Eye for an eye

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  1. T.J.C.
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    Nessuno avrebbe dovuto sorprendersi nel trovarlo sdraiato a pancia in su sull'erba nei pressi delle serre con uno zigomo gonfio e il naso rotto, un ghigno soddisfatto nell'essere sopravvissuto all'ennesima rissa. E invece quel pomeriggio aveva deciso di stupire prima di tutto se stesso, godendosi le ultime ore di una giornata che si apprestava a richiamare a sé i toni allegri di una primavera ormai non troppo lontana. Con un libro tra le mani, che sorprendentemente ne sfogliavano le pagine lasciando intendere che il ragazzo fosse sveglio e attento alla lettura, Thomas lasciava scorrere le iridi sull'inchiostro, cogliendo dettagli dell'arte trasfigurativa che fino ad allora aveva praticamente ignorato. Non aveva mai considerato Trasfigurazione una materie densa di significato o per lo meno non degna del suo interesse, ma notare quanto con l'alchimia essa avesse in comune lo aveva fatto ricredere; che poi quest'ultima fosse legata a sua volta alla materia che preferiva in assoluto lasciava intendere quanto sarebbe stato ridicolo non concederle una seconda possibilità.
    Leggeva degli animagus, che prima di allora non gli erano mai interessati granché, cogliendo come fosse necessaria non solo una buona padronanza della trasfigurazione, ma addirittura della pozionistica. Non vi erano altri dettagli al riguardo e Thomas si appuntò mentalmente di cercare qualche volume più fornito in biblioteca.
    Allungò la mano destra fino alla tasca dei pantaloni e ne estrasse un pacchetto. Con due scatti veloci fece saltar fuori una sigaretta e se la portò tra le labbra senza smettere di leggere. Poi cercò l'accendino e, controllando più volte in ciascuna tasca, si rese conto di non averlo.
    «Merda...»
    Doveva averlo lasciato a Kjell.
    Seccato si trascinò la sigaretta dietro l'orecchio destro e avrebbe continuato a leggere indisturbato se la pigrizia non fosse stata più prorompente del suo desiderio di conoscenza, tanto da convincerlo ad abbandonare la presa del libro dopo averlo poggiato sul volto e aver chiuso gli occhi per un momento.
    Quello stesso momento durò forse fin troppo tempo, perché il piacevole tepore che lo accompagnò quando abbassò le palpebre sulle iridi stanche non lo riaccolse quando le riaprì. Il sole non era ancora tramontato, ma i colori caldi con cui si era tinto il cielo di quel tardo pomeriggio erano accompagnati da una brezza che sembrava prepararsi a lasciare il ricordo dell'inverno appena trascorso. Non che fosse un problema per lui, dopo aver trascorso un'interno anno in Scandinavia e prima ancora in Scozia. A ben pensarci aveva sofferto fin troppo il caldo in quel di Denrise.
    Fu un rumore in particolare a convincerlo a scostarsi il libro dalla fronte, lanciando un'occhiata accigliata di fronte a sé, oltre la gamba destra piegata e volta a nascondere in parte una figura che lì per lì non riconobbe. Il rumore era stato simile a quello di qualcosa che si rompe sotto il peso eccessivo di un qualche sbadato. Ma soprattutto quel qualcosa , su cui l'attenzione di Thomas si concentrò per caso, sembrava essere un oggetto che gli stava molto a cuore.
    Le labbra gli si assottigliarono e gli occhi fecero lo stesso mentre lo sguardo non si distoglieva dall'oggetto distrutto dalle scarpe altrui.
    «Quello è il mio accendino?»
    Ecco dov'era andato a finire.
    Thomas J.
    Carter

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    Che cosa poteva fare uno studente, durante i momenti in cui non aveva lezione? I compiti? Naaah, Aidan ne aveva abbastanza di stare sui libri. Dormire? Per il dioptase poteva essere una proposta allettante, ma meglio di no. Darsi al puro piacere carnale (che per Aidan stava a significare 'scopare')? Beh quello, Aidan lo avrebbe fatto molto volentieri...se solamente Gyll fosse lì con lei. Invece lei era da qualche altra parte e il fai da te non era la cosa migliore. Quindi, non potendo (e non volendo) fare nulla di tutto ciò, l'unica cosa che poteva fare era quello di fare una bella camminata in giro per la scuola.
    Ormai la conosceva abbastanza bene, anche se c'erano luoghi che aveva visitato raramente o proprio per nulla. In quel momento era nella zona delle serre e il Dioptase si guardava intorno come se stesse guardando dei quadri in un museo. Chissà perché quel giorno era così distratto?
    Si era fermato ad osservare uno di quei piedistalli che sorreggevano i draghi. Aveva trovato quelle cose estremamente fighe, anche se preferiva non avere molto a che fare con quei draghi. Non poteva sapere cosa gli potevano venire in mente. Quindi aveva deciso di osservarli, ma a debita distanza.
    Dopo alcuni minuti, però, riprese la sua camminata. Non mancava mai il suo fischiettare canzoni famose e esclusivamente di genere Rock, ed infatti aveva iniziato con quella sua pratica nello stesso momento in cui aveva ripreso a camminare, sempre distrattamente, come se fosse con la testa tra le nuvole (cosa piuttosto strana, in realtà. Forse era l'influenza di Gyll?).
    Comunque, a causa di questa sua distrazione, non si era minimamente accorto che proprio dove stava passando c'era qualcuno sdraiato. No, non lo stava per calpestare, fortunatamente. Solo che, ecco...aveva calpestato qualcos'altro che probabilmente doveva appartenere a questa persona. Si fermò di botto, appena sentì il rumore di qualcosa che si rompeva sotto i suoi piedi.
    “Che cazz...?” Abbassò lo sguardo, alzò il piede e vide i resti di un accendino. Poi sentì una voce e si voltò verso il suo proprietario. Era il tuo accendino...” disse, senza contenere la battutina. “Scusami per l'accendino, non me ne ero minimamente accorto...spero che tu ne abbia un altro”. Poggiò nuovamente il piede, non sopra l'accendino ovviamente, e si chinò per prendere quello che ne rimaneva. “Mi dispiace...però potresti ritenerti fortunato. Non mi ero accorto nemmeno di te e sarebbe potuto succedere che al posto dell'accendino ci sarebbe stato un tuo dito...o il tuo naso...” Lo osservò un po' meglio e alla fine riprese “Anche se forse non avrebbe fatto differenza...che cosa è successo alla tua faccia?”
    Aidan Hargraves

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    Scusa il ritardo D:
     
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  3. T.J.C.
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    Thomas osservò Aidan con un'intensità tale che, se gli occhi avessero potuto uccidere, probabilmente gli avrebbe fatto solo il solletico. L'opale era solito innervosirsi con estrema facilità per un nonnulla, ma non di certo per un accendino a cui lui stesso non aveva sufficientemente badato.
    «Amen.»
    Disse stringendosi nelle spalle mentre il compagno si scusava per il danno compiuto. Se avesse dovuto piangere per ogni accendino che aveva perso o rotto, probabilmente a quel punto non avrebbe avuto più lacrime da versare.
    «Certo che ne ho un altro, non preoccuparti.»
    Si tirò su a sedere e incrociò le gambe davanti a sé, rivolgendo all'altro uno sguardo accigliato e un mezzo sorrisetto nel sentirgli dire le successive parole. Non aveva mai sentito dire che una persona, per quanto sbadata, avesse calpestato il naso di qualcuno, ma Aidan sembrava talmente convinto di ciò che l'opale gli andò dietro.
    «Lucky me.»
    Alla successiva domanda del ragazzo, Thomas non riuscì ad evitare di ridere. Le spalle si mossero seguendo il ritmo di un respiro accelerato mentre gli faceva cenno di sedere lì di fianco: lo infastidiva inspiegabilmente parlare ad altezze diverse, ma dato che non aveva alcuna intenzione di alzarsi, tanto valeva che fosse l'altro a fare un passo nella sua direzione. In fondo lo aveva privato di un accendino e, pertanto, di una sana boccata della sua aria.
    «Sei sempre così galante o è solo una mia prerogativa?»
    Gli domandò pungente senza tuttavia mettere da parte il sorriso che lo contraddistingueva persino quando parlava dei suoi misfatti. Il volto tumefatto era il risultato dello scontro con altri due opali, ma non vi era la necessità di svelarlo quando era certo che a distanza di poche ore quella notizia sarebbe stata sulla bocca dei più curiosi e, come tale, anche su quelle dei professori.
    «Credo che lo saprai a breve: un tuo compagno deve aver fatto la spia.»
    Era stato un Dioptase a beccarlo in flagrante, seppur prima che si beccasse la scarica dei pugni dei due idioti. Era un caso che l'altro avesse frainteso, un caso che di recente si ripeteva un po' troppo spesso, ma a lui poco importava.
    «Stavi canticchiando i Queen poco fa?»
    Gli domandò infine per spostare il topic su un altro argomento. A lui la musica piaceva, seppur la ascoltasse di rado, tant'è che il suo Ipod doveva appartenere a generazioni ormai lontane oltre che finito in un angolo remoto del baule.
    Thomas J.
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    Non si era beccato nessun ceffone, fino a quel momento. Anche perché, per quale motivo doveva essere picchiato per aver rotto un semplice accendino?
    Infatti, quel ragazzo, non aveva reagito in modo esagerato, per fortuna di Aidan. Anzi, se ne uscì con un 'amen' per poi rassicurarlo del fatto che ne aveva un altro. Sorrise divertito, al commento del compagno per ciò che Aidan disse dopo “Puoi sempre usare un bell'incendio, facendo attenzione a non bruciarti la tua bella chioma” rispose poi, facendo una piccola risata, sedendosi dopo aver accettato il suo invito.
    “Galante? Per così poco?” Disse lui, sorridendo. Non aveva capito se era ironico o meno, però sorrideva, quindi poteva stare tranquillo.
    Quando la discussione si spostò sul suo volto, il commento che aveva fatto il dioptase aveva fatto ridere il compagno opalino a cui lui si unì con un semplice sorrisetto divertito.
    “Chi era il mio compagno che ha fatto la spia?”.
    Il dioptase non era un tipo curioso e che seguiva ciò che succedeva in giro per la scuola (al massimo sapeva che Blake stava con Lilith e, ovviamente, le sue cose personali), però in quel momento volle sapere chi fosse colui che aveva fatto la spia.
    “Non mi piace molto il gossip, in realtà...di solito sono sempre uno degli ultimi a sapere le cose.”
    Disse lui, appoggiando i gomiti sul terreno e guardando davanti a se.
    “Ti piace fare a botte, immagino..eh?” chiese con un sorrisetto divertito.
    E all'ultima domanda che fece l'opalino, Aidan decise di svoltare lo sguardo verso lui, osservandolo ammirato. “Ma bravo! Ero quasi convinto che i miei coetanei preferivano la musica che va in voga oggi e che non conosceva affatto questo genere di musica. Ma mi sbagliavo, per fortuna. E riuscirai a indovinare quale canzone stavo cantando?”
    Ormai che aveva indovinato il gruppo, ora voleva sapere se indovinava anche la canzone che stava canticchiando.
    Aidan Hargraves

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    Dioptase, 17 anni

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