Lezione Triennio - Incantesimi

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Erik Foster
        +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Ametrin
    Posts
    650
    Reputation
    +293

    Status
    🗲
    Erik Foster | Ametrin | III anno
    Un sorriso tradiva l'espressione seria che il giovane Erik voleva mantenere quando la docente si complimentò per la risposta che aveva dato. Fare esempi a seguito di ciò che diceva lo aiutava a prendere tempo per pensare a ciò che avrebbe dovuto dire successivamente e tale metodo era indispensabile per chi, come lui, riusciva a cavarsela nello studio più per indole e collegamenti logici che per relative ore di studio.
    Diede una pacca sulle spalle a Blake quando la professoressa rispose alla sua domanda e giusto al termine della sua spiegazione, il prefetto si lasciò sfuggire un'affermazione. Ottimo quesito, amicone! Ciò diceva molto su quanto poco l'ametrino sentisse la competizione tra casate. Lì non era come a Hogwarts, alla fine la coppa al termine dell'anno scolastico non voleva dire assolutamente nulla.
    Ciò che gli studenti avrebbero dovuto fare da lì a breve non era complicato in teoria: entrar al centro dell'arena, attendere che gli ostacoli si manifestassero e recuperare un sacchetto contenente chissà che cosa. I primi a effettuare la prova furono gli studenti del quinto anno, così Erik rimase in silenzio per cercar di captare quanti più aiuti possibili. Prova dopo prova intuì che avrebbe avuto a che fare con creature magiche, così nonostante si trovasse a lezione di Incantesimi cercò di collegare anche ciò che col tempo aveva imparato a Magia Verde e a Difesa Contro le Arti Oscure. Sì, dovrò probabilmente usare un incantesimo non verbale per non attirare la loro attenzione, ma non devo sottovalutare la natura delle creature e, soprattutto, dovrò sfruttare l'ambiente circostante. Avrebbe voluto continuar a parlare con Blake o scambiare qualche parola con Jessica, ma stava partendo con mille film mentali. Ti prego, Merlino, niente di acquatico. Ciò per Foster presentava il peggiore scenario possibile e stava letteralmente andando nel panico, poi venne chiamato.
    Auguratemi in bocca al drago! Esclamò ai suoi amici, subito prima di scendere per dirigersi verso l'arena. Entrando nella circonferenza lo scenario cambiò drasticamente: il terreno venne ricoperto da strati d'erba della diversa altezza, rocce sparse qua e là ricoperte da un muschio verde smeraldo e in innumerevoli punti sorsero degli alberi. Erik li riconobbe come tipici dei boschi situati nei pressi di montagne: pini, faggi, betulle, olmi e castagni. Le fronde di questi e tratti coprivano il soffitto dell'arena e la scarsa luce artificiale che filtrava dava quasi l'impressione che si trattasse del sole. Beh, non posso dire di essere finito in un ambiente particolarmente ostico. Oh, chissà, magari trovo anche dei funghi! L'idea lo spinse a mettersi in modo, esplorando al meglio delle sue possibilità quel luogo. Attraversò il bosco facendo la massima attenzione a non far rumore: schivava i rami secchi presenti sul terreno, evitava le foglie caduta da chissà quanto tempo e non appena sentiva suoni a lui sconosciuti si immobilizzava, cercando di captare da dove provenissero. No, a tentoni non ci riuscirò mai. Devo usare la localizzazione. Si trattava di una pratica che aveva appreso all'inizio dell'anno nel corso di Divinazione. Chiudendo gli occhi e concentrandosi su se stesso avrebbe potuto richiamare la propria aura magica. Far ciò non era assai complicato, il difficile stava nel saperla sfruttare. Non appena percepì l'aura color lavanda circondare il proprio corpo, si concentrò affinché questa potesse confluire prima nella testa in un secondo momento negli occhi. L'obiettivo era quello di cercar qualcosa in uno spazio limitato, quindi provò a pensare alla forma del sacchetto, in fin dei conti lo aveva già visto nelle prove precedenti: era di piccola taglia, difficilmente il suo peso avrebbe superato i cinque chili, ma allo stesso tempo il colore simile a quello della canapa era inconfondibile. Ecco, il materiale lo avrebbe aiutato a distinguerlo meglio, così ruotando a trecentosessanta gradi si fermò solo quando all'orizzonte non avrebbe visto qualcosa contornato dai colori della propria stessa aura. Eccolo.
    Proseguì in tale direzione, finché in lontanza non vide una sorta di rientranza in una grande roccia. Era una tana e ciò che vide davanti a sé fu un branco di tre Erumpent. ACCIDERBOLINA! E ORA? Spalancò gli occhi e aprì la bocca. Scosse il capo, mentre l'effetto dell'aura terminò. Il suo obiettivo era di fronte a sé: un esemplare femmina aveva scambiato il sacchetto per suo figlio. Questa non ci voleva. A lezione di Magia Verde aveva appreso che le femmine erano molto più aggressive dei maschi, quindi avrebbe dovuto trovar un modo per ingegnarsi. La scelta più logica era usar Incendio all'interno della tana per spingere le creature ad allontanarsi, tuttavia la morale dell'ametrino superò la sua astuzia. Il piano era geniale, ma seppur fittizio mai avrebbe deturpato l'habitat natura di creature magiche che non avevano fatto nulla di male.
    Poi giunse il lampo di genio. Circularis! Generò delle piattaforme in aria che verosimilmente avrebbero potuto garantire un posizionamento più comodo al giovane e, dopo aver scattato agilmente sulle piattaforme e giunto sopra quella situata immediatamente sopra l'entrata della tana fu il momento di riprendere il respiro. Ciò che stava per fare era pericoloso, nonché stupido, ma assolutamente da Erik. Gettò a terra una pietra che avrebbe preso dalla roccia che componeva la tana delle creature. Ecco, da lì in poi avrebbe avuto poco tempo, poiché gli Erumpent avevano fatto caso al suono. Erik chiuse gli occhi per la seconda volta e a questo giro il suo respiro era più irregolare. Doveva trovare la calma, così la mente andò direttamente a quelle creature. Immaginò un Erumpent di piccola taglia. La pelle assolutamente glabra, ma comunque rugosa e con rigonfiamenti irregolari su più punti. Era lucida, infatti al sole dopo essersi fatta il bagno avrebbe luccicato, specialmente all'altezza del lungo corno affilato. A differenza di quello dei rinoceronti sembrava un prolungamento del muso, infatti non si comprendeva dove finisse il muso e da dove partisse il corno. La coda, infine, era spessa e grossa come quella di una fume. Immaginando un Erumpent di piccola taglia non fece troppo caso alle zampe che, infatti, forse le immaginò più sottili di quanto in realtà non fossero.
    Al solo pensare del piccolo che avrebbe ritrovato la famiglia il cuore dell'ametrino si scaldò. Corpusfiguro. L'intenzione era quella di trasfigurare il sasso nel cucciolo. Vedendolo i suoi simili si avvicinarono a lui fuori dalla tama ed Erik approfitto del momento per scendere con un salto, correre all'interno della tana e recuperare il sacchetto.
    Piccolo errore: col salto aveva fatto rumore e le creature si erano voltate verso di lui. Oh, mammina! Guardò a destra, poi a sinistra, poi puntò la bacchetta verso di loro. Insidiae Colorum! Dalla bacchetta fuoriuscirono una miriade di filamenti colorati che si alzarono in aria, unendosi e mescolandosi in combinazioni affascinanti e coinvolgenti. La trama di colori era un incantesimo basilare per immobilizzare le creature e gli spiriti, infatti tutti gli Erumpent che riuscirono a vederla non furono più in grado di muoversi. L'incantesimo, tuttavia era tanto efficacie quanto debole. Non li avrebbe trattenuti per molto, così non restò altro da fare se non darsi alla fuga. Corse a più non posso, a pieni polmoni, ma dopo pochi istanti percepì di essere seguito.
    E' giunto il momento. Gemino! L'obiettivo era quello di crear con la bacchetta un duplicato esatto del sacchetto che stava trasportando. Fatto ciò, il giovane Foster si sarebbe spogliato del suo mantello, impregnato del proprio odore, l'avrebbe lanciato a terra e proseguito lungo la sua corsa.
    L'effetto dell'incantesimo trasfigurativo sarebbe scomparso non appena Erik sarebbe riuscito a uscire dall'arena.




    RevelioGDR
     
    .
11 replies since 1/3/2021, 19:32   199 views
  Share  
.
UP