Il piccolo principe

#Chloé

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  1. Louise De Maris
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    Louise De Maris
    TUTTI I GRANDI SONO STATI PICCOLI, MA POCHI DI ESSI SE NE RICORDANO
    E
    ra davvero entusiasmante entrare in un mondo che sentiva di essere "casa": i libri le avevano sempre dato un certo conforto nelle situazioni difficili, confronto nel dubbio e svago nella noia. Le ambientazioni e i personaggi di romanzi e narrativa erano un porto sicuro per Louise e un ricordo caro di sua madre.
    Il Ghirigoro era davvero spettacolare: Louise aveva intuito, dalle dimensioni della struttura, che fosse a più piani e, anche se i suoi piedi poggiavano ancora sulla soglia d'ingresso, immaginava che la meraviglia suscitatale dalla disposizione e dalla vastità dei libri si sarebbe triplicata una volta entrata nell'ascensore.
    Aveva rivolto tutta la sua attenzione ai nomi delle diverse sale, prima di avvicinarsi alla Statua dello Studioso.
    - Che particolarità! - esclamò, con pieno sconcerto. Era singolare che ogni statua fosse disposta su ogni piano come catalizzatore di attenzione verso l'argomento dei libri lì esposti.
    Dopo aver vagato per un po' tra gli scaffali, decise di entrare in ascensore per raggiungere il terzo piano: adorava i bambini, almeno segretamente, e aveva tanta voglia di vedere il famoso Teddy, statua cantastorie. All'entrata, udì diverse risatine di voci bianche: si fermò vicino a quelli che sembravano i genitori di quel piccolo mucchietto di bambini, con le braccia conserte, tentando di non dar nell'occhio con la sua presenza. Teddy era un animatore più bravo del previsto, cosa che Louise non si sarebbe mai aspettata. Pur essendo conoscitrice di magia da quando era in grembo a sua madre, questa la meravigliava ancora. Non aveva perso quel pizzico di innocenza che la rendeva semplicemente lei.
    Si staccò con passo delicato dal gruppo, in modo tale da non far rumore e si avvicinò ai libri per bambini impilati nello spazio tra scaffali, facendo scorrere su di essi un dito, per mantenere il segno. La mano, però, si bloccò a mezz'aria quando notò la copia di un'opera che suo padre e sua madre le leggevano da bambina: era "Il piccolo principe". Rimase lì, a fissare la copertina, con gli occhi lucidi per le lacrime e lo sguardo quasi assente, fino a quando non decise di aprirlo ad una pagina a caso.

    CITAZIONE
    Tutti i grandi sono stati piccoli, ma pochi di essi se ne ricordano.



    Era una frase che la toccava nel profondo, facendo vibrare le corde di un cuore spezzato.
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    Chloé Tournesol
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    Per dirla insieme alla comica Florence Foresti: le madri di famiglie numerose sono delle eroine. Se poi sono pure delle Madri Calme, possono anche andare direttamente a risolvere i famigerati “Problemi del Mondo”, senz'aver minimamente bisogno di mirabolanti esperienze aggiuntive sul Curriculum per essere assunte per tali delicati, incresciosi incarichi!
    I bambini presentavano, giustamente quanto innegabilmente, le loro complicazioni nell'essere cresciuti ed educati, ma avevano anche, spesso e volentieri, un intuito emotivo da mozzare il fiato.
    Che gli permetteva, indubbiamente, di sopravvivere, d'imparare ad esprimersi e ad adattarsi ad un mondo fatto più per gli adulti che per loro. Fortunatamente, nel secolo in cui vivevano, c'erano più persone che cercavano concretamente di equilibrare la bilancia, il mondo dell'infanzia, in particolare della prima infanzia, poteva vantare la nascita e l'evoluzione di una vera e propria Letteratura dell'Infanzia, appunto, che si suddivideva in fasce di età, e persino in obiettivi.
    C'erano i libri più utilitari, “La sorellina di Mimì impara ad andare sul vasino”, ed i libri scritti per il puro gusto di raccontare, condividere una storia con i propri lettori, “Gigi il Fungo aveva tanto bisogno di un amico”... Ed incontrò il Piccolo Principe?
    Una bambina di due anni mezzo, con la frangetta racchiusa in un buffo codino all'insù, ed i capelli lisci che terminavano in simpatici, piccoli boccoli sulle spalle, non tardò a notare la ragazza insolitamente grande, ma anche insolitamente più giovane della sua mamma e del suo papà, che era appena entrata al Piano della libreria alla quale si recava ormai almeno una volta alla settimana.
    Così come non tardò a notare, sentire la forte emozione che dai suoi gesti trapelava, e fu così che Joy zompettò, ridendo birbante e tutta felice, verso Louise, attaccandosi alla sua gamba con entrambe le manine, piantando il suo sguardo verde dritto in quello della ragazza.
    … Nel frattempo, Chloé si trovava al Piano Terra, alle prese con le domande infinite di un Papà mezzosangue divorziato genuinamente curioso e simpatico, ma comunque un po' apprensivo, che aveva portato i figlioletti di tre anni e mezzo (due gemelli, per la precisione-un bambino che adorava le tenute sportive e le scarpe da ginnastica rosa, ed una bambina con la fissa per il total azzurro) al Ghirigoro, desideroso di comprargli delle nuove storie da leggergli per celebrare la loro futura entrata nella Materna Magica di Dublino, sua città di origine.
    Quando, finalmente per i gusti della per nulla paziente libraia, il suddetto Papà ebbe terminato le domande da porre, Chloé esclamò, sinceramente ma ben poco delicatamente:

    << Signor Papà, Relax! I bambini, dalla mia esperienza, non si fanno remore ad indicare, con le loro reazioni, la strada da percorrere verso la loro “Storia Perfetta”... Ricca di Avventure e di Magie! >>

    Chloé poteva intuire l'emozione che il padre provava all'idea che i figlioletti potessero fare le loro prime magie di lì a poco, o che non le facessero proprio, ma non era poi così comprensiva. E “l'esperienza” di cui parlava qui sopra si riferiva puramente e semplicemente a quella fatta lì, al Ghirigoro, da quando ne era diventata la Proprietaria e vi aveva portato tutte quelle modifiche.
    Il Papà Single non tardò ad annuire, intimidito, all'indirizzo della baldanzosa libraia, e tutti insieme non tardarono a prendere l'ascensore per arrivare al famigerato Terzo Piano, dove poi la giovane donna lasciò i tre componenti della famigliola a girovagare tra gli scaffali, poggiando piedi e piedini sui morbidi tappeti lì presenti.
    Chloé Tournesol si guardò intorno con fare attento, per assicurarsi che, in quella Sala, tutto stesse andando per il meglio e fosse sotto controllo.


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    Louise De Maris
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    A
    ssorta lì tra i suoi pensieri, non si era resa conto del delicato scalpiccio dei piedi di bambina che si avvicinava a sé, fino a quando non sentì le gambe essere strette in una morsa da due piccole braccia. Abbassò gli lo sguardo smeraldo, bagnato di lacrime non versate, su altrettanti occhi verdi, che la guardavano con curiosità. Era una bambina biondina, dalle risa contagianti.
    - Ehi, ciao piccolina! – le disse, piegandosi sulle ginocchia fino ad abbassarsi al suo livello, costringendo la bambina a staccarsi da lei. Louise le tese la mano, con fare giocherellone e si presentò.
    - Piacere, io sono Louise! E tu come ti chiami? -
    Era una bambina davvero dolce: non era intimorita da Louise, anzi sembrava capire il suo stato d’animo.
    - Hai davvero un bel nome! E dov’è la tua mamma? -
    Louise sapeva che poteva stare tranquilla, ma non poteva fare a meno di preoccuparsi vedendo una bambina tutta sola. Provò ad osservare il mucchio di genitori, ma nessuno sembrava seguire la piccoletta, nemmeno con gli occhi. Così, si rivolse nuovamente a lei.
    - Stavo per leggere il Piccolo Principe. Vorresti unirti a me? Lo leggiamo insieme! -
    Le tese la mano, sperando che la manina si unisse alla sua. Si diresse con il libro in una mano verso un mucchio di cuscini colorati, sedendosi su di essi e facendo accomodare in grembo la piccolina. Aprì il libro e cominciò a leggere.
    CITAZIONE
    Un tempo lontano, quando avevo sei anni, in un libro sulle foreste primordiali, intitolato «Storie vissute della natura», vidi un magnifico disegno. Rappresentava un serpente boa nell'atto di inghiottire un animale. Eccovi la copia del disegno. C'era scritto: «I boa ingoiano la loro preda Tutta intera, senza masticarla. Dopo di che non riescono più a muoversi e dormono durante i sei mesi che la digestione richiede».

    Ogni tanto, la bambina la interrompeva, facendole domande su quelle che erano le parole più ardue per lei e Louise, con molta pazienza, le spiegava ogni dettaglio, ovviamente con un linguaggio tale da essere comprensibile per la piccola. Il tempo scorreva: prima cinque, poi dieci e, infine, quindici minuti. Assorta nella lettura, Louise non accusava stanchezza nè impazienza, anzi, tale attività era come un balsamo per il suo cuore distrutto, facendo riaffiorare alla mente ricordi di tenerezza.
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    La bambina guardò la mano che Louise le stava tendendo con un sorriso furbetto, prima di strofinare la propria fronte contro la gamba della ragazza. Poi, all'improvviso, esclamò, tutto d'un fiato:

    << Sidonie! >>

    Avrebbe potuto dire molto di più, ma la verità era che, sotto sotto, cominciava a sentirsi un po' intimidita, da quella “giovane persona grande”! Quando la ragazza, però, le propose di leggere un libro insieme, la bambina tornò alla carica con tutta la sua spigliatezza, e si sedette, senza tante cerimonie, sulla gamba di Louise, quando la suddetta prese posto su uno dei comodi tappetini.
    Restò più allungo di quanto solitamente sarebbe rimasta ad ascoltare una storia, perché quella ragazza dai capelli castani la intrigava, e le stava simpatica!
    La mamma della bambina non la stava perdendo d'occhio, mentre lei ed il marito consultavano i figli più grandicelli sulle letture che desideravano fare. Una volta scelti i libri da comprare, la prova vivente che esistono anche genitori non eccessivamente apprensivi (grazie al cielo), si avvicinò con un sorriso a Louise e alla figlioletta:

    << Hai trovato una nuova amica, Sidonie? >>

    La piccola codino munita annuì energicamente, sorridendo alla mamma, prima di alzarsi e di sollevare le braccia verso di lei, in una muta richiesta che venne accolta con un finto sbuffo che, infatti, assomigliò più che altro ad una risata!

    << Che pigrona! Ma se sai camminare così bene, ormai! Corri sempre dappertutto! >>

    Con un sorriso bonario, le fece brevemente il solletico, per poi voltarsi verso Louise, tenendo la bambina in braccio:

    << Grazie mille per aver tenuto compagnia a mia figlia, cara! Forse ci rincroceremo, veniamo qui spesso. Saluta la tua amica, chèrie, adesso andiamo a fare la pappa tutti insieme! >>

    Esclamò, dedicando alla ragazza dai capelli castani un occhiolino di dolce simpatia. Quando la famigliola se ne fu andata, Chloé non se ne preoccupò, ben sapendo che un gruppo di Nerini si sarebbe occupato con celere zelo del pagamento delle opere da loro scelte.
    Puntò, invece, i propri occhi verdi (encore?) su Louise, raggiungendola con qualche breve ed elegante falcata, e le sorrise.

    << Benvenuta al Ghirigoro, Signorina! Lei è una giovanissima mamma in dolce attesa? In tal caso, ho proprio i libri che fa per lei! >>

    Esclamò con il suo solito fare frizzantino, senza tanti preamboli, andando, com'era ancor più sua consolidata abitudine, dritta al punto della questione.

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    Louise De Maris
    TUTTI I GRANDI SONO STATI PICCOLI, MA POCHI DI ESSI SE NE RICORDANO
    M
    entre la bambina strofinava la testolina sulla sua gamba, Louise le fece una dolce carezza sul capo ed un sorriso gentile le abbellì il volto.
    - Ah, ma che bel nome è Sidonie! - disse, con esclamazione davvero sorpresa. Era raro trovare nomi del genere, così eleganti e altisonanti, soprattutto tra bambini.
    Nel mentre era immersa nella lettura, notò una donna osservare la bambina: suppose fosse sua madre, pensiero che le fu confermato quando la donna le si avvicinò. Rise di gusto quando notò che la piccola volesse essere presa in braccio dalla sua mamma.
    - E' stato un vero piacere. signora. Sua figlia è davvero adorabile! - rispose. Salutò la bambina con la mano, con gli occhi allegri e luccicanti di gioia. Era sempre un piacere incontrare bambini, la loro presenza era un balsamo per l'anima.
    - Ciao Sidonie! Ci vediamo presto! -
    Fu raggiunta, subito dopo, da una ragazza frizzantina, che immaginò fosse una commessa del negozio o, forse, la stessa proprietaria. Arrossì leggermente quando fu scambiata per una giovane madre incinta.
    - Oh, no, non sono una madre. Sono qui perché ero interessata al piano e volevo vedere se riuscivo a trovare un libro che mio padre mi leggeva quando ero piccola. E' proprio questo qui, Il piccolo principe. E' un dolcissimo ricordo che ho di questa lettura: le sue parole sono rimaste come scolpite nel mio cuore e mi hanno aiutato molto nei momenti difficili. - rispose, con gli occhi leggermente luccicanti. Sapeva di essersi leggermente aperta con la donna, ma sembrava così accogliente che non potè trattenersi.
    - Comunque, sono qui anche per un altro motivo: so di essere sul piano sbagliato, ma vorrei trovare un romanzo da leggere, anche uno babbano. Non ha importanza per me! -
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    Allora... Come dire: "è tardi, è tardi sai, sono già in mezzo ai guai! Nemmen posso dirti ciao! Ho fretta, ho fretta, sai?"
    ...
    Ahem.

    "Alors..."

    Bianconivaneggiamenti a parte: Désolée per l'attesa allucinante! Ovviamente, qui è la player che si scusa, non Chloé... Per Chloé, tutto ciò è perfettamente normale e naturale.

    "Le persone di classe si fanno aspettare, no?"

    ... Se, vabbé.

    "Naturellement, voyons!"

    ...
    Tornando a noi, ed entrando un po' nel vivo del post: mentre Louise viveva quel dolce ed intenso momento con la piccola Sidonie e, in seguito, anche con la sua mamma, un Nerino del Buio in particolare la stava osservando.
    Quando vide il proprio Capo, la sublime, inimitabile (almeno secondo lei) e per nulla modesta Chloé Tournesol, avvicinarsi alla giovanissima, adorabile Louise, il suddetto Nerino del Buio, discreto, discreto, quatto, quatto, si aggrappò all'orlo dell'elegante gonna indossata dalla chicosissssssima libraia quel giorno.
    Ascoltò, umilmente incuriosito dalla situazione, la frizzantissima donna rivolgersi alla povera, giustamente imbarazzata Louise e, senz'ascoltare la risposta di quest'ultima, particolarmente desideroso di aiutare quella cliente così sensibile, a modo e bella, schizzò più veloce della luce verso l'area di quel piano del Ghirigoro dedicato alla maternità.
    Chloé, invece, aveva perfettamente ascoltato la risposta dell'educata, futura studentessa degl'Ametrin. Le sorrise:

    << Mi ricorda un po' la mia cara collega del Madama McClan, sa? Madame Nietò. Un pozzo di sensibilità, oltre che di talenti, quella donna. Anche se mai quanto me, si capisce! >>

    Dopo averle rivolto un occhiolino complice, non tardò a continuare:

    << Ma torniamo a noi! Ho la proposta che fa al caso suo: questo libro, "Storie per Cantastorie in Erba", con tanto di "Il Piccolo Principe" in omaggio, offerto dalla casa! >>

    Venne interrotta dall'arrivo inaspettato di uno dei suoi fidi Nerini del Buio, con un numero considerevole di tomi sulla maternità tra le sottili braccine, che tremavano visibilmente dallo sforzo. Chloé, con un Wingardium Leviosa! ben assestato, liberò il suddetto Nerino del Buio da quell'incombenza, lo ringraziò, ed inviò verso le mansioni delle quali si stava occupando in quel momento il resto del suo gruppo-tribù. Era effettivamente raro, ma che dico, rarissimo, incontrare un Nerino del Buio andare in giro da solo, senza gli altri membri del suo mini o maxi branco!
    La chicosissssssima giovane donna fece arrivare il consistente numero di tomi che stava levitando fino a lei, ed afferrò con prontezza il libro "Fiabe e Favole per Future Mamme Cantastorie", prima di far posare il resto dei tomi su un comodino a caso, sicura che il gruppetto di Nerini del Buio più vicino si sarebbe occupato di loro quanto prima.

    << ... E questo piccolo libricino proposto dal mio fido assistente potrebbe tornarle utile, in futuro... Chissà! Mi fiderò della sua intuizione e, per lei, sono pronta a venderglielo a metà prezzo! >>

    Fu così che la frrrrizzantissima ed energica libraia porse i tre libri alla sua dolce, giovanissima cliente, con il brio e la sicurezza accattivante che le erano propri, facendole un occhiolino incoraggiante.


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