Edith Arbell Brightstone

Narrato - "parlato" - pensato

Il viaggio verso Hidenstone non è stato dei migliori. Per tutto il viaggio sono rimasta a parlare con le ragazze con cui ho condiviso i miei spazi e che ho imparato a conoscere lungo il cammino verso l'accademia di magia. Hidenstone è molto diversa da Beauxbatons. L'aria di Denrise è molto differente da quella francese: più salmastra, meno raffinata.
E ora eccomi qui. Devo portare alto il buon nome dei Brightstone. Un sorriso malinconico circonda il mio viso. Mamma mi ha già detto come comportarmi e se ci penso bene mi sembra quasi di sentire le sue parole. In un luogo bisogno lasciare un buon ricordo di noi, poiché un giorno un membro della nostra famiglia avrebbe passato di lì.
Subito dopo i pensieri andarono sui miei fratelli minori. Joseph, Louis, Jiselle, Marie, vi renderò fieri di me. In quanto sorella maggiore dovevo dare il buon esempio, ma come spesso accade non posso far a meno di pensare che sulla mia famiglia ricadranno le conseguenze della mia condotta.
"In bocca al lupo ragazze, spero di ritrovarvi nella stessa casata" Le mie parole non sono del tutto sincere. Tra loro c'è Daphne e a essere onesta non mi ha fatto una buona prima impressione. I suoi modi di fare da provincialotta non si confanno a una dama e col suo modo di parlare porta il femminismo indietro di almeno mezzo secolo. L'hanno smistata negli Opali.
Io sono la prossima. Mi avvicino con sguardo deciso verso la statua dello snaso. La postura è perfetta e durante l'avanzata non posso far a meno di ricordare le mille volte in cui ho camminato con pesanti tomi sul viso per migliorare l'equilibrio. Il vestito leggero accentua qualche curva, mentre i capelli legati in una comoda traccia non oscillavano da una parte all'altra come è accaduto a qualche ragazza prima di me.
Tiro fuori la bacchetta magica in prossimità della statua. Sorrido. Mi schiarisco la voce. "Revelio"

Edith A. Brightstone

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Casata: I anno