Lezione Biennio 20/21

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  1. T.J.C.
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    Uno dei problemi che affligge la gioventù di qualsiasi generazione è la sveglia mattutina. Alzarsi presto, qualunque sia il motivo per cui lo si faccia, non è mai una buona idea e farlo per raggiungere il folto di una gelida foresta alle prime ore di un sabato mattina è probabilmente un incubo.
    Ma per Thomas quello non era certo un problema, anzi, in un certo senso rappresentava quasi una benedizione, perché in fondo trascorrere parte della propria giornata a dormire significava privarsi di tempo prezioso da dedicare ad attività nettamente più interessanti.
    Non aveva quasi chiuso occhio la notte precedente e quel mattino un lieve dolore alle tempie rese chiaro che seguire attentamente la lezione di uno dei professori che forse più apprezzava di Hidenstone non sarebbe stato propriamente facile, ma il pensiero che gli saltò alla mente nel momento esatto in cui la sveglia di Kjell risuonò all'interno della stanza degli Opali del primo anno non fu propriamente così delicato.
    «Spegni quella cosa.»
    La bocca impastata dal sonno si aprì in un poderoso sbadiglio subito dopo aver ruggito quelle poche parole, la mano sinistra volò a stropicciargli gli occhi gonfi e le dita salirono ulteriormente a scombinargli la capigliatura già di per sé sufficientemente disordinata. Un lamento di frustrazione venne esalato dal respiro rassegnato del giovane che, buttando le gambe al di là del materasso, si preparò a mandare all'aria quel sabato mattina.
    «Leviamoci 'sta merda dalle palle.»
    E una cosa dovrebbe ormai essere chiara: la raffinatezza non rientrava tra le sue priorità mattutine. Arrivare a destinazione fu più complicato del previsto, cosa alquanto prevedibile per altro se ci si attarda a fumare in un antro ben celato alla vista dei più curiosi nei pressi del lago che bagnava parte del perimetro del castello. Thomas spense la sigaretta marchiando la pietra della fortezza, tra una risata e l'altra che riempiva la mattinata di quel 20 marzo, la quale sembrava promettere sorprese indescrivibili. L'idea di saltare le lezioni nei giorni precedenti lo aveva stuzzicato, ma mai quanto quella di scoprire cosa il professor Olwen avesse in serbo per lui.
    Fece cenno a Kjell e Haydar e con passo svelto si diresse con loro nei pressi della Foresta Eterea, dove un gruppo di studenti aveva già preso parte alla lezione apparentemente iniziata. Uno sguardo di sbieco raggiunse i due amici e il braccio sinistro si sollevò fino a poggiare il gomito contro il tronco di uno degli alberi che facevano da contorno alla bislacca scena che prendeva forma davanti a lui.
    Colse al volo la domanda del professore e direzionò a lui lo sguardo scuro.
    «Ciclo ed equilibrio. La primavera segna il risveglio della natura e in un certo senso anche quello emotivo, è infatti definita la "stagione degli amori", no? Ma rappresenta anche la fine dell'inverno: è l'inizio e al contempo la fine di un qualcosa, si potrebbe dire non del tutto positiva. L'equinozio di primavera invece è il giorno in cui le ore di luce eguagliano quelle di buio, ricercando l'equilibrio su cui la natura - e la stessa magia - si fonda.»
    Le iridi si spostarono su chi aveva asserito qualcosa di diverso, lasciando scivolare la lingua tra le labbra rese secche dal fumo. Le dita della mancina andarono a tamburellare contro la superficie del tronco, mentre quelle della mano destra sfilavano la bacchetta dalla tasca interna della giacca.
    «Scusi per il ritardo, professore, siamo stati...» lo sguardo cercò rapido il volto di Kjell e le labbra compirono uno sforzo sovrumano per non cedere a un sorriso, mantenendo invece un'espressione seria e rispettosa. «trattenuti.»
    Se nessuno avesse avuto di che rimproverarlo, avrebbe mosso la bacchetta realizzando la sagoma di un quadrato a mezz'aria, pronunciando la formula dell'incantesimo su cui l'insegnante li aveva fatti esercitare per una vita e mezza. Almeno aveva finalmente capito cosa ci fosse di sbagliato nell'uomo e nelle sue tendenze assai discutibili.
    «Atramenta»
    Thomas J.
    Carter

    I REBEL; THEREFORE I EXIST.

    Black Opal - I anno

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