Nicholas Mc Callister

Stava galleggiando, leggero, in mezzo a nuvole fatte di quella che sembrava essere panna montata. Sua sorella era accanto a lui e rideva felice, così come suo fratello. Stavano sorvolando un isola, con un castello che svettava in mezzo al bianco delle montagne. Uno scintillio gli rivelò una statua a forma di snaso, in cima alla torre più alta...
-...rai tardi, lo sai?
Nick si girò verso il fratello, che ora lo guardava con aria rassegnata.
-Nicholas, farai tardi se non ti svegli ADESSO!
Si mise seduto di scatto, facendo quasi cadere Cam giù dal letto. Ma che aveva, otto anni? Sognare così l'accademia, senza neanche averla mai vista...l'ansia evidentemente lo stava mangiando vivo. "Che è quello che mi farà mia madre se non mi alzo, immagino". Si girò verso il fratello, sorridendogli, e dopo avergli dato il buongiorno si affrettò a mettere i piedi sul pavimento. Oggi sarebbe stato un grande giorno.

Quattro ore dopo era pronto a rimangiarsi qualsiasi pensiero positivo avesse avuto su quella giornata. Aveva dovuto fare tutto di corsa, si era dimenticato i calzini, la colazione lo aveva fatto star male e ora il dondolio della nave non lo stava di certo aiutando. La madre - che dopo la morte del padre era diventata parecchio emotiva - aveva pianto per più di mezz'ora ora sulla sua spalla, biascicando cose sul suo "ometto cresciuto" e cose simili. Anche separarsi da Mary Lou e Camriel era stato bruttissimo, e il musino triste della sorella ancora non accennava a sparire da sotto le sue palpebre. Sospirò, scontento, e cercò di mettersi comodo. Mancava ancora l'intero viaggio in nave, e stranamente non si sentiva poi così ottimista a riguardo.
Dopo quelli che sembrarono secoli, Nick aprì gli occhi, ritrovandosi nella stessa identica posizione in cui era partito. Ridacchiando tra se, e notando la gente che cominciava a mettere in ordine la roba e a salire sul ponte, fece lo stesso in tutta fretta. Si incamminò dietro la fila di studenti che seguivano il custode, ammirando il paesaggio e il lago, e il grande castello che man mano si avvicinava. Dopo essere arrivati, ed aver ascoltato attentamente la spiegazione dei capipacasa, si ritrovò in un battito di ciglia davanti la famosa statua. Solo in quel momento si rese effettivamente conto del viaggio che aveva fatto. "Non siamo più in Kansas, Toto..."Impugnò stretta la sua fedele bacchetta di quercia, fissò la statua dritta negli occhi e prese un profondo respiro. Poi, con voce piena e ferma, comandò.
-Revelio!