò le braccia e, sbuffando sonoramente, si lasciò cadere sul divano, lo stesso divano sul quale era seduto suo padre. "Dahlia, perché non vi mettete d'accordo su un luogo sicuro, voglio dire... Cara, Clive ha pure la testa sulle spalle..." disse timidamente Ed, chiudendo per un attimo il quotidiano e guardando la moglie al di sopra degli occhiali da lettura. La francese fulminò irata con lo sguardo il marito: due uomini contro di lei, finiva sempre così e lei doveva fare i conti con la sua ansia. "Oh, ma per Merlino, Ed. Che idea geniale." gli fece il verso, mentre il consorte, capendo che avrebbe subito una sua vendetta, scosse il capo e si immerse di nuovo nella lettura. "Hai ragione, so io come fare stare al sicuro nostro figlio. Oh sì, Clive."
    ---
    Sua madre aveva saputo incastrarlo in un certo modo. Poco male, perché, se non altro, poteva intrattenersi a Diagon Alley, che per il mondo magico era un luogo d'incontro di un certo rilievo. Avrebbe quindi posticipato a data da destinarsi il Tower Bridge, Piccadilly Circus e altre zone caratteristiche della capitale. Poi contava di acquistare a Camden quella maglietta in compagnia di Erik: gli avrebbe di sicuro scritto su Instagram. Rimirò la manciata di galeoni che si ritrovava in tasca: tutti da spendere in libri. Come aveva detto sua madre prima che partisse? "Racimola libri per me e per te al Ghirigoro, guarda che poi conto i soldi. La libraia è francese e la conosco, non fare mosse false". Si chiese perché sua madre vivesse con tutti questi patemi, come se si fosse mai cacciato realmente nei guai o fosse stato una testa calda. Era frizzante ed estroverso, non era propriamente un piccolo lord, ma nemmeno un ragazzo sguaiato o decerebrato. Se si fosse recato anche in una zona più pericolosa del Ghirigoro, Clive non avrebbe mai realmente abusato della concessione: sperava che Dahlia gli concedesse più fiducia, ecco quanto, poiché aveva a quell'età un desiderio di indipendenza, simile a quello di tanti suoi coetanei. Sghignazzò tra sé e sé, soprattutto perché sua madre non aveva indicato di quali libri rifornirsi. Orbene, si sarebbe sbizzarrito con i suoi interessi e la sua goliardia. Fece tintinnare la porta d'ingresso del Ghirigoro e sorrise alla libraia, un sorriso un po' furbetto, con quegli occhi azzurri che sembravano parlare. Andò agli scaffali e cominciò a leggere qualche titolo. Di sicuro avrebbe acquistato la biografia di un campione del Quidditch o un libro con mille tecniche sulla scopa. Poi, perché no... Qualcosa di spinto? Rise da solo, immaginò l'espressione di sua madre con un libro erotico tra le mani. Avrebbe mai avuto il coraggio di investire i galeoni in qualcosa di simile?
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    Chloé Tournesol
    Adulto | 28 anni


    La frrrrrrrizzantissima e frrrranscesissima libraia del Ghirigoro di Londra stava sapientemente ed elegantemente piroettando sulle sue scarpe tacco dodici opportunatamente silenciate. Come al solito.
    Indossava, quel giorno, una gonna blu abbinata ad un top rosa sgargiante, abbinato a dei tacchi, per l'appunto, dello stesso medesimo colore.
    Stava impartendo gli ordini di rito ai suoi fidatissimi, svelti e capaci assistenti: i Nerini del Buio. Quando, all'improvviso, il suo sguardo venne attirato dai modi baldanzosi con i quali un giovinastro era appena entrato nel Ghirigoro.

    “... Teppistello a Ore Dodici?”

    Osservò lo sguardo malandrino da “IO sono un Signor Furbacchione e TU sei nata ieri” del ragazzino che aveva appena effettuato il suo trionfalissimo ingresso nella SUA libreria.
    Ricordava ancora perfettamente il gruppo di teppistelli di quartiere che aveva osato immaginare un bordello nella SUA Stanza delle Meraviglie, denigrandola e svilendola.
    Era ormai pronta a pietrificare seduta stante chiunque avesse dimostrato di avere delle intenzioni anche solamente simili!
    Chloé Tournesol non mancava di essere, in maniera tout à fait dichiarata, vendicativa fino al midollo. Non tardò, quindi a seguire i passi del suddetto ragazzino, che si era diretto, niente popò di meno, che nella sezione dedicata allo sport. Chloé non mancò di alzare teatralmente gl'occhi al cielo.

    “... Libri sportivi. Che noia.”

    Pensò, con fare pomposamente melodrammatico.

    << Stà cercando qualcosa in particolare, Monsieur? >>

    Chiese infine la giovane donna, avvicinandosi più chiaramente a lui, con un sorriso educato in volto, ma anche uno sguardo chiaramente indagatore.


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    Clive Greenwell
    Ametrin | 15 anni

    Armeggiava tra i libri, cercando di scoprire quanti più titoli possibili nella sezione del Quidditch. Aveva già preso fra le mani una biografia ufficiale del bulgaro Viktor Krum, che recava in copertina quel fantastico cercatore in procinto di acchiappare in picchiata il boccino d'oro. I suoi occhi si illuminarono e aprì il libro in cerca di fotografie, in bianco e nero e a colori, che riassumevano le partite più significative del giocatore, dagli esordi sino al successo internazionale. Chiuse di scatto il libro: per Godric, certo che l'avrebbe acquistato. Aveva fantasticato sul fatto che avrebbe letto quel libro in pochi giorni, di sera, prima di coricarsi, immaginando tutte quelle mosse e tentando mentalmente di riprovarle, ad una ad una, nella divisa della sua futura casata di Hidenstone (chissà di quale foggia o colore... Settembre non era affatto lontano!). Era talmente immerso in questi pensieri che non si accorse che la libraia - che sapeva essere francese, grazie alle "minacce" di sua madre - era ormai al suo cospetto, con un fare piuttosto indagatorio. Clive non abbandonò nemmeno allora lo sguardo furbetto, da finta espressione angelica, mentre studiava di tutto punto la figura della negoziante del Ghirigoro. Il tocco di francese gli ricordava tanto sua madre Dahlia quando era alterata, il che lo fece divertire ancora di più. Decise di sfoggiare la sua conoscenza di quella lingua: Clive era comprensibilmente perfettamente bilingue. Così avevano voluto i suoi genitori: era un peccato che perdesse la cultura materna. "Je suis un beau gosse encore, pas vieux!" esclamò porgendole il libro. Inizio a prendere di sicuro questo. Adoro Krum, forse il migliore cercatore di tutti i tempi. Ne ha per caso una copia autografata? commentò, ripensando velocemente a tutti i cercatori dei quali aveva conoscenza. In seguito, le spiegò la motivazione per cui era stato inviato nella libreria: voleva assolvere quel compito il più in fretta possibile, così avrebbe avuto tutto il tempo necessario per bighellonare nella strada principale: "Allora, le spiego: maman mi ha dato un gruzzolo di galeoni da spendere qui, perché vuole che accresca la mia cultura. Ha altri libri sul quidditch da consigliarmi, oppure ha qualche altra idea per un tipo come me?".
    Si stropicciò le mani, rese gli occhi a fessura: avrebbe o non avrebbe avuto il coraggio di fare la goliardata?
    Arrossì un poco, guardò prima altrove, poi negli occhi la libraia. Gli scappò una risatina. Cercò di prendere la cosa al largo, attraverso la perifrasi più traballante di questo mondo. Clive, infatti, pur essendo un maschietto in pura tempesta ormonale, aveva comunque un forte senso del pudore: come ogni maschio, ostentava mille sicurezze, ma su determinati temi ancora s'infiammava come un peperone per l'imbarazzo. "Mia mamma mi ha detto di comprarle un libro, diciamo... ecco... Passionale. Ne avete per caso?"
    L'aveva detto o non l'aveva detto? Nemmeno lui stesso credeva alle sue orecchie. Con le orecchie rosse e bollenti (e un sorrisetto idiota), si raschiò la gola. Stava sudando? Forse.
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    Chloé Tournesol
    Adulto | 28 anni


    Osservandolo passare da un libro sportivo all'altro, con un'espressione più che concentrata, la frrrrrizzantissima e ssssssstilosissima libraia si convinse del fatto che, no, quello non poteva essere davvero un cattivo soggetto. Ma la verità era che Chloé, prima dell'arrivo di Clive, si stava quasi annoiando. La mole di lavoro era considerevole, sì, ma rientrava in una quotidianità che, ad un certo punto, poteva essere smossa soltanto dalle diverse personalità dei suoi clienti, e dalle interazioni che lei aveva con loro.
    L'idea di mettersi nei panni di una persona alla "I giovani d'oggi" la divertiva abbastanza da indossarli seduta stante, senza indugio. Chloé teneva veramente alla sua libreria, poiché ci aveva speso mesi di lavoro ed inventiva, quando non aveva mai dovuto lavorare in vita sua, prima della sua improvvisa e melodrammatica fuga di casa! I risultati, comunque, si stavano facendo decisamente vedere. Suo padre era rimasto talmente con un palmo di naso, così fiero di lei, che aveva finito con lo sbloccarle nuovamente tutte le sue carte di credito, tornando, così, non solo ricca di nome, ma anche di fatto!
    Però, in quel momento, non vi sembrava essere alcun reale pericolo che potesse minacciare concretamente il frutto del suo lavoro. Quindi, perché non divertirsi un po'? Chloé non stava pensando a tutto ciò con cattiveria, ma con l'obiettivo fisso di non lasciare la noia entrare nella propria vita, e di godersela anzi come preferiva e le veniva sul momento! Tra l'altro, su una cosa, sentì ben presto di non essersi affatto sbagliata: quel ragazzino sembrava essere veramente convinto del fatto che lei fosse nata ieri!
    La ssssssstilosissima libraia non poteva sapere, e non si poneva nemmeno il problema di scoprire ciò un giorno, che il ragazzino che si trovava di fronte a lei sarebbe stato presto smistato nell'unica ed inimitabile casata degli Ametrin.
    Chloé non era preoccupata: ad occhio e croce, non le stava davvero sembrando un teppista! Ma non si fidava per nulla di quella faccia finto angelica. E, d'altronde, visto che quel piccolo "furbastro" voleva palesemente prendersi gioco della sua celeberrima e fantasmagorica persona, chi era lei per non rendergli pan per focaccia (coff, coff, una persona adulta? Coff, coff)?
    Quando giunsero al momento della richiesta del famoso libro passsssssionnel, Chloé lo guardò con un sopracciglio alzato:

    << Vous êtes un gosse, mon Petit Monsieur... E dubito che una donna di classe, com'è sicuramente sua madre, non sappia che non vendo certi libri... Passionnels a dei Petits Messieurs, appunto. >>

    Dopodiché, lo guardò con un sorriso educato, ma chiaramente ironico:

    << Ma mi sembra accaldato... Si sente forse poco bene? Vuole un bicchiere d'acqua? >>

    Ok, ok, probabilmente stava anche riversando sul quel povero giovine la stizza che aveva provato quando aveva visto la sua Stanza delle Meraviglie trasformata in un bordello. Era leggermentissimamente vendicativa, sì.

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    Clive Greenwell
    Ametrin | 15 anni

    Clive rimase per un attimo completamente interdetto: com'era possibile che quella libraia, francese, probabilmente amica di sua madre, si fosse focalizzata unicamente sulla richiesta di un libro particolare? Sembrava che Dahlia e quella negoziante si fossero alleate ancor prima che l'anglo-francese mettesse piede al Ghirigoro. Con le orecchie in fiamme e con il sorrisetto che lo contraddistingueva, inspirando a pieni polmoni, Clive cercò di mantenere quanta più credibilitù possibile, andando a ribattere alle insinuazioni di quella donna. Cosa la spingeva ad adottare un'etica così poco aperta al sesso? Non se ne capacitava: dopotutto la vendita di libri, specchi di mondi possibili, doveva gareantire una visuale così ampia e completa di tutte le sfumature dell'animo umano. Il ragazzino concluse pensando che stessero giocando d'anticipo, l'interlocutrice e sua madre, per spingerlo verso i tomoni della nobile arte pozionistica, per evitare che abbracciasse qualsiasi virtuosismo che esulasse dal seminato.
    Volevano la guerra? La guerra avrebbero voluto.
    "Sono molto accaldato" sorrisetto tattico "Ho corso a perdifiato per giungere in questo tempio della cultura. Quindi sì, un bicchiere d'acqua fresca o, se possibile, succo di zucca con ghiaccio." Si era dimenticato la formula magica e la allegò poco dopo: "S'il vous plait!". Se vi state chiedendo se tornasse all'attacco, per mettere soprattutto in ridicolo sua madre (amica della libraia?), la risposta è sì.
    Per questo proferì una domanda a bruciapelo: "Che ne pensa della censura?" una domandina proprio a casaccio. Mia madre, Dahlia Jamet de Léaval... mancava solo il codice fiscale oramai. Che ascoltasse bene, era proprio la Jamet. "...ha imperniato tutta la mia educazione in modo libertino e sbarazzino. E' estremamente aperta a parlare con me dei più disparati argomenti. Gliel'ha mai dettoù? Dice che vi conoscete. Insomma, anche di argomenti... diciamo...ehm..." ridacchiò, era talmente paonazzo che chiunque avrebbe potuto notare la sua faccia di bronzo. Lui, proseguiva, quasi a sfidare apertamente chi avesse davanti "...insomma, ha capito. E poi andiamo. Basta che io prenda il magifonino e potrei vedere chissà quali cosa inappropriate! Dica, vuole questo? Vuoloe negarmi un libro passionel e spingermi ad armeggiare col motore di ricerca§? Non si sentirebbe un po' in colpa a interrompere l'educazione impartitami?"
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    Chloé Tournesol
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    ... Ah, la gioventù più che giovanissssssima. Chloé sarà anche stata una Caotica Neutrale, ma non ci teneva particolarmente, a rischiare multe et similia per vendere dei libri Passionnels a dei Petits Monsieurs irriverenti. L'Illegalità di un'azione o non-azione doveva divertirla, o quanto meno liberarla dai rari, ma comunque insopportabili momenti di noia e tornarle utile, sennò, perché mai avrebbe dovuto prendersi la briga di compierle... O di non-compierle?
    Roteò teatralmente gl'occhi al cielo, alla risposta ironica del ragazzo.

    << Il succo di zucca ghiacciato lo potrà prendere al Paiolo Magico, plus tard, se lei lo desidera... Ma è il suo giorno forrrrtunato: posso proporle un Succo di Anguria in omaggio, insieme all'acquisto di almeno un libro sportivo! >>

    Rispose, con un occhiolino frizzantino da vera venditrice, prima di allontanarsi e poi tornare con un bicchiere di succo di anguria fresco, per quanto senza ghiaccio! Lo porse al giovane:

    << Voilà pour vous! Alors, ha già un'idea su quale libro, o quali libri sportivi, desidera comprare? >>

    Far sentire Chloé Tournesol messa in ridicolo da qualcuno era difficile, bisognava essere parecchio espliciti e baldanzosi, dati l'ego e la fiducia in se stessa spropositati che la suddetta nutriva incondizionatamente e praticamente da sempre verso se stessa!
    Un Perché io lo valgo! umano (?), con tanto di swisssshamento (?!) capelluto collaudato, insomma!
    Alla domanda che le pose il giovanisssssimo cliente, inarcò un sopracciglio:

    << ... Se è davvero questo il suo rapporto con Madame Jamet de Léaval, è una decisione che è sicuramente stata presa da lei con cognizione di causa. Ad ogni modo, se lei mai scegliesse di fare determinate ricerche su determinati motori di ricerca, sarebbe una sua libera decisione, che io comunque le consiglierei di vagliare con sua madre. Non mia. >>

    Chloé Tournesol, facendo parte lei stessa della ricca borghesia, non rimaneva minimamente impressionata, al sentire certi nomi. Il suo cognome lo rendeva certamente un buon potenziale cliente, ma se "gestito come si deve", perché la vera, ottima cliente, lo restava sua madre.. Dubitava fortemente che nel racconto imbarazzato del giovane vi fosse granché di reale, ma nel fondo, poco le importava. Per quanto, da quel che ne sapeva, l'educazione di Madame Jamet de Léaval doveva essere esemplare, su determinati punti di vista.

    << La censura non ha mai avuto grandi poteri su di me! >>

    Disse, gonfia di orgoglio e di brio, con il suo solito tono deciso e frizzantino, l'energica libraia.

    << Ma vendere dei libri Passionnels a dei Petits Monsieurs resta illegale, donc... Potrà richiedere a sua madre di venire a comprargliene in futuro. Ha già un'idea su quale libro sportivo, ed anche su quali altri libri di diversi generi, potrebbe ricadere la sua scelta? >>

    Chiuse tale l'argomento e ne avviò tutt'altro in maniera spiccia, sorridendo con il suo solito brio autoritario, lasciando che il suo giovanisssssssimo ed ormonattivissimo (?!) cliente si prendesse il suo tempo per bere il suo Succo di Anguria.
    Venne però, all'improvviso, interpellata da un altro cliente e, dicendo al ragazzino di tornare verso di lei quando avrebbe scelto i libri che voleva comprare, si allontanò infine con il suddetto, passando da un'attività all'altra fino a quando non arrivò la consueta ora di chiusura della sua libreria.



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    Edited by Chloé Tournesol - 21/11/2021, 11:10
     
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