Leah Branwen
Studentessa | 15 anni
Insomma, nonno Deckard mi aveva detto cosa mi aspettava, no?
Effettivamente sì, Deckard Cain, avendo guidato egli stesso alcune navi fino al Lago, sapeva bene come sarebbe stato il viaggio per la nipote, preparandola a tutto... ovviamente non aveva considerato il fatto che avrebbe fatto il viaggio con molti meno ragazzi del solito (certi ritardi non possono essere predetti dalle rune, a quanto pare...) e che la ragazza non era mai stata su una nave prima di allora...
Il treno era molto più comodo...
La ragazza era circondata da ragazzi e ragazze aventi circa la sua stessa età, molti meno di quanto immaginava, ma molto più loquaci di quanto sperava: non passavano 5 minuti senza che qualcuno le rivolgesse la parola, all'ultimo gli aveva anche detto chiaro e tondo che voleva starsene in pace coi suoi pensieri... certo non era il modo migliore di farsi amicizie, però il ragazzo pareva non essersela presa troppo per questo... magari aveva intuito l'ansia che la attanagliava.
Un conto era iniziare la scuola insieme a tutti quanti, decisamente un altro iniziarla quasi da sola (relativamente) a un mese dalla fine... beh, abbandonare Hogwarts era stato difficile, a questo punto, ma ormai non poteva tirarsi indietro, si era buttata e, in fin dei conti, era contenta della scelta che aveva fatto.
Mentre rifletteva su queste cose e cercava di tranquillizzarsi, sentì la nave gettare l'ancora e l'equipaggio gridare scherzosamente "Terra!" (chissà, forse Black approfitta della situazione per cercare la bussola? Ottima idea, grazie Leah).
Scese insieme agli altri, non voleva essere la prima, ma nemmeno l'ultima, ci mancava ancora che si perdesse...anche se le luci e il manipolo di studenti erano punti di riferimento difficili da perdere di vista.
La salita non fu così difficile, e in men che non si dica raggiunse la statua dello Snaso... molto bella da guardare, in effetti.
Mentre la ragazza ammirava affascinata la statua, i ragazzi di fronte a lei si fermavano uno dopo l'altro di fronte ad essa e agitavano la bacchetta pronunciando, chi velocemente e carico di esitazione, chi fortemente e con fermezza, il fatillico "Revelio".
Giunse il suo turno: osservò il volto dello Snaso dal basso verso l'alto, forse in qualche modo affascinata dallo sguardo contemporaneamente scherzoso ed enigmatico che esso aveva scolpito addosso...
Andiamo
Fece un profondo respiro, estrasse la bacchetta dalla tasca interna della giacchetta che indossava e, con un movimento lento la puntò verso la statua, pronunciando, decisa ma con un filo di voce
Revelio...!